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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 25 luglio 2024
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 25 luglio 2024 I decreti rave, Cutro, Giustizia, Caivano e il pacchetto sicurezza hanno creato nuovi reati, aumentando le pene. Sempre e solo repressione, portando agli estremi la politica panpenalistica che ha attraversato varie legislature. Un’analisi approfondita viene cristallizzata dal dossier dell’associazione Antigone da poco presentato, portando all’attenzione pubblica una serie di provvedimenti significativi adottati dal governo Meloni, evidenziando le implicazioni e le critiche legate a ciascuno di essi. Tutto è penale, tutto è condanna e nuovi reati.
di Vincenzo R. Spagnolo
Avvenire, 25 luglio 2024 Se il sovraffollamento carcerario non fosse una questione tremendamente seria, si potrebbe essere tentati di considerare surreale il dibattito politico in corso sulle misure da adottare per provare a sfoltire le presenze negli istituti di pena. Purtroppo, mentre nelle Camere maggioranza e opposizioni si scontrano duramente su due testi distinti (il decreto legge governativo “Carcere sicuro”, all’esame del Senato, e la proposta di legge del deputato Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata alla Camera), nei 190 penitenziari italiani i problemi restano tanti e tali da aver portato le condizioni di vita dei 60mila detenuti (10mila in più della capienza) oltre il limite del sopportabile.
di Alessandro Parrotta*
Il Dubbio, 25 luglio 2024 Erving Goffman, sociologo delle istituzioni canadese del Novecento, nel suo fondamentale trattato Asylums, dedica la prima parte all’analisi di quelle che lui identifica come le “istituzioni totali”: tra quest’ultime, come noto, figura il carcere. Gli istituti penitenziari, come osserva il sociologo, prevedono in qualche modo una replica, in piccolo, della società esterna, diversificata, stratificata e con leggi proprie: al loro interno, la divisione principale è quella che separa la popolazione detenuta, da un lato, dall’Amministrazione penitenziaria (lo “staff”, come chiama Goffman), dall’altro.
di Sara Tirrito
Il Fatto Quotidiano, 25 luglio 2024 Pene più dure per le madri, anche se questo comporta danni permanenti sui figli molto piccoli. La maggioranza di governo non cede di un millimetro sulle misure alternative per le detenute con bambini al seguito. I partiti di opposizione avevano presentato una serie di emendamenti in commissione Giustizia al Senato per finanziare le case famiglie protette e potenziare gli Istituti a custodia attenutata per le madri (Icam), ma martedì 23 luglio hanno abbandonato il tavolo accusando una “mancanza di confronto”. Eppure, proprio Forza Italia e Lega in passato avevano mostrato aperture, tanto che nel 2022 hanno votato a favore della proposta di legge Siani sulle case protette (poi fallita).
di Francesco Rotondi
Il Domani, 25 luglio 2024 Non si tratta di lavoro in funzione espiatoria, ma nemmeno semplicemente di lavoro come strumento rieducativo; si tratta invece di utilizzare il lavoro come leva per rappresentare all’interno delle mura carcerarie lo strumento di riscatto sociale. Il dibattito politico e la cronaca di quanto accaduto nel carcere di Trieste nelle scorse settimane, ampiamente documentato sulla vostra testata, devono indurre a riflettere approfonditamente sul tema delle carceri e sul ruolo del lavoro rispetto alla detenzione. Prima di cimentarsi in valutazioni opinabili occorre muovere da numeri che opinabili non sono.
di Stefano Monti
formiche.net, 25 luglio 2024 Perché non considerare i detenuti come potenziali imprenditori? Limitarsi a chiedere cosa possa fare la società per i detenuti, senza interrogarsi sul contrario, è una forma sottile di discriminazione che li identifica come un problema anche quando potrebbero essere una potenziale soluzione. È di questi giorni la pubblicazione dell’annuale rapporto nel quale Antigone analizza le condizioni nelle carceri italiane. Una condizione che risulta chiara già dalla scelta del titolo di questa ventesima edizione del rapporto “Nodo alla gola”. Ci si riferisce, chiaramente, al numero di suicidi che tra il 2023 e i primi mesi del 2024 è stato più volte al centro dell’opinione pubblica. Ma si riferisce anche a tutte quelle potenziali condizioni che, di fatto, rendono il percorso riabilitativo meno edificante di quanto potrebbe essere.
Il Foglio, 25 luglio 2024 È giusto che chi ha sbagliato paghi, perché occorre rieducazione; è altresì vero che oggi, con questo sovraffollamento, le persone detenute vengono poco alla volta, giorno dopo giorno, defraudate della loro umanità, e questa cosa deve fare paura, e fa concretamente spavento. Pubblichiamo la lettera dei detenuti del Gruppo diritti umani della Casa Circondariale Nerio Fischione ex Canton Mombello, a Brescia, una delle carceri più affollate d’Italia, inviata a Sergio Mattarella, e citata ieri dal capo dello stato nel suo discorso alla cerimonia del ventaglio.
di Ilaria Sacchettoni
Corriere della Sera, 25 luglio 2024 Vertice con Bongiorno e Nordio, ridotte le richieste di Forza Italia. Resta l’Aventino dell’opposizione, duello in Aula. Più scontro finale che dibattito fisiologico quello sul decreto Carceri. Maggioranza e opposizione si affrontano affilando le armi in previsione di mercoledì prossimo, quando il provvedimento - sul quale probabilmente sarà posta la fiducia - approderà nell’aula del Senato. È lì che la minoranza presenterà i propri emendamenti, dopo aver abbandonato martedì sera i lavori in commissione. L’Aventino è continuato anche ieri, con la richiesta al governo di riformulare il decreto alla luce delle emergenze carcerarie (dal sovraffollamento ai suicidi, passando per le condizioni degradanti dei detenuti in Italia).
di Francesco Bechis
Il Messaggero, 25 luglio 2024 Contatti Meloni-Tajani: niente semilibertà per chi ha ancora 4 anni da scontare Sì alle corsie veloci per anziani malati e tossicomani. Le opposizioni: “Non è civiltà”. Un accordo a metà. Il governo tiene il punto sul decreto-carceri: nessuna concessione a maxi-sconti di pena, solo ritocchi mirati per permettere ai detenuti fragili, anziani e tossicomani di scontare gli ultimi mesi fuori dai penitenziari. È il giorno dell’appello di Sergio Mattarella a fare presto sul sovraffollamento e l’emergenza suicidi in carcere. E il Parlamento per tutta risposta si trasforma in un ring. Da un lato il centrodestra diviso che trova una quadra dopo una riunione fiume al Senato: passano solo due dei sette emendamenti di Forza Italia per alleggerire il decreto carceri firmato da Carlo Nordio.
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 25 luglio 2024 Aventino di Pd, M5S, Avs e centristi dopo la riunione di maggioranza in cui è stato trovato l’accordo sugli emendamenti di Forza Italia. Scontro in Senato tra Nordio e il Pd, Il dem Bazoli: “Ci hanno sbattuto la porta in faccia”. Al Senato è scontro totale sul decreto legge carceri. L’opposizione ha abbandonato i lavori della commissione Giustizia a causa della bocciatura di tutti gli emendamenti (più di 200) presentati, accusando la maggioranza di un atteggiamento “ottuso” su un tema sempre più delicato, che richiederebbe una collaborazione costruttiva tra tutti i partiti. Ora l’opposizione annuncia battaglia in aula. Ma in merito al passaggio parlamentare l’ottimismo è ridotto al lumicino.
di Giacomo Puletti
Il Dubbio, 25 luglio 2024 Il faccia a faccia tra Nordio e gli azzurri dà via libera all’intesa: riformulate le modifiche volute dai forzisti. Sisto: “Trovata sintesi soddisfacente per tutti”. Martedì il mandato al relatore. Arriverà in Aula la prossima settimana il decreto carceri, con il mandato al relatore che sarà votato martedì, dopo che la commissione Giustizia del Senato ha terminato l’esame degli emendamenti. Un esame al quale ha partecipato la sola maggioranza, con l’opposizione che per protesta ha disertato i lavori. La stessa maggioranza ha invece trovato l’accordo sugli emendamenti di Forza Italia, che puntavano a “umanizzare” le carceri dopo mesi di proteste negli istituti, crescita del sovraffollamento e di pari passo dei suicidi, arrivati al numero monstre di 58 dall’inizio dell’anno.
di Valeria Pacelli
Il Fatto Quotidiano, 25 luglio 2024 Oltre i 60 giorni vietato il carcere o i domiciliari se non c’è pericolo di reiterazione del reato (ma la misura serve proprio a evitare che ciò accada. Tutti fuori dopo sessanta giorni, se non sopraggiungono nuovi e diversi elementi di rischio di reiterazione del reato. Tommaso Calderone, capo gruppo di Forza Italia in Commissione giustizia alla Camera, prova a riscrivere le norme sulla custodia cautelare. Lo fa con una proposta di legge - anticipata da Il Dubbio - che firma da solo, senza altri esponenti di Forza Italia. L’obiettivo è quello di far rivalutare al giudice il rischio di reiterazione di reato, dopo due mesi dall’ordinanza di misura cautelare, che sia in carcere o ai domiciliari.
di Paolo Comi
L’Unità, 25 luglio 2024 A Montecitorio la maggioranza rinvia ancora la pdl sulla liberazione anticipata speciale e al Senato tira dritto sul dl di Nordio che non incide minimamente sul sovraffollamento. Nulla da fare. Le carceri continuano ad essere uno dei temi più incandescenti all’interno della maggioranza. Le sensibilità al riguardo fra i partiti che sostengono il governo Meloni, soprattutto sul modo di gestire la detenzione, sono quanto mai distanti fra loro. L’unico partito che sulla carta potrebbe avere un approccio più garantista è Forza Italia, ma si trova schiacciata fra Lega e Fratelli d’Italia che vedono con il fumo negli occhi qualsiasi provvedimento che metta in discussione il mantra della “certezza della pena”.
di Gabriella Cerami
La Repubblica, 25 luglio 2024 La norma rinviata sine die. L’ira del deputato contro FI che si era detta a favore: “Vi state girando dall’altra parte”. È la solita condanna. “State girando la faccia e il vostro voto affosserà questa legge”, dal suo scranno di Montecitorio, Roberto Giachetti alza la voce. Urla più che può rivolgendosi verso i banchi di Forza Italia perché, ancora una volta, la volontà politica di migliorare la vita dei detenuti non si è affermata in Parlamento, malgrado i buoni propositi dei forzisti naufragati nel nulla.
di Gianluca De Rosa
Il Foglio, 25 luglio 2024 L’ex deputata Radicale ha scritto insieme al deputato di Iv Roberto Giachetti una legge per aumentare gli sconti di pene ai detenuti che si comportano bene e ridurre il sovraffollamento. Ma la maggioranza alla Camera ieri ha rinviato la discussione del testo. “Davanti alle parole di Mattarella non hanno neppure avuto il coraggio di dire no, intanto nelle carceri la situazione sta diventando insostenibile”. Rita Bernardini, ex deputata radicale e presidente dell’associazione Nessuno tocchi Caino, una vita passata a battersi per i diritti dei detenuti, passeggia per palazzo Montecitorio sconfortata.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 25 luglio 2024 “Con garbo”, ma anche “con determinazione”, durante la cerimonia del Ventaglio di ieri, Sergio Mattarella ha ricordato al Parlamento che da otto mesi deve eleggere un giudice costituzionale. Era l’11 novembre, infatti, quando è andata in pensione Silvana Sciarra e da allora tutte le votazioni per la sua sostituzione sono finite in nulla. Non parliamo di una casualità, né di una palude istituzionale particolarmente difficile da attraversare, ma di un preciso calcolo politico della destra. A dicembre, infatti, scadrà di mandato di altri tre giudici di nomina parlamentare (Augusto Barbera, Franco Modugno e Giulio Prosperetti) e le forze di governo puntano a fare cappotto: quattro pedine in un colpo solo. “Non so come lo si vorrà chiamare. Monito, esortazione, suggerimento, invito…”, ha detto Mattarella ...
di Donatella Stasio
La Stampa, 25 luglio 2024 Il presidente della Repubblica incalza la politica e chiede di nominare subito il 15° membro della Corte. Lega, FdI e Fi vorrebbero “dividersi” i candidati e votarli a dicembre. Ma così danneggiano l’Istituzione. Il potere mite di un’istituzione forte. È quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ieri ha pronunciato parole durissime nei confronti del Parlamento ma con un garbo che, al di là dello stile personale, è la cifra della forza e della credibilità dell’istituzione che rappresenta. Il ritardo nell’elezione del quindicesimo giudice costituzionale, ha detto Mattarella, è “un vulnus alla Costituzione”. Un danno, un’offesa, una grave lesione degli equilibri della nostra democrazia.
di Simone Alliva
L’Espresso, 25 luglio 2024 Respinta in Commissione la proposta di Magi. Ventuno Paesi su ventisette in Europa, secondo i dati di Amnesty international, prevedono una forma di riconoscimento sulle tenute di chi gestisce l’ordine pubblico. L’Italia continua a essere tra le poche eccezioni. L’emendamento al ddl Sicurezza proposto da Riccardo Magi (+Eu) che prevede il numero identificativo sulle divise e la bodycam per gli agenti delle forze dell’ordine impegnati nella gestione dell’ordine pubblico, nel corso ad esempio di manifestazioni o eventi, è stato respinto dalle commissioni riunite Giustizia e Affari costituzionali, che hanno ripreso l’esame degli emendamenti sul provvedimento.
GIURISPRUDENZA
di Francesco Machina Grifeo
Il Sole 24 Ore, 25 luglio 2024 Lo ha chiarito la Cassazione, sentenza n. 30372 depositata oggi, affermando un principio di diritto. Nel caso di elezione di domicilio da parte dell’indagato, qualora questi sia irreperibile, l’avviso di fissazione dell’udienza camerale dinanzi al tribunale del riesame può essere notificato al difensore. La Cassazione, sentenza n. 30372 depositata oggi, chiarisce il punto affermando un principio di diritto. Respinto dunque il ricorso dell’imputato che sosteneva l’inefficacia del sequestro probatorio per l’omessa notifica dell’avviso.
di Francesco Machina Grifeo
Il Sole 24 Ore, 25 luglio 2024 Il chiarimento arriva dalla Cassazione, sentenza n. 30047/2024, che ha accolto il ricorso di un cittadino romeno in Italia. In tema di patrocinio a spese dello Stato, la Cassazione, sentenza n. 30047/2024, ha affermato che l’istanza di ammissione al beneficio presentata dal cittadino straniero comunitario, non residente in Italia, non necessita dell’allegazione del codice fiscale italiano. La IV Sezione ha così accolto (con rinvio) il ricorso di un cittadino rumeno contro l’ordinanza del Tribunale di Roma che aveva confermato il diniego del patrocinio a spese dello Stato, in quanto il richiedente aveva indicato unicamente il codice fiscale della Romania e la residenza all’estero.
di Silvia Madiotto
Corriere del Veneto, 25 luglio 2024 Sovraffollamento al 134%. Zanettin: “Libertà anticipata ai meritevoli”. Muro di Ostellari: “Svuota carceri mai”. Nel carcere di Verona la capienza regolamentare è di 335 detenuti: i presenti sono 578. Più che alla casa di reclusione di Padova, dove i 438 posti registrano invece un’occupazione di 568. Non sono numeri, ma persone. “Spazi stretti, servizi ridotti, manca personale nelle strutture” sottolineano dai sindacati e dalle associazioni. I disordini al carcere di Venezia arrivano il giorno dopo il report di Antigone (associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale) che assegna al Veneto il 134,4% di indice di sovraffollamento: il più alto è a Montorio, seguito da Santa Bona a Treviso e Venezia Santa Maria Maggiore.
di Antonella Gasparini
Corriere del Veneto, 25 luglio 2024 Mobili distrutti a sprangate, scrivanie e computer devastati, vetri frantumati con il lancio di estintori. Nessuno è rimasto ferito ma la rivolta scoppiata in carcere a Venezia nella notte fra martedì e mercoledì ha sconquassato “la rotonda” al piano terra. È l’area dove confluiscono le persone recluse dai settori “destro” e “sinistro” del penitenziario ed è stata messa a ferro e a fuoco. A far scoppiare l’ennesima ribellione violenta al Santa Maria Maggiore sono stati due detenuti tunisini di 25-30 anni decisi a ottenere una risposta alle loro insistenti richieste prendendo per sfinimento la comunità carceraria già in sofferenza. Uno attende il permesso per essere trasferito in un’altra sede. L’altro ha esigenze di tipo sanitario. Finora non hanno ricevuto né un sì, né un no e tanto è bastato ...
di Ilaria Carra e Rosario Di Raimondo
La Repubblica, 25 luglio 2024 “Cercate di non finire qua, è un manicomio”. Il carcere citato da Mattarella come indegno per un Paese civile: “Quell’istituto va chiuso. Bisogna fare qualcosa subito”. “Devo andare in bagno ma è occupato, altri 15 sono in fila davanti a me. Un anziano ha il mio stesso problema. Purtroppo per lui, e per noi, non fa in tempo a dire che gli occorre con urgenza il bagno. Ha una scarica di dissenteria, mentre dimenandosi cerca di alzarsi a fatica dalla branda. In un attimo, lenzuola e materasso s’impregnano di liquame e urina. Lui non sa come comportarsi, indifeso, imbarazzato, umiliato. Piange, un uomo di 74 anni. Si lamenta, impreca, bestemmia, chiede a Dio di morire”.
di Morena Pinto
altreconomia.it, 25 luglio 2024 Anche nella Casa circondariale “Ernesto Mari” le condizioni sono degradanti per gli oltre 250 detenuti (su 150 posti): wc a vista, materassi a terra, caldo estremo, spazi ridotti e cimici da letto. La sofferenza sfocia in gesti drammatici come proteste, scioperi della fame e tentativi di suicidio. E da agosto in tutto il Friuli-Venezia Giulia resteranno tre magistrati di sorveglianza invece dei sei previsti. “Siamo trattati come animali”. Urlavano così i detenuti della Casa circondariale, a due passi dal Tribunale. Lenzuola e materassi bruciati, danni agli oggetti e assalto all’infermeria. Una protesta, quella dell’11 luglio di quest’anno, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Un bilancio di cinque feriti tra scontri e gas lacrimogeni e poi la tragica morte di Zdenko Ferjancic, 48 anni ...
Il Resto del Carlino, 25 luglio 2024 La lettera: “Abbiamo chiesto dei ventilatori, ma non sono stati ancora presi provvedimenti”. E sul tema intervengono anche gli avvocati: “Preoccupazione e rammarico, così non va”. Un’invasione di scarafaggi in tutta la struttura, soprattutto la sera, ma anche un caldo intollerabile che rende la vita insopportabile in particolar modo nelle celle situate nei piani alti. È quanto hanno denunciato alcuni detenuti del Sant’Anna in una lettera inviata di recente direttamente al garante regionale. Una condizione che hanno definito intollerabile, con temperature disumane e assenza di ventilatori. Il testo, firmato dai detenuti di oltre 25 celle, sottolinea i due problemi più urgenti per chi vive nell’istituto, già fatti presente ma senza ottenere risultati.
di Jacopo Storni
Corriere Fiorentino, 25 luglio 2024 Sanzione da 25 mila euro per lo stato del carcere e 90 giorni per sanarlo. Il Garante: inadempiente è il Dap. Per le condizioni degradanti in cui versa il carcere di Sollicciano è finita nel mirino del Dipartimento di amministrazione penitenziaria (Dap) la direttrice Antonella Tuoni: multa da 25 mila euro e obbligo di sanare i problemi entro 90 giorni. Lei sostiene di non avere gli adeguati poteri che servono per questo compito. Dalla sua parte anche il garante Eros Cruccolini: “È una vergogna”.
di Luca Fiorucci
La Nazione, 25 luglio 2024 “Luogo molto lontano da quello che dovrebbe essere. C’è da fare un grande lavoro insieme a tutte le istituzioni”. L’avvocato Caforio: “Il principio costituzionale della riabilitazione non resti sulla carta”. Il suo volto parla chiaro. È quello di chi, lo dice senza mezzi termini, ha visto “un vero inferno dei viventi”. Lo dice al termine del sopralluogo che ha fatto insieme al garante per i detenuti dell’Umbria, Giuseppe Caforio. “C’è da prendere atto di una situazione indubbiamente molto grave” commenta la sindaca di Perugia, Vittoria Ferdinandi e spiega: “Ho voluto essere qui per toccare con mano la fotografia che c’era stata restituita dal garante regionale. La fotografia di un luogo che è molto lontano per condizioni da quella che dovrebbe essere la sua vocazione.
di Serena Termini
Ristretti Orizzonti, 25 luglio 2024 Antonella Macaluso (Un Nuovo Giorno): “Daremo continuità con Ortis 2.0”. I racconti di Sami e Nicola. Housing Sociale, tirocini formativi e laboratori per garantire un futuro diverso alle persone detenute sottoposte a misure alternative. È stato l’obiettivo del progetto “Ortis, l’orto della Spazzina, presidio territoriale per la giustizia di comunità”. Questo, per quasi due anni, ha coinvolto 132 persone tra detenuti, soggetti sottoposti a sanzioni di comunità e loro famiglie. Al centro del progetto c’è stato l’avviamento sperimentale dell’Housing Sociale con 18 posti letto per 40 persone (accolte per brevi e lunghi periodi), in prevalenza di origine straniera (Maghreb, Africa subsahariana ed Europa dell’est). Dopo la sua conclusione dello scorso30 giugno, l’1 luglio è partito Ortis 2.0.
di Michele Andreucci
Il Giorno, 25 luglio 2024 Il progetto “Mediare in carcere”. L’iniziativa dedicata ai detenuti è nata dalla collaborazione tra Asst Papa Giovanni XXIII e associazione Nepios. Favorire il mantenimento della relazione tra i detenuti e i loro figli, progetto che nell’ultimo biennio ha coinvolto circa 100 carcerati della casa circondariale di Bergamo per un totale di 226 colloqui individuali e di gruppo. È l’obiettivo dell’iniziativa “Mediare in carcere. Quando il detenuto è genitore. La cura delle relazioni dentro e fuori dal carcere”, nata dalla collaborazione tra Asst Papa Giovanni XXIII e associazione Nepios (associazione che si occupa della tutela dell’infanzia), il cui accordo è stato appena rinnovato per altri due anni.
di Arpjtetto Onlus Ets
Ristretti Orizzonti, 25 luglio 2024 Tutto ciò che riguarda un minore, anche e soprattutto se sottoposto a procedimento giudiziario, merita tutela e riservatezza. La vicenda che ha visto protagonisti tre minori stranieri non accompagnati, detenuti nell’IPM di Casal del Marmo, evasi, poi ritrovati e quindi ricondotti in carcere ha assunto toni e narrazioni su alcuni quotidiani che, come Associazione, censuriamo e rifiutiamo. Pubblicare i nomi dei tre minori, di cui uno appena quindicenne, non ha nulla a che fare con la sicurezza collettiva. Ci chiediamo, come Associazione che da anni lavora con minori sottoposti a procedimenti giudiziari dentro e fuori gli istituti di pena, come sia stato possibile esporre alla pubblica gogna tre minori, come sia stato possibile narrare la loro evasione come una sorta di gioco tra guardie e ladri ...
di Andrea Valdambrini
Il Manifesto, 25 luglio 2024 È lungo e dettagliato il capitolo dedicato all’Italia nel rapporto 2024 sullo Stato di diritto nei paesi Ue. In origine il report doveva essere pubblicato all’inizio del mese, ma le contingenze elettorali e ancora di più ragioni di opportunità politica (non fa mai piacere a un governo ricevere critiche, soprattutto quando la presidente della Commissione era in cerca di voti) lo hanno fatto slittare alla prima data utile dopo il via libera dell’Eurocamera all’Ursula bis.
di Silvio Messinetti
Il Manifesto, 25 luglio 2024 L’attivista curda, in sciopero della fame, ha mostrato in aula le foto che la scagionano dall’accusa di essere una scafista. Per la giudice deve restare in cella. Anche se pesa solo 35 chili. Il sole a picco. Trentaquattro gradi già alle 9 del mattino. Il palazzo di Giustizia di Crotone ribolle. Nella facciata all’entrata principale spicca il murale dedicato ai giudici Falcone e Borsellino. Martedì uno spiraglio di giustizia si era aperto proprio in quegli uffici. I giudici inquirenti di Crotone hanno messo nero su bianco una verità che era nota a tutti: la strage dei migranti di Steccato di Cutro del 26 febbraio 2023 poteva essere evitata. Ma, come spesso accade, la giustizia può entrare in cortocircuito.
di Marika Ikonomu
Il Domani, 25 luglio 2024 Il tribunale di Crotone ha rigettato per la terza volta la scarcerazione. La ragazza dopo due settimane di sciopero della fame pesa 38 chili. “Sembrava di essere in un processo kafkiano”. Elisabetta Della Corte del Comitato Free Maysoon Majidi descrive così l’udienza che si è tenuta ieri a Crotone, nel processo a carico della 27enne attivista curdo-iraniana per i diritti delle donne, laureata in regia teatrale, accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per questo in custodia cautelare nel carcere della città. Arrivata sulle coste calabresi il 31 dicembre 2023, è stata subito accusata di aver aiutato chi guidava l’imbarcazione. È salpata dalla Turchia in cerca di un luogo sicuro, ma in Italia ha trovato il carcere.
di Fulvio Vassallo Paleologo
Il Manifesto, 25 luglio 2024 Dopo la sentenza. Chi ha imposto al personale della Guardia costiera e della Guardia di finanza le “procedure”, o vi ha partecipato direttamente nel coordinamento ai Tavoli tecnici ministeriali? Il ministro Piantedosi ha replicato con la consueta indignazione all’avviso di conclusione delle indagini sulla strage di Steccato di Cutro nel quale la Procura di Crotone individua come responsabili per omissione nella trasmissione di informazioni, contestando reati molto gravi come naufragio colposo e omicidio colposo plurimo, due esponenti locali della Guardia costiera e quattro componenti del Reparto aeronavale (ROAN) della Guardia di finanza di Vibo Valentia.
di Alessandra Ziniti
La Repubblica, 25 luglio 2024 “Non è un criterio idoneo ad assicurare la funzionalità dell’ufficio”. Nei giorni scorsi, per garantire 10 udienze contemporaneamente, il presidente del tribunale di Roma aveva disposto dal 10 agosto il coinvolgimento di magistrati di tutte le sezioni. Adesso toccherà solo a quelli specializzati sull’immigrazione. Non ci sarà nessuna “chiamata alle armi” dei giudici in servizio al tribunale di Roma per garantire il funzionamento puntuale del protocollo Albania. A valutare i provvedimenti di fermo da disporre nei confronti dei migranti che saranno portati al di là dell’Adriatico, saranno esclusivamente i magistrati della sezione immigrazione e non tutti i giudici, di qualsiasi sezione (anche quelle che nulla hanno a che fare con il settore), come era stato deciso dal presidente del tribunale di Roma Reali.
di Vitalba Azzollini*
Il Domani, 25 luglio 2024 Sulla procedura accelerata di valutazione delle domande di asilo, presentate da persone che provengano da paesi sicuri, pendono questioni pregiudiziali dinanzi alla Cassazione e alla Corte di giustizia Ue. Nonostante alcune mosse del Viminale, è probabile che tali questioni creino intralci all’applicazione del Protocollo. Ed è ragionevole immaginare che vi saranno molti ricorsi da parte di chi verrà portato in quei centri. L’operazione di Meloni e Rama rischia di risolversi in un flop colossale, giuridicamente ed economicamente. A breve potrebbero iniziare i trasferimenti di migranti in Albania, come previsto dal relativo Protocollo. Ma diverse questioni pregiudiziali pendenti dinanzi alla Corte di Cassazione e alla Corte di giustizia dell’Unione europea (CgUe) potrebbero ostacolarne l’attuazione.
di Elisabetta Soglio
Corriere della Sera, 25 luglio 2024 Presentato il nuovo report “Piccoli schiavi invisibili” in occasione della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani. Un dramma che tocca anche Italia e Europa. Sfruttamento lavorativo, sessuale e coinvolgimento in attività illecite. Ma anche tratta e matrimoni forzati. Su 50 milioni di persone di varie forme di schiavitù moderna, un quarto (vale a dire 12 milioni) sono minori. E il trend è in aumento. Nel mondo, ma anche in Europa: in 5 anni (2017-2021) sono state identificate circa 29.000 vittime di tratta per sfruttamento sessuale e lavorativo, il 16% ha meno di 18 anni. Sono i “Piccoli schiavi invisibili” come testimonia il titolo del rapporto di Save the Children, arrivato alla 14esima edizione.
di Chiara Sgreccia
L’Espresso, 25 luglio 2024 Schiavizzati per lavori estenuanti, costretti alla prostituzione o all’accattonaggio. Il fenomeno riguarda anche più di 4 mila minori. La denuncia nell’ultimo report di Save the Children, Piccoli schiavi invisibili: “Parliamo di bambini traditi dagli adulti che abusano della loro fiducia e calpestano i loro sogni”. “Va bene ci andrò. Qualsiasi cosa che mi faccia evitare di sposare questo vecchio e mi permetta di andare via da questo posto va bene”. Così aveva risposto Precious, 19 anni, alla donna che le aveva offerto aiuto per lasciare la Nigeria, quando ancora immaginava che in Europa avrebbe potuto studiare e costruirsi una vita nuova. Invece, per sfuggire al matrimonio forzato a cui la famiglia l’aveva destinata pur di ripagare un vecchio debito, è finita in Libia.
di Lucia Capuzzi
Avvenire, 25 luglio 2024 L’obiettivo previsto per il 2030 è più lontano che mai: l’insicurezza alimentare resta altissima ovunque, soprattutto in Africa. E i governi non cambiano il loro modello finanziario. Fame zero? Il secondo degli Obiettivi che il mondo si è proposto di raggiungere entro il 2030 resta ancora drammaticamente lontano. La quota di chi è condannato a vivere in costante insicurezza alimentare rimane di 733 milioni per il terzo anno consecutivo. Il 36 per cento in più di un decennio fa quando, appunto, le Nazioni Unite hanno adottato i 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile per affrontare quella che considerava - e considera tuttora - un’emergenza. Dopo i progressi dei primi anni, però, è arrivato lo stallo, con 152 milioni aggiuntivi di affamati rispetto al pre-Covid.
di Eliana Riva
Il Manifesto, 25 luglio 2024 Dopo 13 anni di carcere e due ai domiciliari, è stata riarrestata lo scorso febbraio insieme a musicisti, attivisti, avvocati. La Cassazione ha confermato: due ergastoli. Il resto della vita da passare in regime di isolamento nelle carceri turche. Tenendo conto che l’aspettativa di vita media per una donna turca è di 80,7 anni e che nei suoi primi 50 anni Ayten Öztürk ne ha già scontati 13,5 di prigione, potrebbe arrivare a trascorrere il 55% della sua esistenza dietro le sbarre. Il calcolo, in realtà, è ottimistico perché non tiene conto dei due anni e mezzo passati agli arresti domiciliari e dei sei mesi di tortura nel centro segreto di detenzione a Istanbul.
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