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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 4 luglio 2024
di Donatella Stasio
La Stampa, 4 luglio 2024 C’è una storia paradigmatica dell’abisso in cui può precipitare il carcere al di là delle leggi, quando il clima politico volge lo sguardo a un passato mai passato del tutto, che rigurgita nonostante l’argine della Costituzione. È una storia dell’altro secolo ma di straordinaria attualità di fronte al macabro balletto del governo sull’emergenza carcere (emergenza vera, non fasulla come altre ad uso e consumo propagandistico): primo passo, moltiplicare i reati e le pene per uomini e donne, giovani e vecchi, italiani e stranieri, madri e figli, fuori e dentro il muro di cinta; secondo passo, riempire le patrie galere di poveri, malati psichiatrici e tossicodipendenti per sottrarli alla vista dei liberi e alle responsabilità di un welfare assente; terzo passo, “gonfiarsi le gote” - direbbe Filippo Turati - con parole come ordine e sicurezza per sedare proteste o dissensi, chiudendo gli occhi su pestaggi e torture; quarto passo, far “marcire in galera” chi è condannato, senza sconti, premi, nulla, altrimenti che pena è; quinto, definire “resa dello Stato” ogni misura strutturale che liberi il carcere da chi non dovrebbe starci, o poterebbe già uscirne; e per finire, la piroetta del decreto salvifico, inadeguato tanto quanto un governo incapace di capire che 49 suicidi di detenuti e 5 di poliziotti in soli sei mesi sono già una “resa dello Stato”.
di Franco Insardà
Il Dubbio, 4 luglio 2024 Nessun innalzamento delle detrazioni di pena, il governo si limita ad attribuire ai pm il calcolo dei benefici. I detenuti sono 61.510 a fronte di 47.003 posti regolarmente disponibili, rispetto alla capienza regolamentare di 51.209, con 4.206 posti in meno per l’inagibilità di diverse camere di pernottamento e in alcuni casi di intere sezioni. Situazione che fa schizzare l’indice di sovraffollamento del carcere di San Vittore, per esempio, al 224,02%, con un tasso nazionale, comunque drammatico, del 130,86%. Con una situazione simile, il decreto carcere varato ieri dal governo appare come un palliativo.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 4 luglio 2024 Nessuno sconto di pena speciale e spostamento in strutture private di minori e tossicodipendenti. Il ministro illustra il testo del Cdm. “Vogliamo facilitare il trasferimento della detenzione dalla brutalità dell’istituto penitenziario alla comunità di accoglienza, fermo restando che è un regime detentivo”. Tutto come previsto: nel decreto legge fino a ieri chiamato “svuota-carceri” - per confondere i distratti - e ora ribattezzato dal governo “carcere sicuro”, approvato ieri dal Consiglio dei ministri dopo settimane di attesa e presentato dal Guardasigilli Carlo Nordio in conferenza stampa a Palazzo Chigi, non è stato aggiunto nulla di significativo ai pochi provvedimenti già noti che l’esecutivo Meloni aveva annunciato e sbandierato.
di Gabriella Cerami
La Repubblica, 4 luglio 2024 Non è lo svuota carceri, anche perché è un termine che il ministro della Giustizia Carlo Nordio non vuol sentire: “Non ho mai voluto usare né mai userò questa parola impropria e diseducativa”. E malgrado il sovraffollamento degli istituti penitenziari, nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri, vengono solo velocizzate le procedure per la concessione della liberazione anticipata o di misure alternative, sulla base delle leggi già in vigore.
di Patrizio Gonnella*
Il Manifesto, 4 luglio 2024 Il sovraffollamento carcerario non è una calamità naturale. È l’esito di scelte politiche repressive e illiberali. Nordio presentando il decreto legge in materia penitenziaria ha detto che non è colpa del governo se le carceri si riempiono di detenuti. Non è vero. Il sovraffollamento è il prodotto di politiche proibizioniste e repressive che vanno a colpire i più vulnerabili. Un sovraffollamento che andrà a crescere se mai dovesse essere approvato un altro provvedimento del governo che prevede in sequenza: carcere per chi protesta con il proprio corpo; carcere per chi disobbedisce alle leggi; carcere per gli occupanti di case; carcere per chi scarica materiale esplosivo dal web; carcere per le donne detenute in stato di gravidanza o con un bimbo molto piccolo; tanto carcere per chi protesta in galera con manifestazioni nonviolente di resistenza passiva. È questo, in sintesi, il contenuto del pacchetto sicurezza voluto dal governo che l’Osce ha definito un rischio per lo Stato di diritto. È in discussione alla camera dei deputati, e se dovesse essere approvato senza modifiche, ci farà tornare indietro di cento anni, ossia ai tempi di Rocco e Mussolini.
di Susanna Marietti*
Il Fatto Quotidiano, 4 luglio 2024 Il governo ha emanato un decreto che dovrebbe alleggerire le carceri che scoppiano. Ma perché le carceri scoppiano? Nel rapporto di metà anno che Antigone presenterà nei prossimi giorni abbiamo stilato un elenco dei nuovi reati e degli aumenti di pena per i vecchi introdotti dall’insediamento dell’attuale governo a oggi. Ecco perché le carceri scoppiano: l’elenco occupa pagine e pagine e copre le aree più disparate della convivenza civile.
di Simona Musco
Il Dubbio, 4 luglio 2024 Le presenze sono ormai il doppio di quelle previste: è il Dl Caivano l’origine del caos. Altro che colpa dei minori stranieri: se gli istituti penali minorili esplodono è per “merito” del decreto Caivano. Che ha reso possibile far finire negli Ipm anche ragazzini colpevoli di aver rubato una bicicletta, trasformando gli istituti in depositi di minorenni pronti a scoppiare. Ad essere convinto che il sovraffollamento sia colpa “dell’enorme aumento” di minori stranieri non accompagnati è il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Un’affermazione che si scontra contro le dichiarazioni del partito di Giorgia Meloni - recentissima quella secondo cui “grazie al governo sbarchi diminuiti del 60 per cento” - ma anche con le fotografie che arrivano dai singoli Ipm.
di Giuliano Foschini
La Repubblica, 4 luglio 2024 Giuseppe Spolzino, 21 anni. Francesco Fiandaca, 38 anni. Ali Soufiane, 19 anni. Giuseppe Santolieri, 74 anni. I nomi di questi uomini non vi diranno nulla, probabilmente. Eppure lo Stato ha contribuito a farli morire: erano sotto la custodia collettiva, in carcere, quando nei giorni scorsi sono morti. Suicidati. Giuseppe, Francesco, Ali, sono soltanto gli ultimi dei 52 suicidi che dall’inizio dell’anno si sono registrati nelle carceri del nostro Paese. Cinquantasei se si aggiungono anche i quattro agenti della Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita, vittime anche loro delle nostre galere. Sono più di otto al mese, due ogni settimana, una strage senza precedenti: al primo luglio dello scorso anno (quando i morti suicidi in carcere furono 71), erano 33 le persone che in galera si erano tolte la vita. Stesso numero del 2022, anno nerissimo quando le persone che si ammazzarono dietro le sbarre furono addirittura 85.
di Filippo Facci
Il Giornale, 4 luglio 2024 Il caso Salis ci ha fatto indignare del sistema ungherese: noi siamo peggio. La mancanza di un decreto sulle carceri non era la causa dei suicidi, e l’approvazione di un decreto sulle carceri non ne impedirà di nuovi. Il punto è che del tema carceri importa mediamente pochissimo perché accedervi è tema da forcaioli mentre l’uscirne è tema da garantisti, e ciò che sta in mezzo (le carceri fisiche, materiali) in genere importa solo ai Radicali e ai politici che ci sono stati dentro. Poi sì, sono come i bagni per i ristoranti, danno un’idea delle cucine e del grado di civiltà di una democrazia: ma se dentro si ammazza troppa gente (rischiamo il record dal Dopoguerra) qualcosa occorre fare. Il 2022 è stato l’anno record (85 suicidi) con brutte altalene (70 del 2023, già 50 nel 2024) anche se il cinismo non ha mai fine e il vostro bisnonno potrebbe ricordarvi che solo nell’aprile 1945, in Germania, si suicidarono 3800 uomini liberi.
di Liana Milella
La Repubblica, 4 luglio 2024 Intervista all’ex Garante dei detenuti: “Non è vero che il sovraffollamento è legato agli stranieri. Il decreto ignora la tensione che si vive negli istituti”.
di Liana Milella
La Repubblica, 4 luglio 2024 Il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, che ha fatto lo sciopero della fame con Rita Bernardini: “La mia proposta per la liberazione anticipata non è un indulto. Nordio scarica il peso sui magistrati”.
di Luca Luccitelli
interris.it, 4 luglio 2024 Giorgio Pieri, responsabile dei Cec dell’Apg23, commenta i contenuti del decreto-legge sulle carceri approvato dal Governo. “È istituito presso il Ministero della Giustizia un elenco delle strutture residenziali idonee all’accoglienza e al reinserimento sociale di coloro che hanno i requisiti per accedere alle misure penali di comunità”. È il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ad illustrare, al termine del Consiglio dei Ministri, i contenuti del decreto-legge sulle carceri approvato ieri sera. Annunciato nelle scorse settimane, il provvedimento era stato denominato “svuota-carceri” per rispondere all’annoso problema del sovraffollamento delle carceri italiane.
di Paolo Foschini
Corriere della Sera, 4 luglio 2024 Duemila ventilatori in 80 istituti con l’8 per mille. Don Gambelli, cappellano e ora arcivescovo: “Più aperti all’esterno, servono coraggio e fantasia. Non è solo per dare una mano concreta, dice, a sopportare il caldo in sé: che già fuori è ogni estate peggio, figuriamoci in carcere. “Ma poi c’è anche un fatto simbolico - spiega - perché in un ventilatore c’è comunque l’idea dell’aria. Che in carcere manca sempre, poiché è l’assenza stessa della libertà a essere soffocante. Così questo dono è anche un segno”.
di Giacomo Puletti
Il Dubbio, 4 luglio 2024 Scontro sugli “emendamenti spot” che non sono stati ritirati dopo le Europee: “Detenute madri? La nostra linea è chiara”, dicono gli azzurri. “Forza Italia è più interessata a discutere di detenute madri e di bambini piuttosto che a fare polemica”. È meta pomeriggio quando, dopo la ripresa dell’esame in commissione congiunte Affari costituzionali e Giustizia della Camera del ddl Sicurezza, dagli azzurri arriva una dura nota che fa riferimento a quanto avvenuto martedì, con la lite tra forzisti e leghisti e l’astensione dei primi sull’emendamento del Carroccio che introduceva la facoltà per i giudici, e dunque non più l’obbligo, di indirizzare le detenute incinta o con figli fino a un anno verso gli Icam e non in carcere.
di Giovanni M. Jacobazzi
L’Unità, 4 luglio 2024 Forza Italia (che voterà a favore della legge Giachetti sulla liberazione anticipata) si astiene sul carcere per le madri detenute. “Noi garantisti” seguiamo la Costituzione”. “Il nostro faro è sempre la Costituzione e la pena, come recita appunto l’articolo 27, deve avere una finalità rieducativa e non afflittiva”, afferma il senatore Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia a Palazzo Madama, commentando la decisione dei suoi colleghi alla Camera di non partecipare questa settimana al voto sugli emendamenti al ddl sicurezza nella parte riguardante le detenute madri e che renderebbe facoltativo il rinvio della pena per le donne incinte o con prole fino ad un anno.
di Alessandro Parrotta*
Il Dubbio, 4 luglio 2024 L’oralità è l’essenza del rito penale. Con questa affermazione chi scrive concludeva una riflessione pubblicata su queste pagine e relativa alla deriva cartolare per il contraddittorio in appello. La riforma Cartabia promuoveva - analogamente a quanto già previsto per il giudizio in Cassazione dal Dl 18 del 2020 (convertito nella legge 27 del 2020) e poi dal cosiddetto Dl Ristori 2 (il n. 137 del 2020, convertito nella legge 176 dello stesso anno) - un contenimento del contraddittorio in appello mediante l’art. 23 del Dl 149/ 2020 (il cosiddetto “Ristori bis”) che, ai commi da 1 a 6, contemplava una serie di disposizioni per la trattazione dei giudizi penali di secondo grado, la “cartolarizzazione” del processo, appunto.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 4 luglio 2024 Le parole del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Fabio Pinelli, al plenum: “La fase delle indagini è ormai centrale nel processo. È vero che il giudice c’è, ma arriva quando il profilo reputazionale, professionale e personale dell’indagato è compromesso. Il giudice a Berlino arriva quando ormai le vite sono distrutte”. “Dobbiamo ricordarci che la fase delle indagini preliminari è la fase ormai centrale del nostro processo penale. C’è poco da dire che poi ci sarà un giudice. È vero che il giudice c’è, ma questi arriverà quando il profilo reputazionale, professionale e personale dell’indagato sarà ormai completamente compromesso. Il giudice a Berlino arriva quando ormai le vite sono distrutte.
di Simona Musco
Il Dubbio, 4 luglio 2024 Per il vice presidente la circolare non si inserirebbe nel quadro costituzionale, nonostante l’ok del capo dello Stato. E cita Napolitano. Fabio Pinelli sconfessa il Capo dello Stato Sergio Mattarella e il Consiglio, di fatto, sfiducia il vicepresidente. È caos a Palazzo Bachelet, dove la discussione sulla circolare sugli uffici requirenti - passata con il voto contrario dei consiglieri laici di centrodestra Felice Giuffrè, Claudia Eccher, Isabella Bertolini, Enrico Aimi e il 5S Michele Papa, l’astensione di Ernesto Carbone di Iv e l’assenza di Rosanna Natoli - si trasforma, di fatto, in una resa dei conti. Un clima infuocato, nel quale Pinelli, con un lungo intervento, ha messo in discussione (senza mai nominarlo) il giudizio di Mattarella sulla circolare, appoggiandosi alle dichiarazioni di un altro Presidente, Giorgio Napolitano.
GIURISPRUDENZA
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 4 luglio 2024 La Cassazione ha affrontato il tema della sostituzione della pena detentiva breve sia dal punto di vista del riconoscimento del beneficio nei processi pendenti al 30 dicembre 2022 sia sul consenso dell’imputato. La Cassazione penale con due decisioni contemporanee ha affrontato il tema delle pene sostitutive in ordine ai tempi della loro applicazione e ai modi di presentazione della richiesta. La pena sostitutiva di quella breve detentiva, come previsto dalla Riforma Cartabia, può essere chiesta anche nei procedimenti già in corso al momento dell’entrata in vigore della novella. Ma perché la richiesta sia da considerarsi ammissibile, se presentata per la prima volta in sede di appello, è necessario che la sentenza di primo grado risulti pronunciata prima del 30 dicembre 2022.
radiogold.it, 4 luglio 2024
Un altro dramma si è consumato all’interno del carcere di Torre del Gallo di Pavia. Un detenuto di 19 anni ha tentato di togliersi la vita impiccandosi con un lenzuolo nella sua cella della sezione 8, quella dell’osservazione isolati. Il giovane, di origini straniere, si trova ora ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di rianimazione del San Matteo. Si tratta del terzo episodio dall’inizio dell’anno: a marzo era stato trovato senza vita nella sua cella Jordan Tinti, il trapper 26enne, mentre a Pasqua un altro detenuto di 42 anni si era tolto la vita. Dal 2021, nel carcere di Pavia, si sono verificati ben undici suicidi.
di Massimiliano Nerozzi
Corriere di Torino, 4 luglio 2024 Gli avvocati, le associazioni per i detenuti, i sindacati delle guardie uniti nell’allarme: “Così la prigione diventa Università del crimine”. Di fronte al sovraffollamento delle carceri, e al dramma dei suicidi, “è importante che tutti noi spingiamo per un provvedimento che metta fuori più persone possibili”: lo ha detto dal palco di Torino Susanna Ronconi, 72 anni, ex appartenente alle Brigate Rosse e Prima Linea (fatti per i quali ha già scontato la pena), alla maratona oratoria promossa dalle Camere penali “per fermare i suicidi in carcere”.
di Elena Mancini
salto.bz, 4 luglio 2024 Il consigliere Repetto (Pd) propone di delegare alla Provincia funzioni amministrative per reinserimento sociale e lavorativo in carcere, ma la maggioranza respinge. La rieducazione dei detenuti rimane ferma dov’è. Nella mattinata di ieri (3 luglio) il consigliere del Partito Democratico Sandro Repetto ha presentato la mozione dal titolo Competenza educatori penitenziari, con la quale chiedeva una modifica dello Statuto per delegare alla Provincia alcune funzioni amministrative riguardanti le attività di reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti nel territorio della Provincia.
di Alessandra Loche
L’Eco di Bergamo, 4 luglio 2024 Ex infermiere al “Papa Giovanni”, con la moglie collabora con la Casa circondariale e l’Ufficio esecuzione penale esterna. Fausto ha 62 anni, è in pensione e fino a due anni fa faceva l’infermiere per l’Asst Papa Giovanni, prima in reparto e poi al Pronto soccorso con esperienze anche di elisoccorso e all’interno della centrale operativa. Vive a Villa di Serio con la moglie e un figlio, le altre figlie sono ormai sposate. Il volontariato ha sempre permeato la sua vita familiare: l’impegno da ragazzo in oratorio, proseguito poi insieme alla moglie anche in età adulta, e poi nell’accoglienza di minori in affidamento.
di Marzio Breda
Corriere della Sera, 4 luglio 2024 Il discorso del presidente della Repubblica a Trieste, nella giornata inaugurale della Settimana Sociale dei Cattolici: “Il principio “un uomo un voto” non sia distorto. Una democrazia “della maggioranza” sarebbe una insanabile contraddizione”. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con S.E.R. Card. Matteo Maria Zuppi e il Presidente della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga alla cerimonia di apertura della Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, oggi 3 luglio 2024.
di Francesca Spasiano
Il Dubbio, 4 luglio 2024 La battaglia sui diritti si trasferisce all’ombra di Palazzo Chigi. E precisamente nel Comitato nazionale per la bioetica (Cnb), organo della Presidenza del consiglio dei ministri. Il suo ruolo è consultivo: il governo lo nomina e lo interpella sulle questioni più spinose che intrecciano il dibattito politico. E mai prima d’ora con una puntualità tale da “liquidare” questioni di particolare rilevanza. Come è successo con il caso di Alfredo Cospito nel 2023, quando al comitato si era rivolto il guardasigilli Carlo Nordio. E anche ora, con il suicidio assistito. Tant’è che il malumore espresso a più riprese dalla fronda “dissidente” interna al comitato si fa ad ogni snodo vera e propria insofferenza.
di Marika Ikonomu
Il Domani, 4 luglio 2024 L’attivista ha fatto ricorso contro il rigetto non motivato della protezione internazionale: la decisione è attesa in autunno. Dopo anni di torture e detenzione arbitraria da parte delle autorità marocchine, Dihani è riuscito a raggiungere l’Italia, che però considera il Marocco un paese di origine sicuro. Mohamed Dihani, attivista di origine saharawi, è uscito dal tribunale civile di Roma alla fine dell’udienza sorridendo, di fronte alle decine di persone che hanno deciso di sostenerlo nel suo lungo e complesso percorso per ottenere la protezione internazionale. “Sento di avere la protezione internazionale grazie a tutte le persone e le organizzazioni come Amnesty International e A Buon Diritto che mi dimostrano la loro vicinanza”, dice.
di Luca Attanasio
Il Domani, 4 luglio 2024 Gli accordi dell’Ue con Libia e Tunisia hanno spinto i migranti verso l’Atlantico per raggiungere le Canarie. Un percorso molto più pericoloso di quello nel Mediterraneo. Secondo il rapporto pubblicato di recente da Caminando Fronteras, un collettivo fondato nel 2002 da attivisti dei diritti umani provenienti da diverse parti della frontiera occidentale euro-africana che lavora per difendere i diritti delle persone e delle comunità migranti, più di 5.000 persone sono morte nei primi cinque mesi di quest’anno nel tentativo di raggiungere la Spagna via mare durante le traversate dell’oceano Atlantico dall’Africa occidentale e nordoccidentale alle isole Canarie.
di Claudio Laugeri
La Stampa, 4 luglio 2024 Un settore da 3 mila aziende, 15 mila operatori e 500 milioni di fatturato. Le storie dei produttori: “Costretti a lavorare tra mille intoppi, siamo pronti ad acquistare i kit per i test rapidi”. “Buongiorno, siamo della Guardia di Finanza. C’è questo pacco per lei”. Dentro la scatola con i sigilli violati c’era un “campione” di qualche decina di grammi di infiorescenze di “canapa sativa”, la base per il confezionamento di prodotti nella categoria conosciuta da tutti come “cannabis light”, per via del basso contenuto di principio attivo (il Thc). Quando l’imprenditore si è trovato davanti i finanzieri ha sgranato gli occhi per il doppio stupore: per il pacco ritrovato (il corriere non si era più fatto sentire) e per la consegna del tutto particolare.
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