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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 13 gennaio 2024
di Ornella Favero*
Il Riformista, 13 gennaio 2024 In questi giorni il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha trasferito a Oristano Tommaso Romeo, una persona detenuta in Alta Sicurezza 1 a Padova, in carcere da più di trent’anni, di cui 8 in 41 bis e più di dieci a non far niente nei circuiti di Alta Sicurezza, fino all’arrivo a Padova, dove da più di dieci anni fa parte della redazione di Ristretti Orizzonti. E lo hanno trasferito, sulla base di una indagine in corso per la quale hanno arrestato suo fratello e altri per fatti risalenti al 2016-17.
di Alessandra Vanzi
Il Manifesto, 13 gennaio 2024 Una conversazione tra Mauro Palma, da poco ex Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà, e Monsignor Matteo Zuppi, presidente della Cei. Nel 2020, durante la pandemia, ho avuto l’occasione di girare delle interviste e altro materiale sull’attività e la persona di Mauro Palma, al tempo Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà; tutto ciò è stato possibile grazie al valido e gratuito contributo di giovani professionisti al tempo disoccupati per via del Covid e all’insostituibile contributo delle mie due figlie che hanno messo insieme la squadra. “La matematica della libertà”, titolo provvisorio del mio doc fantasma, giace al momento nel cassetto in attesa che qualcuno voglia investire qualche euro per finirlo. L’idea era nata in seguito alle rivolte carcerarie e ai troppi morti tra i detenuti. Su questo tema sono riuscita a riprendere una lunga conversazione tra Palma e Monsignor Matteo Zuppi.
di Rita Bernardini
L’Unità, 13 gennaio 2024 La situazione impone un provvedimento di clemenza non tanto per i detenuti ma per lo Stato che è fuori dai parametri costituzionali. Con Roberto Giachetti inizierò lo sciopero della fame dalla mezzanotte del 22 gennaio prossimo: è bastato annunciarlo perché altri cittadini decidessero di unirsi nel cammino di questa iniziativa nonviolenta. Siamo convinti che uno Stato che voglia definirsi “democratico” e “di diritto” non possa permettersi la catastrofica situazione attuale: oltre 60.166 detenuti sono costretti a vivere in 47.540 posti con un sovraffollamento medio del 127%. In particolare, 103 istituti penitenziari su 189 hanno un sovraffollamento del 150%, il che vuol dire che lo Stato italiano in 100 posti disponibili accalca 150 esseri umani.
di David Allegranti
lettera43.it, 13 gennaio 2024 Il 2024 si è aperto con due detenuti che si sono tolti la vita. A fronte di una capienza di 51.179 posti, ci sono 60.166 persone dietro le sbarre. Mancano strutture per la salute mentale. E l’esecutivo che fa? Aumenta il numero dei penitenziari. Che non serve a niente. Analisi di una piaga atavica che la destra sembra snobbare. Nemmeno due settimane di 2024 e sono già due i suicidi nelle carceri italiane. Fatiscenti, da abbattere (come Sollicciano a Firenze, ma non è l’unico). Sovraffollate: 60.166 detenuti presenti al 31 dicembre 2023, parecchio oltre la capienza regolamentare del sistema carcerario, che è di 51.179 posti. Senza strumenti in grado di affrontare l’aspetto psicologico secondo una ricerca di Antigone, il 77,6 per cento degli istituti penitenziari non ha un’articolazione per la salute mentale.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 13 gennaio 2024 Strasburgo censura l’Italia per un ergastolano lasciato senza fisioterapia. E in un solo giorno due morti nelle celle. Nelle stesse ore in cui arriva la condanna della Corte europea dei diritti umani all’Italia per maltrattamenti nei confronti di un ergastolano a cui non sono state garantite le cure mediche dovute, sale a otto il numero di decessi di detenuti in carcere dall’inizio dell’anno. Due in un solo giorno. È la seconda volta nel giro di una settimana che nel carcere Montacuto di Ancona muore un recluso. Dopo Matteo Concetti, suicida in una cella di isolamento (ma gli inquirenti hanno aperto un’inchiesta per istigazione), nella notte tra giovedì e venerdì è deceduto anche un 41enne di nazionalità algerina ...
di Piero Sansonetti
L’Unità, 13 gennaio 2024 Sono riforme modeste, di puro buonsenso. Quello che stupisce è la reazione furiosa di Pm e giornalisti, che temono di perdere diritto alla gogna. La commissione giustizia del Senato sta lavorando di buona lena per produrre alcune piccole riforme alla macchina della giustizia. Niente di clamoroso. Nulla che possa porre riparo alle gigantesche distorsioni che negli ultimi 40 anni hanno deturpato il volto del nostro sistema del diritto. Però piccoli aggiustamenti intelligenti.
di Alberto Cisterna
L’Unità, 13 gennaio 2024 Nel 2020 il governo “giallorosso” riscrisse pesantemente la norma sull’abuso d’ufficio cancellandone la portata e azzerandone l’applicazione. Da allora le chance di condanna sono ridotte al lumicino. L’eliminazione totale avrà innanzitutto un forte contraccolpo sociale. La discussione sull’abrogazione del reato d’abuso d’ufficio si protrae con una certa stanchezza almeno dal 2020, da quando cioè il secondo governo a trazione giallorossa - addirittura con un decreto legge - ebbe a riscrivere pesantemente la norma cancellandone praticamente la portata e azzerandone l’applicazione.
di Federica Olivo
huffingtonpost.it, 13 gennaio 2024 Il celebrato autore de “L’inganno” (ora in libreria con “La gogna”) difende l’eliminazione dell’abuso d’ufficio e il limite a pubblicare le intercettazioni ma, dice, serve una riforma più ampia e approfondita e una rivoluzione culturale. Un’intervista imprescindibile. “Sì all’eliminazione dell’abuso d’ufficio, sì anche al contenimento della diffusione delle intercettazioni. Però dobbiamo intervenire sulle macro questioni che stanno a monte. Per fare in modo che, citando Filippo Sgubbi, il diritto penale non sia più totale. Totalizzante, cioè, nella vita delle persone”.
di Simona Musco
Il Dubbio, 13 gennaio 2024 Forza Italia e Lega dicono sì alla vecchia proposta di Berlusconi, d’accordo anche Italia Viva. Campione e Rastrelli (FdI): idea non peregrina. E la proposta piace a anche a Mantovano. “Il tema ulteriore dei test psico-attitudinali, pur non trattato dallo schema di decreto legislativo in esame, merita un supplemento di riflessione da parte della Commissione. Infatti, l’introduzione dei test citati - che pure era stata discussa in Consiglio dei ministri - non ha affatto un valore punitivo ma anzi rappresenta una valorizzazione della fondamentale funzione svolta dalla magistratura. I test psico-attitudinali sono presenti invero in molte professioni che prevedono l’esercizio di rilevanti funzioni pubbliche”.
di Armando Spataro
La Stampa, 13 gennaio 2024 Questo Governo può vantare un record: in poco più di un anno è intervenuto a pioggia sulla giustizia con una quantità di provvedimenti che non ha eguali nella storia recente. Ma la pioggia che si trasforma in stillicidio può assumere anche il significato di una tortura e far vacillare le basi dell’ordinamento giuridico. Non c’è praticamente giornata in cui, sfogliando un quotidiano, non si apprenda, con riguardo al settore della giustizia, di un disegno di legge approvato, di un altro in discussione dinanzi alle competenti commissioni parlamentari, di decreti legge varati in assenza di ragioni di urgenza, di decreti legislativi in fase di lenta elaborazione, di emendamenti che la maggioranza propone e che vanno a modificare testi che pure ha in precedenza approvato.
di Guido Stampanoni Bassi
Il Domani, 13 gennaio 2024 Si sta discutendo di inserire in Costituzione un esplicito riferimento al ruolo della vittima nel processo penale. Accettare che il processo penale ceda il passo all’emotività e offra un ruolo da protagonista alla vittima è operazione dal forte impatto simbolico ma che rischia di comportare, come effetto indesiderato, un indebolimento di quelle irrinunciabili garanzie che riempiono di contenuto il principio del cd. “giusto processo”. Si sta molto discutendo, in questi giorni, della proposta di legge che punta ad inserire, all’interno della Costituzione, un esplicito riferimento al ruolo della vittima nel processo penale. Appena dodici parole - “la legge garantisce i diritti e le facoltà delle vittime del reato” - che andrebbero inserite all’interno dell’art. 111 Cost.
di Giusi Fasano e Andrea Pasqualetto
Corriere della Sera, 13 gennaio 2024 Gli avvocati ribadiscono: super teste inaffidabile e una delle vittime non è stata uccisa come racconta la sentenza. Diciassette anni e 32 giorni. Tanto è passato dalla prima volta che abbiamo sentito parlare della “strage di Erba”. Ed è tutt’altro che finita. Ricominciamo daccapo. In un’anonima e tranquilla corte di Erba, nel Comasco, la sera dell’11 dicembre 2006 si consuma una strage. Tre sentenze dicono che Olindo e Rosa - a seconda dei punti di vista coppia diabolica oppure persone al limite della capacità di intendere e di volere - uccidono a colpi di spranga e coltello l’odiata vicina di casa, Raffaella Castagna, suo figlio di due anni, Youssef, sua madre Paola e Valeria Cherubini, la signora dell’ultimo piano che ha la sventura di scendere nel momento sbagliato.
di Andrea Lavazza
Avvenire, 13 gennaio 2024 La difesa di Rosa Bazzi e Olindo Romano ha riunito 15 esperti di scienze del comportamento. Sartori (Università di Padova): nella sentenza si va contro i dati scientifici sulla memoria. Mancano quasi due mesi all’udienza davanti alla Seconda sezione della Corte d’appello di Brescia, ma è già accesissimo il dibattito sulle nuove prove che saranno portate in aula al fine di ottenere la revisione della sentenza di condanna all’ergastolo per Rosa Bazzi e Olindo Romano. In particolare, una nuova perizia sui coniugi evidenzierebbe disturbi psicopatologici in entrambi e deficit cognitivi nella donna.
di Tiziana Maiolo
Il Dubbio, 13 gennaio 2024 Chi ha seguito l’inchiesta da subito non ha difficoltà a coltivare il dubbio, 17 anni dopo. È possibile che ventisei giudici si siano sbagliati? È possibile. E che due persone abbiano confessato un delitto mai commesso? E che un testimone cambi in corso d’opera la descrizione dell’assassino? E che di una macchia di sangue non si sappia dove è stata rilevata e con quali modalità? Tutto possibile, per chi sta scommettendo sul processo di revisione nei confronti di Rosa Bazzi e Olindo Romano, ergastolani da 17 anni, condannati per l’orrenda strage di Erba del 2006, quattro persone, tra cui un bambino di due anni, uccise a coltellate e colpi di spranga.
GIURISPRUDENZA
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 13 gennaio 2024 Lo sconto di pena di un quinto per la mancata opposizione al decreto penale di condanna - come previsto dalla Riforma Cartabia - si applica anche se il provvedimento del giudice è stato adottato prima dell’entrata in vigore delle nuove norme e notificato successivamente alla data del 30 dicembre 2022. Infatti, pur trattandosi di norma processuale essa reca un trattamento di favore “sostanziale” nell’ipotesi di non prosecuzione del processo nei gradi successivi. L’applicazione retroattiva colma la circostanza di fatto che - già in vigore la norma premiale - il condannato non abbia ricevuto l’avviso al momento dell’emissione del decreto in data ante Riforma.
agrigentooggi.it, 13 gennaio 2024 Un detenuto si è tolto la vita, impiccandosi nella cella che occupava nel padiglione “Alta sicurezza” del carcere “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento. La tragedia si è verificata ieri mattina. A ritrovare il corpo, quando era ormai troppo tardi, sono stati gli agenti della polizia Penitenziaria. Inutile ogni tentativo di soccorso. Non si conoscono i motivi del tragico gesto. È stata aperta un’inchiesta che viene coordinata dalla Procura della Repubblica. Appena pochi giorni fa, nella Casa circondariale di contrada “Petrusa” c’era stata una rivolta, poi rientrata, grazie all’opera di mediazione del personale della Penitenziaria.
anconatoday.it, 13 gennaio 2024 Dopo il decesso di Matteo Concetti questa notte è stato trovato privo di vita un 41enne. A dare l’allarme sono stati gli altri detenuti. Era finito dentro dopo un arresto per droga che risale al 3 gennaio scorso. C’è un altro morto nel carcere di Montacuto. Si tratta di un detenuto, 41 anni. È il secondo decesso, nella Casa circondariale, in una settimana. Il 5 gennaio era stato trovato impiccato, in una cella di isolamento, Matteo Concetti, 25 anni, fermano.
di Gianni Vigoroso
ottopagine.it, 13 gennaio 2024 Ciambriello: “Il diritto alla salute prevale su tutto”. Ancora un morto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Il diritto alla salute all’art. 32 della Costituzione, sancito come diritto fondamentale, prevale sugli altri diritti, compreso quello della sicurezza, perché è il diritto alla vita. Il detenuto frequentava tre volte a settimana il centro dialisi, ma stamattina poiché aveva la febbre, non è uscito per effettuare la dialisi. È stato due ore nell’infermeria del carcere, dove è stato monitorato dalle figure professionali presenti. Era un dializzato cronico.
di Andrea Aversa
L’Unità, 13 gennaio 2024 Il giovane napoletano aveva 32 anni. È stato trovato senza vita in cella lo scorso 5 gennaio. Sul corpo c’erano segni di violenza. La Procura ha avviato un’indagine contro ignoti per omicidio. L’esame autoptico, rinviato lo scorso 8 gennaio, stabilirà le vere cause del decesso. L’esame autoptico è stato rinviato nei giorni scorsi a causa dell’indisponibilità, per motivi di salute, di uno dei periti. È di oggi, secondo quanto appreso da l’Unità, la notizia per la quale l’autopsia sulla salma di Alessandro Esposito sarà eseguita il prossimo lunedì, 15 gennaio. Il giovane, 32 anni, è stato trovato senza vita in cella nel carcere di Poggioreale. Era lo scorso 5 gennaio e sul corpo della vittima sono stati riscontrati segni di violenza.
linkoristano.it, 13 gennaio 2024 Non ci sarebbero tracce di percosse ma un’analisi completa sul corpo non è stata possibile a causa delle condizioni precarie. Non sarebbero state individuate tracce di lesioni compatibili con un pestaggio o percosse sul corpo di Stefano Dal Corso, il detenuto di Roma morto all’età di 42 anni, nel carcere di Massama, il 12 ottobre del 2022. È quanto trapela dopo l’autopsia effettuata oggi al Policlinico Gemelli di Roma dal medico legale Roberto Demontis, incaricato dalla procura della repubblica di Oristano che ha aperto un nuovo fascicolo per omicidio volontario, dopo aver indagato in precedenza per suicidio.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 13 gennaio 2024 Invasioni di cimici, presenza di volatili e gravi carenze strutturali: il carcere di Sollicciano a Firenze, è stato recentemente oggetto di un’ordinanza emessa dal magistrato di Sorveglianza. L’ordinanza riguarda un detenuto del penitenziario e ha evidenziato un quadro da terzo mondo. Lo stesso magistrato ha effettuato una visita al carcere il 24 agosto 2022, durante la quale ha potuto constatare le condizioni degradanti in cui i detenuti sono costretti a vivere. In particolare, sono state riscontrate infiltrazioni d’acqua, presenza di muffa e condensa, e invasione di insetti come cimici e zanzare. Le celle detentive sono risultate in condizioni igienico- sanitarie insufficienti, con calcare sui piatti doccia e sulle mattonelle di rivestimento.
di Angiola Petronio
Corriere del Veneto, 13 gennaio 2024 Il sottosegretario Ostellari nel carcere di Verona, l’appello agli imprenditori: “Producete qui”. La Regione studia la creazione di sportelli psicologici e di task force multifunzionali per prevenire il disagio. Tre suicidi e due tentati suicidi in pochi mesi, una polemica sui presunti privilegi del killer di Giulia: con queste premesse è nata la visita del sottosegretario alla Giustizia Ostellari a Montorio: “Non ho visto privilegiati, per savare i detenuti bisogna farli lavorare”.
di Andrea G. Cammarata
Il Resto del Carlino, 13 gennaio 2024 Parliamo di inclusione anche per le persone private della libertà. È la Rimini che pensa ai diritti dei detenuti e lo fa tramite un imminente convegno dedicato proprio alle pene alternative al carcere. Intanto la tanto discussa Sezione prima dei Casetti, verrà finalmente ristrutturata con lo scopo di sanare le indecorose situazioni di “vivibilità”. In contrasto con l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
di Eleonora Biral
trevisotoday.it, 13 gennaio 2024 Con un accordo tra la casa circondariale di Treviso e la Cooperativa Alternativa Ambiente, 24 detenuti che hanno già svolto la riabilitazione nel polo occupazionale sono stati assunti come soci e percepiranno un salario. Tutto nasce dalla legge 193/2000, più comunemente chiamata legge Smuraglia, atta a favorire l’attività lavorativa dei detenuti. Attraverso tale norma si consente al carcerato di lavorare e percepire un salario, nonché gli si garantisce, in alcuni casi, un’occupazione quando sarà uscito di prigione. Non solo, la legge Smuraglia consente un risparmio sui costi sociali di mantenimento della famiglia del detenuto.
di Simona Buscaglia
Corriere della Sera, 13 gennaio 2024 Primo test con due strumenti che saranno dati in dotazione alle pattuglie chiamate a intervenire in situazioni rischiose. A premere sull’acceleratore per dare in dotazione i taser anche ai vigili è Franco Gabrielli, il super consulente sulla sicurezza chiamato dal sindaco Beppe Sala. Ne ha parlato venerdì, durante la sua audizione in Commissione consiliare, precisando che è stata una delle prime informazioni che ha chiesto quando è arrivato nel “Comitato per la sicurezza e la coesione sociale”: “Si tratta di un tema di salvaguardia degli operatori della polizia locale”, ha detto.
AFFARI SOCIALI
di Sabino Cassese
Il Foglio, 13 gennaio 2024 Tutto vero quello che pensiamo dell’Italia e dei suoi problemi? Per capire chi siamo e come stiamo cambiando, ci può aiutare la statistica. Le risposte dell’Istat sul rapporto tra società e istituzioni, con qualche domanda in sospeso. Se ci si ammala nel Sud, ci si va a curare nel Nord. È una manifestazione di sfiducia dei meridionali nei confronti della sanità, che essi stessi gestiscono, attraverso le regioni? È anche un segno del fatto che l’Italia non è ancora unita, tanto che i diritti che spettano a un terzo della popolazione (quanti sono gli abitanti del Sud), hanno ancora bisogno di essere garantiti fissando a livello nazionale i livelli essenziali delle prestazioni? Si fa un gran discutere di autonomia differenziata, un tema che spaventa perché potrebbe rappresentare la “secessione dei ricchi”.
di Marco Balzano
Corriere della Sera, 13 gennaio 2024 I provvedimenti annunciati sotto la spinta della reazione collettiva all’uccisione di Giulia Cecchettin non sembrano più all’ordine del giorno. Questo agitarsi convulso, così contrario al lavoro di regia e di meticolosa preparazione cui sarebbe chiamata la politica, conduce spesso a cavarsela con gli slogan. Mentre nuovi femminicidi si consumano con una cadenza che dà i brividi - cinque donne dall’inizio dell’anno - i provvedimenti annunciati sotto la spinta della reazione collettiva all’uccisione di Giulia Cecchettin non sembrano più all’ordine del giorno. Così, ora che l’attenzione sul caso sta calando, si avverte meglio la fumosità di tante dichiarazioni, confezionate più per assecondare l’indignazione e lo sconcerto dell’opinione pubblica che per cambiare radicalmente una situazione ormai insostenibile.
di Luca Bottura
La Stampa, 13 gennaio 2024 Prima o poi doveva succedere: a furia di non separare i fatti dalle opinioni, abbiamo separato i fatti dai fatti. Non da ieri, ovviamente. Ma la surreale arringa difensiva di Matteo Salvini al processo Open Arms parrebbe marcare un punto di non ritorno. Se solo quel punto non fosse alle nostre spalle da tempo. Dire, come ha detto, che nel “suo” governo (suo?) i morti in mare diminuirono, può significare tre cose. La prima è processualmente nefasta: se era suo, Conte, Toninelli e Di Maio allora non c’entrano. La seconda è che questo governo è evidentemente altrui, di qui Cutro e altre stragi, accadute mentre Piantedosi spediva le navi di soccorso il più lontano possibile da gente che affoga.
di Laura Anello
La Stampa, 13 gennaio 2024 Il leader della Lega rivendica i buoni risultati sul calo degli sbarchi, ma fu l’effetto del patto Italia-Libia siglato da Minniti. E le vittime nel Mediterraneo aumentarono. Lo scandisce all’apice di una dichiarazione spontanea che dura 59 minuti, con toni da comizio. “Durante la mia gestione del ministero dell’Interno sono diminuiti in maniera considerevole gli sbarchi e soprattutto i morti, di questa cosa ne vado orgoglioso innanzitutto come genitore. Meno sbarchi e meno morti, cosa che non è accaduta dopo”. Parla nell’aula bunker di Palermo Matteo Salvini, sotto processo per sequestro di persona per il caso della nave Open Arms, quando dal 2 al 20 agosto 147 migranti salvati dall’imbarcazione dell’Ong - 32 minorenni - rimasero in mare senza potere sbarcare.
di Daniele Zaccaria
Il Dubbio, 13 gennaio 2024 Parlano i legali di Tel Aviv in udienza alla Corte internazionale di giustizia. Respinte le accuse mosse dal Sudafrica, rivendicato il diritto a difendersi. Israele non ci sta e respinge con sdegno l’iniziativa del Sudafrica che ha portato lo Stato ebraico davanti la Corte internazionale di giustizia (Cig) con l’accusa, gravissima, di genocidio. Dopo le requisitorie di Pretoria, il secondo giorno di udienze a l’Aja è consacrato alle repliche della difesa. E il team legale di Tel Aviv, pur non potendo negare le stragi di civili a Gaza (23mila vittime in tre mesi), punta a dimostrare che dietro l’offensiva militare contro Hamas non c’è nessuna volontà di sterminio della popolazione palestinese.
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