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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di venerdì 31 maggio 2024
di Stefano Ferrio
Corriere della Sera, 31 maggio 2024 Attualmente introdurre o detenere cellulari costituisce reato. Giovanni Russo, Capo del dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ascoltato in audizione dalla Commissione Giustizia della Camera, caldeggia una pronta e massiccia liberalizzazione. A proposito di “desertificazioni affettive” chi trascorre mezz’ora al giorno spettegolando di amorazzi e sconti da outlet sui jeans firmati, oppure giocando a Penalty Shooters fino a inebetirsi, destinerebbe dieci centesimi del proprio abbonamento mensile a chi vorrebbe telefonare ai propri cari dal carcere?
di Angela Stella
L’Unità, 31 maggio 2024 Un reparto di rapida reazione operativa, specializzato nella protezione e tutela della sicurezza delle strutture penitenziarie e delle persone in caso di rivolta in carcere: è il Gruppo di intervento operativo (Gio) della Polizia Penitenziaria, presentato ieri, nel corso di una conferenza stampa da Andrea Delmastro delle Vedove, sottosegretario di Stato alla Giustizia con delega alla polizia penitenziaria, Giovanni Russo, capo del Dap, Lina Di Domenico, vicecapo Dap e Linda De Maio, primo dirigente di Polizia penitenziaria, direttore del Gio.
di Federica Olivo
huffingtonpost.it, 31 maggio 2024 Il governo lancia Gio, gruppo di intervento operativo della Polizia penitenziaria, all’indomani delle tensioni al Beccaria di Milano. Le rivolte, più o meno pesanti, in carcere aumentano principalmente per colpa del sovraffollamento. E il governo trova la soluzione: un reparto speciale per sedare le rivolte medesime. È tutto qui il corto circuito che spiega la nascita del Gio, il gruppo di intervento operativo della Polizia penitenziaria, presentato ieri durante una conferenza stampa al ministero della Giustizia dal sottosegretario Andrea Delmastro e dai vertici del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
di Lorenzo Proia
quotidianosanita.it, 31 maggio 2024 “Pochi minuti di attenzione e intervento. L’esiguo numero di psicologi costringerebbe “a selezionare i soggetti sui quali intervenire”, spiega Sellini (Aupi). Che sulla riforma Cartabia dice: “Difficoltà sui compiti e in qualche caso le prescrizioni dei Tribunali. Conflitti con norme sul consenso informato”. Al via il Gruppo di lavoro Aupi, convegno oggi a Napoli. Nel 2022 il Protocollo Cnop/Dap. La psicologia penitenziaria al centro del Gruppo di Lavoro istituito dall’Aupi. Associazione Unitaria Psicologi Italiani, secondo cui la salute mentale dei detenuti all’interno delle carceri italiane non sarebbe sufficientemente tutelata. L’Aupi non descrive un quadro roseo negli istituti penitenziari italiani.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 31 maggio 2024 Numerosi i casi di reclusi che non hanno potuto incontrare parenti gravemente malati, magari per l’ultimo saluto. Ha ragione l’associazione “Sbarre di Zucchero” nel dire, con una dura lettera rivolta al ministro della Giustizia, che i permessi di necessità non vengono concessi con la stessa celerità avuta nei confronti di Chico Forti? La risposta è sì, e vedremo il perché. Il suo ritorno in Italia, dopo quasi 25 anni di detenzione negli Stati Uniti per l’omicidio, per cui si è sempre professato innocente, è stato accolto con giubilo. Eppure, le modalità della sua accoglienza al carcere di Verona hanno sollevato non poche polemiche, riaprendo il dibattito sulle disparità di trattamento tra detenuti.
di Donatella Stasio
La Stampa, 31 maggio 2024 Quando sono usciti dal Quirinale, la sera del 28 maggio, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano avevano in tasca un testo sulla separazione delle carriere tra giudici e pm con numerose correzioni a matita blu. Nessuno dei due magistrati passati alla politica - il primo pm ormai in pensione; il secondo giudice fuori ruolo, con una lunga carriera politica alle spalle cominciata nel 1996 nelle file di An, Casa delle libertà, Nuova Italia e Fratelli d’Italia - era stato presente, la mattina dello stesso giorno, al cinquantesimo anniversario della strage fascista di piazza della Loggia a Brescia.
di Piero Sansonetti
L’Unità, 31 maggio 2024 Non si capisce perché sia fermo nei cassetti del Parlamento un disegno di riforma praticamente identico a quello presentato ieri al Consiglio dei ministri. È fermo da due anni. Il Consiglio dei ministri ha varato una riforma molto importante. Riguarda la giustizia. È una riforma radicale. Da anni, anzi da sempre, non succedeva una cosa del genere. Nessun consiglio dei ministri era mai riuscito a votare una riforma radicale, anche se parziale, della giustizia. I governi che ci si erano avvicinati a questo traguardo erano rapidamente caduti. Di solito abbattuti da una raffica di avvisi di garanzia sparata ad altezza d’uomo.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 31 maggio 2024 Separazione delle carriere. Il percorso del ddl costituzionale sarà lungo e irto di ostacoli. Se passerà, i suoi effetti potrebbero vedersi soltanto nel 2032. Un simbolo in nome (e in memoria) di Silvio Berlusconi. Al momento la riforma della giustizia, passata come disegno di legge costituzionale mercoledì scorso in consiglio dei ministri, non è molto di più. Anche perché, al di là del piano simbolico e delle pur estremamente chiare intenzioni del governo, il percorso che porterebbe allo stravolgimento della giurisdizione, cioè alla separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente, appare ancora piuttosto lungo. E incerto.
di Francesca Sabella
Il Riformista, 31 maggio 2024 Nessuno mi può giudicare, nemmeno tu… o meglio non solo tu. Siamo ancora lontani dalla sognata valutazione dei magistrati, ma un piccolo passo è stato fatto: gli illeciti disciplinari commessi dai magistrati non saranno giudicati solo dai colleghi e da una componente laica (decisi a tavolino e non sorteggiati come prevede ora la nuova normativa). La radio all’Anm suona bassa. La musica sta cambiando. Anzi, ci piace pensare che cambierà anche se questa “svolta epocale” richiederà tempo, troppo tempo, e probabilmente non ne vedremo la realizzazione. Ma resta una svolta culturale, questo sì.
di Simona Musco
Il Dubbio, 31 maggio 2024 Parla il viceministro della Giustizia: con la riforma nessuno rischio di controllo politico sui pm. “L’avvocato in Costituzione tra i temi oggetto di confronto parlamentare”. “È una vittoria di Forza Italia e della coalizione. E finalmente il cittadino saprà di avere davanti a sé un giudice realmente terzo, che non ha alcuna forma di parentela con le altre parti”. Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia, è a dir poco raggiante. La neonata riforma dell’ordinamento giudiziario, che porta anche la firma del fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi, è “elegante ed equilibrata”, spiega, e non intaccherà per niente l’indipendenza della magistratura.
di Aldo Torchiaro
Il Riformista, 31 maggio 2024 Il giurista Sabino Cassese, candidato al Quirinale per un giorno, dà una valutazione positiva delle misure del Guardasigilli. Sui tempi dell’iter di approvazione è possibilista: “Una maggioranza in Parlamento ci sarebbe”. Ed è urgente “contrastare la trasformazione dei magistrati delle procure in giudici della virtù e della morale” e della moralità: ora va sciolto il grumo di potere costituito dal sistema correntizio”. Il tentativo di riformare tramite annunci elettorali a presa rapida quel ginepraio di poteri che è il sistema-giustizia suscita qualche legittima perplessità, Mettere mano alla giustizia in modo serio e profondo richiede passaggi che, avendo la magistratura associata già preannunciato battaglia, si prevedono lunghi.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 31 maggio 2024 “L’auspicio è che, passata la tornata elettorale, la politica torni ad ascoltare i nostri argomenti e riveda questo duro colpo all’assetto della magistratura. sarei favorevole a una norma che richiami l’avvocato in costituzione”. Approvazione del ddl costituzionale su separazione delle carriere e Alta Corte. Ne parliamo con Stefano Musolino, segretario di Magistratura democratica.
di Virginia Piccolillo
Corriere della Sera, 31 maggio 2024 L’ex pm: critiche ipocrite. Anche la Carta prevede un giudice terzo. Non è la riforma della giustizia per la quale basterebbero più uomini, più mezzi e più strutture. Non c’azzecca niente. È la riforma della magistratura. Ciò detto, vedo tanta ipocrisia in chi la critica.
di Giovanni Maria Jacobazzi
Il Dubbio, 31 maggio 2024 A sopravvivere, secondo l’autore de “Il Sistema”, saranno “i gruppi associativi più ideologizzati, ma i cartelli nati solo per distribuire nomine finiranno nel nulla”. Invece di riforma “Nordio”, quella sulla separazione delle carriere avrebbe potuto chiamarsi tranquillamente riforma “Palamara”. Senza il procedimento giudiziario che nella tarda primavera del 2019 travolse l’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, disvelando il sistema delle nomine al Csm, molto difficilmente questa settimana il ddl che separa le carriere di pm e giudici e introduce il sorteggio per i togati di Palazzo Bachelet sarebbe stato varato dal governo.
TERRITORIO
di Rosario Di Raimondo
La Repubblica, 31 maggio 2024 Sala chiede l’intervento del governo, i sindacati insistono sulle croniche carenze di personale. Una quindicina di detenuti del carcere Beccaria di Milano saranno trasferiti dopo le proteste scoppiate mercoledì pomeriggio e andate avanti fino all’una di notte. Un provvedimento simile a quello deciso a inizio maggio dopo un incendio all’interno dell’istituto, che difficilmente - a giudicare dalle voci che emergono dall’interno del minorile - servirà a rendere il clima più sereno. I sindacati di polizia denunciano la carenza cronica di personale. E la politica litiga, con il sindaco Beppe Sala che chiama in causa il governo mentre l’esecutivo rivendica le azioni già messe in atto per migliorare la situazione.
di Antonio Borrelli
Giornale di Brescia, 31 maggio 2024 I detenuti hanno parlato di celle più chiuse e meno telefonate davanti a una commissione comunale. “Tutti i detenuti vengono formati per le mansioni più richieste dal mercato del lavoro”, “qui ci sentiamo sicuri e condividiamo con tutti le risorse che abbiamo a disposizione”, “sto facendo un percorso in un ambiente che mi rende fiducioso e disponibile”. Le voci dei detenuti di Canton Mombello - che disegnano uno scenario distopico e ideale, il carcere desiderato da chi tra quelle mura e quelle sbarre ci trascorre pezzi di esistenza - sono rotte ma dignitose. Fatte di sofferenza e di solitudine ma anche di consapevolezza che i propri diritti contano, che contano essi stessi, che la pena deve essere scontata ma in un’ottica riabilitativa.
di Claudio Masseglia
La Nazione, 31 maggio 2024 Ufficialmente i posti sono 152, in realtà 90 ospitano gli attuali 155 detenuti. “Il problema c’è, ma meno grave che in altri istituti”. La sinergia fra varie realtà istituzionali e professionali per migliorare la situazione. “Più attività ricreative e di reinserimento”. È una piccola città nella città, dove troppo spesso la vita è tutt’altro che facile, sia per chi ci finisce dentro causa errori commessi lungo il suo percorso di vita, sia per chi ci lavora. L’allarme sulla situazione delle carceri italiane è stato lanciato nel marzo scorso dal presidente della Repubblica Mattarella, a fronte del numero di suicidi nelle case penitenziarie di un po’ tutta Italia.
di Gaia Martignetti
fanpage.it, 31 maggio 2024 Dopo le scosse ai Campi Flegrei, il carcere di Pozzuoli è stato evacuato. Alcune delle detenute sono state trasferite fuori regione. Una delle famiglie a Fanpage.it: “Vogliamo torni a Napoli. “Del terremoto ho saputo dalla televisione. Ho pensato che mia figlia poteva pure morire”. A parlare è la madre di una delle detenute che il 20 maggio 2024 erano recluse nel carcere di Pozzuoli, mentre si registrava la scossa più forte degli ultimi 40 anni. Tutta la popolazione puteolana quella sera fuggiva in strada, queste donne altro non hanno potuto fare che attendere, fuori dalle celle, in uno spazio comune, che tutto finisse.
di Andrea Bimbi
toscanaoggi.it, 31 maggio 2024 La convenzione stipulata tra la Casa Circondariale di Massa Marittima, nella persona del direttore Maria Cristina Morrone, e il seminario vescovile - Casa per ferie “Mater Ecclesiae”, firmata lo scorso 15 maggio, “è frutto di un lavoro di tanti anni, nei quali, insieme al vescovo della diocesi mons. Ciattini, abbiamo incessantemente intessuto relazioni sia con l’amministrazione del carcere che con gli stessi detenuti”. È don Filippo Balducci, legale rappresentante del seminario vescovile, a raccontare il percorso che ha portato a formalizzare la collaborazione e la condivisione di comuni intenti in ordine a percorsi di reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti.
di Giorgia Decupertinis
Il Resto del Carlino, 31 maggio 2024 “A cena dentro”, buona la prima nella casa di reclusione di Castelfranco. Menù dai tortellini al galletto. E le richieste superano i posti disponibili. “È l’alba di un nuovo giorno”. Mercoledì sera, nella casa di reclusione di Castelfranco (in provincia di Modena), i raggi del sole stavano in realtà tramontando, cullati dal suono dell’arpa, quando i calici si sono riempiti e la tavola è stata minuziosamente allestita, dalle tovaglie bianche fino ai più piccoli dettagli.
di Elena Dal Forno
Corriere del Veneto, 31 maggio 2024 Costruiscono chitarre elettriche, danno nuova vita alle vecchie biciclette e rimettono sul mercato mobili vecchi che qualcuno ha buttato via. Ma questi non sono semplici lavori. Per i detenuti del carce e di Santa Bona che hanno aderito ai progetti di Alternativa Ambiente queste attività rappresentano un nuovo senso del tempo e le basi per il reinserimento sociale e professionale. “I nostri progetti si chiamano “Claustrofobico” e “Officina del Tempo” e richiamano le due dimensioni importanti nella vita dei detenuti - spiega il presidente di Alternativa Ambiente, Marco Toffoli. L’obiettivo è quello di portare ai detenuti la forma mentale dell’artigiano per affrontare le scelte che faranno da uomini liberi”.
di Dario Amighetti
Corriere di Bologna, 31 maggio 2024 Per il reinserimento sociale dei minori del Pratello ha preso in via “Slegami”: “Progetto pioneristico”. Lo sport e la cura degli animali al centro del progetto “Slegami” per il recupero e il reinserimento sociale dei ragazzi in carico al centro di Giustizia minorile del Pratello. Otto i minori detenuti o che rientrano nei percorsi di messa in prova che attualmente hanno la possibilità di partecipare un giorno a settimana, per un’ora e mezza, ad attività con i cavalli.
di Antonella Barone
gnewsonline.it, 31 maggio 2024 “Kutub Hurra - Un ponte di libri attraverso il Mediterraneo” nasce per favorire il dialogo interculturale in carcere attraverso opportunità di lettura ai detenuti arabofoni e l’utilizzo dei libri come strumento di emancipazione culturale. Più che un progetto una sfida se le due realtà che lo hanno ideato “l’Ong Upp - Un ponte per… e l’associazione tunisina “Lina Ben Mhenni” hanno anche l’obiettivo di rendere il mare Mediterraneo da “muro orizzontale che aumenta le distanze tra una parte del mondo e l’altra” a “un mare di umanità, un ponte tra occidente e oriente, tra nord e sud”.
di Luca Liverani
Avvenire, 31 maggio 2024 Un universo che continua a crescere. Nonostante la fatica nel reperire fondi e volontari. Nonostante la mole di adempimenti burocratici. Sono oltre 120 mila gli Enti del Terzo Settore che, a dicembre 2023, si erano iscritti al Registro unico del Terzo settore (Runts). Ed è un numero ancora in crescita, se ad aprile erano arrivati già a 126 mila. Perché iscriversi è conveniente, come dimostra l’indagine campionaria su 25mila enti non trasmigrati da altri registri, ma nati negli ultimi due anni. Conviene perché apre a opportunità economiche - a partire dall’accesso al 5x1000 - migliora i rapporti con la Pubblica amministrazione e consente un maggiore accesso a fondi. A realizzare l’analisi è stato l’Osservatorio del Runts, promosso dal ministero del Lavoro e da Unioncamere sulla base di un accordo istituzionale.
di Francesco Sinopoli*
L’Unità, 31 maggio 2024 La politica lo ha cancellato dalla sua agenda. Il conflitto sociale, non esercitato dalle forze democratiche, finisce per essere conquistato dalla destra nazionalista. Per una fortunata e stimolante coincidenza, l’Unità del 23 maggio propone due articoli tra loro correlati e contigui, per le questioni evidenziate e per le analisi che vengono proposte. Mi riferisco all’intervista di Marcelle Padovani e all’articolo di Michele Prospero. Vorrei, se possibile, entrare in dialogo con loro, dal momento che temi e problemi sono analoghi a quelli di cui ci occupiamo, soprattutto in questo periodo, nella Fondazione Di Vittorio.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 31 maggio 2024 Presentato il nuovo dossier della rete “ero straniero”: il meccanismo non funziona e crea irregolarità. I cittadini stranieri hanno una sola strada per venire a lavorare in Italia in modo regolare: il decreto flussi. Ma il meccanismo alla base non funziona e la procedura ha una serie di blocchi. I posti disponibili sono inferiori alle domande, solo una piccola parte di chi vince la lotteria dei click day perfeziona la pratica, chi resta bloccato nei meandri della burocrazia non ottiene il permesso per attesa occupazione. Il risultato è che le richieste del mercato del lavoro italiano restano insoddisfatte e migliaia di lavoratori non riescono a entrare in Italia o finiscono nell’irregolarità.
di Sarita Fratini
L’Unità, 31 maggio 2024 Il nostro Paese potrebbe non trasferire mai i migranti sul territorio albanese, ma intanto 20 poliziotti sono già in partenza per vigilare su un centro deserto. Partono i primi 20 agenti italiani per l’Albania: sorveglieranno un hotspot vuoto. Non si capisce ancora come l’Italia potrà trasferire cittadini stranieri in Albania senza violare le sue stesse leggi ma sono già in partenza i primi 20 agenti italiani per vigilare sull’hotspot (vuoto) costruito dall’Italia nel porto di Shengjjn, cittadina turistica a nord di Tirana. Lo annuncia il S.I.A.P. (Sindacato Italiano Appartenenti Polizia) con un comunicato stampa che fornisce diversi dettagli dell’operazione: reclutati su base volontaria tra i reparti mobili di Napoli e Roma, 20 agenti partiranno il 2 giugno ...
di Nadia Ferrigo
La Stampa, 31 maggio 2024 La Lega propone un sub-emendamento per vietare la riproduzione della pianta su manifesti e qualsiasi altro mezzo di pubblicità. Al leader della Lega Matteo Salvini non basta vietare la cannabis light, vuole proprio cancellare la foglia a cinque punte. Non la vuole più vedere, neanche disegnata. Non è una metafora, va inteso in senso letterale. Con un sub emendamento all’emendamento del ddl Sicurezza che bandisce la cannabis con una percentuale di Thc più basso dello 0,2 per cento, propone di vietare anche “l’utilizzo di immagini o disegni, anche in forma stilizzata, che riproducano l’intera pianta di canapa o sue parti su insegne, cartelli, manifesti e qualsiasi altro mezzo di pubblicità per la promozione di attività commerciali”. La pena? “Reclusione da sei mesi a due anni e la multa fino a 20mila euro”.
di Alex Zanotelli
Il Manifesto, 31 maggio 2024 L’interesse del governo italiano e della premier Meloni è solo quello di mettere le mani sui giacimenti di gas e di petrolio per la nostra autonomia energetica. Il “Piano Mattei” non è altro che puro neocolonialismo in salsa meloniana. È singolare che la presidente del Consiglio utilizzi il nome di Enrico Mattei, partigiano, mentre lei non riesce neanche a definirsi antifascista. Non solo, ma Mattei ha avuto il coraggio di schierarsi dalla parte degli algerini che lottavano contro la Francia per l’indipendenza del loro paese. Infatti, un serio Piano per l’Africa avrebbe dovuto portare il nome di un noto africano come Nelson Mandela o Stephen Biko, non di Mattei, poco conosciuto in Africa.
di Giulio Terzi di Sant’Agata*
Il Dubbio, 31 maggio 2024 La sentenza della Corte d’Assise di Parigi: commessi crimini di guerra e contro l’umanità. La Corte d’Assise di Parigi ha condannato pochi giorni fa all’ergastolo tre alti esponenti del regime siriano - sotto mandato d’arresto internazionale dal 2018 - giudicati colpevoli di complicità in crimini contro l’umanità e di guerra, tra questi le barbarie subite da Mazzen e Patrick Dabbagh, padre e figlio di nazionalità franco-siriana. Come decine di migliaia di siriani, Mazzen e Patrick furono arrestati senza motivo, detenuti senza alcuna notifica né processo, torturati e uccisi.
di Federico Bosco
Il Domani, 31 maggio 2024 Da aprile nessun camion umanitario ha raggiunto la zona centrale della Striscia, piena di profughi. È l’effetto della strategia dell’Idf, che controlla gli accessi e ha spinto gli abitanti di Rafah a nord. I carri armati israeliani continuano l’accerchiamento di Rafah, nella zona sud della Striscia di Gaza, tre settimane dopo l’inizio di un’operazione che, secondo l’Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), ha costretto nuovamente alla fuga più di un milione di persone, le stesse che erano state sfollate dalla zona nord nella prima fase del conflitto.
di Carolina Mella
Internazionale, 31 maggio 2024 Da quando il governo dell’Ecuador ha affidato il controllo delle carceri ai militari, un gruppo di donne vive davanti a un penitenziario di Guayaquil per avere notizie dei figli. Anche Lucía si sente prigioniera da quando il figlio è stato arrestato, più di tre anni fa. I detenuti sono stipati in cella con il petto nudo e coperto di sudore per l’umidità di Guayaquil, mentre lei sconta la pena fuori, davanti all’entrata del carcere più pericoloso dell’Ecuador, la Penitenciaría del Litoral, dove si trovano due dei suoi sei figli.
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