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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 2 marzo 2024
CARCERI
di Paola Balducci
La Discussione, 2 marzo 2024 Il fenomeno del sovraffollamento carcerario rimane una delle sfide più urgenti e complesse che il sistema penitenziario italiano è costretto ad affrontare quotidianamente. Con una popolazione detenuta che continua a crescere - siamo quasi a quota 60.000 persone private della libertà personale - e limitate risorse a disposizione, risulta fondamentale esplorare soluzioni efficaci e anche poco popolari per ridurre la pressione sulle carceri e garantire condizioni di detenzione umane e dignitose.
di Davide Madeddu
Il Sole 24 Ore, 2 marzo 2024 Due dati ci dicono chiaramente quale sia l’approccio del nostro governo alla criminalità giovanile: da quando è entrato in vigore il decreto Caivano a settembre 2023 ci sono più minori nelle carceri, anche se il numero di reati è il medesimo dell’anno precedente, e più ragazzi appena maggiorenni stanno “scontando” la misura cautelare nelle carceri per adulti. La crescita delle presenze negli ultimi 12 mesi è fatta quasi interamente di ragazze e ragazzi in misura cautelare. Le misure cautelari personali consistono in limitazioni della libertà personale; sono disposte da un giudice nella fase delle indagini preliminari o nella fase processuale.
di Carla Forcolin*
Ristretti Orizzonti, 2 marzo 2024 Ieri, primo marzo, c’è stato un evento presso il Tribunale per i Minorenni di Venezia, di cui vale la pena parlare: è stata inaugurata la mostra fotografica “Sguardi verso l’alto. Dalla cella alla vetta”, che illustra, attraverso le belle foto di Federico Sutera, un progetto dell’APS “La gabbianella”, a favore dei giovani affidati all’Ufficio del Servizio Sociale per i Minorenni (USSM). Non è stato possibile invitare la stampa e far arrivare troppe persone oltre agli operatori del settore, su precisa e motivata volontà della Procura della Repubblica, e per questo è opportuno parlarne almeno dopo.
GIUSTIZIA
di Federico Capurso
La Stampa, 2 marzo 2024 A ogni leader la sua bandiera. Giorgia Meloni ha il premierato, Matteo Salvini l’autonomia differenziata. E Antonio Tajani? Dopo il congresso di Forza Italia, il leader azzurro si è reso conto di non avere in mano ancora nulla da sventolare. Un problema non da poco, nel pieno della campagna elettorale perle Europee di giugno. E così, ecco che un vecchio pallino berlusconiano rispunta improvvisamente fuori dal cassetto in cui era stato chiuso: la proposta di riforma costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati arriverà in Aula, alla Camera, il prossimo 25 marzo.
di Errico Novi
Il Dubbio, 2 marzo 2024 Martedì Montecitorio voterà un parere favorevole sui controlli analogo a quello di Zanettin. Oggi parla l’Anm, pronta a fare muro anche sulle carriere separate. Lo ha approvato la commissione Giustizia di Palazzo Madama, grazie all’iniziativa di Pierantonio Zanettin, capogruppo azzurro nell’organismo presieduto dalla leghista Giulia Bongiorno. La settimana prossima, entro martedì, dovrebbe arrivare un analogo via libera dall’altra commissione Giustizia, quella di Montecitorio, dove un documento simile a quello di Zanettin sarà proposto dal presidente Ciro Maschio, di FdI. Anche dalla Camera sarà rivolto al governo un invito a “valutare la possibilità” di introdurre i test per i magistrati, almeno per chi affronta il concorso in vista della carriera togata.
di Simone D’Ambrosio
dire.it, 2 marzo 2024 Per la Corte dei conti ligure il tempo di “Minority report” si avvicina. La presidente Emma Rosati guarda al futuro: “La giustizia predittiva diminuisce la discrezionalità”. Ma avverte: “Impostare bene gli algoritmi”. “Minority report” è già in mezzo a noi. La giustizia predittiva, se già non è realtà, poco ci manca, grazie all’intelligenza artificiale che può aiutare non poco i magistrati. Parola della presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei conti della Liguria, Emma Rosati. L’intervento stamattina nella relazione che ha aperto l’anno giudiziario, a Genova.
di Giulia Merlo
Il Domani, 2 marzo 2024 La corte d’appello di Brescia ha deciso di rinviare l’udienza per discutere l’istanza di revisione del processo al prossimo 16 aprile, dopo la richiesta formulata dalla difesa dei coniugi imputati, Rosa Bazzi e Olindo Romano. In questo modo, chiariscono i giudici, le parti avranno la possibilità di leggere tutti i documenti depositati dalla procura generale e dalle parti civili. “Va valutato che la memoria di parte civile richiede uno studio” ha affermato Antonio Minervini, presidente del collegio della Corte d’Appello di Brescia.
di Stefania Parmeggiani
La Repubblica, 2 marzo 2024 Processi da rifare. Indagini chiuse e poi riaperte. Commissioni parlamentari. Errori giudiziari, colpi di scena e depistaggi. Ecco perché certi fantasmi non ci lasciano mai. Non finisce mai. Non in Italia, non con certe storie. Prendete Rosa e Olindo: la foto che li ritrae dietro le sbarre, sorridenti, un attimo prima della condanna all’ergastolo, è tornata sui giornali, in televisione, online. Dappertutto. Ha ricominciato a circolare un anno fa, quando un magistrato di Milano ha presentato istanza di revisione del processo contro il parere del procuratore generale. “Per una questione di coscienza”, ha detto, e subito quella foto è rimbalzata dagli archivi della cronaca alle nuove trasmissioni di crime.
di Piero Sansonetti
L’Unità, 2 marzo 2024 Armando Veneto è un signore di 88 anni, un grande avvocato, una persona che con notevole autorevolezza si occupa di politica, un uomo molto colto, gentile, elegante. Lo ho conosciuto negli anni nei quali ho lavorato in Calabria. E ho potuto stimarlo, come lo stimava chiunque lo conoscesse. Quattro anni fa l’avvocato Veneto ha subito una ferita che difficilmente si può rimarginare. La Procura di Catanzaro lo ha accusato di concorso in associazione mafiosa e di aver corrotto un giudice. Il tribunale gli ha rifilato 9 anni di prigione. Chi lo frequenta e gli vuole bene mi dice che lui è stato distrutto da quel processo. La sua vecchiaia sbriciolata.
di Frank Cimini
L’Unità, 2 marzo 2024 La Procura di Torino ha chiuso l’indagine per l’omicidio del brigadiere D’Alfonso alla Cascina Spiotta nel 1975, riaperta dopo un esposto. Era stata archiviata ma la sentenza è andata persa in una alluvione. E quindi i giudici l’hanno revocata senza leggerla. In questo Paese esiste una struttura di antiterrorismo militante di cui fanno sicuramente parte i pm di Torino che hanno chiuso le indagini sui fatti del 5 giugno 1975 a Cascina Spiotta nell’Alessandrino quando venne uccisa Mara Cagol durante la liberazione dell’imprenditore Vallarino Gancia.
GIURISPRUDENZA
di Giuseppe Molfese
latribuna.it, 2 marzo 2024 Con sentenza n. 9044 del 13 dicembre 2023-1° marzo 2024, la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha ricordato che la circolare del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria n. 8845 del 16 novembre 2011 (e, in seguito, l’analoga circolare del 2 ottobre 2017), emessa con riferimento ai detenuti sottoposti al regime di cui all’art. 41-bis Ord. pen., dispone che qualsiasi tipo di stampa autorizzata (quotidiani, riviste, libri) deve essere acquistato esclusivamente nell’ambito dell’istituto penitenziario tramite l’impresa di mantenimento ovvero direttamente in libreria tramite personale delegato dai Direttori degli Istituti Penitenziari; parimenti, eventuali abbonamenti a giornali e riviste autorizzate dovranno essere sottoscritti ...
di Michela Nicolussi Moro
Corriere del Veneto, 2 marzo 2024 Piano del ministero di Giustizia per le carceri venete: in arrivo educatori e agenti. Team anti-suicidi. L’ennesima protesta scoppiata ieri al Due Palazzi di Padova (580 reclusi a fronte di 308 poliziotti) dopo la morte nel sonno di un detenuto, riaccende i riflettori sulla difficile situazione delle carceri del Veneto. Dopo i 5 suicidi avvenuti a Montorio in cinque mesi il 18 febbraio gli avvocati della camera penale veronese hanno proclamato lo sciopero della fame a staffetta. Il 19 febbraio un 23enne recluso nel carcere di Santa Maria Maggiore, a Venezia, per rapina a mano armata ha dato fuoco ad alcuni fogli di giornale nella sua cella e ha accusato la Polizia penitenziaria di averlo picchiato, causandogli un’emorragia interna che lo ha portato al ricovero d’urgenza e al trasferimento a Montorio.
di Alberto Zorzi
Corriere del Veneto, 2 marzo 2024 Visita al carcere di Venezia delle associazioni, spunta un cappio. Ticozzi: intervenga il Consiglio. Lettera dei detenuti. Più di 230 persone sono detenute al carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia, su una capienza di posti disponibili di 146. E rispetto a luglio dell’anno scorso nel penitenziario lagunare ci sono settanta reclusi in più. “La situazione è grave: un’impennata di sovraffollamento”, denuncia Rita Bernardini, presidente nazionale dell’associazione “Nessuno tocchi Caino” dopo la visita al carcere veneziano assieme a una delegazione della sua associazione, al Movimento Forense, a Radicali Venezia e al consigliere dem Paolo Ticozzi.
cronacadiverona.com, 2 marzo 2024 Funzionano due laboratori di Quid, una falegnameria, il forno e la produzione di marmellate. Aumento della popolazione carceraria, aumento del numero dei suicidi e anche del disagio psichico. Una progressione preoccupante che non riguarda solo Verona ma che si registra a livello nazionale. È quanto emerso dalla relazione annuale del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale Don Carlo Vinco, nel corso dell’illustrazione in aula della sua relazione annuale in merito alla situazione carceraria alla Casa Circondariale di Montorio.
di Andreina Baccaro
Corriere di Bologna, 2 marzo 2024 Il Comune torna a lanciare un allarme sulle condizioni dei detenuti della Dozza. “Da mesi le presenze sono superiori a 800, a fronte di una capienza di 498”, segnala l’assessore al Welfare Luca Rizzo Nervo in question time che prefigura anche uno scenario con tre detenuti per cella. “Risulta evidente - sono le parole di Rizzo Nervo lette in aula dal collega di giunta Massimo Bugani - che il problema del sovraffollamento stia tornando a presentarsi in maniera assai severa. Se il trend in crescita dovesse confermarsi non possono escludersi in prospettiva anche estreme conseguenze, nel senso dell’allocazione per singola cella di tre persone, condizione che sarebbe ancora più pregiudizievole dei diritti delle persone detenute”.
di Giorgia Venturini
fanpage.it, 2 marzo 2024 “C’è una rete criminale”. Le due psicologhe e l’avvocata di Alessia Pifferi, Alessia Pontenani, sono indagate per falso ideologico e le due dottoresse anche per favoreggiamento. Il pubblico ministero chiede ora il prolungamento di altri sei mesi nelle indagini nei loro confronti per “delineare la rete criminale nel cui ambito si collocano i fatti”. Il pubblico ministero Francesco De Tommasi ha chiesto un rinvio delle indagini sulle due psicologhe che hanno seguito in carcere Alessia Pifferi, accusata di aver abbandonato la sua bambina di 18 mesi morta poi di stenti in casa. E per questo rinvio il magistrato parla di “rete criminale”: il sostituto procuratore infatti sostiene che durante il corso delle indagini su Alessia Pifferi ci sia stato un accordo per spingere il procedimento penale verso l’incapacità mentale dell’imputata.
di Domenico Agasso
La Stampa, 2 marzo 2024 Lo ha accompagnato don Francesco Pirrera, cappellano di due carceri siciliane. Il giovane recluso: “Un’esperienza da brivido. Dio c’è, nella vita si può cambiare”. È in prigione da un decennio. Deve scontare altri quattro anni di reclusione. Ma oggi Mirko vive una giornata di gioia. Ed emozioni positive forti. Detenuto nel carcere siciliano a Favignana, incontra il Papa in Vaticano grazie a un permesso premio. Lo accompagna don Francesco Pirrera, cappellano di due istituti di pena siciliani: in Vaticano sono con i partecipanti alla seconda edizione della “Cattedra dell’accoglienza”. Il giovane recluso può così abbracciare il Pontefice, a cui chiede l’assoluzione dai peccati: “Un’esperienza da brivido, proprio pazzesca - racconterà ai Media vaticani - Posso dire che Dio c’è e che nella vita si può cambiare”.
AFFARI SOCIALI
di Emiliano Fittipaldi*
Il Domani, 2 marzo 2024 Il pool dei giornalisti investigativi di Domani è finito, quasi al gran completo, sotto inchiesta. Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine sono tutti indagati dai magistrati della procura di Perugia, che di fatto imputa loro - a leggere le carte dell’accusa - una sola cosa: aver fatto bene il proprio lavoro. Che è quello di trovare buone fonti, ottenere notizie segrete sui potenti di pubblico interesse, verificarle e infine pubblicarle. A beneficio unico dei lettori e della pubblica opinione. Senza mai tenere informazioni rilevanti nel cassetto, come troppe volte capita nella nostra professione. A Domani non accade mai: la regola aurea in redazione è pubblicare sempre, e pubblicare tutto.
di Fabrizio Caccia
Corriere della Sera, 2 marzo 2024 Attesi nuovi cortei pro Gaza a Firenze, Torino e Roma: si temono tensioni. Ieri a Bologna vernice sulla prefettura, bruciate le foto dei politici. Bullizzati i figli di una dozzina di agenti in Toscana. Intanto proseguono le indagini sulle cariche dei poliziotti a Pisa il 23 febbraio: le autoidentificazioni per favorire l’accertamento della verità.
di Sarah Martinenghi
La Repubblica, 2 marzo 2024 Gian Carlo Caselli, ex magistrato antiterrorismo e antimafia, come valuta quello che è successo a Torino? Ad aggredire la volante della polizia è stato un gruppo di esponenti dell’area anarchica, mentre il corteo e la protesta hanno visto la partecipazione di autonomi di Askatasuna. Che lettura si può dare: c’è stata compartecipazione o una divisione dei ruoli?
di Chiara Saraceno
La Stampa, 2 marzo 2024 Il problema è reale e va affrontato: i bambini e ragazzi di origine straniera fanno in media più fatica dei nativi a scuola ed hanno tassi di abbandono più alto, soprattutto quando non sono nati in Italia, non hanno frequentato nido e scuola dell’infanzia in Italia e sono arrivati in Italia già grandicelli. C’è sicuramente un problema linguistico, ma anche più in generale di adattamento a un contesto di vita, di norme e relazioni, nuovo ed insieme di perdita di ciò che invece era noto e familiare. Il “lavoro” di questo adattamento e il bisogno di comprensione e accompagnamento sono troppo spesso sottovalutati, nella fatica mentale ed emotiva che comportano, ma anche nella loro potenzialità educativa per i bambini e ragazzi coinvolti direttamente ...
di Graziella Balestrieri
L’Unità, 2 marzo 2024 Sono passati sette anni, sette lunghissimi anni, prima che la procura di Trapani chiedesse il “non luogo a procedere” nell’udienza preliminare contro quattro volontari dell’equipaggio della Iuventa. Imbarcazione che per sette anni, essendo sotto sequestro, non ha potuto operare in mare e salvare altre vite. Morti su morti, anni su anni, sinistra come la destra. Anni su anni, come il primo anno già trascorso dalla tragedia immane di Cutro. I deboli spinti verso il fondo, respinti, picchiati anche, e per altre strade, per altri versi cercando la pace dove pace non c’è. Ogni diritto, da quello a vivere fino a quello a manifestare, scompaiono tra le mani dei potenti, dei forti e dei manganelli. “Vigliaccherie di forti contro i deboli”, così Erri De Luca, scrittore ...
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 2 marzo 2024 Il legale ha tenuto ieri la sua arringa conclusiva: “Accuse senza fondamento che hanno fatto il gioco delle destre. Ragazzi che si sono esposti in prima persona sono stati trattati come criminali”. L’avvocato Alessandro Gamberini di processi che hanno segnato la storia italiana ne ha seguiti tanti, da quelli per le stragi di Ustica e di Bologna fino alle vicende della Uno Bianca. Ieri ha tenuto la sua arringa conclusiva a difesa di Iuventa, dopo quelle dei colleghi Francesca Cancellaro e Nicola Canestrini. “Sin dall’inizio l’inchiesta contro le Ong era basata su manipolazioni. Avrebbero dovuto archiviarla quattro anni fa. C’è da chiedersi perché non sia avvenuto”, dice.
di Federica Rossi
Il Manifesto, 2 marzo 2024 Alaji Diouf vuole la revisione del processo. Ha chiesto la lista delle persone sbarcate con lui ma la prefettura ha comunicato: “Non sono stati rinvenuti gli atti”. Il Tribunale di Trapani dice di aver perso i documenti che avrebbero aiutato Alaji Diouf a smontare l’accusa di essere uno scafista, accusa che lo ha costretto in carcere per 7 anni. Il giovane senegalese è arrivato in Italia nel 2015 con un barcone con oltre 100 persone a bordo. Una volta approdati, un uomo, che non aveva viaggiato nello stesso gommone di Alaji né lo conosceva, gli punta il dito su richiesta delle forze dell’ordine. Un gesto che basta alla magistratura per riconoscerlo come la persona che ha guidato l’imbarcazione, lo scafista.
di Alberto Simoni
La Stampa, 2 marzo 2024 Sconterà qui la pena dell’ergastolo. Chico Forti, il 65enne ex velista e produttore televisivo, condannato per omicidio in Florida sarà trasferito in Italia. Lo ha annunciato la premier italiana Giorgia Meloni con un video diffuso poco prima di arrivare alla Casa Bianca dove ha avuto un bilaterale con Joe Biden. “Sono felice di annunciare che dopo 24 anni di detenzione negli stati uniti è stata firmata l’autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti, un risultato frutto dell’impegno diplomatico di questo governo della collaborazione con lo Stato della Florida e con il governo degli Stati uniti che ringrazio. È un giorno di gioia per Chico per la sua famiglia per tutti noi lo avevamo promesso lo abbiamo fatto e ora lo aspettiamo in Italia”, ha detto Meloni. I dettagli tecnici dell’intesa non sono ancora noti.
di Marco Imarisio
Corriere della Sera, 2 marzo 2024 Alle esequie in migliaia, di generazioni diverse. Il messaggio della moglie Yulia: grazie per l’amore assoluto. All’inizio è un brusio quasi impercettibile. Il feretro viene portato fuori dalla chiesa in fretta, forse proprio per non concedere alcun tempo all’emotività, a quei gesti collettivi che rimangono nella memoria. Le voci diventano invece sempre più forti, salgono di tono, fino a formare un coro, diventano un canto collettivo. Navalny, Navalny. Nient’altro. Ma è già molto.
di Giovanni Legorano
Il Domani, 2 marzo 2024 Cresce la pressione su Israele per fare luce sull’accaduto e arrivare a una tregua. Anche gli alleati più stretti chiedono un cambiamento. Secondo le brigate al Qassam, sette ostaggi israeliani sono rimasti uccisi in un raid dell’Idf. “Tregua necessaria”, dice Guterres. Lo sdegno della comunità internazionale per quella che da molti viene definita “la strage di Gaza” è stato pressoché unanime. “Sono profondamente turbata dalle immagini di Gaza. Occorre fare ogni sforzo per indagare sull’accaduto e garantire la trasparenza”, ha scritto ieri su X, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. E ancora: “Gli aiuti umanitari sono un’ancora di salvezza per chi ne ha bisogno e l’accesso a essi deve essere garantito.
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