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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di venerdì 9 febbraio 2024
di Franco Corleone
L’Espresso, 9 febbraio 2024 Il carcere sta precipitando in una crisi irreversibile con la rancida ripetizione dell’abominevole realtà del sovraffollamento e la riproposizione della tragedia dei suicidi e, di contro, le stanche e consunte lamentazioni con richieste minimaliste, in linea con il dominante riformismo senza riforme. Ora la Corte costituzionale, con una sentenza rivoluzionaria, ha affermato la strada del diritto e della dignità e ha indicato un percorso per l’amministrazione penitenziaria e la magistratura di sorveglianza di profondo cambiamento, senza nascondere la necessità e la difficoltà di superare abitudini cristallizzate.
di Paolo Pandolfini
Il Riformista, 9 febbraio 2024 La prossima settimana verrà discussa la proposta di legge del deputato Giachetti (Italia Viva): “Si riconosce che il Parlamento non può continuare a far finta di nulla”. Bernardini: “Una scelta importante e non scontata”. Verrà discussa la prossima settimana la proposta di legge del deputato di Italia viva Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata. Lo ha deciso ieri la maggioranza nell’Aula di Montecitorio prendendo l’impegno di incardinare alla prima seduta utile della Commissione Giustizia della Camera, presieduta dal meloniano Ciro Maschio, il ddl a firma Giachetti per affrontare il problema del sovraffollamento carcerario attraverso l’adozione di misure temporanee e straordinarie di liberazione anticipata.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 9 febbraio 2024 Il deputato di Italia viva in sciopero della fame da 17 giorni: “L’aumento dei suicidi fra i detenuti conferma che c’è un’emergenza. Il Parlamento approvi la nostra proposta sulla liberazione anticipata speciale”. “Un buon segnale che ci fa ben sperare”. Roberto Giachetti, deputato di Italia viva, è giunto al diciassettesimo giorno di sciopero della fame per manifestare contro il sovraffollamento nelle carceri, insieme a Rita Bernardini, presidente di “Nessuno tocchi Caino”. La sua speranza è data dalla decisione con cui ieri l’Aula della Camera ha fissato alla prossima settimana l’inizio dell’iter in commissione Giustizia della proposta di legge sulla liberazione anticipata speciale promossa proprio da “Nessuno tocchi Caino” e presentata alla Camera da Italia viva.
di Errico Novi
Il Dubbio, 9 febbraio 2024 Schlein all’evento sull’emergenza penitenziaria: “Perdo voti? Non m’interessa: e poi se rieduchi, riduci i reati”. Rita Bernardini ha appena finito di parlare. Ha sferzato platea e dirigenti dem, all’evento del Nazareno su “Emergenza carcere, la svolta necessaria”. Sussurra: “Gliel’ho detto: volete che il centrodestra discuta di liberazione anticipata speciale? E allora non è che gli mettete prima due dita negli occhi”. La presidente di Nessuno tocchi Caino li ha appena avvertiti: “Dovete dialogare con la maggioranza”. Sul “banco”, lo stato maggiore del Pd sulla giustizia.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 9 febbraio 2024 La segretaria Pd conclude il convegno al Nazareno ma non si pronuncia sulle proposte. Liberazione anticipata speciale, accordo alla Camera tra Iv e la maggioranza. “Bisogna capovolgere il paradigma delle destre che con leggi e provvedimenti securitari stanno già aumentando gli ingressi in carcere. Non è neutro il sistema di funzionamento del nostro sistema penale. La politica non solo non ha avuto un buon rapporto con il carcere ma ha contribuito a inquinare il dibattito perché qualcuno ricerca il consenso facile su questo tema. Mentre noi ci teniamo a mettere la condizione del carcere al centro di una riflessione politica, perché dice molto di quale visione di società abbiamo”.
di Andrea Oleandri*
Ristretti Orizzonti, 9 febbraio 2024 “Il sistema penitenziario italiano si avvicina a passi da gigante a livelli di sovraffollamento che configurerebbero un trattamento inumano e degradante generalizzato delle persone detenute. Bisogna prendere provvedimenti e prenderli ora perché, con gli attuali ritmi di crescita, a fine 2024 saremo in una condizione drammatica. I 15 suicidi di questo primo mese e mezzo dell’anno siano un campanello d’allarme che risuona. Ci appelliamo al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché richiami il Parlamento a discutere del tema carcere e a farlo basandosi su scelte pragmatiche e non su approcci ideologici”. A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 9 febbraio 2024 La Puglia e la Lombardia sono le regioni più in difficoltà, con tassi di affollamento rispettivamente del 143,1% e del 147,3%. I recenti aggiornamenti sui dati del sovraffollamento carcerario confermano una tendenza preoccupante e sempre più allarmante. Secondo i dati appena aggiornati dal ministero della Giustizia, al 31 gennaio di quest’anno, il numero di detenuti ha raggiunto la cifra record di 60.637, rispetto a i soli 51.347 posti ufficiali disponibili. Ciò significa che il sistema carcerario italiano opera di gran lunga oltre il suo limite, senza dimenticare che vanno sottratti 3.000 posti inagibili. Una tendenza in crescita che vede un incremento significativo rispetto all’anno precedente, con un aumento di oltre 7.000 detenuti dall’inizio del 2021.
di Simona Ciaramitaro
collettiva.it, 9 febbraio 2024 Sono già 16 i suicidi nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno e nel 2023 sono stati in tutto 69 i detenuti che si sono tolti la vita. Un numero impressionante, dice Denise Amerini, responsabile carcere e dipendenze dell’area Stato sociale e diritti della Cgil, sottolineando che gli ultimi due casi, a Caserta e Verona, riguardano un uomo disabile di 58 anni costretto su una carrozzina e un altro di 38 anni, di origine ucraina, appena dimesso da un reparto psichiatrico.
di Simona Musco
Il Dubbio, 9 febbraio 2024 “A Milano due psicologhe del carcere locale sono attualmente sotto indagine da parte della procura della Repubblica per aver fatto il loro mestiere e addirittura l’avvocata che difende l’imputata è sotto accusa. Credo che questa sia una enormità, ma certamente se già le persone sono poche, non vengono pagate e poi quando fanno il loro lavoro c’è anche un pubblico ministero che le mette sotto indagine, mi pare che arriviamo a un livello completamente incontrollabile. Da politico, da senatore e anche da lettore dei giornali ho trovato che fosse una notizia veramente ai limiti dell’abnormità”. A lanciare l’allarme, dall’aula del Senato, è Ivan Scalfarotto, di Italia Viva.
di Francesco Gentile
La Discussione, 9 febbraio 2024 Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro ha siglato un protocollo d’intesa con la Cassa delle Ammende, mirato a favorire il reinserimento socio-lavorativo dei detenuti e a ridurre il tasso di recidiva. Questa collaborazione si inserisce nell’ambito di un accordo interistituzionale precedentemente sottoscritto dal Cnel con il Ministero della Giustizia, finalizzato a promuovere un lavoro penitenziario formativo e professionalizzante, ottimizzando l’impiego del tempo durante la reclusione e potenziando le competenze personali dei detenuti. Il Cnel si impegnerà a fornire consulenza e supporto tecnico alla Cassa delle Ammende per elaborare linee guida e procedure standardizzate, volte a potenziare la qualità dei programmi e dei progetti di inclusione lavorativa e di formazione dei detenuti.
di Sabino Cassese
Il Foglio, 9 febbraio 2024 Lentezza delle procedure, invasioni di campo, tendenza a riscrivere le leggi, equivoci sul ruolo del Csm. Una macchina che in Italia non funziona. E la responsabilità in alcuni casi è degli stessi giudici. Macroscopiche invasioni nello spazio pubblico, in cui dovrebbe astenersi dall’entrare. Pericolosa tendenza a riscrivere le leggi. Utilizzazione di magistrati in uffici del potere esecutivo, a cominciare dal ministero della Giustizia. Debole esercizio del potere di nomofilachia. Utilizzo del Consiglio superiore della magistratura (Csm) come organo di autogoverno, invece che di garanzia dell’indipendenza dei giudici. Crescente sfiducia dell’opinione pubblica nell’ordine giudiziario. Non tutti questi malfunzionamenti della macchina della giustizia dipendono solo dai giudici stessi.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 9 febbraio 2024 Accordo solo sull’aumento delle case famiglia per evitare la piaga dei bimbi in cella. È proseguita ieri nell’Aula del Senato la votazione degli articoli del Ddl Nordio - Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare. Dopo l’approvazione dell’articolo 1 che abroga l’abuso di ufficio, ieri sono stati approvati altri quattro articoli e bocciati gli emendamenti dell’opposizione. L’articolo due prevede, tra l’altro, di rafforzare la tutela del terzo estraneo al procedimento rispetto alla circolazione delle comunicazioni intercettate, prevedere l’interrogatorio di garanzia prima dell’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, introdurre la decisione collegiale per l’ordinanza applicativa della custodia in carcere ...
di Paolo Pandolfini
Il Riformista, 9 febbraio 2024 È iniziata ieri in Senato la discussione generale sul disegno di legge Nordio, il primo di una lunga serie, che a regime andrà a riformare la giustizia. Un testo, a detta del Guardasigilli, improntato ai valori del liberalismo e del garantismo giuridico. Il ddl prevede diversi interventi su vari fronti: sull’inappellabilità delle sentenze di primo grado da parte del pm, il gip collegiale, l’interrogatorio di garanzia prima delle misure di custodia cautelare in carcere e soprattutto l’abolizione dell’abuso d’ufficio e la ridefinizione del reato di traffico di influenze. L’istruttoria del disegno di legge governativo è stata particolarmente accurata ed ha visto la Commissione giustizia di Palazzo Madama impegnata in un lungo ciclo di audizioni e poi in un serrato confronto sui diversi aspetti del provvedimento.
di Felice Manti
Il Giornale, 9 febbraio 2024 Invano. Sono passati quarant’anni dal giorno in cui venne arrestato un innocente Enzo Tortora, diventato da allora il simbolo di tutte le vittime degli errori giudiziari. Era il 17 giugno del 1983. “Ma da allora è cambiato ben poco”, dice al Giornale il deputato di Forza Italia e vicepresidente della commissione Giustizia alla Camera, Pietro Pittalis. Che ieri, mentre al Senato si discuteva la riforma della giustizia con l’approvazione di Palazzo Madama all’abolizione dell’abuso d’ufficio, ha (ri)lanciato la proposta di istituire per il 17 giugno la Giornata nazionale alle vittime di ingiusta detenzione ed errori giudiziari in Italia, che riprende un’iniziativa della scorsa legislatura con un disegno di legge firmata anche dal Partito Radicale ...
di Stefano Zirulia*
Il Manifesto, 9 febbraio 2024 Dietro la dura sentenza su Cutro c’è il fatto che l’imputato è il solo soggetto che le autorità riescono a individuare, così su di lui si riversa tutta la domanda collettiva di repressione. Come di consueto, bisognerà attendere le motivazioni della sentenza per comprendere le ragioni che hanno condotto il Gup di Crotone a infliggere a uno dei presunti “scafisti” del naufragio di Cutro la pena esemplare di venti anni di reclusione e tre milioni di euro di multa. Sin d’ora, tuttavia, si possono formulare alcune considerazioni relativamente al più ampio contesto nel quale questa condanna si colloca; considerazioni che rivelano come la risposta finora offerta dal nostro ordinamento al fenomeno del traffico di migranti via mare sia risultata ingiustamente repressiva e al tempo stesso inefficace.
primocanale.it, 9 febbraio 2024 Si tratta di un marocchino soccorso in cella due giorni fa e deceduto oggi all’ospedale San Martino. “Il 16esimo detenuto che dall’inizio dell’anno si è tolto la vita è spirato oggi nel tardo pomeriggio all’ospedale San Martino di Genova, dopo che l’altro ieri nella sua cella del carcere di Marassi aveva tentato l’impiccagione non senza aver prima manomesso la serratura del cancello per ritardare l’intervento della Polizia penitenziaria. Ritardo che, in effetti, gli è stato probabilmente fatale atteso che nonostante i soccorsi e il successivo ricovero in ospedale non ce l’ha fatta. Nato in Marocco 28 anni fa, fra tre mesi avrebbe finito di scontare la pena inflittagli per reati contro il patrimonio”.
di Jacopo Storni
Corriere Fiorentino, 9 febbraio 2024 “Le condizioni di vita dei detenuti non possono essere disumane come quelle che tante volte abbiamo visto e denunciato a Sollicciano e non solo. Un ambiente degno di un Paese civile è dovuto anche a persone che hanno sbagliato, o addirittura sono ancora in attesa di giudizio, quest’ultima categoria molto consistente nel carcere fiorentino”. Sono le parole di Enzo Brogi, responsabile dipartimento diritti del Pd toscano, e Iacopo Melio, consigliere regionale e responsabile dipartimento inclusione dei Democratici a livello nazionale, all’indomani della notizia, pubblicata dal Corriere Fiorentino, del ricorso di massa di 200 detenuti al quale sta lavorando l’associazione di giuristi Altro Diritto per chiedere uno sconto di pena a causa delle condizioni degradanti del penitenziario fiorentino.
Corriere del Veneto, 9 febbraio 2024 Un presidio che si è tenuto ieri a Montorio - organizzato da Verona Radicale e al quale hanno partecipato una ventina tra partiti e associazioni che ha voluto “contribuire ad accendere un faro sul dramma della situazione carceraria italiana e richiamare il governo sulla necessità di misure urgenti”. E un’interrogazione parlamentare depositata al Senato dal gruppo Alleanza Verdi Sinistra. Resta alta l’attenzione sul carcere veronese e sui 5 suicidi in tre mesi. E a rivolgersi al ministro della Giustizia Carlo Nordio è la senatrice veronese Aurora Floridia, prima firmataria di un’interrogazione sottoscritta anche da Peppe De Cristofaro, Tino Magni e Ilaria Cucchi.
di Marianna Vazzana
Il Giorno, 9 febbraio 2024 Capienza raddoppiata ma i posti, a quanto pare, non bastano mai. Il sovraffollamento del carcere minorile Beccaria torna a galla con la vicenda dell’accoltellamento della professoressa di Varese. Il diciassettenne arrestato con l’accusa di tentato omicidio è stato accompagnato nel penitenziario di via Calchi Taeggi anche se, proprio perché l’istituto è pieno, apprendiamo, potrebbe essere trasferito in un’altra struttura. Nel corso dell’interrogatorio il giovane ha negato di aver premeditato il gesto, ha spiegato di non aver colpito con l’intento di uccidere e si è detto dispiaciuto, chiedendo scusa alla vittima. Il gip del Tribunale per i minorenni di Milano ha disposto la custodia cautelare in carcere, in particolare sulla base del pericolo di reiterazione del reato.
di Cesare Giuzzi
Corriere della Sera, 9 febbraio 2024 Dopo la lettera di protesta di 102 operatori, volontari e associazioni legate all’ambito penitenziario” ora si muovono gli avvocati: “È una protesta in difesa del processo e della funzione difensiva”. L’ultimo atto - di una vicenda certamente non ancora chiusa, anzi - è lo sciopero annunciato dai penalisti milanesi il prossimo lunedì 4 marzo. Giorno dell’udienza del processo ad Alessia Pifferi, la mamma accusata di aver lasciato morire di stenti la piccola Diana di 18 mesi nel luglio di due anni fa. Un giorno simbolico anche perché in quella data sarà stata depositata la perizia psichiatrica sulla donna ordinata dalla Corte d’Assise.
di Alessandra Codeluppi
Il Resto del Carlino, 9 febbraio 2024 Il pubblico ministero Maria Rita Pantani ha chiesto il rinvio a giudizio per dieci agenti di polizia penitenziaria accusati, a vario titolo, di tortura e lesioni - oltreché di falso - nei confronti di un tunisino 44enne, in passato detenuto nel carcere della Pulce. L’udienza preliminare è stata fissata il 14 marzo davanti al giudice Silvia Guareschi. L’indagine si riferisce ai fatti avvenuti il 3 aprile 2023, vicenda che fu anticipata dal Carlino. Nel registro degli indagati erano stati iscritti inizialmente 14 nomi: le restanti quattro posizioni sono state momentaneamente stralciate, in attesa delle motivazioni del riesame sull’appello promosso dalla Procura su coloro ai quali il gip Luca Ramponi non aveva dato la misura cautelare.
di Beatrice Branca
Corriere del Trentino, 9 febbraio 2024 Piergiorgio Bortolotti aiutava i detenuti a creare il giornale della Casa circondariale. Alla direzione del carcere non sarebbero piaciuti alcuni articoli critici. Ai volontari Apas è stato rinnovato il permesso di entrare nella casa circondariale di Trento per il 2024. A tutti tranne che allo scrittore Piergiorgio Bortolotti. Nessun avviso, nessuna spiegazione ma solo l’amara sorpresa di non ricevere dopo 10 anni un’autorizzazione che gli permettesse di portare avanti l’attività di “Non solo dentro”, il giornale che dà voce alle storie e ai pensieri dei detenuti e che da ormai cinque anni viene distribuito assieme al settimanale diocesano “Vita Trentina”.
di Tommaso di Giannantonio
iltquotidiano.it, 9 febbraio 2024 Il coach Marco Crespi nella casa circondariale di Trento: “Tutte le volte che entro e li vedo correre sono felice”. Si apre il cancello. E si oltrepassa la soglia. Primo box di controllo: si lascia la carta d’identità a un agente. Poi si attraversa una strada e si accede a un’altra struttura. Telefono, chiavi, giubbotto: finisce tutto in un armadietto. Si apre e si chiude un’altra porta in alluminio. Si torna all’aperto: un piazzale squadrato da muri. Altra porta, altra struttura, l’ultima. Si consegnano nome e cognome a un altro agente di polizia penitenziaria. Ora il portone automatico schiude a corridoi larghi e pallidi. Le finestre sono rinforzate dalle inferriate.
di Donatella Stasio
La Stampa, 9 febbraio 2024 Aver impedito la sua presentazione nel carcere di San Vittore è stato un momento triste per la democrazia. Avremmo raccontato la storia della Consulta, un’istituzione di garanzia che fissa i limiti al potere politico. Di che cosa avrei parlato con i detenuti di “Costituzione Viva” del carcere di San Vittore se, ad appena 24 ore dall’incontro sul libro “Storie di diritti e di democrazia. La Corte costituzionale nella società”, scritto insieme al presidente emerito della Consulta Giuliano Amato, non fosse arrivato l’”ordine” dell’Amministrazione penitenziaria di bloccare tutto?
di Maurizio Crippa
Il Foglio Quotidiano, 9 febbraio 2024 La battuta di Papa Francesco, “Chi sono io per giudicare?”, in fondo ha avuto successo perché, a un livello popolare, individua un dubbio che da tempo attanaglia anche i piani alti della cultura, filosofia e diritto, e del potere costituito: chi può giudicare, e di conseguenza stabilire una punizione, una pena, per chi trasgredisce una norma? E quale norma, e quale pena? Il concetto di “punizione” è connaturato alla storia delle civiltà, ma la riflessione su cosa sia, a cosa serva, fa parte dei grandi dubbi del nostro tempo. Segnato appunto da “una progressiva delegittimazione dei tipi tradizionali di pena”. Allo stesso tempo, però, a livello sociale e politico l’idea del punire in modo “retributivo” o anche puramente “afflittivo” è tornata potente.
di Pietro Forti
micromega.net, 9 febbraio 2024 Un’ispezione straordinaria nel CPR di Ponte Galeria evidenzia di nuovo le condizioni disumane in cui sono detenuti gli immigrati “irregolari”, ma la destra continua a puntare sul modello dei lager gestiti da privati. Se è innegabile la responsabilità dei governi di sinistra nell’aver istituzionalizzato la disumanità in termini di “accoglienza”, il governo Meloni sta facendo un passo in avanti per moltiplicare un modello che isola, umilia e uccide.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 9 febbraio 2024 Le Sezioni Unite civili della Cassazione hanno emesso ieri due ordinanze interlocutorie con le quali chiedono alla Corte di Giustizia europea di pronunciarsi in via d’urgenza sulla garanzia finanziaria di circa 5mila euro che un richiedente asilo deve versare per evitare di essere trattenuto in un centro alla frontiera in attesa dell’esito dell’iter della domanda di protezione.
di Francesco Machina Grifeo
Il Sole 24 Ore, 9 febbraio 2024 Le Sezioni Unite della Cassazione decidendo sui ricorsi proposti dal Ministero dell’interno contro i decreti del Tribunale di Catania, con due ordinanze di oggi hanno rimesso la questione alla Corte di giustizia. Sarà la Corte di giustizia europea a decidere sulla legittimità della garanzia di 5mila euro, da versare in un’unica soluzione personalmente o al più mediante fideiussione bancaria, da parte dei migranti irregolari, sprovvisti dei prescritti documenti, come alternativa al trattenimento alla frontiera. Le Sezioni Unite civili della Cassazione decidendo sui ricorsi proposti dal Ministero dell’interno contro i decreti del Tribunale di Catania hanno infatti reso due ordinanze interlocutorie di identico contenuto (n. 3562 e n. 3563) con le quali hanno rimesso in via pregiudiziale la questione alla Cgue.
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 9 febbraio 2024 La sopravvenuta interpretazione non consente di respingere l’istanza reiterata, ma obbliga a un nuovo esame nel merito se costituisce presupposto per il suo possibile accoglimento. La domanda respinta di riconoscimento dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria può essere riproposta in base a una nuova interpretazione della normativa applicabile fornita dalla Corte di giustizia Ue, se in base a essa sussiste la probabilità di accoglimento dell’istanza dello straniero, cioè la sentenza della Cgue può rappresentare quel motivo “nuovo” che giustifica la riapertura dell’esame dell’istanza a suo tempo presentata e respinta. In tal caso lo Stato membro non potrà seccamente respingere la riproposizione della domanda giudicandola irricevibile in quanto reiterata.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 9 febbraio 2024 Secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani la cittadina Ilaria Salis non deve scontare i domiciliari nell’ambasciata italiana a Budapest perché potrebbe frugare nei cassetti che custodiscono documenti riservati. È il succo dell’informativa di ieri alla Camera, il punto che ha fatto scaldare gli animi tra i deputati. La rivelazione arriva dopo una mezz’ora in cui il leader di Fi elenca i tanti e timidi passi compiuti dalla rappresentanza diplomatica nelle lande magiare per provare a rimediare alle indegne condizioni delle prigioni di Orbán. L’elenco dovrebbe servire a mostrare che la Farnesina si è impegnata subito, lontano dai riflettori. Invece svela solo l’impotenza degli Esteri che sapevano cosa accadeva ma non sono riusciti neanche a impedire che Salis fosse trascinata in tribunale con guinzaglio e catene.
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