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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 18 maggio 2024
di Valentina Stella
Il Dubbio, 18 maggio 2024 Ora rischia di finire su un binario morto la legge Giachetti-Bernardini, che estendeva i benefici. Il ministro Carlo Nordio lo aveva preannunciato a fine aprile al convegno “Senza dignità” organizzato all’università Roma Tre da Radio Radicale: “Dobbiamo superare il sistema carcerocentrico e il sovraffollamento, che è fonte di suicidi. Non di certo con un’amnistia, che rappresenta un fallimento dello Stato e verrebbe negativamente compresa dai cittadini: quello che occorrerà fare è limitare la carcerazione preventiva e intervenire nei confronti di quelle persone condannate per reati minori e vicine al fine pena, e per i tossicodipendenti”.
di Angela Stella
L’Unità, 18 maggio 2024 Per l’ex capo del Dap, oggi Garante dei detenuti in Sicilia: “Solo la legge Giachetti può garantire una deflazione immediata del sovraffollamento”. Oggi la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale ha organizzato, in tutta Italia, mobilitazioni per accendere un faro sulle problematiche del carcere. Ne parliamo con l’ex capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Santi Consolo, attualmente garante regionale della Sicilia.
di Sara Busato
Corriere del Veneto, 18 maggio 2024 Marino avrebbe voluto abbracciare le sue due bambine. Quando fu arrestato, avevano tre e sei anni, e per giustificare l’improvvisa sparizione del padre, la famiglia scelse la scusa più rassicurante “Papà è via per lavoro, ma tornerà presto”. Un’illusione che ha causato problemi psicologici e di salute alle figlie, oltre a numerosi disagi materiali e morali. L’amore tra padre e figlie è rimasto congelato per anni. Solo nel 2001 gli fu permesso di incontrare moglie e figlie non nell’affollata sala-colloqui, ma nella “area verde”, una fetta di giardino appositamente attrezzata.
La Repubblica, 18 maggio 2024 Il rapporto di Antigone: l’aumento dei giovani in cella sarebbe anche maggiore se molti di loro diventati maggiorenni non fossero stati trasferiti negli istituti di pena per adulti. Dal 1998 ad oggi - informa Antigone - non si erano mai registrati numeri così alti di sovraffollamento nelle case di pena per minori. E sarebbero potuti essere anche più alti se i direttori delle carceri non avessero disposto il trasferimento dei detenuti diventati maggiorenni dietro le sbarre in penitenziari per adulti. Scelta che, fra l’altro, ha drasticamente interrotto un percorso educativo avviato nella casa di reclusione minorile.
di Susanna Marietti*
Il Fatto Quotidiano, 18 maggio 2024 Zaccaria Mouhib, trapper noto come Baby Gang, ha 22 anni e oltre otto milioni di ascoltatori mensili su Spotify. È uno dei rapper italiani più noti all’estero e il singolo uscito un mese fa come primo estratto dal suo ultimo album ha già quasi tre milioni di visualizzazioni su Youtube. Quando un intervistatore gli domandò se il suo album del maggio 2023 dal titolo “Innocente” fosse stato scritto nel carcere di Monza, lui rispose: “No, lì non facevo niente, era un carcere punitivo, non avevo i beat, era già tanto che avessi la penna. Stavo a guardare il muro e fumavo”. Il carcere ammazza ogni creatività.
GIUSTIZIA
di Giuseppe Legato
La Stampa, 18 maggio 2024 Il ministro della giustizia al carcere di Biella: “Dalla magistratura mi aspetto una saggia valutazione razionale”. “Andiamo avanti, è questione di giorni”. Così ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a margine della visita al laboratorio Zegna all’interno del carcere di Biella, ai giornalisti che gli domandavano della riforma della giustizia e sulla separazione delle carriere. E alla domanda se il provvedimento sarà portato in Cdm il prossimo 29 maggio il ministro si è limitato a dire “verosimilmente sì”.
di Claudio Cerasa
Il Foglio, 18 maggio 2024 La riforma in lavorazione nel governo non è solo una giusta: è anche di sinistra. Tre lezioni da grandi maestri per mostrare l’ipocrisia delle dichiarazioni del campo largo. La lagna è già partita e il capo di imputazione sarà grosso modo questo: la separazione delle carriere è una riforma pericolosa, se non vergognosa, che contribuirà a trasformare il pubblico ministero in un surrogato della polizia giudiziaria, che non avrà alcun effetto sulla terzietà del giudice e che non avrà altro effetto se non quello di gettare sulla magistratura una montagna di letame, di delegittimazione, di sfiducia.
di Giuliano Foschini
La Repubblica, 18 maggio 2024 “Ordinamento giudiziario. Il Pm è distinto dai giudici”. Sono passati poco meno di 50 anni da quando Licio Gelli scrisse uno dei suoi capisaldi del Piano di rinascita, il manifesto della P2. Ecco, ora ci siamo quasi. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha spiegato che è arrivato il tempo della separazione delle carriere, ultimo passaggio di un proposta confusa (una proposta oggi, una smentita domani) per la realizzazione di un piano preciso di una nuova idea di giustizia. Che, al di là dei proclami (più veloce, più efficiente, intransigente), a detta degli addetti ai lavori si sta dimostrando una giustizia di classe. Debolissima con i forti e forte con i deboli.
di Giovanni M. Jacobazzi
Il Dubbio, 18 maggio 2024 Gli esperti: il magistrato è titolare degli stessi diritti degli altri cittadini. Ma un uso attento degli strumenti digitali è fondamentale per salvaguardare l’autorevolezza. L’imparzialità per il magistrato è un “prerequisito” irrinunciabile. E, come sottolineato più volte dal capo dello Stato, oltre ad essere imparziale la toga deve però anche apparire tale. L’imparzialità, infatti, è il valore cardine cui tende anche la garanzia di autonomia e indipendenza che risulta centrale per la legittimazione dell’attività giurisdizionale. Su come conciliare dunque l’imprescindibile imparzialità con l’utilizzo dei social network da parte di pm e giudici, il Consiglio superiore della magistratura ha organizzato questa settimana un seminario a Palazzo Bachelet a cui hanno partecipato magistrati, accademici, giuristi e giornalisti.
di Giovanni M. Jacobazzi
Il Dubbio, 18 maggio 2024 Metti l’Intelligenza Artificiale al servizio dei Tribunali e addestra una rete neurale a riconoscere se la voce dell’indagato è la stessa voce fra quelle intercettate durante le indagini. Poi applica un modello scientifico che compara le caratteristiche delle due voci, lo stesso metodo biometrico utilizzato per comparare le tracce di Dna presenti sulla scena di un crimine: e avrai Intrepido, un sistema di nuova generazione sviluppato presso il Centro di ricerca interdisciplinare sul linguaggio (Cril), dell’Università del Salento (Dipartimento di Studi Umanistici), diretto dal professor Mirko Grimaldi.
di Rosaria Manconi*
L’Unione Sarda, 18 maggio 2024 Nella giornata dell’orgoglio femminile da poco celebrata e progetti per abbattere le discriminazioni ancora dure a morire nessuna/o ha rivolto il pensiero a quelle donne che, come novelle Medea, incarnazione di un femminile distruttivo, irriducibile alla cultura del focolare, dell’accudimento e della maternità, hanno tolto la vita ai loro figli.
di Francesca Spasiano
Il Dubbio, 18 maggio 2024 36 anni fa se ne andava il conduttore di Portobello, vittima di un clamoroso “crimine giudiziario”. La compagna Francesca Scopelliti: “L’ho ricordato insieme ai detenuti di Opera”. Enzo Tortora è tantissime cose. Un simbolo che riassume i mali della nostra giustizia. Una costellazione di date che ne scandisce la storia e che periodicamente ci solleva dall’oblio per guardare negli occhi il “crimine giudiziario” che il conduttore aveva subito.
casertace.net, 18 maggio 2024 La comunità di Alvignano è rimasta scioccata dalla notizia della morte di Teodorico Musco. L’uomo si trovava in carcere a Napoli e doveva scontare una condanna a nove anni di reclusione. Quando i compagni di cella si sono resi conto di quello che era successo, la situazione era oramai irrecuperabile. Negli anni Musco era stato coinvolto in alcune vicende giudiziarie. Un furto nei cassetti dello spogliatoio dei medici dell’ospedale Loreto Mare di Napoli, caso successo nel settembre scorso. Ma anche nel 2009 aveva subito un arresto per una tentata rapina in villa. Musco fu anche accusato di maltrattamenti in famiglia ed estorsione.
di Michele Varì
primocanale.it, 18 maggio 2024 La responsabile del penitenziario di Marassi sognava di fare il magistrato, ma ora ama il lavoro con i reclusi: “Vederli uscire e non tornare è la cosa più bella”. Teatro, panetterie, assistenza ai disabili in spiaggia: così i reclusi possono riinserirsi. “Il problema principale è il numero di detenuti particolarmente alto visto che abbiamo più di 700 detenuti, troppi e di tante etnie diverse che devono convivere”, attacca così Tullia Ardito, da due anni direttrice del carcere di Marassi, una donna che sognava di fare il magistrato o l’avvocato e per puro caso, facendo un concorso, si è ritrovata a fare il direttore del penitenziario più importante della Liguria, “un lavoro che svolgo da trent’anni e ora amo”.
di Giulia Merlo
Il Domani, 18 maggio 2024 L’isola ospita una casa di detenzione di media sicurezza: tutti lavorano per far funzionare il microcosmo. I detenuti vivono fuori dalle celle: “Preferisco vedere mia madre due volte l’anno, ma qui all’aperto”. La Camera penale di Padova ha organizzato qui il convegno “I luoghi e gli spazi di detenzione”. “Chieda a mia madre se preferisce vedermi qui due volte l’anno, oppure tutte le settimane in un carcere chiuso. Per me era un’angoscia tutte le volte che entrava”.
gnewsonline.it, 18 maggio 2024 Il ministro della Giustizia Carlo Nordio insieme a Gildo Zegna, presidente e amministratore delegato del gruppo Ermenegildo Zegna, hanno visitato il laboratorio di sartoria industriale realizzato all’interno della casa circondariale di Biella grazie al supporto e al know-how della divisione manifatturiera del gruppo. Il laboratorio è nato nel 2016, anno del primo protocollo di intesa, con l’obiettivo di formare i detenuti all’apprendimento delle tecniche di confezione sartoriale di abiti e di fornire una attestazione che certifica il grado di apprendimento raggiunto.
di Luca Fraioli
La Repubblica, 18 maggio 2024 “Impariamo un mestiere per quando usciremo di qui: così ci sentiamo utili”. Nell’istituto veneto di Montorio è attivo un laboratorio artigianale, gestito dall’impresa sociale Reverse, che ha realizzato l’allestimento dell’Arena, tappa del Pontefice. “Lo considero un segnale di speranza, soprattutto per me che sono condannato all’ergastolo: non capita tutti i giorni di collaborare a un progetto per la visita del Papa alla città in cui si è detenuto. Ho provato una grande emozione, onore e un senso di utilità”.
di Marina Lomunno
La Voce e il Tempo, 18 maggio 2024 Don Claudio Burgio, cappellano dell’Istituto penale minorile di Milano “Cesare Beccaria”, è stato ospite al Salone del Libro con quattro ragazzi della sua comunità “Kayros” in un affollato incontro venerdì 18 maggio. L’occasione, la presentazione del suo ultimo libro “Non vi guardo perché rischio di fidarmi. Storie di cadute e di resurrezione” (ed. San Paolo).
di Marta Blumi Tripodi
Corriere della Sera, 18 maggio 2024 Neima Ezza ha 225 milioni di ascolti su Spotify: nelle canzoni racconta la malinconia di tanti cresciuti nei quartieri che definiamo “difficili”. “Quando ero ai domiciliari ho scritto un EP, è disco di platino”. Idee di un rapper tra i più seguiti della sua generazione. È un venerdì pomeriggio di marzo quando incontro Neima Ezza e nei giardinetti all’ombra dello stadio di San Siro il sole splende. Il Ramadan è ancora in pieno svolgimento e molti abitanti del quartiere - uno dei più multietnici di Milano: secondo il progetto Mapping San Siro del Politecnico il 45% è di origine straniera, con Marocco ed Egitto in testa alla classifica - sono appena usciti dalla moschea dopo la preghiera del venerdì.
AFFARI SOCIALI
di Mattia Aimola
Corriere della Sera, 18 maggio 2024 Al secondo piano di via Vanchiglia 3 a Torino, nella sede dell’Associazione per la Lotta contro le Malattie Mentali si possono leggere i racconti - fra il 1970 e 1973 - dei pazienti psichiatrici della struttura aperta dal 1853 a fine anni 90. “Non capisco perché lasciano quei criminali a Collegno”, “Gli infermieri la picchiano, pugni e schiaffi sulla testa”. Sono solo alcune delle testimonianze dei pazienti internati nel manicomio di Collegno tra il 1970 e il 1973. Si tratta della Certosa Reale, che ospitò i pazienti psichiatrici dal 1853 e fino alla fine degli anni Novanta quando chiusero dopo l’approvazione della Legge Basaglia.
di Chiara Daina
Corriere della Sera, 18 maggio 2024 Le lavoratrici provenienti dai Paesi extra Ue sono penalizzate due volte. Il divario con gli uomini supera i 30 punti. Ismu: sottopagate, non siamo attrattivi. Opportunità mancate non solo per loro ma anche per le aziende. L’Italia sul lavoro, come tristemente noto, non è un Paese per donne. Se poi la donna è extraeuropea (e proveniente da un Paese a forte flusso immigratorio), la discriminazione che vive è doppia. Nel 2022, secondo l’ultimo rapporto di Fondazione Ismu (ente scientifico che studia i fenomeni migratori), il tasso di occupazione delle donne straniere non comunitarie è del 43,7%, di 30,5 punti percentuali in meno rispetto a quello degli uomini extra-Ue (74,2%). E in discesa di 3 punti dal 2019.
di Ilario Lombardo
La Stampa, 18 maggio 2024 Porte chiuse agli inviati del Consorzio Media Freedom Rapid Response. Le raccomandazioni su Rai e su Agi: “Non vendete l’agenzia ad Angelucci”. Il governo italiano e la maggioranza di destra che lo sostiene hanno rifiutato di incontrare i rappresentanti del consorzio Media Freedom Rapid Response. “Siamo dispiaciuti” racconta Sielke Kelner “perché avevamo chiesto una serie di appuntamenti, e in alcuni casi non abbiamo neanche ricevuto risposta”. A non riceverli sono stati il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il viceministro Francesco Paolo Sisto, la presidente della Commissione Giustizia Giulia Bongionro e il sottosegretario con delega all’Editoria Alberto Barachini.
di Giacomo Salvini
Il Fatto Quotidiano, 18 maggio 2024 No alla dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbtq+. L’Italia è l’unico grande paese Ue a non aver voluto firmare la dichiarazione Ue. Preparata in occasione della Giornata Mondiale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia, la dichiarazione è stata sottoscritta da Belgio, Francia, Germania, Spagna, Polonia, Danimarca, Cipro, Irlanda, Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Malta, Estonia, Austria, Finlandia, Portogallo, Slovenia e Svezia. L’Italia invece - insieme a Ungheria, Romania, Bulgaria, Croazia, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovacchia - prende la scelta di non sottoscriverla.
Il Fatto Quotidiano, 18 maggio 2024 È il giorno del rientro in Italia di Chico Forti. Il 65enne trentino, rilasciato nei giorni scorsi dal carcere della Florida dopo una lunga detenzione, è partito da Miami a bordo di un Falcon 2000 dell’Aeronautica italiana che atterrerà in tarda mattinata nell’aeroporto militare di Pratica di Mare. Secondo quanto riferisce l’Ansa, Forti sarà poi portato nel carcere di Verona, in attesa di espletare le successive procedure.
di Valerio Fioravanti
L’Unità, 18 maggio 2024 “Indipendentemente dall’esito del loro processo, possiamo tenere questi uomini in carcere per sempre, in una forma di detenzione preventiva”. Tenere persone in carcere “per sempre, indipendentemente dal processo” è il desiderio di miriadi di “giustizialisti”, ma di solito cose del genere si pensano, e non si dicono apertamente, o comunque lo si fa attraverso giri di parole. Invece qualcuno lo dice esplicitamente, in forma breve, e ci viene il dubbio se sia una cosa positiva oppure negativa. Se proprio dev’essere, almeno sia detto chiaramente.
di Pasquale Porciello
Il Manifesto, 18 maggio 2024 Human Rights Watch denuncia che “le autorità libanesi hanno arbitrariamente detenuto, torturato e forzato al ritorno in Siria centinaia di siriani negli ultimi mesi, inclusi oppositori, attivisti e disertori”. Oltre trecento i siriani che lo scorso martedì hanno lasciato “volontariamente” il Libano per far ritorno in Siria. Il rientro è avvenuto da Arsal e da cittadine limitrofe, organizzato da un coordinamento di autorità siriane e libanesi. Pare stiano aumentando i rientri “volontari” in Siria, ma c’è da chiedersi quanto intenzionali siano data l’aria che si respira in Libano negli ultimi tempi. Human Rights Watch denuncia che “le autorità libanesi hanno arbitrariamente detenuto, torturato e forzato al ritorno in Siria centinaia di siriani negli ultimi mesi, inclusi oppositori, attivisti e disertori”.
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Lettura scenica: "Della mia anima ne farò un’isola" (Casa circondariale di Ivrea-TO, 18 maggio 2024)
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