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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 21 novembre 2024
CARCERI
di Patrizio Gonnella*
Il Manifesto, 21 novembre 2024 Se non ci si indigna di fronte a un poliziotto che riempie di urina una cella di un detenuto o lo pesta senza ragione, vuol dire che siamo di fronte a un processo diseducativo di massa che ha investito le nostre coscienze. Violenze fisiche, forme di scherno e umiliazione nei confronti di persone con disturbi psichici, secchiate di acqua e urina lanciate nelle celle anche in piena notte, frasi offensive condite da razzismo. L’inchiesta trapanese ci conferma quanto sia importante, se non decisivo, avere una magistratura indipendente che indaghi sul potere, in tutte le forme nelle quali esso si esprime.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 21 novembre 2024 Le proposte per l’abrogazione e i rapporti stretti del sottosegretario con la penitenziaria. Il Pd: “Nordio riferisca in aula”. “È in attuazione la dottrina Delmastro?”. La domanda la pone in Senato Walter Verini del Pd, mentre invoca la venuta in aula del ministro Nordio per riferire sul caso dell’inchiesta di Trapani sulle torture in carcere. Del resto sono passati pochi giorni da quando il sottosegretario ha parlato della propria “intima gioia” al pensiero che i detenuti non riescano a respirare dietro ai vetri oscurati dei nuovi mezzi della polizia penitenziaria.
di Ilaria Cucchi e Fabio Anselmo
Il Domani, 21 novembre 2024 Siamo addolorati di fronte al ripetersi di queste situazioni inaccettabili e indegne per un Paese che ambisce a esser definito civile e democratico. Anche qui sono le telecamere a inchiodarli. Sono state installate dagli inquirenti nel “reparto blu”, oggi chiuso per carenze igienico sanitarie, dove venivano portati i detenuti in isolamento, con problemi psichiatrici o psicologici: il nostro sottosegretario cosa racconterà?
di Susanna Marietti*
Il Fatto Quotidiano, 21 novembre 2024 “A volte i detenuti venivano fatti spogliare, investiti da lanci d’acqua mista a urina e praticata violenza quasi di gruppo, gratuita e inconcepibile”. Questo il racconto del procuratore di Trapani nella conferenza stampa tenuta a proposito dell’inchiesta per le presunte torture nel carcere della città, che ha portato undici poliziotti penitenziari agli arresti domiciliari e altri quattordici sospesi dal servizio. Lo schema si ripete, ogni volta identico seppur diverso: la tortura in carcere, la violenza del pubblico ufficiale verso colui che ha in custodia, vuole annientare la dignità della persona detenuta, calpestare ogni senso di umanità, affermare un’inferiorità ontologica, un disprezzo. Come accadde a Santa Maria Capua Vetere durante il lockdown del 2020, come accadde a Reggio Emilia ...
di Vincenzo R. Spagnolo
Avvenire, 21 novembre 2024 “A volte i detenuti venivano fatti spogliare, investiti da lanci d’acqua mista a urina” e veniva “praticata violenza quasi di gruppo, gratuita e inconcepibile”. È un esercizio davvero doloroso, quello di ascoltare la ricostruzione del procuratore di Trapani Gabriele Paci, coordinatore dell’inchiesta nata nel 2021 e che ieri ha portato all’emissione di 25 misure cautelari e interdittive a carico di altrettanti agenti penitenziari del carcere Pietro Cerulli. Dentro quelle dichiarazioni, dal buio delle celle arrivano a noi echi degli abissi d’umiliazione, sofferenza e angoscia inflitti a decine di esseri umani. Sì, esseri umani, perché l’aver ricevuto una condanna (o l’essere in attesa di giudizio) per un reato compiuto, anche grave, non può e non deve mai consentire ad altri di cancellare, offendere, calpestare l’umanità del recluso.
di Adriano Sofri
Il Foglio, 21 novembre 2024 Violenze, abusi e omertà degli agenti: l’inchiesta nel carcere di Trapani. Si sceglievano le isole belle per metterci le tristi prigioni. Il mare li isolava, appunto, e quanto a loro, il mare non dovevano nemmeno vederlo, e figurarsi Maria, tranne che sognare lei e il mare nella canzone. Trapani è anche lei una città di due mari, e il suo carcere ne è circondato. I prigionieri non lo vedono, ma l’amministrazione li aveva risarciti con un “Reparto blu”. Non esiste più, era già una sentina puzzolente e senz’aria, ora chiusa, ragioni “igienico-sanitarie”.
di Lirio Abbate
La Repubblica, 21 novembre 2024 Vittime e carnefici si muovono in uno spazio di fatto abbandonato dallo Stato. L’inchiesta sulle violenze nel carcere di Trapani è un compendio dell’orrore. Abusi, torture fisiche e psicologiche, diritti calpestati, dove vittime e carnefici si muovono in uno spazio di fatto abbandonato dallo Stato. Un inferno, insomma. Che andava avanti da almeno due anni, il tempo dell’inchiesta condotta dal procuratore Gabriele Paci. Era stato dimenticato da tutti, il carcere di Trapani. Erano abbandonati a loro stessi gli agenti della polizia penitenziaria. La direzione era esercitata, “per la firma”, una volta a settimana da un dirigente assegnato ad altro carcere. Non c’erano psichiatri o psicologi, o assistenti sociali. Suppliva la Asl “periodicamente” per non più di due ore la settimana.
di Concita De Gregorio
La Repubblica, 21 novembre 2024 No, non sono casi isolati. Quelli che emergono quelli di cui si sa perché qualche telecamera riprende i fatti e sfugge alla censura interna, per esempio - sono una litania di violenze sempre identiche, la sopraffazione feroce di persone inermi, non in grado di difendersi né di essere credute, dopo. Da Bolzaneto nei giorni di Genova al carcere di Trapani, ieri, passando per la morte di Stefano Cucchi, i fatti di Santa Maria Capua Vetere, i minori del Beccaria, caserme e penitenziari, luoghi di detenzione di contenzione o di transito. Non si possono trattare come casi isolati, non si può davvero più minimizzare, sedare e sopire, le mele marce, poche, la maggioranza invece.
di Gian Carlo Caselli
La Stampa, 21 novembre 2024 La Carta parla di umanità della pena e finalità rieducativa. Principi incompatibili con le parole del sottosegretario. “L’idea di far sapere ai cittadini come noi trattiamo, come noi incalziamo, come noi non lasciamo respirare chi sta dietro quel vetro oscurato, è per il sottoscritto una intima gioia”. Queste parole sono state pronunziate nel corso della presentazione di una nuova auto della polizia penitenziaria. Ormai lo sanno tutti, altrimenti sarebbe stato interessante chiedere in giro di chi mai potessero essere. E sono sicuro che nessuno avrebbe indovinato che si tratta niente meno che del sottosegretario alla Giustizia onorevole Andrea Delmastro Delle Vedove.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 21 novembre 2024 Con l’introduzione del reato di possesso di cellulari, i prezzi per lo smercio sono raddoppiati, facendo la fortuna delle organizzazioni criminali. Da quando è stata introdotta, per volere del governo Conte 2, la norma che prevede una pena da 1 a 4 anni per chi introduce o detiene telefoni cellulari o dispositivi mobili di comunicazione all’interno di un istituto penitenziario, è aumentato lo smercio dei telefonini. Il proibizionismo e il panpenalismo non solo non hanno fatto da deterrente, ma hanno aumentato i profitti del commercio illegale.
di Denise Amerini
collettiva.it, 21 novembre 2024 Il carcere non è luogo dove nessun bambino, neanche uno, può stare, può vivere un’infanzia serena. Lì i bambini vedono il cielo attraverso finestre con le sbarre, al raggiungimento dell’età prevista subiscono un brusco allontanamento dalla madre, difficilmente sviluppano un rapporto positivo con le istituzioni. Il carcere non è luogo dove le madri possano vivere né sviluppare una genitorialità compiuta e serena. E non si può neanche pensare di separare i neonati dalle madri (per quel pensiero per cui alcune donne non rispondono allo stereotipo della buona madre), addirittura rispolverando concetti ormai superati come quello della patria potestà, abolita da 50 anni. Ce lo ricorda la Corte europea dei diritti dell’uomo.
di Luca Bonzanni
Avvenire, 21 novembre 2024 Nessuno si candida per i posti dirigenziali a Roma, Bologna, Treviso, Pontremoli e Catanzaro. La Uil: è il segno delle carenze anche organizzative. Roma, Bologna, Treviso, Pontremoli, Catanzaro. Solo in quei cinque istituti penali per minorenni (Ipm), ci sono oltre 150 giovanissimi, in bilico sul sottile filo tra la speranza di un futuro diverso e un presente spesso scavato dalle tensioni. Le difficoltà della giustizia minorile sono raccontate dai dettagli: per queste cinque carceri non si trovano comandanti della Polizia penitenziaria, nessun funzionario ha presentato domanda per quei posti vacanti.
di Luigi Ferrarella
Corriere della Sera, 21 novembre 2024 Colpisce che il metodo di questi interventi legislativi venga ignorato o accolto senza grandi reazioni dall’opinione pubblica. Sulle leggi di “interpretazione autentica” - nelle quali cioè il legislatore, per ovviare a una situazione di pretesa incertezza giuridica, impone che una certa norma sia interpretata dai magistrati secondo un significato selezionato tra i vari possibili - si può sostenere tutto e il contrario di tutto, visto che negli anni i giuristi dei più vari orientamenti, scervellandosi sul sottile confine con l’intromissione abusiva e sostanzialmente retroattiva nello svolgimento dell’amministrazione della giustizia, hanno via via definito queste leggi “rapsodiche” (Verde), “labirintiche” (Pugiotto), “Torre di Babele” (Antonini).
di Valentina Stella
Il Dubbio, 21 novembre 2024 In Commissione alla Camera il niet delle toghe contro la proposta di legge Zanettin: “Pericolosa”. Le obiezioni: limite inferiore a quello massimo di durata delle indagini preliminari. Iniziate ieri in Commissione giustizia della Camera le audizioni in merito alla proposta di legge “Modifiche alla disciplina in materia di durata delle operazioni di intercettazione”. La norma, a prima firma del senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, è già stata approvata a Palazzo Madama lo scorso 9 ottobre, con i voti della maggioranza e di IV.
di Alessandro Sala
Corriere della Sera, 21 novembre 2024 Brambilla: “Storico”. Via libera alla Camera, il testo passa al Senato. Salgono le sanzioni per tutte le fattispecie di reato. L’uccisione non necessaria di un animale sarà punita con la reclusione da 6 mesi a 3 anni, che possono salire a quattro se questa avviene “con sevizie o prolungandone volutamente le sofferenze”. In altre parole, per la prima volta si apre la possibilità per i responsabili di tali azioni di finire davvero in carcere, considerando che le pene fino a tre anni non comportano una reale detenzione. È una delle principali novità della proposta di legge sul maltrattamento degli animali, che porta la prima firma di Michela Vittoria Brambilla, deputata di Noi Moderati e presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, approvata oggi dall’Aula della Camera con 101 voti ...
dire.it, 21 novembre 2024 Suicidio nella notte nel carcere napoletano di Poggioreale. A togliersi la vita un giovane di 28 anni, originario della provincia di Napoli. Quest’ultimo è il quarto suicidio dall’inizio dell’anno nel penitenziario partenopeo, l’11esimo in Campania, l’81esimo in Italia. Con il carcere di Prato quello di Poggioreale è al primo posto per numero di suicidi. “Il sistema penitenziario è sull’orlo del baratro, una strage continua ma la politica tace ed è assente”.
di Emilio Minervini
Il Dubbio, 21 novembre 2024 Il Pd chiede un’informativa urgente a Nordio. Sono scattate all’alba le perquisizioni, disposte dal gip di Trapani Gabriele Paci, a carico di quarantasei persone, accusate per le violenze perpetrate all’interno delle mura della Casa circondariale “Pietro Cerulli”. L’operazione ha portato all’arresto di undici agenti di Polizia penitenziaria, colpiti dalla misura cautelare degli arresti domiciliari, e alla sospensione dal servizio per altri quattordici agenti. L’ordinanza è stata eseguita dal Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria di Palermo sotto la coordinazione del Nucleo investigativo centrale.
di Irene Carmina
La Repubblica, 21 novembre 2024 “Ciò che è accaduto nel carcere di Trapani non è un caso: è il risultato di una propaganda al veleno fatta ogni giorno dalle istituzioni, che alimenta un clima di odio nei confronti di chi sta scontando una pena”. Pino Apprendi, garante dei detenuti di Palermo, commenta così la notizia dei 46 agenti di polizia penitenziaria indagati per tortura a danno di un gruppo di detenuti del Cerulli. “Sono sgomento, è ora di invertire la rotta e di smettere di credere alla storiella dei detenuti caduti dalle scale: dietro un braccio rotto o un livido in faccia, quasi sempre, c’è un atto di violenza”.
di Simona Berterame
fanpage.it, 21 novembre 2024 L’autopsia sul corpo del detenuto Domenico Ivan Lauria servirà a chiarire cosa è davvero accaduto il 15 novembre all’interno del carcere di Catanzaro. L’avvocato della famiglia a Fanpage.it: “Il corpo del ragazzo presentava evidenti ematomi e ferite da taglio oltre che parti del corpo sanguinanti”. Quando la mamma di Domenico Ivan Lauria, detenuto morto nel carcere di Catanzaro, ha visto il corpo di suo figlio non poteva credere ai suoi occhi. Poche ore prima (circa alle ore 23 del 15 novembre 2024) aveva ricevuto la telefonata che nessun genitore è mai pronto a ricevere: “Signora Lauria suo figlio si è sentito male ed è deceduto”.
di Luca Ronco
torinotoday.it, 21 novembre 2024 Il processo sui fatti avvenuti il 15 agosto 2022 inizierà a giugno 2025. Non ci sono dubbi che quello di Alessandro Gaffoglio, detenuto nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino trovato morto soffocato il 15 agosto 2022 all’interno della sua cella, sia stato un gesto volontario. Secondo la Procura, la responsabile della tragedia sarebbe una psichiatra che opera nel penitenziario. È l’unica indagata per i fatti di 2 anni fa e oggi, mercoledì 20 novembre 2024, è stata rinviata a giudizio. L’accusa è omicidio colposo e il processo che proverà a fare chiarezza sulla vicenda inizierà a giugno 2025.
di Barbara Bianchi
tusciaweb.eu, 21 novembre 2024 Imputato un 22enne. La vedova e i due figli della vittima hanno sporto denuncia nei confronti del carcere. È stato rinviato all’11 dicembre per un legittimo impedimento del giudice il processo con l’abbreviato in programma ieri davanti al gip Savina Poli per il detenuto 22enne di origini bulgare Tsvetkov Krasimir Ilyianov che il 19 dicembre dell’anno scorso ha strangolato il suo compagno di cella a Mammagialla. Vittima Alessandro Salvaggio, un 49enne siciliano, originario di Mazzarino in provincia di Caltanissetta e residente a Barrafranca in provincia di Enna, con precedenti per spaccio, che a Viterbo stava scontando una condanna a due anni per evasione.
L’Unione Sarda, 21 novembre 2024 Irene Testa: “In questo modo non si fanno vivere neanche le bestie figuriamoci gli esseri umani”. Troppo affollamento nel carcere di Uta, e i detenuti restano senza cuscini e coperte. Lo denuncia Irene Testa, garante dei detenuti in Sardegna. “762 detenuti a fronte di una capienza di 560. Intere sezioni con 4 letti in celle da due - spiega - Non ci sono neanche i cuscini sufficienti tanto è l’affollamento della struttura. Gli agenti fanno i salti mortali per recuperare cuscini e coperte. Nella sezione dove si trovano gli isolati, la maggior parte dei quali malati psichiatrici non solo vengono custoditi nelle celle lisce senza arredi con la sola branda ma persino senza coperte sufficienti. Ne hanno una a disposizione ma fa molto freddo. Ora è chiaro che se ancora non possono essere accesi i termosifoni ...
monzatoday.it, 21 novembre 2024 L’iniziativa della nota catena di ristoranti che vuole puntare sull’inclusività. Fin dal 2014 è stato intrapreso un percorso di crescita puntando sul valore dell’inclusività. Che si riassume oggi con 290 dipendenti, di cui il 52% donne e il 35% stranieri, di 34 diverse nazionalità provenienti dai 5 continenti. Oltre a progetti di inserimento lavorativo a sostegno delle persone richiedenti asilo e di quelle fragili. L’Asc srl, la società che gestisce i McDonald’s di Monza, Concorezzo, Biassono e Vimercate, non ha però intenzione di fermarsi. Nei prossimi giorni, grazie a una collaborazione con l’associazione “Seconda Chance”, nata per favorire l’integrazione lavorativa di detenuti meritevoli e a fine pena, saranno infatti 4 i nuovi inserimenti all’interno dei team dei ristoranti brianzoli.
vastoweb.com, 21 novembre 2024 In occasione dell’evento “Visionaria”, organizzato dalla Camera di Commercio di Chieti Pescara, i detenuti del carcere di Vasto hanno realizzato delle shopper utilizzando materiali di riciclo. Questa iniziativa, che va ben oltre la mera produzione artigianale, rappresenta un percorso di riscatto e reinserimento sociale per i detenuti coinvolti che hanno svolto queste attività come lavoro di pubblica utilità e in maniera volontaria. Coordinati dalle donne del Centro Antiviolenza Dafne di Vasto, i detenuti hanno lavorato con dedizione e impegno per creare le shopper, ideate dalla stilista Simona De Thomasis e che saranno presentate durante l’evento.
di Filippo Passantino
agensir.it, 21 novembre 2024 Dal progetto all’insegna dell’arte in una periferia romana a una comunità canonica solidale nel Fiorentino, le esperienze di impegno per una nuova vita dei ragazzi dopo l’ipm. L’arcivescovo Gambelli: “Quanto più noi cerchiamo di mettere assieme le forze per far fronte a questa emergenza educativa tanto più noi costruiamo una società che abbia un futuro, una società solida”. L’annuncio è arrivato nei giorni scorsi dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio: “Entro dicembre entreranno in servizio 354 funzionari pedagogici e 450 addetti ai servizi sociali”. Il sottosegretario, Andrea Ostellari, spiega la ‘ratio’ di questa scelta: investire sulle persone che possano sostenere i minori negli ipm. Si tratta di “ruoli fondamentali per cercare di ridare dignità ai ragazzi”.
corrieredelconero.it, 21 novembre 2024 Il 18 novembre scorso si è tenuto a Chiaravalle, l’incontro organizzato dal PD Marche con il Tavolo Diritti, Pace e Immigrazione su “La salute in carcere”. Grandissima e significativa è stata la partecipazione all’iniziativa che ha acceso i riflettori sulla condizione delle persone detenute nelle carceri marchigiane. Sono intervenuti esponenti nazionali, regionali e locali del Partito Democratico, esperti e volontari nelle persone di Silvano Schembri della Caritas diocesana e Samuele Animali dell’associazione Antigone, nonché l’avvocato Andrea Nobili, ex Garante dei detenuti per le Marche.
di Roberta Rampini
Il Giorno, 21 novembre 2024 L’artista Nadia Nespoli: “Non un semplice pannello monocromatico ma ore di dialogo, lavoro manuale e profonda riflessione”. Fili rossi per dire stop alla violenza sulle donne. Fili rossi lavorati all’uncinetto da uomini che hanno commesso reati contro le donne. “I fili rossi” è il titolo di un’opera nata dalla collaborazione tra il laboratorio Artemisia dei detenuti del settimo reparto del carcere di Milano-Bollate e l’artista milanese Nadia Nespoli in mostra al Tribunale di sorveglianza di Milano fino al 15 dicembre. Un’opera d’arte tessile che rappresenta un potente messaggio contro la violenza sulle donne e la discriminazione di genere.
AFFARI SOCIALI
di Letizia Magnani
Grazia, 21 novembre 2024 Il bambino di 10 anni che ha colpito un coetaneo a Napoli. Le risse della movida a Milano. La guerriglia tra minorenni a Genova. C’è allarme per la diffusione di armi tra i giovani. Grazia ha indagato per capire le cause di una ferocia che esplode per motivi banali. Ferocia. È la parola che meglio descrive la violenza dei più giovani. Come quella del bambino di 10 anni che ha colpito con un coltello alla coscia un tredicenne: gli aveva chiesto il pallone con cui stava giocando con gli amici. È accaduto il 16 novembre a Giugliano, in provincia di Napoli. I dati della Polizia di Stato e le numerose vicende di cronaca dicono una sola cosa: si è abbassata l’età delle vittime di violenza, ma anche di chi commette i reati. Gli uni e gli altri hanno 15, a volte persino 13 o 10 anni, come si è visto.
di Angelo Scelzo
Avvenire, 21 novembre 2024 C’è la variante degli apparenti “futili motivi” nell’epidemia di violenza e morte che colpisce i giovani e i ragazzi di Napoli. Per l’ultimo, Arcangelo Correra, appena 18 anni, freddato sotto casa, in una piazzetta dei Tribunali, si parla di un “incidente” o di uno scherzo finito male. Ma già altre volte è bastato uno sguardo, un parcheggio conteso per la moto, una scarpa sporcata per ammassare i numeri per la più tragica delle sequenze che la città ricordi. C’è la costante di una pistola o di un coltello sempre a portata di mano a rendere insopportabile questa che si può chiamare emergenza, ma solo per tenere in campo un termine convenzionale e tuttavia largamente abusato.
di Laura Onofri*
Il Fatto Quotidiano, 21 novembre 2024 Quello che ha dichiarato il ministro Valditara alla presentazione della Fondazione dedicata a Giulia Cecchettin alla Camera ha del paradossale, ma non stupisce perché anche sul tema della violenza contro le donne la destra ha una visione assolutamente distorta da quella che è la realtà e la usa strumentalmente per fomentare paure, ignorando volutamente i dati e gli esperti di psicologia sociale che da anni ci indicano quali sono le cause di questo fenomeno.
di Vitalba Azzollini*
Il Domani, 21 novembre 2024 Certe decisioni di alcuni giudici non piacciono alla maggioranza di governo? Basta cambiare i giudici, e il gioco è fatto. Questa è la “ratio” dell’emendamento al decreto Flussi con cui la Lega intende sottrarre alle sezioni dei tribunali specializzate in materia di immigrazione le decisioni sulla convalida del trattenimento dei migranti sottoposti a procedure accelerate di frontiera, quindi anche di quelli portati in Albania. È previsto che la competenza sia spostata alle corti d’Appello, che giudicheranno in composizione monocratica.
di Pier Luigi Portaluri
Il Foglio, 21 novembre 2024 Dai quesiti del tribunale di Roma alla corte europea sui paesi sicuri, fino all’emendamento che sposta le convalide sui flussi migratori alle Corti d’Appello: un nuovo scontro tra giudici e governo ridisegna i confini tra diritto e politica. À la guerre comme à la guerre, senza le solite ipocrisie che di regola ammorbano i conflitti istituzionali, sopra tutto se riguardano governo e magistratura. Nel libro di bordo sono due gli ultimi fatti rilevanti: la nuova “chiamata in campo” della Corte europea di giustizia da parte del Tribunale di Roma e l’emendamento Kelany al decreto flussi che sposta la competenza per la convalida del trattenimento dai tribunali alle corti d’appello territoriali.
di Sabato Angieri
Il Manifesto, 21 novembre 2024 Per fermare l’avanzata delle truppe russe nel Donetsk il Pentagono invierà i pericolosi ordigni proibiti dalla Convenzione di Ottawa. Dopo i missili a lungo raggio, le mine antiuomo. Le ultime settimane della presidenza Biden stanno diventando una miniera d’oro per l’Ucraina che, stando ad alcune indiscrezioni pubblicate dal Washington Post, riceverà a breve una grande fornitura di questi armamenti proibiti dalla Convenzione di Ottawa. “La Russia sta attaccando le linee ucraine nell’est con ondate di truppe, a prescindere dalle perdite - scrive il Wp - Gli ucraini ovviamente subiscono molti danni e sempre più città e insediamenti rischiano di cadere. Queste mine sono fatte appositamente per contrastare tale tendenza”.
di Domenico Quirico
La Stampa, 21 novembre 2024 Sapete cosa resterà della guerra nel Donbass e a Kursk tra dieci, venti anni? Memorie di glorie, eroismi, manovre fulminanti e penose ritirate? Niente di tutto questo. Resteranno i campi minati, mille campi di tenebre accanto all’altra orribile immondizia della guerra. Quando i trattori areranno i campi di grano in autunno e primavera verranno alla luce elmetti armi brandelli di uniformi piastrine di riconoscimento obici di cannone e bombe di aereo. E soprattutto mine, mine anticarro ed antiuomo. Questa è l’eredità di quando una storia finisce e forse già si parlerà di nuove guerre e di nuove crisi; la fine riserva queste memorie e questi oggetti dimenticati sul palcoscenico di uno spettacolo concluso. I funebri arredi della guerra. Ma non tutti saranno cimeli inerti.
di Francesca Caruso
Il Domani, 21 novembre 2024 Sono tra gli aspetti più problematici per l’applicazione del diritto umanitario internazionale. Pronte a fare vittime anche dopo la fine dei conflitti, “non distinguono tra un soldato e un bambino”. Ed è infatti tra i bambini che fanno il maggior numero di vittime. Oltre a tutto questo, le conseguenze ambientali del loro utilizzo sono devastanti. L’ambiente è una vittima silenziosa della guerra. Le immagini dall’Ucraina o dal Sudan ci ricordano che i conflitti non distruggono solo il tessuto sociale ed economico di un paese, ma anche il suo ecosistema, compromettendone così lo sviluppo e la ricostruzione in tempi di pace. La comunità internazionale ne è consapevole ed è per questo che la protezione ambientale durante i conflitti armati è tutelata direttamente e indirettamente da diversi trattati internazionali.
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