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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 27 luglio 2024
di Ornella Favero*
Il Riformista, 27 luglio 2024 Quando gli studenti hanno più fiducia nei cittadini del ministro Nordio L’amnistia “rappresenta un fallimento dello Stato e verrebbe negativamente compresa dai cittadini”. Parole del ministro Nordio, che non ha molta fiducia nell’intelligenza dei cittadini italiani. E se provassimo a dimostrargli che se si fa conoscere davvero la realtà del carcere alla società, una parte consistente di quella stessa società potrebbe essere in grado di capire anche misure difficili come l’amnistia e l’indulto? Abbiamo provato a parlare di questi temi agli studenti, che nel carcere di Padova numerosissimi incontrano le persone detenute per parlare di pene e carcere, per ascoltare le loro storie e capire quanto sia facile da piccoli comportamenti a rischio scivolare nei reati, ma anche quanto è importante che la pena sia scontata in modo civile e umano.
di Gian Domenico Caiazza
Il Riformista, 27 luglio 2024 Non potevamo accomiatarci da Voi, cari lettori (per la sola pausa estiva, beninteso) in nessun altro modo che pronunciando, con tutto il fiato che abbiamo in corpo, la parola più impronunciabile di questo Paese: AMNISTIA. Chiunque si occupi dei problemi della giustizia italiana, che sono tanti, complessi ed impellenti, sa che il tema del sovraffollamento carcerario è una bomba da tempo innescata, destinata inesorabilmente ad esplodere di fronte alla irresponsabile inerzia della politica. Lo spettacolo parlamentare di queste ultime ore è la penosa messa in scena di questa pervicace ed ottusa irresponsabilità politica, fondata sul fraintendimento tra intransigenza punitiva e banalissima incapacità di governare fenomeni ed emergenze che lo Stato - ecco il punto - ha il compito esclusivo di risolvere.
di Stefano Musolino*
Il Riformista, 27 luglio 2024 Siamo di fronte a un’autentica emergenza umanitaria: bisogna tutelare la dignità umana di chi si trova in carcere. Ora più che mai è indispensabile una vera riforma del sistema dell’esecuzione penale. C’è “...un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttare via, un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere ed un tempo per parlare...”, la litania del Qoelet percorre le menti della comunità giuridica, di fronte ai numeri del sovraffollamento delle nostre carceri a cui si sommano, come conseguenza agghiacciante, quelli dei suicidi dei detenuti e del personale di Polizia Penitenziaria.
di Nicola Mazzacuva*
Il Riformista, 27 luglio 2024 E ormai del tutto ricorrente la segnalazione dell’eccezionale incremento delle leggi penali. Si versa nella stagione del diritto penale ‘massimo’ (ovvero `totale’) ed è divenuto non solo impossibile conoscere tutti i reati ‘legalmente’ previsti, ma financo calcolarne l’esatto numero: il che risulta davvero incredibile e allarmante. Orientamenti rigoristici prevalgono, poi, anche nel momento di commisurazione della pena. Del resto, l’ampliata possibilità di applicare una ‘pena carceraria' costituisce il (quasi obbligato) esito di interventi legislativi spesso volti soltanto ad incrementare il trattamento sanzionatorio.
di Giuseppe Belcastro*
Il Riformista, 27 luglio 2024
Albeggiava l’anno 2013 quando la Corte di Strasburgo, investita dal dolore di sette persone detenute nelle carceri italiane, incominciava la motivazione della storica sentenza Torreggiani con devastante semplicità: “La Corte rammenta che la carcerazione non fa perdere al detenuto il beneficio dei diritti sanciti dalla Convenzione. Al contrario, in alcuni casi, la persona incarcerata può avere bisogno di una maggiore tutela proprio per la vulnerabilità della sua situazione e per il fatto di trovarsi totalmente sotto la responsabilità dello Stato”.
di Eriberto Rosso*
Il Riformista, 27 luglio 2024 La modifica dell’art. 79 della Costituzione, per come intervenuta con la legge costituzionale 6 marzo 1992, n. 1, si è costruita una rigida gabbia per la concessione di amnistia e indulto, prevedendo la maggioranza qualificata dei 2/3 dei parlamentari per deliberare i provvedimenti di clemenza. Al contempo, però, con quella legge il Parlamento ha rivendicato a sé il potere di una risposta politica a situazioni straordinarie che coinvolgono il sistema penale e la macchina repressiva dello Stato. Si è così posto fine ad antichi retaggi sul potere di clemenza riservato all’imperatore, al principe, al Papa o al Presidente, per spostare il centro della responsabilità politica dell’atto di estinzione dei reati o di abbuono della pena verso il Parlamento, quale organo di espressione della volontà popolare.
di Franco Insardà
Il Dubbio, 27 luglio 2024 Dall’inizio dell’anno si sono tolte la vita 59 persone: l’ultimo caso a Rebibbia. Le opposizioni attaccano, ma Ostellari ribadisce: “No allo svuota-carceri”. Ormai anche la conta dei suicidi si è trasformata in qualcosa di rituale. Oggi l’ennesimo, questa volta a Rebibbia, dove un giovane detenuto di 30 anni si è impiccato nella sua cella del reparto g12 del carcere romano. Per lui non c’è stato nulla fare, nonostante i soccorsi. Sono già 59 le persone che si sono tolte la vita in carcere dall’inizio dell’anno, alle quali vanno aggiunti i sei agenti della polizia penitenziaria che non ce l’hanno fatta più a reggere il peso della invivibilità in carcere. Sì perché, come diceva Marco Pannella, in carcere ci sono tutti sia i detenuti che i detenenti.
di Mariastella Gelmini*
Il Dubbio, 27 luglio 2024 La maggioranza non ha il coraggio di rispondere a una situazione che il Presidente Mattarella, citando la drammatica lettera dei detenuti dal carcere di Brescia, ha definito “indecorosa per un Paese civile”. La discussione sul cosiddetto decreto carceri del Governo al Senato e il rinvio sine die del disegno di legge Giachetti alla Camera dimostrano, purtroppo, che la maggioranza non ha il coraggio di rispondere a una situazione che il Presidente Mattarella, citando la drammatica lettera dei detenuti dal carcere di Brescia, ha definito “indecorosa per un Paese civile”. Il tasso di affollamento è attualmente al 130 per cento, il 27 per cento dei reclusi ha a disposizione meno di 3 mq e si contano purtroppo 58 suicidi da inizio anno.
di Gaetano Pecorella
Il Dubbio, 27 luglio 2024 Le carceri sono un problema umano, non politico o di maggioranza e minoranze: per questo si avverte un senso di imbarazzo di fronte a partiti politici che in Parlamento si scontrano dimenticando la Costituzione, il numero di suicidi tra le sbarre, e, non ultima, l’assenza di ciò di cui avrebbe diritto ogni essere umano, e soprattutto di coloro di cui ancora non si sa se sono colpevoli o innocenti. Ciononostante lo scontro non avrà fine e i criteri per intervenire non saranno la tutela della persona umana, né ciò che è più giusto, o ciò che non lo è, ma la “bilancia” di quanti voti si guadagneranno con certe scelte, o di quanti voti si perderanno.
di Marco Travaglio
Il Fatto Quotidiano, 27 luglio 2024 Come a ogni estate, ecco l’immancabile dibattito sulle carceri sovraffollate e su come sfollarle, col contorno dei soliti sciacalli pronti a legiferare per non farci più entrare chi di solito non le vede neppure col binocolo: i colletti bianchi. L’ultima ideona, firmata dal renziano Giachetti e sposata da FI e Pd, è quella di allargare la già indecente “liberazione anticipata” dagli attuali 3 a 4 mesi per ogni anno di pena. Nella sentenza c’è scritto che devi scontare 9 anni? Tranquillo, è tutto finto: 9 vuol dire 6, ma poi 6 vuol dire 2, perché - grazie alle svuota-carceri dell’ultimo decennio - i 4 finali li sconti ai domiciliari e ai servizi sociali. È la certezza della pena all’italiana, che aumenta il senso di impunità e dunque il numero dei reati anziché ridurlo.
di Sergio D’Elia
L’unità, 27 luglio 2024 Caro Travaglio, vieni a vedere se non c’è sovraffollamento. “In te c’è la passione del male e non c’è l’amore del vero.” Così Marco Pannella una volta ti disse, aggiungendo: “sei un poeta del racconto delle varie forme di merda”. Caro Marco (Travaglio), se vuoi vedere la terra del male che ti appassiona e la sostanza maleodorante nella quale sono immersi i “malvagi”, per te, irredimibili fino alla morte, dovresti venire con noi in quei luoghi dove l’altro Marco (Pannella) andava a compiere laicamente, cento volte all’anno, quella sesta opera di misericordia corporale che ogni buon cristiano come te dovrebbe compiere almeno una volta nella vita. Vieni con noi a “visitare i carcerati”.
di Francesco Petrelli*
Il Foglio, 27 luglio 2024 Il numero di reati (soprattutto quelli gravi) nel nostro Paese diminuisce da anni, quello dei carcerati è in esponenziale aumento (e con esso i suicidi in cella). La quantificazione degli spazi minimi esistenziali all’interno dei quali un essere umano può riconoscersi come tale costituisce uno di quei profili valutativi altamente soggettivi sui quali (al di là dei dati normativi, giurisprudenziali, convenzionali, ragionieristici ed altro…), ogni parere è ammesso. La questione tuttavia è interessante perché chi ne discute svela la sua Weltanschauung di riferimento. Nelle navi negriere utilizzate nel commercio di schiavi nei secoli XVII e XVIII i corpi degli schiavi venivano ammassati l’uno sull’altro perché comunque le perdite calcolate, con cibo e acqua calibrati al minimo della sussistenza ...
di Claudio Cerasa
Il Foglio, 27 luglio 2024 Non si può parlare del dramma delle carceri senza parlare dell’abuso della carcerazione preventiva. Abbiamo scoperto da Marco Travaglio che il problema del sovraffollamento delle carceri è, citiamo testualmente, “frutto di un equivoco autolesionista tutto italiano”, in quanto l’Italia calcolerebbe i posti-cella in base a una legge che fissa uno spazio minimo che deve avere un detenuto in Italia (5 metri) superiore a quello considerato inumano dalla Corte di Strasburgo (3 metri). L’equivoco autolesionista tutto italiano sulle condizioni disumane delle carceri italiane - quattromila detenuti in più rispetto all’estate scorsa, 61.480 detenuti a fronte di una capienza di 47.300 posti, 60 suicidi tra i carcerati nel 2024, due solo ieri - potrebbe apparire meno ambivalente mettendo al centro del dibattito qualche altro numero utile.
di Luca Fazzo
Il Giornale, 27 luglio 2024 E se fosse la mafia a soffiare sul fuoco delle carceri? Se è vero, come dicono i sindacati della Polizia penitenziaria, che le prigioni italiane sono una “polveriera pronta ad esplodere” è senza dubbio colpa delle condizioni disastrose in cui si vive al loro interno. Ma a preoccupare in questi giorni i vertici della amministrazione penitenziaria è l’influsso potenziale di due fattori: la speranza, grazie alle dichiarazioni continue delle sinistre, di provvedimenti a breve termine di scarcerazioni di massa; e il passaparola gestito dalle organizzazioni criminali per coordinare violenze e rivolte simili a quelle di quattro anni fa, ai tempi dell’emergenza Covid. Già allora a sventolare la parola d’ordine dell’indulto erano anche personaggi legati ai clan. L’indulto non arrivò, le rivolte continuarono e il bilancio fu tragico, con più di venti detenuti morti nei disordini.
redattoresociale.it, 27 luglio 2024 Secondo il Coordinamento nazionale Comunità di accoglienza, il Dl “svuota-carceri” cita strutture di accoglienza non ben definite, non affronta il nodo delle lungaggini burocratiche legate al funzionamento degli organi della giustizia e non prevede nuove assunzioni per le figure educative negli istituti di pena. Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca) esprime forte preoccupazione per il decreto legge cosiddetto “svuotacarceri” sia per l’approccio alla base del provvedimento sia per alcuni punti specifici contenuti nel testo. Da sottolineare che le comunità terapeutiche residenziali della rete Cnca ospitavano, nell’ultima rilevazione effettuata, quasi 400 persone in misura alternativa alla detenzione.
di Giovanni Negri
Il Sole 24 Ore, 27 luglio 2024 Le osservazioni del Csm sul testo del decreto legge ora all’esame del Senato. Per i giudici di sorveglianza si profila un aumento dei carichi di lavoro. Già non particolarmente incisive nell’affrontare l’emergenza carcere le misure del decreto legge appena approvato dal Consiglio dei ministri e in questi giorni in discussione al Senato rischiano di essere del tutto inefficaci in assenza di un’articolata fase transitoria.
di Andrea Pugiotto
L’Unità, 27 luglio 2024 Alla cerimonia del Ventaglio il Capo dello Stato ha affrontato il tema della lunga attesa della Corte per il suo quindicesimo giudice, un vulnus costituzionale che va sanato “subito”.
di Irene Famà
La Stampa, 27 luglio 2024 Detenuto si toglie la vita nel carcere di Rebibbia. Il Garante dei detenuti del Lazio: detenzione inutilmente faticosa e priva di prospettive, speriamo che il richiamo di Mattarella abbia finalmente una risposta. “Non ho un lavoro. Non ho nulla. Nessuno crederà in me”. La paura di Giuseppe Pietralito era racchiusa tutta lì, in poche parole confidate ai suoi avvocati. Temeva quello che c’è oltre le sbarre. Il futuro senza un riscatto, senza una prospettiva, senza un’opportunità. La libertà? Ai suoi occhi, reclusi nel carcere di Rebibbia dall’agosto 2022, pareva una dannazione. Così ieri si è ammazzato in cella, nel reparto G12. Ha manomesso la porta per ritardare i soccorsi. Poi si è stretto il lenzuolo intorno al collo, sino a smettere di respirare.
livesicilia.it, 27 luglio 2024 La morte per cause naturali di un detenuto ha fatto scoppiare la protesta all’interno della Casa circondariale di Caltagirone. Iniziata questa mattina, è terminata attorno alle due del pomeriggio. A darne notizia è il segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria. “Alcuni detenuti sarebbero saliti anche sul tetto dell’edificio - ha reso noto stamattina il sindacalista, Gennarino De Fazio. Per fronteggiare la situazione, sono stati richiamati gli agenti liberi dal servizio e ulteriori rinforzi sono in arrivo da altre sedi della Sicilia”.
di Stefano Fabbri
Corriere Fiorentino, 27 luglio 2024 Se c’è qualcosa che ha strettamente a che fare con le scelte politiche, questa è il carcere. E se c’è qualcosa che deve obbligatoriamente stare fuori dallo scontro politico fine a se stesso, questa è ancora il carcere. La vicenda di Sollicciano è emblematica: raramente si è vista un’”emergenza” durare da 40 anni, tanti ne sono trascorsi dalla sua costruzione. Quattro decenni di impotenza o di ignavia, durante i quali non sono mancati segnali di allarme, indignazioni e pure qualche generoso tentativo di reazione. Oggi il bubbone pare esploso, ma ciò che per ora sembra aver fatto il botto è soprattutto il suo epifenomeno, ovvero la polemica e l’uso politico di una tragedia. Inutile qui fare il conto delle responsabilità di ciascuno, che ci sono e ben stratificate.
di Monica Ricci Sargentini
Corriere della Sera, 27 luglio 2024 Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera di alcune detenute della Casa Circondariale di Genova-Pontedecimo. Scriviamo per rendervi partecipi della situazione di degrado nella quale viviamo la nostra quotidianità. La cosa che ci sta più a cuore sottolineare è la mancanza di attività volte alla rieducazione (elemento che, ad esempio, per i giudici risulta molto importante ma che qua sembra non avere rilevanza) ovvero nell’investire tempo svolgendo qualcosa di positivo, che aiuti la persona a crescere psicologicamente e spiritualmente per comprendere appieno gli errori ed evitare di reiterarli, cosa molto frequente per la rabbia che si matura in questi luoghi e che non viene, appunto, sfogata.
di Sabrina Vecchi
Il Messaggero, 27 luglio 2024 “Circa 400 detenuti di ben 9 sezioni detentive, su 11 totali, da due giorni, di fatto, si autogestiscono presso la Casa Circondariale di Rieti. In estrema sintesi, si rifiutano di entrare nelle celle e anche di notte rimangono aperti lungo i corridoi, salva l’adesione alle normali attività di routine (passeggi, colloqui, etc.). Al momento la protesta è pacifica e non si registrano violenze né verso le persone né verso le cose, ma nelle ultime ore stanno aumentando le provocazioni in un clima complessivo che desta, almeno in noi, fortissime preoccupazioni. Ricordiamo che già nel marzo del 2020 nel carcere di Rieti vi fu una violenta rivolta dei ristretti in conseguenza della quale si registrarono 3 decessi”. Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria.
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 27 luglio 2024 Emergenza, ancora emergenza, sempre emergenza carceraria con effetti deleteri anche per quei detenuti che non dovrebbero restare negli istituti penitenziari. S.D., 49 anni, è ospitato da qualche mese nel carcere di Cremona. È indagato, tra le varie cose, per rapina, minaccia, atti persecutori e danneggiamento. Il Gip del Tribunale di Lodi lo scorso 5 luglio ha revocato la misura cautelare della custodia in carcere, disponendo l’applicazione provvisoria della misura di sicurezza della libertà vigilata. Il motivo di questo provvedimento risiede nelle precarie condizioni psichiche del detenuto, che non può più restare in carcere e va seguito da una “comunità ad alta intensità di cura” con i relativi percorsi di cura presso il Centro psico- sociale (Cps) di riferimento.
di Sarah Brizzolara*
L’Unità, 27 luglio 2024 Quello che sta succedendo nelle carceri italiane inizia forse a colpire al cuore anche persone che fino ad oggi del carcere non si erano occupate. Quando ho iniziato, da consigliera comunale, a visitare il carcere della mia Città, a Monza, sono rimasta colpita dalla differenza tra quanto, pur di negativo e drammatico potevo immaginare, e quel che davvero ho visto con i miei occhi. È solo grazie alla non conoscenza del carcere che è possibile mantenere in una società come la nostra un luogo di abbandono e di sofferenza come questo.
di Francesca Morandi
La Provincia di Cremona, 27 luglio 2024 L’iniziativa sarà illustrata lunedì prossimo a Ca’ del Ferro. Saranno presenti il garante Ornella Bellezza, la direttrice Rossella Padula e chi ha collaborato gratuitamente al progetto. L’idea l’ha avuta un anno fa: un caffè letterario all’interno del carcere di Ca’ del Ferro. Una sfida, certo. È nato così ‘Tazzine & Libri’, il progetto sperimentale realizzato a favore dei detenuti, copyright Ornella Bellezza, Garante provinciale dei diritti delle persone private della libertà personale. La sua proposta è stata subito raccolta dalla direttrice del carcere, Rossella Padula, e dal presidente della Provincia Mirko Signoroni. “Ne abbiamo parlato ampiamente - spiega il Garante Bellezza.
CULTURA
di Enzo Biagi
La Repubblica, 2 agosto 1983 Nel pieno della gogna mediatica che seguì l’arresto-show nel giugno 1983, Enzi Biagi “osò” mettere in dubbio le accuse contro Enzo Tortora, il conduttore di Portobello in carcere già da un mese e mezzo.
di Raffaele Della Valle e Francesca Scopelliti
Il Dubbio, 27 luglio 2024 Era un pomeriggio di una torrida giornata di agosto. Il mio morale e quello del collega Coppola di Napoli - Dall’Ora non era ancora intervenuto - era davvero a terra. Da Napoli filtravano notizie. Tutte artatamente negative. I media, quasi tutti, erano allineati su posizioni accusatorie. Al di là dei fedeli amici di Enzo, in primis Piero Angela, Giacomo Ascheri, Biondi e qualcun altro, nessuno spezzava una lancia a nostro favore.
di Goffredo Fofi
Il Manifesto, 27 luglio 2024 Monica Sarsini, fiorentina, si è inventata da molti anni una scuola di scrittura che non ha molto a che fare con quelle ideate dall’ottimo Baricco, anche se ha ugualmente prodotto diversi testi interessanti per ragioni che non sono però esclusivamente letterarie. Artista visiva, spericolata e ambiziosa anche sul piano letterario, in “La Portavoce. Racconti delle detenute di Sollicciano” (pp. 152, euro 14), sistema e ricompone i testi di più donne in uno e unico, interrotto dalle ampie citazioni da altri. Sembra una sorta di coro volta a volta rotto da degli a-solo, come in qualche antica partitura.
di Ilaria Federico
linkiesta.it, 27 luglio 2024 Tra dichiarazioni politiche incendiarie, precarietà sociale e fallimenti educativi, la reintegrazione dei giovani criminali in Francia risulta spesso fallimentare. Dietro le narrazioni allarmanti sulla violenza giovanile, si cela una realtà intricata che mette in luce le difficoltà di riscatto
di Giuseppe Giulietti*
Il Manifesto, 27 luglio 2024 Il palazzo delle torture, dei sequestri, degli assassinii diventerà un albergo di lusso. L’inchiesta de il manifesto rivela il cinismo delle autorità egiziane, ma anche l’indifferentismo etico degli inquirenti- Il palazzo delle torture, dei sequestri, degli assassinii diventerà un albergo di lusso? Il regime egiziano si prepara a cancellare il luogo dove centinaia di militanti, di oppositori sono stati rinchiusi, massacrati, uccisi? Il quotidiano il manifesto in un articolo firmato da Chiara Cruciati ha rivelato il piano, gestito direttamente dagli emissari di al-Sisi, vale a dire i medesimi che hanno progettato la cancellazione dei diritti politici, civili, sociali.
DOCUMENTI
"Carcere sicuro o sicuramente fuorilegge?". L'analisi e le proposte del Volontariato
Articolo: "Le frottole di Pinocchio-Travaglio", di Claudio Bottan e Francesco Lo Piccolo
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Convention del Movimento No Prison: "Le carceri incostituzionali" (Assisi-PG, 17 e 18 ottobre 2024)
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