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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di domenica 14 gennaio 2024
di Ornella Favero*
Il Riformista, 14 gennaio 2024 In questi giorni il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha trasferito a Oristano Tommaso Romeo, una persona detenuta in Alta Sicurezza 1 a Padova, in carcere da più di trent’anni, di cui 8 in 41 bis e più di dieci a non far niente nei circuiti di Alta Sicurezza, fino all’arrivo a Padova, dove da più di dieci anni fa parte della redazione di Ristretti Orizzonti. E lo hanno trasferito, sulla base di una indagine in corso per la quale hanno arrestato suo fratello e altri per fatti risalenti al 2016-17.
di Josephine Carinci
ilsussidiario.net, 14 gennaio 2024 Sempre più morti sospette nelle carceri, tra suicidi e decessi sui quali è stata disposta l’autopsia. Dal governo: “Dobbiamo garantire dignità alle persone”. Una settimana dopo il suicidio del 25enne Matteo Concetti, che si è impiccato con un lenzuolo in una cella di isolamento dove era rinchiuso, nonostante soffrisse di problemi psichici, un altro detenuto è morto. Il dramma questa volta è accaduto a Montacuto, nell’anconetano: la vittima è un 41enne algerino trovato senza vita dai compagni di stanza che hanno dato l’allarme quando si sono accorti che l’uomo era immobile sulla brandina e che non rispondeva agli stimoli. Il decesso potrebbe essere avvenuto per cause naturali ma gli inquirenti vogliono vederci chiaro e hanno disposto l’autopsia.
di Andrea Nobili*
Il Resto del Carlino, 14 gennaio 2024 Non tanto e non solo per la condizione delle carceri, spesso vecchie e sovraffollate, in sofferenza per l’insufficienza di personale di Polizia penitenziaria e per la carenza di figure professionali, ma, soprattutto, per la crisi che sta vivendo il nostro sistema di welfare. Ciò, con particolare riferimento al versante volto all’aiuto di soggetti a rischio, come quelli con problemi psichiatrici e di tossicodipendenza, spesso combinati tra loro. In modo superficiale, la politica (la competenza è regionale), nonostante l’intensificarsi del problema, nel corso degli anni, e senza distinzioni di colore, ha derubricato il tema.
GIUSTIZIA
di Maurizio Giacobbe
Micropolis, 14 gennaio 2024 Il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n°59 del 16 novembre 2023 fa riferimento all’approvazione di tre disegni di legge in materia di sicurezza, difesa e soccorso pubblico. Uno degli aspetti più rilevanti di quello che è stato definito dalla stampa “pacchetto sicurezza” riguarda provvedimenti che prefigurano un differente assetto del sistema penitenziario. Nell’iter legislativo che seguirà, con ogni probabilità alcune norme passeranno in forma attenuata nei loro effetti o non passeranno affatto, resta però evidente che il quadro di riferimento per una revisione del sistema penitenziario si basa, per la destra sovranista e neofascista, sull’introduzione di nuovi reati, sull’aumento delle pene, sulla restrizione dei diritti, su imposizioni arbitrarie ...
di Vladimiro Zagrebelsky
La Stampa, 14 gennaio 2024 Un filo lega diverse iniziative legislative del governo o di parlamentari della maggioranza. È l’insofferenza verso la informazione fornita dai media al pubblico. Non per la valanga di notizie e fotografie che svelano i segreti di attrici e calciatori, né tutto sommato per le notizie e dettagli di cronaca nera o rosa riguardanti persone comuni. La reazione riguarda piuttosto le rivelazioni, spesso tratte da indagini penali, su personaggi che sono variamente parte del Potere: il potere politico, quello altrimenti pubblico, quello economico, quello comunque influente nella società. Può essere inevitabile, ma rilevarlo serve a inquadrare il fenomeno.
di Francesco Grignetti
La Stampa, 14 gennaio 2024 Nel mirino l’uso dei cosiddetti “trojan” e i messaggi inoltrati. Prossimo passo, la stretta sugli smartphone. Nel senso che i magistrati, quando avranno in mano il cellulare di un indagato, non potranno più rovesciarlo come un calzino e tirarne fuori a loro discrezione tutti gli elementi che ritengono utili alle indagini. Sta per arrivare un nuovo ddl del ministro Carlo Nordio che pone una serie di paletti nel segno del garantismo. Non tutto quel che c’è nei telefonini potrà essere duplicato, non tutte le comunicazioni o le informazioni immagazzinate saranno utilizzabili come prova. Questo nuovo capitolo, il ministro l’ha annunciato in Parlamento due giorni fa. Ci saranno regole più stringenti sull’uso dei trojan...
di Antonella Mascali
Il Fatto Quotidiano, 14 gennaio 2024 Governo Meloni. Decreti e progetti di legge: a che punto sono le norme della destra. Se il buongiorno si vede dal mattino, allora il governo Meloni (con renziani e calendiani) ha fatto capire subito di avere a cuore l’impunità dei colletti bianchi più di ogni altra cosa. Con norme già approvate e con tutte quelle che sono in discussione tra Senato e Camera. Ricostruiamo contenuti e calendario.
di Paolo Pandolfini
Il Riformista, 14 gennaio 2024 Per fare il punto sulla carenza di personale amministrativo negli uffici giudiziari, Alleanza Verdi e Sinistra ha organizzato per lunedì prossimo presso la Sala stampa della Camera una conferenza stampa a cui prenderanno parte, oltre ai vertici della Funzione pubblica Cgil, il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia ed il capo dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria, il giudice Gaetano Campo. Il tema, va detto subito, è di grande attualità ed è ai primi punti dell’agenda del Guardasigilli Carlo Nordio. Per far fronte alla carenza di personale amministrativo ed affiancare i magistrati nella redazione delle sentenze, nella scorsa legislatura era stato ideato “l’Ufficio del processo”.
di Franco Corleone
L’Espresso, 14 gennaio 2024 La Corte costituzionale ha risolto il contrasto tra diritti umani e immunità di un Paese straniero, offrendo soluzione alle cause di risarcimento per i crimini di guerra. Ma i legali che rappresentano la nostra Repubblica tradiscono il diritto. Agghiacciante. Solo così si può definire quello che sta accadendo nei tribunali civili italiani, da Firenze a Udine, da Pordenone a Trieste, nelle cause di risarcimento per le stragi nazifasciste accadute tra il 1943 e il 1945. Gli avvocati dello Stato stanno adottando tecniche dilatorie insulse, dalla messa in discussione di fatti storici acclarati all’evocazione della prescrizione, dall’offerta di una elemosina alle vittime alla messa in discussione della titolarità nel processo dei parenti delle vittime.
di Matteo Bernardini
Giornale di Vicenza, 14 gennaio 2024 Si trovava in carcere a Vicenza da settembre, dopo l’arresto nell’operazione anti-droga coordinata dalla Dda di Venezia. Si è impiccato nel carcere “Del Papa” di San Pio X la notte di Natale. Chris Lucky aveva 26 anni, era un cittadino di origine nigeriana e si trovava in cella dal settembre scorso quando era stato arrestato assieme a un’altra ventina di connazionali accusati di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Di loro, dieci, tutti detenuti nel penitenziario cittadino, erano poi stati scarcerati a novembre.
di Antonio Morello
Gazzetta del Sud, 14 gennaio 2024 Ha preso il lenzuolo del letto della sua cella, se l’è legato attorno al collo e s’è impiccato. Così, due giorni fa, si sarebbe suicidato Fabrizio Pullano, 59enne di Isola Capo Rizzuto, ristretto nel padiglione di alta sicurezza del carcere di Agrigento, “Pasquale Di Lorenzo”, dov’era detenuto in seguito al suo coinvolgimento nell’inchiesta “Garbino” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. A scoprire il corpo senza vita di Pullano, che lascia la moglie e tre figli, sono stati gli agenti della Polizia penitenziaria che hanno allertato subito i soccorsi.
osimooggi.it, 14 gennaio 2024 Sami Ezzin, arrestato il 3 gennaio scorso per possesso di eroina, ha iniziato ad accusare malori improvvisi e ripetuti già a partire dal 5 gennaio, tanto da suggerire e richiedere, più volte, il trasferimento in pronto soccorso. Una crisi lo ha colpito anche in Tribunale, al momento della convalida dell’arresto, con l’udienza slittata di quasi un’ora per consentire ai sanitari le cure del caso: una terapia farmacologica che ha solo rinviato il momento del decesso di qualche giorno.
di Liborio La Mattina
giornalelavoce.it, 14 gennaio 2024 La Procura di Ivrea ha disposto l’autopsia per accertare la causa del decesso. Si firmava “Vespino” e con questo suo pseudonimo scriveva tanto, ma proprio tanto. L’ultimo suo articolo, sulla rivista online “La Fenice” del carcere di Ivrea, risale al 9 gennaio. Tre giorni dopo “Vespino”, 47 anni, è morto. Quando la notizia è cominciata a circolare da una cella all’altra, alla velocità della luce, in molti han cominciato a piangere. A piangere di brutto. Per quello che lui rappresentava lì. E lì quel che sei stato fuori, quello che hai combinato nel mondo reale, proprio non conta. Lì Vespino faceva il caporedattore. Un leader che cercava di portare avanti, con una incredibile passione, il lavoro nel suo insieme, trascinando e spronando gli altri a scrivere sempre di più e sempre meglio.
di Pierfrancesco Curzi
Il Resto del Carlino, 14 gennaio 2024 Un centinaio di manifestanti si sono ritrovati in piazza Cavour dove c’è la sede regionale dell’ente “Giancarlo Giulianelli è incapace e insensibile, dichiarazioni allucinanti. In carcere ci sta chi non dovrebbe”. Lo striscione realizzato dai centri sociali delle Marche riportava lo slogan “Verità e giustizia per Matteo Concetti” durante il corteo che ha sfilato lungo corso Garibaldi. Un centinaio di manifestanti si sono ritrovati ieri pomeriggio in piazza Cavour per denunciare a modo loro la tragedia del 25enne che nei giorni scorsi si è tolto la vita all’interno del carcere di Montacuto. Una morte, quella del giovane anconetano che ha scosso le coscienze.
di Pietro Adami
rainews.it, 14 gennaio 2024 Il 42enne condannato per aver ucciso la sorella Alice è ricoverato da fine novembre dopo essere stato picchiato da due compagni di cella. Alberto Scagni sarà trasferito dall’ospedale di Imperia nel reparto detenuti del San Martino. Le sue condizioni sono migliorate nettamente, ma deve essere ancora tenuto sotto osservazione e proseguire il percorso di cura. A Genova deve però prima liberarsi una stanza singola, quindi passerà ancora qualche giorno. Il 42enne condannato per aver ucciso la sorella Alice il primo maggio 2022 è ricoverato dallo scorso 22 novembre, dopo essere stato picchiato e seviziato per ore da due compagni di cella nel carcere di Sanremo.
bolognatoday.it, 14 gennaio 2024 Le presenze si attestano stabilmente sopra il numero di 800, a fronte di una capienza regolamentare di 498. Sovraffollamento e “condizioni difficili”. Le rileva per il carcere di Bologna il garante dei detenuti Antonio Ianniello: “L’attuale contesto detentivo è assai in sofferenza: ormai da diversi mesi le presenze si attestano stabilmente sopra il numero di 800, a fronte di una capienza regolamentare di 498. La situazione è già apparsa in grande affanno durante la passata stagione estiva, essendosi dovuto procedere, per brevi periodi, alla temporanea sospensione degli ingressi in carcere, dirottati su altri istituti penitenziari regionali”.
di Camilla Ferro
L’Arena, 14 gennaio 2024 Il sottosegretario alla Giustizia a Montorio dopo i tre suicidi. Ostellari: “Verona ha imprese che possono investire e produrre qui”. “Sovraffollamento, non c’è emergenza rispettati i 3 metri”. “Qui abbiamo persone che si sono tolte la vita. Parlare di Playstation significa fare torto a loro e alla nostra intelligenza”. “Qui” è il carcere di Montorio. Ad uccidersi sono stati, tra novembre e dicembre scorsi, tre detenuti. A tentare di farlo, altri due nelle ultime settimane. “Il videogioco”, invece, sarebbe quello fatto arrivare a Filippo Turetta - reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin - che avrebbe scatenato le ire e i maldipancia degli altri detenuti corsi immediatamente a denunciare differenze di trattamento tra reclusi di serie A e B.
Corriere di Verona, 14 gennaio 2024 Domani alle 20.30 al Centro Tommasoli di via Perini a Borgo Venezia si terrà un incontro informativo sui servizi offerti da Rete Dafne in merito all’assistenza alle vittime di reato. Si parlerà dei supporti necessari ad affrontare un trauma, di giustizia riparativa, di prevenzione e diritto alle cure. Rete Dafne si è costituita a ottobre 2021 con la firma di un protocollo d’intesa tra Comune, Associazione scaligera assistenza vittime di reato, Tribunale, Procura, Ordine degli Avvocati e Camera Penale scaligeri, Ulss 9, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Garante dei Diritti delle persone private della libertà personale di Verona, Fondazione Don Calabria e Associazione Rete Dafne Italia. Sul territorio conta già tre sedi: in Piazza Mura Gallieno, e a San Martino Buon Albergo e Cerea.
di Susanna Rugghia
L’Espresso, 14 gennaio 2024 Storie di donne e uomini testimoni di violenze e soprusi. È “Coraggio senza confini” di Ariel Dorfman, spettacolo interpretato da detenuti-attori nel penitenziario di Rebibbia. “Questo spettacolo ci ha dato modo, in una struttura totalizzante come il carcere, di parlare di diritti umani, giustizia e libertà perdute”. La voce di Fabio, detenuto della casa circondariale di Rebibbia, è ferma nonostante la commozione. È tra i nove attori che hanno preso parte allo spettacolo del 12 dicembre scorso messo in scena nel Teatro “Raffaele Cinotti” di Rebibbia, a Roma, e organizzato dalla Fondazione Kennedy. “È un testo affascinante e delicato, ci ha permesso di commuoverci e di elaborare diverse sensazioni.
di Giuseppe Grassonelli*
L’Unità, 14 gennaio 2024 È necessario ridurre l’isolamento di noi detenuti e il senso di estraneità e repulsione della società, accorciare l’estraneità reciproca. Prendo le mosse da un articolo di Tullio Padovani, “Il carcere va abolito, ecco perché”, uscito su l’Unità il 5 luglio 2023 e che è anche riportato in prefazione all’ultima pubblicazione di Nessuno tocchi Caino, “Pena di morte e morte per pena”. “Il carcere è fatto per sputare all’esterno rifiuti, inutili, inidonei, incapaci di tutto”. Questa frase, in particolare, mi ha colpito nel ricco e articolato ragionamento di Tullio Padovani, volto a farci riflettere sull’importanza di rendere il carcere meno desocializzante, come unica via possibile di uscita da questi tempi cupi.
di Marco Ventura
Corriere della Sera, 14 gennaio 2024 Frédéric Chauvaud, dal 1998 professore di Storia contemporanea all’università di Poitiers, già membro del comitato nazionale del Cnr francese, si è concentrato sullo studio della violenza, dei conflitti e della giustizia penale. Si è dedicato alla storia dell’odio, tema sul quale ha pubblicato Histoire de la haine. Une passion funeste 1830-1930 (Presses universitaires de Rennes, 2014). Frédéric Chauvaud ha dedicato una vita allo studio della violenza nella storia. Si è concentrato sulla Francia tra Otto e Novecento, ma le sue analisi travalicano il luogo e il tempo. Il suo libro sulla “passione funesta” che percorre la Francia tra 1830 e 1930 è, come indica il titolo, una vera “Storia dell’odio” (Histoire de la haine, 2014).
di Andrea Valdambrini
Il Manifesto, 14 gennaio 2024 Non solo gli Stati. Tante realtà a sostegno del processo a L’Aja. Spagna, Belgio e Irlanda le voci più critiche verso Tel Aviv. Ma per ora non aderiscono. Più di mille organizzazioni, partiti, sindacati e movimenti in tutto il mondo che hanno espresso il loro sostegno al Sudafrica nella causa intentata contro Israele alla Corte Internazionale di Giustizia de l’Aja (Icj). Le organizzazioni si esprimono attraverso un appello congiunto ai Paesi che non appoggiano la richiesta di Pretoria per “dare forza alla denuncia formulata con forza e con buone argomentazioni”.
di Alberto Negri
Il Manifesto, 14 gennaio 2024 Oltre Gaza, dallo Yemen allo Stretto di Bab al Mandeb fino a Suez. Come l’Occidente sta contribuendo a un’altra guerra senza avere tentato di evitarla. Li chiamano “ribelli” ma occupano la capitale Sanaa da quasi dieci anni, governano il 70% del Paese e controllano l’esercito yemenita: alleati dell’Iran - come Hezbollah, Hamas, il regime siriano di Assad e le milizie sciite irachene - minacciando la navigazione dallo stretto di Bab el Mandeb fino a Suez, sono il nuovo “nemico perfetto” degli Usa e dell’Occidente. Tutto questo senza averci mai parlato o negoziato e considerato le loro istanze. Non volevamo la guerra allargata in Medio Oriente ma stiamo contribuendo a un altro conflitto senza avere tentato di evitarlo.
di Sergio D’Elia*
L’Unità, 14 gennaio 2024 Nessun preavviso. Entrano in cella ti portano dritto al patibolo. Nel 2023 non ci sono state esecuzioni, ma l’incertezza è lacerante. Una buona notizia è giunta alla fine dell’anno appena trascorso dalla terra del Sol Levante. Per la prima volta dal 2020, non si è verificato nessun damashi-uchi, un “attacco a sorpresa”, come gli esperti definiscono il modo di fare giustizia in Giappone. Nella nazione dove nasce il sole e tutto luccica, dai palazzi imperiali ai mille templi e santuari dorati, dai grattacieli infiniti nelle grandi città ai parchi nazionali sulle montagne, c’è solo un luogo dove tutto è coperto da una coltre spessa di incertezza e segretezza: il braccio della morte.
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