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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 16 novembre 2024
di Annalisa Cuzzocrea
La Stampa, 16 novembre 2024 Che idea della giustizia ha il sottosegretario Andrea Delmastro? Dove ha imparato quel che sa delle responsabilità di un funzionario pubblico? In una sezione del Fronte della gioventù, a un concerto nazirock o a una festa di CasaPound? O forse alle cene di Capodanno in cui qualcuno spara per caso, come nella vicenda che ha coinvolto il deputato Emanuele Pozzolo a inizio anno a Rosazza, in provincia di Biella? A giudicare dall’ultimo video che lo immortala mentre celebra la nuova automobile blindata fornita in dotazione alla Polizia penitenziaria, il concetto di Stato del sottosegretario sembra piuttosto derivare dai film americani dove il “poliziotto cattivo” si occupa del “delinquente” appena arrestato con metodi tutt’altro che ortodossi.
di Patrizio Gonnella
Il Manifesto, 16 novembre 2024 “Far sapere ai cittadini chi sta dietro questo vetro oscurato, come noi non lasciamo respirare chi sta dietro questo vetro oscurato”. La presentazione di una nuova macchina blindata per trasportare detenuti sottoposti al 41-bis o all’alta sicurezza è diventata una parata. Con armi pesanti e espressioni enfatiche del sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove. Frasi non proprio riguardose di quei principi inderogabili sul trattamento delle persone detenute che dovrebbero governare ogni paese autenticamente democratico. Sono certo che al Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) ci siano le intelligenze sociali e professionali per far respirare i detenuti e assicurare loro un trasporto sicuro e non lesivo della loro integrità psico-fisica.
di Maurizio Crippa
Il Foglio, 16 novembre 2024 In occasione della presentazione della nuova autovettura blindata per il trasporto dei detenuti in regime di 41-bis, il sottosegretario alla Giustizia si è lasciato andare a commenti poco gradevoli. Dopo aver assistito alla presentazione della SsangYong Rexton Dream e-XDi220 (e il sovranismo?), la “nuova autovettura blindata con cellula detentiva, unica nel suo genere” che il Dap ha fatto costruire per il trasporto di detenuti in regime di 41-bis (miriadi?), con dotazioni tipo: “tre telecamere nell’abitacolo, chiusura della cellula detentiva automatizzata e temporizzata, blocca manette, blocca porte e blocca arma gestibili da consolle” (bazooka niente?) il sottosegretario alle galere Delmastro Delle Vedove ha confessato: “Sarò forse anche infantile, un po’ fanciullesco ...
di Luigi Ferrarella
Corriere della Sera, 16 novembre 2024 “Sarò forse anche infantile, un po’ fanciullesco”, a suo modo il dubbio lo sfiora. Poi però il sottosegretario alla Giustizia con delega al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Andrea Delmastro Delle Vedove, mercoledì alla pomposa cerimonia di consegna di una specie di auto robocop per il trasporto dei detenuti in regime di 41-bis e di Alta sicurezza, la “SsangYong Rexton Dream e-XDi220, nuova autovettura blindata con cellula detentiva, unica nel suo genere”, supera la remora e si lancia di fronte al picchetto d’onore degli agenti del Gruppo operativo mobile armati di mitra: “L’idea di vedere sfilare questo potente mezzo che dà prestigio, con il Gruppo operativo mobile sopra, l’idea di far sapere ai cittadini chi (scandisce, ndr) sta dietro a quel vetro oscurato ...
di Cesare Battisti
L’Unità, 16 novembre 2024 Dopo una serie di incontri con Mauro Cavicchioli, responsabile delle Cec (Comunità educanti con i carcerati) in seno all’Associazione Giovanni XXIII, voglio manifestare la mia intenzione di rendermi utile e con questa Associazione avviare un percorso di collaborazione e reinserimento di ex reclusi affidati alla sua Casa famiglia. Mauro mi ha indotto a rivedere alcuni miei punti di vista riduttivi sul carcere. Mi riferisco, un esempio, alla tendenza a ricercare per ogni dissesto, anche personale, responsabilità distanti, cause universali, ripieghi che finiscono quasi sempre per servire l’immobilismo. Questo approccio mi faceva sentire impotente di fronte all’attualità del dramma in cui versa la popolazione detenuta.
di Marcello Sorgi
La Stampa, 16 novembre 2024 Che Paese siamo, in che Paese viviamo, se perfino il Presidente della Repubblica ammette pubblicamente di aver promulgato leggi che non gli piacevano? E perché non le ha elencate, queste leggi, anche se le prime tre, le prime cinque, di una lista destinata ad allungarsi, è piuttosto facile indovinarle? A qualcuno dei ragazzi che ascoltavano Mattarella, ieri, magari saranno passate per la testa domande come queste. Avranno pensato che quello del Capo dello Stato era uno sfogo, una confessione, voce dal sen fuggita. E invece no: si è trattato di una rara e autorevolissima, per il pulpito da cui proveniva, lezione di diritto costituzionale vivente, tenuta non solo da un professore della materia, ma da un uomo a cui è toccato in sorte applicare la Costituzione nel momento in cui tutti i poteri dello Stato, che dovrebbero cercare di cooperare, sono in lotta tra loro.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 16 novembre 2024 Non è la prima volta che un Governo critica talune decisioni dei giudici, né la prima volta che risponde con nuovi decreti per tentare di arginare i contrasti giurisprudenziali e vanificare le ordinanze. Non si tratta quindi di un unicum, ma di una costante, che si manifesta quasi sempre quando sono in gioco i diritti fondamentali. Parlare di assalto della destra alla magistratura, o addirittura di trama eversiva, rischia di essere meramente strumentale e di non considerare che nel passato è successo di peggio, come nel caso delle cosiddette “scarcerazioni” ai tempi dell’emergenza Covid e della decisione della Consulta sull’illegittimità costituzionale dell’ergastolo ostativo.
di Errico Novi
Il Dubbio, 16 novembre 2024 Dopo la batosta sull’autonomia e la frenata sul premierato, il ddl sui magistrati resta l’unica riforma costituzionale alla portata del centrodestra. E il guardasigilli è convinto che per far passare il quesito confermativo, basterà chiedere ai cittadini: “Siete contenti di com’è oggi la magistratura?”. C’è un aspetto sul quale si rischia di non riflettere con sufficiente attenzione, nella frenesia del day after, cioè a poche ore dalla sentenza costituzionale sull’autonomia: la separazione delle carriere resta la sola vera grande riforma alla portata del centrodestra. La legge Calderoli è stata in gran parte smontata, checché ne dica il diretto interessato.
di Carlo Canepa
pagellapolitica.it, 16 novembre 2024 Lo ripete Matteo Salvini, ma le cose non stanno proprio così. Il 15 novembre, ospite di Agorà su Rai3, il leader della Lega Matteo Salvini ha detto (min. 9:07) che “alcuni giudici in Italia fanno politica”. A sostegno della sua dichiarazione, il vicepresidente del Consiglio ha portato un esempio concreto: “Un giudice questa settimana non è stato in grado di tenere in carcere un cittadino straniero trovato con 11 chili di cocaina in macchina, a Brescia, per un errore formale di traduzione. Questo tizio è fuori [dal carcere, ndr]”. Il leader della Lega aveva già fatto lo stesso esempio due giorni prima, ospite a Otto e mezzo su La7, leggendo il titolo di un articolo pubblicato su Il Giornale: “Brescia: “Non capisce l’italiano”.
GIURISPRUDENZA
di Giovanni Negri
Il Sole 24 Ore, 16 novembre 2024 Sezioni unite. Determinanti le lesioni o le minacce inflitte alla vittima del reato. Nessuna attenuante per la sottrazione di una catenina d’argento. Per il riconoscimento, nel contesto della rapina, dell’attenuante del danno di particolare tenuità, non è sufficiente che il bene sottratto sia di modesto valore economico. A pesare possono essere anche le conseguenze dannose legate a lesioni alla persona o la minaccia a danno non solo del patrimonio, ma anche dell’integrità fisica e morale della parte offesa. Quanto poi al momento da prendere in considerazione per la valutazione dell’entità del danno è quello della consumazione del reato, la speciale tenuità non può essere invece conseguenza di eventi successivi.
di Giovanni Negri
Il Sole 24 Ore, 16 novembre 2024 La Consulta, sentenza n. 179 depositata oggi, ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 34, co. 2, del Cpp, laddove non prevede che è incompatibile a celebrare il giudizio dibattimentale di primo grado il giudice dell’udienza di comparizione predibattimentale. La Corte costituzionale (sentenza n. 179) ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 34, comma 2, del codice di procedura penale, nella parte in cui non prevede che è incompatibile a celebrare il giudizio dibattimentale di primo grado il giudice dell’udienza di comparizione predibattimentale, introdotta recentemente nel procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica dall’articolo 32 del Dlgs n. 150 del 2022, sul modello dell’udienza preliminare.
Il Secolo XIX, 16 novembre 2024 Moussa Ben Mahmoud, 28 anni da poco compiuti, tunisino, aveva tentato l’impiccamento, ma sarebbe il caso di dire impiccagione, nel pomeriggio di martedì scorso nella sua cella della casa circondariale di Genova Marassi. Subito soccorso, era stato condotto all’ospedale San Martino in condizioni disperate. Ricoverato in rianimazione, è spirato stasera. Sale così a 80 la tragica conta dei morti di carcere e per carcere dall’inizio dell’anno, cui bisogna aggiungere i 7 appartenenti alla Polizia penitenziaria che, altresì, si sono tolti la vita in quella che è una spirale spaventosa, arrivata a livelli mai visti in precedenza. Lo dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria.
Corriere della Calabria, 16 novembre 2024 La vicenda risale al 27 giugno del 2008 quando Salvatore Giofrè si era tolto la vita mentre era ristretto nel carcere di Vibo Valentia. La famiglia ha citato in giudizio il Ministero della Giustizia, ottenendo un risarcimento in primo grado poco più di cinque anni dopo. Tre anni più tardi, invece, la Corte d’Appello aveva riformato la sentenza ritenendo “insussistente la responsabilità dell’Amministrazione ed affermando, al contrario, che l’evento era stato determinato unicamente dalla ferma e risoluta volontà del detenuto”. Secondo i giudici, inoltre, l’evento non era “né prevedibile né prevenibile”.
di Giuseppe Fin
Il Dolomiti, 16 novembre 2024 Nella struttura di Spini di Gardolo, secondo quanto riportato dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio Antigone, si utilizzano elevate quantità di stabilizzanti dell’umore, antipsicotici e antidepressivi. Nei giorni scorsi i consiglieri provinciali Paola Demagri, Andrea De Bertolini, Francesco Valduga e Paolo Zanella hanno deciso di visitare l’area sanitaria del carcere dove l’azienda sanitaria è costretta ad utilizzare i gettonisti a causa della mancanza di personale. “Così non possiamo andare avanti. Abbiamo una famiglia e alla sera vogliamo poter tornare a casa da loro. La situazione è drammatica”. Le parole sono quelle che arrivano da un poliziotto che lavora all’interno della casa circondariale di Trento a Spini di Gardolo.
di Francesco Mariucci
Corriere dell’Alto Adige, 16 novembre 2024 Si scalda il dibattito sul Cpr a Bolzano, dopo che il ministro Piantedosi ha annunciato il via ai lavori nel 2025. Per l’assessora Rabini (Verdi) è “inutile”. Spinge la Lega. La visita del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, con annessa conferma della volontà di realizzare un Cpr a Bolzano con il via ai lavori previsto nel 2025, lascia strascichi pesanti nella politica locale. Ad aprire le danze, poche ore dopo la partenza di Piantedosi, è l’assessora comunale Chiara Rabini (Verdi): “Bolzano non ha bisogno di un costoso e inefficace Cpr come annunciato oggi (giovedì) dal ministro Piantedosi.
di Francesco Gravetti
Il Mattino, 16 novembre 2024 Genitori che perdono figli per mano di giovani criminali. Figli che arrivano a delinquere, perché pagano le colpe di padri camorristi. Due facce della stessa medaglia che gettano luce su un fenomeno sempre più in aumento, quello della violenza giovanile che continua a mietere vittime. È il caso di Francesco Pio Maimone, Giovanbattista Cutolo, Emanuele Tufano e, ultimo in ordine di tempo, Santo Romano. Giovani, anzi giovanissimi, le cui vite sono state spezzate dalla cieca violenza di loro coetanei o, peggio, di minorenni che hanno seguito esempi sbagliati.
di Rossana Certini
vita.it, 16 novembre 2024 Sono cinquanta i libri, in lingua araba, donati dall’associazione “Un ponte per” alla Casa circondariale patavina per avviare un progetto culturale che attraverso la lettura punta all’inclusione e allo scambio culturale tra i detenuti. La convinzione è che una riflessione condivisa sui principali temi del nostro tempo può aiutare ogni individuo a scegliere di cambiare il corso della propria vita. Superare il concetto di inclusione per giungere a quello di dialogo tra culture. Passare, dunque, dall’appartenenza a una cultura al confronto che arricchisce. Questa l’idea alla base del progetto: “Kutub Hurra/Un ponte per” avviato a novembre nella Casa circondariale di Padova grazie alla collaborazione tra le cooperative AltraCittà e Orizzonti, l’associazione Granello di senape, l’area educativa della Casa circondariale ...
di Sara Sonnessa
torinocronaca.it, 16 novembre 2024 Daccapo: un laboratorio di speranza e rinascita per i detenuti di Torino. Sandro, 61 anni, è un uomo che ha visto la vita da una prospettiva difficile. Cresciuto per strada e poi rinchiuso per oltre 35 anni tra le mura dei penitenziari italiani, oggi si trova al Lorusso e Cutugno di Torino. “Il carcere deve essere rieducativo, altrimenti non serve a nulla”, dice con fermezza, mentre intaglia il legno, trasformandolo in un volto di Gesù Cristo che sarà donato all’arcivescovo di Torino, Roberto Repole. Un gesto simbolico, un atto di restituzione che, per lui, è anche una forma di riscatto.
di Giovanni Iacomini*
Il Fatto Quotidiano, 16 novembre 2024 Si è svolto nella sala teatro della Terza Casa Circondariale di Rebibbia l’incontro finale dei detenuti che hanno partecipato al “MedFilm - festival del cinema mediterraneo” di Roma. Da oltre un mese si sono costituiti gruppi di studenti “ristretti” nei diversi settori del complesso penitenziario (sono ben quattro le distinte Direzioni, ognuna con una propria struttura amministrativa). Sotto la responsabilità di docenti dell’Istituto scolastico “J. von Neumann” di San Basilio, problematica periferia romana, e delle Aree educative e trattamentali carcerarie, in una serie di incontri sono stati visionati i 19 cortometraggi provenienti da diversi paesi che si affacciano sul Mediterraneo e anche oltre.
gonews.it, 16 novembre 2024 La proiezione domani al Teatro La Fiaba. È l’evento conclusivo della Settimana della Legalità promossa da Caritas Firenze con il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Firenze, Fondazione Solidarietà Caritas, Libera Toscana e Associazione Seconda Chance Renato, un bambino di 8 anni, vive il difficile rapporto dell’assenza del padre, detenuto in carcere. Tra scuola e vita familiare cerca di capire il mondo di regole che sembra ingiusto mentre la madre affronta il peso emotivo della situazione. “Limbo” è il cortometraggio di Alexandros Lomis prodotto da Keep Digging Production da un’idea di Ubaldo Giusti e Samuele Zangara, che sarà presentato domani sabato 16 novembre alle 18 al Teatro La Fiaba (parrocchia Isolotto).
di Michela Santoro
laquilablog.it, 16 novembre 2024 Stamani la cerimonia conclusiva del Premio, al Ridotto del Teatro comunale.”Essere qui oggi è per me un’esperienza profondamente toccante. La poesia - ha dichiarato, da dentro il Carcere, il poeta e saggista, Durs Grunbein, ospite d’onore del XXIII Premio Letterario Internazionale ‘L’Aquila BPER Banca, intitolato a Laudomia Bonanni’ - è un linguaggio di libertà, una via per esplorare il mondo interiore e per comunicare emozioni e pensieri che spesso restano nascosti. Incontrare i detenuti e ascoltare le loro domande, mi ha ricordato quanto sia potente la parola, soprattutto in un luogo come questo, per riaffermare la propria umanità e trovare nuovi strumenti per affrontare la vita, una volta fuori da queste mura.
di Michele Brancale
La Nazione, 16 novembre 2024 La psicopedagogista nata a Sesto Fiorentino era solita visitare i detenuti dell’ospedale psichiatrico di Montelupo, trascrivendone le storie che essi le raccontavano, raccogliendole in dei volumi: oggi c’è un trust che ne cura la pubblicazione. Il recente decreto carceri ha suscitato da agosto molte polemiche. La sensazione è che tanti nodi siano rimasti irrisolti, pur con alcune indicazioni positive, come quelle relative alla riabilitazione dei detenuti tossicodipendenti. Il punto è proprio rendersi conto di cosa sono le carceri oggi, in cui la popolazione è spesso caratterizzata da problemi psichici, tossicodipendenza e indisponibilità di casa quando si esce.
di Valeria Balocco
marieclaire.it, 16 novembre 2024 Gli incontri del giovedì: nel carcere di San Vittore a Milano un progetto con le carcerate ideato da Federica Berlucchi. Prima ci sono i cancelli automatici e poi un portone di ferro. Lì lasci la tua borsa e il cellulare, ti spogli di tutti gli strumenti che ti permettono di avere un rapporto col mondo fuori. Dopo c’è il rumore stridente delle chiavi che girano nella toppa dell’entrata di ferro del braccio femminile - che si richiude dietro di te appena dentro - cui non riesco proprio ad abituarmi. Ho imparato a gestire l’aria ferma, il sole che passa dalle finestre e disegna sul pavimento quadrati e rettangoli, i cieli uggiosi che rendono necessaria la luce accesa durante gli incontri anche se si svolgono nelle prime ore del pomeriggio.
ravennawebtv.it, 16 novembre 2024 “Vivere senza la chiave. Dialoghi tra carcere e città” è l’appuntamento in programma sabato 16 novembre al Teatro Capuccini, via Canal Grande 55, a Faenza. A partire dalle 18.30 si terrà un incontro con frate Ignazio De Francesco. Dopo l’incontro, alle 20.45, è in programma uno spettacolo teatrale tratto dal libro dello stesso De Francesco “Vivere senza la chiave”. In scena Joseph & Bros. “Una rappresentazione molto intensa che ha visto la sua ‘prima’ nel carcere della Dozza, per volontà dell’autore del testo da cui è stato tratto lo spettacolo teatrale. Si tratta di Joseph & Bros, con la regia di Alessandro Berti, attore regista e drammaturgo, in scena con Francesco Mariuccia e Savì Manna.
di Gianluca Iovine
Il Dubbio, 16 novembre 2024 Nel suo trentennale, il Med Film Festival è ormai un ponte stabile tra le culture dei Paesi del Mediterraneo e oltre. La kermesse vanta importanti partners istituzionali e privati quali MiBac, Ministero degli Esteri, DAP del Ministero della Giustizia, Regione Lazio, Comune di Roma, Commissione Europea, Fondo Asilo Migrazione e Integrazione, IOM UN Migration, Cinecittà, Amnesty International e WWF; oltre ad ambasciate di Francia, Spagna, Marocco, e media come Avvenire, Ansa, RAI Movie, per citarne alcuni; cosa che permette di superare la semplice rassegna, creando occasioni di finanziamento offrendo masterclass originali; mostrando progetti audiovisivi e sociali, scoprendo nuove tendenze artistiche della contemporaneità, ben oltre i confini del Mare Nostrum.
di Gery Palazzotto
Il Foglio, 16 novembre 2024 Da don Cozzi che raccoglie le memorie di Brusca a Mario Frittitta. Dal gesuita Pintacuda a padre Sorge. Il difficile dialogo con l’oscurità. Marcello Cozzi si presenta come prete, lucano, impegnato da decenni sul versante del disagio sociale, nell’educazione alla legalità e alla giustizia, nel contrasto alle mafie e nell’accompagnamento ai pentiti di mafia e ai testimoni di giustizia. Racconta che dal 2004 è stato contattato da più di cento mafiosi e che con almeno cinquanta di loro continua a sentirsi, scriversi e vedersi. Talvolta l’accompagnamento sfocia in un libro. L’ultimo raccoglie le memorie di Giovanni Brusca che con malcelata modestia afferma: “Sono stato ritualmente affiliato all’età di 19 anni, credo di essere stato uno dei più giovani nella storia di Cosa nostra…”.
di Giorgio Paolucci
Avvenire, 16 novembre 2024 È la prima volta che un capo dello Stato partecipa all’iniziativa donando un pacco al Banco, esattamente come ogni anno fanno altre 5 milioni di persone. Le ragioni di una straordinaria provocazione. È la prima spesa solidale di un capo dello Stato. Ed è anche la prima ad essere stata consegnata al Banco Alimentare in questa Giornata nazionale della Colletta alimentare 2024. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso il suo sostegno all’iniziativa, concedendo l’Alto Patronato accompagnato da un pacco grigio, impreziosito dal tricolore. Un gesto significativo di vicinanza e solidarietà.
di Luigi La Spina
La Stampa, 16 novembre 2024 Protestare è legittimo, ma così non si aumentano certamente i consensi per i motivi della protesta e per chi protesta. Il corteo di studenti era partito a Torino con alcune motivazioni sulla riforma Valditara per la scuola e sulle nuove regole dell’Università anche condivisibili, ma, purtroppo è degenerato con forme di violenza inaccettabili. Alla manifestazione si sono aggiunte subito le solite accuse contro Israele e la guerra in Palestina. Anche in questo caso, comprensibili le proteste per come il governo di Netanyahu si sta comportando, ma il modo con il quale lo si è fatto, con alcuni episodi di violenza ingiustificabili, è inammissibile. Non si capisce davvero perché i manifestanti abbiano fatto irruzione al Museo del cinema, alla Mole Antonelliana, simbolo di Torino e di tutti i torinesi ...
di Daniele Nalbone
Il Manifesto, 16 novembre 2024 Le reazioni “Inaccettabili scene di violenza e caos a opera dei soliti facinorosi”, dice Palazzo Chigi. Schlein: “Speculazioni”. “È stato celebrato il No Meloni day all’insegna dell’aggressione alle forze dell’ordine, quando approveremo definitivamente il Ddl sicurezza festeggeremo il Meloni day”. La dichiarazione del sottosegretario alla giustizia Delmastro, in mezzo alle tante degli esponenti di destra, è esemplare per la sua chiarezza. Come si è visto sabato scorso a Bologna, quando dalle ricostruzioni ufficiali è scomparsa la provocazione di Casapound, governo e maggioranza hanno deciso di calvalcare ogni protesta giovanile in funzione dell’approvazione del Ddl sicurezza.
di Danilo Paolini
Avvenire, 16 novembre 2024 Troppo giovani per ricordare quegli anni terribili, non abbastanza giovani per essere giustificati. Tra i tanti gesti brutti e da condannare compiuti nei cortei di ieri per il cosiddetto “No Meloni day”, in particolare in quello di Torino, si è rivisto “quel” gesto: l’indice e il medio della mano uniti, il pollice aperto a simboleggiare una pistola, la Walther P38 appunto, arma prediletta dall’estremismo rosso negli anni 70 del secolo scorso. Anni che ogni italiano di buon senso - quali che siano le sue idee politiche - sperava definitivamente archiviati. E invece riecco quel gesto, fatto da studenti che, ripetiamo, sono troppo giovani per ricordare e troppo cresciuti per essere giustificati. Tanto più se spalleggiati da attivisti che a quel passato in qualche modo si rifanno.
di Marika Ikonomu
Il Domani, 16 novembre 2024 Dai nuovi dati pubblicati da Action Aid e Osservatorio di Pavia emerge una scarsa comunicazione da parte della politica, e più nello specifico del governo, sul fenomeno. E spesso i contenuti sono fuorvianti. Mentre il 98 per cento delle donne e il 95 degli uomini considera rilevante la violenza. L’attenzione sul tema della violenza maschile sulle donne da parte della politica italiana è intermittente e i picchi si registrano in occasione di giornate simboliche o durante momenti chiave dei processi legislativi. È ciò che emerge dai nuovi dati pubblicati da ActionAid con l’Osservatorio di Pavia, su come e quanto comunicano sul tema governo, parlamento ed enti locali.
di Piero Tony*
Il Foglio, 16 novembre 2024 Un incontro casuale e un lungo ragionamento, un po’ indignato, un po’ semplicemente razionale, un po’ da uomini di legge un po’ delusi dalla loro professione e molto delusi dalla politica. Napoli villa comunale, fontana dei paperi, sole cocente di un mezzogiorno rovente nonostante sia novembre, qualche giorno fa, per puro caso - viviamo in paesi diversi e siamo a Napoli per un convegno - ho incontrato il mio vecchio amico e collega Sabatino detto Peppiniello, procuratore della Repubblica in pensione. “Hai già letto i giornali di oggi? Hai sentito l’ultima?” mi fa, la stretta di mano è agitata, “siamo alla frutta, sono tutti pazzi”.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 16 novembre 2024 Azzurri scettici sull’emendamento, voluto da Viminale e FdI per “fermare” i Tribunali. Ma il sì al Dl è scontato. Lunedì alle 12 la commissione Affari costituzionali della Camera riprenderà la discussione sul decreto Flussi, nel quale confluiranno anche le norme del decreto Paesi sicuri. La legge di conversione dovrebbe passare in Aula, con la fiducia, il 25 novembre, e passare al Senato. Ma in Forza Italia rimangono ancora forti perplessità sull’emendamento presentato martedì dalla relatrice Sara Kelany, responsabile Immigrazione di Fratelli d’Italia. Come già ampiamente raccontato, la proposta emendativa sottrae alle sezioni Immigrazione dei Tribunali civili la facoltà di decidere sui tratte-nimenti dei migranti da parte del Questore, demandando tutto alle Corti d’appello civili.
DOCUMENTI
Libro: "Il Diritto visionario. Parole e immagini", di Vincenzo Giglio e Riccardo Radi
Incontro-dibattito di ItaliaStatodi Diritto: "Difesa sotto accusa" (registrazione audio-video)