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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di domenica 14 luglio 2024
di Maria Antonietta Farina Coscioni*
La Stampa, 14 luglio 2024 La conversazione sarebbe durata una ventina di minuti. Era il 2014. Al termine Marco Pannella annuncia lo stop dello sciopero della sete, intrapreso per denunciare la terribilità delle condizioni dei detenuti e delle carceri italiane. “Ma sia coraggioso, Eh! Anche io l’aiuterò, contro questa ingiustizia”. Così Papa Francesco chiuse la telefonata al leader radicale, fatta per accertarsi delle sue condizioni di salute. “Ne parlerò di questo problema, ne parlerò dei carcerati”, aggiunse. Una promessa è una promessa e se si esclude il Giubileo dei carcerati, celebrato nel 2016 a Roma, nella tanto sospirata attesa, si continuano a contare numerosi suicidi.
di Don Vincenzo Russo*
thedotcultura.it, 14 luglio 2024 Il carattere afflittivo non è tra gli aspetti della pena in Costituzione. Leggo su un articolo comparso sulla stampa, che il carcere di Sollicciano, così come si presenta oggi, è praticamente inutile, impresentabile, e che non può restare tale. Leggo anche che l’ennesimo recente suicidio qui avvenuto, quello del ventenne tunisino, è una sconfitta, un lutto per lo Stato. Le affermazioni sopra riportate sono assolutamente condivisibili, ma appaiono oltremodo tardive. Da tempo e soprattutto negli ultimi anni, le condizioni detentive all’interno di Sollicciano presentano caratteristiche di inaccettabilità, dal punto di vista del rispetto dei principi umani e dei diritti costituzionali.
huffingtonpost.it, 14 luglio 2024 Nei penitenziari italiani 4 rivolte e 8 detenuti morti in una settimana. Nell’inferno delle carceri italiane, dopo i suicidi e le rivolte, sotto i riflettori finiscono adesso anche le ordinanze della magistratura di sorveglianza, che respinge i ricorsi dei reclusi contro la situazione di degrado degli istituti. Partiranno nelle prossime ore gli accertamenti del Garante dei detenuti su una serie di ricorsi rigettati in cui si chiedevano liberazione anticipata, sconto di pena o risarcimento dei danni presentati da vari detenuti nel carcere di Sollicciano a Firenze.
di Gigliola Alfaro
agensir.it, 14 luglio 2024 Rieducare il detenuto, reinserirlo nella società e abbattere anche il tasso di recidiva. È l’esperienza delle Comunità educanti con i carcerati (Cec), progetto promosso dalla Comunità Papa Giovanni XXIII (Apg23) che ha portato nel tempo alla realizzazione di 10 strutture per l’accoglienza di carcerati che scontano la pena, dove i detenuti sono rieducati attraverso esperienze di servizio ai più deboli nelle cooperative dell’associazione. Per questo la Comunità, attraverso il presidente Matteo Fadda, ha salutato molto positivamente il decreto carcere, recentemente approvato dal Governo. Dell’esperienza Comunità educanti con i carcerati parliamo con Giorgio Pieri, biologo, erborista ed educatore professionale, responsabile del progetto per la Comunità Papa Giovanni XXIII.
di Salvatore Curreri*
Il Sole 24 Ore, 14 luglio 2024 Il Ddl Sicurezza confida più nella propaganda che nel garantire i principi della Carta, a partire dal ricorso alla sanzione penale solo come extrema ratio per assenza di altre tutele. Non potendo ricorrere, almeno stavolta, al decreto legge per evidente eterogeneità dei suoi contenuti, lo scorso 22 gennaio il Governo ha presentato un disegno di legge in materia di sicurezza, oggi all’esame della Camera. Si tratta di un provvedimento complesso (29 articoli), ispirato però ancora una volta a quella logica securitaria secondo cui i problemi sociali si risolvono introducendo nuovi reati e pene più severe.
di Giuseppe Anzani
Avvenire, 14 luglio 2024 Che i figli paghino per la colpa della madre, dalla quale non possono neppure esser separati quando essa vien messa in prigione, perché stanno ancora nel grembo, è una crudeltà dalla quale il nostro codice penale ci ha finora scampati, rinviando obbligatoriamente l’esecuzione della pena. Finora, ho detto, perché adesso si vuol cambiare. Si vuole che il rinvio della galera a più tardi non sia più obbligatorio per le donne incinte o col bimbo fino a un anno, ma solo facoltativo, secondo che al giudice parrà. Cosa che già funziona se i bimbi hanno passato l’anno anno e stanno sotto i tre, e devono andare in prigione insieme con la mamma condannata.
di Liana Milella
La Repubblica, 14 luglio 2024 Sia al Senato che alla Camera il Guardasigilli non è intervenuto sull’abuso d’ufficio a fronte di un florilegio di interviste. Certo, i cartelli e i “buhhhhhh…” devono far paura. Ma vestire i panni del ministro della Giustizia vuol dire anche questo. Assumersi la responsabilità in Parlamento, con la propria faccia, di quanto si scrive nei disegni di legge e nei decreti e di quanto, in abbondanza, si dichiara nelle interviste. È singolare dunque vedere un ministro che dedica tempo a discettare su Churchill ma poi, quando nelle aule parlamentari, al Senato prima e alla Camera poi, si vota il suo primo e finora (per fortuna) unico disegno di legge, non pronuncia una sola parola.
di Gianfranco Amendola*
Il Fatto Quotidiano, 14 luglio 2024 Per fortuna abbiamo Legambiente che, ogni anno, ci ragguaglia sull’andamento dei reati ambientali, ricordandoci che nel 2023 sono aumentati del 15,6 % specie nel Mezzogiorno. Così come sono aumentati sequestri ed arresti. Cè da dire, però, che si tratta di numeri certamente inferiori al reale in quanto sono, ovviamente, relazionati ai controlli sul territorio, sicuramente inadeguati. Ed è quindi logico che si riscontri una forte presenza di reati nel ciclo delle costruzioni abusive in quanto più facilmente evidenziabili mentre, per i reati di inquinamento vero e proprio, occorre tener presente che molto spesso essi possono essere rilevati solo attraverso indagini tecniche, a volte molto complesse, che richiederebbero organi specializzati, oggi assolutamente inadeguati.
di Giovanni Bianconi
Corriere della Sera, 14 luglio 2024 Due neofascisti furono condannati all’ergastolo. Ma ci sono ancora due imputati: uno aveva 16 anni. Celebrare un processo per strage politica davanti a un tribunale per i minorenni è un fatto insolito, ma non inedito. Dell’attentato alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, il più grave episodio di terrorismo italiano, si occuparono fra il 2000 e il 2004 i “giudici dei ragazzini” abituati ad affidamenti o episodi di violenza molto meno pesanti, poiché uno degli imputati all’epoca dell’eccidio non era ancora diciottenne. Ne scaturì l’altalena tra assoluzione, condanna, annullamento, fino all’ultima dichiarazione di colpevolezza.
TERRITORIO
di Massimiliano Nerozzi
Corriere di Torino, 14 luglio 2024 I penalisti scrivono a deputati e senatori: “Approvare subito la proposta di legge Giachetti”. Con il dramma dei suicidi in carcere ormai da tempo emergenza permanente - “sono 55 gli uomini e le donne, affidati alla cura e alla custodia dello Stato, che si sono tolti la vita dall’inizio di quest’anno ad oggi” - la Camera penale “Vittorio Chiusano” tiene alta l’attenzione sul tema e, con una lunga lettera aperta, chiama all’impegno i parlamentati eletti in Piemonte e Valle d’Aosta: “A fronte dell’eccezionale e drammatica emergenza nella quale si trova oggi la popolazione detenuta, costretta a vivere in una condizione disumana e degradante contraria alla Costituzione ed alle Convenzioni Internazionali - scrivono i penalisti - ed al fine di provare a ripristinare un minimo parametro legale ...
di Hubert Londero
telefriuli.it, 14 luglio 2024 Le carceri italiane sono diventate una polveriera sociale, un luogo invivibile per i detenuti e per chi vi lavora, dove la dignità dell’essere umano è annichilita e l’inaccettabile diventa normalità. È il severo giudizio espresso delle quattro Camere penali del Friuli Venezia Giulia in un comunicato congiunto dopo la rivolta scoppiata giovedì nel carcere del Coroneo a Trieste e quella al Cpr di Gradisca del giorno precedente.
di Fabrizio Capecelatro
fanpage.it, 14 luglio 2024 Un uomo di 45 anni, detenuto nel carcere di Monza, si è suicidato nel pomeriggio di ieri, sabato 13 luglio. “Il detenuto, straniero, si è soffocato chiudendosi la testa in un sacchetto di plastica nella sua cella, che occupava da solo”, fa sapere il sindacato Uil pubblica amministrazione, che da tempo denuncia la grave situazione degli istituti penitenziari italiani. Si tratta, infatti, del 55esemi omicidio dietro le sbarre nel solo 2024.
di Angiola Petronio
Corriere di Verona, 14 luglio 2024 La Camera Penale e la lettera di una detenuta: “Ora basta”. “Non chiedo la luna, nè la libertà... Chiedo semplicemente quello che è il mio diritto...”. E ancora: “Ora basta! Ogni giorno si sente di un altro suicidio di detenuti... Un’altra morte inutile.... Un numero di matricola...”. E ancora: “Da una donna forte sono diventata una persona fragile, stanca. La mia mente non riesce più a ragionare. È facile perdere equilibrio, speranza, forza mentale e finire da un giorno all’altro, come l’altra ennesima vittima della disperazione. Siamo in molti che aspettano di scontare le pene alternative, ma le risposte alle nostre istanze non arrivano mai”.
di Matteo Lignelli
La Repubblica, 14 luglio 2024 Accertamenti del Garante su due ordinanze della magistratura di sorveglianza a Firenze. Gli era stata negata la liberazione anticipata perché il “tentativo di togliersi la vita mediante impiccagione” sarebbe incompatibile con il “presupposto” della liberazione stessa che è “la partecipazione all’opera rieducativa”. È quanto si legge in un’ordinanza dell’Ufficio di sorveglianza di Firenze. I fatti sono accaduti a Sollicciano, dove il 4 luglio si è tolto la vita impiccandosi nella propria cella un detenuto tunisino di venti anni di nome Fedi, che sarebbe stato libero tra circa un anno.
di Giuseppe Legato
La Stampa, 14 luglio 2024 Diffuso clamorosamente dall’interno del Lorusso e Cutugno ha raggiunto in poche ore 22mila visualizzazioni e continua a rimbalzare online. Il video su TikTok è online da poco più di 24 ore. Virale perché conta 22mila visualizzazioni ed è stato - con certezza - veicolato all’esterno da un detenuto. Accompagnato da una base neomelodica napoletana inneggia ai disordini che - da due giorni ormai - stanno scandendo la vita di alcuni spazi del carcere Lorusso e Cutugno: “Noi ragazzi di Torino abbiamo deciso di rompere cessi e lavandini così facendo le celle di pernottamento non saranno più agibili e quindi dovrà intervenire l’Asl per le condizioni n cui viviamo. Dobbiamo farci sentire”.
di Fabio Castori
Il Resto del Carlino, 14 luglio 2024 “Non presenta, se mai ne abbia avute, le caratteristiche che dovrebbe avere un istituto penitenziario”. Il tempo peggiore per il mondo del carcere è proprio l’estate, i giorni che si allungano, gli spazi che non bastano, il caldo e il sovraffollamento. Nelle Marche quella di Fermo è una delle situazioni peggiori, per una casa di reclusione che ha una struttura del tutto inadeguata e lo ribadisce Giancarlo Giulianelli, garante regionale dei diritti, che da tempo parla della necessità di ricostruire una nuova struttura altrove: “Su questo insisto ancora una volta, non può più essere allocato in una struttura che attualmente non presenta, se mai ne abbia avute, le caratteristiche che dovrebbe avere un istituto penitenziario.
di Emanuele Lombardini
perugiatomorrow.it, 14 luglio 2024 Blitz di Caforio nella struttura perugina: “Gli ambulatori raggiungono temperature di 40 gradi d’estate e sono gelidi d’inverno. Il ginecologo visita solo due volte al mese, la degenza è chiusa, gli ambulatori hanno attrezzature guaste”. Il Garante dei detenuti dell’Umbria, Giuseppe Caforio, ha effettuato un blitz nelle strutture sanitarie del carcere di Capanne di Perugia il 13 luglio, rispondendo alle numerose segnalazioni di detenuti e polizia penitenziaria riguardo a gravi carenze. Caforio ha annunciato un esposto alla Procura della Repubblica di Perugia per chiedere un accertamento giudiziale sulle condizioni delle strutture sanitarie, che, a suo avviso, violano i diritti fondamentali sanciti dalla Convenzione dei diritti dell’uomo e dal codice penale italiano.
di Marco Angelucci
Corriere dell’Alto Adige, 14 luglio 2024 Il nuovo carcere non si farà. Il progetto di realizzare, accanto all’aeroporto, una prigione modello in partnership pubblico-privato è stato definitivamente accantonato. Il ministero della giustizia infatti ha deciso di realizzare un nuovo carcere a Pordenone, è li che andranno i fondi destinati a Bolzano. La buona notizia è che in via Dante inizierà un importante lavoro di ristrutturazione. Non in un futuro lontano ma subito. “A fine mese dovremo partire con il rifacimento di tetto e facciata per eliminare le infiltrazioni” annuncia il direttore della Casa circondariale di Bolzano Giovangiuseppe Monti.
di Paola Bulbarelli
La Verità, 14 luglio 2024 Il presidente dell’antica Accademia dei sartori racconta il progetto che vede coinvolti i reclusi di Rebibbia: “Insegniamo loro a creare pantaloni, giacche e gilet. Così imparano un mestiere per reintegrarsi in società”. Per una sera indossatori, per 650 ore in un anno (tanto dura il corso) sarti, e anche di più. Il riscatto per alcuni detenuti di Rebibbia parte da lì, dalla voglia d’imparare un mestiere e di tentare di farcela una volta fuori, dopo aver scontato la pena. La mano viene tesa, dal 2017, dall’accademia nazionale dei sartori, la più antica associazione italiana nel settore dell’abbigliamento che dimostra come la tradizione sartoriale possa essere non solo un simbolo di eleganza e stile, ma anche un potente strumento di trasformazione sociale.
di Diego Molino
La Stampa, 14 luglio 2024 Riunione dei commercianti con gli assessori di Politiche Sociali, Sicurezza e Commercio. Nasce un tavolo di lavoro permanente. Rosatelli: “Comune lasciato solo, intervenga l’Asl”. “È ora di fare qualcosa per affrontare la questione dei clochard, che ormai riguarda tutta la città e in tutti i periodi dell’anno”. Sono le “casette” di cartone, con materassi e tende sotto i portici e davanti alle vetrine dello shopping, uno dei problemi messi in cima alle urgenze dai negozianti torinesi. Il trend è in aumento e le difficoltà non mancano, come conferma l’assessore comunale alle Politiche Sociali Jacopo Rosatelli, che dice: “Anche l’Asl deve fare la sua parte, invece finora la Città è stata lasciata da sola”.
di Silvio Messinetti
Il Manifesto, 14 luglio 2024 A un anno da Cutro. Il 17 giugno sono sbarcati 11 migranti, i soli sopravvissuti. I familiari cercano ancora i parenti mentre il governo ha voltato loro le spalle. Una strage dimenticata, una strage silenziata. Gli eccidi del mare non fanno più clamore ormai. Una opaca coltre di indifferenza copre le donne, gli uomini e i bambini annegati nei barconi della disperazione. A Roccella Jonica la mattina dello scorso 17 giugno sulla banchina nord del porto turistico sbarcarono gli unici undici sopravvissuti della più grave tragedia dell’immigrazione del 2024. Un viaggio della speranza spezzato a più di 110 miglia dalla costa calabrese.
di Maurizio Ambrosini
Avvenire, 14 luglio 2024 Le rotte cambiano e cercano altri sbocchi, spesso più lunghi, costosi e pericolosi dei precedenti. E così le politiche di respingimento del Nord del mondo raggiungono i loro obiettivi. Sono calati gli sbarchi in Italia (28.376 all’11 luglio, contro 73.173 di un anno fa: meno della metà) e il governo canta vittoria. La strategia dell’esternalizzazione dei confini sembra ora dare frutti, mediante gli accordi con il governo autoritario tunisino e il rinnovo dei finanziamenti a governo e milizie locali libiche. Certo occorre cautela: partenze e sbarchi da anni oscillano, in dipendenza di vari fattori, tra cui il meteo e le condizioni del mare, quest’anno a lungo sfavorevoli. Le rotte cambiano e cercano altri sbocchi, spesso più lunghi, costosi e pericolosi dei precedenti.
di Andrea Malaguti
La Stampa, 14 luglio 2024 Dunque diventa tutto più violento, più cattivo, ancora più fuori controllo. A mezzanotte e mezza arriva la notizia: hanno sparato a Donald Trump, forse con una pistola, forse cinque colpi, forse sette, esattamente come quelli sparati contro Ronald Reagan nel 1981 da un pazzo innamorato di Jodie Foster. L’ex presidente è vivo e sta bene, grazie al cielo. Nulla è chiaro fino in fondo, ma le prime ricostruzioni, appoggiate da una serie di video, non sembrano lasciare dubbi. Lo hanno colpito a un orecchio, forse a una guancia, durante un comizio in Pennsylvania. C’è una folla immensa ad acclamarlo. Il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti indossa il solito cappellino Maga (Make America Great Again), arringa la sua gente, quando, all’improvviso si sentono dei colpi di arma da fuoco.
di Simone Ferrari, Gianpaolo Contestabile
Il Manifesto, 14 luglio 2024 Il 15 luglio 2020 il corpo di Mario Paciolla veniva ritrovato senza vita nella sua abitazione a San Vicente del Caguán, dove lavorava come funzionario della missione dell’Onu per la verifica degli accordi di pace. Sebbene l’autopsia svolta in Colombia abbia indicato il suicidio per asfissia come causa del decesso, fin da subito la famiglia ha rifiutato questa ricostruzione parlando di omicidio. I dubbi sono stati alimentati, in primo luogo, da una serie di depistaggi da parte degli stessi funzionari della missione Onu e dagli agenti di polizia accorsi sul luogo. Da alcuni anni i genitori di Mario, Anna Motta e Pino Paciolla, conducono una battaglia per la verità e la giustizia per il loro figlio, visitando scuole, università e luoghi di attivismo.
DOCUMENTI
Articolo. "Da San Marino a Padova, storie progettuali per la democrazia", di Cesare Burdese
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La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 15 al 21 luglio 2024
Convention del Movimento No Prison: "Le carceri incostituzionali" (Assisi-PG, 17 e 18 ottobre 2024)
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