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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 30 luglio 2024
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 30 luglio 2024 A Prato si è suicidato un ragazzo, ma dal sottosegretario Ostellari a Travaglio passa l’idea falsata delle carceri con numeri regolamentari rispetto a una realtà scioccante di trattamenti inumani e degradanti. Domenica scorsa, al carcere di Prato si è consumato il sessantesimo suicidio dall’inizio dell’anno. “Solo 27 anni, italiano, alcune condanne definitive con fine pena nel 2032, si è impiccato ieri sera nella sua cella della Casa Circondariale di Prato. Subito soccorso e condotto in ospedale, è spirato poco dopo. Si tratta del 60esimo suicidio di un detenuto nel corso dell’anno, cui vanno aggiunti 6 appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita.
di Luca Sofri
ilpost.it, 30 luglio 2024 Da settimane i detenuti di diversi istituti, dal Piemonte alla Sicilia, protestano per il caldo insopportabile e il sovraffollamento delle celle. Nelle carceri italiane sono recluse molte più persone della loro capienza prevista, e il caldo degli ultimi giorni ha reso ancora meno vivibili le celle. Un po’ ovunque in Italia i detenuti protestano per il trattamento degradante a cui sono sottoposti. Sabato sera nel carcere La Dogaia di Prato, in Toscana, si è suicidato un uomo di 27 anni, il sessantesimo dall’inizio dell’anno. Nella notte tra venerdì e sabato nello stesso carcere una ventina di detenuti del reparto di media sicurezza aveva organizzato una protesta per denunciare le condizioni di detenzione.
di Marina Della Croce
Il Manifesto, 30 luglio 2024 I Garanti territoriali dei detenuti chiedono un incontro a Nordio: “Situazione al collasso”. L’ultima l’hanno salvata domenica sera nel carcere di Genova Pontedecimo. La donna, 31 anni nata in Francia ma con cittadinanza della Bosnia-Erzegovina, aveva già legato la corda ricavata da un lenzuolo alle sbarre della finestra del bagno e se non fosse stato per il pronto intervento degli agenti penitenziari sarebbe stato l’ennesimo suicidio in carcere dall’inizio dell’anno, il 61esimo dopo il giovane di 27 anni che sabato scorso si è tolto la vita alla Dogaia di Prato (il terzo in sette mesi nella casa circondariale toscana). Ora la detenuta è fuori pericolo ed è ricoverata nel reparto psichiatrico dell’ospedale San Martino del capoluogo ligure.
di Gabriella Cerami
La Repubblica, 30 luglio 2024 Il vicepremier in conferenza stampa con Maurizio Turco rilancia il rinnovo del contratto per la polizia penitenziaria. Sulle misure d’emergenza però garantisce “piena sintonia” con il governo. Non un intervento legislativo, ma visite nelle carceri per esaminare la situazione. Nel giorno in cui i suicidi in cella in meno di sette mesi raggiungono il tragico numero di sessanta, il segretario di Forza Italia Antonio Tajani in conferenza stampa con il partito Radicale di Maurizio Turco difende il decreto Carceri in discussione in Senato e rivendica la decisione di non aver più sostenuto la proposta di legge Giachetti che prevedeva uno sconto di pena di 60 giorni ogni sei mesi, al posto di 45, così da alleggerire gli istituti penitenziari sovraffollati.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 30 luglio 2024 “La proposta di legge Giachetti è arrivata in ritardo, c’erano alcune cose positive ma il lavoro fatto con gli emendamenti approvati di fatto risolvono il problema. Con il testo uscito dalla commissione Giustizia, con una trattativa che ci ha visto come protagonisti, diventa superfluo la pdl Giachetti”: con questa dichiarazione ieri il segretario di Forza Italia e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha confermato di non essere più una spina nel fianco nella maggioranza, dopo che per mesi il partito di Berlusconi aveva lasciato intendere che avrebbe potuto appoggiare la pdl del parlamentare di Italia Viva, elaborata insieme a Nessuno Tocchi Caino.
di Emilio Pucci
Il Messaggero, 30 luglio 2024 Mentre Forza Italia e i Radicali annunciano in una conferenza stampa iniziative comuni per mantenere alta l’attenzione sulla situazione delle carceri, Carlo Nordio lancia un piano straordinario sugli istituti penitenziari. Prevedendo “un disegno coordinato di interventi per rinnovare - ha detto il ministro della Giustizia - il sistema dell’esecuzione penale, in modo da coniugare la certezza della pena con l’efficacia dei percorsi di reinserimento sociale dei detenuti e garantire un impatto positivo sulla sicurezza e la coesione”.
di Massimo Nesticò
ansa.it, 30 luglio 2024 Suicidi: sabato il 57/o dell’anno, uno ogni tre giorni. Ma anche proteste, rivolte ed aggressioni al personale di polizia penitenziaria. È un’estate ad alta tensione nelle carceri italiane sovraffollate (circa 14mila detenuti in più rispetto ai posti letto regolamentari). L’opposizione attacca il governo. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, respinge tuttavia le critiche: “abbiamo fatto tanto e tanto abbiamo ancora da fare. L’attenzione e l’impegno di tutti noi sono massimi”, assicura, citando un piano di investimenti straordinario per migliorare le condizioni di esecuzione della pena. Nel 2024 il budget è più che triplicato, passando da 4,4 a 14,9 milioni di euro. A breve partirà poi il piano straordinario per l’edilizia penitenziaria.
di Angela Stella
L’Unità, 30 luglio 2024 Intervista al portavoce Ciambriello: “Abbiamo bisogno di misure immediate anche temporanee. Ottomila reclusi con meno di un anno da scontare: liberateli subito!”. Il 7 agosto l’incontro con Nordio.
di Luca Monticelli
La Stampa, 30 luglio 2024 Rita Bernardini, Radicale storica e pannelliana “fino al midollo”, ora presidente di Nessuno tocchi Caino, nei mesi scorsi ha fatto 26 giorni di sciopero della fame e anche 30 ore di astinenza dal bere e dal mangiare per far calendarizzare e portare al voto in Parlamento la proposta di legge Giachetti sulla liberazione anticipata speciale. “Attualmente non sono in sciopero della fame, però visti i tempi, se dovessi decidere di riprenderlo purtroppo sarebbe uno sciopero totale della fame e della sete. L’iniziativa nonviolenta di sciopero della sete - sottolinea - è veramente devastante, solo Marco Pannella riusciva a fare quasi una settimana, ma finiva all’ospedale a un passo dalla dialisi”.
di Francesco Grignetti
La Stampa, 30 luglio 2024 Si muore, dietro le sbarre. Si contano almeno 56 suicidi nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno, a cui andrebbero sommati i due suicidi avvenuti nei Cpr, i centri per il rimpatrio. Ma tantissimi sono i tentati suicidi, sventati solo all’ultimo istante. E poi i casi di autolesionismo. E le liti, le risse, le aggressioni. Un clima umano invivibile, dove il caldo e il sovraffollamento di questa estate incidono moltissimo. E così denunciano molti Garanti territoriali per i diritti dei detenuti. Quella di Roma, Valentina Calderone, ha spiegato ieri che nel solo carcere di Regina Coeli il sovraffollamento è cresciuto del 180% in un anno.
di Annarita Digiorgio
Il Foglio, 30 luglio 2024 L’amministrazione penitenziaria ha trovato il responsabile di tutti i problemi delle carceri italiane: il direttore del carcere di Sollicciano. La soluzione è altrettanto semplice: multare la dottoressa Antonella Tuoni, mentre i detenuti cadono come birilli. L’amministrazione penitenziaria ha trovato il responsabile di tutti i problemi che insistono sulle carceri italiane: il direttore del carcere di Sollicciano. Ecco quindi la soluzione per risolvere sovraffollamento, degrado, caldo, assenza di cure, recidiva, e suicidi: multare la dottoressa Antonella Tuoni, e intimarle di bonificare il carcere fiorentino entro 90 giorni. A sue spese. Sembra una barzelletta di quelle che si tramandano di cella in cella, invece è successo veramente.
di Alessandro D’Amato
La Nazione, 30 luglio 2024 I poliziotti sequestrati per alcune ore: “Ha tentato anche di colpirli”. Genova, donna di 31 anni salvata in extremis dopo aver tentato di impiccarsi. Si è salvata per un attimo. Una detenuta nata in Francia ma di cittadinanza bosniaca di 31 anni ha tentato di impiccarsi nella sua cella nel carcere genovese di Pontedecimo intorno alle 21,30 di domenica sera. Ma per fortuna gli agenti l’hanno liberata in tempo dal cappio messo insieme con le lenzuola del letto e sono riusciti a praticarle con successo la manovra salvavita. Ora la ragazza è ricoverata all’ospedale San Martino. Sarebbe stata la sessantunesima vittima del 2024. Nella notte di ieri invece sette detenuti si sono rifiutati di rientrare in cella nella casa circondariale di Biella. Gennarino De Fazio, segretario generale della Uipa Polizia Penitenziaria, parla di “gravi disordini. Agenti liberi dal servizio, sono stati richiamati per cercare di dare manforte allo sparuto gruppo al lavoro, attese le voragini negli organici della polizia penitenziaria”.
Avvenire, 30 luglio 2024 I primi 80 apparecchi sono stati consegnati a giugno dal cardinale Zuppi a Rebibbia. Monsignor Baturi: la Chiesa esprime così con un semplice gesto la sua vicinanza. Nell’estate rovente che si sta attraversando, un gesto di solidarietà verso i detenuti delle carceri italiane. La Chiesa infatti, come annunciato a metà giugno il cardinale Matteo Zuppi con la visita a Rebibbia a cui furono destinati 80 apparecchi, ha disposto la donazione di 2.200 ventilatori per gli Istituti penitenziari sparsi nel Paese.
di Enrica Riera e Nello Trocchia
Il Domani, 30 luglio 2024 Il sottosegretario Andrea Delmastro ha annunciato la formazione di un nuovo corpo speciale per fronteggiare le rivolte in carcere e sedarle con le maniere forti. Sul modello dell’Eris francese, anche l’Italia avrà i suoi super poliziotti penitenziari. Per ora però c’è solo la dirigente. Non c’è solo il reintegro degli agenti sospesi per l’orrendo pestaggio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, il governo per fronteggiare l’aumento delle rivolte ha pensato di istituire un nuovo corpo scelto sul modello francese. C’è solo un problema, i Rambo pensati dal sottosegretario, Andrea Delmastro Delle Vedove, e presentati in pompa magna, non hanno personale.
di Tiziana Maiolo
Il Dubbio, 30 luglio 2024 Due uomini travolti dalla tragedia dei figli assassini, costretti a una paternità sacrificale e a subire gli appetiti e il giudizio implacabile dell’opinione pubblica. Nicola Turetta come Francesco Di Nardo. Due padri colpiti da una tragedia, i quali si ritrovano ad avere tra le mani e nella propria vita un figlio o una figlia assassini e diventano a loro volta vittime del proprio amore incondizionato per coloro che hanno contribuito a far venire al mondo e che li conduce, forse loro malgrado, a una sorta di paternità sacrificale incompresa e dileggiata. Era successo oltre vent’anni fa a Francesco Di Nardo, un ingegnere di Novi Ligure, Piemonte ricco e tranquillo, che conduceva una vita di normalità in una villetta con la moglie e due figli, Erika di 16 anni e Gianluca di 11.
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 30 luglio 2024 L’Aiga “condanna fortemente quanto accaduto” mentre l’avvocato Antonio Gagliano (Cnf) si chiede: “Perché non rispettare almeno il sentimento paterno e materno?”. Le conversazioni tra Filippo Turetta e i suoi genitori sono finite su tutte le televisioni e su tutti i giornali, sollevando, da più parti, una serie di interrogativi. Quale esigenza di informazione è stata soddisfatta nel riportare il contenuto dei dialoghi tra il giovane accusato dell’omicidio di Giulia Cecchetin e i suoi genitori, disperati per quanto commesso dal figlio e consci del fatto che non lo rivedranno per molto tempo? Nessuna. Eppure, l’informazione spesso si deve nutrire di parole o gesti che dovrebbero essere relegati solo ad una cerchia ristrettissima di persone.
di Guido Vitiello
Il Foglio, 30 luglio 2024 Recitare il tarantiniano “Ezechiele 25:17” ai responsabili giudiziari e giornalistici della rivelazione delle parole di Turetta padre sarebbe un bel contrappasso. Ezechiele 25:17: “E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno…”. Senz’altro ricorderete il passo biblico mezzo apocrifo che Samuel L. Jackson, in “Pulp fiction” di Quentin Tarantino, declama solennemente un istante prima di sparare a qualche malcapitato. Ebbene, reciterei volentieri lo pseudo-Ezechiele per impallinare metaforicamente i responsabili giudiziari, giornalistici e instagrammatici dello sputtanamento del padre di Filippo Turetta, specie per aver costretto il poveruomo a una umiliante seppur comprensibile (ha già abbastanza guai) contrizione pubblica.
cosenzachannel.it, 30 luglio 2024 Luca Muglia, Garante regionale dei diritti dei detenuti, pubblica le Linee Guida per il mantenimento del legame familiare, garantendo diritti fondamentali e supporto alla genitorialità. L’adozione delle nuove Linee Guida per i diritti dei detenuti e dei loro figli minori segna un importante avanzamento nella tutela dei diritti umani all’interno del sistema penitenziario italiano. Queste raccomandazioni, promosse dal Garante regionale dei diritti delle persone detenute, Luca Muglia, mirano a garantire il mantenimento del legame affettivo tra genitori detenuti e i loro figli, assicurando al contempo il rispetto delle garanzie procedurali nei procedimenti giudiziari che coinvolgono la responsabilità genitoriale.
di Laura Natoli
La Nazione, 30 luglio 2024 La manifestazione della Camera penale di fronte al tribunale: “Necessario risvegliare la coscienza delle istituzioni”. Bugetti: “Nordio venga a vedere la situazione del carcere”. Una manifestazione, organizzata dalla Camera penale di Prato, per portare all’attenzione di tutti la situazione del carcere della Dogaia, e di tutte le carceri italiane, dopo l’ultima tragedia avvenuta sabato quando un detenuto, italiano di origine sinti di 27 anni, si è tolto la vita impiccandosi con le lenzuola nella sua cella. Inizialmente il presidio si doveva tenere di fronte alla Dogaia ma per motivi di ordine pubblico - il timore che all’interno del carcere potesse scoppiare un’altra rivolta - è stato chiesto agli avvocati di scegliere un altro posto. Gli avvocati si sono radunati dunque di fronte al tribunale.
di Paolo Nencioni
Il Tirreno, 30 luglio 2024 La morte del giovane detenuto è “una macchia indelebile per la nostra città”. Il giorno dopo, si muove la politica. “Il carcere di Prato attualmente non ha un direttore titolare. Non ha un comandante titolare. Ha una gravissima carenza di organico di polizia penitenziaria e si trova in una condizione di sovraffollamento”. Queste alcune frasi della lettera che la sindaca Ilaria Bugetti e il presidente del Consiglio comunale Lorenzo Tinagli hanno scritto al ministro della Giustizia Carlo Nordio in seguito al suicidio di un detenuto sabato scorso, 27 luglio, alla Dogaia, per chiedere un incontro urgente sul carcere pratese ed invitarlo a verificare di persona la gravità della situazione con l’obiettivo di adottare dei miglioramenti.
di Ilaria Carra, Rosario Di Raimondo
La Repubblica, 30 luglio 2024 Il Garante Maisto: “Da due settimane ricevo varie missive da lì. Si parla di percosse e situazioni gravi, se sospetto un reato giro ai pm”. “Siamo sovraffollati, in condizioni che rasentano la disumanità”. La lettera dei reclusi del carcere bresciano di Canton Mombello, citata dal Presidente della Repubblica, non rimarrà un caso isolato. Su impulso del Garante dei detenuti di Milano Francesco Maisto, sia in città, sia in altri istituti penitenziari della regione, i volontari si muovono per raccogliere firme e testimonianze della vita dietro le sbarre, con l’obiettivo di mandare questo racconto collettivo della galera a Sergio Mattarella. Ma le missive intanto arrivano anche in procura. Ai magistrati milanesi è stata inviata, tra le altre, la segnalazione di un uomo rinchiuso a Opera ...
di Massimo Giuliano
rete8.it, 30 luglio 2024 Protesta in carcere a Pescara, i detenuti illustrano le criticità: non usano mezze misure e descrivono una situazione di “bomba ad orologeria”. Protesta nel carcere di Pescara, nell’ambito delle mobilitazioni che si stanno registrando in tutta Italia. I detenuti, una volta nell’area passeggio comune, per circa tre ore, nel primo pomeriggio, si sono rifiutati di rientrare in cella, per manifestare contro la situazione che si sta registrando a livello nazionale e, in particolare, nella casa circondariale del capoluogo adriatico. L’emergenza è rientrata dopo l’arrivo di Gianmarco Cifaldi, professore universitario di criminologia e già Garante dei detenuti di Regione Abruzzo.
di Simona Giannetti
Il Dubbio, 30 luglio 2024 Il Partito Radicale ha denunciato l’illegalità costituzionale della detenzione di Giacomo, in cella a 2 anni nel carcere di Rebibbia. A firma del segretario Maurizio Turco e della tesoriera Irene Testa, è stata inviata la denuncia alla Procura della Repubblica per i Minorenni di Roma, perché sia avviato un formale accertamento delle responsabilità per la violazione dei diritti di dignità, libertà e salute di Giacomo, anche avvisando il Garante dei detenuti nazionale e quello del Lazio della condizione inumana e degradante della “carcerizzazione” di Giacomo oltre che delle conseguenze sulla sua libertà, dignità umana e salute.
La Nazione, 30 luglio 2024 L’avvocato Ezio Menzione di Pisa è stato nominato garante dei detenuti del carcere di Volterra, ricevendo i complimenti dalla Camera Penale di Pisa per il suo impegno e la sua esperienza. È l’avvocato Ezio Menzione di Pisa il neo garante dei detenuti del carcere di Volterra, a seguito del bando che è stato indetto dal Comune. Avvocato di fama e di grande esperienza, Menzione sarà il primo garante nella storia per i detenuti all’Interno della casa di reclusione situata nella Fortezza Medicea. Ecco i complimenti che giungono dal direttivo della Camera Penale di Pisa, con le parole espresse dal neo garante ai colleghi della stessa Camera Penale.
di Enrico Caiano
Corriere della Sera, 30 luglio 2024 La scrittrice Silvia Avallone, autrice del romanzo “Cuore nero” su una ragazzina finita in carcere da adolescente, è stata attiva come volontaria nell’istituto penale bolognese e lì ha presentato il suo libro: “Bisogna essere liberi nella testa o non lo si sarà mai, neanche fuori”. Lo hanno detto meglio di chiunque altro. D’altra parte, non si è giganti della letteratura a caso. Fedor Dostoevskij: “Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni”. Victor Hugo: “Chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione”. Un secolo dopo, il simbolo della lotta per la libertà Nelson Mandela, una vita dietro le sbarre, ha chiuso il cerchio con una riflessione definitiva: “Un Paese non dovrebbe essere giudicato da come tratta i cittadini più in alto, ma quelli più in basso”.
di Massimo Selleri
Il Resto del Carlino, 30 luglio 2024 La storia del detenuto in semilibertà ammesso al progetto esterno. L’impiego come carpentiere alla Amplia, che costruisce il Passante. “Mi sento come gli altri, nessuno mi giudica per il mio vissuto”. Dal lunedì al venerdì Luigi esce dal carcere della Dozza la mattina poi, a piedi, raggiunge il cantiere di Amplia di via Ferrarese. Resta lì fino al pomeriggio, quando compie il percorso inverso e torna in cella. Quelle otto ore di lavoro sono una luce in fondo al tunnel, la speranza che dopo aver pagato il suo debito con la giustizia, una nuova vita sia possibile. “Quando ti rendi conto di avere sbagliato - racconta Luigi - pensi solo a come non ripetere più il tuo errore.
di Ornella Sgroi
Corriere della Sera, 30 luglio 2024 Il progetto nazionale “Si sostiene in carcere” è partito a Milano all’Icam, l’Istituto a custodia attenuata per le detenute madri. Coinvolte anche Genova e Vigevano. Immaginare un futuro dopo il carcere attraverso il gelato. È partito a Milano dall’Icam, l’Istituto a custodia attenuata per detenute madri di figli fino a sei anni di età, il progetto nazionale “Si sostiene in carcere”: un programma di corsi professionali di gelateria artigianale in sei tappe, rivolto in particolare alle sezioni femminili, che dopo Milano ha già toccato la casa circondariale Pontedecimo di Genova e il carcere di Vigevano, per tornare poi in ottobre nel capoluogo lombardo all’istituto di Bollate, quindi a Mantova, e concludersi in novembre a Bologna.
AFFARI SOCIALI
di Marika Ikonomu
Il Domani, 30 luglio 2024 Mem.Med. è una rete di supporto per le famiglie che hanno perso i propri cari nel tentativo di raggiungere l’Europa via mare, attraversando il Mediterraneo, la rotta più letale al mondo. I parenti non sanno a chi rivolgersi e le gravi inadempienze a livello nazionale e internazionale negano il diritto alla verità e alla ricerca delle persone scomparse. C’è una parte della migrazione attraverso il Mediterraneo che non è visibile: i cosiddetti “naufragi fantasma” di cui non si sa nulla e “non si registra quasi alcun dato ufficiale”. È quanto emerge dal rapporto relativo al 2022 e 2023 dell’associazione Mem.Med, Memoria Mediterranea, una rete di supporto per le famiglie che hanno perso i propri cari nel tentativo di raggiungere l’Europa via mare.
di Roberto Ciccarelli
Il Manifesto, 30 luglio 2024 La sentenza. La Corte di giustizia europea ha bocciato la norma voluta dal governo “Conte Uno” che ha imposto ai cittadini stranieri il vincolo dei dieci anni di residenza per ottenere il “reddito di cittadinanza”. L’avvocato Alberto Guariso dell’Asgi: “Conte, Salvini, Di Maio crearono un requisito che non esiste in alcun paese d’Europa”. La Corte di giustizia dell’Unione europea ha bocciato il vincolo di dieci anni di residenza imposti agli stranieri per accedere al “reddito cittadinanza”. Gli avvocati dell’Asgi si sono battuti in Europa e in molti tribunali italiani per cancellare questa ingiustizia. Ne parliamo con Alberto Guariso.
di Marta Serafini
Corriere della Sera, 30 luglio 2024 Il premier Netanyahu è andato in visita nel villaggio druso della strage dove è stato contestato. Fonti vicine al premier riferiscono che Israele vuole colpire Hezbollah, ma non trascinare il Paese in una nuova guerra. Israele ribadisce: colpiremo. E l’Iran avverte: se il Libano sarà attaccato, ci saranno gravi conseguenze per lo Stato ebraico. Resta alta la tensione due giorni dopo che un razzo Falaq di fabbricazione iraniana è caduto nelle alture del Golan facendo strage di bambini mentre i Paesi europei, Italia compresa, chiedono ai loro cittadini di lasciare il Libano al più presto.
di Chiara Cruciati
Il Manifesto, 30 luglio 2024 L’arresto di nove soldati israeliani impiegati nel Centro di detenzione di Sde Teiman ha provocato una bufera. Alle dichiarazioni di fuoco dell’ultradestra è seguito un vero e proprio assalto alla base militare trasformata in una prigione in stile Guantanamo per migliaia di palestinesi arrestati a Gaza. Quel carcere è un buco nero, dicono inchieste della stampa locale e internazionale e le denunce degli ex detenuti e di fonti mediche israeliane: i prigionieri - tra i 3mila e i 5mila - sono legati mani e piedi per settimane, se non mesi, lasciati sotto il sole del deserto, costretti a defecare nei pannolini e ad alimentarsi con le cannucce, privati di condizioni igieniche minime (le pochissime docce concesse non possono durare più di un minuto).
di Riccardo Noury*
Il Fatto Quotidiano, 30 luglio 2024 I Mondiali di calcio del Qatar sono terminati un anno e mezzo fa, ma c’è ancora un problema irrisolto: i mancati risarcimenti per lo sfruttamento del lavoro migrante. Un tema che si riproporrà anche per il campionato del 2034: unica candidata, l’Arabia Saudita. Di questione aperta però ce n’è anche un’altra: la detenzione di Abdullah Ibhais, un giordano padre di due figli che lavorava nel settore comunicazione del comitato organizzatore, finito nei guai proprio dopo che aveva denunciato le condizioni di lavoro equiparabili a schiavitù moderna dei lavoratori migranti impegnati nella costruzione degli stadi e delle infrastrutture sportive, logistiche e commerciali.
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