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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 27 marzo 2024
di Luigi Mastrodonato
Internazionale, 27 marzo 2024 Quando il 17 febbraio 2021 l’agente penitenziario Umberto Paolillo, 56 anni, si è presentato alla portineria del carcere di Bari per chiedere l’arma di servizio, gli hanno detto di aspettare. Dalla portineria hanno chiamato un superiore per segnalargli la cosa, non era mai successo che Paolillo facesse questa richiesta fuori servizio. Il superiore ha detto che non c’erano problemi e così l’arma è stata consegnata. Poche ore dopo il corpo di Paolillo è stato trovato senza vita a bordo della sua auto. Si era ucciso con un colpo alla testa.
di Piero Sansonetti
L’Unità, 27 marzo 2024 Si sapeva che soffriva di schizofrenia, si sapeva che era incompatibile col carcere. Ma allo Stato italiano interessa una cosa sola: chiudere in cella emarginati, disadattati e rompiscatole. Un ragazzo di 31 anni si è ucciso, impiccandosi, in una cella del carcere Le Vallette di Torino. Era solo in cella. Era schizofrenico. Il Pm da tempo aveva chiesto che fosse scarcerato e trasferito in una struttura adatta. Il Gip aveva dato il via libera. Ma Fabrizio Alvaro Nunez non è stato trasferito perché non si trovava un posto. Gli hanno detto: aspetta, mettiti in fila. Lui non ha aspettato e invece di mettersi in fila s’è appeso con un lenzuolo al collo alla grata della finestra.
di Raphael Zanotti
La Stampa, 27 marzo 2024 Cerchiamo di capire meglio cosa non ha funzionato nel caso di Alvaro Nuñes Gomez, morto suicida in carcere quando non doveva starci. Il caso di Alvaro Nuñes Gomez, schizofrenico che si è suicidato in carcere, ha portato allo scoperto un problema diffuso: il fenomeno dei malati psichiatrici rinchiusi dietro le sbarre perché non ci sono posti nelle Rems. Ma tutto questo è sbagliato, vediamo perché.
di Gian Domenico Caiazza
Il Riformista, 27 marzo 2024 Le riforme varate ieri dal Consiglio dei Ministri danno la misura esatta di quali siano il segno e la qualità della politica della giustizia di questo Governo e di questo Ministro. Un po’ di fumo negli occhi con la nebulosa introduzione dei test psico-attitudinali per i magistrati, mentre viene demolita, in ossequio ai perentori desiderata dell’A.N.M., la decisiva innovazione del fascicolo delle performance coraggiosamente introdotta dalla Riforma Cartabia. Partiamo dai test psico-attitudinali. Io non ho mai ben compreso, in verità, cosa esattamente questi test dovrebbero accertare.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 27 marzo 2024 Le valutazioni psicologiche per l’accesso in magistratura saranno nelle mani del Csm che nominerà i docenti specialisti. Un Consiglio dei ministri durato circa tre ore. Cinque i provvedimenti all’ordine del giorno, tutti di facile gestione tranne quello sui test psicoattitudinali per l’accesso alla professione di magistrato che ha allungato i tempi della discussione. Alla fine il Cdm ha approvato la vecchia bozza circolata nelle ultime ore che ha subìto però delle modifiche.
di Paolo Pandolfini
Il Riformista, 27 marzo 2024 I provvedimenti dei magistrati continueranno a essere valutati a campione svuotando le indicazioni della riforma Cartabia. Dopo la proposta di separare le carriere fra pm e giudici, lo scontro fra toghe e governo si accende sulla decisione di prevedere i test psicoattitudinali per accedere in magistratura. Una vecchia idea di Silvio Berlusconi, fanno sapere dal centro destra. Di Licio Gelli nel piano di Rinascita democratica, sottolineano invece le opposizioni.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 27 marzo 2024 “I test non sono un attacco all’immagine del magistrato, ma una tutela per il cittadino”, dice l’ex ministro della Giustizia, che auspica una valutazione effettiva dell’attività dei pm: “Lei si farebbe operare da un medico che ha sbagliato 80 interventi su 100?”. “Sono favorevole ai test psicoattitudinali per l’accesso in magistratura. Non credo che si possa dire che si tratta di un attacco all’immagine del magistrato. E’ semplicemente una cautela rispetto a una professione che incide direttamente sulla vita delle persone. Io posso essere un genio del diritto, ma se non sto a posto con la testa non sarò mai un buon magistrato”.
di Edmondo Bruti Liberati
La Stampa, 27 marzo 2024 Dopo preannunci e smentite il governo ha deciso di introdurli nel decreto legislativo sull’ordinamento giudiziario, nonostante le severe critiche da più parti avanzate. I giuristi contestano questa innovazione come del tutto estranea ed incompatibile con i principi dettati dalla legge delega n. 71/2022, cui il governo è tenuto ad attenersi. Gli specialisti del settore contestano l’ipotesi che sia possibile la presupposizione di valutare scientificamente, attraverso test e colloqui, la idoneità psicoattitudinale dei magistrati. “È doveroso chiarire che nessun tecnico, anche soltanto minimamente competente in materia, saprebbe in coscienza avallare una simile supposizione o presunzione; e questo non per un’attuale insufficienza dei nostri strumenti di indagine ...
di Francesco Bechis e Francesco Malfetano
Il Messaggero, 27 marzo 2024 Una durata massima di un mese e mezzo per le intercettazioni. Ovvero addio alla possibilità per il gip di rinnovare di quindici giorni in quindici giorni la disposizione per arrivare sino al termine delle indagini o quasi, aggirando l’attuale vincolo. In attesa dell’annunciata rivoluzione a firma del Guardasigilli Carlo Nordio, è la Commissione Giustizia del Senato ad intervenire sugli ascolti. E lo fa con un emendamento a firma della relatrice della maggioranza Erika Stefani (Lega) su un provvedimento di Pierantonio Zanettin (Forza Italia) che mira a riscrivere parte dell’articolo 267 del codice di procedura penale istituendo, appunto, il vincolo a 45 giorni per le intercettazioni.
di Alessandra Ziniti
La Repubblica, 27 marzo 2024 L’appello del presidente del tribunale dei minori di Catania Roberto Di Bella che da 12 anni, insieme a don Luigi Ciotti, offre una vita alternativa ai figli dei boss. “È il nostro Erasmus della legalità”. Dodici anni tutti in salita, un percorso a ostacolo, portato avanti per buona parte in solitaria. Ma quello che Roberto Di Bella, giudice dei minori da 25 anni, oggi definisce “Erasmus della legalità” ha prodotto un risultato su cui forse neanche lui all’inizio avrebbe scommesso: “Abbiamo sottratto alle mafie 150 bambini e ragazzi, abbiamo aiutato 30 donne a salvare i loro figli e sé stesse, 7 poi sono anche diventate collaboratrici di giustizia. È un risultato che mi ripaga di sforzi e amarezze”.
GIURISPRUDENZA
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 27 marzo 2024 Il diritto all’igiene personale dei detenuti è “organizzato” dall’amministrazione penitenziaria le cui scelte sono soggette alla giurisdizione solo se incidono su posizioni soggettive costituzionalmente garantite. Sussiste la giurisdizione del tribunale di sorveglianza sulle disposizioni organizzative dell’amministrazione penitenziaria solo quando queste sono atte a incidere sull’esplicazione in concreto dei diritti soggettivi dei detenuti. Non sussiste invece la legittimità del vaglio del giudice sulle scelte concrete, relative alle modalità di esercizio di tali diritti, effettuate dall’amministrazione. Ciò costituirebbe un’illegittima ingerenza nelle facoltà di scelta con cui si esprime in concreto il potere amministrativo.
Gazzetta di Parma, 27 marzo 2024 Ettore Lanzino, di 69 anni, boss della ‘ndrangheta cosentina, è morto stamani nel carcere di Parma dove era detenuto in regime di 41bis dopo la condanna definitiva emessa nel 2016 al termine del processo “Terminator IV”. Lanzino, secondo quanto riferito da uno dei suoi legali, l’avvocato Marcello Manna, era cardiopatico e aveva avuto un infarto alcuni anni fa quando si trovava nel carcere di Sassari. A seguito di quel malore, i legali chiesero la sospensione della pena, ma ottennero il trasferimento a Parma, struttura carceraria ritenuta adeguata alle cure.
di Francesco Oliva
La Repubblica, 27 marzo 2024 “Ho tentato il suicidio prima che mi uccidessero loro”. L’uomo di 36 anni di San Vito dei Normanni, nel Brindisino, ha depositato una denuncia querela in cui ricostruisce il clima di paura culminato nel tentativo di impiccarsi: episodi scaturiti dal procedimento disciplinare nei confronti di un poliziotto a causa di una sua dichiarazione. Un tentativo di suicidio in cella dopo le minacce delle guardie carcerarie, a seguito di un procedimento disciplinare di cui lo incolpavano.
di Simona Musco
Il Dubbio, 27 marzo 2024 Gli avvocati milanesi chiedono un confronto al procuratore Viola e denunciano: “Inaccettabili i cartelli affissi fuori dalle stanze che vietano di “disturbare”. E il pm del caso Pifferi indaga altre due psicologhe. Si respira aria di tensione negli uffici giudiziari di Milano. Con gli avvocati, da un lato, che chiedono di poter discutere con il procuratore Marcello Viola dei rischi corsi dal giusto processo e dalla funzione difensiva e alcuni magistrati, dall’altro, che chiedono ai difensori di non disturbare, con appositi cartelli esposti sulle porte dei loro. Un clima esacerbato dal caso Alessia Pifferi, la scintilla che ha innescato la miccia che ora rischia di far deflagrare il Palazzo di Giustizia.
L’Arena, 27 marzo 2024 “Lavoro, percorsi antiviolenza e giovanissimi le prime priorità”. L’Amministrazione ha chiamato a raccolta le istituzioni e i soggetti che a vario titolo si occupano della Casa Circondariale di Verona e dei suoi detenuti con la volontà di trovare soluzioni che garantiscano la dignità delle persone. Il lavoro, come strumento indispensabile per formare i detenuti e per favorire il loro reinserimento nella comunità; l’istituzione di centri antiviolenza e percorsi ad hoc per i detenuti che si macchiano di reati sessuali; infine, l’aumento in carcere di detenuti giovanissimi, con problematiche specifiche da affrontare.
di Monica Pieraccini
La Nazione, 27 marzo 2024 La proposta di Draghi (FdI) fa infuriare Nardella: “Il governo non ha mosso un dito”. Sovraffollamento, condizioni igieniche precarie, atti di autolesionismo e continue scintille fra detenuti e guardie penitenziarie. L’ultima due giorni fa con una guardia sequestrata da un detenuto che gli ha puntato un punteruolo alla gola, come denunciato dal sindacato Uilpa. La bomba orologeria di Sollicciano non sembra destinata a disinnescarsi, anzi il suo timer corre sempre più velocemente verso l’esplosione. E stavolta quel ticchettio entra di prepotenza nel dibattito pubblico dopo l’ennesimo episodio di violenza. A ruggire sono i sindacati degli agenti di polizia penitenziaria, dal Sappe, al Siulp, passando per l’Spp.
di Marcello Tassi
Libertà, 27 marzo 2024 “Di che cosa parliamo quando parliamo di diritti in carcere?”. A questa e ad altre domande ha dato risposta il convengo “Il tempo del carcere”, ospitato martedì 26 marzo all’Open Space 360° di via Scalabrini e organizzato da Comune con Asp Città di Piacenza.
di Andrea Della Bella
malpensa24.it, 27 marzo 2024 Sovraffollamento, carenza di personale i problemi. Ma anche molti aspetti positivi sul complicato ma non impossibile percorso di riabilitazione e reintegrazione sociale, soprattutto attraverso il riscatto lavorativo. In queste poche righe è condensato il “male” e il “bene” “di una realtà complessa come quella del carcere di Busto Arsizio”, ha spiegato Pietro Roncari, garante dei detenuti della casa circondariale di via per Cassano, che questa sera (martedì 26 marzo) è intervenuto in apertura di Consiglio comunale.
di Paolo Ardovino
La Nuova Sardegna, 27 marzo 2024 Nuovo protocollo d’intesa per il potenziamento del Polo universitario penitenziario. Nel giorno in cui il Pup compie dieci anni, viene rinnovato per un altro triennio con la firma tra Università di Sassari, Provveditorato per l’amministrazione penitenziaria, Ufficio Uiepe Sardegna, Centro giustizia minorile di Cagliari e per la prima volta entra nel partenariato Ersu Sassari. Questo terzo protocollo sancisce inoltre la costituzione di un testo, una carta di servizi, “che tra le altre cose prevede ben 36 posti per tirocini nei luoghi di detenzione e all’esterno”, annuncia il professore Emmanuele Farris, delegato del Pup.
Il Riformista, 27 marzo 2024 La valenza pedagogica e formativa dell’esperienza detentiva e il valore intrinseco del nuovo approccio della giustizia riparativa. Sono alcuni degli obiettivi didattici della cattedra di “Interventi educativi nei contesti carceri” che l’Università Suor Orsola Benincasa ha inaugurato nello scorso anno accademico all’interno del corso di laurea triennale in Scienze dell’educazione, del corso di laurea in Lingue e culture moderne e del Corso di laurea magistrale in Programmazione, amministrazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali.
di Chiara Amati
Corriere della Sera, 27 marzo 2024 Si trova dentro alla Seconda Casa di Reclusione di Bollate, in provincia di Milano, il solo ristorante in Italia aperto al pubblico, che dà occupazione a detenuti regolarmente pagati. Obiettivo: permettere loro di apprendere la cultura del lavoro o riappropriarsene. E far sì che possano tornare in società a fine pena. Oggi la storia di “InGalera”, questa l’insegna del locale, è raccontata in una serie podcast completa.
di Veronica Rossi
vita.it, 27 marzo 2024 In molte carceri italiane mancano attività, servizi e prospettive, questo è un dato di fatto. Spesso i detenuti si trovano a cercare di ammazzare un tempo che non passa mai, giornate sempre uguali passate nelle celle - a volte anche sovraffollate - e nei cortili, approfittando delle troppo brevi ore d’aria. Eppure, c’è chi si impegna per cercare di rompere questa monotonia e per portare delle abitudini sane tra le mura delle carceri. A questo è volto il progetto “Oltre la Siepe”, dell’Asd San Giorgio e del Centro sportivo italiano - Csi, che ha l’obiettivo di offrire ai detenuti dell’istituto penitenziario - Casa di Reclusione di Turi (in Provincia di Bari) un sereno reinserimento sociale attraverso lo sport e attività di inclusione.
themapreport.com, 27 marzo 2024 Muove dagli episodi di rivolta nelle carceri di Milano e di Modena avvenute durante la pandemia, per arrivare a riflettere su altri tipi di solitudine e confinamento. Arriva oggi in libreria “Ogni prigione è un’isola” (Mondadori, 168 pagine), l’ultimo libro della giornalista e conduttrice televisiva Daria Bignardi. Difficilmente ascrivibile all’interno di un genere preciso - non è un romanzo e nemmeno un saggio - mette al centro la solitudine e l’isolamento, sia fisico che interiore, attraverso le storie di persone che hanno vissuto esperienze di reclusione. Si tratta di un lavoro frutto di trent’anni di incontri e conversazioni con detenuti, ex detenuti e persone che hanno vissuto in situazioni di marginalità.
di Sergio Lorusso
Gazzetta del Mezzogiorno, 27 marzo 2024 La giustizia riparativa non è strada comoda per sottrarsi a processo e pene tradizionali, ma qualcosa che si aggiunge per una “pacificazione” tra autore del reato e vittima. La giustizia riparativa approda sugli schermi, grazie al film Je verrai toujours vos visages (Vedrò sempre i vostri volti) proiettato nei giorni scorsi a Bari nella sezione Panorama Internazionale del Bif&st 2024. L’esperienza di restorative justice è nata in Francia nel 2014, con la Loi Toubira, ritenuta rivoluzionaria perché rivoluzionario è l’approccio al tema del reato che ispira tale modalità di giustizia: una modalità che, occorre sottolinearlo, non è sostitutiva della giustizia penale ma integrativa di questa, si affianca al processo che, anzi, può persino mancare (ad esempio nei casi di archiviazione o di intervenuta prescrizione).
AFFARI SOCIALI
di Mauro Palma*
Il Manifesto, 27 marzo 2024 Forse per colpa di Aracne e della sua sfida a Minerva, l’immagine della tela di ragno evoca insidia, trappola, rischio di rimanere prigionieri, appesi a un filo. Eppure quel filo è germe di costruzione: la precisa tessitura che un ragno da esso dipana è indicativa di capacità nel costruire legami che abbiano una solidità tale da mantenersi integri fino ad accogliere all’interno della propria rete insetti o altri corpuscoli di dimensione e peso non indifferente. Una costruzione paziente e solida nella sua apparente fragilità.
di Vincenzo Scalia
Il Manifesto, 27 marzo 2024 A partire dagli anni ottanta, in seguito all’incalzare del neo-liberismo, si è andata diffondendo una lettura dei diritti umani in chiave individuale. In particolare, prendendo come sfondo i regimi socialisti dell’Est, si è cominciato a porre l’accento sui diritti civili e politici, centrati prevalentemente sull’individuo, inteso come soggetto astorico e isolato dalla società. Dopo il 1989, questa lettura liberale dei diritti umani, ha fatto riferimento, in maniera spesso approssimata e non sufficientemente efficace, all’homo oeconomicus a cui si riferivano Von Hayek, Von Mises, Milton Friedman, Glucksmann, Henry-Levy e tutti gli aedi del pensiero neo-liberale/liberista.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 27 marzo 2024 Protocollo Roma-Tirana. C’era una volta la destra che protestava contro i 35 euro quotidiani per l’accoglienza. Nel recente bando del Viminale per la gestione dei centri oltre Adriatico spese pazze: tariffe triplicate rispetto a quelle previste in Italia. C’era una volta la destra italiana che si scagliava contro i 35 euro al giorno per l’accoglienza dei migranti. Un numero che Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno ripetuto così tante volte da trasformarlo in un mantra, nel simbolo assoluto del business, vero o presunto, realizzato sulla pelle dei cittadini stranieri a scapito della spesa sociale per gli italiani. Ebbene il governo più a destra della storia repubblicana ha indetto una “manifestazione di interesse per l’affidamento dei servizi di accoglienza” che prevede un costo quasi triplo.
di Alessandro Fioroni
Il Dubbio, 27 marzo 2024 Negli Usa negati i diritti fondamentali: il fondatore di Wikileaks può fare appello. Julian Assange può tornare a sperare. La procedura di estradizione verso gli Stati Uniti come richiesto dalle autorità d’oltreoceano è stata sospesa. Ieri l’Alta Corte della Gran Bretagna ha deciso di rimandare ulteriormente la sentenza da cui dipende la sorte del fondatore di Wikileaks, un esito insperato nell’entourage di Assange dove regnava il più cupo pessimismo. I giudici Victoria Dame e Sharp Johnson hanno infatti stabilito che gli Stati Uniti devono fornire diverse garanzie relative al trattamento del prigioniero, in caso contrario Assange potrebbe presentare appello alla medesima Corte.
DOCUMENTI
Podcast. "Santa Maria Capua Vetere. Pestaggio di Stato", di Nello Trocchia
Scheda presentazione libro "Al di qua del muro. Carcere, diritti e società", di Carlo Barbieri
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
Presentazione del libro: "Le pene e il carcere", di Stefano Anastasia (Roma, 27 marzo 2024)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 31 marzo 2024
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