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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 17 gennaio 2024
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 17 gennaio 2024 Un aumento significativo delle morti in carcere, con un sovraffollamento medio del 127,54% che raggiunge il 232,10% in alcuni istituti, come San Vittore a Milano. Una importante criticità della detenzione in media sicurezza è rappresentata dal fatto che le persone detenute in questa categoria sono costrette a rimanere chiuse nelle camere di pernottamento se non sono impegnate in attività. Questo, in alcuni casi, può portare a situazioni di detenzione inumane e degradanti. A lanciare l’allarme è il collegio del Garante Nazionale delle persone private della libertà, composto dal presidente Mauro Palma e dalle componenti Daniela de Robert ed Emilia Rossi, che sono ancora in carica in attesa che si perfezionino le procedure di insediamento del nuovo collegio.
di Alessio Ribaudo
Corriere della Sera, 17 gennaio 2024 Ecco perché il 2024 potrebbe essere l’anno record. A Poggioreale l’ultimo decesso, quello di un 38enne. Se continua questo trend potrebbero essere 91 i suicidi fra le sbarre: sarebbe il dato peggiore dal 1992. Dal sovraffollamento alla necessità di più supporto psicologico: viaggio fra le problematiche dei 60mila detenuti in Italia (9mila in più della capienza).
di David Allegranti
linkiesta.it, 17 gennaio 2024 Ci sono già stati diciotto morti nelle prime due settimane del 2024, la popolazione carceraria continua ad aumentare e l’esecutivo Meloni ha le sue responsabilità: ha introdotto nuovi reati anziché depenalizzare, e il personale è la metà del necessario. Il 2024 delle carceri italiane è iniziato malissimo, lo certifica anche il collegio uscente del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, presieduto da Mauro Palma: “Quattro persone si sono suicidate nei primi nove giorni dell’anno, tra il 5 e il 14 gennaio: la prima era entrata in carcere ad Ancona a settembre, per la revoca della detenzione domiciliare con cui stava scontando la pena, e ne sarebbe uscita ad agosto di quest’anno.
di Franco Corleone
Il Manifesto, 17 gennaio 2024 Che accadrà al carcere in questo anno segnato già da tragedie? Non occorre essere una Cassandra per prevedere che la situazione insostenibile, di violazione dei principi della Costituzione e di non applicazione delle norme positive dell’Ordinamento penitenziario e del Regolamento del 2000, continuerà come una maledizione. Un clima di ineluttabilità pervade la vita quotidiana, senza catarsi e senza apocalisse.
di Samuele Ciambriello*
La Notizia, 17 gennaio 2024 Mi colpisce la grande determinazione con cui un detenuto di Poggioreale si è suicidato l’altro giorno. Era a rischio suicidario da un anno, seguito e monitorato. Chi cura le persone libere con sofferenza psichica? Il Dipartimento di Salute Mentale (Dsm). Bene! Il Dsm è formato da psichiatri, psicologi, infermieri, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione psichiatrica, educatori, Oss. Dunque per curare la malattia mentale non occorre solo lo psichiatra, motivo per cui anche in carcere per curare i malati mentali occorrono queste figure professionali.
di Francesco Machina Grifeo
Il Sole 24 Ore, 17 gennaio 2024 In G.U. (del 15 gennaio n. 11) il Dm 15 dicembre 2023 che modifica il decreto 9 giugno 2023. Cade il divieto di essere iscritti all’albo dei mediatori civili, commerciali o familiari. Il Ministero della Giustizia prova a rimediare al flop di iscrizioni all’elenco dei “Mediatori esperti in giustizia riparativa”, introdotto dalla riforma Cartabia, allargandone le maglie per la registrazione. Si tratta di quei professionisti, adeguatamente formati, che conducono i programmi di mediazione o comunque di dialogo a cui volontariamente partecipano la vittima, chi è indicato come autore dell’offesa, i familiari e chi vi abbia interesse, a seguito di un reato per raggiungere un accordo per riparare l’offesa.
di Gianluca Gambogi*
Il Dubbio, 17 gennaio 2024 Il Tribunale di Genova, con una recente ordinanza, ha evidenziato, come meglio non si sarebbe potuto fare, le criticità della giustizia riparativa. Si tratta, a ben vedere, di questioni più volte trattate su queste pagine anche se rileggerle in un provvedimento dell’Autorità giudiziaria le amplifica non poco. I giudici genovesi hanno colto e sottolineato alcuni aspetti di inadeguatezza del sistema: il primo, davvero sconcertante, attiene all’assenza, assoluta, in questo momento, di strutture che possano garantire percorsi riparativi a chi desidera intraprenderli; il secondo riguarda il meccanismo dell’art. 129-bis c. p. p.; il terzo riguarda la violazione della normativa euro unitaria; il quarto, infine, riguarda l’eccesso di delega, e quindi la violazione degli artt. 76 e 77 della Costituzione ...
di Marzia Amaranto
Il Riformista, 17 gennaio 2024 Le attuali sfide devono partire da 6 punti fondamentali che richiedono un approccio totale, non solo delle istituzioni ma anche e soprattutto dei professionisti del settore legale. È realisticamente difficile, anche per coloro che non frequentano con regolarità le aule di giustizia, negare che nel nostro Bel Paese è alquanto arduo riuscire a riformare la giustizia. Taluni potrebbero attribuire il problema ad una cultura giuridica radicata, avendo l’Italia una lunga storia tradizione giuridica, la resistenza al cambiamento potrebbe derivare da una forte identità e/o attaccamento agli usi giuridici consolidati nel corso dei secoli.
di Virginia Piccolillo
Corriere della Sera, 17 gennaio 2024 Addio improcedibilità, tornerà la prescrizione. Per la quarta volta in sette anni, si ricambia. Anche per i processi in corso. La Camera ha approvato, con 173 si e 79 no, la proposta di legge che reintroduce il conto alla rovescia per l’estinzione dei reati. Con due sospensioni: due anni dal primo grado all’Appello e uno dal secondo grado alla Cassazione. Com’era nella riforma Orlando, ma con una differenza: nel caso in cui la sentenza non arrivi nei limiti di tempo previsti, ogni giorno in più entrerà nel computo della prescrizione.
di Errico Novi
Il Dubbio, 17 gennaio 2024
Semaforo verde per la riforma simile alla “Orlando”: pur di opporsi, il Nazareno avalla l’ingerenza togata. Palazzo dei Marescialli aveva diffuso un parere critico, “sposato” dai dem. Nel calcio lo chiamano “salvataggio alla disperata”. Lo tenta il difensore sulla linea di porta. A volte riesce, a volte no. E la scivolata in cui si è prodotto ieri il Pd sulla prescrizione, incoraggiato dal Csm (oltre che da 5S e Verdi-Sinistra), non ha evitato il gol, cioè il primo via libera alla riforma.
di Catello Vitiello
Il Riformista, 17 gennaio 2024 All’inizio sarà positivo, ma non andrà sottovalutata la possibile dilatazione di quei reati più gravi. È vero che la scelta di abrogare radicalmente il reato di abuso d’ufficio risolve il fenomeno del cosiddetto “timore della firma”, che paralizza gli amministratori e in particolare i sindaci? In parte, sì. È certamente fondato il timore dovuto alla scarsa determinatezza della fattispecie di abuso d’ufficio descritta dal codice, in ragione del totale controllo del giudice penale sui limiti della discrezionalità amministrativa, rimessa completamente alla scelta interpretativa di chi investiga. Anche gli obblighi previsti dalla normativa sovranazionale in materia di anticorruzione non conducono a legittimare l’estrema “vaghezza” della fattispecie e, men che mai, l’arbitrio interpretativo.
di Giulia Merlo
Il Domani, 17 gennaio 2024 Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, ha fatto sapere che sono in atto monitoraggi, all’interno delle ispezioni ordinarie nelle procure di Avellino, Brescia, Cagliari, Catanzaro, Ferrara, Frosinone, Latina, Livorno, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania, Torino e Vercelli. I monitoraggi riguardano il rispetto delle regole sul fatto che solo il procuratore capo possa parlare coi giornalisti, con conferenze o comunicati stampa, attenendosi al principio di presunzione di non colpevolezza
di Tiziana Maiolo
Il Dubbio, 17 gennaio 2024 La creazione di Tribunali del Popolo, votati a giudicare senza contraddittorio né possibilità di difesa per l’accusato e finalizzati a erogare la pena di morte senza appello, è sempre stata una caratteristica del terrorismo. E ne sappiamo qualcosa anche noi in Italia. Questi Tribunali sono esistiti, hanno giudicato, hanno ucciso. Non c’è bisogno di ricordare Aldo Moro, la sua non è stata di certo l’unica esecuzione di quegli anni. Bisognava crederci molto, nel moto rivoluzionario contro il potere, per arrivare a uccidere. E a stabilire che la guerra è guerra, per chi ritiene di essere, appunto, in guerra. Ma il punto tragico è prima ancora del gesto di dare la morte, la pretesa di farlo, senza aver avuto investimento alcuno né da alcuno, nel nome del popolo.
di Alessandro Barbano
Il Dubbio, 17 gennaio 2024 Perché i carabinieri hanno convocato Giovanna Pedretti in caserma per interrogarla come persona informata sui fatti? È la domanda chiave, nel suicidio della ristoratrice, ancorché del tutto ignorata da media e politici, che da quarantott’ore, e da parti opposte, si rinfacciano la responsabilità della gogna, come fonte di una presunta istigazione al suicidio. Nessuno si chiede perché un cittadino debba essere convocato da un’autorità di polizia per spiegare il senso di una sua libera manifestazione di pensiero sui social, ancorché non veritiera, ancorché forse mossa dal bisogno di farsi pubblicità. In Italia la bugia è forse diventata un reato?
di Tiziano Barone*
cliclavoroveneto.it, 17 gennaio 2024 Con il “Progetto Carceri”, Regione del Veneto, Veneto Lavoro e Prap portano i Centri per l’impiego all’interno degli Istituti penitenziari della regione e promuovono percorsi di formazione e reinserimento socio-lavorativo. La Regione del Veneto, Veneto Lavoro e il Prap (Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria) del Triveneto hanno avviato una collaborazione che, nel corso del 2023, ha portato Veneto Lavoro ad entrare negli Istituti penitenziari della regione con il “Progetto Carceri”, un’iniziativa sperimentale per il reinserimento socio-lavorativo delle persone detenute.
Il Dubbio, 17 gennaio 2024 Il carcere di Poggioreale è stato recentemente scosso da un tragico evento: un detenuto di 40 anni ha deciso di togliersi la vita, nonostante fosse stato sotto osservazione per rischio suicidario per oltre un anno. Il Garante regionale Samuele Ciambriello ha commentato l’accaduto, evidenziando la complessità delle questioni che circondano la salute mentale di coloro che si trovano dietro le sbarre.
di Melina Chiapparino
Il Mattino, 17 gennaio 2024 Un’emergenza nell’emergenza. È la popolazione di detenuti con disturbi psichiatrici nel carcere di Poggioreale, a Napoli, dove, in poco più di 24 ore, si sono consumati due suicidi in cella. La statistica delle morti all’interno della casa circondariale napoletana Giuseppe Salvia dall’inizio del nuovo anno, è ancora più drammatica alla luce di un terzo episodio. La morte di un 32enne che precede di qualche settimana le due impiccagioni avvenute tra il 15 e il 16 gennaio e, sulla quale, la Procura ha avviato un’indagine contro ignoti per omicidio. Il filo che unisce i tre decessi avvenuti nell’istituto penitenziario è la sofferenza psichiatrica che accomunava i detenuti e che, inevitabilmente, è diventata e continua ad essere per molti reclusi, la seconda grave emergenza nel sovraffollato carcere di Poggioreale.
di Antonio Pio Guerra
Corriere Adriatico, 17 gennaio 2024 Ancora Montacuto nel mirino. Stavolta la denuncia arriva direttamente dalle celle della Casa circondariale. “È scoppiato un caso di tubercolosi e sono tutti nel panico” si legge in una email recapitata al nostro giornale nella giornata di ieri. Poche righe scritte dalla figlia di un detenuto, corredate però da due pagine in stampatello e firmate “a nome dei detenuti di Montacuto”. Due fogli a righe, scritti con la penna blu ed a tratti evidenziati in verde per rimarcare i concetti più importanti. A partire proprio dal caso di tubercolosi accertato.
cittadellaspezia.com, 17 gennaio 2024 Nella seduta di ieri, lunedì 15 gennaio, il consiglio comunale ha deliberato l’approvazione del regolamento per l’istituzione del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. Nelle scorse settimane la Giunta Comunale, guidata dal Sindaco Pierluigi Peracchini, aveva deliberato, su proposta dell’assessore Manuela Gagliardi, l’avvio dell’iter amministrativo per l’istituzione di questa figura che dovrà rappresentare un punto di riferimento delle persone attualmente recluse nel carcere cittadino e dovrà essere il collegamento tra la casa circondariale e le istituzioni per la promozione di percorsi di reinserimento, nell’ottica del recupero della persona favorendo un percorso per l’inserimento sociale e lavorativo.
reggiotoday.it, 17 gennaio 2024 Grande partecipazione per un evento che è il primo per quanto riguarda la prevenzione e quindi il diritto alla salute all’interno degli istituti penitenziari. Il commissario dell’Asp Lucia Di Furia, il garante dei detenuti Giovanna Russo e il direttore degli Istituti penitenziari di Reggio Calabria Giuseppe Carrà hanno presentato, lunedì scorso, un’iniziativa prima in assoluto per quanto riguarda gli istituti penitenziari in Calabria. La possibilità di fare prevenzione all’interno degli istituti come si sa, ma già rispetto al diritto della salute, all’interno di luoghi della privazione della libertà personale appare spesso una chimera a fronte delle quotidiane emergenze che il sistema penitenziario affronta. Non è così a Reggio Calabria dove si vuole costruire un modello virtuoso.
di Sara Pizzorni
cremonaoggi.it, 17 gennaio 2024 È emergenza sovraffollamento al carcere di Cremona, dove la percentuale rispetto a quella che è la capienza prevista. I dati sono stati diffusi dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, secondo cui, a fronte di una capienza massima di 385 posti, le presenze sono ben 528. D’altro canto, come spiegano dagli uffici del Garante, la Lombardia è una delle regioni con i numeri peggiori. Basti pensare che le prime tre realtà più sovraffollate d’Italia si concentrano proprio nella nostra Regione: le maggiori punte di sovraffollamento sono nella Casa circondariale di San Vittore a Milano, con il 232,10% di detenuti in più del previsto. Seguono, con il 204,95%, la Casa circondariale di Canton Mombello a Brescia, e con il 204,44% quella di Lodi.
di Romano Francardelli
La Nazione, 17 gennaio 2024 Dal carcere di Ranza si alza la nuova iniziativa culturale per “ritrovare parole perdute con la scrittura creativa”. Il nuovo laboratorio sarà aperto da fine gennaio fino a giugno. Con lezioni a rotazione ogni 15 giorni, con l’insegnante e psicoterapeuta del Serd Alta Valdelsa Barbara Cincinelli e l’assistente Agostina Gentile, nonché con il contributo dell’associazione culturale Gruppo Scrittori Senesi. Questi nuovi insegnanti guideranno i detenuti di Ranza nel corso-laboratorio dedicato alla scrittura per partecipare al concorso e Premio letterario Città di Siena. “La finalità del progetto, dicono dall’Asl Toscana Sud Est - è quella di avvalersi dello scrivere come strumento che aiuti nel percorso personale di consapevolezza, di espressione di sé, della propria creatività e di ascolto”.
di Mauro Bonazzi
Corriere della Sera, 17 gennaio 2024 Noi contemporanei, bombardati da informazioni, notizie, discorsi, senza più filtri capaci di mettere ordine a questa massa di “voci” discordanti. Nel Fedro di Platone, Socrate si paragona a Tifone, un mostro dalle cento teste che parlano lingue diverse. L’immagine è strana solo in apparenza, a pensarci bene. Descrive noi contemporanei, bombardati da informazioni, notizie, discorsi, senza più filtri capaci di mettere ordine a questa massa di “voci” discordanti. Crediamo di vivere nell’epoca dell’informazione, ma finiamo per brancolare nell’ignoranza, incapaci di riconoscere le parole autentiche. Era un problema già al tempo di Platone, figuriamoci oggi nell’età dell’intelligenza artificiale e delle fake news, in cui tutti sostengono tutto e i fatti diventano sfuggenti.
di Chiara Lalli
Il Dubbio, 17 gennaio 2024 In Veneto non passa la legge di iniziativa popolare redatta dall’Associazione Coscioni: testo rinviato in Commissione. “Si è detto che il Veneto autorizzerà il fine vita. Oggi noi non autorizziamo un bel niente. Questo progetto di legge introduce dei tempi e il ruolo della sanità”. Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha fatto un discorso perfetto durante il consiglio regionale di oggi. Il pretesto è la discussione della proposta di legge di iniziativa popolare “Liberi Subito” redatta dall’Associazione Luca Coscioni e firmata da più di novemila cittadini. A cosa serve questa legge? Non ad aggiungere diritti ma a garantire tempi e procedure certi per un diritto che esiste già e che è stato stabilito dalla sentenza della Corte costituzionale 242, la cosiddetta Cappato-Antoniani. Come dice Zaia, appunto.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 17 gennaio 2024 L’intesa Roma-Tirana. La realizzazione del protocollo resta piena di punti interrogativi. Nelle commissioni riunite interviene Cirielli (FdI): tutti i vulnerabili andranno in Italia. Domani udienza preliminare della Corte costituzionale di Tirana. Mentre il ddl di ratifica del protocollo Roma-Tirana si prepara a sbarcare alla Camera, il governo inizia a fornire i primi dettagli operativi sui trasferimenti oltre Adriatico. Edmondo Cirielli, deputato FdI e viceministro alla Farnesina, è intervenuto lunedì sera nelle commissioni riunite Affari costituzionali ed Esteri che stanno esaminando il provvedimento: non tutte le precisazioni, però, hanno dissipato i dubbi. Anzi.
di Martina Castigliani
Il Fatto Quotidiano, 17 gennaio 2024 La sentenza della Corte Ue. È un diritto delle donne esposte a violenze nel loro Paese, vedere loro riconosciuto lo status di rifugiate in Europa. E anche in caso di “rischio effettivo” deve scattare la “protezione sussidiaria”. A stabilirlo è la sentenza C-621/21 della Corte di giustizia dell’Unione europea, chiamata a esprimersi sul caso di una cittadina turca, di origine curda e di confessione musulmana, fuggita in Bulgaria: la donna, divorziata, ha dichiarato di essere stata costretta a sposarsi dalla sua famiglia e di essere poi stata picchiata e minacciata dal marito. Temendo di essere rimpatriata, ha fatto domanda di protezione internazionale: il giudice bulgaro ha sottoposto la questione alla Corte di giustizia Ue.
di Frank Cimini
L’Unità, 17 gennaio 2024 Ancora nessuna risposta sulle condizioni di detenzione della maestra milanese, attivista antifascista, reclusa in Ungheria da quasi un anno in attesa di processo. Gli avvocati chiedono i domiciliari in Italia. Il Guardasigilli: “Dopo il caso Baraldini non abbiamo una buona reputazione”. I giudici ungheresi prendono tempo e la decisione sull’estradizione a Budapest dell’anarchico Gabriele Merchesi da parte della corte di appello di Milano slitta quantomeno al 13 febbraio. A quella data è stata rinviata l’udienza di oggi.
di Roberta De Monticelli
Il Manifesto, 17 gennaio 2024 Israele a processo davanti alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja. E la pronunzia di quel nome terribile che squarcia tutti i tabù e gli interdetti, genocidio, suscitando raffiche di riprovazioni e negazioni sparate dai politici, israeliani e no. Anthony Blinken in testa, secondo il quale l’azione legale sudafricana “distrae il mondo”. Da cosa? Come se un’accusa di genocidio fosse una fola che non merita di essere presa sul serio.
di Luca Celada
Il Manifesto, 17 gennaio 2024 Dalla scorsa settimana, la guardia nazionale del Texas presidia, per un tratto di alcuni chilometri, il confine col Messico a Eagle Pass, in corrispondenza della cittadina messicana di Piedras Negras. La sicurezza di confine è competenza del governo federale ma in polemica con l’amministrazione Biden, il governatore Greg Abbott ha dichiarato che lo stato avrebbe fatto da sé. Il tratto requisito comprende un parco municipale, utilizzato di recente dalle autorità federali per assembrare il gran numero di migranti che attraversano clandestinamente il Rio Grande in quella corrispondenza. Le autorità della Homeland Defense - la guardia di frontiera - avevano allestito qui un centro di accoglienza di fortuna per espletare le prime pratiche di accoglienza e richiesta di asilo.
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