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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di venerdì 1 novembre 2024
dire.it, 1 novembre 2024 Il numero più alto dal 2012. Le Regioni a più alto numero di detenuti sono la Lombardia (9mila), Campania (8mila) e Sicilia (7mila). “Il numero dei detenuti al 30 settembre scorso vicino ai 62mila, di cui 20mila stranieri, è il peggiore dal 2012. Diventa questo l’anno in cui il sistema penitenziario italiano ha battuto tutti i record negativi”. Lo sostiene il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo sottolineando che le regioni a più alto numero di detenuti sono la Lombardia (9mila), Campania (8mila) e Sicilia (7mila).
di Susanna Marietti*
Il Fatto Quotidiano, 1 novembre 2024 La scorsa settimana ho visitato una grande Casa Circondariale metropolitana del Nord del paese. La sezione cosiddetta “ex art. 32” era piena di ragazzini. L’articolo 32 del regolamento penitenziario afferma che i detenuti “che abbiano un comportamento che richiede particolari cautele” vengano allocati in sezioni specifiche. La sezione ex art. 32 di questa grande Casa Circondariale metropolitana è un lungo e cupo corridoio su cui si aprono minuscole celle claustrofobiche dal soffitto basso e le finestre piccole che fanno passare poca aria e luce. Le celle ospitano due o tre persone. Le peggiori sono quelle da due, che sono vuote di quasi tutto.
di Rachele Stroppa*
lavialibera.it, 1 novembre 2024 A lungo elogiato dall’Europa, il sistema penale minorile è in crisi. Prima soltanto il 4 per cento dei giovani autori di reati finiva negli istituti, che oggi sono invece sovraffollati. L’Europa ha sempre ritenuto il sistema italiano della giustizia penale minorile un modello da imitare. Innanzitutto perché considera il carcere l’extrema ratio e, in secondo luogo, perché pone l’ideale educativo al centro dell’intero modello. Dal 1988 - anno dell’entrata in vigore del codice di procedura penale minorile - il sistema è riuscito a rendere residuale la risposta carceraria, puntando su percorsi individuali e di integrazione fondati su studio, formazione, vita comunitaria e sulla connessione costante con le realtà del territorio.
dire.it, 1 novembre 2024 È stato pubblicato su Current Psychology di Springer Nature, un recente studio tutto italiano che esplora le complesse associazioni tra attaccamento, empatia, orientamento al futuro e resilienza in un campione di donne detenute in Italia. Intitolato “Association between attachment dimensions and empathy with future orientation and resilience in a sample of women in detention: a multicenter study” l’articolo mostra le evidenze della ricerca condotta in quattro strutture carcerarie italiane, evidenziando come le dinamiche affettive e relazionali influenzino le capacità di adattamento e crescita psicologica di queste donne.
di Francesco Grignetti
La Stampa, 1 novembre 2024 La maggioranza prepara delle linee guida sui reati che dovranno essere perseguiti per primi. Una norma “non vincolante” rilanciata da Forza Italia, da affiancare alla riforma della giustizia. Non c’è in arrivo solo la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere per i magistrati. Nel corso del 2025 la maggioranza varerà in Parlamento anche un Atto di indirizzo sull’ordine di priorità dei reati da perseguire. Conferma il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto: “È ora che il Parlamento faccia la sua parte. Alle Camere sta maturando l’orientamento su quali reati sono da considerarsi prioritari. Ma non sarà un atto vincolante. Le procure avranno il modo di declinare gli indirizzi secondo le esigenze territoriali”.
di Giuseppe Maria Berruti
La Stampa, 1 novembre 2024
È una scelta che renderebbe l’Italia più esposta di altri Paesi all’illegalità internazionale. Il giudice non deve essere valutato politicamente, sarebbe in conflitto con la Costituzione Il Parlamento si appresta a varare un atto di indirizzo per decidere l’ordine di priorità sui reati da perseguire. Che cosa cambierebbe nel sistema giudiziario? Un atto di indirizzo del Parlamento serve alle Camere per precisare l’interpretazione di un proprio atto; può essere usato per chiarire una aspettativa politica dell’organo legislativo. Ma qui siamo fuori da questo tipo di attività. Il Parlamento si appresterebbe a limitare l’attività del pubblico ministero, o addirittura a limitarne la obbligatoria competenza.
di Errico Novi
Il Dubbio, 1 novembre 2024
Votata 9 mesi fa alla Camera e mai apparsa in Senato, nonostante il pressing di FI. È stata approvata in prima lettura alla Camera lo scorso 16 gennaio. Una vita fa. Il Senato dovrebbe semplicemente licenziare il testo così com’è, senza modifiche: bilanciamenti e rifiniture sono già state ampiamente studiate e inserite nel corso dell’esame a Montecitorio, nel pieno accordo fra tutte le forze di governo, oltre un anno fa. Ma a Palazzo Madama non sono neppure cominciate le audizioni in commissione Giustizia. Non si parla di un termine per gli emendamenti. Figurarsi della data di approdo in aula.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 1 novembre 2024
I membri del Consiglio superiore della magistratura si stanno confrontando (e dividendo) sulla revisione del testo unico sulla dirigenza giudiziaria. L’obiettivo è ridurre il peso delle correnti, ma le proposte elaborate sono fallimentari. Di Federico: “Solo fumo negli occhi”. Le nomine dei magistrati ai vertici degli uffici giudiziari del paese tornano al centro dell’attenzione del Csm, a cinque anni di distanza dallo scandalo Palamara. Da settimane, infatti, i consiglieri si stanno confrontando (e dividendo) sulla revisione del testo unico sulla dirigenza giudiziaria, necessaria dopo la riforma Cartabia. Lo scopo, almeno a parole, è quello di ridurre il condizionamento delle correnti. Nei fatti, l’obiettivo risulta più lontano che mai.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 1 novembre 2024
Il deputato del Carroccio presenta una proposta di legge: “Diamo attuazione a una direttiva europea. Ma nessuno vuole togliere garanzie all’imputato”. Mentre al Senato si discute della modifica costituzionale per inserire la vittima in Costituzione, ieri alla Camera è stata presentata una proposta di legge per l’istituzione dell’Autorità garante per la tutela delle vittime di reati. Primo firmatario l’ex sottosegretario alla Giustizia e attuale deputato della Lega Jacopo Morrone: “L’obiettivo - ha spiegato durante la conferenza stampa - è quello di creare una rete strutturata e capillare di servizi di natura assistenziale e di presa in carico delle vittime di reato sull’intero territorio nazionale, attuata da Regioni e Enti locali.
di Daniela Mainenti*
Il Fatto Quotidiano, 1 novembre 2024
La deposizione di Filippo Turetta ha aperto un dibattito complesso tra giuristi e nell’opinione pubblica, toccando temi che vanno oltre la responsabilità individuale per coinvolgere dinamiche culturali profonde. In un contesto giudiziario, ogni parola e gesto dell’imputato sono scrutati attentamente: capire se l’azione di Turetta sia il frutto di una scelta autonoma o il risultato di un condizionamento culturale diventa cruciale. Analizzare una deposizione significa decifrare non solo le parole, ma anche la costruzione complessiva dell’atto comunicativo. Il linguaggio del corpo e il tono delle risposte possono rivelare rimorso, tentativi di giustificazione o minimizzazione, o ancora segnali di una personalità influenzabile. Tali aspetti sono essenziali per delineare un profilo comportamentale e valutare la responsabilità dell’individuo, con implicazioni decisive per la strategia difensiva e l’accusa.
TERRITORIO
tusciaweb.eu, 1 novembre 2024
La presidente dell’associazione Nessuno tocchi Caino interviene dopo le rivelazioni del supertestimone secondo cui il detenuto è stato ucciso: in un post su Facebook fa specifico riferimento ad Andrea Di Nino e alla svolta delle indagini che sarebbe giunta sei anni dopo la tragedia grazie alle indagini difensive della famiglia, che il 22 ottobre ha depositato tramite il proprio difensore gli atti relativi presso il Tribunale e la Procura della Repubblica di Viterbo. Andrea Di Nino è il 36enne romano morto a Mammagialla il 21 maggio 2018, che secondo un altro detenuto, un supertestimone rintracciato solo di recente dai familiari, non si sarebbe tolto la vita impiccandosi in cella, ma sarebbe stato vittima di un pestaggio da parte della “squadra della morte” che all’epoca avrebbe imperversato all’interno della casa circondariale di Viterbo.
di Ilaria Sacchettoni
Corriere della Sera, 1 novembre 2024
“Ai detenuti cibi scaduti, verdure marce, latte con acqua”. Una truffa ai danni del Ministero della Giustizia, quella del cibo nelle carceri di Lazio e Abruzzo. Una “frode nelle pubbliche forniture” per utilizzare i termini del codice penale con i quali il procuratore aggiunto Paolo Ielo e la sostituta Giulia Guccione hanno ottenuto il processo nei confronti di Umberto e Achille Ventura, ai vertici della società omonima. La prima udienza è fissata per venerdì 22 novembre. Ma cosa accadeva (e tuttora accade se si considera che la ditta non è mai cambiata) dietro le sbarre di penitenziari come ad esempio la popolosissima Rebibbia?
romatoday.it, 1 novembre 2024
Nella Casa circondariale di Regna Coeli si registra il numero più alto di suicidi. Quintavalle (Asl Roma 1): “Promuoviamo un contesto più sicuro per le persone in carcere”. Ridurre i rischi di atti di autolesionismo e suicidi in carcere, promuovendo la salute mentale e il benessere dei detenuti. Con questo obiettivo è stato firmato, presso la Casa circondariale di Regina Coeli, in cui si registra il più alto numero di suicidi in Italia, il protocollo di prevenzione e gestione del rischio autolesivo e suicidario. A siglarlo sono stati: la direttrice della casa circondariale, Claudia Clementi e il commissario straordinario della Asl Roma 1, Giuseppe Quintavalle, alla presenza del garante per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio Stefano Anastasìa.
inconsiglio.it, 1 novembre 2024
Il Garante dei detenuti della Toscana in visita al penitenziario denuncia numerosi problemi strutturali, celle sovraffollate, di piccole dimensioni e fornelli per cucinare vicini ai servizi igienici. La sala polivalente chiusa da 15 anni e ancora manca un progetto di ristrutturazione. Carcere Le Sughere di Livorno: malgrado il lodevole impegno della direzione e del personale le condizioni igienico sanitarie sono assenti, le celle presentano muffa alle pareti ed infiltrazione di acqua, si sono sezioni chiuse da oltre un decennio e zone ristrutturate ancora non sfruttate. “I detenuti devono essere immediatamente spostati in luoghi salubri e riaperti gli spazi nei quali le condizioni di vita sarebbero nettamente migliori”.
napolimonitor.it, 1 novembre 2024
Avrà luogo a Napoli, sabato 2 novembre, dopo le prime due svoltesi a Roma, la terza edizione di Arte contro le pene capitali, una manifestazione organizzata da Monitor, “Sensibili alle foglie” e dal gruppo carcere dell’ex Opg - “Je so’ pazzo”. In Italia la pena di morte è stata abolita con il nuovo codice penale militare di guerra nel 1994 e in Costituzione solo nel 2007. Nel codice penale vi è tuttavia ancora la pena dell’ergastolo, che non costituisce un’alternativa alla pena di morte, in quanto essa stessa è una pena fino alla morte. Nei paesi in cui è in vigore, inoltre, la stessa pena di morte non è più lo spettacolo patibolare di un tempo ma una esecuzione durevole nel tempo, che si può protrarre anche per molti anni prima dell’azione del boia.
reportsardegna24.it, 1 novembre 2024
Otto detenute che hanno partecipato a un corso di sartoria, tenuto gratuitamente dalla stilista Emma Ibba nella sezione femminile della Casa Circondariale di Cagliari-Uta, hanno ricevuto, ieri mattina, alla presenza del Direttore Marco Porcu, della responsabile dell’Area Educativa Giuseppina Pani, di Maria Grazia Caligaris, Rina Salis e Anna Lusso di SDR, il primo attestato di partecipazione. Promosso dall’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV” per offrire un’opportunità di formazione, il corso, articolato in tre fasi, si concluderà nei prossimi mesi con il confezionamento di un capo di abbigliamento, a scelta dalle detenute.
ilsud24.it, 1 novembre 2024
Nel corso dei mesi, il progetto ha coinvolto un gruppo di detenuti in un percorso di formazione e riflessione, volto a stimolare la consapevolezza sulle proprie azioni e a fornire strumenti utili per la gestione dei conflitti in modo pacifico. Attraverso laboratori interattivi, incontri con esperti e testimonianze. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di esplorare temi fondamentali quali la comunicazione non violenta, la gestione delle emozioni e la costruzione di relazioni positive.
di Laura Aldorisio
Corriere della Sera, 1 novembre 2024
Dal 2020 la società di distribuzione cinematografica e audiovisiva “Invisible Carpet” porta anteprime cinematografiche nelle carceri, nelle case famiglie, nelle stazioni ferroviarie, nei quartieri difficili. Silenzio. Il proiettore irradia le prime scene del film. Il fiato sospeso per più di un’ora. Scorrono i titoli di cosa. Silenzio. Sotto il cielo stellato di Eboli. Poi, tutti vogliono parlare, si apre un vero dibattito, un cineforum, ma uno tra loro all’improvviso si alza e dice: “Questa sera sono al cinema e vedo le stelle, ma non da dietro le sbarre, qui, nel chiostro. E mi sento libero”. Lui è uno dei detenuti che nel luglio 2020 assiste, dentro all’Istituto a custodia attenuata a Eboli, alla prima proiezione organizzata da Stefania Rifiordi.
di Marco Molino
Corriere della Sera, 1 novembre 2024
I luoghi di detenzione e sofferenza abbandonati da tempo di queste tre gemme del Tirreno sono in via di recupero per finalità storiche, artistiche o culturali. Gli ottomila chilometri di coste italiane sono impreziositi da una costellazione di circa ottocento isole, al novanta per cento disabitate. Oasi senza tempo che purtroppo l’intervento dell’uomo ha tramutato talvolta in luoghi di pena. Un’oscura deriva che cancella l’originaria dimensione del sogno ma che non è irreversibile, come dimostrano le comunità di Procida, Ventotene e Santo Stefano, le tre gemme tirreniche che divennero carcere in epoca borbonica e oggi sono invece protagoniste di una nuova stagione di valorizzazione del patrimonio culturale.
di Stefano Zirulia
Il Manifesto, 1 novembre 2024
Si rischia il ritorno a una condizione dei rapporti tra Stato e individui che ci eravamo illusi di avere archiviato. Alcune nuove delle disposizioni sono campanelli d’allarme. L’espressione “fascista”, riferita a riforme e altre iniziative della maggioranza al governo, dovrebbe essere utilizzata con cautela, non foss’altro perché si tratta pur sempre (per ora) di provvedimenti adottati nella cornice di uno stato democratico di diritto. Non è così per il codice penale. Entrato in vigore nel cuore del ventennio, il codice che porta la firma del ministro Alfredo Rocco riflette ancora alcune caratteristiche tipiche di un regime autoritario: pene detentive estremamente severe, misure di sicurezza, reati di opinione, forme di responsabilità oggettiva e via dicendo.
di Valerio Cuccaroni
Il Domani, 1 novembre 2024
Il 29 ottobre una classe di un liceo di Genova è stata all’Expo Training 2024 di Milano per completare il PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento). Davanti a loro hanno trovato un dispiegamento di stand delle forze dell’ordine. Una delle studentesse ha ascoltato promuovere l’uso “gratificante” del taser e pronunciare battute sessiste, da parte dei militari, sull’impiego delle manette. Allibito dalla scena che si è trovata davanti, qualcuno ha iniziato a filmare. Nel video si scorge un agente di polizia che insegna a uno studente come si usa il manganello. Prima fa sistemare un altro ragazzo dietro uno scudo di gommapiuma, poi porge il manganello allo studente.
di Kaspar Hauser
Il Manifesto, 1 novembre 2024
Proposte di modifica identiche a quelle delle opposizioni. L’esecutivo potrebbe andare sotto. Il Decreto flussi all’esame della Commissione affari costituzionali della Camera non diventa più solo il contenitore entro cui far confluire il decreto “Paesi sicuri”. La presentazione degli emendamenti da parte dei gruppi parlamentari, avvenuta martedì pomeriggio, apre una prospettiva politica inedita: infatti Forza Italia ha depositato alcune proposte di modifica “eterodosse”, che mirano a favorire l’integrazione degli stranieri che lavorano in Italia. Si tratta di emendamenti ufficiali e non dell’iniziativa del singolo parlamentare, dato che sono firmati dal responsabile immigrazione del partito, Alessandro Battilocchio, un fedelissimo di Tajani, oltre che dal capogruppo in commissione Paolo Emilio Russo.
di Franz Baraggino
Il Fatto Quotidiano, 1 novembre 2024
Nel testo del disegno di legge di Bilancio inviato al Parlamento il governo ha infilato alcune novità già accusate di discriminare gli stranieri che risiedono nel nostro Paese. A puntare il dito individuando i passaggi controversi nel testo è l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi). La stessa che ha appena ottenuto il rinvio alla Corte Costituzionale della finanziaria dell’anno scorso che escludeva le lavoratrici straniere madri con contratti a termine e di lavoro domestico dal taglio del cuneo contributivo. I legali Alberto Guariso, Livio Neri e Mara Marzolla, hanno ottenuto il rinvio dal Tribunale di Milano perché la norma nega un vantaggio retributivo proprio alle donne che generalmente hanno paghe più basse.
di Angiola Petronio
Corriere di Verona, 1 novembre 2024
Gli
attivisti: “Torniamo per lui e per il sogno di ridare vita a questo
luogo”. Un appello. Tre domande. E quattro richieste, che sono dei pilastri.
Continua a sciabordare l’onda lunga sulla morte di Moussa Diarra. E lo fa
spinta da una corrente che chiede “verità e giustizia” per il 26enne
maliano ucciso il 20 ottobre davanti alla stazione da un colpo di pistola
sparato da un agente della Polfer. È nato un comitato, per Moussa. Il
“comitato verità e giustizia per Moussa Diarra”. Ed è da lì che germina
l’appello a “chiunque abbia assistito ai fatti o li abbia ripresi con il
cellulare” che viene “pregato, in coscienza, di inviare ogni informazione
utile via e-mail all’indirizzo:
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 1 novembre 2024
Il quadro desolante sui diritti in Turchia che emerge dall’ultimo rapporto dell’Oiad: processi sommari, intimidazioni, minacce, torture e difensori assimilati ai loro clienti. L’Oiad (Osservatorio degli avvocati in pericolo al quale aderisce anche il Consiglio nazionale forense), ha presentato alla Nazioni Unite il rapporto sulla situazione dell’avvocatura in Turchia. Il quadro è desolante. I legali che difendono gli oppositori politici vengono assimilati ai loro assistiti - una vera e propria aberrazione giuridica alla quale si assiste pure nella Russia di Putin - con costanti pericoli. Processi sommari, violazione delle più elementari garanzie processuali, condanne e trattamenti disumani in carcere, tortura compresa, sono una triste realtà.
di Greta Privitera
Corriere della Sera, 1 novembre 2024
“Sono nove mesi che chiede di essere curata”. La Repubblica islamica le ha permesso il ricovero: “Con nove settimane di ritardo”, scrivono al Corriere dalla Free Narges Coalition. Dopo nove settime, alla fine, le autorità carcerarie di Evin hanno chiamato l’ambulanza. Questa mattina, l’attivista iraniana e Nobel per la Pace, Narges Mohammadi, è stata portata in ospedale. La Repubblica islamica le ha permesso il ricovero: “Con nove settimane di ritardo”, scrivono al Corriere dalla Free Narges Coalition. La Coalizione Free Narges chiede, supplica, pretende che a Mohammadi venga concesso un congedo medico per ricevere un trattamento completo per molteplici condizioni fisiche, gravi.
di Estefano Tamburrini
Avvenire, 1 novembre 2024
Miguel ha 16 anni, da 3 mesi è in carcere: il regime lo accusa di aver partecipato alle manifestazioni contro Maduro. La madre: non mangia più. Gli avvocati: cancellato il diritto alla difesa. Terrorista: così viene chiamato Miguel Urbina, sedicenne venezuelano in carcere da tre mesi dove viene sottoposto a torture quotidiane: calci, pugni, scosse elettriche. Talvolta nelle celle viene lanciato anche il gas lacrimogeno. Miguel ha detto a sua madre di non voler più mangiare. Il regime lo accusa di aver partecipato alle manifestazioni post-voto scoppiate la sera del 28 luglio contro Nicolàs Maduro, contestato per l’ultima frode elettorale e la persecuzione capillare contro ogni forma di dissidenza.
DOCUMENTI
Articolo. "41-bis ed ergastolo ostativo come dispositivi di ricatto", di Biagio Borretti