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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di venerdì 28 giugno 2024
di Glauco Giostra
Avvenire, 28 giugno 2024 I numeri che provengono dal pianeta carcere, anche a volersi fermare a quello dei suicidi, sono agghiaccianti. Ma sono tempi, questi, in cui gli orrori raccontati quotidianamente dai media hanno indotto ad alzare le difese dell’indifferenza per evitare di precipitare nello sconforto. Questi numeri, pur drammatici, sono diventati emotivamente neutri. Se almeno potessero gridare il dolore straziante e il senso di totale abbandono di chi ha deciso di farla finita, se potessero portarci il pianto sommesso della sua disperazione, se ci potessero contagiare la sua angoscia di non poter neppure salutare le poche persone al mondo che piangeranno la sua morte, se ci potessero far vedere i suoi occhi vuoti di futuro e di speranza mentre si toglie la vita - perché non ha più una sola ragione per protrarla - probabilmente ci soffermeremmo con desolazione infinita e con vergogna senza requie su questi numeri.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 28 giugno 2024 Il drammatico bilancio sale a 47. Ieri un detenuto si è impiccato a Caltanissetta e uno a Novara, mentre oggi un egiziano si è tolto la vita a Marassi. Nel cuore dell’estate 2024, mentre l’Italia si prepara alle vacanze, un’ombra inquietante continua ad allungarsi sulle strutture penitenziarie del paese. Nelle ultime 48 ore, tre nuovi casi hanno portato il bilancio dei detenuti che si sono tolti la vita nel 2024 a 47, un numero che fa inorridire e che sembra destinato a crescere.
di Francesco Grignetti
La Stampa, 28 giugno 2024 Per un blocco stradale o ferroviario si rischieranno fino a due anni di galera. La stretta “legge & ordine” del governo era annunciata e puntualmente sta andando in porto. Tra breve, un blocco stradale o ferroviario diventerà un reato serio. Attualmente i manifestanti, che siano lavoratori che protestano contro il licenziamento o siano ecologisti che denunciano l’inerzia per la crisi climatica, quando bloccano una strada o una stazione rischiano poco, ovvero una multa da mille a quattromila euro. Quando il ddl Sicurezza sarà legge, le pene previste sono il carcere fino a un mese per chi protesta in solitaria, da sei mesi a due anni se il reato viene commesso da più persone riunite.
di Alessandra Ziniti
La Repubblica, 28 giugno 2024 La norma anti-Gandhi, così è stato definito per rendere immediatamente l’immagine di una manifestazione pacifica, è passato. In Commissione, tutti gli emendamenti dell’opposizione al Disegno di legge sicurezza sono stati respinti e il testo della maggioranza approderà in aula così, portando una stretta mai vista al diritto di protestare. Carcere, addirittura fino a due anni, se si è in gruppo e con il proprio corpo si blocca il passaggio di veicoli. Teoricamente persino un gruppo di studenti che fa un sit-in di protesta davanti una scuola fermando il traffico per qualche minuto rischia il carcere. “Siamo davanti a una pericolosa deriva reazionaria da parte del governo - dice il responsabile sicurezza del Pd, Matteo Mauri.
csvlombardia.it, 28 giugno 2024 Promuovere la sottoscrizione di convenzioni locali tra Centri di servizio per il volontariato (Csv), enti del terzo settore e tribunali, per ampliare e diversificare ulteriormente le opportunità di svolgimento del lavoro di pubblica utilità (Lpu) ai fini della messa alla prova per adulti. Questo l’obiettivo del Protocollo nazionale firmato lo scorso 12 giugno dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e dalla presidente di CSVnet, l’associazione nazionale dei 49 Csv italiani, Chiara Tommasini.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 28 giugno 2024 I membri togati del Csm hanno elaborato una nuova circolare sull’organizzazione interna delle procure che in alcuni passaggi va oltre, se non contro, le norme approvate dal Parlamento, con l’obiettivo di ridurre i poteri in mano ai dirigenti. I laici sul piede di guerra. Si prospetta uno scontro al Consiglio superiore della magistratura fra i componenti laici, cioè quelli eletti dal Parlamento, e quelli togati, cioè scelti dai colleghi magistrati. Tema del contendere: la futura organizzazione interna delle procure. La riforma dell’ordinamento giudiziario approvata nel 2022 (la cosiddetta riforma Cartabia) ha infatti stabilito che i dirigenti delle procure devono elaborare il piano di organizzazione interna del proprio ufficio tenendo conto dei princìpi stabiliti dal Csm e poi sottoporre il documento all’approvazione del Consiglio stesso.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 28 giugno 2024 Il 60% degli articoli riguarda l’arresto e le indagini preliminari, solo l’11% la fase finale del giudizio. E il caso Cerciello Rega non sembra fare eccezione: aula vuota. Due giorni fa si è celebrata a Roma la penultima udienza del secondo processo d’appello per l’omicidio del vice brigadiere Cerciello Rega. Il 3 luglio ci sarà la sentenza che deciderà il destino dei due statunitensi Finnegan Lee Eder e Gabriel Natale Hjorth. Non si tratta di caso assurto alla cronaca giudiziaria come accadde per l’omicidio di Meredith Kercher, tuttavia è un processo dalla rilevanza internazionale che descrive una doppia tragedia: quella di un giovane carabiniere morto appena tornato dal viaggio di nozze e quello di due ragazzi appena maggiorenni al momento del drammatico evento, da cinque anni in custodia cautelare in un Paese straniero.
di Ilaria Gaspari
Corriere della Sera, 28 giugno 2024 Un filosofo imputato in un processo (in corso) e una filosofa riflettono sulla giustizia sommaria del “tribunale sociale” che, senza ancora una sentenza, può abbattere la vita di una persona: “Non credo che mi riprenderò”. A fine novembre, una notizia inizia a rimbalzare da un quotidiano all’altro. Leonardo Caffo, “filosofo progressista”, “pensatore animalista e nemico degli stereotipi di genere”, è accusato di maltrattamenti dalla ex compagna. Molti giornali la rilanciano insistendo, con diversi livelli di sarcasmo, sul contrasto fra il pensiero del filosofo, che si occupa da anni di animalità, il suo ruolo di intellettuale impegnato e la gravità dell’accusa.
di Sabino Cassese
Il Foglio, 28 giugno 2024 È uno dei motivi per cui si dicono insoddisfatti del proprio paese. Ma è un fenomeno così pervasivo? E poi come si fa a calcolarla: con i titoli dei giornali o con i numeri? Dati, idee e tendenze inattese. L’Italia e gli italiani sono sempre stati poco in sintonia. È diffuso tra gli italiani un atteggiamento critico o piagnone verso la propria nazione. Prevalgono la tendenza a generalizzare e l’insoddisfazione generica e spesso generale per il Paese e i concittadini. Ora, un Paese deve conoscere sé stesso per potersi valutare, perché i cittadini possano votare - e cioè scegliere -, perché i membri della comunità possano partecipare alla vita collettiva. A questo scopo, oltre alle esperienze personali, vi sono i media. Ma questi forniscono notizia di episodi quotidiani, non riescono a metterli in prospettiva ...
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 28 giugno 2024 Approvata in commissione Giustizia la proposta di Erika Stefani: “Così tuteliamo avvocati e cittadini”. È stato approvato in commissione Giustizia il disegno di legge della Senatrice Erika Stefani (Lega) in materia di legittimo impedimento degli avvocati nel processo civile. Nello specifico vengono fatte delle integrazioni riguardanti l’articolo 153 del codice di procedura civile e l’articolo 81-bis delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile.
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 28 giugno 2024 La Corte di cassazione ribadisce che l’inammissibilità del ricorso supera la questione di procedibilità sottoposta per la prima volta in sede di legittimità. La Corte di cassazione ribadisce che l’inammissibilità del ricorso supera la questione di procedibilità sottoposta per la prima volta in sede di legittimità. In particolare afferma che non si può pretendere con il ricorso per cassazione la valutazione, non chiesta in sede di merito, del reale contenuto dell’atto di denuncia fatto dalla parte offesa. Infatti, nel caso concreto, il ricorrente invocava la causa di improcedibilità per il furto mono aggravato, per cui era stato condannato, solo all’atto di impugnare la sentenza pronunciata dal giudice del rinvio.
Il Dubbio, 28 giugno 2024 Anastasìa: “Fate la cosa giusta, altrimenti sarà un’estate di lacrime e dolore”. Il Garante del Lazio: “Quel poco che sentiamo non ci piace: nuovi reati, pene più alte, l’idea che la sofferenza e le proteste in carcere si affrontino con le maniere forti”. "Non sapremo mai se si è trattato di un suicidio o di una morte accidentale, dovuta all’abuso dell’inalazione del gas, dunque se si è trattato di un suicidio volontario o di un suicidio involontario, ma sempre e comunque di un suicidio si è trattato, di un ragazzo poco più che ventenne, detenuto in attesa di giudizio, con problemi di salute mentale (nelle scorse settimane era stato ricoverato in ospedale per un trattamento sanitario obbligatorio).
di Erica Manna
La Repubblica, 28 giugno 2024 Nel giorno della Maratona Oratoria “Non c’è più tempo” davanti al Palazzo di Giustizia di Genova, un egiziano di 47 anni si è impiccato con la cintura nella sua cella di Marassi. Il numero è sbagliato. Perché il tabellone rosso che tiene accesi i riflettori su quanti si sono tolti la vita in carcere dall’inizio dell’anno, sistemato nel cortile del palazzo di Giustizia, non riesce a tenere il conto di una emorragia che non si arresta. E così, stamattina, 46 è diventato 47. Un’altra persona che si è uccisa dietro le sbarre. “Non c’è più tempo”, è il titolo dell’appello della maratona oratoria andata in scena in tutta Italia, a Genova davanti al Palazzo di Giustizia, organizzata dalla Camera Penale Ligure. E infatti, alle 7 della mattina, un uomo egiziano di 47 anni ancora da compiere si è impiccato con la cintura ...
di Alessandra Rossi
Il Secolo XIX, 28 giugno 2024 Un detenuto egiziano si è tolto la vita stanotte. L’altro ieri un’altra tragedia sempre nello stesso carcere. Presidio degli avvocati penalisti fuori dal tribunale. Delmastro: “48 nuovi agenti a Imperia e Sanremo”. Un detenuto egiziano si è impiccato alle prime luci dell’alba nel carcere di Marassi. A darne notizia il capogruppo di Linea condivisa in Consiglio regionale, Gianni Pastorino, a poche ore da un’altra tragedia in cui ha perso la vita un’altra persona, a causa dell’inalazione di gas.
di Isabella De Silvestro
Il Domani, 28 giugno 2024 Nella struttura sono detenute 680 persone a fronte di capienza effettiva di 453 posti, con un tasso di sovraffollamento reale del 150 per cento, maggiore nei reparti comuni. Si registrano. tra le altre cose, grossi problemi di areazione e l’igiene minima dei detenuti con fragilità psichica non è tutelata. Una situazione di grave sovraffollamento e situazioni igienico-sanitarie che in diversi reparti sono al limite del drammatico. È ciò che segnala l’associazione Antigone in seguito a una visita di monitoraggio realizzata il 7 giugno scorso presso la casa circondariale Torre del Gallo di Pavia. Nella struttura sono detenute 680 persone a fronte di capienza effettiva di 453 posti, con un tasso di sovraffollamento reale del 150 per cento, maggiore nei reparti comuni.
Corriere della Sera - Buone Notizie, 28 giugno 2024 Entrambi vengono da esperienze difficili e oggi hanno un contratto alla Dusty srl come meccanici. L’inserimento di ex detenuti in sei delle nove province siciliane con il progetto. “Grazie a “Fuori le Mura” con un contratto indeterminato si sta bene. In famiglia si sta bene ed è sempre più felice”. Così Daniel, 41 anni. E ancora Giuseppe, di 37: “Sto imparando un mestiere e avendo famiglia è importante avere un lavoro sicuro”. Entrambi vengono da una vicenda di vita complicata, ma oggi hanno un lavoro come meccanici per una grande impresa catanese.
di Eleonora Lanzetti
Corriere della Sera, 28 giugno 2024 Il progetto A filo libero riutilizza e rimodella l’esistente. “Già raccolti 150 jeans”. Restituire fuori qualcosa di bello creato dentro. In un laboratorio del carcere Torre del Gallo di Pavia i detenuti diventano designer di moda e sarti. C’è chi taglia i modelli, chi cuce, chi lavora al telaio del denim, chi studia come dar vita a scampoli che diventano nuovi abiti. È il progetto “A filo libero”, promosso da Lavgon, “manifattura sartoriale e vita rurale” di Michela e le sue figlie, Carlotta e Lavinia, col supporto della dirigenza della casa circondariale. Il tempo, in questa piccola sartoria, scorre in modo diverso, scandito dal rumore della macchina da cucire e dal ferro da stiro. All’esterno il trambusto, le liti, le celle problematiche. Qui, invece, la prospettiva cambia ...
di Barbara Calderola
Il Giorno, 28 giugno 2024 Una delegazione di amministratori di Vimercate in visita in carcere con l’associazione “Nessuno tocchi Caino”. “Ci sono quasi 300 detenuti in più rispetto alla capienza: difendiamo la dignità di chi vive e lavora lì dentro”. Le foto dei figli appese alle pareti, il dolore del distacco, la speranza di uscire. Scossa emotiva per i consiglieri e gli assessori di Vimercate che hanno visitato il carcere di Monza. Celle, detenuti, personale: una realtà durissima, per tutti un bagno di realtà che fa riflettere. Ad accompagnare maggioranza di centrosinistra e opposizione di centrodestra, c’era Sergio D’Elia, segretario di “Nessuno tocchi Caino”.
di Rinaldo Frignani
Corriere della Sera, 28 giugno 2024 Telecamere di sorveglianza spaccate, il pianterreno in parte allagato, controsoffitti caduti. E ancora celle devastate e incendiate, e altri danni per decine di migliaia di euro. È il risultato di una mezza sommossa da parte di un’ottantina di detenuti di Regina Coeli che ieri mattina hanno dato vita a una violenta protesta durata alcune ore che ha impegnato gli agenti della polizia penitenziaria, polizia di Stato e anche i vigili del fuoco, intervenuti per mettere in sicurezza i locali coinvolti.
di Mauro Gentile
La Voce e il Tempo, 28 giugno 2024 Togliersi la vita in carcere, una tragedia che negli ultimi tempi si ripete con sempre maggiore frequenza tant’è che, solo nei primi sei mesi dell’anno in corso, è già salito a 45 il numero dei suicidi tra i detenuti. Tanti casi, troppi ricordando anche che proprio l’essere reclusi, quindi sotto la custodia e la responsabilità dello Stato, avrebbe dovuto garantire loro una maggiore tutela. 45 persone che, come previsto dalla legge e per averla infranta, stavano scontando una pena a causa dei propri errori ma, secondo quanto indicato esplicitamente dall’articolo 27 della Costituzione italiana, questa avrebbe dovuto essere finalizzata alla “rieducazione” per prepararle al reinserimento nella società dei liberi.
di Emanuele Carrè
La Voce e il Tempo, 28 giugno 2024 Nonostante la giornata grigia e piovosa, una luce, quella del sorriso di bambini e bambine felici di poter incontrare i propri papà, ha illuminato il teatro della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” lo scorso 20 giugno. Una mattina di “evasione”, un paio d’ore di gioco insieme ai propri figli e alle mogli e compagne, è quella che hanno potuto vivere una dozzina di papà detenuti nel teatro del carcere. L’incontro, nell’ambito del progetto nazionale “Bambini Senza Sbarre” (nel 2023 ha coinvolto 79 istituti, 4250 bambini, 2050 detenuti e le loro famiglie) e di quello promosso dal penitenziario torinese “Un Passo Avanti”, è stato reso possibile dalle educatrici della cooperativa “Il Margine” che seguono da tre anni alcuni padri detenuti e alcune donne dell’Istituto a custodia attenuata per madri.
di Sabina Pignataro
vita.it, 28 giugno 2024 L’assistenza sanitaria alle persone che vivono in condizione di grave marginalità sociosanitaria, come ad esempio homeless, detenuti e migranti irregolari, è ancora poco studiata. È forse anche poco sfruttato il patrimonio di dati raccolto dagli operatori del terzo settore, che potrebbe rappresentare una base per avviare buone prassi. L’Istituto Superiore di Sanità fa il punto, valorizzando le esperienze di Intersos, Caritas e Opera San Francesco.
di Giuliano Santoro
Il Manifesto, 28 giugno 2024 Intervista a Cecilia Strada, parlamentare europea del Partito democratico. Cecilia Strada, parlamentare europea eletta nelle liste del Partito democratico, è seduta al tavolino di un bar a Bruxelles quando incontra una donna che non aveva mai visto prima: sfoggia una borsa con la scritta “Sta rottura di coglioni dei fascisti” (la frase divenuta un tormentone che venne pronunciata qualche anno fa da un attivista dei castelli romani che proteggeva un gruppo di rifugiati dalle contestazioni di una squadraccia di estrema destra) e la maglietta di Emergency. Strada non può fare a meno di fermarla e presentarsi per complimentarsi per l’outfit. A questo punto la nostra intervista può cominciare.
di Eleonora Camilli
La Stampa, 28 giugno 2024 Invece di respingerli, la Asso 29 avrebbe dovuto condurli in Italia. Giudicato illegittimo anche il fermo nel marzo scorso della Humanity 1. L’accusa per l’equipaggio era di non aver seguito le istruzioni delle autorità libiche. La Asso 29 avrebbe dovuto “condurre i migranti in Italia, non in Libia”. Perché “il fatto che la Libia non sia un luogo sicuro costituisce, allo stato, acquisizione pacifica nella giurisprudenza di legittimità”. Lo dice chiaramente il tribunale di Roma nella sentenza sul caso Asso 29 con cui condanna non solo il capitano della nave, ma anche la società armatrice Augusta Offshore, i ministeri della Difesa, dei Trasporti, la Presidenza del Consiglio.
di Angela Gennaro
Il Domani, 28 giugno 2024 Secondo i giudici il centro libico di coordinamento dei soccorsi e la cosiddetta guardia costiera libica non possono essere considerati legittimi attori di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo. Le autorità italiane sono state condannate a pagare le spese legali alla ong Humaniy I. Per la prima volta un tribunale italiano sancisce l’illegittimità del coordinamento di Tripoli in mare, “appaltato” alla Libia da Italia ed Europa. Definitivamente annullato il provvedimento di fermo amministrativo della nave umanitaria Humanity 1.
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