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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 19 novembre 2024
Ristretti Orizzonti, 19 novembre 2024 Gentili tutti, il Terzo Festival della comunicazione sulle pene e sul carcere, che si è svolto l’11 ottobre a Opera, è stato un momento importante per ritrovarci, e tornare a parlare insieme dei temi che ci sono cari. Il passo successivo è l’organizzazione di una videoconferenza per rilanciare le nostre attività. Noi della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia ci occupiamo da anni di informazione e comunicazione, in particolare con il Festival della comunicazione sulle pene e sul carcere, per questo riteniamo importante chiedervi di manifestarci il vostro interesse a partecipare a un incontro in ZOOM in data da stabilire per sviluppare i temi trattati a Opera con Luigi Ferrarella, anche in considerazione dell’uso delle tecnologie nelle carceri, che riteniamo vada rafforzato e promosso con determinazione.
di Sergio D’Elia*
L’Unità, 19 novembre 2024 Siamo andati in pellegrinaggio alla Mecca dei detenuti, ma non abbiamo trovato la sacra moschea, non c’era un dio da pregare né una pietra nera da adorare. Il luogo che abbiamo visto è da tempo sconsacrato, lì dio è morto, le tavole della legge di ogni fede sono state frantumate. Non mette conto dire qual è il carcere che abbiamo visitato, perché è ormai un luogo comune a molti altri. In tutti il diritto si è volto al torto e, di torto in torto, la condizione è divenuta ormai, strutturalmente, di tortura. Ne abbiamo visitati 120 l’anno scorso e 90 quest’anno di luoghi di tortura, di torturati senza torturatori. Dove gli esseri viventi che li abitano e ci lavorano - i fuori legge e i tutori della legge, i nemici dello stato e i servitori dello stato - sono, tutti, condannati allo stesso degrado di umanità, a uno stato bestiale di abbandono e di infamia.
di Amedeo Laboccetta
Il Riformista, 19 novembre 2024 Le dichiarazioni rilasciate del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro in occasione della presentazione di una nuova auto per il trasporto dei detenuti (“è una gioia sapere che chi sta dietro quel vetro non lo lasciamo respirare”) sono raggelanti. Addirittura indegne, se solo si pensa che a pronunciare quelle parole è un uomo dello Stato e, per di più, avvocato. Gongolare per la realizzazione di un nuovo blindato in uso alla polizia penitenziaria, dalle caratteristiche - stando almeno al pubblico giubilo manifestato da Delmastro - non conformi a quel trattamento di umanità che deve comunque essere riservato ai detenuti, molti dei quali in attesa di giudizio e, come tali, presunti innocenti, significa non solo calpestare i più elementari principi di civiltà ma anche ignorare la lettera e lo spirito della nostra Costituzione.
di Davide Mattiello
Il Fatto Quotidiano, 19 novembre 2024 “L’intima gioia” che il Sottosegretario alla “Giustizia” Andrea Delmastro ha voluto condividere col pubblico qualche giorno fa, oltre ad essere un’offesa ai valori repubblicani, potrebbe anche integrare il reato di istigazione alla tortura e per questo credo che sia stata una uscita tutt’altro che estemporanea. Temo che sia stata piuttosto una tappa ben studiata nel percorso tanto caro a Fratelli d’Italia che punta all’abrogazione del reato di tortura. Il fatto è noto e lo richiamo per sommi capi: il Sottosegretario Delmastro, commentando pubblicamente i nuovi mezzi a disposizione della Polizia Penitenziaria per il trasporto dei detenuti, in un climax retorico per nulla improvvisato, ha evocato l’intima gioia provata nell’immaginare quanto fossero rassicurati i cittadini italiani dal sapere come si possano incalzare, come si possano non far respirare i detenuti dietro quei vetri oscurati.
di Pierfilippo Pozzi*
Corriere della Sera, 19 novembre 2024 Se l’obiettivo della giustizia minorile è l’inclusione sociale degli adolescenti che hanno commesso un reato, possiamo dire che la loro detenzione è un fallimento. La buona notizia è che esiste la soluzione. Prima, però, un breve affresco di chi è detenuto e di cosa lo aspetta dentro le mura, senza considerare i casi estremi che trovate sulle prime pagine. Qui parliamo degli invisibili, la quasi totalità. Metà sono minorenni, metà sono stranieri. La maggioranza è in custodia cautelare, generalmente per reati contro il patrimonio. Una discreta percentuale arriva dalla condizione di libertà, maggiorenne, per reati commessi anni prima. Altri arrivano dalle comunità perché si sono agitati troppo. Esprimono alcuni tratti ribelli dell’adolescenza, ma portati all’estremo: sono ostili alle istituzioni perché ne subiscono l’ostilità.
askanews.it, 19 novembre 2024 Con “Fuoriclasse” 5 mln per il loro reinserimento sociale. Sostenere progetti per il reinserimento sociale delle persone detenute attraverso la formazione digitale, per contrastare il fenomeno della recidiva. Questo l’obiettivo di “Fuoriclasse”, il nuovo bando promosso e sostenuto dal Fondo per la Repubblica Digitale, in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) e il Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Il bando prevede un totale di 5 milioni di euro.
di Davide Vari
Il Dubbio, 19 novembre 2024 Siamo al compimento di una guerra iniziata trent’anni fa con Tangentopoli. E la posta in gioco è enorme: il ripristino di un equilibrio che forse non c’è mai stato. A questo punto è chiaro: lo scontro tra questo governo e la magistratura non può essere liquidato come l’ennesimo attrito tra istituzioni; questa volta il conflitto tra toghe e politica è a tutti gli effetti una resa dei conti, una sorta di battaglia finale che ridefinirà i confini tra i due poteri. Forse in modo permanente.
di Giacomo Puletti
Il Dubbio, 19 novembre 2024 L’ex presidente della Camera Luciano Violante: “Bisogna battersi seriamente per difendere l’indipendenza delle toghe, ma ciascun magistrato deve comprendere che si tratta di una responsabilità”. Violante interviene sul rapporto tra politica e magistratura e spiega che “il magistrato, vista la quantità di poteri discrezionali che esercita nei confronti della reputazione, della libertà e dei beni delle persone, non è un cittadino come gli altri” e che è in corso “un riequilibrio” tra poteri dello Stato.
di Massimiliano Nerozzi
Corriere di Torino, 19 novembre 2024 “Ha disonorato il suo ruolo e la professione”. Una lunga lettera inviata dalle Camere penali del Piemonte ai parlamentari eletti in regione e in Valla d’Aosta, per sottolineare la gravità - a loro avviso - delle ultime dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia. “Esiste un limite anche nella manifestazione delle idee contrarie al diritto e ai diritti. E questo limite è stato superato. L’onorevole avvocato Delmastro Delle Vedove ha disonorato, non per la prima volta, il ruolo che ricopre e la professione che pure ha svolto con parole che non possono appartenere a un rappresentante del Governo”.
di Massimiliano Melley
milanotoday.it, 19 novembre 2024 Scintille in consiglio comunale tra Alessandro Giungi (Pd) e Michele Mardegan (Fdi), avvocati e consiglieri, sui suicidi in carcere e la frase del sottosegretario Delmastro sul non far “respirare” i detenuti nei blindati. Scontro tra avvocati in consiglio comunale a Milano, lunedì 18 novembre, sulle carceri. Sul ‘ring’ Alessandro Giungi del Partito democratico e Michele Mardegan di Fratelli d’Italia. L’uno, vice presidente della sottocommissione carceri a Palazzo Marino, spesso interviene per parlare dei problemi dei detenuti; l’altro, dal profilo più riservato, quando si sente colto sul vivo non le manda a dire.
di Elisabetta Andreis
Corriere della Sera, 19 novembre 2024 Claudio Ferrari lascia dopo un anno, direzione vacante. Nell’istituto minorile evasioni e rivolte. Innalzata l’anzianità richiesta per guidare una sede ritenuta ora “di livello superiore” anche per le sue criticità. L’attuale direttore passa a nuovo incarico. La complessità gestionale “di alto livello” associata alla “specificità criminologica milanese” richiede adesso come direttore dell’Istituto penale minorile una figura con requisiti di anzianità “elevati, stringenti e inderogabili”, ovvero almeno nove anni e mezzo di esperienza nel sistema penitenziario.
di Stefano Mattia Pribetti
triesteprima.it, 19 novembre 2024 Allarmanti i dati riferiti dalla garante dei detenuti di Trieste, l’avvocato Elisabetta Burla, convocata in consiglio comunale dai consiglieri di opposizione, che hanno rivolto all’amministrazione comunale un appello per favorire percorsi di reinserimento degli ex detenuti nella società. La popolazione carceraria al Coroneo è cresciuta di oltre il 25 per cento in due anni, e non accenna a diminuire nonostante un sovraffollamento superiore al 70 per cento. Questo e altri allarmanti dati sono stati riferiti dalla garante dei detenuti di Trieste, l’avvocato Elisabetta Burla, convocata in consiglio comunale dai consiglieri di opposizione, che hanno rivolto all’amministrazione comunale un appello per favorire percorsi di reinserimento degli ex detenuti nella società.
messinatoday.it, 19 novembre 2024 Sarà conferito domani l’incarico per l’autopsia sul corpo del giovane messinese morto venerdì scorso nel carcere di Catanzaro. La procura calabrese ha deciso di vederci chiaro dopo la denuncia presentata dai familiari, assistiti dall’avvocato Pietro Ruggeri, che chiedono chiarezza sul decesso “per arresto cardiaco”. Sul corpo del 28enne di Giostra troppe le ferite, gli ematomi e parti del corpo sanguinamenti documentate con una cinquantina di foto scattate dalla mamma sulla salma che ha dunque deciso di denunciare tutto all’autorità sanitaria.
di Luigi Ferrarella
Corriere della Sera, 19 novembre 2024 “Trattamento inumano”. Il caso del 2014: il giovane aveva dato una spinta alla madre, uno schiaffo al padre e un pugno in faccia al medico. È in quel frangente che l’ospedale aveva praticato la “contenzione meccanica”. Italia condannata dalla Corte europea per i diritti dell’Uomo di Strasburgo (Cedu) sul tema delle misure di contenzione meccanica di persone con problemi psichiatrici nei reparti ospedalieri: e cioè per violazione dell’articolo 3 della Convenzione sul divieto di trattamenti inumani o degradanti, e per non avere l’Italia assicurato una soddisfacente indagine sull’accaduto.
di Ernesto Di Girolamo
casertanews.it, 19 novembre 2024 Per offrire un’opportunità concreta di reinserimento lavorativo ai detenuti vicini al fine pena. Un laboratorio di camiceria all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere diventa un database a disposizione delle aziende del territorio per offrire un’opportunità concreta di reinserimento lavorativo ai detenuti vicini al fine pena. Obiettivo: ridurre la recidiva dei detenuti con benefici sulla sicurezza e coesione dell’intera comunità. È il progetto “Lavoro in corso” della Fondazione Isaia e Maria Pepillo premiato, in Campania, da “Percorsi di Innovazione Sociale”, la innovation academy di Human Foundation dedicata all’empowerment delle imprese sociali e del Terzo Settore del Centro e Sud Italia.
garantedetenutilazio.it, 19 novembre 2024 Sovraffollamento e carenza di personale rendono difficile lo svolgimento delle attività trattamentali. Venerdì 15 novembre, il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, si è recato in visita alla Casa circondariale di Rieti. Il Garante è stato ricevuto dalla direttrice, Chiara Pellegrini, la quale ha rappresentato le difficoltà in cui versa l’istituto, a causa del sovraffollamento e della carenza di personale. A fronte di 295 posti regolamentari, nel carcere di Rieti sono presenti 509 detenuti, di cui circa il 60 per cento stranieri. Le stanze da due posti letto sono state attrezzate con due letti a castello - per quattro posti in tutto - nelle quali attualmente alloggiano almeno tre detenuti.
di Claudia Milani Vicenzi
ilgiornaledivicenza.it, 19 novembre 2024 Si va verso l’apertura di una sede esterna che potrà dare lavoro sia a ex detenuti sia a persone in semi-libertà. Un nuovo laboratorio per aumentare la produzione, far fronte alle richieste di prodotti e garantire più posti di lavoro. Un obiettivo che sta prendendo forma, un legame tra il carcere e il “mondo esterno” sempre più forte. Si tratta di “Libere golosità” che punta a espandersi e a crescere “perché non parliamo solo di numeri, ma delle vite e destini di persone che insieme abbiamo il potere di cambiare”.
sardegnaierioggidomani.com, 19 novembre 2024 Il 28 novembre, alle ore 20.30, andrà in scena al Teatro del Segno di Cagliari lo spettacolo di Simone Gelsomino “La luna del pomeriggio - Dal carcere al teatro”, liberamente ispirato dal libro “La luna del pomeriggio” a cura di Giovanni Gelsomino, con i testi originali della popolazione detenuta nella Casa di Reclusione ad Alta Sicurezza “Paolo Pittalis” di Nuchis. Lo spettacolo apre una breccia sul complesso mondo del carcere e della rieducazione - tematiche che la società percepisce erroneamente distanti dal quotidiano - presentando, attraverso una narrazione onirica, la doppia dimensione del carcere (quella personale e quella collettiva) per poter concepire, su un unico tavolo, tante idee, tante vite, tanti racconti, tanti punti di tensione paradossale.
AFFARI SOCIALI
di Luciana Cimino
Il Manifesto, 19 novembre 2024 “Dal giorno in cui è mancata la mia Giulia sono state uccise altre 120 donne soltanto in Italia. Migliaia nel mondo. Numeri inimmaginabili, non possiamo permetterci di essere indifferenti, non c’è più tempo per voltare lo sguardo altrove”. Gino Cecchettin, il padre della studentessa uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta un anno fa esatto, ha presentato alla Camera dei Deputati la fondazione che porta il nome della figlia. Che, specifica Cecchettin, “oltre a essere un omaggio a Giulia alla quale si ispira, è un impegno, un richiamo collettivo e un aiuto concreto per chi vive nella paura”.
di Giovanni Viafora
Corriere della Sera, 19 novembre 2024 Gino Cecchettin, padre di Giulia: “Il mio è soltanto uno sforzo d’amore. Problemi con il governo? Solo se il nostro spirito non verrà capito, ma il nostro sforzo educativo è rivolto all’amare”.
di Elisa Messina
Corriere della Sera, 19 novembre 2024 Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha detto che “è una visione ideologica quella che vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato” ma queste affermazioni non sono corrispondenti a quello che dicono i dati e le storie. Secondo il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara “L’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e devianza in qualche modo discendenti dalla immigrazione illegale”. Ha affermato anche che “è una visione ideologica quella che vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato” sottolineando che la via giusta per contrastare la violenza è quella “concreta, ispirata ai valori costituzionali”.
di Flavia Amabile
La Stampa, 19 novembre 2024 I progetti per i giovani e gli operatori non sono decollati, il testo unico è fermo. La Fondazione Una, nessuna, centomila: “È stato l’anno più buio di sempre”. È il 18 novembre del 2023 quando il corpo di Giulia Cecchettin viene ritrovato in fondo a un canalone, dopo essere stata uccisa con 75 coltellate da quello che avrebbe voluto essere ancora il suo fidanzato ma da tempo non lo era più. L’ondata di sdegno diventa una commozione che investe l’Italia intera. Purtroppo per il governo l’assassino non ha nulla del violentatore o del femminicida onnipresente nei loro racconti. È bianco, di buona famiglia, ed è nato e cresciuto nel cattolicissimo e leghistissimo Veneto. Ma rimanere in silenzio è impossibile. Ha inizio una gara a colpi di buoni propositi, annunci dai toni trionfalistici ...
di Valentina Stella
Il Dubbio, 19 novembre 2024 Mentre l’Anm alza ancora i toni nei confronti di Nordio e il ministro replica alle critiche, ecco la lettera dei presidenti delle Corti d’appello. Che chiedono di fermare le norme con cui l’esecutivo assegna ai loro uffici i ricorsi sui migranti. Nessuna tregua fra magistratura e politica, anzi: da ambo le parti si affilano le armi per lo scontro finale: il referendum sulla separazione delle carriere. A nulla è servito il messaggio conciliatorio del ministro della Giustizia Carlo Nordio e del numero due di via Arenula, Francesco Paolo Sisto, dieci giorni fa alla festa per i sessant’ anni di Magistratura democratica. È trascorsa solo una settimana da allora e il clima è tornato nuovamente rovente.
di Domenico Quirico
La Stampa, 19 novembre 2024 Sanzioni e aiuti militari non hanno funzionato. Lo Zar ha il tempo dalla sua parte e aspetta Trump. Si sta per chiudere il sipario su migliaia di morti. Il caso è grave: mille giorni di inutile guerra. Quando si sono pronunciate queste poche sillabe, e intanto in Ucraina uomini e cose si rarefanno, appassiscono, cadono a pezzi, si è detto tutto, si è risposto a tutto e la vittoria non è nemmeno più una speranza. E allora siamo alla domanda, indefettibile: perché ci hanno ingannato promettendoci la vittoria? Chi dovrà renderne conto? L’argomento è scabroso, non lo nego. I progressi della tecnica, e della bugia, hanno reso molto feroci non soltanto questa guerra ma anche la (possibile) tregua. Non dimentichiamo questi due anni di malattia della verità, le false certezze per cui si è accettato un massacro ...
di Raffaella Chiodo Karpinsky
Avvenire, 19 novembre 2024 Dopo mille giorni la vita di chi in Russia si oppone alla logica della guerra è sempre più dura e a rischio. Eppure sono tanti quelli che continuano a resistere. Ognuno a modo suo esprime il dissenso. Chi pubblicamente andando incontro alle note conseguenze e chi nelle relazioni più strette imparando a schivare le delazioni che portano a perdere il lavoro, il conto in banca e alla gogna. Agenti stranieri e traditori della patria. Cresce la lista di chi viene arrestato, riceve condanne da due a vent’anni anni di carcere. Negli ultimi mesi è evidente - soprattutto dallo storico scambio di prigionieri e il rilascio di importanti figure politiche - il disegno che mira a dividere il fronte dell’opposizione.
di Guido Santevecchi
Corriere della Sera, 19 novembre 2024 Il maxiprocesso ha applicato la Legge di sicurezza cinese. Dieci anni al professore di diritto Benny Tai, fondatore del Movimento degli Ombrelli. Altri quattro anni di carcere a Joshua Wong. La lettura delle condanne ha fatto calare il sipario sul processo “Hong Kong 47” e su quel che restava del sogno democratico. Decine di esponenti dell’opposizione anticomunista dovranno scontare fino a dieci anni di carcere per aver violato la Legge di sicurezza nazionale cinese imposta nel 2020.
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