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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 1 giugno 2024
di Desi Bruno*
deriveapprodi.com, 1 giugno 2024 La questione è ormai nota a tutti. Non c’è quasi giorno che passi senza che non arrivi una segnalazione sull’aumento della popolazione carceraria (oltre 60.000 presenze a fronte di una capienza regolamentare di 47.000 ad oggi), sui numeri crescenti ed abnormi delle persone detenute che si suicidano (28 detenuti e 3 appartenenti alla polizia penitenziaria nei primi 3 mesi dell’anno), sui rischi connessi alla presenza sempre maggiore di situazioni di disagio psichico, sulla carenza di educatori e quindi sulla difficoltà di lavorare per il reinserimento dei detenuti definitivi, in numero sempre crescente, sulla mancanza di opportunità lavorative, di fondi, su episodi di intolleranza e violenza di detenuti e contro i detenuti e quindi sulle problematiche connesse alla sicurezza nella vita degli istituti.
di Andrea Oleandri*
lavialibera.it, 1 giugno 2024 Si tratta di una pratica ancora abusata, che espone i detenuti a violenze e torture, avendo un impatto devastante dal punto di vista psicologico, fisico e sociale. “Uno di questi apriva la cella di isolamento e diceva a S.M. di entrare; poiché S.M, temendo di essere picchiato, non voleva entrare, uno degli agenti lo colpiva con un calcio da dietro e lo faceva rovinare a terra, battendo la testa; a questo punto tutti gli agenti lo colpivano con calci e pugni…”. Questo è uno stralcio della ricostruzione che i giudici milanesi hanno fatto di quanto sarebbe accaduto nell’Istituto penale per minorenni Beccaria di Milano.
GIUSTIZIA
di Valentina Stella
Il Dubbio, 1 giugno 2024 Magistratura “di base” sedotta dal sorteggio al Csm: il governo ci crede. Uno degli aspetti più controversi della riforma costituzionale incentrata sulla separazione delle carriere è il sorteggio “secco” dei magistrati al Csm. L’Anm ha parlato di “svilimento della funzione di rappresentanza elettiva dei togati”. Il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano ha spiegato invece che l’obiettivo di questa parte della riforma è un altro. È quello di “ridimensionare il ruolo delle correnti, gli unici veri partiti rimasti sul campo, protagoniste spesso delle carriere dei magistrati”. In questa cornice si è inserita la posizione controcorrente (almeno in parte) assunta dal gruppo “antisistema” dell’Anm ...
di Mario Garofalo
Corriere della Sera, 1 giugno 2024 Può sembrare un’idea strampalata o una provocazione, ma il sistema legato al fato ha radici lontane. Può sembrare strampalata l’idea di sorteggiare chi dovrà governare la magistratura, può apparire come una provocazione o, peggio, come una mortificazione delle toghe. Ma il sistema, al di là delle presunte o reali finalità politiche della riforma, ha radici lontane. Fino a duecento anni fa, anzi, la “democrazia aleatoria” era diffusissima. Nell’antica Atene, si entrava per sorteggio nel Consiglio dei Cinquecento, che era l’equivalente del potere esecutivo. La fortuna aveva una parte nella complessissima selezione del doge di Venezia, dove un bambino estraeva da un’urna le ballotte, piccole sfere di legno con i nomi.
di Francesco Petrelli
Il Foglio, 1 giugno 2024La separazione delle carriere approvata dal governo attua un fondamentale principio costituzionale: quello del “giudice terzo”. Al fine di comprendere meglio il significato della riforma costituzionale della separazione delle carriere, al di là di inutili e facili slogan, sembra utile ricordare alcuni fondamentali passaggi che hanno segnato la storia del nostro processo penale: dal varo del nuovo codice “Vassalli” nel 1989, alla riforma costituzionale del 1999, alla proposta di riforma costituzionale di iniziativa popolare depositata in Parlamento nel 2017 dall’Unione delle Camere penali, forte della raccolta di oltre 71.000 firme.
di Franco Monaco
Il Domani, 1 giugno 2024 Considerata la sproporzione tra i limiti oggettivi della questione da un lato e, dall’altro, l’enfasi attribuita alla riforma (“epocale”) con gli strappi che essa comporta, non si può non chiedersi il perché, ovvero quale sia il vero obiettivo. Si può dare una sola risposta: indirizzare un messaggio intimidatorio ai magistrati. Non è il caso di indugiare sui pro e sui contro della separazione delle carriere dei magistrati. Questione annosa e controversa sulla quale le opposte opinioni sono da gran tempo cristallizzate. Questione che sta al centro della declamata “riforma della giustizia” varata dal Consiglio dei ministri. Titolazione decisamente enfatica e impropria, trattandosi più esattamente di “riforma dei magistrati”.
di Daniela Mainenti*
Il Fatto Quotidiano, 1 giugno 2024 L’avvento della Costituzione italiana ha segnato un punto di svolta fondamentale per il sistema giudiziario, in quanto ha riconosciuto e tutelato l’indipendenza esterna della magistratura dal potere esecutivo. Questo principio è sancito in modo chiaro nel terzo comma dell’articolo 107 della Costituzione, il quale afferma che i magistrati si distinguono tra loro soltanto per la diversità delle funzioni esercitate. Tale principio ha permesso di affrancare definitivamente il Pubblico Ministero dal controllo dell’esecutivo. Di recente, il Consiglio dei ministri ha discusso un disegno di legge costituzionale volto a separare le carriere dei magistrati, una decisione che, sebbene dibattuta per soli 20 minuti, solleva numerose questioni.
di Gian Domenico Caiazza
Il Riformista, 1 giugno 2024 La legge (del 1941) attribuisce alla Corte di Cassazione il compito, davvero cruciale, di assicurare “l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, l’unità del diritto oggettivo nazionale, il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni”. Tale funzione, ovviamente, è regolata e limitata dal superiore principio costituzionale della sottoposizione del giudice alla Legge. Si apre qui il tema del limite del potere di interpretazione della legge da parte del giudice: un limite non sempre agevolmente individuabile, ma che certamente pone fuori dal sistema una interpretazione che giunga a riscrivere la legge, o a colmarne le (pretese) lacune, facendosi essa stessa fonte normativa.
di Enrico Marzaduri*
Il Riformista, 1 giugno 2024 L’intervento della Corte di Cassazione è tutt’oggi fortemente condizionato dalla persistenza di logiche presuntive che continuano ad operare. Nell’intenso dibattito svoltosi in occasione dei lavori preparatori della nostra Costituzione, se Piero Calamandrei collegava nettamente il significato del ricorso per Cassazione ad una prospettiva nomofilattica, in forza della quale l’iniziativa individuale finiva per essere legittimata dall’interesse pubblico al superamento di specifiche e significative incertezze interpretative, Giovanni Leone invece sottolineava la valenza garantistica dell’impugnativa così assicurata al privato soprattutto con riguardo alle tematiche della libertà personale.
di Oliviero Mazza*
Il Riformista, 1 giugno 2024 Le ambiguità di fondo sul ruolo della Cassazione sono la causa dell’assedio insostenibile di ricorsi. Corte Suprema di Cassazione: già la denominazione ufficiale, che si trova in epigrafe a tutte le sentenze, mette in luce l’ambiguità della crasi fra i due modelli che storicamente contraddistinguono le giurisdizioni superiori. La Corte Suprema è il giudice di terza istanza che persegue la giustizia della decisione e conosce il merito della controversia, un organo di giustizia che non si interessa della nomofilachia. La Cassazione, invece, nasce come il giudice posto a tutela del potere legislativo, il garante dell’esatta osservanza della legge di fronte alle esondazioni interpretative del potere giudiziario. La Cassazione, dunque, nel suo modello puro è il giudice di stretta legittimità.
di Daniele Negri*
Il Riformista, 1 giugno 2024 Deve trovarsi ancora scritto da qualche parte, fra gli atrii muscosi e i Fori cadenti, che la Corte di cassazione ha il compito di assicurare “l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge”. Vecchia insegna annerita dal tempo, alla quale passando nessuno fa più caso. Se la ricordiamo talvolta a lezione, è immediato l’effetto di straniamento. C’è una solennità ormai fuori posto in quella frase, stridente con la realtà, che diviene parodistica quando batte sulla parola “legge”. Tutti sono avvezzi a costatare come l’organo di vertice della giurisdizione penale prescinda a piacimento dalla sintassi della legge e si comporti con noncuranza da primo artefice del diritto.
di Luca Marafioti*
Il Riformista, 1 giugno 2024 Potenziare il vaglio di inammissibilità dei ricorsi ha conferito alla Corte di Cassazione poteri ancora più estesi. Il grido di dolore lanciato dai giudici alla fi ne dello scorso secolo sulla mole ingovernabile dei ricorsi in Cassazione aveva suggerito di introdurre nel 2001 una procedura semplificata di selezione preliminare, davanti ad un’aggiuntiva settima sezione appositamente istituita. Ne è passata di acqua sotto al ponte dinanzi al Palazzaccio; eppure, lo strumento dell’inammissibilità dei ricorsi è sempre più à la page. Conserva la natura di vizio fulminante, che preclude un esame delle ragioni delle impugnazioni, imponendo di emettere apposita pronuncia in tal senso.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 1 giugno 2024 Al carcere minorile Beccaria di Milano non c’è stata una rivolta, ma una protesta rientrata dopo poche ore. Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, sottolinea l’importanza di una corretta informazione, soprattutto nell’utilizzo giusto dei termini, riconoscendo la differenza tra rivolte e proteste. “I ragazzi hanno manifestato il loro dissenso in modo pacifico, senza violenza, e le loro azioni sono rientrate dopo poche ore”, dichiara Gonnella.
di Biagio Salvati
Il Mattino, 1 giugno 2024 Ciambriello visita la Casa lavoro: “Dagli internati un grido di aiuto”. Sulla carta è una “Casa Lavoro” ma poco è cambiato dopo la chiusura del manicomio criminale di Aversa, ribattezzato Ospedale psichiatrico di Aversa, oggi chiamato Opg, ma in sostanza una delle cinque case lavoro italiane (prima erano nove) istituite nel 1932 dove sono ancora presenti detenuti internati con problemi psichici. L’edificio normanno, ieri, è stato teatro della visita del Garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, che si è recato sul posto per incontrare reclusi e internati della Casa Lavoro. “Ho trovato due persone sepolte vive”, ha dichiarato Ciambriello al termine della visita, riproponendo il delicato tema delle patologie mentali da cui sono affetti i detenuti che andrebbero allocati in una Rems o strutture alternative.
ansa.it, 1 giugno 2024 Il magistrato di sorveglianza di Verona ha accolto l’istanza presentata dal difensore di un detenuto calabrese che aveva chiesto di potere scontare la pena a cui è stato condannato in un carcere della sua regione in modo da potere essere vicino alla famiglia. Il detenuto ha 43 anni ed è ristretto attualmente nel carcere di Vicenza. Sta scontando una condanna definitiva per traffico di sostanze stupefacenti ed é anche imputato in un altro processo a Milano sempre per traffico di droga. Il suo difensore, l’avvocato Adele Manno, del Foro di Catanzaro, si era rivolto al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria chiedendo che il suo assistito venisse trasferito in Calabria in considerazione del fatto ...
libertasicilia.it, 1 giugno 2024 La sperimentazione di un sistema strutturato e organico di presa in carico di minori e dei loro bisogni derivanti dalla condizione di “figli di detenuti”. Un grande sistema di rete tra enti e associazione per un progetto che riguarda il mondo delle carceri. Si intitola “Sprigiona il tuo cuore”, il progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il progetto vede una rete di partner mettersi insieme per promuovere la sperimentazione di un sistema strutturato e organico di presa in carico di minori e dei loro bisogni derivanti dalla condizione di “figli di detenuti”. Presentato nell’ambito del bando “Liberi di crescere 2022” di Con i bambini.
radioluna.it, 1 giugno 2024 Possibile grazie alla collaborazione tra Caritas diocesana, Università La Sapienza e Casa Circondariale. Va avanti con successo il progetto “3CiLab - Costituzione, Carcere e Città di Latina” che vede unite la Caritas diocesana di Latina con l’Università La Sapienza e l’Amministrazione penitenziaria della Casa Circondariale di Latina in uno sforzo congiunto per divulgare la Costituzione italiana. Lo scorso 14 maggio e giovedì 23 maggio proprio il carcere di Latina ha ospitato un ciclo di seminari su “La Costituzione fuori e dentro le mura”, uno per gli uomini e uno per le donne, in cui sono intervenuti i professori Donatella Bocchese, Guido Colaiacovo, Marta Mengozzi e Marco Polese, coordinati dalla professoressa Fabrizia Covino, responsabile scientifica del progetto.
di Filippo Femia
La Stampa, 1 giugno 2024 Gli autori sono alcuni detenuti del Lorusso e Cotugno: “Abbiamo scoperto talenti che non immaginavamo, siamo riusciti a scappare con l’immaginazione”. Dal momento in cui varca la soglia del carcere, ogni detenuto pensa a come evadere: l’abbiamo imparato dai film hollywoodiani. A Torino, nella Casa circondariale Lorusso e Cotugno, un pugno di prigionieri ci è riuscito. “Ovviamente si tratta soltanto di un gioco”, sorride Massimo Munafò.
di Lodovico Poletto
La Stampa, 1 giugno 2024 Certe sere Concettina si appoggia alla finestra e respira a bocca aperta, come se volesse mangiare l’aria. Respira, avida, come se quello fosse l’unico cibo capace di tenerla ancora in vita. L’aria di Torino. La stessa che respira il suo Emanuele, quel figlio che ha dovuto abbandonare quando è finita in carcere, nel 2012, e lui era poco più che un bambino. Certe sere, dalla sua cella al Lorusso e Cutugno, Concettina ha bisogno più di ogni altra cosa al mondo di sentire il suo bambino - oramai maggiorenne - accanto a sé. Dentro di sé. E cancellare quel maledettissimo senso di colpa che la divora. Il senso di colpa per averlo abbandonato quando era piccino.
di Elisabetta Zamparutti
L’Unità, 1 giugno 2024 Livio Ferrari ha scritto un libro che si intitola “Il carcere in Italia oggi - Una fotografia impietosa” edito dalla casa editrice Apogeo. L’autore non è di certo nuovo al tema. Giornalista, scrittore, cantautore, esperto di politiche penitenziarie, è portavoce del Movimento No Prison. Il suo sguardo è rivolto a chi di pena muore. Livio sa che anche laddove la pena di morte non c’è più, anche laddove la pena fino alla morte è abolita, continua a esistere la morte per pena. E continua a esistere la morte per pena perché esiste il carcere.
di Francesco Raiola
fanpage.it, 1 giugno 2024 Daria Bignardi ha parlato a Fanpage del suo ultimo libro, “Ogni prigione è un’isola” sull’istituzione carcere, la poca conoscenza che la società ne ha e anche la sua inutilità. Toccare l’argomento “carcere”, in Italia, è spesso un tabù. Non lo fa la Politica, perché è un tema troppo scivoloso che porta più rogne che voti, non lo fa l’opinione pubblica che spesso sulle carceri ha un’idea giustizialista data dalla poca conoscenza di certi meccanismi. Nonostante ciò, Daria Bignardi ha voluto dedicare al tema il suo ultimo libro, “Ogni prigione è un’isola” (Mondadori), partendo dalla propria esperienza personale all’interno delle carceri italiane, dando voce a detenuti, ex detenuti, direttori e direttrici di penitenziari - e facendolo passando dall’isola di Linosa ...
AFFARI SOCIALI
di Chiara Saraceno
La Stampa, 1 giugno 2024 Nelle sue “osservazioni finali” il governatore della Banca d’Italia ha sollevato diversi punti che riguardano la sostenibilità e efficacia dell’architettura economica dell’Unione Europea nell’attuale contesto internazionale di cui, purtroppo, non si trova traccia nella sgangherata campagna elettorale di queste settimane. Nulla sanno gli elettori su quale linea i diversi partiti e candidati hanno, ad esempio, rispetto al rafforzamento del mercato unico, all’opportunità di avviarsi verso un unico mercato dei capitali, alla realizzazione di un effettivo bilancio unico europeo.
di Maurizio Ambrosini
Avvenire, 1 giugno 2024 Nel panorama cupo delle politiche europee dell’immigrazione degli ultimi tempi, un barlume di luce scaturisce dalla pur prudente riapertura verso l’immigrazione per lavoro. Se ne parla poco, in tempi di elezioni e sotto il peso delle campagne anti-rifugiati, ma il cambiamento di prospettiva è sostanziale. Non più ladri di lavoro e temibili concorrenti dei lavoratori nazionali, ma ausilio imprescindibile sia per l’economia, sia per le necessità delle famiglie. Concorre a questo deficit l’inaridimento della sorgente di manodopera a buon mercato rappresentata dai Paesi dell’Est membri dell’UE.
di Walter Medolla
Corriere della Sera, 1 giugno 2024 L’iniziativa “Sogni che meritano di volare” per gli 800 anni dell’Università Federico II di Napoli. Sedici borse di studio per giovani promettenti che provengono da Paesi poveri o in guerra. “Avere un futuro” è la risposta che tutte le persone migranti, costrette ad andare via dai propri Paesi di origine, ti danno quando chiedi loro un “perché”. Perché sei scappato, lasciando a casa genitori, figli e compagni? Perché hai rischiato di morire attraversando il deserto a piedi e imbarcandoti su un gommone attraversando il Mediterraneo? Perché hai affrontato senza certezze un viaggio passando per mezza Europa? La risposta è quella, disarmante nella sua semplicità: per vivere liberamente e non smettere di pensare al proprio futuro.
di Marika Ikonomu e Giovanni Tizian
Il Domani, 1 giugno 2024 Viaggio a Gjader e Shengjin, dove dovrebbero sorgere le strutture previste dall’accordo tra il governo Meloni e quello albanese. Dovevano essere inaugurate entro maggio, ma uno dei cantieri è in alto mare. E l’hotspot, quasi completato, rischia di essere solo una scatola vuota. Alle tre del pomeriggio Gjader è un paese fantasma. Come fantasmi saranno i migranti che, sognando l’Europa, verranno deportati all’ombra di questa montagna grazie all’accordo tra Giorgia Meloni e il presidente dell’Albania, Edi Rama. Gadjer è una frazione del vicino comune di Lezhe, nord del paese, a 50 chilometri dal confine con il Montenegro e dal Kosovo. Ricorda quei vecchi film western con edifici in legno che cadono a pezzi. Qui, però, i muri delle case sono in cemento scrostato.
di Naila Clerici*
L’Unità, 1 giugno 2024 È il 1975, Pine Ridge Reservation, South Dakota, teatro di una guerra civile mai dichiarata. Sono gli anni caldi delle proteste, non solo dei nativi americani, contro la politica interna ed estera del governo statunitense: guardate Incident at Oglala e Cuore di Tuono per entrare in atmosfera.
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La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 3 al 9 giugno 2024
Incontro-dibattito: "Il mondo delle carceri, tra sovraffollamento e suicidi" (Genova, 3 giugno 2024)
Seminario: "Donne e carcere. La genitorialità dietro le sbarre" (Perugia, 6 giugno 2024)
Seminario del Cesvot: "Giustizia di comunità. Il ruolo del Terzo settore" (Firenze, 14 giugno 2024)
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