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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di lunedì 18 novembre 2024
Ristretti Orizzonti, 18 novembre 2024 Gentili tutti, il Terzo Festival della comunicazione sulle pene e sul carcere, che si è svolto l’11 ottobre a Opera, è stato un momento importante per ritrovarci, e tornare a parlare insieme dei temi che ci sono cari. Il passo successivo è l’organizzazione di una videoconferenza per rilanciare le nostre attività. Noi della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia ci occupiamo da anni di informazione e comunicazione, in particolare con il Festival della comunicazione sulle pene e sul carcere, per questo riteniamo importante chiedervi di manifestarci il vostro interesse a partecipare a un incontro in ZOOM in data da stabilire per sviluppare i temi trattati a Opera con Luigi Ferrarella, anche in considerazione dell’uso delle tecnologie nelle carceri, che riteniamo vada rafforzato e promosso con determinazione.
di Stefano Anastasia e Luigi Manconi
treccani.it, 18 novembre 2024 Alcuni anni addietro il capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (al tempo il magistrato Santi Consolo, oggi Garante dei detenuti della Sicilia) diramò una “lettera circolare”, avente a oggetto le “Ridenominazioni corrette di talune figure professionali e altro in ambito penitenziario”. “In ogni comunità - esordiva il capo del DAP - il linguaggio svolge un ruolo fondamentale”, ma poi - sul punto di aprirsi a una dissertazione di sociolinguistica - tagliava corto, arrivando subito al punto: “soprattutto per il carcere”, perché “le Regole penitenziarie europee prevedono che la vita all’interno del carcere deve essere il più possibile simile a quella esterna e questa “assimilazione” deve comprendere anche il lessico”.
di Francesco Kento Carlo
treccani.it, 18 novembre 2024 La modernità liquida ha creato una categoria di individui che non servono più: i “rifiuti umani”. Essi vengono espulsi ai margini della società, relegati in spazi invisibili e spesso dimenticati. Tuttavia, anche nei margini si possono creare nuove forme di vita sociale, nuove culture e nuovi linguaggi che non solo danno senso a quelle vite “scartate”, ma sfidano la stessa nozione di scarto (Zygmunt Bauman, “Vite di scarto”). L’assìste, il cellante, la domandina… Quante parole si incontrano e si scoprono durante le prime ore in un penitenziario, quante sillabe si combinano in modo inconsueto. Ormai sono tanti anni che tengo laboratori di scrittura rap all’interno delle minorili, e non smetto di scoprire termini nuovi, o quantomeno usati in modo decisamente lontano dalle abitudini dei liberi.
di Margherita Sermonti
treccani.it, 18 novembre 2024 Negli Istituti Penali Minorili sono ristretti minori e giovani fino ai 25 anni che abbiano commesso un reato prima del compimento della maggiore età. Più tardi si entra nel carcere dei grandi, meglio è. Non è difficile capire il perché. Attraverso “Barre. Rap, sogni e segreti in un carcere minorile” (Minimumfax, 2021), Kento conduce i lettori in uno di questi IPM con una prosa limpida e coinvolgente. Colpisce l’equilibrio del racconto, che non scade mai in facili ostentazioni di dolore, offrendo piuttosto una descrizione quasi chirurgica dell’esperienza con i giovani reclusi, inframmezzata di sensazioni e considerazioni personali. Il lettore coglie e interpreta, intuisce, scopre, unisce i puntini, imparando, osservando, empatizzando.
GIUSTIZIA
di Carlo Bonini
La Repubblica, 18 novembre 2024 La logica tribale della politica come sopraffazione continua a fare premio su qualunque altra considerazione. E appare sempre più evidente la tentazione che si annida in questa destra di giocare la carta della provocazione permanente. Non più tardi di venerdì 15 novembre, le violenze durante le manifestazioni di Torino e le reazioni che ne erano seguite avevano consigliato un richiamo all’igiene delle parole. L’invito a una moratoria nell’uso di un linguaggio politico d’odio. Lo aveva fatto questo giornale. Ne aveva avvertito l’urgenza il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, alla vigilia e in apertura del sinodo dei vescovi. Se ne era fatto interprete istituzionale il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Ebbene, il risultato è in questo weekend che ci lasciamo alle spalle ...
di Giovanna Vitale
La Repubblica, 18 novembre 2024 I documenti varati all’unanimità dall’Anm: “Si respira un’aria pesante, attacchi per delegittimarci e assoggettarci”. La replica della Lega: “Meno convegni e più lavoro”. Forza Italia: “Solo un lungo piagnisteo”. Silenzio della premier. Non intendono più restare a guardare, i magistrati. Né subire in silenzio l’assalto contro singoli giudici e l’intera categoria, accusata dal governo di essere politicizzata solo per aver fatto il suo dovere: scrivere sentenze a norma di legge, criticate “perché sgradite all’indirizzo della maggioranza” di turno.
di Gabriella Cerami
La Repubblica, 18 novembre 2024 “Ai parlamentari democraticamente eletti spetta il compito di rappresentare il popolo italiano, non ai magistrati”. Il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, interviene nello scontro tra politica e giudici respingendo “le guerre di religione”. E sulla possibilità di spostare alle Corti d’appello alcune competenze in materia di migranti fa sapere che sono in corso approfondimenti.
di Giovanni Longo
Gazzetta del Mezzogiorno, 18 novembre 2024 Salvatore Casciaro, consigliere di Cassazione, segretario generale dell’Associazione nazionale magistrati. Si aspettava uno scontro governo-magistratura così acceso sull’immigrazione? “È uno scontro in cui i magistrati sono stati tirati dentro; che non hanno né voluto né cercato: alcuni colleghi sono stati accusati di essere politicizzati, addirittura anti-italiani solo per aver fatto il loro dovere. Se le politiche migratorie non ottengono i risultati sperati, non dipende dai magistrati, ma dal fatto che le norme interne si inseriscono nell’alveo di una disciplina sovranazionale alla quale debbono necessariamente uniformarsi”.
di Mario Chiavario
Avvenire, 17 novembre 2024 Non piacciono le sentenze di certi giudici? Presto fatto: si toglie loro la possibilità di pronunciarsi in argomento. Questo, il succo di un emendamento presentato martedì nel corso dell’iter di conversione del “decreto flussi”: se sarà approvato, la competenza a decidere se convalidare o meno il trattenimento di immigrati “irregolari” non spetterà più a sezioni specializzate dei tribunali ma alle corti d’appello. Si dirà: che c’è di scandaloso? Le norme sulle competenze giudiziali non sono giuridicamente intoccabili, sempreché delle nuove regole non si faccia applicazione retroattiva.
di Giuliano Foschini
La Repubblica, 18 novembre 2024 Il carico di lavoro allontana il raggiungimento del target imposto dal Pnrr: ridurre del 90 per cento le cause civili pendenti entro il 2026. Non sono state le dichiarazioni di queste settimane (da Meloni a Musk, passando per Salvini, ognuno ha avuto una provocazione). E nemmeno l’aver letto la calendarizzazione dei lavori parlamentari: a fine novembre in quattro sedute consecutive, con tanto di prosecuzione notturna, alla Camera si discuterà della separazione delle carriere, un’accelerata che, hanno fatto notare in molti, magari soltanto per caso, o forse no, coincide con la sentenza di Palermo su Matteo Salvini che arriverà il prossimo 20 dicembre.
di Lorenzo Zaccagnini
La Sentinella del Canavese, 18 novembre 2024 La consigliera regionale Ravinale (Avs) in visita nella struttura di corso Vercelli. Sono ben 156 gli episodi di autolesionismo registrati tra le mura del carcere di Ivrea nel corso dei primi 10 mesi del 2024. Circa uno ogni 2 giorni; un aumento di oltre il 50% rispetto ai 94 rilevati a dicembre dello scorso anno dall’associazione Antigone. È quanto evidenziato dalla consigliera regionale di Alleanza verdi sinistra (Avs) Alice Ravinale che, insieme alla collega Valentina Cera, ha visitato il carcere di Ivrea venerdì 8 novembre. Un indicatore grave di quanto sia critica la situazione all’interno della casa circondariale eporediese, ma non l’unico: circa 160 sono i provvedimenti disciplinari da inizio anno, 50 le proteste, con anche scioperi della fame o della sete ...
di Adelia Pantano
La Stampa, 18 novembre 2024 L’avvocato di un detenuto valenzano racconta le vicissitudini dell’assistito, obbligato a tornare in cella nonostante continui ricoveri in ospedale. Finirà di scontare la sua pena a fine dicembre ma, nonostante i gravi problemi di salute, dovrà trascorrere le prossime settimane in carcere. È la vicenda di Alexander Ricci, detenuto di 48 anni di Valenza, su cui pende la decisione del giudice di Sorveglianza di Alessandria che contesta all’uomo diverse violazioni tali da non permettergli di usufruire ancora dei domiciliari.
di Alessandro Ponte
Il Secolo XIX, 18 novembre 2024 L’iniziativa sarà presentata nei prossimi giorni al Forum Sistema Salute di Firenze. Allontanare, seppur virtualmente, un detenuto dal carcere. Portarlo nel metaverso e lì, nella realtà ricostruita con l’intelligenza artificiale, permettere alla persona di incontrare i medici. Di essere visitata, consigliata e ascoltata. Sarà presentata nei prossimi giorni al Forum Sistema Salute di Firenze la nuova iniziativa di Asl4 insieme al ministero di Giustizia e al carcere di Chiavari che rivoluzionerà le visite e le consulenze sanitarie in telemedicina. “Un carcere è pur sempre un carcere. Trovare il modo, anche virtualmente, di far sentire un detenuto, che nella circostanza è un paziente, in un ambiente più confortevole dove possa sentirsi a suo agio è importante - sottolinea il direttore generale dell’Asl4 ...
di Elena Scarici
Corriere del Mezzogiorno, 18 novembre 2024 Dieci detenuti del carcere di Secondigliano in attesa di libertà riceveranno questa mattina il diploma di barista professionista grazie al progetto “Un chicco di speranza”, promosso dall’azienda Kimbo in collaborazione con la diocesi partenopea. A ricevere il titolo dalle mani di Giulia Russo, direttrice della casa circondariale di Secondigliano, e di Mario Rubino, presidente di Kimbo, saranno Enzo, Davide, Raffaele, Roberto, Giuseppe, Antonio, Ciro, Francesco, Felice, Salvatore... napoletani, casertani e salernitani, di età comprese tra i 27 e i 63 anni, che hanno seguito i corsi di formazione con i docenti “caffesperti” formatori.
di Andrea Guida
firenzetoday.it, 18 novembre 2024 Ricostruirsi una vita dopo il carcere. È la missione a cui puntano Spazio Reale e un ragazzo marocchino di 24 anni detenuto di Sollicciano. Ad Alaa mancano ancora nove mesi per scontare la sua pena, ma da quest’estate ha cominciato a ricostruirsi una vita nel polo d’integrazione multiculturale dell’area fiorentina, che lo ha assunto per sei mesi con l’obiettivo di allungare il rapporto lavorativo. L’iniziativa è il risultato di un percorso cominciato circa un anno fa tra la direzione dello spazio campigiano e l’associazione Seconda Chance che si occupa di inserimento lavorativo di persone detenute.
varesenews.it, 18 novembre 2024 L’ex direttrice del carcere di Bollate che trasformò in un istituto modello ha riflettuto insieme a don David Maria Riboldi sulla situazione italiana: “Basterebbe applicare le leggi che ci sono per migliorare la situazione”. “In Italia manca una cultura del carcere che non sia preda delle emozioni”. Lucia Castellano, già direttrice del carcere di Bollate e attualmente provveditrice dell’amministrazione penitenziaria della Campania, è intervenuta venerdì sera all’osteria del buon essere La Tela di Rescaldina (bene confiscato alla ‘ndrangheta) in occasione della serata dedicata al tema carcere nell’ambito della settimana della legalità che si conclude stasera con una cena dedicata ai prodotti delle terre confiscate alla mafia.
AFFARI SOCIALI
di Paolo Foschini
Corriere della Sera, 18 novembre 2024 Cinque milioni di donatori e donatrici, quasi ottomila tonnellate di cibo da destinare a persone in difficoltà e raccolto in 12mila supermercati grazie all’aiuto di 155mila volontari. Sono solo alcune delle cifre che riassumono la 28esima Giornata nazionale della colletta alimentare svoltasi sabato 16 novembre, con l’alto patronato del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che vi ha contribuito a sua volta con una donazione di beni alimentari, un gesto che testimonia la sua vicinanza a chi è in difficoltà.
di Stefania Ascari*
Il Fatto Quotidiano, 18 novembre 2024 È trascorso un anno dalla tragica morte di Giulia Cecchettin, un femminicidio che ha scosso profondamente l’opinione pubblica, innescando una rabbia collettiva e una forte richiesta di cambiamento sociale, soprattutto sul piano culturale. Tuttavia, da allora, la violenza maschile sulle donne non ha accennato a fermarsi e altre 96 donne sono state uccise da uomini. Poche settimane fa, a Piacenza, Aurora, di appena 13 anni, è morta precipitando dal terrazzo di un palazzo. Secondo le accuse, la giovane sarebbe stata spinta dal suo fidanzato, un ragazzo di 15 anni, già noto per comportamenti violenti. Questo episodio segna l’ennesima tragica testimonianza di una violenza che coinvolge sempre di più anche i giovanissimi, sia come vittime che come carnefici.
di Francesco Rigatelli
La Stampa, 18 novembre 2024 Il criminologo Premio Balzan: “Non esistono soluzioni miracolose, la democrazia incoraggia gli individui”. Il criminologo John Braithwaite, 72 anni, docente all’Australian natonal university di Canberra ed esperto di giustizia riparativa, riceverà giovedì al Quirinale a Roma uno dei quattro Premi Balzan da 700mila euro l’uno, da investire in progetti con giovani ricercatori.
di Maurizio Maggiani
La Stampa, 18 novembre 2024 La Costituzione sancisce che nel ripudio del conflitto c’è un giudizio definitivo. Un concetto che ministro e capo di stato maggiore della Difesa mettono in discussione. Una domenica all’inizio del mese verso sera ho incontrato una lepre. Se dico che l’ho vista, mezzo cieco come sono, è perché ha voluto proprio farsi vedere. Se ne stava sul ciglio del fosso alla vigna di Paolo, poco discosto dalla grande quercia che il figlio ha disegnato sulle etichette del suo vino. Se ne stava lì, posata eretta sulle zampe di dietro, quelle sue orecchione dritte e tese neanche volesse da dov’era auscultarmi il battito del cuore. Prima di guizzare nel fosso e sparire nei meandri del suo universo, nella quinta dimensione dove ai leprotti è consentito di governare le sfere celesti, è passato un po’ di tempo.
ESTERI
La Repubblica, 18 novembre 2024 Sebbene i dati non sia facile reperirli, soprattutto nelle nazioni africane, il fenomeno è assai più diffuso di quanto si pensi. Succede anche nei Paesi industrializzati come gli Usa. In tutto il mondo, il tasso di minorenni in stato di detenzione è, in media, di 28 ogni 100.000. E secondo un esperto incaricato dall’ONU, Manfred Nowak - sarebbero oltre sette milioni nel mondo che vivono in centri di detenzione per profughi, in luoghi di custodia come commissariati, in prigioni o altri luoghi di detenzione. Lo studio di Nowak - di qualche anno fa - rileva inoltre come ogni anno 300.000 bimbi entrano nei centri per migranti di 80 Paesi.
di Riccardo Noury
Corriere della Sera, 18 novembre 2024 Il presidente-eletto Trump lo aveva detto in campagna elettorale e lo ha ribadito di recente uno dei primi atti successivi all’inaugurazione, il 20 gennaio 2025, del suo secondo mandato sarà autorizzare la ripresa delle esecuzioni delle condanne a morte federali, in piena continuità con la mattanza passata atrocemente alla storia di 13 esecuzioni negli ultimi sei mesi del suo primo mandato: una cosa che non si era mai vista nei precedenti 120 anni. Per questo, si stanno moltiplicando (da Amnesty International all’American Civic Liberties Union) gli appelli al presidente uscente Biden affinché, nelle ultime 10 settimane che gli restano prima di lasciare la Casa bianca, commuti le condanne alla pena capitale dei 40 detenuti che si trovano attualmente nel braccio della morte ...
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 18 novembre 2024 È in corso in Turchia il processo a carico delle avvocate Betül Vangolü Kozagaçli e Seda Saraldi, in carcere dall’inizio di quest’anno. La loro vicenda giudiziaria dimostra il momento difficile che vive l’avvocatura turca, in modo particolare quella impegnata nella difesa dei diritti umani. Come in Russia, anche in Turchia molto spesso si assiste all’assimilazione dell’avvocato al proprio cliente, soprattutto, quando si parla di oppositori e dissidenti politici.
di Leonardo Arnau*
Il Dubbio, 18 novembre 2024 In Turchia almeno 553 avvocati sono stati condannati a un totale di 3.380 anni di carcere. Tenere accesi i riflettori sulle più gravi violazioni dei diritti umani nei diversi scenari internazionali. Un compito di per sé difficilissimo, reso quasi impossibile in questo periodo storico tenuto conto dell’aumentare dei conflitti armati, sia quelli tra stati nazionali, sia quelli, di più difficile lettura, che si svolgono all’interno di territori statali dove non vi è più un governo capace di garantire il controllo del territorio all’interno dei confini internazionali riconosciuti. Conflitti etnici, religiosi, spesso fomentati per garantirsi l’accaparramento di territori ricchi di rari quanto preziosi minerali.
di Simona Musco
Il Dubbio, 18 novembre 2024 La battaglia di Ebru Timtik è durata 238 giorni. Giorni in cui ha scelto di non mangiare, usando il suo corpo come arma contro la giustizia turca, che di diritti non vuol sentir parlare. È morta così, dopo esser stata arrestata insieme a altri 18 colleghi per il suo impegno nella difesa dei diritti civili in Turchia. Il 14 agosto 2020, la Corte costituzionale turca aveva respinto la richiesta di rilascio a scopo precauzionale sia per lei sia per il collega Aytaç Ünsal (ora di nuovo in carcere), entrambi in sciopero della fame, nonostante le loro condizioni di salute fossero già molto critiche. Per la Corte, però, non c’erano “informazioni o reperti disponibili in merito all’emergere di un pericolo critico per la loro vita o la loro integrità morale e materiale con il rigetto della richiesta per il loro rilascio”.
di Lorenzo Vita
Il Riformista, 18 novembre 2024 Controlli su abiti, acconciature, comportamenti in pubblico e utilizzo dei social. La Libia rimane un punto interrogativo. Per molti, qualcosa di più: un vero e proprio buco nero strategico. Dalla caduta di Muhammar Gheddafi, il paese nordafricano non si è mai riuscito a riprendere e a ricostituirsi davvero come un’entità unica e consolidata. La guerra civile, di fatto, non si è mai interrotta. Est e ovest - ovvero Cirenaica e Tripolitania - sono entità di fatto autonome e in competizione tra loro, anche con potenze esterne che le sponsorizzano pensando a un futuro della Libia completamente diverso l’uno dall’altro. Vere e proprie città-Stato rappresentano ormai centri di potere a sé stanti.
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