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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di lunedì 8 gennaio 2024

di Ilaria Cucchi

La Stampa, 8 gennaio 2024 Aveva disabilità psichiatriche e aveva già manifestato il proposito di impiccarsi: gli agenti lo sapevano. Signor Sottosegretario al Ministero della Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, voglio chiederle: lei sa chi è Matteo Concetti? Sicuramente no, perché era un giovane uomo detenuto nel carcere di Ancona. Per una persona, come lei, che nella scorsa Legislatura si è impegnata a portare avanti una battaglia come quella di tentare di eliminare dalle funzioni istituzionali del Dipartimento di Polizia Penitenziaria la tutela dei detenuti limitandola ai soli agenti, cosa possono contare la salute e la vita dei carcerati? Nulla.

 

di Andrea Aversa

L’Unità, 8 gennaio 2024 Un sistema penitenziario al collasso. I recenti fatti di cronaca, drammatici, che lo confermano. La preoccupazione rispetto alle azioni della maggioranza e la delusione per la lezione che nessuno ha imparato: quella relativa al caso del fratello Stefano. “È triste che l’anno sia iniziato con un suicidio in carcere”, a dirlo a l’Unità è stata la senatrice e vice presidente della Commissione giustizia Ilaria Cucchi. Con lei abbiamo parlato di un tema impopolare come quello delle carceri, argomento, “che non fa prendere voti, ai politici impegnati in una campagna elettorale permanente”.

 

di Francesco Bechis

Il Messaggero, 8 gennaio 2024 Premi per gli uffici giudiziari che accelerano nello smaltimento degli arretrati. Richiami e sanzioni, invece, alle toghe che nicchiano e accumulano processi, salvo poi abbandonarli in un limbo. Il 2024 sarà un anno chiave per la lotta del governo alla giustizia-lumaca. Soprattutto a quell’arretrato nella giustizia civile che è la vera zavorra dei tribunali e delle Corti di appello italiane e un pilastro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): se l’Italia non riuscirà a smaltire i fascicoli nei tempi concordati con la Commissione europea, una fetta importante del Recovery potrebbe saltare. Miliardi di euro.

 

di Liana Milella

La Repubblica, 8 gennaio 2024 Parte in commissione al Senato la votazione del ddl Nordio che elimina il reato nonostante l’appello di magistrati e Antimafia. Se il Guardasigilli Carlo Nordio perde la scommessa sull’abuso d’ufficio, rischia di perdere anche il posto di ministro della Giustizia. Ma se l’Italia cancella l’abuso d’ufficio si mette contro la Ue. Che invece ne caldeggia come obbligatoria la presenza nei codici penali di tutti i partner. Come per il traffico di influenze, l’altro reato che Nordio vuole restringere.

 

di Liana Milella

La Repubblica, 8 gennaio 2024 Intervista al presidente della Anm: “La risposta alla cosiddetta paura della firma degli amministratori non può essere l’abolizione”. “Nella Costituzione non sono secondari i diritti dei privati cittadini rispetto alle possibili angherie dei pubblici poteri”, dice il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia. E a Repubblica spiega perché, in base a questo principio, l’abuso d’ufficio non è un reato da buttar via.

 

di Giuliano Foschini

La Repubblica, 8 gennaio 2024 Il fronte degli amministratori locali. Il presidente dell’Anci Decaro: “Non vogliamo l’immunità” ma “le leggi devono permetterci di lavorare”. Dice il presidente dell’Anci, il dem Antonio Decaro, che i sindaci “non sono né per l’immunità né per l’impunità”. Nel dibattito sull’abuso d’ufficio hanno “sempre chiesto la definizione di un perimetro certo per le responsabilità dei primi cittadini nell’ambito delle loro funzioni: possiamo davvero pensare - domanda Decaro - che, come è accaduto, un sindaco che concede una sala comunale per un dibattito sul referendum e non per una festa danzante possa essere indagato per abuso di ufficio?”.

 

di Gian Domenico Caiazza

Il Riformista, 8 gennaio 2024 “Le critiche all’emendamento Costa mi paiono ingenerose ed ideologiche, e la direzione che l’emendamento indica è quella giusta. Con una metafora, è un termometro che segna la febbre, ma temo non sia in grado di curarla. Ciò detto, dobbiamo cercare di portare la riflessione su questo tema un po’ più avanti, se vogliamo uscire dal solito scontro sterile tra tifoserie”. Parla Vittorio Manes, professore ordinario di diritto penale all’Alma mater di Bologna, autore di un apprezzato saggio sul tema del rapporto tra media e giustizia (Giustizia mediatica - Gli effetti perversi sui diritti fondamentali e sul giusto processo, il Mulino 2022).

 

di Alessandro Barbano*

Il Foglio, 8 gennaio 2024 Delle intercettazioni travisate. Il caso di Marco Sorbara, caduto nella trappola di un’indagine apodittica quanto un teorema, spietata quanto un pregiudizio. Per smontarla gli ci vorranno quattro anni, tre processi e sette mesi di carcere.

 

di Alfio Sciacca

Corriere della Sera, 8 gennaio 2024 Il drammatico racconto della madre che era stata a colloquio alcune ore prima. “Era disperato, soffriva di una patologia psichiatrica e aveva bisogno di cure”. Ilaria Cucchi: “Nelle sue condizioni non doveva stare lì”. “Piangeva e urlava: “mamma non mi lasciare, se mi portano di nuovo laggiù io mi impicco”. Attorno c’erano gli agenti e hanno sentito tutti, ma non hanno fatto nulla. Lo hanno riportato in cella e lo hanno lasciato morire come un cane. Lo Stato me l’ha ammazzato”. Roberta Faraglia racconta così l’ultimo drammatico colloquio nel carcere Montacuto di Ancona con il figlio Matteo Concetti, 25 anni, detenuto per reati contro il patrimonio.

 

di Alessandra Ziniti

La Repubblica, 8 gennaio 2024 Il 24enne si è lasciato ucciso nel bagno della cella. Il j’accuse della madre: “Me l’hanno ammazzato, è colpa dello Stato, questa tragedia si poteva benissimo evitare se solo qualcuno ci avesse dato ascolto”. Venerdì mattina, nell’ultimo incontro con i genitori, lo aveva preannunciato: “Se mi portano di nuovo giù mi impicco. Laggiù ho paura”. Poche ore dopo, Matteo Concetti, 25 anni, fisico da body builder e testa gravata da anni da patologie psichiatriche, era senza vita impiccato nel bagno della sua cella di isolamento del carcere Montacuto di Ancona dove era stato portato in seguito ad una violenta aggressione, a colpi di sedia, ad un agente penitenziario.

di Alessandra Ziniti

La Repubblica, 8 gennaio 2024 Roberta Faraglia, mamma di Matteo Concetti, racconta l’ultimo incontro con il figlio poche ore prima che si togliesse la vita nel carcere di Ancona. “Fatemi uscire da qui, ho paura, mi fanno fare la fine di Stefano Cucchi”. “Mamma, mi devi portare fuori di qui. Non ce la faccio più. Devi chiamare Ilaria Cucchi, qua mi fanno fare la fine di Stefano”. Oggi che piange disperata sulla bara di suo figlio, Roberta Faraglia non si dà pace. “Se solo gli avessi dato ascolto quindici giorni fa, chissà, forse sarei riuscita a portarlo fuori da quell’inferno dove me l’hanno ucciso. Ilaria Cucchi l’ho chiamata, ma solo venerdì, poche ore prima che Matteo si uccidesse”.

 

di Antonio Pio Guerra

Il Messaggero, 8 gennaio 2024 Hanno sporto denuncia alla Procura della Repubblica per il reato di istigazione al suicidio i familiari di Matteo Concetti, il giovane reatino di 25 anni morto impiccato venerdì scorso nel carcere di Ancona. “Abbiamo denunciato questa ed altre cose, voglio sapere com’è morto mio figlio”, dice la mamma Roberta Faraglia, che ripercorre le ultime frenetiche ore vissute nell’apprensione per le condizioni di salute di Matteo, fino alla tragedia della sua morte. “Una morte annunciata - dice la mamma - perché nostro figlio ci aveva esposto palesemente le sue intenzioni, senza possibilità di incomprensione. Al colloquio in carcere della mattina di venerdì 5 gennaio c’eravamo io, mio marito e gli agenti di polizia penitenziaria. Se mi riportate in cella di isolamento mi impicco, sono state le ultime e decise parole di mio figlio”.

 

di Salvo Palazzolo

La Repubblica, 8 gennaio 2024 A dicembre, l’ispezione del senatore Antonio Nicita: “Dietro le sbarre situazione fatiscente, farò una nuova interrogazione”. A ottobre il provvedimento del gip per un decesso del 2021. Nel maggio scorso, erano morti due detenuti nel carcere di Augusta, facevano lo sciopero della fame da 60 e 41 giorni, e nessuno all’esterno della struttura penitenziaria ne sapeva nulla. La sera del 6 gennaio, è avvenuto un altro decesso: un 58enne originario di Palermo ha avuto un malore all’interno della settima sezione, dove si trovava detenuto, ha avuto appena il tempo di chiedere aiuto alla polizia penitenziaria, ma è deceduto poco dopo.

 

di Andrea Molteni

chiesadimilano.it, 8 gennaio 2024 Solo per restare nel territorio della Diocesi, com’è possibile stipare 422 persone dove ce ne starebbero solo 240 (Busto Arsizio) e 710 nello spazio previsto per 411 (Monza)? In geometria esiste un’equivalenza tra il volume di un solido (lo spazio che occupa) e la sua capacità (quanto può essere riempito). Per il carcere, in Italia, questa semplice legge non vale e la capienza pare non avere limite. Come è possibile d’altronde, se non sfidando le leggi della fisica, stipare 371 persone in un istituto che ha 185 posti (Brescia Canton Mombello), 690 persone in un carcere che di posti ne ha soltanto 364 (Foggia) o, per restare nel territorio della Diocesi ambrosiana, ficcare 422 persone dove ce ne starebbero solo 240 (Busto Arsizio) e ancora altre 710 nello spazio previsto per 411 (Monza)?

 

di Andrea Vivaldi

La Repubblica, 8 gennaio 2024 “Così i detenuti non possono uscire di carcere”. L’allarme degli avvocati: La carenza provocata anche dalle nuove regole del “codice rosso” che hanno esteso e facilitato l’uso dei dispositivi di controllo hi tech su chi minaccia le donne. I braccialetti elettronici non bastano per tutti. E così accade, raccontano avvocati tra Prato e Firenze, che un condannato debba restare in cella, anche dopo una decisione del giudice che gli permette di passare dal carcere ai domiciliari. A volte vi rimane per giorni. A volte settimane. “Ho una persona, ad esempio, che aspetta dal 16 dicembre. Virtualmente è scarcerato, ma ancora non è stato messo a disposizione il braccialetto elettronico per lui - spiega l’avvocato Federico Febbo, presidente dell’Unione delle Camere Penali di Prato.

 

di Dario del Porto

La Repubblica, 8 gennaio 2024 “Ha chiesto per due volte una moneta da 2 euro”. Oggi il processo di appello per il nigeriano accusato di estorsione. Il Garante: “Indignarsi è poco”. Chiesti i domiciliari in una struttura del Casertano. “Indignarsi è poco”, scuote il capo il Garante regionale dei detenuti, Samuele Ciambriello, mentre commenta il caso di Kelvin Egubor, nigeriano di 25 anni, da venti mesi in carcere a Poggioreale per un’estorsione da due euro. La storia, raccontata ieri da Repubblica, arriva questa mattina davanti alla Corte di Appello. In primo grado, l’imputato, mendicante senza fissa dimora e irregolare in Italia, è stato condannato a cinque anni di reclusione.

 

di Associazione Marco Pannella

noinotizie.it, 8 gennaio 2024 “Il carcere di Taranto è parte integrante della città, eppure la classe politica ne è totalmente avulsa e disinteressata”. Inizia così la nota dell’associazione Marco Pannella che ne ha per il sindaco ed anche per il presidente della Regione Puglia. “È bene ricordare infatti che la sanità penitenziaria è affidata alla Regione. Eppure gravissime sono le denunce che, ancora una volta, sono state messe in luce da un sindacato nell’incuranza dei vertici politici regionali e comunali. Non basta il sovraffollamento con 900 persone ristrette.

 

ilfattonisseno.it, 8 gennaio 2024 Per il sesto anno consecutivo, l’Associazione Culturale Marionettistica Popolare Siciliana fondata e presieduta da Angelo Sicilia lavorerà accanto ai giovani che scontano pene intramurarie presso l’Istituto Penale per Minorenni “Malaspina” di Palermo, diretto da Clara Pangaro, grazie ad un progetto che prevede l’addestramento all’arte dei pupi siciliani fino alla realizzazione di uno spettacolo. Un ampio progetto portato avanti da Angelo Sicilia, in questi ultimi anni, con il Centro di Giustizia Minorile della Sicilia, con gli USSM di Palermo, Messina e Caltanissetta e gli IPM di Palermo e Caltanissetta.

 

di Maurizio Porro

Corriere della Sera, 8 gennaio 2024 Il regista è il figlio dell’esperta di cucina Silvia Polleri, che coordina la brigata composta da otto detenuti. “I clienti? A volte sono curiosi in modo morboso, altre volte capiscono e i ragazzi si aprono al dialogo”. Il 26 ottobre 2015 è stata una data storica per il carcere di Bollate. Quel giorno si è aperto il ristorante interno, il primo al mondo, con una settantina di posti a tavola e dehors. È gestito da otto detenuti che ordinano le vivande, ragionano sui piatti, cucinano e servono a tavola, escluso il maître dei vini perché con l’alcol non possono averci a che fare. È stato subito un successo, grazie anche alla visione comune dei direttori dell’istituto negli anni. Lista di attesa nelle prenotazioni e curiosità internazionali, compreso un giornalista del New York Times.

 

di Paola D’Amico

Corriere della Sera, 8 gennaio 2024 La portavoce del Forum, dopo l’annuncio della premier Meloni sull’arrivo di nuove regole dopo il caso Balocco-Ferragni, precisa che con la Riforma il mondo del Terzo settore è già sottoposto a controlli meticolosi sulle donazioni e chiede al Governo che gli enti possano conoscere l’identità dei loro benefattori anche nel caso del 5xmille.

di Alex Corlazzoli

Il Fatto Quotidiano, 8 gennaio 2024 In sei giorni in Italia sono già morti 11 senza fissa dimora. L’ultimo è Modesto, un uomo di circa sessant’anni, che viveva alla stazione di Foggia: si è spento domenica al policlinico Riuniti di Foggia, dopo essere stato soccorso nei giorni scorsi dagli operatori del 118 che l’hanno trovato infreddolito e zuppo d’acqua. Sempre nella notte tra sabato e domenica, un altro uomo di 66 anni, ha perso la vita all’interno di un garage di piazza Carità a Napoli: si era trovato un riparo lì per trascorrere la notte ma un incendio scoppiato poco prima delle quattro lo ha sorpreso e ucciso. Prima di loro, da capodanno alla Befana, sono morti nell’indifferenza della maggioranza che volge lo sguardo dall’altra parte quando passa di fronte loro altre nove persone.

 

di Flavia Amabile

La Stampa, 8 gennaio 2024 Alle nuove generazioni solo il 3 per cento delle risorse previste della legge di Bilancio 2024. Stanziamenti a 800 milioni su 24 miliardi. Al termine del messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Giorgia Meloni si è affrettata a chiamare al telefono Sergio Mattarella per esprimergli “particolare gratitudine per la specifica attenzione prestata dal Capo dello Stato alle giovani generazioni, ai loro bisogni e alle loro aspettative”, come recita una nota di palazzo Chigi diffusa pochi minuti dopo la fine del discorso e della telefonata. Un’attenzione che sembra mancare invece nella legge di bilancio approvata due giorni prima in via definitiva dalla Camera.

 

La Repubblica, 8 gennaio 2024 Freedom House: gli operatori dell’informazione che vivono in esilio subiscono aggressioni, molestie e deportazioni illegali per mano dei governi da cui sono fuggiti. Un nuovo rapporto pubblicato dall’Organizzazione Non Governativa Freedom House denuncia i regimi autoritari e il loro tentativo di prendere di mira i giornalisti per controllare l’informazione e reprimere il dissenso. Il dossier “A Light That Cannot Be Extinguished: Exiled Journalism and Transnational Repression”, rileva che tra il 2014 e il 2023 sono stati commessi almeno 112 atti di repressione transnazionale contro i giornalisti da 26 governi diversi. Tra i Paesi più persecutori spiccano la Bielorussia, la Cambogia, la Cina, l’Iran, il Pakistan, la Russia, l’Arabia Saudita e la Turchia.

 

di Marta Serafini

Corriere della Sera, 8 gennaio 2024 L’Onu: negli ultimi quattro anni mai un momento così grave. Oltre 15 milioni di persone in difficoltà. Presentando il suo rapporto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Paulo Pinheiro, capo della commissione indipendente del Palazzo di Vetro sulla Siria, non ha usato giri di parole. Allo stato attualle, la guerra in Siria, iniziata nel 2011, è nel suo momento peggiore degli ultimi quattro anni. La percentuale di persone che si trova in stato di necessità è aumentata di 9 punti percentuali rispetto all’anno scorso e attualmente ammonta a 15 milioni di persone.

 

di Riccardo Noury*

Il Fatto Quotidiano, 8 gennaio 2024 Da quando, nel 2006, l’organizzazione non governativa israeliana Yesh Din ha iniziato a monitorare la violenza dei coloni nella Cisgiordania occupata, quello appena terminato è stato di gran lunga l’anno peggiore dal punto di vista del numero e della gravità degli attacchi - oltre un migliaio -, della massiccia partecipazione di civili israeliani e delle conseguenze per i civili palestinesi. I dati di Yesh Din coincidono con quelli delle Nazioni Unite: 621 attacchi nel 2022, 1.200 nel 2023.

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DOCUMENTI

"Ne vale la pena", giornale realizzato nella Casa Circondariale di Bologna. Numero di dicembre 2023

Rivista di Psicodinamica criminale. Anno XVI, n. 2, dicembre 2023: "Parlami d’amore. Prevenzione ai legami affettivo-relazionali distruttivi e violenti negli adolescenti"

"Vigilanza sui rischi ambientali e sanitari all’interno dei CPR". Appello di Vito Totire, portavoce Centro per l’alternativa alla medicina e alla psichiatria "Francesco Lorusso"

APPUNTAMENTI

La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dall'8 al 14 gennaio 2024

Incontro-dibattito: "Sbatti il mostro in prima pagina. La giustizia, il carcere e la rappresentazione da parte dei media" (Campobasso, 25 gennaio 2024)

"5° Convegno Nazionale dei Cappellani e degli Operatori della Pastorale penitenziaria" (Assisi-PG, dal 24 al 27 aprile 2024)

CORSI FORMAZIONE

Master di II livello in "Diritto penitenziario e Costituzione" dell'Università degli Studi Roma Tre (Domande di ammissione fino al 19 gennaio 2024)

Winter School Università Insubria: "Victims' rights in the light of the Council of Europe Recommendation CM/Rec 2023(2)" (Como, 29 gennaio - 2 febbraio 2024)

Percorso formativo di Verso Itaca APS: "La scrittura che ripara" (7 incontri online e incontro finale in presenza a Milano, dal 15 febbraio al 20 aprile 2024)

BANDI E CONCORSI

Concorso letterario "Adotta l’orso. Per uscire dall’Isolamento o dall'Auto-reclusione" (Scadenza 15 marzo 2023)

 

 

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