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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 3 gennaio 2024
di Ornella Favero*
Ristretti Orizzonti, 3 gennaio 2024 Ci siamo illusi per anni, noi volontari che operiamo nelle carceri, che “dovesse passare la nottata”, sentivamo che “il malato era grave” ma speravamo che qualche cosa di buono potesse però ancora succedere. Papa Francesco ha affermato con forza che non ci può essere pena senza una finestra di speranza, sarebbe importante che dicesse anche quanto è doppiamente sadico socchiudere quella finestra, e poi richiuderla brutalmente. E invece è successo e succede di continuo per le carceri, è successo con l’ergastolo ostativo cacciato dalla porta dalla Corte Costituzionale e rientrato dalla finestra in una legge, che rende quasi impossibile l’accesso ai benefici per gli ergastolani ostativi che non hanno collaborato con la giustizia. È successo con il sovraffollamento, per cui la Corte europea ci aveva imposto di dare delle risposte, e delle risposte, per quanto parziali, erano state date, ma ora il sovraffollamento sta montando senza sosta e di risposte non se ne vedono.
di Germano Monti
MicroMega, 3 gennaio 2024 La morte per “suicidio” di Stefano Dal Corso in carcere a Oristano, l’ottobre scorso, non ha mai convinto sua sorella né l’avvocata. Dopo sette istanze di esame autoptico respinte, a seguito di una grande mobilitazione della società civile nel quartiere del Tufello e attraverso i media, il tribunale di Oristano ha finalmente disposto l’autopsia. Un passo avanti verso la verità e la giustizia per un detenuto, parte di quella popolazione sistematicamente ritenuta di serie B.
di Giovanna Darko*
vocididentrojournal.blogspot.com, 3 gennaio 2024 Amo un uomo che, dopo tre decenni al 41-bis, avrebbe il diritto di trovare una strada per tornare alla vita, per spendere nel mondo, tra gli altri, le conoscenze che tanti anni di sepoltura gli hanno dato. “Amo un fantasma”. Mi è stato suggerito di partire da questo titolo per scrivere della mia esperienza. Lo guardo - il titolo- e le labbra mi si increspano in un sorriso. Avete mai sentito parlare di un fantasma che deve stare attento al colesterolo? No? Neppure io. E quindi penso all’amore mio che, quando io scrivo “male”, mi risponde subito “non piagnucolare”.
di Marco Alfieri
Il Sole 24 Ore, 3 gennaio 2024 Costruirsi un futuro di vita differente, grazie alle competenze digitali. Offrendo un valido modello emulativo a chi non ha alle spalle situazioni così complicate come la permanenza in carcere. Perché se ce la fanno loro, è il sottotesto, può farcela chiunque. Questa è una delle ragioni di fondo per cui il colosso statunitense Cisco, nel 2003, ha avviato una scuola di formazione Ict nelle carceri italiane. “Siamo partiti dalla struttura di Bollate, vicino Milano, grazie all’incontro di alcuni personaggi illuminati: l’allora direttrice del carcere, Lucia Castellano, un manager Cisco come Francesco Benvenuto e Lorenzo Lento, fondatore della Cooperativa Universo poi diventata una delle 35o Academy Cisco nel nostro Paese”, racconta Gianmatteo Manghi, ad di Cisco Italia.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 3 gennaio 2024 Oltre 160 emendamenti, contenuti in un documento di 105 pagine, chiedono una messa a punto al ddl che porta la firma del Guardasigilli. Il 9 gennaio in commissione Giustizia del Senato, a meno che non si dia priorità al dossier sul doppio cognome come avrebbe richiesto la premier Meloni, si voteranno gli emendamenti al ddl 808, il cosiddetto “pacchetto Nordio” che contiene modifiche su abuso d’ufficio, traffico di influenze, intercettazioni a tutela della riservatezza del terzo estraneo al procedimento, contraddittorio, collegialità e misure cautelari, inappellabilità delle sentenze di assoluzione.
di Gian Carlo Caselli
La Stampa, 3 gennaio 2024 Chi non vuol vedere lo nega, ma la burrasca nel finale dell’anno è partita. Prima il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro promette di “spezzare le reni alle correnti della magistratura”. Questa minaccia truculenta (anche per il linguaggio di evidente impronta “nostalgica”) rimbalza poi sulle parole del ministro della Difesa Guido Crosetto, che in un vortice di detti, precisazioni e parziali contraddetti, alla fine sembra attestarsi sulla versione che per parte sua non vi è mai stato un attacco alla magistratura, ma solo una “riflessione e preoccupazione riguardo ad alcune tendenze che vede emergere non in modo carbonaro ma in modo evidente”.
di Pietro Di Muccio de Quattro
L’Opinione, 3 gennaio 2024 Vorrei chiosare, non in polemica, l’articolo del giudice Roberto Tanisi sulla separazione delle carriere dei magistrati (www.beemagazine.it, 19 dicembre 2023). Premetto di non avere nessuna difficoltà a riconoscere in generale la ragionevolezza della sua contrarietà. Tuttavia desidero soffermarmi sul seguente passo della lunga e articolata esposizione dei motivi addotti a sostegno della sua tesi: “Ma se anche così fosse, se, cioè, la riforma garantisse piena autonomia al pm, il rischio potrebbe essere quello di avere un magistrato trasformato in una sorta di superpoliziotto, un “grande inquisitore” scevro da verifiche e controlli, che piuttosto che essere - come oggi è - promotore di giustizia, sarebbe un mero avvocato dell’accusa o della Polizia, non più tenuto istituzionalmente alla ricerca della verità ma, semplicemente, delle prove a carico dell’indagato”.
di Tiziana Maiolo
Il Dubbio, 3 gennaio 2024 Se il Capo dello Stato, nel suo messaggio di fine anno 2023, avesse pronunciato, al fianco di alti concetti come “dignità negate” e “diritti calpestati”, le tre paroline “Stato di diritto”, avrebbe dato sostanza alla agognata svolta sulla giustizia del suo discorso di insediamento di due anni fa. Quando fu tirato per la giacca e supplicato di accettare il secondo mandato, mentre stava già traslocando i mobili nella nuova casa, e colse l’occasione per ricordare, anche quale vertice del Csm, alla casta della magistratura, che l’indipendenza e l’autonomia sono beni da riconquistare ogni giorno. Pena la perdita di credibilità degli amministratori di giustizia.
di Paolo Pandolfini
Il Riformista, 3 gennaio 2024 Il 90% delle aziende sottoposte a sequestro e finite in mano agli amministratori giudiziari fallisce dopo poco. Bisogna fare luce su una normativa che colpisce, sulla base di generici sospetti, persone che sono state giudicate innocenti. Le interdittive antimafia, come i diamanti della sudafricana De Beers, sono “per sempre”.
GIURISPRUDENZA
di Sandra Figliuolo
palermotoday.it, 3 gennaio 2024 Fu arrestato a dicembre del 1994 e da allora ha trascorso esattamente trent’anni al 41 bis. E per lo storico boss di Passo di Rigano Michelangelo La Barbera, 80 anni, condannato a diversi ergastoli per le stragi di Capaci e via D’Amelio, ma anche per una serie di omicidi, come quelli del capitano dei carabinieri Mario D’Aleo e degli appuntati Giuseppe Bommarito e Pietro Morici e dell’europarlamentare della Democrazia Cristiana Salvo Lima, nonostante i ripetuti ricorsi contro le proroghe del carcere duro disposte dal ministero della Giustizia, non sembrano esserci spiragli di lasciare lo speciale regime detentivo. L’ultima decisione al riguardo è quella della prima sezione della Cassazione, depositata in questi giorni, che ha rigettato l’istanza del mafioso.
La Nazione, 3 gennaio 2024 “In cella dovrebbero andare solo i detenuti abituali che pur avendo avuto più opportunità, persistono nel commettere fatti illeciti”. Per gli altri “la giustizia riparativa potrebbe essere una soluzione”. Il carcere ha senso se come obiettivo ha il recupero della persona. Il suo cambiamento, il ritorno (con nuova mentalità, nuove motivazioni e certezze) nella società che sta oltre le sbarre. Questa è la teoria. Per la pratica - vista la situazione complicata, che dura da anni - servono nuove riflessioni e proposte.
Corriere del Mezzogiorno, 3 gennaio 2024 I rivoltosi avevano affrontato gli agenti con mazze e gettando acqua e olio bollente, va avanti il lavoro di identificazione degli autori degli scontri. La loro richiesta: vogliamo celle meno gelide. Nove detenuti arrestati, un paio di agenti di polizia penitenziaria contusi nei tafferugli, suppellettili delle celle sparse qua e là nei corridoi, il presidio delle forze dell’ordine all’interno e anche fuori l’istituto di pena - erano presenti carabinieri e polizia in assetto anti-sommossa - durato tutta la notte.
di Andrea Vivaldi
La Repubblica, 3 gennaio 2024 Ai sensi della normativa europea si può chiede un giorno di riduzione per ogni 10 passati nel degrado. Poco prima di Natale un gruppo di detenuti ha chiesto uno sconto di detenzione perché era piovuto nelle loro celle e, una volta spostati, si erano ritrovati in spazi sovraffollati. In autunno un altro grappolo di istanze di diversi carcerati fiorentini che lamentavano la presenza di cimici. La situazione a Sollicciano, nonostante alcuni interventi di miglioramento in corso, resta molto difficile. A volte critica. E così ogni anno sui tavoli della magistratura di sorveglianza, al tribunale di Firenze, arrivano decine di richieste di detenuti che, a norma di legge, chiedono una riduzione della pena. Perché hanno dovuto vivere in condizioni inaccettabili.
di Lea Cicelyn
Vanity Fair, 3 gennaio 2024 Siamo stati a Caivano, vicino a Napoli, noto come una delle più grandi piazze di spaccio in Europa dove si sono consumati orrori sui minori. Molte famiglie vivono qui come in una prigione a cielo aperto, vittime di un sistema violento. Lo Stato se ne è finalmente accorto, ma sono le associazioni e le iniziative di alcuni abitanti a contrastare il degrado e a vincere il sentimento di sfiducia nelle istituzioni.
di Mario Marazziti
L’Unità, 3 gennaio 2024 Il presidente Mattarella ha rivolto agli italiani e alla nostra classe dirigente un messaggio di fine anno denso, profondo, forse il più bello dall’inizio dei suoi mandati. Pace e cultura della pace, il monito sulle armi, la responsabilità dei governi di fronte al global warming, una prospettiva esistenziale per i giovani, ancorata nel mondo reale, per resistere alle sirene digitali che si sostituiscono alle relazioni umane, e per resistere al richiamo della violenza: l’inveramento della Costituzione, mai come adesso bussola per il rispetto della dignità umana e l’accesso ai diritti. Con un paio di occhiali offerto a tutti, contenuto nella parola “riconoscere”.
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 3 gennaio 2024 Guerra. Questa parola fa tremare i polsi delle persone più sensibili e attente. Questa parola si è impossessata anche del Ventunesimo secolo e viceversa. Una parola letta e riletta sui libri di storia, ascoltata nei racconti di chi l’ha vissuta in prima persona, di chi è stato al fronte, indossando una uniforme. Il regista Pupi Avati ha definito la guerra come la “peggiore esperienza che possa vivere un essere umano”. Parole pronunciate da una persona che sa distinguere bene la realtà dalla finzione cinematografica e che vale la pena prendere in seria considerazione. Ma la storia non insegna mai niente?
di Massimo Franco
Corriere della Sera, 3 gennaio 2024 È un inizio dell’anno segnato da giochi pericolosi. E il riferimento non è solo alle vittime di chi maneggia con disinvoltura irresponsabile le armi: dai vicoli della provincia campana dove si spara “per scherzo” uccidendo con proiettili vaganti, ai castelli piemontesi dove un parlamentare di Fratelli d’Italia, Emanuele Pozzolo, ha portato a una festa una pistola che ha ferito uno dei presenti. La perplessità è più di fondo. Nasce dai messaggi culturali che, volutamente o meno, arrivano dalla nomenklatura di governo all’opinione pubblica.
di Giorgio Beretta*
Il Manifesto, 3 gennaio 2024 Una “cronaca politica” di capodanno. Dietro c’è la cultura di governo che vuole le armi da strumento di offesa, a mezzo ordinario per la difesa personale e per la sicurezza pubblica. È diventato un caso politico quanto accaduto nella notte di San Silvestro al deputato di Fratelli d’Italia, Emanuele Pozzolo. Durante la festa di Capodanno nei locali della Pro loco di Rosazza, un paesino in provincia di Biella, dalla pistola regolarmente detenuta dal deputato meloniano è stato sparato un colpo che ha ferito ad una gamba il genero di un agente della scorta del sottosegretario alla Giustizia e compagno di partito Andrea Delmastro, presente alla festa.
di Leonardo Fiorentini
Il Manifesto, 3 gennaio 2024 In Germania le difficoltà del Cancelliere Scholz e delle forze politiche che compongono il governo del “semaforo” hanno avuto come conseguenza anche il rinvio del voto al Bundestag sul primo pilastro della riforma tedesca sulla cannabis. In Italia, dopo mesi di martellamento dell’offensiva ideologica e repressiva condotta dal sottosegretario Mantovano a suon di decreti (Antirave e Caivano su tutti), dalla minaccia di aprire carceri per tossicodipendenti e dai fondi dell’8 x1000 e non ultimo da una campagna insulsadi spot televisivi, la società civile ha finalmente risposto.
di Domenico Quirico
La Stampa, 3 gennaio 2024 Anche l’Occidente si adegua alle guerre perfide, asimmetriche, che massacrano i civili: condanna Putin e Assad, ma chiude gli occhi davanti a Gaza: perché conta solo vincere. È una verità tragicamente verificabile ogni giorno, in mille luoghi dove agonizzano umanità sfinite: il diritto internazionale, bellico, umanitario non esiste più, è un postulato, un gesto normativo indimostrabile nella realtà. Non perché qualche onnivora canaglia internazionale o imperversante demagogo riesca a renderlo talvolta inapplicato accumulando orribili abilità.
di Tania Groppi
La Stampa, 3 gennaio 2024 Ci sono giudici a Gerusalemme. L’anno 2024, un anno pieno di incognite per la pace e la democrazia, come ci ha ricordato nel suo denso e accorato discorso del 31 dicembre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si apre con una notizia che arriva, proprio il 1° gennaio, dal Medio Oriente martoriato. Per una volta, non è una notizia di guerra. È di una sentenza che si parla, una sentenza della più alta corte di Israele, la Corte suprema che, convocata eccezionalmente nella solenne composizione di 15 giudici, ha annullato la legge fondamentale (una sorta di legge costituzionale), fortemente voluta dal governo Netanyahu, che sottraeva al potere giudiziario la possibilità di annullare gli atti del governo per “irragionevolezza”. Detta così, sembra una questione minimale, imbevuta di “giuridichese”.
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DOCUMENTI
Articolo. "Una giustizia giusta. Intervista ad Andrea Del Mastro", di Alessandro de Rossi
Articolo. "Medicina penitenziaria. Il carcere è il cimitero dei vivi", di Francesco Ceraudo
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Mostra fotografica: "Ritratti in carcere", di Margherita Lazzati (Milano, fino al 7 gennaio 2024)
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