Telefax 049.654233. Mail: redazione@ristretti.it Sito internet: www.ristretti.org |
Notiziario quotidiano dal carcere
--> Rassegne Tematiche <--
Edizione di mercoledì 29 maggio 2024
di Claudio Cerasa
Il Foglio, 29 maggio 2024 I partiti dovrebbero candidare uno qualsiasi dei 61.049 detenuti nelle patrie galere. Dal caso di Ilaria Salis, a quello di Chico Forti, l’attenzione per le condizioni delle carceri del mondo, da parte della maggioranza e dell’opposizione, è commovente. Forse ora però sarebbe il caso di concentrarsi sullo stato di quelle italiane. Nelle ultime settimane, nel nostro Paese, si è verificato un piccolo e formidabile miracolo politico che merita di essere preso decisamente sul serio vista la sua oggettiva eccezionalità. Il piccolo e formidabile miracolo ha investito tutto il fronte dei partiti, in modo trasversale, e ha permesso di mettere in mostra il grado di attenzione che vi è tra i leader dei vari partiti attorno a un tema molto delicato, messo al centro dell’agenda politica dalla quasi totalità dei leader politici.
di Giuliano Ferrara
Il Foglio, 29 maggio 2024 Mettere in cella gli indagati è un abuso su cui si tace dai tempi di Mani pulite. Oramai è diventata un’abitudine di desolazione e rassegnazione. Si sa che un terzo dei detenuti in Italia è statisticamente da considerare non colpevole, lo dicono i processi successivi o coevi alle spesso lunghe, inutili, dannose detenzioni preventive. Sappiamo anche che una specie di teoria legale surrettizia dice che non esistono innocenti ma solo colpevoli “in attesa” di essere scoperti. Parliamo spesso di povericristi, di persone che fanno una vita non integrata, che sono dentro per imputazioni a volte risibili, che non godono di protezione legale adeguata, e che quasi nessun occhio politico istituzionale o sociologico inquadra mai a sufficienza tra i fattori di sofferenza umana e sociale più pesanti.
di Luigi Patronaggio*
Avvenire, 29 maggio 2024 Malgrado sia teoricamente tra i più avanzati, l’ordinamento penitenziario trova ostacoli alla sua applicazione in strutture e istituzioni carenti. E così il carcere non riabilita. Sono assolutamente d’accordo, e per taluni forse anche sorprendentemente d’accordo, con l’iniziativa dell’associazione Sciascia-Tortora affinché i neo-magistrati facciano una significativa esperienza professionale all’interno delle carceri. Lo spirito di tale iniziativa, tuttavia, non deve avere il sapore della aprioristica condanna morale della casta magistratuale sordamente arroccata sulla propria privilegiata torre, deve invece mirare a far prendere coscienza ai neo-magistrati di cos’è in concreto la pena che essi infliggeranno e se l’esecuzione di tale pena sarà in linea con il dettato costituzionale e con i principi enunciati dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu).
di Angela Stella
L’Unità, 29 maggio 2024 Istituito un reparto speciale della Polizia penitenziaria contro le rivolte in carcere, potrà intervenire anche in quelle minorili. È polemica. Da oggi e fino a data da destinarsi, l’Unione delle Camere penali italiane, in collaborazione con il proprio Osservatorio carcere, ha organizzato una maratona oratoria in vari luoghi pubblici di tutto il Paese per rappresentare “alla società civile la condizione inumana dei detenuti, il degrado della realtà carceraria nella quale si vedono costretti a svolgere la propria attività lavorativa gli agenti di polizia penitenziaria e gli operatori tutti, le inefficienze del sistema, le mancate riforme, l’irresponsabile indifferenza della politica e ogni altro aspetto che possa offrire l’immagine del fallimento di un sistema che rappresenta la negazione stessa della democrazia ed organizzare ogni opportuna iniziativa di informazione e protesta”.
polpenuil.it, 29 maggio 2024 Il Governo ha istituto un nuovo reparto di Polizia penitenziaria, il Gruppo di Intervento Operativo (Gio) per sedare le rivolte nelle carceri. Il problema, ci spiega il segretario del sindacato Uil-Pa, Gennarino De Fazio, è che il sistema delle carceri attualmente “è illegale”. E che prima di pensare alla repressione, servirebbe ridurre il numero dei detenuti e aumentare quello degli agenti. Ne hanno parlato in pochissimi (lo ha scritto in un colonnino il Manifesto), ma pochi giorni fa, il 14 maggio, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, con un decreto ministeriale, ha istituito un nuovo reparto composto da agenti di Polizia penitenziaria: si chiama “Gruppo di Intervento Operativo (Gio). A che serve? A intervenire in caso di rivolte in carcere.
di Massimiliano Smeriglio
L’Unità, 29 maggio 2024 Gli Ipm sono sempre più pieni a causa del dl Caivano. Diventano luoghi in cui concentrare sofferenza e difficoltà di giovani cresciuti in contesti di marginalità sociale. Vanno ingaggiati in forme radicalmente alternative alla privazione della libertà. Perché no, perché non dovremmo squarciare il velo di ipocrisia che avvolge il dibattito sul sistema detentivo dei minori proponendo la chiusura degli istituti penitenziari minorili. Soprattutto dopo i fatti di Milano.
La Repubblica, 29 maggio 2024 Il lavoro è lo strumento fondamentale per il reinserimento sociale delle persone detenute. Parte da questa certezza la terza edizione del bando “Evado a lavorare”, promosso dalla Fondazione Con il Sud. L’iniziativa mette a disposizione complessivamente 3 milioni di euro e si rivolge alle organizzazioni di Terzo Settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Il lavoro restituisce dignità riduce le recidive. La restituisce al tempo trascorso in carcere per scontare la propria pena, ma è l’elemento principale che riduce drasticamente le percentuali di recidive che si verificano in quasi il 70% dei casi tra chi non lavora e solo nel 2% tra chi ha vissuto un’esperienza lavorativa, che nello stesso tempo beneficia anche di ricadute positive sull’autostima e sul benessere.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 29 maggio 2024 Camera, Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali. I presidenti ai relatori: “Attenti al rispetto dei principi costituzionali”. Il governo rafforza lo stop alla cannabis light. Sullo stop alla cannabis light - che entrerebbe così nel mercato illegale e in mano alle mafie, al pari della cannabis psicotropa - tutti d’accordo, nella maggioranza. Anzi, dal governo arriva la giustificazione che rafforza l’intenzione. Così come tutti d’accordo anche sui nuovi reati di “rivolta in carcere” e di “integralismo”, e sullo scudo penale in favore dei pubblici ufficiali “costretti” a usare la violenza. Inoltre, per il momento, almeno fino alle elezioni, vietato discutere delle sanzioni maggiorate per i reati di violenza o minaccia “commessi al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica”.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 29 maggio 2024 Riforma subito in Consiglio dei ministri: il sorteggio integrale dei togati al Csm tra i passaggi “rivedibili” del ddl anticipato a Mattarella. La riforma costituzionale della giustizia approderà già oggi in Consiglio dei Ministri. L’ordine del giorno di Palazzo Chigi prevede infatti al primo punto, per la riunione che inizierà alle 13, “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare”. La convocazione è arrivata ieri sera alle 22, due ore circa dopo il termine dell’incontro tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Dal Quirinale non è trapelata alcuna indiscrezione.
di Liana Milella
La Repubblica, 29 maggio 2024 La riforma della giustizia già oggi in Consiglio dei ministri: Forza Italia realizza il sogno di Berlusconi. E Sisto presenta ai suoi il testo. La separazione delle carriere, con un incontro inopportunamente anticipato e reso pubblico addirittura il giorno prima, ieri è approdata al Quirinale. Poco dopo le 19. E oggi arriverà anche in Consiglio dei ministri per il primo via libera. L’obiettivo del Guardasigilli Carlo Nordio, “scortato” dal sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano nella veste ormai di “ministro ombra”, era quello di bruciare i tempi e strappare proprio al Colle una sorta di consenso a presentare il testo. Che, in questo caso, sarebbe arrivato dal vertice dello stesso Csm, visto che Sergio Mattarella accomuna nella sua persona entrambe le “presidenze”, della Repubblica e del Csm.
di Francesco Grignetti
La Stampa, 29 maggio 2024
Oggi il Consiglio dei ministri licenzierà una proposta di legge che rivoluziona la giustizia italiana. La decisione è presa. E di colpo il governo non vede l’ora di correre verso una nuova riforma della Costituzione. Il consiglio dei ministri oggi licenzierà una proposta di legge che rivoluziona la giustizia italiana. Sarà una riforma in tre semplici ma giganteschi passi. Primo, la separazione delle carriere dei magistrati, ovvero concorsi separati dall’inizio e poi così avanti per tutta la carriera. Da una parte i magistrati giudicanti, quelli che emettono sentenze. Dall’altra gli inquirenti, ovvero chi riceve le notizie di reato, conduce le indagini e, quando raggiunga le prove, chiede le condanne.
di Giorgio Varano*
Il Dubbio, 29 maggio 2024 Tra le derive ereditate dal Covid, la più pesante è la celebrazione solo “cartolare” di molti processi: con l’effetto disumanizzante di condanne pronunciate non da un magistrato al termine del giudizio, ma recapitate via mail. Quasi come un drone che rilascia un ordigno. Le riforme del processo penale degli ultimi anni sono state tutte improntate a rendere più “efficiente” la giustizia, tese a diminuire i tempi di tutte le fasi non solo giurisdizionali ma anche lavorative, questo grazie anche ad una certa accelerazione tecnologica - basti pensare al portale telematico - portatrice della falsa promessa di un minor tempo di impiego per svolgere tutte quelle attività necessarie all’esercizio del diritto di difesa.
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 29 maggio 2024 Chi con ripetute minacce e molestie ingenera paura da cui deriva uno stato perdurante di ansia nelle vittime commette il delitto di atti persecutori, che è aggravato se lo stalker agisce con odio razziale. No alla derubricazione del delitto di stalking nella contravvenzione di molestie se la vittima entra in uno stato di perdurante ansia e modifica le proprie abitudini di vita a fronte delle condotte reiterate dell’imputato. Infatti, le molestie sono ravvisabili solo quando il risultato nella psiche della persona offesa è quello di essere infastidita.
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 29 maggio 2024 La mancanza di braccialetti elettronici da applicare ai detenuti ai quali vengono concessi gli arresti domiciliari sta diventando un’emergenza con conseguenze molto negative. A partire dall’ingiustificata permanenza in carcere. Sono diversi i casi di persone che, pur beneficiando da parte del giudice per le indagini preliminari di un provvedimento di sostituzione della misura cautelare in carcere con gli arresti domiciliari, non possono lasciare l’istituto penitenziario ospitante perché non si riescono a reperire i dispositivi.
di Nicoletta Pisanu
Il Giorno, 29 maggio 2024 Si è svolta ieri l’udienza per discutere l’opposizione alla richiesta di archiviazione delle posizioni di nove agenti di Polizia penitenziaria accusati di aver percosso un detenuto, ora in stato di libertà, a Pavia nel 2020. L’udienza si è tenuta davanti al Gip Pasquale Villani, che si è riservato sulla decisione. La parte offesa è un ex detenuto del carcere pavese che ha accusato i nove agenti di aver preso parte ad atti di violenza nei suoi confronti. In particolare, secondo la sua ricostruzione, i fatti sarebbero accaduti all’indomani dei disordini divampati nel marzo 2020 per protestare contro le restrizioni imposte anti Covid, vicenda per cui sessantotto tra detenuti ed ex sono attualmente a processo davanti al Collegio del tribunale di Pavia con l’accusa di devastazione e saccheggio.
di Antonio Bompani
stradeonline.it, 29 maggio 2024 Sabato 25 maggio, visitando il carcere di Rebibbia (Casa Circondariale, Nuovo Complesso) grazie ai Radicali Italiani, motore politico dell’iniziativa, ho toccato con mano le problematiche strutturali di un sistema che necessita di politiche pubbliche sempre più urgenti. Ci troviamo di fronte a quella che è a tutti gli effetti un’emergenza nazionale, troppo a lungo sottovalutata da istituzioni e partiti. L’aspetto che mi ha maggiormente colpito, in positivo, è stato la grande disponibilità dei detenuti a condividere priorità ed esigenze: fortemente interessati a raccontare e soprattutto a mostrare quel che non va, dalle loro valutazioni è emerso un quadro piuttosto lucido e chiaro.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 29 maggio 2024 Incontro inedito per la Biblioteca Vivente di Abcittà: per la prima volta i libri viventi sono stati dei ragazzi detenuti in un Ipm (il Ferrante Aporti di Torino), mentre i lettori sono stati alcuni studenti delle scuole superiori. Un’occasione di ascolto e condivisione tra coetanei, per smontare stereotipi e pregiudizi sul tema del carcere. Da La vittima a Finché non ti tocca, da La vita di passaggio a Mai più, da Passa prima tu a Trova le differenze. Sono alcuni dei titoli di un catalogo di libri molto speciale, intorno ai quali lo scorso 25 maggio si è realizzato il primo incontro di Biblioteca vivente nell’Istituto penale minorile “Ferrante Aporti” di Torino, con alcuni studenti degli istituti superiori.
di Emanuela Zanasi
Il Resto del Carlino, 29 maggio 2024 L’8 giugno partita di calcetto in collaborazione col Lions all’interno del Sant’Anna. Il direttore Sorrentini: “Rivolta ferita aperta, ma dal 2020 tanto è stato fatto”. “Quella tragedia ha lasciato il segno, è ancora una ferita aperta, ma in quattro anni tante cose sono state fatte”. Così il direttore della casa circondariale di Modena Orazio Sorrentini commenta la terribile rivolta scoppiata al Sant’Anna del marzo 2020. Lo ha fatto a margine della conferenza stampa per presentare l’iniziativa del Lions Club Modena ‘Un calcio al pregiudizio’, la partita di calcetto in programma l’8 giugno prossimo all’interno del Sant’Anna.
cn24tv.it, 29 maggio 2024 Si chiuderà con una mostra archeologica “Copycat. Speranze replicabili”, progetto ideato, prodotto e realizzato dalla Direzione del Parco archeologico di Sibari, istituto autonomo del Ministero della Cultura guidato dal Ministro Gennaro Sangiuliano, e che ha coinvolto detenuti della casa circondariale di Castrovillari, studenti dell’Ipsia - Istituto professionale superiore secondario dell’Erodoto di Thurii di Cassano All’Ionio - professori della stessa scuola, archeologi e assistenti all’accoglienza, fruizione e vigilanza, due direttori carcerari, un funzionario e una preside, diversi reperti originali datati tra il VI e il III secolo a.C., tre “formatori” della onlus “Maestri di Strada”, quattro seminari per un totale di sedici ore di formazione preliminare rivolta a docenti e operatori museali, un autista ed un pulmino messo a disposizione dal comune di Cassano all’Ionio per collegare anche fisicamente carcere e museo.
ciranopost.com, 29 maggio 2024 Oggi, mercoledì 29 maggio alle ore 14.30 è in programma l’evento conclusivo del laboratorio “Il teatro che ripara, il teatro che è riparo”, il progetto di formazione e accompagnamento alla pratica e alla visione del teatro rivolto ai detenuti delle sezioni di media sicurezza della Casa Circondariale di Bari a cura di Damiano Nirchio con l’associazione culturale Senza Piume in collaborazione con la cooperativa Crisi. Durante l’evento sarà presentato il cortometraggio Limbo realizzato nelle giornate di laboratorio da Vincenzo Ardito con i detenuti che hanno partecipato al progetto.
di Gianfranco Capitta
Il Manifesto, 29 maggio 2024
Lo spettacolo di Tindaro Granata “Vorrei una voce”, dalle storie di carcerate nel penitenziario siciliano filtrate dal canzoniere della diva cremonese. Tindaro Granata è un attore originale, ogni volta diverso ma sempre efficace. Questa volta spiazza lo spettatore anche cantando: ma con la voce di Mina. Lo spettacolo che porta in tournée (è appena stato all’Elfo, con grandissimo successo, anzi vero entusiasmo da parte del pubblico) ha una storia più articolata e complessa di quelle correnti in teatro. Nasce infatti da una esperienza di spettacolo nato e coltivato in un carcere, quello femminile di alta sicurezza di Messina, dove è stato chiamato per fare un’esperienza artistica con le detenute da colei che abitualmente fa con loro teatro, Daniela Ursino.
AFFARI SOCIALI
di Francesca Spasiano
Il Dubbio, 29 maggio 2024 Secondo l’ultimo rapporto Eurispes, 4 cittadini su 10 denunciano la presenza di bande giovanili sul territorio. Ma in base ai dati della Polizia il fenomeno non deve allarmare. Chi sono davvero i ragazzi di cui tanto parla la cronaca? Si trovano principalmente nelle grandi aree urbane, più al Nord che al Sud, nei dintorni delle stazioni o dei centri commerciali. Gruppi che non sforano quasi mai i dieci, tutti maschi, prevalentemente italiani, giovani tra i 15 e i 24 anni. Ragazzi che provengono da contesti di marginalità o disagio socio-economico, il cui primo bersaglio sono i propri coetanei. I media le chiamano “baby gang”. Ma cosa sono davvero? E quanto bisogna preoccuparsi?
di Marco Birolini
Avvenire, 29 maggio 2024 “Non esistono aree del Paese in cui le Forze di polizia non possono decidere di entrare quando vogliono”. Parola di Vincenzo Nicoli, direttore controllo del territorio della Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato, che il 13 settembre 2023 rassicurò così la commissione parlamentare d’inchiesta su sicurezza urbana e periferie. Salvo poi ammettere che “ci possono essere sicuramente aree in cui sono state alzate barriere fisiche”. Non solo in alcuni quartieri difficili del Sud, ma anche a Roma (il fortino di Tor Bella Monaca) e persino al Nord. Nicoli indicò come esempi il Gad di Ferrara e Mestre.
di Annalisa Cuzzocrea
La Stampa, 29 maggio 2024 Maysoon Majidi pesa 40 chili. È in un carcere italiano da cinque mesi. Da due giorni è in sciopero della fame. E noi che abbiamo organizzato manifestazioni e tagliato ciocche di capelli gridando “Vita donna libertà” nemmeno lo sappiamo. Noi che abbiamo chiesto stentorei agli ayatollah di lasciare libere le donne iraniane di fare la loro vita, vestire come vogliono, sciogliere i capelli, cantare e danzare, teniamo in una cella una di loro con l’accusa - tutt’altro che comprovata - di essere “una scafista”.
di Alessia Candito
La Repubblica, 29 maggio 2024 Dopo mesi di carcere, ai domiciliari la mamma iraniana. Lo ha deciso il Riesame di Reggio Calabria. In sciopero della fame l’attivista curdo-iraniana in carcere con la medesima accusa. Per mesi nessuna delle due ha potuto fornire la propria versione per mancanza di mediatori. Sette mesi dopo l’ultimo abbraccio, Marjam Jamali potrà riabbracciare il figlio. E proprio grazie a lui il tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha concesso alla donna, fuggita dall’Iran e da un marito violento che più volte l’ha ferita ma in Italia finita in carcere come “capitana”, gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Da donna libera, il bimbo di 8 anni appena l’ha visto per l’ultima volta sulla banchina del porto di Roccella Jonica, al termine di una traversata complicata che sperava servisse a regalarle libertà lontano dall’Iran.
di Tatiana Montella
Il Manifesto, 29 maggio 2024 Majidi e gli altri. Come ha raccontato il Manifesto, Maysoon Majidi, attivista curdo-iraniana in carcere da cinque mesi a Castrovillari con l’accusa di essere una “capitana” (scafista secondo la retorica dominante), ha iniziato lo sciopero della fame. Majidi è una regista e un’attivista che ha preso parte alle mobilitazioni delle donne iraniane, perseguitata dal regime degli ayatollah, doppiamente oppressa perché donna e curda. A dicembre 2023 ha raggiunto l’Italia dopo essersi imbarcata dalla città turca di Izmir. Arrivata in Calabria, su un’imbarcazione con altri 77 migranti, è stata arrestata per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, accusata di aver coadiuvato il capitano dell’imbarcazione distribuendo acqua e cibo.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 29 maggio 2024 Un giorno Meloni rivendica gli sbarchi diminuiti, ma solo rispetto al 2023, quello dopo firma la delibera per “l’eccezionale incremento”. Intanto la Humanity 1 salva 182 persone. Su un barcone anche il cadavere di un neonato. Un giorno si vanta di aver ridotto gli sbarchi, quello dopo rinnova lo stato d’emergenza per “l’eccezionale incremento dei flussi di persone migranti in ingresso sul territorio nazionale attraverso le rotte del Mediterraneo”. Fa così Giorgia Meloni. Lunedì annuncia: “Grazie al lavoro lungo e complesso che stiamo portando avanti, gli sbarchi in Italia continuano a diminuire. A oggi, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sono quasi il sessanta per cento in meno”. Martedì, invece, firma la delibera del Consiglio dei ministri per il secondo rinnovo dell’emergenza dichiarata l’11 aprile 2023, un mese e mezzo dopo il naufragio di Cutro.
di Lorenzo D’Agostino
Il Manifesto, 29 maggio 2024 Il reato di tortura, pensato per proteggere i cittadini da chi indossando una divisa può usare la forza - e proprio per questo inviso alla maggioranza di governo - nella sua prima applicazione ha portato alla condanna non di poliziotti, ma di tre richiedenti asilo, arrivati a Lampedusa a giugno 2019 sulla nave Sea Watch di Carola Rackete. La sentenza di primo grado del tribunale di Messina ha certificato le torture sistematiche nei centri di detenzione per migranti in Libia, specificamente nella prigione di Zawiya Al Nasr. Per questo la corte penale internazionale si è congratulata con il governo italiano e Amnesty Italia ha parlato di “sentenza storica e innovativa”.
di Ilaria Solaini
Avvenire, 29 maggio 2024 Il rapporto Amnesty: l’impennata in Iran porta al numero più alto dal 2015. I progressi negli Stati Uniti vacillano a causa dell’aumento del numero di persone uccise dal boia. 1.153 esecuzioni nel 2023, con un aumento del 31% (+270) rispetto alle 883 esecuzioni conosciute nel 2022. È la cifra più alta registrata da Amnesty International dal 2015 quando le esecuzioni furono 1.634, anche se queste cifre non includono le migliaia di persone presumibilmente condannate a morte in Cina, così come altre esecuzioni che si ritiene siano avvenute in Corea del Nord e Vietnam, dove mancano dati.
di Domenico Quirico
La Stampa, 29 maggio 2024 Chi giurava “mai soldati in Ucraina” si dovrà ricredere, la diplomazia giace ormai silenziosa in un angolo. Ecco: la parolina è stata pronunciata: istruttori, consiglieri, berretti verdi. Sembra un vocabolo innocuo. Invece ricordatevi questa data, 27 maggio. Perché quando la guerra, quella grande, non quella per comoda procura o confortevolmente non belligerante, infurierà, potrete partir da lì per riflettere con sbigottimento su come è iniziata anche per noi. Purtroppo non ci aiuterà a soffrire di meno. Si son persi due anni per accomodarsi sugli inverosimili (ma utilissimi, per loro, i centauristi della Immancabile Vittoria) paragoni storici con il 1939 e la seconda guerra mondiale: Putin come Hitler vuole conquistare il nostro mondo, Ucraina come la Polonia, rischi mortali di una nuova Monaco ...
di Yuval Abraham e Meron Rapoport*
Il Manifesto, 29 maggio 2024 Sorvegliati l’attuale procuratore e Fatou Bensouda, attivisti palestinesi e membri delle Nazioni Unite. Per quasi un decennio, Israele ha sorvegliato funzionari di alto livello della Corte penale internazionale e operatori palestinesi per i diritti umani nell’ambito di un’operazione segreta volta a ostacolare l’indagine della Cpi sui presunti crimini di guerra di Tel Aviv, rivela un’indagine congiunta di +972 Magazine, Local Call e The Guardian. L’operazione, che risale al 2015, ha visto la comunità di intelligence israeliana sorvegliare regolarmente l’attuale procuratore capo della corte, Karim Khan, la sua predecessora Fatou Bensouda e dozzine di altri funzionari della Cpi e dell’Onu. L’intelligence israeliana ha anche monitorato i materiali che l’Autorità Palestinese ha presentato all’ufficio del procuratore e ha sorvegliato i dipendenti di quattro organizzazioni palestinesi per i diritti umani.
DOCUMENTI
PETIZIONI
Proposta di legge "Sciascia-Tortora" per una amministrazione della giustizia (più) umana e consapevole. Per aderire clicca QUI
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 2 giugno 2024
Incontro-dibattito: "Il mondo delle carceri, tra sovraffollamento e suicidi" (Genova, 3 giugno 2024)
Seminario: "Donne e carcere. La genitorialità dietro le sbarre" (Perugia, 6 giugno 2024)
Seminario del Cesvot: "Giustizia di comunità. Il ruolo del Terzo settore" (Firenze, 14 giugno 2024)
BANDI E CONCORSI