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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 13 novembre 2024
di Salvatore Curreri
L’Unità, 13 novembre 2024 Le condizioni di vita dei detenuti non stanno nell’agenda della politica: né in quella del Governo, né in quella del “campo largo”. Nel gennaio di quest’anno, la Consulta ha chiarito che i prigionieri possono avere incontri intimi con i partner, ma per alcuni giudici di sorveglianza è un optional, come la doccia. Devo ringraziare pubblicamente il giudice di sorveglianza di Torino per aver offerto ai miei studenti un ottimo esempio di cosa sia un diritto fondamentale; di come esso si differenzi da una mera aspettativa; infine di quale sia - meglio: dovrebbe essere - il ruolo di garanzia della nostra Corte costituzionale. La questione riguarda la condizione dei detenuti. Com’è arcinoto, oggi le nostre carceri, anche a causa del loro strutturale sovraffollamento, sono fatiscenti, insalubri e insufficienti.
di Rosaria Amato
La Repubblica, 13 novembre 2024 Le esperienze di Confcooperative Federsolidarietà in un convegno al Cnel. A breve via libera a un nuovo protocollo d’intesa tra l’organizzazione imprenditoriale e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Sessantuno mila detenuti, un tasso di sovraffollamento del 119%, una percentuale di recidiva intorno al 60%. I dati sulle carceri italiane sono sconfortanti, ma i percorsi di studio e di lavoro possono contribuire non solo a migliorare le condizioni di vita dei detenuti, anche ad aprire opportunità importanti per il futuro, abbattendo in modo consistente le possibilità di tornare a delinquere.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 13 novembre 2024 “Il carcere e tutte le misure che sono solo contenitive non funzionano, men che meno con i ragazzi”, dice Franco Taverna, responsabile area adolescenza della Fondazione Exodus di don Mazzi. “Per evitare che i ragazzi compiano nuovamente reati sono inefficaci tanto le punizioni quanto i premi, serve un solido approccio educativo che possa far sperimentare un’altra strada, un’altra vita”. Si è concluso il Convegno “Tessere trame complesse” organizzato dalla Fondazione Exodus di don Mazzi che è coinciso con fine della prima edizione del Progetto “Pronti Via!” selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
di Adriano Sofri
Il Foglio, 13 novembre 2024 Nel cuore dell’altra notte tenevo accesa come sempre Radio Radicale, che mi conciliasse il sonno o mi compensasse dell’insonnia, e la mia attenzione è stata eccitata dalla voce anticamente amica di Paolo Liguori. Interpellava con una smagliante disinvoltura, una dietro l’altra, le più alte cariche della magistratura italiana, nell’ambito di una manifestazione annuale intitolata, come ho appreso, “Salone della giustizia”. Profano come sono, se non come paziente, ero mosso solo da una curiosità umana, per così dire. Strada facendo sono stato colpito da un tema che prendeva un peso centrale nei dialoghi e, benché dichiarasse di svolgersi nell’astrattezza del concetto giuridico, implicava evidentemente la questione ...
di Valentina Stella
Il Dubbio, 13 novembre 2024 Opposizione contraria alle “tappe forzate” sul divorzio tra giudici e pm previste dalla maggioranza, che vuole sedute notturne e “overtime” fino a tutto il weekend. Sarà la conferenza dei capigruppo, convocata per stamattina alle 8.30 dal presidente della Camera Lorenzo Fontana, a decidere se la riforma costituzionale su separazione delle carriere, doppio Csm e Alta Corte disciplinare approderà effettivamente nell’aula di Montecitorio il 26 novembre, dov’è attesa per la prima lettura. Fino a ieri mattina la data era certa, ma poi durante l’ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali tutto è stato rimesso in gioco. Non è stato trovato alcun accordo tra i partiti sul calendario della settimana.
di Tiziana Maiolo
Il Dubbio, 13 novembre 2024 Non ha mai preteso di rendersi simpatica, la Licia che ci ha lasciato dopo una lunga vita, ma non ha mai ceduto di un millimetro sulla dignità e sull’orgoglio, non solo perché era la vedova di Pino Pinelli, anarchico e staffetta partigiana, ma perché cercava una verità dei fatti che per almeno cinquant’anni non ha avuto. Non è affatto vero che quella sera a Milano era caldo, ma è vero che c’era un bel nebbione di quelli che poi non abbiamo visto più. Eravamo a metà dicembre, era il 15 per la precisione, e Pinelli insieme a un’ottantina di anarchici era prigioniero della questura di via Fatebenefratelli, trattenuto e interrogato al terzo giorno senza alcuna autorizzazione di magistrato, allora usava così, c’erano state leggi di polizia che lo consentivano.
di Giulia Ricci
La Stampa, 13 novembre 2024 “Non è escluso ci siano altre rivolte in futuro, è una situazione che non si risolve con la bacchetta. A Cuneo l’abbiamo affrontata perché siamo riusciti a far arrivare personale da altri istituti. Ma lì dentro ci sono persone che non hanno ancora accettato il motivo per cui si trovano lì, che non legittimano lo Stato”. Così Mario Antonio Galati, provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, commenta quanto successo lunedì pomeriggio nel carcere di via Roncata.
di Giovanni M. Jacobazzi
Il Dubbio, 13 novembre 2024 L’avvocato Bolloli: “Il mio assistito si trova ora in ospedale in quanto la sua situazione sanitaria è quanto mai compromessa. Sarebbe opportuno che egli scontasse la parte di pena residua presso una idonea struttura terapeutica”. Sono destinate a spalancarsi le porte del carcere, anche se manca poco più di mese al “fine pena”, per il detenuto agli arresti domiciliari che non “collabora” con le Forze dell’ordine e con i giudici. E a nulla valgono le sue precarie condizioni di salute, come l’essere portatore di aritmia, colpito in passato da diverse embolie polmonari, con problemi circolatori e di ipertensione e, peraltro, con un intervento chirurgico già fissato a breve. Lo scrive il magistrato di sorveglianza di Alessandria Angelo Rosano in un provvedimento con cui la scorsa settimana ha ...
di Paola Cioppi
Il Giorno, 13 novembre 2024 Due reclusi hanno dato fuoco a lenzuola e giornali. Una lite ha rischiato di finire in tragedia: evacuata l’intera sezione. Una reazione di ripicca per un problema banale, che ha spinto due giovani detenuti del Bassone, a dare fuoco ad alcuni oggetti in cella, lenzuola e giornali. L’incendio scoppiato lunedì sera si è concluso con un giovane detenuto ricoverato con gravissime ustioni, altri due feriti, l’evacuazione dell’intera sezione con 65 persone trasferite temporaneamente nel cortile, e danni da quantificare. In ospedale, in attesa di essere trasferito al Centro Grandi Ustionati di Niguarda, è finito un ragazzo marocchino di 19 anni, forse uno dei due autori dell’incendio, che è stato il più esposto alle fiamme.
di Elisa Sola
La Stampa, 13 novembre 2024 Per i giudici del tribunale del Riesame non ci sono dubbi delle violenze sistematiche della Polizia penitenziaria. Condotte “crudeli, brutali e degradanti per le vittime”. E, soprattutto, “frutto non già di una situazione eccezionale ed episodica, ma conseguenza di una prassi fuorviante improntata alla violenza”. Non esistono dubbi, secondo i giudici del tribunale del Riesame di Torino. Nel carcere di Cuneo picchiare i detenuti, perlomeno in un determinato periodo, sarebbe stata un’abitudine per alcuni agenti della penitenziaria. Accogliendo la tesi della procura - guidata da Onelio Dodero - e respingendo i ricorsi delle difese, i giudici del Tribunale della libertà (presidente Cristiano Trevisan) hanno confermato la misura dell’interdizione dal servizio, per 10 e 12 mesi, nei confronti di due poliziotti.
di Adriano Arati
Corriere di Bologna, 13 novembre 2024 L’aggressione, avvenuta il 3 aprile 2023 nel carcere di Reggio Emilia, vede coinvolti 10 agenti, accusati a vario titolo di lesioni, tortura e falso nelle relazioni di servizio. Si scusa col detenuto colpito al volto e con l’amministrazione penitenziaria, il viceispettore della Polizia penitenziaria di Reggio Emilia a processo assieme a altri nove colleghi per l’aggressione ai danni di un detenuto, un 44enne tunisino, durante il trasferimento in isolamento. Il fatto, avvenuto il 3 aprile 2023 alla Pulce, il carcere reggiano, vede coinvolti dieci agenti, accusati a vario titolo di lesioni, tortura e falso nelle relazioni di servizio. Un video girato con il cellulare, che riprende l’accaduto, ha permesso di fornire molti dettagli.
di Federica Nannetti
Corriere di Bologna, 13 novembre 2024 “Una situazione di evidente illegalità” che, oltre a essere legata a un “significativo sovraffollamento”, è dovuta, tra le varie cose, a una “allarmante inadeguatezza strutturale”, all’impossibilità “di isolamento in caso di malattia infettiva” e, ancora, a uno “stato di scadente pulizia e di evidente degrado”, con “muffe e scarafaggi”. È a partire da tale constatazione che il Partito Radicale ha presentato un esposto contro il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, chiedendo alla Procura di “disporre indagini” e, di conseguenza, di “accertare” le eventuali “responsabilità penali” rispetto alle condizioni del carcere di Bologna. Come hanno segnalato i firmatari, i problemi sarebbero noti. Secondo i firmatari si tratta di “inerzia dell’autorità amministrativa”.
di Umberto Maiorca
ternitoday.it, 13 novembre 2024 Accolto il ricorso del Dap contro la decisione del Magistrato di Sorveglianza sulle modalità di conservazione dei cibi freschi di proprietà dei detenuti. La Corte di cassazione ha accolto il ricorso del Dipartimento della Amministrazione Penitenziaria contro la decisione del Magistrato di sorveglianza di Spoleto con la quale era stato “imposto all’istituto penitenziario di dotare la sezione di un frigorifero per la conservazione dei cibi freschi, limitando l’uso delle borse termiche solo per i cibi che il detenuto deteneva nella cella” del carcere di Terni. Secondo i giudici di Cassazione, “i detenuti sottoposti al regime penitenziario differenziato hanno diritto alla corretta conservazione dei cibi freschi, attenendo ciò al diritto soggettivo alla salute e a una sana alimentazione, ma che le modalità con cui ...
di Adelia Pantano
La Stampa, 13 novembre 2024 L’architetto torinese in occasione del convegno per i 185 della struttura carceraria di Alessandria ne propone la dismissione e la riconversione in spazi museali, di cultura e sociali. La struttura che ospita il carcere Don Soria, realizzata 185 anni fa, non ha le caratteristiche essenziali per soddisfare i bisogni primari dei detenuti. A dirlo è l’architetto torinese ed esperto di edilizia penitenziaria Cesare Burdese, che al convegno per celebrare il compleanno dell’edificio e tracciare le linee di rinascita per il futuro, ha affrontato la questione dell’istituto penitenziario nel centro di Alessandria mettendo al centro la possibile svolta innovativa della struttura.
di Francesco Oliva
La Repubblica, 13 novembre 2024 Allarme scabbia all’interno del carcere di Lecce: nove detenuti, reclusi nel reparto dei “precauzionali”, sono rimasti in isolamento preventivo per 24 ore, nel weekend scorso. Un’allerta scattata dopo che i reclusi hanno accusato sintomi e fastidi tipici della malattia: sfoghi e infiammazioni sulla pelle. Da qui la cautela adottata dalla direzione del carcere di trasferire i detenuti in isolamento ed evitare così che la possibile infezione potesse diffondersi nel resto della popolazione carceraria. D’altronde, la scabbia è un disturbo contagioso che può diffondersi in modo molto rapido causato da un piccolo parassita, un acaro che provoca un intenso prurito.
di Angiola Petronio
Corriere di Verona, 13 novembre 2024 “Moussa non era un violento, chi ha visto ora deve parlare”. Ieri Djemagan piangeva. “Piange sempre, quando viene qui”, spiegava un suo amico. Djemagan è il fratello maggiore di Moussa Diarra. Dal 20 ottobre, quando Moussa è stato ucciso, ha lasciato la sua casa e il suo lavoro a Torino. I suoi giorni e le sue notti le passa a Verona, chiedendo giustizia per quel fratello che dal Mali era fuggito dieci anni fa. Aveva 16 anni, Moussa. Per lui e un altro fratello c’è stato il deserto algerino, le torture e la detenzione in Libia - dove l’altro fratello è morto e i cui segni Moussa portava sul corpo - Lampedusa, il Cas di Costagrande, i contratti da lavoratore agricolo.
di Cesare Bechis
Corriere del Mezzogiorno, 13 novembre 2024 “È un’opportunità di riscatto”. I concorrenti dell’undicesima edizione del talent trasmesso su Real Time sono stati maestri per un giorno per i detenuti del carcere, che ogni giorno lavorano nel laboratorio di pasticceria dell’istituto di pena ionico. L’obiettivo commerciale è di vendere almeno tremila panettoni. Ma lo scopo ultimo è il recupero sul piano sociale dei detenuti i quali, dopo aver appreso un mestiere nel periodo di detenzione, possono spendere questa capacità all’esterno dopo aver finito di scontare la pena. Il laboratorio di pasticceria del carcere di Taranto fornisce questa possibilità con il progetto “Lievito”.
di Serena Valietti*
L’Eco di Bergamo, 13 novembre 2024 La persona è più del gesto che compie ed è dalla sua umanità che bisogna ripartire per riabilitarla, oltre a ricostruire la società dove il trauma o la violenza del reato l’ha spezzata. Parte da questa idea, dal riconoscere che l’umano c’è anche in un criminale, l’esperienza dell’ex giudice Elvio Fassone, che in un libro ripercorre 26 anni di corrispondenza tra lui e il detenuto che ha condannato all’ergastolo. Una relazione che va in scena a Torre de’ Roveri sabato 16 novembre nell’ambito del festival “Prossimi futuri” di Aeper.
i-libri.com, 13 novembre 2024 Il tema del reinserimento dei detenuti e dell’accettazione del loro valore umano da parte della società è al centro di un nuovo e toccante volume fotografico, I volti della povertà in carcere, che sarà disponibile in libreria a partire dal 25 novembre, edito da EDB. Scritto da Rossana Ruggiero, con fotografie in bianco e nero di Matteo Pernaselci, il libro raccoglie le storie di uomini e donne detenuti nel carcere di San Vittore, ed evidenzia la cruda realtà e le sfide quotidiane di chi vive in uno dei più celebri istituti di pena italiani.
di Giusi Fasano
Corriere della Sera, 13 novembre 2024 “È ispirato al libro che ho scritto sulla mia tragedia e che porto nelle scuole. Sento il bisogno di sostenere i più fragili e studio all’università per farlo al meglio”. I magistrati archiviarono il caso ma fu Teresa Manes a scoprire che il figlio, impiccatosi a 15 anni, veniva deriso su Facebook.
AFFARI SOCIALI
di Gianni Beretta
Il Manifesto, 13 novembre 2024 Una chiamata urgente da un telefono pubblico: Basaglia deve trasmettere un articolo sulla morte di Pasolini. Con lui aveva condiviso le battaglie per la riforma psichiatrica. È il 3 novembre del 1975. Un primo pomeriggio umido e fosco, quando un tipo si dirige a passo svelto verso l’Antico Posto di Ristoro sul piccolo valico della Libbia, nel comune aretino di Anghiari. Ha urgente bisogno di fare una chiamata. Ma di lunedì il telefono pubblico è chiuso. Picchia allora insistentemente sul portone di vetro fino a che arriva Lucio, il giovanissimo figlio del proprietario: “mi disse che doveva trasmettere un articolo alla redazione di Paese Sera; e io gli aprii”.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 13 novembre 2024 Il rapporto europeo dopo le verifiche nei reparti psichiatrici degli ospedali di Milano Niguarda, Melegnano, Cinisello Balsamo e Roma San Camillo. L’Italia, pioniera nell’abolizione dei manicomi, fatica ancora a liberarsi della loro eredità: la contenzione fisica prolungata ed eccessiva, la scarsa tutela giuridica nei Trattamenti Sanitari Obbligatori (Tso) e le condizioni igieniche inadeguate persistono nelle strutture psichiatriche. La recente condanna senza precedenti della Corte Europea nei confronti del nostro Paese per l’abuso di questa pratica evidenzia una problematica connessione con il passato.
di Davide Vari
Il Dubbio, 13 novembre 2024 L’immigrazione è un fenomeno epocale che richiede visione, competenza e una strategia a tutto campo. Non può essere affrontata con decreti d’emergenza che si sgonfiano al primo soffio di vento giudiziario. Il Decreto sui Paesi Sicuri è un colabrodo, un gioco al massacro orchestrato da un governo che sembra volersi giocare tutto - anche la credibilità - sul contrasto all’immigrazione. Ormai è chiaro a tutti - tranne forse a qualche anima sperduta nei corridoi di Palazzo Chigi e a “mister X”, Elon Musk - che quel decreto è un fallimento, un bersaglio facile, facile per quei magistrati che vogliono fare rispettare il diritto internazionale, certo, ma anche per quei pochi che l’hanno giurata a questo governo fin dal primo giorno e che si sfregano le mani ogni volta che una nave imbarca ...
di Gianfranco Schiavone
L’Unità, 13 novembre 2024 Non c’è nulla di politicamente pretestuoso nei quesiti posti alla Corte Ue dal tribunale di Roma sul trattenimento dei sette richiedenti asilo in Albania. Ciò che colpisce in questa storia -che molti, sbagliando, vedono come una battaglia tra poteri dello Stato a colpi di cavilli legali su temi astrusi - è l’atteggiamento arrogante dell’esecutivo, che pretende di imporre la sua volontà come se quelle regole che caratterizzano un ordinamento democratico, e che dunque limitano il potere di qualunque Esecutivo, non esistessero e tutto fosse “a libera disposizione” di coloro che detengono temporaneamente il consenso. I quesiti posti alla Corte di Giustizia europea dal Tribunale di Roma sul trattenimento in Albania di sette richiedenti asilo provenienti da Egitto e Bangladesh sono chiari e precisi.
di Paolo Frosina
Il Fatto Quotidiano, 13 novembre 2024 “Più di 30mila ricorsi l’anno, a rischio i target Pnrr”. Per contrastare le decisioni sgradite, l’esecutivo ha reintrodotto il reclamo in materia di asilo abolito nel 2017. Una scelta che rischia di avere effetti indesiderati: secondo il Csm, la nuova competenza aggraverà i carichi di lavoro delle Corti d’Appello fino al 37%, compromettendo il raggiungimento degli obiettivi del Piano. Una valanga di oltre trentamila ricorsi l’anno destinati a piombare in pochi mesi sulle Corti d’Appello, aggravando i carichi di lavoro di quasi il 40% e mettendo a rischio i target Pnrr.
di Vitalba Azzolini*
Il Domani, 13 novembre 2024 Nelle prossime settimane, la Corte di Giustizia Ue valuterà se la normativa europea e quella italiana in tema di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare rispettano la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Se la Corte riscontrasse violazioni, sia il legislatore Ue che quello nazionale dovrebbero intervenire sulle relative discipline. Se i giudici si ostinano a verificare la conformità delle norme rispetto al diritto dell’Unione europea, ciò non significa che abbiano preso di mira le politiche del governo Meloni in tema di immigrazione. Basti pensare alla questione pregiudiziale circa il reato di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, sollevata dal tribunale di Bologna dinanzi alla Corte di Giustizia dell’Ue.
ESTERI
di Walter Veltroni
Corriere della Sera, 13 novembre 2024 Con Trusk (Trump più Musk) si apre una nuova epoca. E ci saranno ricadute anche sulle democrazie e sull’Europa. Come sarà il mondo nell’epoca Trusk? Temo che sbagli chi pensi, anche tra i sostenitori europei, che gli impegni di radicale trasformazione dell’assetto dello Stato e delle relazioni internazionali dell’America, promossi da Trump con il sostegno di Musk, siano solo boutade furbacchione di campagna elettorale, buone per accalappiare i voti popolari e buone per essere messe nel cestino stracolmo delle promesse tradite dai candidati alla presidenza degli Usa. In fondo, ho ascoltato dire da molti, nel primo quadriennio, un’era fa nel frenetico tempo digitale, cosa è cambiato?
di Massimo Ambrosini
Avvenire, 13 novembre 2024 Donald Trump, a quanto trapela, non perde tempo nel concretizzare le sue promesse elettorali. Tra queste, si profila l’impiego di risorse del Pentagono, dunque in teoria destinate alla difesa, per realizzare il progetto di deportare tutti gli immigrati che vivono e lavorano degli Stati Uniti senza autorizzazione. Il neoeletto presidente ha alzato la posta: non ha soltanto rilanciato l’idea di completare il lungo muro con il Messico, ma intende anche sradicare ed espellere persone che si sono insediate negli Stati Uniti da molti anni, hanno trovato occupazione, pagato le tasse, costituito delle famiglie, a volte avviato delle imprese o intrapreso studi universitari. Anche negli Usa per tutti i reati ci sono norme di prescrizione, ma non per l’immigrazione irregolare: è una colpa incancellabile.
di Bernardo Parrella
Il Manifesto, 13 novembre 2024 La recente tornata elettorale nel Stati Uniti prevedeva, oltre all’elezione del Presidente e al parziale rinnovo del Congresso e del Senato, una serie di “ballot” locali sul fronte droga. Pur se di segno alterno, i risultati confermano il taglio antiproibizionista, riguardo soprattutto alla cannabis. A cominciare dal successo pieno in Kentucky, con l’OK a tutte le 106 ordinanze atte a consentire l’apertura di dispensari in altrettante contee e città: passo necessario onde superare i divieti locali scattati dopo l’approvazione statale, lo scorso anno, della marijuana terapeutica.
africarivista.it, 13 novembre 2024 Dawit Isaak, giornalista eritreo e svedese detenuto senza processo in Eritrea da 23 anni, ha ricevuto il prestigioso premio svedese Edelstam per i diritti umani, in riconoscimento del suo impegno per la libertà di espressione. Il premio, assegnato dalla Fondazione Edelstam, è stato conferito per “il suo eccezionale coraggio” nella difesa dei diritti umani. Il premio Edelstam, che celebra l’impegno in difesa dei diritti umani, verrà ufficialmente consegnato il 19 novembre a Stoccolma. Poiché Isaak è ancora detenuto in Eritrea, la figlia Betlehem Isaak ritirerà il premio in sua vece.
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