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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 31 luglio 2024
CARCERI
a cura di Marino Occhipinti*
Ristretti Orizzonti, 31 luglio 2024
Cinque minuti per suicidarsi purtroppo si trovano facilmente, per questo racconto cos’ho vissuto quando mi è stata revocata la liberazione condizionale, che per me ha significato il ritorno alla pena dell’ergastolo, e come l’ascolto attento degli operatori e la collocazione in una “cella aperta” mi abbiano davvero “salvato la vita”. Come redazione di Ristretti Orizzonti abbiamo recentemente “incontrato” online alcuni Garanti dei diritti delle persone private della libertà personale. Il prof. Samuele Ciambriello, Garante della Regione Campania, ci ha chiesto quali azioni riterremmo utili, noi detenuti, per prevenire i suicidi in carcere. Nella mia mente hanno iniziato a farsi largo un sacco di risposte: dal sovraffollamento alla mancanza di lavoro, dalle carenze della sanità alla necessità di colloqui affettivi e così via. Un elenco molto lungo, con motivazioni tutte valide, ma poi ho provato a fare sintesi, e prima di rispondere mi sono chiesto cosa avesse realmente funzionato, a mio parere e nel mio caso, un paio di anni fa quando ho fatto rientro in carcere. Ho quindi “fatto memoria” e il lungo elenco si è essenzialmente ridotto a due principali componenti: Ascolto e sezioni aperte.
di Marina Della Croce
Il Manifesto, 31 luglio 2024 A morire è stato un giovane di 25 anni in isolamento. Oggi in aula al Senato il dl carceri. Le opposizioni: “Provvedimento inutile”. Di carcere si continua morire. Dopo il ragazzo di 27 anni che sabato scorso si è tolto la vita nella casa circondariale di Prato, ieri un altro giovane, di 25 anni e in attesa di giudizio, si è impiccato nella cella d’isolamento del carcere di Rieti dove era stato rinchiuso dopo che, con altri detenuti, si era rifiutato di rientrare in cella per protestare contro il sovraffollamento. Per le statistiche si tratta del 61esimo suicidio dall’inizio dell’anno, numero che però restituisce solo in parte il dramma che decine di migliaia di detenuti vivono nelle carceri italiane. “Io il conto non lo tengo più: sono comunque troppi e (quasi) ogni giorno uno di più”, è il commento sconsolato del Garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 31 luglio 2024 Intervista alla presidente di Magistratura democratica: “La situazione è gravissima, ma i detenuti non sono un elettorato di riferimento. Nordio diceva di essere a favore del diritto penale minimo, ma in tutta evidenza non è così: ha abolito l’abuso d’ufficio, ma il governo continua a criminalizzare il dissenso”. “La situazione è talmente grave che deve essere affrontata subito, immediatamente”. Silvia Albano, giudice al tribunale di Roma e presidente di Magistratura democratica esordisce così parlando di carcere. L’emergenza, del resto, è conclamata: il numero dei suicidi tra i detenuti è spaventoso (61), le rivolte si susseguono a ritmo quotidiano, il numero di atti di autolesionismo non si riesce nemmeno a calcolare, i garanti dei detenuti un giorno sì e l’altro pure fanno presente che così proprio non è possibile andare avanti.
di Giacomo Salvini
Il Fatto Quotidiano, 31 luglio 2024 “Sinceramente non ho mai capito perché in questo paese, da almeno 40 anni a questa parte, manchi un progetto di riforma carceraria, così come manca un progetto sulla giustizia, visto che ogni ministro che è arrivato ha fatto riformine a macchia di leopardo sempre nell’interesse di una determinata parte o di un determinato gruppo ideologico. Non si possono affrontare settorialmente i problemi facendo un’amnistia o un indulto, perché il problema non è dato dalla costruzione di nuove carceri o dalle misure alternative alla detenzione”. Sono le parole pronunciate ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus, da Alfonso Sabella, giudice del tribunale di Roma, a proposito dell’emergenza carceraria, sulla quale espone la sua passata esperienza personale di capo ispettivo al Dap (Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria - Polizia Penitenziaria) del Ministero della giustizia.
di Debora Bionda
forensicnews.it, 31 luglio 2024 Le condizioni di vita nei penitenziari sono sempre più problematiche. Suicidi e violenze sono all’ordine de giorno. Il sovraffollamento rende la vita in carcere ancora più critica. Che fare? Sono ormai 60 i suicidi nelle carceri italiane da inizio anno. Strutture fatiscenti, violenze, condizioni igieniche precarie rendono la detenzione invivibile ed ecco che i carcerati arrivano a compiere gesti estremi. E poi c’è il grande tema del sovraffollamento. Secondo un rapporto di Antigone, al 31 marzo 2024 erano 61.049 le persone detenute, a fronte di una capienza ufficiale di 51.178 posti. Nel dettaglio, il livello di sovraffollamento nazionale ha raggiunto il 130% e in 56 carceri italiane è superiore al 150% con picchi di oltre 200%.
di Massimo Lensi
Il Domani, 31 luglio 2024 In carcere manca tutto. Nell’istituzione totale dedicata a curare chi la legge viola, manca anzitutto il rispetto della legge. Un paradosso repressivo e disciplinare ma fino a un certo punto. Molte attenzioni si concentrano, infatti, sulle condizioni di vita dei reclusi e la fatiscenza degli edifici. Una sorta di fatale Bolero accompagna le modeste attenzioni. Si usano sempre parole adeguate: disumanità, condizioni di vita degradanti. Un altro recluso si è impiccato alla Dogaia, il carcere di Prato. C’era stata una rivolta in quel carcere. Normalmente una rivolta si accende a causa di un suicidio in carcere. Questa volta è accaduto l’opposto. Il giovane detenuto si è tolto la vita alla conclusione dei tafferugli. Un’anomalia. Gli eroi son tutti giovani e belli, ma non in carcere. Addirittura, in questa occasione, è stato modificato lo spazio semantico della parola “rivolta”.
di Federica Olivo
huffingtonpost.it, 31 luglio 2024 Il collegio guidato da Felice Maurizio D’Ettore è considerato troppo vicino al Governo. Il suo atteggiamento cozza con il grande attivismo dei Garanti territoriali, che il 7 agosto vedranno Nordio. Verini (Pd): “Concezione burocratica del ruolo”. Le associazioni: “Stanno distruggendo l’istituzione”. Gli agenti: “Nessun rapporto”. “E il Garante nazionale dei detenuti dov’è? Che fa?”. Mentre il dramma dei suicidi in carcere e delle condizioni indecenti dei penitenziari emerge con prepotenza e non incontra risposte adeguate, un interrogativo serpeggia tanto in Parlamento quanto tra addetti ai lavori e associazioni. C’è un certo malcontento, che assume picchi più o meno alti a seconda di chi parla, nei confronti del nuovo collegio del Garante nazionale dei detenuti.
di Caterina Pozzi*
Il Manifesto, 31 luglio 2024 Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca) ha espresso forte preoccupazione per il decreto cosiddetto “svuota-carceri”. Lo abbiamo fatto con un documento, sia per l’impostazione del provvedimento, sia per alcuni punti specifici contenuti nel testo. Il Cnca ha esperienza diretta di cosa significhi accogliere persone in misura alternativa alla detenzione: nell’ultima rilevazione quasi 400 persone erano ospitate a questo titolo nelle comunità terapeutiche residenziali della rete. La strada maestra per affrontare il problema del sovraffollamento in carcere è quella di ridurre gli ingressi nelle strutture detentive e limitarne i tempi. Un risultato che si raggiunge con una decisa azione di depenalizzazione e di ricorso esteso alle misure alternative alla detenzione.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 31 luglio 2024 Il Garante regionale dei diritti delle persone detenute della Calabria, l’avvocato Luca Muglia, ha pubblicato innovative linee guida riguardanti i procedimenti di limitazione della responsabilità genitoriale per le persone ristrette in carcere e il diritto dei figli minori a mantenere un legame affettivo continuativo con il genitore detenuto. Questo documento, frutto di un’ampia consultazione con numerose istituzioni e organizzazioni, mira a bilanciare le esigenze di tutela dei detenuti nell’esercizio delle loro funzioni genitoriali con la necessità di proteggere i diritti dei minori, in particolare il loro diritto alla bigenitorialità. Le linee guida, elaborate sotto forma di Raccomandazioni, sono il risultato di un’estesa collaborazione.
GIUSTIZIA
di Valentina Stella
Il Dubbio, 31 luglio 2024 Via libera ieri pomeriggio della commissione Giustizia al Senato al dl Carceri, con il conferimento del mandato per l’aula ai relatori, la presidente della 2a di Palazzo Madama Giulia Bongiorno (Lega) e il senatore Sergio Rastrelli (Fratelli d’Italia). Il dl Carceri è ancora in prima lettura al Senato e va convertito in legge entro il 2 settembre. Oggi arriverà nell’aula di Palazzo Madama ma è probabile che l’Esecutivo ponga la questione di fiducia che verrebbe votata nella giornata di domani. Le opposizioni (Pd, Iv, M5s e Avs), presenti con i soli capigruppo di Commissione, non hanno partecipato al voto in segno di protesta per l’impianto dell’intero provvedimento e si sono riservate di ripresentare la quasi totalità degli emendamenti, respinti in commissione, in sede di discussione in Aula.
di Luciana Cimino
Il Manifesto, 31 luglio 2024 La volontà della maggioranza di chiudere i provvedimenti più discussi prima dello stop estivo ha dato un’accelerazione anche al ddl Sicurezza. Il centro destra vuole concludere l’esame nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera per garantire l’approdo in Aula nella prossima settimana. Il provvedimento, a quanto sembra, conterrà anche la stretta sulla cannabis light proposta dal governo con un emendamento. Ma in discussione c’è anche la proposta della Lega sulla castrazione chimica per gli stupratori e quella che prevede l’introduzione del reato di “integralismo islamico” con il carcere fino a 6 anni. Ci saranno inoltre la norma ribattezzata anti-Ghandi che prevede il carcere fino a un mese per chi blocca una strada o una ferrovia con l’aggravante del reato di resistenza a pubblico ufficiale nel caso in cui la protesta punti a impedire la realizzazione di un’opera pubblica, la norma anti No Ponte e Tav.
di Riccardo De Vito
Il Manifesto, 31 luglio 2024 Mentre la contabilità della morte in carcere arriva a quota 61 e un decreto interviene d’urgenza, senza neppure nominare il sovraffollamento e soltanto per complicare le procedure per la concessione dei famosi giorni di liberazione anticipata, si torna a discutere della proposta di legge Sciascia-Tortora. Di cosa si tratta è presto detto: il nucleo dell’iniziativa prevede che i magistrati ordinari in tirocinio svolgano un periodo non inferiore a quindici giorni di esperienza formativa in carcere, comprensivo di pernottamento in casa circondariale o di reclusione. Solo d’acchito il tema può sembrare eccentrico rispetto all’emergenza. A un’analisi più attenta, al contrario, costringe a porsi una domanda essenziale: conosciamo davvero il carcere? Sappiamo come funziona e come possiamo migliorarlo? Lo sanno i giudici?
di Guido Vitiello
Il Foglio, 31 luglio 2024 È il contenuto della proposta di legge Sciascia-Tortora. Da firmare e rifirmare mille volte, anche se poggia su un fondamento contraddittorio: che il carcere possa in fin dei conti rendere migliore chicchessia. Nei giorni più infami del nostro sistema carcerario, mentre sale il conteggio dei suicidi e Rita Bernardini valuta uno sciopero totale della fame e della sete, mi domando a che punto sia la proposta di legge Sciascia-Tortora, di cui fui a maggio uno dei primi firmatari. Non perché mi illuda che possa essere approvata, beninteso: solo perché mi sembra utile parlarne. La proposta prevede per i magistrati in tirocinio l’obbligo di passare quindici giorni in carcere.
TERRITORIO
di Rinaldo Frignani
Corriere della Sera, 31 luglio 2024 Gli avvocati a Mattarella: “Autorizzare le uscite”. Il detenuto, di 25 anni, era stato coinvolto nelle recenti proteste. Altre manifestazioni di protesta a Regina Coeli, Rebibbia, Velletri e a Frosinone. Oggi l’incontro fra sindacati della Penitenziaria e vertici del Dap. Rivolta dei detenuti scoppiata in mattinata e proseguita per ore nella Casa Circondariale di Regina Coeli, a Roma. All’origine dei disordini ci sarebbe una perquisizione da parte della Polizia Penitenziaria come racconta fuori dal carcere di Trastevere un detenuto che ha il permesso di uscire per fare pulizie nei dintorni. “Stamattina le guardie hanno fatto una perquisizione e hanno trovato un sacco di roba: droga, grappa, telefonini, ferri di finestre e letti spaccati”, racconta l’uomo.
di Jacopo Storni
Corriere Fiorentino, 31 luglio 2024 Clamorosa iniziativa dei Radicali che denunciano il ministro Nordio, per “tortura” a Sollicciano. Oggi un minuto di silenzio in Rettorato a Firenze per l’emergenza carceri. “Andrò al comando dei carabinieri per denunciare il ministro della Giustizia Carlo Nordio, affinché siano accertate le sue responsabilità penali per il reato di tortura”. Sono le parole del tesoriere dei Radicali italiani, Filippo Blengino, al termine della visita di ieri pomeriggio al carcere di Sollicciano. “È un carcere che non rispetta lo stato di diritto e la Costituzione - ha detto - È una struttura illegale con un sovraffollamento importante, con scarsa igiene, con detenuti che raccontano di volersi togliere la vita e che presentano gambe divorate dagli insetti”.
Il Sole 24 Ore, 31 luglio 2024 Il Presidente del Coa Nesta: “Intervenga per sensibilizzare le forze politiche su questa intollerabile situazione di illegalità che costringe i detenuti in condizioni disumane di sovraffollamento”. Emergenza carceri, gli Avvocati romani scrivono al Capo dello Stato per lanciare un grido d’allarme e chiedere un suo intervento diretto affinché stimoli la politica ad intervenire di fronte ad una situazione intollerabile, indegna di un paese civile. I 61 detenuti suicidi dall’inizio dell’anno, le migliaia di atti di autolesionismo, le decine di rivolte, il sovraffollamento con 14 mila reclusi in più rispetto alla capienza degli istituti di pena, rimandano la fotografia di una situazione disastrosa che non può più essere ignorata.
Corriere della Sera, 31 luglio 2024 Il fascicolo, al momento senza indagati, dopo alcune segnalazioni. La lettera di un detenuto a un’amica: “Ieri sera hanno picchiato uno in venti con manganelli e asta di ferro”. La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta, al momento senza titolo di reato e senza indagati, su presunti pestaggi da parte di agenti della polizia penitenziaria nei confronti di detenuti nel carcere di Opera, denunciati dagli stessi carcerati in una lettera anonima e in una stringata segnalazione. Il Procuratore Marcello Viola ha assegnato il fascicolo alle pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena, titolari dell’indagine con al centro torture e maltrattamenti su alcuni minorenni in cella al Beccaria, dopo che il Garante per i diritti dei detenuti, Francesco Maisto, gli ha “girato” la missiva scritta a mano e una denuncia di 10 righe con anche il nome della vittima.
frosinonetoday.it, 31 luglio 2024 Un’estate di mobilitazione e visite negli istituti di pena in tutta Italia da parte di parlamentari, eurodeputati, consiglieri regionali, amministratori e militanti, per verificare le condizioni dei detenuti e confrontarsi con dirigenti, operatori, agenti di Polizia penitenziaria e magistrati di sorveglianza.
di Carlo Catena
Il Cittadino, 31 luglio 2024 Il caso di un 49enne lodigiano con gravi problemi psichiatrici, l’avvocato è pronto a fare ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Il pm e il gip del tribunale di Lodi hanno ordinato a inizio luglio di liberare dal carcere di Cremona e di curare in una comunità ad alta intensità di cure psichiatriche un 49enne che è attualmente indagato per rapina e stalking in famiglia, ma Regione Lombardia, a quasi un mese di distanza dal provvedimento della magistratura, non ha ancora trovato un posto libero in una delle apposite comunità. E l’uomo è costretto a rimanere nell’infermeria del carcere, assieme ad altri detenuti colpiti anche da mali incurabili, che vengono disturbati di suoi stati di agitazione. E, anche a detta dei responsabili sanitari della struttura, non fa che peggiorare dal punto di vita mentale, anche perché è alla sua prima esperienza detentiva.
di Laura Natoli
La Nazione, 31 luglio 2024 L’intervento del sindacalista della Cgil Nolè dopo l’ennesima tragedia “In estate il carcere diventa un forno, mancano le scuole e le prospettive di lavoro. Il sistema è completamente fallito”. “Celle con temperature roventi e senza le docce, nonostante una direttiva del 2000 disponesse di adeguarle. Là dentro le difficoltà sono tantissime, non solo per i detenuti ma anche per il personale che ci lavora”. Donato Nolè, coordinatore nazionale Fp Cgil per la polizia penitenziaria, a lungo in forze alla Dogaia, interviene nel dibattito sollevato dopo l’ultimo episodio tragico avvenuto all’interno della casa circondariale di Prato: un giovane detenuto, 27 anni, di origini sinti, si è tolto la vita sabato sera impiccandosi nella cella con le lenzuola.
di Matteo Borgetto
La Stampa, 31 luglio 2024 Due giorni di tensioni, rivolte e danneggiamenti al carcere di Cerialdo, dove nella tarda mattinata di ieri i detenuti della prima e quarta sezione hanno distrutto le telecamere di videosorveglianza ed i vetri dei box degli agenti di polizia penitenziaria, devastato le suppellettili e appiccato anche il fuoco. A denunciarlo i sindacati Osapp, Uilpa e Sappe. La protesta sarebbe legata alla mancata autorizzazione su alcune telefonate. “Si sarebbero sentite anche esplosioni - ha spiegato Gennarino De Fazio, segretario generale dell’Uilpa - forse dovute allo scoppio di bombolette da campeggio utilizzate per preparare pasti e vivande. I rivoltosi hanno vandalizzato gli ambienti comuni”.
di Maddalena Berbenni
Corriere della Sera, 31 luglio 2024 Don Luciano portava all’esterno le lettere dei carcerati: le regole violate “a fin di bene”. “Alla cortese attenzione del direttore di codesto istituto; noi tutti detenuti della casa circondariale chiediamo che don Luciano torni tra noi”. Invece, don Luciano Tengattini è stato revocato dal ruolo di cappellano del carcere intitolato al suo predecessore, quel don Fausto Resmini di cui ha colmato il vuoto dopo la drammatica morte per Covid a marzo 2020. E, allo stato, nessuno sa se si tratti di una decisione definitiva o se ci sia margine per un reinserimento, come chiesto dagli ospiti di via Gleno in una lettera scritta in stampatello, su un foglio a quadretti accompagnato dalle firme di ciascuno, suddivise per sezione e numero di cella. In pochissimi non hanno aderito.
chiamamicitta.it, 31 luglio 2024 Avviato il progetto dell’Associazione che entra nelle carceri per incontrare il disagio e condividerlo insieme a chi lo vive. “Il fuori si costruisce dentro” è un progetto dell’associazione ReteDonna Aps di Rimini, finanziato e sostenuto dal Comune di Rimini nell’ambito dei Piani di zona 2023/2024 - tavolo inclusione, grazie al quale l’associazione ha avuto la grande opportunità di entrare nelle carceri per incontrare il disagio e condividerlo assieme a chi lo vive. Il progetto si realizza grazie ad una rete di collaborazioni costituita da Ufficio U.E.P.E. Di Rimini e ufficio di direzione della casa circondariale Le Casetti di Rimini.
di Alberto Lazzari
radiolombardia.it, 31 luglio 2024 La compagnia Opera Liquida, fondata dalla regista Ivana Trettel, composta da detenuti ed ex detenuti attori del carcere di Opera, domenica 4 agosto alle ore 21,00 porta sul palco del Castello Sforzesco “Extravagare. Rituale di reincanto”, in collaborazione con la Direzione della Casa di Reclusione Milano Opera, nell’ambito di Milano è Viva - Estate al Castello 2024 del Comune di Milano. Lo spettacolo, scritto da Ivana Trettel ed Alex Sanchez, è una storia poetica e intensa che approfondisce la civiltà della Grande Madre, società non belligerante, in perfetta parità tra i generi, dedita alla ricerca di cultura e bellezza, per ribaltare con forza l’idea di un male insito nella natura umana.
di Paolo Fallai
Corriere della Sera, 31 luglio 2024 Una storia antica e un presente drammatico: il sovraffollamento fuori controllo e la piaga dei suicidi. C’è molto da scoprire dietro a questa parola, usata oramai quasi sempre per indicare un detenuto nelle carceri o galere. La semplicità apparente. Recluso è un participio passato del verbo recludere (chiudere). Quindi vuol dire semplicemente “rinchiuso”. Ma come ci fa notare il dizionario di Tullio De Mauro quel verbo recludere attestato in italiano nella prima metà XIV secolo ci arriva dal latino reclūdĕre che vuol dire “chiudere di nuovo”, perché composto del prefisso re- con valore iterativo e claudĕre “chiudere”. Quindi recluso è qualcuno che viene chiuso nuovamente?
AFFARI SOCIALI
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 31 luglio 2024 Lavori in corso per una nuova struttura a Porto Empedocle. Stavolta sarà competente il tribunale di Palermo invece di quello catanese. Amnesty lancia l’allarme: “A Samos, in Grecia, il futuro della detenzione Ue”. Il governo Meloni ci riprova a Porto Empedocle. È qui che vuole detenere i richiedenti asilo, almeno quelli provenienti dai cosiddetti “paesi sicuri”. Ai quali si possono applicare le procedure accelerate di frontiera: un iter più rapido della domanda di protezione, perché con meno garanzie e diritti, che secondo il decreto Cutro dovrebbe svolgersi dietro le sbarre.
di Concita De Gregorio
La Repubblica, 31 luglio 2024 Seguo ogni giorno dai canali social di Luigi Manconi e dell’associazione A buon diritto l’incredibile vicenda di Maysoon Majidi e Marjan Kamali, due giovani donne iraniane arrivate in Italia nel 2003, in fuga dalla repubblica islamica in quanto attiviste del movimento “Donna vita libertà” esploso dopo la morte di Masha Amini, uccisa per aver indossato male lo hijab. Una, Marjan Kamali, si trova agli arresti domiciliari mentre l’altra, Maysoon Majidi, è reclusa in carcere a Reggio Calabria. Non sta bene, pesa 38 chili. Le è stata di recente rifiutata una visita psicologica.
di Alessia Candito
La Repubblica, 31 luglio 2024 Con buona pace degli annunci del governo di Meloni, che ha giustificato la nuova stretta su accoglienza e soccorsi per contrastare le morti in mare, violenze, violazioni dei diritti umani, intercettazioni, naufragi rimangono cronaca quotidiana. Novecento diciotto morti accertate lungo la rotta del Mediterraneo centrale da gennaio a oggi, 1095 se si calcolano anche le direttrici est e ovest, 5 persone al giorno che muoiono tentando la traversata, 62 bambini che adulti non lo diventeranno mai, più di 38mila naufraghi respinti in Libia o Tunisia, in un nuovo girone infernale di detenzioni arbitrarie, torture a scopo di estorsione, deportazioni nel deserto, stupri. Al largo di lettini e ombrelloni, di aperitivi al tramonto e djset in spiaggia continua a esserci un cimitero.
di Stefania Pagliazzo
La Repubblica, 31 luglio 2024 Mi chiedono spesso, soprattutto colleghi, come faccio a mettere insieme il mio lavoro di psicoterapeuta con il mio attivismo politico. Io rispondo sempre: “Ma come fate voi a non farlo?”. Da più di dieci anni mi occupo di clinica, cura e accoglienza di migranti in transito, più o meno, forzato dalla Sicilia. Utilizzo le parole “transito forzato dalla Sicilia” perché solitamente siamo abituati a pensare che sia la partenza dai Paesi di origine ad essere forzata ma, nella maggior parte dei casi, lo è anche l’approdo. Un numero notevole delle persone ascoltate in questi anni sulle navi di salvataggio, negli hotspot, nei centri di accoglienza, nelle carceri vorrebbero essere solo di “passaggio” dall’Italia e dalla Sicilia ma sono costretti per lunghi periodi a sostare da “noi” sospesi, a causa delle normative vigenti, invece di poter continuare il proprio progetto migratorio liberamente. Se queste persone potessero scegliere di farlo raggiungerebbero volentieri i loro parenti, i loro amici e i loro sogni in altre città europee e, forse, oltre.
di Walter Veltroni
Corriere della Sera, 31 luglio 2024 Le guerre, la violenza diffusa, le stragi dimenticate. I giovani a pagano il prezzo più alto, spesso nell’indifferenza. Il mondo uccide i ragazzini. E spesso i bambini sono uccisi da ragazzini. Due bestemmie, due atrocità delle quali ogni giorno si legge, ma spesso con la stessa fretta distratta e blasfema con la quale ci si intromette, perdendo tempo, nella vita privata di un influencer o di una diva alla moda. Le guerre, in primo luogo, si accaniscono contro i bambini. Contro quelli che giocano a palla, come i dodici ragazzi colpiti nel villaggio druso dalla bomba di Hezbollah, come i quaranta uccisi da Hamas nel kibbutz di Kfar Aza. O come le quindicimila creature palestinesi sterminate dai bombardamenti israeliani su Gaza. Un vero crimine.
di Micol Flammini
Il Foglio, 31 luglio 2024 Detenuti palestinesi abusati in un carcere nel Negev, un’indagine da parte di Tsahal, le proteste degli estremisti per proteggere i soldati arrestati e scagliarsi contro l’inchiesta. A maggio un soldato israeliano aveva mandato delle foto alla Cnn per mostrare come venivano trattati i detenuti a Sde Teiman, una base militare a Beit Lid, nel deserto del Negev, riconvertita a centro di detenzione dopo il 7 ottobre. Il soldato aveva detto che le immagini che vedeva durante la sua giornata, torture, pestaggi e umiliazioni, lo tormentavano. Dopo la Cnn, arrivò il New York Times e Tsahal, l’esercito israeliano, aveva continuato a sostenere la “condotta corretta” dei suoi soldati all’interno di Sde Teiman.
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