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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 8 febbraio 2024
di Errico Novi
Il Dubbio, 8 febbraio 2024 Drammatica audizione di Giovanni Russo ieri alla Camera. Apertura sulle “comunità” per chi è a fine pena. Oggi l’evento del Pd sul carcere. È raggelante. Il capo del Dap Giovanni Russo non si rifugia nelle perifrasi. Non elude la tragedia dei suicidi in cella. E forse, la sincerità del suo intervento di ieri alla Camera restituisce un quadro persino più grave del previsto. Soprattutto quando, nel cercare una spiegazione alla tragica scia di morte di inizio 2024, con 15 detenuti che si sono tolti la vita dietro le sbarre, ammette che “ci sono pochi psicologi, pochissimi psichiatri, risorse limitate, e su questo non è all’orizzonte un’inversione di tendenza”.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 8 febbraio 2024 “Non c’è all’ordine del giorno da parte dei decisori ministeriali una misura contro il sovraffollamento. Pochi psicologi e pochissimi psichiatri. E d’ora in poi lavoreranno per meno ore”. In audizione alla Camera, il capo del Dap Giovanni Russo: “Serve un diverso approccio”. “Abbiamo oggettivamente un incremento di circa 400 detenuti in più ogni mese nelle carceri italiane. Ad oggi abbiamo 60.814 detenuti. Di questi, 43mila sono comuni e gli altri si dividono in alta sicurezza e 41 bis”. Il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Giovanni Russo davanti ai deputati della commissione Giustizia non può far altro che scattare una fotografia dell’attuale “emergenza” carceraria.
di Thomas Usan
La Stampa, 8 febbraio 2024 “Se le presenze dovessero ancora crescere, tra un anno saremo oltre le 67 mila presenze, come ai tempi della condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo”. Nel 60,5% delle carceri italiane non è sempre garantita l’acqua calda e il 31,4% delle strutture sono state costruite prima del 1940. Questi dati emergono dal report che l’associazione Antigone pubblica annualmente per verificare le condizioni degli istituti penitenziari italiani.
di Bepi Martellotta
Gazzetta del Mezzogiorno, 8 febbraio 2024 L’Unione delle Camere penali italiane ha deciso di fermarsi sino al 9 febbraio per denunciare le “vergognose e ingiuste condizioni di detenzione” italiane. Il disegno di legge Nordio è tornato al Senato e tutti, fuori dai “Palazzi”, si aspettano che si occupi dei problemi veri e reali della Giustizia, della quale ormai da tempo si dice faccia acqua da tutte le parti. E invece, questa macro-riforma che sembra voler risolvere e aggiustare, qui e là, altre micro-riforme che si sono succedute negli anni, di tutto si occupa tranne che della madre dei problemi della Giustizia, i suoi tempi.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 8 febbraio 2024 Il racconto dell’incontro con l’ideatore e conduttore del programma in onda dal 2001 su Radio Radicale. Un dialogo su molti temi legati alla detenzione con un fil rouge: l’amore per i diritti di tutte le persone. “Mi scandalizza l’indifferenza”. Una lunga intervista di VITA a Riccardo Arena. Mi accoglie davanti alla porta d’ingresso della redazione di Radio Radicale, nel centro di Roma, con l’entusiasmo e la passione per il suo lavoro e per l’amore verso il prossimo che lo caratterizzano e che si percepiscono già da una stretta di mano. È Riccardo Arena, ideatore nel 2001 della rubrica radiofonica Radio Carcere, in onda ogni martedì e giovedì alle ore 21.
di Luigi Manconi
La Repubblica, 8 febbraio 2024 Durante la notte del 5 gennaio scorso un detenuto è stato prelevato dalla sua cella nel carcere di Cagliari-Uta ed è stato tradotto al Pagliarelli di Palermo. Istituto penitenziario, quest’ultimo, dotato della sezione Alta sicurezza 3, riservata agli accusati di reati di stampo mafioso, traffico di droga e sequestro di persona. Nel caso di Tomaso Cocco, primario del reparto di Terapia del dolore dell’ospedale Binaghi di Cagliari, i giudici del tribunale del Riesame avevano escluso la sussistenza del reato di associazione di tipo mafioso e di associazione segreta. Il detenuto, coinvolto in una inchiesta sui rapporti illeciti tra criminalità organizzata e “colletti bianchi”, subisce da mesi una detenzione che nei fatti ignora la sentenza dei giudici del Riesame.
di Andrea Bocconi*
Il Fatto Quotidiano, 8 febbraio 2024 Poi tornerà, temo, ad essere rimosso dalle pagine dei giornali e dalle nostre coscienze. Aumenta il numero dei detenuti, aumentano i suicidi, ci sono carceri dove direttori coraggiosi, personale e volontari propongono alle persone detenute veri percorsi riabilitativi, fanno ciò che la Costituzione richiede. Tra le proposte importanti, in Italia e in molti altri paesi c’è quella della meditazione: Liberation Prison Project opera da venti anni in più di molti Istituti, prepara operatori selezionati. In un buon carcere, vedi Bollate, le recidive sono del 17 per 100, contro il 70 per cento medio.
di Federica Olivo
huffingtonpost.it, 8 febbraio 2024 In un’audizione sui suicidi in cella, il capo del Dap, Giovanni Russo, annuncia il piano: “Non daremo soldi, ma know how”. Ipotesi di creare spostare dal carcere a (nuove) comunità i detenuti con fine pena breve. Un’audizione che doveva essere incentrata sui suicidi in carcere, si è trasformata in una serie di annunci che potrebbero stravolgere il sistema penitenziario italiano. Parla poco Giovanni Russo, capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ma quando parla non si limita alle parole di circostanza. E allora eccolo, dopo essersi rammaricato per l’aumento delle persone che si sono tolte la vita in prigione nel 2024 - “una tendenza per noi inspiegabile” - annunciare, in commissione giustizia, alla Camera un paio di novità sorprendenti.
di Luca Sofri
ilpost.it, 8 febbraio 2024 È dargli la possibilità di lavorare: tra i detenuti che lo hanno fatto la recidiva è del 2 per cento, mentre per tutti gli altri è quasi del 70. Uno dei fattori che contribuiscono maggiormente all’annoso problema del sovraffollamento delle carceri italiane è la recidiva: la gran parte dei detenuti torna a commettere reati dopo aver scontato la propria pena ed essere uscita dal carcere, e quindi poi quasi sempre ci torna. Secondo i dati più recenti (aggiornati alla fine del 2022) diffusi dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (CNEL, un organo consultivo del governo) succede nel 68,7 per cento dei casi. Significa che più di 2 ex detenuti su 3, una volta in libertà, commettono di nuovo reati.
di Giulia Merlo
Il Domani, 8 febbraio 2024 Il provvedimento approvato al Senato, col sì di Azione e Italia Viva. Dubbi di costituzionalità sull’abrogazione dell’abuso d’ufficio ignorati, spetterà al Colle valutare se ratificarlo. Si sta rivelando un calvario l’approvazione del ddl Nordio, finalmente approdato in aula al Senato dopo il lungo iter di commissione e il via libera del Consiglio dei ministri nel giugno scorso. Il testo è un assaggio della riforma penale che il guardasigilli Carlo Nordio ha detto di avere in mente: sei articoli che toccano temi diversi e tutti forieri di polemiche e scontri d’aula. Tanto che il testo, che avrebbe dovuto venire approvato martedì, è stato oggetto di un compatto ostruzionismo d’aula da parte del Pd e del M5S, che almeno su questo hanno trovato una compattezza tattica.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 8 febbraio 2024 Ddl Nordio, con 99 sì e 50 no il Senato approva l’abrogazione della norma più temuta dagli amministratori. I dem: “Non personalizziamo le leggi”. Con 99 voti favorevoli, 50 voti contrari e 8 astenuti l’aula del Senato ha approvato, a votazione segreta, l’articolo 1 del ddl Nordio che prevede l’abrogazione del reato d’abuso d’ufficio. Respinti tutti gli emendamenti delle opposizioni. Il tema, come nella giornata precedente, è stato al centro della discussione.
di Francesca Schianchi
La Stampa, 8 febbraio 2024 Il ddl promesso dal governo a novembre, che contiene dalla stretta alle borseggiatrici alle rivolte in carcere, deve ancora cominciare l’iter in Parlamento. Se fosse stato già legge, i trattori rischierebbero fino a due anni di carcere per blocco stradale. A sentire la premier Giorgia Meloni poco meno di tre mesi fa, si trattava di un disegno di legge di cui essere orgogliosa. Un pacchetto sicurezza approvato in Consiglio dei ministri il 16 novembre contenente un florilegio di nuovi reati - dagli occupanti abusivi di case a chi partecipa o organizza rivolte nelle carceri a chi è responsabile di blocchi stradali ...
di Giulio Gori
Corriere Fiorentino, 8 febbraio 2024 L’allerta riguarda i carcerati, ma anche le guardie penitenziarie: “Nelle carceri italiane c’è un’emergenza salute mentale. In Toscana i contesti più problematici sono le case circondariali di Sollicciano a Firenze e Le Sughere a Livorno”. A dirlo è la dottoressa Ilaria Garosi, del gruppo di lavoro sulla psicologia penitenziaria dell’Ordine toscano degli psicologi. Che spiega che, oltre al dramma dei suicidi, si ripetono aggressioni e forme di autolesionismo.
di Jacopo Storni
Corriere Fiorentino, 8 febbraio 2024 Causa collettiva dei detenuti seguita dall’associazione Altro Diritto. Obiettivo: sconto di pena. Un ricorso collettivo di 200 detenuti per ottenere uno sconto di pena (o magari un trasferimento) per le condizioni estremamente fatiscenti del carcere di Sollicciano. È l’iniziativa a cui sta lavorando l’associazione di giuristi L’Altro Diritto all’indomani dello sconto di pena di 312 giorni concesso dal Tribunale a un detenuto sudamericano per le condizioni “disumane e degradanti” del penitenziario fiorentino. Ormai da una decina di giorni, i volontari dell’associazione hanno cominciato un lavoro a tappeto dentro Sollicciano per seguire i ricorsi di circa 200 detenuti ...
Corriere del Veneto, 8 febbraio 2024 Suicidio di Bassem Degachi nel carcere di Santa Maria Maggiore, il pm chiede l’archiviazione dell’inchiesta. E non perché quel giorno non ci siano state omissioni ma perché non ci sono le prove che l’uomo di 39 anni di origini tunisine e residente a Marghera poteva essere salvato. La famiglia si oppone e l’avvocato Marco Borella, legale di Dagachi, ha già impugnato l’atto, convinti che con un intervento immediato avrebbe potuto salvare Bassem.
ansa.it, 8 febbraio 2024 Lettera di un 53enne al Garante dei detenuti. “Pur essendo detenuto da più di 12 anni non mi viene garantito il diritto alla salute. Sono affetto da due patologie invalidanti, lombosciatalgia pregressa e cefalea a grappolo cronica, che prevedono presìdi e cure specialistiche, mai fornite dal sistema sanitario e dall’amministrazione penitenziaria”. Comincia così la lettera che Domenico Antonio Guglielmi, pregiudicato barese di 53 anni attualmente detenuto a Caltanissetta per reati legati alla criminalità organizzata, rivolge alla presidenza della Regione Sicilia, al Garante nazionale dei detenuti, al ministero della Sanità e “ai vari organi di competenza”. Le condizioni di Guglielmi sarebbero peggiorate nel corso degli anni tanto da renderlo “semi paralizzato”.
di Benedetta De Falco
La Repubblica, 8 febbraio 2024 Filippo, quarantenne tarantino detenuto dal 2022 nel carcere, pesa 270 chili. Il suo è un nome di fantasia, ma la storia è tutta vera: senza fissa dimora, ma non indigente, è detenuto nella casa circondariale di Bari in seguito ad una condanna per truffa. Il magistrato di sorveglianza ha disposto il suo ricovero in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), ma nelle due strutture pugliesi non ci sono posti. Potrebbe avere diritto alla detenzione domiciliare ma non ha un’abitazione.
di Tommaso Giani
Corriere Fiorentino, 8 febbraio 2024 C’è un pulmino da nove posti che ogni giorno sfreccia per Fucecchio scarrozzando gratuitamente bambini, anziani, ragazzi disabili. Dalle elementari ai doposcuola, dalle abitazioni ai centri diurni: andata e ritorno. Sulle fiancate del minivan campeggia la scritta “Semplicemente”, che è il nome dell’associazione di volontariato che - in collaborazione con il Comune - si occupa di questi trasporti sociali. Alla guida del pulmino c’è il mio amico Fabrizio, un sessantenne fucecchiese doc che potrebbe essere la pubblicità fatta persona del reddito di cittadinanza. Fabrizio che fino a dieci anni fa aveva vissuto di espedienti, senza diploma, senza un lavoro fisso, con alle spalle stranissimi commerci tra Italia e Romania e più di una fermata dietro le sbarre del carcere.
di Simona Musco
Il Dubbio, 8 febbraio 2024 Intanto confronto tra la procura generale e il procuratore Marcello Viola sull’attività del pm Francesco De Tommasi che, a processo in corso, ha indagato e perquisito due psicologhe in servizio a San Vittore che hanno eseguito un test per valutare l’imputata. La procura generale di Milano, guidata da Francesca Nanni, sta vigilando sulla gestione del processo e delle indagini connesse al caso di Alessia Pifferi, accusata di omicidio pluriaggravato per aver lasciato morire di stenti nel luglio 2022 la figlia Diana, di soli 18 mesi. Nanni si è confrontata con il procuratore Marcello Viola sull’attività del pm Francesco De Tommasi che, a processo in corso, ha indagato e perquisito due psicologhe in servizio al carcere San Vittore ...
lapresse.it, 8 febbraio 2024 In 102 hanno firmato una lettera aperta inviata alla Procuratrice generale di Milano. Oltre 100 fra operatori penitenziari di Milano, preti, avvocati, associazioni, sindacati e politici contro l’inchiesta della Procura di Milano sulle psicologhe in carcere di Alessia Pifferi. In 102 hanno firmato una lettera aperta inviata alla Procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni, e alla presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Giovanna Di Rosa, per esprimere “preoccupazione” rispetto all’indagine del pm Francesco De Tommasi sulle due professioniste della casa circondariale di San Vittore, indagate per favoreggiamento e falso ideologico, e per le “perquisizioni” in cui sono state coinvolte le “famiglie” delle operatrici ...
di Veronica Valente
lecceprima.it, 8 febbraio 2024 Per tre giorni, a partire da oggi, i penalisti leccesi si asterranno dalle udienze. Tra i temi caldi: sovraffollamento carcerario e suicidi nei penitenziari. Nel carcere di Borgo San Nicola sono presenti 1.301 detenuti a fronte dei 798 posti regolamentari, quindi ci sono ben 503 persone in più. Nell’ultimo anno, inoltre nei penitenziari di Lecce e Taranto, ci sono stati complessivamente 5 suicidi, 116 tentati suicidi, 294 episodi di autolesionismo, 240 scioperi della fame, 100 scioperi della terapia, 45 aggressioni fisiche al personale di polizia.
La Nazione, 8 febbraio 2024 L’appello del presidente della Camera penale: “Grande collaborazione ma servono assunzioni”. “Il carcere di Maiano non deve essere un problema, ma deve rappresentare una risorsa per la città”. Sono le parole del presidente della Camera penale “Stefano Pecchioli” di Spoleto, l’avvocato Roberto Calai, che in occasione della prima giornata di sciopero indetta dall’Unione Camere penali italiane, insieme alle colleghe del consiglio, Marta Maestripieri e Francesca Pepperosa, ha posto l’attenzione sulle problematiche del carcere di Spoleto, visto che tra i motivi della protesta dei penalisti italiani che si materializza con l’astensione da tutte le attività, c’è anche il “peggioramento delle condizioni di vita a cui sono costretti i detenuti ristretti in carceri ormai al collasso”.
di Luigi Ferrarella
Corriere della Sera, 8 febbraio 2024 “C’è stato un malinteso sui tempi”. Il magistrato Giovanni Russo, responsabile del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria: “Riteniamo un privilegio che il presidente emerito della Consulta venga a parlare in carcere. Marcia indietro del ministero della Giustizia sull’annullamento in extremis dell’incontro che i detenuti di San Vittore del gruppo “Costituzione Viva” avrebbero dovuto avere martedì mattina con il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, e con la giornalista Donatella Stasio, autori del libro “Storie di diritti e di democrazia. La Corte costituzionale nella società”.
di Andrea Siravo
La Stampa, 8 febbraio 2024 Elisabetta Condò, 51 anni, a maggio fu aggredita da uno studente 16enne ad Abbiategrasso: “Non dimentico, ma non porto nemmeno rancore”. “Smaltita la tensione accumulata, incrociando il suo sguardo mi sono sentita di esprimere un gesto di incoraggiamento per il prosieguo della sua vita protendendomi verso di lui con una stretta sulle spalle”. La professoressa Elisabetta Condò racconta così l’abbraccio in cortile avuto con lo studente sedicenne che lo scorso 29 maggio l’aveva aggredita con un coltello in classe all’Istituto superiore Alessandrini di Abbiategrasso, in provincia di Milano. La prima volta che alunno e docente si sono ritrovati uno di fronte l’altra.
recensione di Guido Caldiron
Il Manifesto, 8 febbraio 2024 “Le prime gocce della tempesta” di Leonardo Bianchi, in libreria da domani per Solferino. Da Breivik a Casseri, il percorso di “lupi solitari” che si fanno interpreti del senso comune del rancore. In un’epoca che si vorrebbe segnata dalla fine delle ideologie, ve n’è una che conferma drammaticamente ogni giorno la sua crescente “presa” a livello internazionale. Certo, deve la sua diffusione soprattutto a interventi online, a testi che circolano sui social, a qualche titolo di narrativa distopica trasformato in “manifesto politico”, alle parole pronunciate dai protagonisti di terribili fatti di sangue e, sempre più spesso e incredibilmente, anche da rappresenti politici o istituzionali di questo o quel Paese.
di Alessandra Ziniti
La Repubblica, 8 febbraio 2024 Anche la Cassazione stoppa il decreto Cutro. La questione del diritto d’asilo riguarda l’Europa. Per questo la Corte di Cassazione, chiamata a decidere sul ricorso del Viminale contro il provvedimento della giudice di Catania Apostolico e degli altri che hanno deciso di disapplicare il decreto Cutro nella parte che riguarda le procedure accelerate di frontiera per i migranti provenienti da Paesi sicuri, quindi ha deciso di sospendere i provvedimenti in attesa della pronuncia della Corte di giustizia europea.
di Sara Tirrito
Il Fatto Quotidiano, 8 febbraio 2024 L’ultima volta che lo hanno visto vivo, alle tre di notte del 4 febbraio, Ousmane Sylla stava pregando. Voleva tornare da sua madre e lasciare per sempre l’Italia. Il suo suicidio, avvenuto nel Centro per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria a Roma, si aggiunge alla lista di orrori che ogni giorno vengono denunciati dai centri di permanenza per il rimpatrio sparsi per il Paese, otto quelli aperti attualmente. Le condizioni in cui vivono i trattenuti in queste strutture sono certificate dai report dei Garanti delle persone detenute e private della libertà, dalle denunce delle associazioni di settore e dalle inchieste giudiziarie in corso che, al momento, riguardano i centri di Milano e Potenza.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 8 febbraio 2024 Prima sentenza europea su questi Centri di detenzione per il rimpatrio. La Corte ordina il trasferimento del ricorrente e l’adeguamento della struttura. In questi mesi sono fioccate condanne all’Italia per gli hotspot e le strutture di accoglienza, ma quella di ieri è la prima decisione con cui la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) si pronuncia su quanto accade nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr). Rispondendo a un ricorso d’urgenza presentato dall’avvocato di Asgi Angelo Raneli per conto di un cittadino tunisino trattenuto a Trapani, i giudici di Strasburgo hanno ordinato “l’immediato trasferimento del ricorrente in una struttura di accoglienza adeguata ai suoi bisogni” ...
di Federica Rossi
Il Manifesto, 8 febbraio 2024 Prossimo appuntamento il 25 febbraio a Roma, in piazza Vittorio. Decine di sigle hanno contribuito ieri a un presidio in piazza Santi Apostoli, davanti alla prefettura di Roma, per chiedere la chiusura del Centro di permanenza per i rimpatri di Ponte Galeria. La protesta nasce a seguito dell’ennesimo suicidio all’interno delle strutture per il rimpatrio, quello di Ousmane Sylla nel centro alle porte della capitale. La morte del giovane 22enne originario del Gambia ha portato alla creazione di quella che i presenti chiamano la Rete Stop Cpr. Ancora in fase embrionale ma determinata a raccogliere le forze della società civile per opporsi alla detenzione amministrativa delle persone migranti.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 8 febbraio 2024 Nicola Cocco, infettivologo che lavora nelle carceri milanesi e fa parte della Società italiana di medicina delle migrazioni, spiega tutte le falle del rilascio dell’idoneità al trattenimento. Fuori visite sotto la pressione delle questure, dentro psicofarmaci prescritti a caso. Nicola Cocco è medico infettivologo, ha 40 anni e sa bene cosa significa fornire assistenza sanitaria in contesti di detenzione: da tempo lavora nelle carceri milanesi. Si è occupato anche di Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr): in quello di Ponte Galeria, domenica scorsa, Sylla Ousmane si è tolto la vita.
di Giampaolo Cassitta
La Nuova Sardegna, 8 febbraio 2024
Dovremmo suggerire al governo italiano di alzare un po’ la voce costringendo la Corte Europea a sanzionare l’Ungheria. Ne ho visto di cose orrende nelle galere italiane. Gente che gridava, piangeva, si disperava. Vestita male, con il cuore a brandelli, pensieri torvi, vite sbilenche. Ho visto ladri, assassini, rapinatori, tossici, disperati, stupratori; mafiosi, camorristi, accoltellatori. Ho visto uomini camminare per le strade dell’inferno, uomini tristi e meschini che speravano in una parola di consolazione. Tutto si vede nelle galere del mondo dove la dignità cammina ben sotto i piedi degli esseri umani. Eppure, per quanto triste, per quanto orribile e per quanto duro sia lo sguardo nel buio di chi ha commesso un delitto e giustamente lo sta pagando o di chi ...
di Valentina Santarpia
Corriere della Sera, 8 febbraio 2024 “Un vuoto prepotente”. Gli appunti scritti dopo l’arresto, il racconto dei primi giorni passati a dormire e vomitare, la fatica dell’abituarsi ai riti carcerari innaturali. E l’auto-incoraggiamento: “Coraggio Ila! Sempre a testa alta e con il sorriso”. L’arrivo nel “mondo infero e dimenticato”, gli sguardi “persi e vuoti” dei detenuti, lo sfinimento e il vomito dei primi giorni. È straziante il racconto che Ilaria Salis fa, in una raccolta di appunti raccontata dal Tg3, delle sue prime giornate in carcere, nel febbraio dello scorso anno, dopo essere stata arrestata perché sospettata di aver partecipato ad un’aggressione contro due neofascisti.
di Nello Scavo
Avvenire, 8 febbraio 2024 Quando anche da fonti Usa veniva dato per imminente l’ok di Netanyahu all’accordo con Hamas, in serata il premier israeliano ha gelato ogni speranza, rifiutando come “delirante” la proposta di tregua nella guerra contro Hamas. “Siamo sulla strada della vittoria totale. La vittoria è a portata di mano”, ha dichiarato il primo ministro motivando la decisione, giunta dopo che in mattinata vi era stato uno scontro al calor bianco non appena si è appreso che il capo del governo stava per fornire un via libera di massima, senza aver prima consultato il gabinetto di guerra.
di Ezio Menzione
Il Dubbio, 8 febbraio 2024 Verrebbe quasi voglia di dare ragione alla giudice ugandese Julia Sebutinde, che a fronte di una maggioranza compatta a favore delle misure contro Israele, ha steso una succinta ma chiara dissenting opinion con cui spiega perché non condivideva la sentenza (più esattamente l’ordinanza) del 26 gennaio: perché certe questioni, sostiene la giudice, vanno lasciate alla politica, lo scontro è politico e ad esso mal si attaglia lo schema giudiziario.
di Daniele Zaccaria
Il Dubbio, 8 febbraio 2024 L’unico terrorista superstite della strage del 13 novembre era detenuto in un carcere belga. Il trasfert era stato sospeso dalla corte d’appello. L’avvocata: “Violati i suoi diritti”. È stato come un blitz: alle nove del mattino le guardie carcerarie hanno prelevato Salah Abdelslam dalla sua cella per trasferirlo in Francia. È stata direttamente l’avvocata Delphine Paci a riferire la notizia all’Afp, lamentandosi di una decisione che, per la difesa, costituisce, “un attacco flagrante dello Stato di diritto”, frutto “di un’intesa tra lo Stato belga e quello francese che viola una decisione della giustizia”.
di Luigi Ippolito
Corriere della Sera, 8 febbraio 2024 Il premier britannico si è attirato biasimo e derisione per aver accettato di puntare mille sterline sulla possibilità di riuscire a deportare in Ruanda gli immigrati illegali. Una scommessa avventata: e non solo per il rischio di perdere la posta, ma per l’ennesima figuraccia pubblica che ha comportato. Il premier britannico Rishi Sunak si è attirato biasimo e derisione per aver accettato di puntare mille sterline sulla possibilità di riuscire a deportare in Ruanda gli immigrati illegali: e già su questo ci sarebbe da ridire, perché si è messo di fatto a scherzare su un dramma umano. Ma soprattutto ha lasciato a bocca aperta la sua nonchalance nel buttar via una somma che per molti britannici resta più che ragguardevole.
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