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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di venerdì 19 luglio 2024
di Simone Alliva
L’Espresso, 19 luglio 2024 La denuncia dei Garanti contro le misure “ordine e disciplina” del governo Meloni che peggiorano problemi cronici come il sovraffollamento. Intanto il numero di suicidi negli istituti di pena sale a 57 tra i reclusi. A cui si aggiungono sei guardie penitenziarie. “Il carcere è al collasso. Siamo in piena emergenza umanitaria, sia sulle problematiche carcerarie degli adulti sia sul tema della giustizia minorile”. L’allarme arriva dal portavoce dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale e Garante Campano Samuele Ciambriello nella giornata di mobilitazione promossa da tutti i Garanti per affrontare le diverse problematiche del sistema carcerario. Se ne parla “in un acceso dibattito politico e sociale ma sul quale la politica, purtroppo non dà risposte concrete”.
di Paola Balducci
Il Dubbio, 19 luglio 2024 Aumento del personale di polizia penitenziaria, creazione di un albo delle strutture residenziali di accoglienza e semplificazione delle procedure per la concessione dei benefici penitenziari: sono queste, in estrema sintesi, le novità del decreto legge n. 92/ 2024 in materia carceraria, approvato recentemente dal Consiglio dei ministri e ora all’esame dei due rami del Parlamento per la conversione in legge.
di Paolo Comi
L’Unità, 19 luglio 2024 Il senatore di FI ha proposto di alzare da 6 mesi a 4 anni il residuo di pena per accedere alla semilibertà: un modo per alleggerire sul serio la pressione nelle prigioni. Apriti cielo! Allarmato dagli anatemi di Travaglio il Guardasigilli si è affrettato a dire che i suicidi non c’entrano nulla col sovraffollamento. Inevitabile il ritiro dell’emendamento. Un articolo del Fatto Quotidiano ha costretto ieri il governo ad una immediata retromarcia circa le soluzioni per risolvere il drammatico problema del sovraffollamento nelle carceri. Il senatore Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia a Palazzo Madama, aveva presentato questa settimana un emendamento al dl “Carcere sicuro”, attualmente in fase di conversione, che andava a modificare l’articolo 50 dell’ordinamento penitenziario in tema di “semilibertà”.
di Diletta Belotti
L’Espresso, 19 luglio 2024 Combattere contro la violenza di genere e volere la fine del carcere non sono cose in contraddizione. Il 12 luglio scorso, Fabiano Visentini si suicida in carcere tramite l’inalazione di una delle bombolette di gas che vengono usate per i fornellini da cucina in dotazione nelle celle. Pochi giorni prima aveva iniziato uno sciopero della fame per ricevere i farmaci antalgici che gli erano stati negati. Visentini era detenuto da undici anni nel carcere di Montorio per l’omicidio della sua convivente. Ogni suicidio in carcere è un omicidio di Stato. A chi immagina un mondo senza carcere si dice, beffardi: “Ah, scacco matto! Deciditi: o le carceri o i violenti a piede libero!”.
di Andrea Milanesi
Corriere della Sera, 19 luglio 2024 “Sono saltate le regole non scritte, il disgregamento esterno qui si moltiplica”. Don Raffaele Sarno è un sacerdote abituato a vivere in prima linea: frequenta il carcere di Trani da oltre 35 anni, prima come volontario e poi nella veste di cappellano, dal 1999 per la sezione maschile e dal 2021 anche per quella femminile. Quando ha cominciato operava soprattutto con i detenuti di alta sicurezza: “Per quanto possa sembrare paradossale, ogni attività si svolgeva nella più assoluta tranquillità, nonostante fossero reclusi di una certa pericolosità.
di Alessandro Trocino
Corriere della Sera, 19 luglio 2024 L’ex direttore di San Vittore (come di Pianosa e Bollate): “Quel giorno il carcere scoppiò, i detenuti protestavano e bruciavano quello che potevano. Ora andrebbe chiuso, non possono starci 1.000 persone. Ci dimentichiamo sempre che Dio non ammazzò Caino”. Abita a due passi da San Vittore ma dice che non è “sindrome di Stoccolma”, è perché “lì le case costano meno e non posso trasferirmi”. Luigi Pagano - napoletano premiato con l’Ambrogino d’oro - è il “direttore” per antonomasia. Un direttore “democratico”, uno che, come racconta Alfonso Sabella, se ne andava in giro per San Vittore cantando “Ma mi, ma mi, ma mi, quaranta dì, quaranta nott”.
di Enrico Caiano
Corriere della Sera, 19 luglio 2024 La scrittrice Silvia Avallone, autrice di un romanzo dedicato a una ragazza, “Cuore nero”, è stata attiva come volontaria nell’Ipm di Bologna e lì è andata a presentare il suo libro: “Bisogna essere liberi nella testa o non lo si è mai, neanche fuori”. Lo hanno detto meglio di chiunque altro. D’altra parte, non si è giganti della letteratura a caso. Fedor Dostoevskij: “Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni”. Victor Hugo: “Chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione”. Un secolo dopo, il simbolo della lotta per la libertà Nelson Mandela, una vita dietro le sbarre, ha chiuso il cerchio con una riflessione definitiva: “Un Paese non dovrebbe essere giudicato da come tratta i cittadini più in alto, ma quelli più in basso”.
di Letizia Giangualano
Il Sole 24 Ore, 19 luglio 2024 Sono 23 le madri recluse in Italia con i loro 26 bambini. In aprile, in una visita dell’Osservatorio di Antigone sulle condizioni di detenzione nel carcere di Rebibbia femminile a Roma era stata trovata anche una donna in avanzato stato di gravidanza, in attesa di giudizio, in un istituto dove la ginecologa è presente solo due volte alla settimana e dove, di conseguenza, il supporto medico non è garantito con costanza come si richiederebbe in queste fasi. Una situazione, questa, rinvenuta anche in altri istituti e sezioni femminili.
di Marco Casonato*
Corriere Fiorentino, 19 luglio 2024 Qui dentro funziona soltanto il volontariato, in maniera stupefacente nonostante le difficoltà. In buona parte è cattolico, ma c’è anche quello musulmano. Sono sempre i volontari gli unici presenti, anche a Ferragosto Caro direttore, ho avuto modo di apprezzare la doppia pagina del Corriere Fiorentino dello scorso 6 luglio dedicata al carcere ed anche a quanto aveva invano cercato di comunicare il giovane detenuto che a 20 anni si è impiccato. Poiché tra le varie voci manca quella di un detenuto - se non il morto - confido che voglia concedermi spazio in quanto detenuto. La prima presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, afferma che “non hanno funzionato tutti i presìdi previsti”. Il problema è che non funzionano mai e che nessuno tra “chi di dovere” se ne interessa.
di Mario Chiavario
Avvenire, 18 luglio 2024 “Riforma della giustizia”. Un’etichetta di stile, ormai tante volte ripetuta, nei titoli dei media e generosamente concessa anche alla legge voluta dal ministro Nordio e recentemente varata dal Parlamento, contenente un ennesimo gruppo di interventi particolari - taluni, a dire il vero, non di poco rilievo - sul tessuto di codici (quello penale e quello di procedura) sempre più consunti.
di Fabio Balocco*
Il Fatto Quotidiano, 19 luglio 2024 Violenza, minaccia, resistenza a pubblico ufficiale e violenza e minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario o ai suoi componenti. Sono gli articoli 336-338 Codice Penale che puniscono il normale cittadino che in qualche modo si ribella al potere dello Stato, in particolare alle forze dell’ordine. Norme che negli anni sono state utilizzate per contrastare le lotte sociali, anche quelle a bassa intensità. Norme che, anche se pare incredibile, il regime repubblicano ha rafforzato in questi decenni, alla faccia del confronto e della collaborazione tra stato e cittadinanza. Come bene afferma il collega avvocato Claudio Novaro: “In breve, non solo abbiamo un codice che risale al ventennio fascista, ma il legislatore repubblicano è riuscito a peggiorarlo ulteriormente”.
di Dimitri Buffa
L’Opinione, 19 luglio 2024 Ora che servirebbero come l’aria per fare spazio nelle nostre carceri medievali, concetti come “amnistia” e “indulto” sono pressoché invendibili alla pubblica opinione a causa della “demonizzazione semantica” che i media - più o meno ammiccanti al manettarismo di “Mani pulite” e, in seguito, al populismo plebeo para-grillino - ne hanno fatto negli ultimi tre decenni. E anche il termine “condono” sarebbe tabù, se non servisse persino a quelli di sinistra, da ultimo lo stesso Partito democratico di Elly Schlein. Questa demonizzazione mediatica e terminologica ha ovviamente creato dei paradossi mostruosi: amnistia e indulto sono previsti dalla Costituzione.
di Piero Sansonetti
L’Unità, 19 luglio 2024 Non si era mai vista una manifestazione di piazza dell’opposizione contro un carcerato. E poi cantano De Andrè. Ma lo hanno mai ascoltato? Ieri l’opposizione è scesa in piazza, a Genova, contro un detenuto. Nella stessa giornata nella quale la Procura si è accanita proprio contro quel detenuto, spedendogli un nuovo ordine di cattura sempre per lo stesso reato: finanziamento del partito. Parliamo di Giovanni Toti. Avevamo rivolto un appello ai capi dell’opposizione perché desistessero. Non ci hanno ascoltato. Così per la prima volta, credo, almeno nel dopoguerra, vince l’idea maramalda del linciaggio come strumento politico. La folla che si raduna perché vuole punire un prigioniero è esattamente la ripetizione del rito del linciaggio.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 19 luglio 2024 Per oltre 30 anni è esistito un fronte granitico di una certa antimafia, non priva di personaggi grotteschi - si pensi all’uomo con le stimmate che parla con gli esseri di luce provenienti dal Sole - che ha sponsorizzato le teorie più disparate sulla strage di Via D’Amelio, ciclicamente riproposte come novità. Questo fronte è però andato in cortocircuito quando, per la prima volta, Fiammetta Borsellino, la figlia più piccola del giudice trucidato dalla mafia, è “scesa in campo” ricordando il ruolo, poco esplorato, dei magistrati inquirenti sulla gestione del pentito farlocco Scarantino. Non solo: la goccia che ha mandato in isteria l’antimafia da palcoscenico è stata quando ha indicato la questione del dossier mafia- appalti e la sua gestione da parte della Procura di Palermo di allora. E questo non le verrà mai perdonato.
ansa.it, 19 luglio 2024 Omicidio nel carcere di Salerno dove un detenuto magrebino armato di una lametta ha aggredito e sgozzato un connazionale. L'aggressore è stato bloccato dagli agenti della polizia penitenziaria. "E' da tempo che denunciamo lo stato di abbandono delle carceri campane; questo è un episodio gravissimo; non abbiamo più parole per definire la confusione gestionale da parte di chi governa le carceri in Campania". Lo afferma il sindacato di polizia penitenziaria Uspp. "In questo marasma generale - affermano i segretari Auricchio e Del Sorbo - a farne le spese sono i poliziotti penitenziari, lasciati soli, in un silenzio assordante, senza strumenti idonei.
Il Roma, 19 luglio 2024 Don Battaglia indice una conferenza per il rispetto e la dignità dei detenuti e delle loro famiglie. La Chiesa di Napoli, con il suo Vescovo don Mimmo Battaglia, “ascolta il grido dei detenuti e delle loro famiglie, e vuole farsi voce di sostegno e di speranza affinché ci siano risposte serie e urgenti nel rispetto delle leggi e a favore della dignità umana” e così promuove per il prossimo venerdì 19 luglio una conferenza al centro Diocesano di Pastorale carceraria. All’incontro parteciperanno don Franco Esposito, direttore dell’ufficio di Pastorale carceraria; padre Alex Zanotelli, missionario Comboniano; Samuele Ciambriello, garante regionale dei detenuti, don Tonino Palmese garante comunale dei detenuti.
di Massimo Massenzio
Corriere Torino, 19 luglio 2024 Non si fermano le proteste nel carcere di Torino, dove la situazione è sempre più “esplosiva”. Dopo le rivolte, gli incendi e le aggressioni dei giorni scorsi, nella giornata di giovedì 270 detenuti (su 470) del padiglione C si sono rifiutati di rientrare in cella, rimanendo nel cortile fino alle 18. A scatenare la nuova contestazione, ci sarebbero le condizioni di degrado del Lorusso e Cutugno e la presunta lentezza burocratica delle procure e della magistratura di Sorveglianza. Durante la protesta non si sono registrati scontri, ma i manifestanti hanno chiesto colloqui con il garante nazionale dei detenuti, con i rappresentanti di governo e del Tribunale di Sorveglianza.
di Manuel Colosio
Corriere della Sera, 19 luglio 2024 Esasperati e delusi, ma comunque alla ricerca di dialogo. Sono i detenuti del più sovraffollato carcere d’Italia, il Nerio Fischione di Brescia, protagonisti del “Mandela Day” che si è tenuto anche qui, come accade ogni 18 luglio in tutto il mondo. La giornata a sostegno di quelle che sono conosciute come le “Nelson Mandela Rules”, le norme che fissano gli standard minimi di tutela in materia di trattamento penitenziario dei detenuti fatte proprie dalle Nazioni Unite nel 2015, ha avuto due momenti distinti: alle 18.30 all’esterno dell’invivibile carcere cittadino e di Verziano decine di persone hanno letto gli scritti dei reclusi e con cartelloni appesi ai loro corpi hanno chiesto che quelle buone pratiche, attualmente lontane dall’essere rispettate, possano diventare la prassi anche in Italia e Brescia ed invertire la rotta che ha provocato in Italia un record di suicidi: 56 dall’inizio dell’anno.
di Federica Nannetti
Corriere di Bologna, 19 luglio 2024 L’arcivescovo ha incontrato i detenuti in occasione della presentazione di “Codice ristretto”, un vademecum sui diritti delle persone detenute. “Servono più misure alternative al carcere”. Lo ha detto il cardinale Matteo Zuppi che ieri ha visitato il carcere della Dozza che come molti altri istituti in Italia è sovraffollato. Basterebbe un numero e nessun’altra parola. “È arrivato il 57esimo suicidio in carcere dall’inizio dell’anno, 57 persone che vanno ascoltate. Non ci sarebbe nemmeno bisogno di commentare questo dato ma almeno va letta l’emergenza; perché è chiaro come ci siano dei meccanismi che non funzionano”.
Gazzetta del Sud, 19 luglio 2024 “Oggi è una giornata di mobilitazione promossa dai Garanti territoriali delle persone private della libertà personale - scrive Luciano Giacobbe, Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale - Per questo la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali ha indetto una quarta giornata d’iniziative di denuncia e sensibilizzazione. Il sistema carcerario per i Garanti è al centro di un acceso dibattito politico e sociale, purtroppo la politica non dà risposte concrete. Sono trascorsi ormai quattro mesi dall’appello “Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti” con cui il Presidente della Repubblica invitava la classe politica del nostro Paese ad adottare, con urgenza, misure immediate per allentare il clima di tensione che si respira nelle carceri italiane ...
La Stampa, 19 luglio 2024 “Una finta giornata di sole - Storie di genitori in carcere”, si può ascoltare sulla piattaforma RayPlay Sound (https://www.raiplaysound.it/playlist/unafintagiornatadisole-storiedigenitoriincarcere) ed è legato a un laboratorio di produzione che si è svolto all’interno della biblioteca della casa circondariale Lo Russo e Cotugno. Il progetto (della Fondazione Circolo dei Lettori e delle Biblioteche Civiche Torinesi) ha previsto, fra fine gennaio e inizio febbraio 2024, cinque giornate di laboratorio di produzione, condotte da Francesca Berardi, giornalista e autrice di storie audio, con il contributo di Luca Morino, musicista, sound designer e autore delle musiche.
di Enea Conti
Corriere della Sera, 19 luglio 2024 “Sospesi” è il titolo della pellicola che sarà proiettata al Giffoni Film Festival, ideata nel progetto “SanPa Cine Lab” diretto da Paolo Ruffini e realizzato da 28 ospiti. Non racconta storie di droga o dipendenza, ma la vita insieme e la collaborazione tra i suoi abitanti. Quando una ragazza o un ragazzo, un uomo o una donna, varcano la soglia della comunità di San Patrignano, a Coriano, sulle colline intorno a Rimini lo fanno per mettersi alle spalle una vita fatta di dipendenze: che sia dalle droghe o dall’alcool non importa. Loro sanno che il percorso che li attende impone prima di tutto uno stacco dalla quotidianità e una routine, con la speranza di vederla allontanarsi sempre di più volgendo all’indietro lo sguardo.
di Donatella Stasio
La Stampa, 19 luglio 2024 Laura Santi era arrivata alla Corte costituzionale alle 9,00 in punto del 19 giugno. Una missione quasi impossibile, la sua. Non perché fosse inchiodata a una sedia a rotelle ma perché la battaglia per conquistare il diritto di parola nel processo sul suicidio assistito sembrava persa fin dall’inizio. Dall’esito di quel processo sarebbe dipeso il suo commiato da una vita che, già da molto tempo ormai, non è più vita. Perciò non poteva e non voleva restare fuori dalla porta. Laura ha 49 anni, è giornalista, vive a Perugia ed è malata di sclerosi multipla, come Martina Oppelli, sua coetanea e architetta triestina. Insieme hanno combattuto per “intervenire” nel processo davanti alla Consulta ...
di Francesca Spasiano
Il Dubbio, 19 luglio 2024 Confermati i requisiti di accesso al suicidio assistito, tra cui il sostegno vitale. Ma la Corte invita il legislatore e il servizio sanitario a interpretarlo correttamente. Sul fine vita la Corte costituzionale non “corregge” se stessa. Ma bussa ancora alla porta della politica sorda, e invita tutti a rispettare le regole di accesso al suicidio assistito stabilite cinque anni fa. Regole che restano invariate, spiega la Corte, ma reinterpretate per ciò che riguarda il criterio dei “trattamenti di sostegno vitale”. Ovvero uno dei quattro requisiti sanciti nel 2019 con la sentenza 242 sul caso Cappato Dj/Fabo, il nodo sul quale la Corte era chiamata nuovamente a pronunciarsi per estenderne o restringerne l’interpretazione. Oppure, per superarlo.
di Simone Bauducco
Il Fatto Quotidiano, 19 luglio 2024 La Life Support è ormeggiata al porto di Civitavecchia. Ha appena salvato 178 persone nel Mediterraneo centrale ma è già pronta per ripartire per la sua ventiduesima missione. Da quando ha iniziato la sua attività nel dicembre 2022, la nave umanitaria di Emergency ha recuperato 1856 persone. “Noi facciamo quello che gli Stati non fanno - racconta a ilfattoquotidiano.it l’advocacy manager della ong Francesca Bocchini - Non è possibile voltarsi indietro e far finta di non vedere gli oltre 800 morti che ci sono stati nel Mediterraneo nei primi sei mesi del 2024”. Una media di cinque al giorno. E se si allarga lo sguardo agli ultimi dieci anni il numero dei decessi supera i 29mila.
di Luigi Manconi
La Repubblica, 19 luglio 2024 Le due donne iraniane, giunte in Italia nel 2023, sono accusate di scafismo. Speriamo che, finalmente, vengano almeno ascoltate. Ponete mente a queste parole: “Andremo a cercare gli scafisti lungo tutto l’orbe terracqueo” (Giorgia Meloni, Cutro, 26 febbraio 2023). Fu, quella, una delle più meste manifestazioni dell’attuale governo. Dopo il naufragio e la morte di 94 persone, in una esibizione di rara “irreligiosità” istituzionale, senza un solo atto di partecipazione al lutto, la presidente del Consiglio - a chi le chiedeva se avrebbe incontrato i familiari delle vittime - rispondeva: “Ho finito adesso, dopodiché io… ci vado volentieri”. E non ci andò. Neanche il programma di lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani ha avuto un seguito concreto.
di Vincenzo R. Spagnolo
Avvenire, 19 luglio 2024 L’intellettuale curdo-iraniana arrestata a dicembre con l’accusa di essere una scafista, invia una lettera al capo dello Stato, professandosi innocente: “Presidente, le chiedo giustizia e umanità”. “Vi prego di non lasciarmi sola, la vostra azione può fare la differenza tra la speranza e la disperazione, tra la libertà e la prigionia”. Sono le ultime righe dell’accorata lettera-appello inviata al capo dello Stato Sergio Mattarella dall’attivista curdo-iraniana Maysoon Majidi. La ventottenne, intellettuale e registra teatrale in fuga dall’Iran per aver contestato il regime e giunta in Italia su un barcone, è stata arrestata a Crotone il 31 dicembre scorso con l’accusa d’essere una scafista. Poi è stata trasferita nel carcere di Castrovillari (Cosenza) dove ha attuato lo sciopero della fame e infine spostata ...
di Walter Siti
Il Domani, 19 luglio 2024 Noi occidentali siamo i moderati e quel che possono fare i moderati è sapere che, se le cose cambiano, non possono che cambiare a loro sfavore. La nostra parola d’ordine preferita è “proteggerci”: urliamo, scendiamo in piazza con intenzioni bellicose ma senza mai trascendere, senza turbare troppo l’ordine pubblico, condannando “senza se e senza ma” le teste calde.
DOCUMENTI
Garante dei detenuti del Comune di Bologna. Relazione sull'attività svolta negli anni 2022 e 2023
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La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 21 luglio 2024
Convention del Movimento No Prison: "Le carceri incostituzionali" (Assisi-PG, 17 e 18 ottobre 2024)
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