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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 31 gennaio 2024
di Ornella Favero*
Ristretti Orizzonti, 31 gennaio 2024 Vogliamo iniziare una riflessione sulla situazione nelle carceri a partire dalla sentenza della Corte Costituzionale 10/2024, che apre orizzonti nuovi, dichiarando l’illegittimità costituzionale dell’art. 18 dell’Ordinamento penitenziario “nella parte in cui non prevede che la persona detenuta possa essere ammessa, nei termini di cui in motivazione, a svolgere i colloqui con il coniuge, la parte dell’unione civile o la persona con lei stabilmente convivente, senza il controllo a vista del personale di custodia”.
di Paolo Pandolfini
Il Riformista, 31 gennaio 2024 Nella Casa circondariale ligure lunedì, si è impiccato nella sua cella un 66enne in attesa di giudizio per femminicidio. È il 13esimo dall’inizio dell’anno. Il sistema carcerario è una emergenza nazionale. Oltre all’ormai cronico sovraffollamento, le prime settimane del 2024 stanno segnando un incremento senza precedenti dei suicidi tra i detenuti. L’ultima tragedia si è consumata lunedì scorso nel carcere di Imperia dove un uomo sessantaseienne, in attesa di giudizio per tentato femminicidio, si è impiccato nella sua cella.
di Giacomo Puletti
Il Dubbio, 31 gennaio 2024 Francesco Bonifazi, deputato di Iv e fedelissimo di Renzi, si dice d’accordo con la proposta lanciata su queste colonne da Francesca Scopelliti di nominare Beniamino Zuncheddu senatore a vita. “Uno dei più grandi errori giudiziari della storia, commenta Bonifazi che poi definisce “non accettabile” il trattamento riservato a Ilaria Salis.
di Sarah Grieco
Il Manifesto, 31 gennaio 2024 Non credo che esageri chi ha definito come “storica” o “rivoluzionaria” la sentenza con cui, pochi giorni fa, la Consulta ha dichiarato incostituzionali i controlli visivi durante i colloqui in carcere, senza concrete ragioni di sicurezza che li giustifichino. La pronuncia 10/2024 lo è davvero. I motivi sono tanti. Proviamo a riassumerli. Il primo. La Corte ha finalmente allineato il nostro paese alla stragrande maggioranza degli ordinamenti europei, dove il diritto alle visite intime è garantito da anni. Il secondo. I giudici costituzionali hanno “bollato” come irragionevole e lesiva della dignità della persona, ogni restrizione di un diritto o di una libertà senza un limite o una giustificazione.
di Roberta Barbi
vaticannews.va, 31 gennaio 2024 Il nuovo portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale illustra i problemi che affliggono l’istituzione detentiva: sovraffollamento, emergenza sanitaria e bambini in carcere le questioni più urgenti sul tavolo. Coinvolgere maggiormente il Terzo Settore all’interno degli istituti di pena, istituire la liberazione anticipata a 70 giorni per buona condotta e offrire più occasioni di lavoro: questi i buoni propositi sui cui s’impegna a lavorare in questo 2024 iniziato da circa un mese e che lo vedrà portavoce della Conferenza dei garanti territoriali, Samuele Ciambrello, già garante dei diritti delle persone private della libertà personale per la Regione Campania.
di Marco Belli
gnewsonline.it, 31 gennaio 2024 Un accordo quadro per la realizzazione di interventi qualificati finalizzati a promuovere attività formative e lavorative e a favorire il reinserimento sociale dei detenuti. Lo hanno sottoscritto oggi in Via Arenula, alla presenza del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo, il Vice Presidente Vicario della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe-Confcommercio) Aldo Mario Cursano e la Presidente dell’Associazione “Seconda Chance” Flavia Filippi.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 31 gennaio 2024 Alle inaugurazioni dell’anno giudiziario i magistrati si esprimono contro le riforme in esame al Parlamento: abuso d’ufficio, separazione delle carriere, premierato. E c’è chi parla persino dei danni provocati dal maggioritario. No all’abrogazione dell’abuso d’ufficio, critiche alle riforme della giustizia promosse dal ministro Nordio, bocciatura del premierato e persino riflessioni sui danni provocati dal sistema maggioritario.
di Angela Stella
L’Unità, 31 gennaio 2024 Il deputato di Azione Enrico Costa presenta la sua proposta di legge: “Dal 1994 sono state ingiustamente private della libertà 100mila persone”. Una proposta di legge per sanzionare sul piano disciplinare il magistrato che ha determinato una ingiusta detenzione: l’ha rilanciata ieri l’onorevole di Azione Enrico Costa durante una conferenza stampa convocata per illustrare i risultati sulla giustizia e una pdl su lobbying e conflitti di interesse. Sulla scia del caso Zuncheddu e sulla “necessità di riavvolgere il nastro per capire chi ha sbagliato” ha detto Costa, la sua pdl si prefigge l’obiettivo di trasmettere la sentenza che accoglie la domanda di riparazione per ingiusta detenzione agli organi titolari dell’azione disciplinare nei riguardi dei magistrati, per le valutazioni di loro competenza.
di Paola Balducci
Il Dubbio, 31 gennaio 2024 È possibile porre rimedio a una condanna ingiusta? Come dimostrare la propria innocenza anche a seguito di una condanna espiata, nel caso in cui sia stato commesso un errore giudiziario nei propri confronti? Nel caso di Beniamino Zuncheddu, ci sono voluti 33 anni di carcere fra Badu e Carros, Buoncammino e Uta, una condanna all’ergastolo e un processo di revisione per essere finalmente assolto da un’accusa di strage, per fatti risalenti al 1991. Si chiude così, con una pronuncia di assoluzione per non aver commesso il fatto, una vicenda che probabilmente passerà alla storia come uno dei più grandi errori giudiziari della storia processuale italiana e che però non restituirà a un uomo più di metà della sua vita passata in cella.
di Ilaria Cucchi e Fabio Anselmo
La Stampa, 31 gennaio 2024 È stata violata la privacy di Ilaria Salis. Quelle immagini che la ritraggono condotta in aula, legata mani e piedi e tenuta alla catena, mai avrebbero dovuto essere trasmesse. Questo ci si aspetta che ora dica il Governo dopo tutte le corbellerie che abbiamo ascoltato in queste ore. Siamo convinti che in effetti ciò corrisponda perfettamente ai pensieri di coloro che, in nome della riservatezza, stanno letteralmente imbavagliando l’informazione.
di Fausto Carioti
Libero, 31 gennaio 2024 Gli imputati ammanettati nel tragitto dalla cella all’aula. Ingabbiati durante le udienze. Fotografati violando la legge. Indignazione ad alto volume dell’opposizione per il caso di Ilaria Salis, la 39enne italiana apparsa ammanettata e incatenata in un tribunale di Budapest, e il motivo è ovvio: l’Ungheria è governata da Viktor Orbàn, e insistere su quel trattamento umiliante è un modo per colpire Giorgia Meloni, uno dei pochi leader europei ad avere un buon rapporto personale e politico con il presidente magiaro (almeno finché i due non parlano di Ucraina).
di Vincenzo Bisbiglia
Il Fatto Quotidiano, 31 gennaio 2024 “In Italia un caso Ilaria Salis non si sarebbe verificato”. Ne è sicuro Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, interpellato dal Fatto: nel nostro Paese i cosiddetti “schiavettoni” - i ferri con catene alle caviglie, con cui l’antifascista italiana è stata portata nell’aula di tribunale a Budapest - “non si usano più da decenni”. “La sensibilità istituzionale ha ridotto al minimo l’utilizzo di mezzi coercitivi”, aggiunge Roberto Lamacchia, presidente di Giuristi democratici. Norme che arrivano soprattutto dall’Europa, di cui fa parte anche l’Ungheria.
di Manuela D’Alessandro
agi.it, 31 gennaio 2024 Il Garante dei detenuti di Milano, Francesco Maisto, spiega come avvenne il cambiamento e con quali difficoltà. In Italia non si sono mai visti detenuti con le catene ai piedi mentre fino al 1992 era una scena usuale quella di reclusi che venivano accompagnati dal carcere alle aule di tribunale in fila legati a una catena. Lo spiega Francesco Maisto, garante dei detenuti del Comune di Milano ed ex presidente del Tribunale di Bologna.
di Laura Tedesco
Corriere del Veneto, 31 gennaio 2024 “Lasciato morire”. Oussama Sadek aveva solo 30 anni: si è ucciso in cella ad appena tre mesi dal ritorno in libertà. Togliersi la vita in cella a 30 anni e con la libertà alle porte: a Oussama Sadek mancavano solo tre mesi al carcere veronese di Montorio. “Non vedeva l’ora di uscire, faceva tanti progetti, contava i giorni” ricordano commossi il fratello e la cugina. Allora, perché alle 16.50 dell’8 dicembre 2023 il giovane detenuto marocchino con piccoli precedenti di spaccio si è impiccato in cella d’isolamento?
di Davide Petrizzelli
torinotoday.it, 31 gennaio 2024 Il caso di Andrea Pagani Pratis, il 47enne di Castelnoceto in provincia di Alessandria, trovato morto nel carcere di Ivrea lo scorso 9 gennaio 2024 è arrivato in Consiglio regionale. A sollevare la questione è stata Francesca Frediani, consigliera regionale di Unione Popolare. “Le circostanze relative alla morte sono oggetto di indagine: pare che, nonostante avesse dichiarato un crescente malessere già da diversi giorni, i medici gli abbiano diagnosticato una banale influenza”, spiega Frediani, “L’autopsia ha però evidenziato che la causa del decesso, inizialmente attribuito ad un infarto, è un edema polmonare”.
di Laura Nicastro
La Repubblica, 31 gennaio 2024 Alberto Scagni è stato lasciato aggredire nel carcere di Marassi? Ci fu una omessa vigilanza, una sottovalutazione di avvisaglie di insofferenza del suo compagno di cella che avrebbero dovuto portare al suo spostamento? A queste domande cercherà di rispondere la nuova inchiesta della Procura di Genova per omissione di atti d’ufficio. Il fascicolo, a carico di ignoti, è stato aperto dal procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati, che coordina il gruppo Reati contro la pubblica amministrazione, e affidato alla collega Patrizia Petruzziello.
di Donatello Baldo
iltquotidiano.it, 31 gennaio 2024 “Non sono più gradito”. L’ex direttore del Punto d’Incontro curava il giornalino con i detenuti. La direzione non gli permette più l’ingresso nella Casa circondariale. “Non gradito”. Inizia con queste parole lo sfogo di Piergiorgio Bortolotti, che diventa anche denuncia nei confronti dell’amministrazione della Casa Circondariale di Gardolo che ha chiuso la porta all’ingresso del volontario.
Adnkronos, 31 gennaio 2024 Garantire continuità nella cura per giovani tossicodipendenti o alcool dipendenti durante il passaggio dalla detenzione minorile al carcere per adulti. È l’obiettivo di un protocollo d’intesa siglato oggi a Milano, presso l’Istituto penale per minorenni “Cesare Beccaria”. Il progetto, dal titolo “Giovani Marinai”, vede coinvolti l’Asst Santi Paolo e Carlo, il tribunale per i minorenni, la procura presso il T.M., le direzioni del centro per la giustizia minorile e del provveditorato regionale amministrazione penitenziaria per la Lombardia.
di Elisabetta Bonanni
latinaquotidiano.it, 31 gennaio 2024 La Asl Roma 6 si impegna per garantire cure migliori ai detenuti del carcere di Velletri. “Puntiamo sulla telemedicina al carcere di Velletri perché abbiamo il dovere di intervenire subito per risolvere le criticità e migliorare l’accessibilità alle cure sanitarie per i detenuti. Con le visite specialistiche effettuate tramite la telemedicina possiamo prenderci davvero cura delle persone, garantire sicurezza e minimizzare i rischi associati agli spostamenti.
di Daniela De Blasio*
calabria.live, 31 gennaio 2024 Nel corso dell’incontro organizzato a Palazzo San Giorgio di Reggio Calabria in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, la Presidente f.f. della Corte d’Appello di Reggio Calabria, Olga Tarzia, ha posto l’attenzione sull’importanza di investire sul sistema carcerario, poiché la struttura attuale necessita di una profonda trasformazione. La Presidente Tarzia ha sostenuto la necessità di garantire una migliore accoglienza ai detenuti, consentendo loro condizioni minime di vita all’interno dei penitenziari. Infatti gli attuali problemi di sovraffollamento carcerario e la scarsità di personale addetto alla sicurezza degli istituti penitenziari rappresentano una situazione critica che richiede interventi immediati.
di Laura Badaracchi
Avvenire, 31 gennaio 2024 Un laboratorio sartoriale carcerario che confeziona borse, portafogli, coperte, sciarpe, presine, grembiuli e anche - l’unico in Italia - il classico saio francescano. Succede da alcuni mesi nella casa di reclusione Forte Urbano a Castelfranco Emilia grazie alla cooperativa sociale “Giorni Nuovi” di Modena, fondata nel 2015 da alcuni volontari.
di Giulia D’Agnolo Vallan
Il Manifesto, 31 gennaio 2024 Al Sundance - concluso domenica scorsa - il regista americano ha presentato il folgorante “Hometown Prison”. Il film di Linklater non è ambientato nella Germania nazista ma nel Texas contemporaneo, a Huntsville, la cittadina dove il regista è cresciuto, il fulcro del sistema industriale carcerario che alimenta una buona parte della cassa statale, e la sede di sette prigioni, tra cui quella in cui si effettuano il maggior numero di esecuzioni made in Usa. Linklater, che è cresciuto guardando i muri di mattoni rossi di quella prigione, torna a casa ed esplora ciò che passa, e non, tra l’interno e l’esterno di quei muri, scavando nelle implicazioni economiche, umane e morali della coesistenza tra “la normalità” e l’omicidio di stato.
AFFARI SOCIALI
di Mauro Magatti
Corriere della Sera, 31 gennaio 2024 Pluralismo, educazione e innovazione istituzionale giocano un ruolo decisivo. I segnali che indicano il generale riorientamento del clima psicosociale contemporaneo sono numerosi e, purtroppo, convergenti. L’elenco è impressionante: il fondamentalismo ha contagiato tutte le grandi matrici religiose, arrivando a giustificare la violenza e il sostegno del terrorismo; il razzismo e l’antisemitismo riemergono e risuonano persino nel cuore delle società più avanzate, a partire da quella americana e tedesca; l’odio sociale circola abbondantemente nei social, alimentando risentimento e hate speech; in sistemi politici molto diversi sono al potere “uomini forti” ...
di Emanuele Bonini
La Stampa, 31 gennaio 2024 Commissione e Corte di giustizia ribadiscono la centralità dei minori non accompagnati e il ricorso limitato ai centri. L’Italia e il governo Meloni sotto la lente d’ingrandimento di Bruxelles per le nuove regole in materia di gestione dei richiedenti asilo minorenni. La Commissione europea, rileva la commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson, “sta analizzando” le disposizioni contenute nel decreto legge Immigrazione e sicurezza del 5 ottobre 2023. L’esecutivo comunitario non è voluto entrare nel merito, nel rispetto del processo legislativo di uno Stato membro, e ha atteso l’esaurimento dell’iter di approvazione. Le nuove regole, entrate in vigore il 5 dicembre 2023, ora sono ora al vaglio per quanto riguarda il trattamento dei minori.
di Marco Bresolin
La Stampa, 31 gennaio 2024 Un rapporto dell’agenzia Ue rivela: quando fu avvistata l’imbarcazione due ufficiali italiani erano con noi e non rilevarono alcun pericolo. Il monitoraggio spettava a Roma. Senza risposta l’offerta di un aereo per sostenere le attività di soccorso. Il rimpallo di competenze tra l’Italia e Frontex per il naufragio di Cutro, che nella notte tra il 25 e il 26 febbraio di un anno fa costò la vita ad almeno 94 migranti, si arricchisce di nuovi importanti elementi che sollevano ulteriori dubbi sulla condotta delle autorità italiane.
di Giovanni Bianconi
Corriere della Sera, 31 gennaio 2024 Ma per la Procura è illegittima la “disapplicazione” del decreto da parte della giudice. Il “caso Apostolico” - dal nome della giudice catanese Iolanda Apostolico che per prima disapplicò il cosiddetto “decreto Cutro” sul trattenimento dei richiedenti asilo provenienti da Paesi considerati sicuri, ritenuto in contrasto con la normativa europea - approda nell’aula delle Sezioni unite civili della Corte di cassazione con un piccolo colpo di scena. La Procura generale sostiene che la decisione del tribunale di Catania è sbagliata e che le procedure di trattenimento si svolsero legittimamente, ma chiede di investire la Corte di giustizia europea ...
di Francesco Machina Grifeo
Il Sole 24 Ore, 31 gennaio 2024 Lo ha chiarito la Corte Ue, sentenza nella causa C-560/20, affermando che ha diritto al permesso anche la sorella non autosufficiente. Il raggiungimento della maggiore età nel corso della procedura di ricongiungimento familiare, da parte di un “rifugiato minore non accompagnato”, non osta all’ingresso dei genitori nell’Unione europea. Lo ha chiarito la Corte Ue con la sentenza nella causa C-560/20 (Landeshauptmann von Wien) aggiungendo che nel caso specifico deve essere concesso anche un permesso di ingresso e di soggiorno alla sorella maggiorenne del rifugiato non autosufficiente. Inoltre, tale diritto non può essere subordinato alla disponibilità di un alloggio, di un’assicurazione contro le malattie oppure a risorse sufficienti per loro e per la sorella.
di Luigi Manconi
La Repubblica, 31 gennaio 2024 Perché si è sopportato questo scempio per quasi un anno? C’è una ragione generale. E poi ce n’è una particolare. Come in un cupo dipinto medievale o nelle tavole di un allievo di Caravaggio o nella Ronda dei carcerati di Van Gogh, ecco la figura di Ilaria Salis in ceppi: è ammanettata mani e piedi e le catene che la legano sono agganciate a un cinturone impugnato da una guardia carceraria come un degradante guinzaglio. Sorride a testa alta, ma appare esausta. E se questa ostensione del corpo di Salis, dei suoi polsi e delle sue caviglie, non fosse l’involontaria documentazione di un dispotismo di regime, bensì un vero e proprio messaggio inviato all’Europa e all’Italia?
di Giacomo Puletti
Il Dubbio, 31 gennaio 2024 Tajani: “Si rispettino i diritti, ma Orban non c’entra”. Lollobrigida: “Non ho visto le immagini”. Lega e Forza Italia, assieme alle opposizioni, chiedono al governo di riferire in Aula sul caso di Ilaria Salis, italiana detenuta da quasi un anno in Ungheria e che lunedì è stata portata in udienza con mani e piedi ammanettati e tenuta con una catena da un’agente penitenziaria.
di Daniele Zaccaria
Il Dubbio, 31 gennaio 2024 Il senso di Viktor per lo Stato di diritto: da anni Budapest applica un’agenda illiberale, dall’attacco alla separazione dei poteri alle bordate contro gli organi di informazione. Da quando Viktor Orban e la sua Fidesz sono saliti al potere nel 2010, l’Ungheria ha subito una decisa svolta populista che ha dato la spinta a iniziative ultraconservatrici e di attacco sistematico a diversi diritti fondamentali. È lo stesso Orban che con grande fierezza respinge l’idea di democrazia liberale modello dell’Ue, definendo “illiberalismo” il suo credo politico. Per il Parlamento europeo, che da anni tiene Budapest sotto osservazione, si tratta di un “ibrido di autocrazia elettorale” come sottolineato anche dall’Ocse per la quale le elezioni in Ungheria sarebbero “libere ma distorte”.
di Alessandro Grimaldi
La Stampa, 31 gennaio 2024 La denuncia delle Ong: dal sovraffollamento deriva anche il problema della violenza, difficile da far affiorare. Un ragazzo ungherese, arrestato per crimini legati alla tossicodipendenza, ancora in attesa di giudizio, cade dal letto in carcere. Si rompe il femore. Dovrebbe essere operato d’urgenza ma viene trasferito in ospedale solo 12 ore dopo la caduta. Ha una gamba più corta dell’altra, ma quando si risveglia sul letto di ospedale ha comunque un piede ammanettato al letto. La giurisdizione europea vorrebbe che in questi casi i famigliari stretti vengano avvisati appena possibile, ma la famiglia viene informata solo dopo 24 ore.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 31 gennaio 2024 Sbattuto dapprima in una cella invasa da topi e zeppa di escrementi anche sui materassi, vecchi e maleodoranti, poi trasferito in una di circa 35 metri quadri dove alloggiano 24 detenuti, in condizioni igienico-sanitarie immonde, con un buco per terra per fare i bisogni, sporco e nauseabondo, e con la possibilità di lavarsi una volta alla settimana. Come se non bastasse, i riscaldamenti non funzionano mentre fuori ci sono temperature che in inverno raggiungono i 10 gradi sottozero. Parliamo di Filippo M., un giovane italiano recluso nell’istituto penitenziario di Porta Alba di Costanza in Romania. Uno dei peggiori istituti penitenziari di Europa.
di Marina Catucci
Il Manifesto, 31 gennaio 2024 Un rapporto dell’Fbi, il primo di questo genere, ha rivelato che le scuole sono il terzo luogo dove avvengono più crimini d’odio negli Stati Uniti. Si parla di scuole che vanno dalla materna alle università, quindi il termine “crimine” va inteso con le giuste cautele, visto che coinvolge anche bambini di pochi anni, forse sarebbe più corretto parlare di una commistione di “azioni” o “episodi” e di crimini veri e propri, ma non per questo il dato è meno preoccupante. Leggendo il rapporto si vede che tra il 2018 e il 2022 l’agenzia ha rilevato più di 4.000 episodi d’odio nelle scuole, di cui oltre il 60% riguardano il ciclo che va dalla materna fino alle superiori, università escluse.
DOCUMENTI
Articolo. "L'adolescenza nella Criminologia contemporanea", di Andrea Baiguera Altieri
APPUNTAMENTI
Presentazione del libro: "Di sasso in sasso", di Arrigo Cavallina (Verona, 1 febbraio 2024)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 4 febbraio 2024
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BANDI E CONCORSI
Bando Servizio Civile Universale. Centro Servizi per il Volontariato di Padova e Rovigo: i progetti del territorio (Scadenza 15 febbraio 2024)
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