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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di domenica 28 gennaio 2024
di Angela Stella
L’Unità, 28 gennaio 2024 La Corte costituzionale dichiara illegittima la norma dell’ordinamento penitenziario che nega incontri senza controllo visivo tra i detenuti e i partner. Anastasia: “Finalmente cade il tabù della sessualità”. Delmastro: “Le sentenze non si commentano, si eseguono”. Il divieto resta per 41bis e sorvegliati speciali.
di Roberta Covelli
fanpage.it, 28 gennaio 2024 La norma dell’ordinamento penitenziario che impone il controllo a vista dei detenuti durante i colloqui con i familiari è irragionevole, e quindi incostituzionale, perché slegata da ogni valutazione sulle effettive esigenze di sicurezza, oltre che contraria alla funzione rieducativa della pena. Con la sentenza 10 del 2024, la Consulta ha dichiarato incostituzionale la previsione penitenziaria che impone, in maniera assoluta e indiscriminata, il controllo a vista dei colloqui dei detenuti. Nella sua decisione, la Corte Costituzionale richiama i diritti della persona, la cui dignità deve essere conservata anche in carcere, ricostruisce il contesto giuridico italiano e sovranazionale e richiama, per l’ennesima volta, il legislatore alle sue responsabilità.
di Giulia Siviero
ilpost.it, 28 gennaio 2024 È un diritto fondamentale, ma trascurato per ragioni sia pratiche che ideologiche: se ne riparla dopo una recente sentenza della Corte Costituzionale. L’Italia non ammette che le persone detenute possano avere incontri intimi consensuali con chi desiderano. L’ultimo tentativo per modificare la situazione risale al 2020, quando alla Commissione giustizia del Senato venne sottoposto il disegno di legge numero 1876 per introdurre e regolare le relazioni affettive e sessuali dentro gli istituti penitenziari: prevede il diritto all’affettività e una visita prolungata al mese, in apposite unità abitative, senza controlli audio o video.
di Bernardo Petralia*
L’Unità, 28 gennaio 2024 Visitare le carceri da parte di un comune cittadino provoca un solo pensiero: spero di non finirci dentro! Visitare il carcere per un avvocato ha una funzione diversa, di sostegno e di assistenza. Ha ancora un significato diverso per le associazioni che lo frequentano. Per un capo Dap, invece, visitare le carceri ha un valore del tutto diverso, che si condensa in poche parole: senso di colpa. Ho visitato circa 50 istituti nel periodo più duro, più cupo, quello del Covid. E non c’è stata volta in cui, andando per le sezioni e incontrando carcerati di tutti i tipi, che a volte mi chiamavano anche per nome, non mi abbiano detto “scusi, vuole accomodarsi un attimo nella mia cella, prego…”.
di Liana Milella
La Repubblica, 28 gennaio 2024 Anno giudiziario, le toghe contro Nordio. L’allarme del sovraffollamento nelle carceri e dei suicidi. Nuovo no a cancellare l’abuso d’ufficio e a punire i magistrati che interpretano la legge. Il procuratore Nicola Gratteri da Napoli: “Non servono riforme spot”. Il presidente della Corte d’Appello di Milano Giuseppe Ondei: “Non si possono punire i giudici che interpretano la legge”. E quindi quelli che hanno dato i domiciliari al russo Uss messi invece sotto inchiesta disciplinare dal Guardasigilli Carlo Nordio. E ancora Ondei: “Nonostante tutto, i giudici respingano le pressioni e rendano giustizia”. E da Roma il suo omologo Giuseppe Meliadò: “Il nodo della giustizia? A Roma molti reati e pochi giudici”. E ancora da Milano ecco la denuncia di “carceri indecorose”.
di Vincenzo Zeno Zencovich
Il Riformista, 28 gennaio 2024 Contro il disegno di legge n. 969 (legge attuativa della direttiva UE 2016/343) si sono scagliati gli Ordini dei Giornalisti qualificando il testo come ‘legge bavaglio’ che lede il diritto dei cittadini ad essere informati, in particolare nel campo dell’attività giudiziaria”. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI) addirittura ha promosso un appello al Presidente della Repubblica perché non firmi la legge di delega in quanto si tratta di “un provvedimento autoritario gravissimo che non solo colpisce e limita il lavoro dei giornalisti, ma soprattutto il diritto dei cittadini di essere informati e rende più indifese le stesse persone private della libertà.
di Daniela Padoan
La Stampa, 28 gennaio 2024 Non ci assolve parlare ora della sua liberazione, tutti lo abbiamo dimenticato. Il suo caso è un errore che si perpetua, eppure sarebbe bastato ascoltarlo. Non è facile guardare in viso un uomo che ha conservato un sorriso dolce, timido, dopo trentatré anni di carcere per un reato mai commesso. Era un pastore, Beniamino Zuncheddu, non aveva ancora compiuto ventisette anni quando le porte della Casa circondariale di Badu’e Carros si sono chiuse dietro di lui con la terribile eco delle parole “fine pena mai”. Per più della metà della sua vita ha vissuto spostato di cella in cella, in differenti carceri sardi, senza poter usufruire degli istituti premiali previsti dalla legge, avendo sempre rifiutato di dichiararsi colpevole di un reato che non aveva commesso.
di Corrado Zunino
La Repubblica, 28 gennaio 2024
“Vorrei tornare a lavorare con le bestie, ma il carcere mi ha fatto ammalare”. L’uomo in una conferenza stampa convocata dai radicali il giorno dopo la sua assoluzione in corte d’Appello: “Neppure oggi ho capito perché lo hanno fatto. Sono libero, ma devo pensare alla salute e a riposare la mente”. C’è la grande foto a muro con Marco Pannella che abbraccia il Dalai Lama e, sotto, seduto, Beniamino Zuncheddu, gli occhiali tenuti in punta sul naso adunco. Sussurra: “In questi 33 anni mi è mancato tutto, il mondo è andato avanti per conto suo, senza di me. Non riesco a spiegare, adesso, che cosa è stata questa prigionia a cui mi hanno costretto senza che avessi fatto nulla. Ho bisogno di riposo, riposo mentale, per capire. Lo troverò a casa di mia sorella Augusta”.
di Giusi Fasano
Corriere della Sera, 28 gennaio 2024 “Le mie frasi hanno smosso la coscienza di chi lo accusava. Dopo la sentenza ho pianto”. Il pastore sardo, dopo 33 anni di carcere, è stato assolto per non aver commesso il fatto. Francesca Nanni era Pg a Cagliari, oggi è a Milano. “Non le nascondo che ho pianto. Quando si fa un lavoro come il mio si finisce per costruirsi addosso una specie di corazza di fronte alla sofferenza altrui. Però non sempre funziona”. In questi due giorni non ha funzionato. Francesca Nanni si è commossa ogni volta che ha sentito parlare di lui, di quel pastore sardo che nemmeno conosce.
di Elena Marmugi
La Nazione, 28 gennaio 2024 Giuseppe Gulotta, di Certaldo, condannato all’ergastolo ha scontato 22 anni di carcere senza colpe. Un caso che si avvicina molto a quello di Zuncheddu. “Che ho pensato? Sa, in questi casi non c’è neanche bisogno di allacciare il cervello, i pensieri viaggiano da soli e portano a ricordi che riaffiorano di giorno in giorno. Più spesso sono incubi”. Giuseppe Gulotta, ex muratore di Certaldo, ventidue anni passati in carcere da innocente, ha tirato un lungo, profondo sospiro di sollievo per Beniamino Zuncheddu.
di Piero Sansonetti
L’Unità, 28 gennaio 2024 Mario Ciancio Sanfilippo, anni 91, non è mafioso e non ho concorso, neanche dall’esterno, con l’attività delle cosche di Catania. Lo ha deciso il tribunale. L’altro ieri sera. Mario Ciancio Sanfilippo, ex direttore della Sicilia, editore, stampatore, per cinque anni capo dell’associazione nazionale degli editori, ha trascorso però sette anni sotto la mannaia della magistratura. Il Pubblico ministero pochi giorni fa ha chiesto che fosse messo in cella e tenuto dietro le sbarre per 12 anni (cioè fino a 103 anni), la sua attività economica è stata pesantemente danneggiata dall’iniziativa della magistratura, la sua vecchiaia è stata distrutta ed è stata rovinata anche la vita e l’attività economica dei suoi figli.
di Tommaso Marvasi
La Discussione, 28 gennaio 2024 Una serie di eventi concomitanti mi fa tornare all’emergenza carceri, uno dei principali problemi del nostro vivere civile, che - si tratta di una mia dichiarata convinta - per il modo, ma sotto alcuni profili anche per il suo stesso essere, ci farà considerare barbari da generazioni future (ardisco: futuro prossimo, non futuro remoto). Il primo di questi fatti è estremamente positivo. Si tratta della Sentenza 26 gennaio 2024, n. 10 della Corte Costituzionale che segna un grande passo avanti dell’adeguamento del sistema carcerario alla Costituzione che, per i più (per fortuna non per qualche più sensibile ed illuminato magistrato, come Fabio Gianfilippi, magistrati di sorveglianza di Spoleto), sembra non riguardare chi sia stato riconosciuto reo.
di Adriano Bonanni
Il Tempo, 28 gennaio 2024 Il fenomeno della malagiustizia è una delle piaghe peggiori del nostro sistema giudiziario. Il sito errorigiudiziari.it che si occupa di questo problema fornisce le cifre con un lavoro fatto sui dati del 2022, gli ultimi a disposizione, spiegando che con il termine malagiustizia si intendono sia sia le vittime di ingiusta custodia sia quelle di errori giudiziari. Le prime sono coloro che subiscono una custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari, salvo poi venire assolte) le seconde sono coloro che, dopo essere stati condannati con sentenza definitiva, vengono assolti in seguito a un processo di revisione.
TERRITORIO
di Fulvio Fiano
Corriere della Sera, 28 gennaio 2024 Il presidente della corte d’Appello, Meliadò: “Lazio capitale del crimine organizzato. A Regina Coeli affollamento al 160%”. “Per quantità e qualità dei fenomeni radicati nel territorio di Roma e nei circondari di Latina, Velletri, Cassino e Frosinone, la realtà criminale del Lazio è ormai comparabile a quella delle “capitali storiche” della criminalità organizzata del Paese”, dice il presidente della Corte d’Appello di Roma, Giuseppe Meliadò. Nell’anno trascorso erano 267 i procedimenti avviati contro la criminalità organizzata. Ma gli strumenti per contrastare questo dilagare di organizzazioni criminali, autoctone o “importate” come succursali delle grandi associazioni mafiose, sono insufficienti.
di Giuseppe Pietrobelli
Il Fatto Quotidiano, 28 gennaio 2024 Uccidersi in carcere. Nel giro di un paio di mesi nella casa circondariale di Montorio, alle porte di Verona, si sono suicidati quattro detenuti. Un numero agghiacciante, che è stato rimarcato anche nella relazione del presidente della Corte d’Appello di Venezia all’inaugurazione dell’anno giudiziario, pur riferite al periodo giugno 2022-giugno 2023. Carlo Citterio ha detto: “Nelle carceri del Veneto i posti previsti sono 1947, i detenuti invece sono 2481, di cui 1250 stranieri e 131 donne. È cresciuto il numero dei suicidi, da 4 a 6, dei tentati suicidi da 95 a 99 e di episodi di autolesionismo, da 768 a 787. Ricordiamoci che i detenuti sono affidati allo Stato e il suicidio è un’anomalia difficilmente accettabile”.
di Sarah Martinenghi
La Repubblica, 28 gennaio 2024 Carceri sovraffollate, carenti di educatori e di assistenza sanitaria, dove si registra il “triste primato” dei suicidi (a Torino), dove le inchieste di quattro procure mettono in luce botte e presunte torture sui detenuti, dove c’è spaccio di droga e uso impavido dei telefonini. Non c’è discorso all’inaugurazione giudiziaria del 2024 che si esima dall’affrontare di petto la fragilità degli istituti penitenziari piemontesi. Criticità che allarmano così come la crescita dei reati che coinvolgono gli adolescenti, il dramma degli infortuni sul lavoro, l’aumento dei reati da codice rosso e dei femminicidi e la piaga dell’evasione fiscale.
Il Resto del Carlino, 28 gennaio 2024 Il monito lanciato durante la cerimonia dal procuratore generale presso la Corte d’Appello, Roberto Rossi. “Assoluta inadeguatezza delle strutture per il trattamento dei detenuti affetti da patologie psichiche: lo scarsissimo numero posti delle poche Rems (Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, ndr) in Italia pone i magistrati nella drammatica alternativa di mantenere tali soggetti nell’ordinario circuito carcerario (del tutto inidoneo al loro trattamento) ovvero di lasciarli liberi ponendo a rischio la incolumità dei cittadini”.
Corriere del Trentino, 28 gennaio 2024 Rinchiuso 24 ore su 24, o quasi, scorporando l’ora d’aria e quelle per le altre attività, il numero di ore che doveva trascorrere all’interno della cella era minore. Ma poco cambia, uno spazio vitale inferiore ai 3 metri quadri è insostenibile. D’altronde è il minimo sancito per legge sotto il quale non si può andare, o meglio non si potrebbe. Un detenuto la scorsa estate aveva infatti presentato reclamo perché, come ha poi accertato il magistrato di sorveglianza, lo spazio individuale nella cella era inferiore ai 3 metri quadrati. Il reclamo era stato accolto, ha ricordato la presidente della Corte d’appello Anna Maria Creazzo.
padovaoggi.it, 28 gennaio 2024 L’invito del rappresentante del Governo raccolto e rilanciato dal Presidente della Camera di Commercio Santocono: “Faremo la nostra parte per sensibilizzare il tessuto economico del territorio”. Transizione digitale della giustizia, smaltimento dell’arretrato, processi più veloci, garanzie per il cittadino e carceri. Di questo si è discusso nell’ambito di un incontro fra il sottosegretario di Stato alla Giustizia, il senatore Andrea Ostellari, e i rappresentanti delle categorie economiche padovane: l’appuntamento, organizzato dalla Camera di Commercio di Padova, si è svolto nella sede dell’ente in piazza Insurrezione.
di Pietro Mecarozzi
La Nazione, 28 gennaio 2024 Caldo, insetti, lavori a metà: tutti i mali di Sollicciano. Sei detenuti su 10 sono stranieri: record in Italia. Le cimici che morsicano la pelle dei detenuti, i topi, le infiltrazioni, il caldo che rende l’aria irrespirabile d’estate, dentro Sollicciano. Condizioni che, constata il presidente del tribunale di sorveglianza, Marcello Bortolato, nella sua relazione 2024, rendono “la detenzione nel carcere cittadino particolarmente gravosa se non, in casi sempre più frequenti, contraria ai principi di umanità della pena per i condannati e dell’esecuzione delle misure cautelari per gli imputati”.
di Lilina Golia
Corriere della Sera, 28 gennaio 2024 Il sindaco Alfredo Bazoli: “Il progetto è per pochi posti”. Cita Pietro Calamandrei e ricorda che “il carcere è una ferita che bisogna aver visto”. L’annosa questione del carcere di Canton Mombello è stato uno degli argomenti del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. “I fondi ci sono. Non posso entrare nei particolari, ma si sta lavorando”, si è limitato a dire il Guardasigilli che ha annunciato, in riferimento alla carenza di personale, l’assunzione, nei prossimi mesi, di circa 2 mila agenti di Polizia Penitenziaria e 236 nuovi educatori, sul territorio nazionale.
reggiotoday.it, 28 gennaio 2024 L’aula consiliare ha ospitato l’evento organizzato in occasione della cerimonia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Carcere e rieducazione sono stati i temi al centro dell’incontro aperto alla società civile, alle scuole, alle associazioni, ospitato ieri pomeriggio nella sala consiliare di palazzo San Giorgio a Reggio Calabria. Un evento che, come ogni anno, precede la cerimonia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, finalizzato ad approfondire problematiche rilevanti aventi a oggetto la tutela dei diritti e le garanzie costituzionali. Il presidente facente funzioni della Corte d’appello, Olga Tarzia ha aperto l’incontro evidenziando che “sulle carceri è necessario investire poiché la struttura carceraria deve diventare qualcosa di differente ...
di Massimo Marino
Corriere di Bologna, 28 gennaio 2024 Dionigi: “I classici insegnano a uscire dal male”. Lucrezio dietro le sbarre. La religione della libertà del grande scrittore epicureo, autore del De rerum natura, poema che rivela le mistificazioni della superstizione, varca i confini della Dozza. Lo porta domani alle 11 l’ex rettore Ivano Dionigi, da sempre studioso del poeta e del suo messaggio rivoluzionario. Partecipa a un incontro con i detenuti organizzato dal Circolo lettori del carcere, animato dalla professoressa Paola Italia e da alcuni volontari che impegnano un gruppo di detenuti nella discussione di un libro al mese, con un successivo incontro aperto al pubblico (martedì 30 alle 17.30 in Salaborsa Lab di vicolo Bolognetti).
di Giuseppe Picciano
lospecialegiornale.it, 28 gennaio 2024 È possibile trasformare un doloroso luogo di espiazione, come il carcere, in uno spazio più accogliente che acquisisca una certa vitalità? A quanto pare sì, grazie all’arte. È quanto si è proposta la direzione della Casa circondariale di Pistoia, che ha lanciato un progetto per la realizzazione di alcuni murales ad opera dei detenuti nelle aree comuni della struttura. L’iniziativa, ideata con il supporto della Fondazione Caript e in collaborazione gli artisti Nico “Lopez” Bruchi” e Marco “Sera” Milaneschi dell’Associazione Elektro Domestik Force, ha coinvolto circa 25 detenuti, che hanno partecipato agli incontri di coprogettazione con i due artisti, maestri nella street art.
di Daniele Piccini
Corriere della Sera, 28 gennaio 2024 “Silvana Ceruti. Oltre le mura”, il documentario di Marco Manzoni rievoca i trent’anni del laboratorio di scrittura in versi che Silvana Ceruti tiene nel carcere milanese di Opera. “Tutti possono diventare autori, per un detenuto è necessario dare uno sfogo alle emozioni”. Sul finire della sua breve vita, nel 1995, in uno scritto che introduce l’antologia Scrittori dal carcere (edita in Italia da Feltrinelli nel 1998), Iosif Brodskij osserva che la carcerazione è quasi levatrice della letteratura. Certo, Brodskij pensa ai poeti e agli scrittori reclusi per ragioni di dissidenza.
di Enrico Franceschini
La Repubblica, 28 gennaio 2024 Dopo l’esecuzione negli Stati Uniti del primo condannato ucciso con l’azoto puro, una tecnica di soffocamento descritta dai suoi avvocati come “una tortura”, la pena capitale torna a far discutere. Dopo l’esecuzione negli Stati Uniti del primo condannato ucciso con l’azoto puro, una tecnica di soffocamento descritta dai suoi avvocati come “una tortura”, la pena di morte torna sul banco degli imputati. Un cittadino giapponese è stato condannato in questi giorni all’impiccagione per un incendio doloso in cui hanno perso la vita 36 persone e il numero di esecuzioni è in aumento, sebbene molti Paesi abbiano abolito la pena capitale. Ecco una scheda per capire come si è schierata la comunità internazionale sulla questione.
di Alessandro Fioroni
Il Dubbio, 28 gennaio 2024 Il detenuto è stato giustiziato in Alabama con l’azoto, il primo nella storia degli Usa. Durissima condanna dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. A niente sono valsi gli appelli per sospendere l’esecuzione presentati in extremis dagli avvocati di Kenneth Eugene Smith. Così, giovedì sera intorno alle ore venti, l’uomo è diventato il primo condannato a morte nella storia Usa a venire giustiziato con l’immissione di azoto attraverso una maschera. Una “cavia” come ha denunciato l’alto commissario dell’Onu per i diritti umani.
di Chiara Bidoli
Corriere della Sera, 28 gennaio 2024 “I bimbi arrivano come zombie. Curarli significa anche farli tornare al sorriso”. Sulla Vulcano da dicembre ci sono operatori sanitari della Marina, dell’Esercito, dell’Aeronautica e medici volontari della Fondazione Francesca Rava con l’obiettivo di stabilizzare i pazienti più gravi per poi trasferirli in ospedali di livello più avanzato. C’è un ospedale “galleggiante” che offre cura e protezione a chi ha visto e provato sulla pelle le conseguenze di un conflitto che non risparmia bambini e donne. Si tratta della nave italiana Vulcano ormeggiata nel porto egiziano di Al Arish, a 20 km da Rafah, che grazie ai medici della Marina Militare, dell’Esercito Italiano e dell’Aeronautica Militare, della Fondazione Francesca Rava e alcune figure sanitarie del Qatar, sta prestando soccorso ai feriti civili provenienti da Gaza.
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