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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 20 marzo 2024
di Mario Lavia
Il Riformista, 20 marzo 2024 Le storie di chi non ha retto l’inferno della reclusione. Dietro le sbarre non è vita, altro che la rieducazione prescritta dalla nostra Costituzione. Non si respira. C’è troppa gente, una montagna di disperazione che sovrasta qualunque speranza di rifarsi una vita. Il sovraffollamento in certi casi è insopportabile: non è la causa diretta di un suicidio ma certo ti toglie la possibilità di parlare, di pensare liberamente.
di Giulio Goria
Il Riformista, 20 marzo 2024 Intervista all’ex Garante nazionale delle persone detenute, Mauro Palma. Un problema da affrontare “immediatamente e con urgenza”, così il Presidente Mattarella due giorni fa è tornato sul problema dei suicidi in carcere. Lo aveva già fatto a fine gennaio e da allora la situazione non è cambiata. I numeri fanno impressione: 26 le persone che si sono tolte la vita dall’inizio dell’anno. Un trend che senza interventi urgenti, appunto, rischia di non cambiare rotta. Chiediamo di spiegarci questi numeri a Mauro Palma, fino allo scorso gennaio Presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale e ora presidente dello “European Penological Center” dell’Università Roma Tre.
redattoresociale.it, 20 marzo 2024 L’intesa, finalizzata alla promozione del lavoro e della formazione in carcere, riguarda anche i cittadini stranieri in detenzione. Presso il Cnel, istituito un segretariato permanente per l’inclusione, in grado di interagire con tutte le parti sociali. La formazione e il lavoro in carcere come strumento di riduzione della recidiva: è questo il principio su cui si basa l’intesa siglata ieri da Cnel e Garante nazionale delle persone private della libertà personale. A siglare l’accordo, il presidente di Cnel Renato Brunetta e il presidente del Collegio del Garante Maurizio Felice D’Ettore, alla presenza degli altri due membri del Collegio, Irma Conti e Mario Serio.
sportesalute.eu, 20 marzo 2024 Lo sport dev’essere di tutti: anche di chi è in carcere. E il principio alla base di “Sport di tutti’; il modello d’intervento sportivo e sociale portato avanti dal ministero per lo Sport e i Giovani, realizzato dal Dipartimento per lo Sport in collaborazione con Sport e Salute, la struttura operativa del governo per la promozione dello sport e dei corretti stili di vita. Il progetto, giunto alla sua seconda edizione, punta ad abbattere tutte le barriere di accesso all’attività sportiva e ad attuare il principio del diritto allo sport per le persone e nelle comunità. Suddiviso in quattro aree di intervento, “Sport di tutti” - finanziato con 15,7 milioni di euro - coinvolgerà 73 carceri, di cui 13 minorili, e 25 comunità di accoglienza per minori (le altre aree di intervento sono “Quartieri”, “Sport nei parchi’; “Inclusione”).
di Saul Caia e Vincenzo Iurillo
Il Fatto Quotidiano, 20 marzo 2024 In 19 penitenziari, grazie all’ingresso dei cellulari “i boss hanno continuato a minacciare e a impartire ordini all’esterno. E così riescono a eludere la detenzione”. L’emergenza è nazionale, attraversa l’intero sistema penitenziario italiano. Non c’è solo il dramma dei 25 suicidi già registrati dall’inizio dell’anno (e ricordato ieri dal Presidente Mattarella), del sovraffollamento e delle carenze d’organico nelle carceri italiane. Ci sono anche i numeri snocciolati dal procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ieri in conferenza stampa.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 20 marzo 2024 Tribunali “puntualmente in ritardo” nell’invio dei dati: segno che per i capi degli uffici giudiziari la materia è irrilevante. Perché è sempre così difficile conoscere i dati che riguardano l’amministrazione della giustizia? E soprattutto quelli concernenti la detenzione, tema che sempre di più vive nell’oscurità e nell’oblio? Un esempio: l’articolo 15 della legge numero 47 del 2015 prevede che “il governo, entro il 31 gennaio di ogni anno, presenta alle Camere una relazione contenente dati, rilevazioni e statistiche relativi all’applicazione, nell’anno precedente, delle misure cautelari personali, distinte per tipologie, con l’indicazione dell’esito dei relativi procedimenti, ove conclusi”.
di Riccardo Radi
Il Dubbio, 20 marzo 2024 A fronte di circa 930 milioni di risarcimento pagati dallo Stato, un solo magistrato è stato condannato per danno erariale per euro 10.425,68 dalla Corte dei Conti. Le detenzioni ingiuste e le sentenze sbagliate sono quasi sempre causate da una pluralità di fattori e tra questi l’errore umano è solo uno dei tanti possibili e non necessariamente il più importante. Ritengo che non basti più contarli ma sia necessario avanzare proposte per trovare soluzioni allo stillicidio di errori giudiziari e ingiuste detenzioni che in Italia, tra il 1992 e il 2022, hanno coinvolto ben 30.689 persone. Numero considerevole che si traduce in più di mille persone che ogni anno sono state indennizzate dallo Stato (cioè da tutti noi) per essere state vittime di ingiuste detenzioni o errori giudiziari.
di Errico Novi
Il Dubbio, 20 marzo 2024 Autonomia e indipendenza di giudici e pm sono sacrosante. Se solo la magistratura ne facesse un uso un po’ meno autoreferenziale, sarebbe ancora meglio. Esemplare: se la colpa è lieve, se il caso è di limitata gravità, alla toga sanzionata in sede disciplinare spetta una sollecita riabilitazione. Parola di Csm, che lo ha sancito in una circolare. Siamo contenti: ogni volta che si afferma un principio garantista si fa un passo avanti verso un sistema più equilibrato, e ci si affranca dalla perenne caccia alle streghe.
di Paolo Frosina
Il Fatto Quotidiano, 20 marzo 2024 Niente più intercettazioni oltre una durata massima di 45 giorni, “salvo che nei procedimenti in materia di criminalità organizzata oppure quando l’assoluta indispensabilità delle operazioni per una durata superiore sia giustificata dall’emergere di elementi specifici e concreti, oggetto di espressa motivazione”. Lo prevede l’emendamento presentato dalla relatrice, l’ex ministra leghista Erika Stefani, al ddl sulle intercettazioni firmato dal senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, in discussione in Commissione Giustizia. In sostanza, se adesso gli ascolti possono essere prorogati senza limiti dal gip, su richiesta del pm, per periodi successivi di 15 giorni, domani la regola diventerà un’altra: andranno staccati al più tardi dopo un mese e mezzo.
di Iacopo Benevieri
Il Riformista, 20 marzo 2024 Secondo un aforisma attribuito ad Eraclito (gli aforismi son sempre attribuiti, tracce del pensato umano troppo dense perché discendano da un solo genitore) “l’unica costante della vita è il cambiamento”. In termini matematici potremmo dire che l’unica costante è la variabile. Eppure nessuno avrebbe osato immaginare che uno dei più grandi pensatori presocratici sarebbe stato smentito da un fenomeno, l’unico forse che si sottrae al Panta Rei. Questo fenomeno è la parola infamante.
Il Dubbio, 20 marzo 2024 Espresso parere negativo sull’istanza presentata dalla difesa del recluso avverso il provvedimento di conferma emesso dal tribunale di Sorveglianza di Roma. Il procuratore generale di Cassazione ha espresso parere negativo sull’istanza presentata dalla difesa di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto al 41 bis, contro la decisione con cui il tribunale di Sorveglianza di Roma lo scorso 23 ottobre aveva confermato il carcere duro. Il difensore, l’avvocato Flavio Rossi Albertini ha impugnato il provvedimento della Sorveglianza nei confronti dell’anarchico, Cospito, detenuto a Sassari, che nei mesi scorsi aveva condotto un lungo sciopero della fame. Sulla questione i supremi giudici della Cassazione si sono riservati di decidere.
TERRITORIO
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 20 marzo 2024 Venticinque vite spezzate in carcere, di cui una al Cpr di Roma, in neanche tre mesi del 2024. Questo è il tragico bilancio che ci costringe a confrontarci con una realtà dolorosa e inaccettabile: il dramma dei suicidi dietro le sbarre. E mentre il conto delle vite perse continua a salire, la necessità di un intervento immediato e risolutivo diventa sempre più urgente. È con questo grido d’allarme che oggi, 20 marzo, si tiene a Roma, in Piazza dei Santi Apostoli, dalle ore 14: 00, una manifestazione nazionale organizzata dall’Unione Camere Penali. Un appello forte e chiaro, dopo l’ennesimo monito del presidente Mattarella, per sensibilizzare l’opinione pubblica e sollecitare un’azione immediata da parte del governo e della politica.
di Pietro Grimaldi
L’Identità Sicilia, 20 marzo 2024 Si alza e di molto la soglia di gesti estremi nelle carceri italiane. Il direttivo della Camera Penale di Catania Serafino Famà, con in testa il suo presidente l’Avvocato Francesco Antille, con un comunicato alza l’attenzione verso un problema ormai di vasta proporzione: “In questi giorni si sono verificati gli ultimi suicidi carcerari. Il loro numero non conta più anche in ragione del fatto che molti sono stati salvati in extremis; altri sono solo feriti; altri ancora, purtroppo, stanno aspettando il momento giusto.
di Roberta Di Matteo
rainews.it, 20 marzo 2024 Jordan Jeffrey Baby avrebbe compiuto 27 anni a luglio. Era in carcere a Pavia, condannato a 4 anni e 4 mesi per rapina aggravata dall’odio razziale. Secondo il padre non aveva nessuna intenzione di farla finita. A otto giorni dalla morte di Jordan Tinti, il trapper brianzolo noto col nome d’arte di Jordan Jeffrey Baby, parla suo padre Roberto Tinti. Jordan avrebbe compiuto 27 anni a luglio. Era in carcere a Pavia, condannato a 4 anni e 4 mesi per rapina aggravata dall’odio razziale. Un’infanzia difficile, problemi di tossicodipendenza e abuso di psicofarmaci. L’ammissione in comunità solo dopo un anno di galera; ma a inizio marzo era tornato in carcere. Lo stesso nel quale aveva denunciato di aver subito maltrattamenti e abusi.
di Marcello Ianni
Corriere Adriatico, 20 marzo 2024 Certificati medici rimasti, a quanto pare, lettera morta; continue preoccupazioni espresse dai genitori, che solo in extremis erano riusciti a trovare una struttura detentiva diversa dal carcere. Tutto questo non è riuscito ad evitare la volontà suicidaria del figlio, un 37enne detenuto. Una vicenda che ha avuto un’inevitabile coda giudiziaria: è stata trattenuta in decisione l’udienza civile che si è tenuta a gennaio di quest’anno dinanzi al Tribunale, (giudice Maura Manzi), la causa di risarcimento danni per un milione di euro, proposta dai familiari di un 37enne aquilano, morto suicida il 23 aprile del 2018 nella Casa Circondariale di Chieti, luogo nel quale il giovane era recluso dal settembre del 2017.
di Valeria Pacelli
Il Fatto Quotidiano, 20 marzo 2024 I pm: detenuto incappucciato e picchiato. E la giunta Pd non chiede di costituirsi parte civile. Il video è uno di quelli che hanno fatto più scalpore: un detenuto “scortato” da alcuni agenti, incappucciato con una federa bianca. Finisce a terra e lì viene colpito con calci e pugni. Era il 3 aprile 2023. Le immagini sono quelle delle telecamere del carcere di Reggio Emilia. Per la procura è stata tortura. Così l’8 febbraio scorso, la pm Maria Rita Pantani chiede il rinvio a giudizio per dieci agenti. Lo sdegno è generale: “Non sono cose accettabili” dice il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 20 marzo 2024 Il ministro della Giustizia, rispondendo all’interrogazione parlamentare di Roberto Giachetti di Italia Viva, ha dato notizia dell’avvio del procedimento per l’episodio avvenuto nell’istituto Pagliarelli di Palermo. Avviata l’azione disciplinare nei confronti degli agenti penitenziari del carcere Pagliarelli di Palermo che hanno aggredito verbalmente l’avvocato Stefano Giordano e il suo collega Giovan Battista Lauricella. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha risposto all’interrogazione parlamentare di Roberto Giachetti di Italia Viva, dopo l’articolo de Il Dubbio e la trasmissione di Radio Leopolda “Carceri, bisogna vederle” curata da Rita Bernardini dell’11 gennaio, sull’episodio di aggressione verbale ai danni di due avvocati difensori dei detenuti azeri ristretti nel carcere di Palermo.
di Antonio Mattone
Il Mattino, 20 marzo 2024 È trascorso un anno da quella maledetta notte che inghiottì la giovane vita e i sogni di Francesco Pio Maimone, ucciso con un colpo di pistola. Francesco Pio era seduto presso gli chalet di Mergellina al termine di una giornata di lavoro. Carlo, il suo amico del cuore, non riesce a darsi pace. Era accanto a lui quella sera e i ricordi riaffiorano come un fiume carsico che all’improvviso torna in superficie.
di Arnaldo Capezzuto
Il Fatto Quotidiano, 20 marzo 2024 “Perché so sparare così bene? A Capodanno compravamo le pistole e sparavamo”. Scende il gelo e s’impadronisce dell’aula del Tribunale per i minorenni di Napoli quando il 17enne killer di GioGiò, risponde così gelido, indifferente alla domanda formulata dal giudice che gli chiedeva “Come avesse imparato così bene a sparare”. È stata una prova durissima per Daniela Di Maggio e Franco Cutolo, i genitori di Giovanbattista, il 24enne musicista napoletano ammazzato, lo scorso 31 agosto dello scorso anno, con tre colpi di pistola per aver difeso un suo amico nel corso di una rissa. Lo sguardo basso del babykiller ha più volte incrociato gli occhi di Daniela e Franco.
AFFARI SOCIALI
di Gianni Santucci
Corriere della Sera, 20 marzo 2024 Oggi, a 22 anni dalla fondazione della Casa della carità, l’intervista al presidente onorario don Colmegna: “A Milano emerga nuova passione”. È una storia che inizia con un dialogo. Risale a più di vent’anni fa. Don Virginio Colmegna dice al cardinale Carlo Maria Martini: “Ormai si scambia la carità per elemosina”. La risposta dell’arcivescovo: “La carità deve abbracciare la giustizia”.
di Milena Gabanelli e Andrea Priante
Corriere della Sera, 20 marzo 2024 14 marzo 2024, un brigadiere capo dei carabinieri forestali di Cuneo si toglie la vita con la pistola d’ordinanza. 4 marzo, in provincia di Avellino si uccide un agente delle Penitenziaria. 27 febbraio, un finanziere si lancia dal decimo piano dell’ospedale di Chieti. 26 febbraio, una poliziotta si spara negli alloggi di servizio del commissariato di Rosignano. 24 febbraio, a Cosenza si suicida un assistente capo della Penitenziaria. 21 febbraio, in provincia di Bologna una giovane vigilessa la fa finita negli spogliatoi del Comando. 26 gennaio, in provincia di Vicenza a togliersi la vita è un vicebrigadiere delle Fiamme gialle di 38 anni. 25 gennaio, un carabiniere di Merate muore qualche giorno dopo essersi sparato mentre si trovava nella casa della compagna.
di Giovanna Cavallo*
Il Manifesto, 20 marzo 2024 L’appello di nove organizzazioni della società civile che da oltre sei mesi stanno attraversando l’Italia e ieri sono arrivate a Bruxelles. “La riforma dei regolamenti Ue causerà sofferenza e violazioni dei diritti”. “La politica degli ingressi legali non è una priorità in questo momento”. Risuonano ancora le parole che il vicepresidente della Commissione Ue Margaritis Schinas usò per annunciare la proposta di modifica dei regolamenti in materia di immigrazione: il nuovo Patto europeo migrazione e asilo. Quelle parole illustravano una strategia politica di chiusura e contenimento di un’immigrazione considerata sempre più come problema e trattata ancora come perenne emergenza.
di Susanna Ronconi
Il Manifesto, 20 marzo 2024 Il 15 marzo Antony Blinken, segretario di Stato degli Usa , fa il suo ingresso alla Cnd, Commission on Narcotic Drugs, a Vienna. Partecipazione non usuale, ci si aspetta che gli Stati uniti portino una parola forte in un appuntamento che deve fare il punto di medio termine sulla strategia globale decennale delle droghe, siglata nel 2019. Blinken è un falco della ‘war on drugs’, e infatti pone da subito una forte enfasi sulla ‘riduzione dell’offerta’, la lotta al narcotraffico, la risposta muscolare che da oltre 60 anni non produce nulla se non effetti disastrosi su persone che usano droghe e comunità.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 20 marzo 2024 “Non so neanche se il mio assistito è vivo o morto”, spiega uno dei legali degli imputati egiziani, rendendo bene l’idea di un processo diventato paradossale. E anche per ascoltare i testimoni la procura ora chiede una mano alla Farnesina. “La Farnesina ci aiuti a far venire i testimoni egiziani”. È ripreso con un nuovo disperato appello della procura di Roma rivolto al ministero degli Esteri il processo sull’omicidio di Giulio Regeni, in corso davanti alla Corte d’assise della Capitale. Nonostante infatti il tentativo di risolvere la vicenda sul piano giudiziario, alla fine si torna sempre lì, al vero nodo, che resta di natura politica e diplomatica.
La Repubblica, 20 marzo 2024 I due inviati della Rai uccisi a Mogadiscio il 20 marzo del 1994 durante la guerra civile in Somalia. Il presidente della Repubblica: “La loro morte è una ferita per l’intera società”. È domenica 20 marzo 1994, esattamente 30 anni fa, quando Ilaria Alpi viene uccisa a Mogadiscio insieme con il suo operatore Miran Hrovatin: inviati dal Tg3 per documentare la guerra civile somala, vengono freddati nella zona nord della città mentre lavorano a un’inchiesta sui traffici illeciti di armi e rifiuti tossici tra la Somalia e l’Italia.
di Andrea Palladino
La Stampa, 20 marzo 2024 Il professor Yahya Amir racconta il tentativo di insabbiare l’uccisione della reporter Rai. “Sessantamila dollari per incolpare Hashi”. La difesa: “Falso”. E Mogadiscio torna a minacciare i cronisti. Il professore somalo Yahya Amir di dubbi ne ha pochi. L’agguato di Mogadiscio del 20 marzo 1994 contro Ilaria Alpi e Milan Hrovatin ha radici lontane dal Corno d’Africa: “Dovete cercare in Italia”. Trent’anni dopo, decide di riprendere in mano quel dossier, raccontando, per la prima volta, episodi inediti sulla complessa, opaca, intricata storia della lunga - e al momento inutile - inchiesta sulla morte dei due giornalisti Rai. E quel che avviene a Mogadiscio, questa volta, potrebbe non rimanere a Mogadiscio.
di Nello Del Gatto
La Stampa, 20 marzo 2024 Dopo l’allarme Onu anche gli Usa mettono in guardia Israele: “Tutta la Striscia soffre la fame”. Netanyahu insiste: “Entreremo a Rafah”. “Devi immaginare la luna. Non è rimasto più niente. Qualche volta ho visto immagini di film di catastrofi post nucleari, mi sembra di rivivere nelle stesse ambientazioni”, dice Ahmed, che ha voluto lasciare Rafah per tornare al nord, a Jabalya, dove ha sempre vissuto la sua famiglia e affronta ogni giorno sfide per sopravvivere, “ma la sfida più grande oggi è mangiare”, spiega.
di Luigi Manconi
La Repubblica, 20 marzo 2024 I cittadini che depongono fiori sulla bara di Aleksej Navalny o mostrano la scheda elettorale con il suo nome: esiste un gesto più potente? La donna russa che si sporge oltre la transenna per lanciare un fiore sulla bara di Aleksej Navalny e quegli elettori che mostrano la scheda dove hanno scritto il nome del dissidente morto il 16 febbraio in un carcere oltre il circolo polare artico: esiste una immagine del coraggio umano più pregnante e più simbolicamente potente di questi inauditi gesti individuali?
DOCUMENTI
Articolo. "Carcere, violenza e residui di libertà", di Giovanni Maria Flick
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
Tavola rotonda: "Carcere e lavoro" (Ispra-VA, 22 marzo 2024)
Incontro-dibattito: "La condizione delle carceri in Italia" (Marzabotto-BO, 22 marzo 2024)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 24 marzo 2024
Convegno-Giornata di studi: "Il tempo del carcere" (Piacenza, 26 marzo 2024)
CORSI FORMAZIONE
BANDI E CONCORSI
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