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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 6 febbraio 2024
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 6 febbraio 2024 Un dato sorprendente evidenzia la gravità: nel 2022 e nel 2023 per arrivare al numero attuale occorreva più tempo (rispettivamente 13 marzo e 17 aprile). Quasi un suicidio ogni due giorni. Nel giro di poche ore altri due detenuti si sono tolti la vita dietro le sbarre, l’ennesimo è avvenuto al carcere di Verona, il quinto nel giro di tre mesi. L’altro è avvenuto nel carcere campano di Carinola, si tratta di un detenuto disabile. E siamo al quarto suicidio dall’inizio dell’anno che avvengono nei penitenziari della Campania.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 6 febbraio 2024 Già 15 detenuti si sono tolti la vita nel 2024 (quasi un suicidio ogni due giorni). Il governo punta alla costruzione di nuove strutture ma servono azioni immediate. L’incontro tra il presidente della Repubblica e il capo del Dap. È salito a 15 il numero dei detenuti che da inizio anno si sono tolti la vita in carcere: quasi un suicidio ogni due giorni. Un trend che, se proseguisse, porterebbe a superare a fine anno la soglia degli 84 suicidi, il record storico in negativo toccato nel 2022. Mattarella ha intuito che dietro l’angolo si cela una carneficina. Meloni, invece, da Tokyo ripete che la soluzione è la costruzione di nuove carceri. Una soluzione che però necessita di anni.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 6 febbraio 2024 Altri due detenuti si sono tolti la vita nelle carceri di Verona e Carinola. Ma la premier insiste: “Aumentiamo i posti nelle strutture”. Mobilitazione dei penalisti. L’ex garante Emilia Rossi in sciopero della fame. A tracciare l’identikit degli ultimi due detenuti che si sono suicidati, durante questo fine settimana a Verona e a Carinola, c’è da commuoversi. Ma la commozione, senza politiche eque ed efficaci - dentro e soprattutto fuori dal carcere - non basta. Non serve. Alla quindicesima persona che in poco più di un mese si toglie la vita dietro le sbarre - un tristissimo record -, la misura è colma.
di Fulvio Fulvi
Avvenire, 6 febbraio 2024 Quindici detenuti si sono tolti la vita nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno: una carneficina. Il vortice della morte dunque non si ferma, nonostante le denunce dei Garanti e l’impegno quotidiano di polizia penitenziaria, cappellani, mediatori culturali e dei circa 17mila volontari che prestano servizio “dietro le sbarre”. Le ultime due tragedie si sono consumate nella solitudine delle celle delle Case circondariali di Caserta e Verona.
di Maurizio Tortorella
Tempi, 6 febbraio 2024 A gennaio, già 15 detenuti si sono tolti la vita. Dietro le sbarre ci si uccide 18 volte più che fuori. L’idea di nuovi penitenziari è giusta, ma costosa. E per “combattere” l’alta recidiva una soluzione c’è: il lavoro. Altri due detenuti si sono tolti la vita in cella, rispettivamente a Verona e a Carinola, nel Casertano. Sale così a 15 il numero dei suicidi in cella nei primi 35 giorni del 2024. Altri 13 si sono uccisi in gennaio, mentre 19 sono deceduti per “altre cause”, e nella storia del sistema carcerario italiano non era mai accaduto che il tasso di mortalità, in un solo mese, arrivasse a livelli tanto alti.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 6 febbraio 2024 Per il presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane Francesco Petrelli servono subito interventi deflattivi. “Invitiamo il ministro Piantedosi e la premier Giorgia Meloni a recarsi in questi centri: la prima cosa che si prova è la vergogna per la mancanza di igiene, gente che non può fare una doccia una volta al mese o avere un pasto caldo, cura della salute pervertita, con psicofarmaci e antipsicotici somministrati a fiumi, fuori dal piano terapeutico”.
di Rita Bernardini e Roberto Giachetti
La Stampa, 6 febbraio 2024 Cara Giorgia Meloni, ti scriviamo al nostro 15° giorno di sciopero della fame, un’iniziativa nonviolenta che fa parte del “Grande Satyagraha 2024” deciso in occasione del X congresso di Nessuno Tocchi Caino celebrato nel carcere di Opera nel mese di dicembre scorso. Satyagraha vuol dire “forza della verità” e già tanti cittadini si sono uniti a noi, con uno o più giorni di digiuno, per aprire un dialogo - soprattutto con te - finalizzato a ridurre sensibilmente il drammatico sovraffollamento e, quindi, a migliorare le condizioni di detenzione.
di David Maria Riboldi*
Avvenire, 6 febbraio 2024 La sentenza della Corte costituzionale sui colloqui in carcere. La sentenza della Corte costituzionale n.10 del 2024 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 18 dell’ordinamento penitenziario là dove non permette di avere colloqui “con il coniuge, la parte dell’unione civile o la persona con lei stabilmente convivente, senza il controllo a vista del personale di custodia”. Quanto basta per aprire le porte, letteralmente, alla liceità di spazi e tempi di intimità con la persona amata, a oggi negati, dietro le sbarre. Da non etichettare come una mera “evasione” ormonale, ma da rispettare nella sua desiderata natura: quel limbo in cui togliere la corazza, necessaria in sezione, e farsi chiamare, canterebbe De André, “micio bello e bamboccione”.
di Errico Novi
Il Dubbio, 6 febbraio 2024 Dopo le dichiarazioni critiche del ministro sul Csm troppo “indulgente” nel giudicare gli illeciti e l’operosità dei magistrati, si riapre la partita del decreto che dovrebbe attuare la legge Cartabia, e che vede il Parlamento su posizioni anche più dure di quelle del guardasigilli.
di Giovanni Maria Jacobazzi
Il Dubbio, 6 febbraio 2024 Illeciti più diffusi tra i requirenti e nei distretti giudiziari del Sud. Nel 2023 sono stati 15 i magistrati condannati in sede disciplinare dal Csm: 8 con la censura, la sanzione più lieve. Sono questi i numeri contenuti nell’ultima relazione del procuratore generale della Cassazione Luigi Salvato, titolare, insieme al ministro della Giustizia, dell’azione disciplinare nei confronti delle toghe. Non tutte le segnalazioni che arrivano ai due uffici determinano, va ricordato, l’avvio dell’azione disciplinare: la stragrande maggioranza di esse, infatti, verrà archiviata nel cosiddetto “predisciplinare” da parte dello stesso pg che, a suo insindacabile giudizio, decide quale procedimento mandare avanti e quale no.
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 6 febbraio 2024 La tassatività dei mezzi di impugnazione non consente di estendere alla licenza premio dei semiliberi la possibilità del reclamo, previsto invece per i permessi premio dei detenuti. Però va comunque riconosciuto lo strumento del ricorso per cassazione contro il diniego della misura espresso dal magistrato di sorveglianza. Secondo la Cassazione non ha profili di illegittimità costituzionale la mancata previsione di un vero e proprio appello di merito - cioè il reclamo al Tribunale di sorveglianza - contro la decisione del magistrato di sorveglianza sulla richiesta di licenza premio nei regimi di semilibertà. In quanto la misura una tantum richiesta esprime una modalità di esecuzione del già accordato beneficio della semilibertà.
TERRITORIO
di Angiola Petronio e Roberta Polese
Corriere del Veneto, 6 febbraio 2024 “Serve più assistenza, sia psichiatrica che psicologica”. Così don Carlo Vinco, Garante dei detenuti, dopo il quinto suicidio a Montorio da novembre. “Gli ero stato vicino, sono andato 4 volte a trovarlo in ospedale quando era ricoverato per il tentato suicidio all’inizio di gennaio. Aveva una situazione personale molto difficile. E non si è trattato di un caso di emulazione. È stata una sua decisione”. La voce è scorata. Sfibrata da quanto in quel carcere dove lui - don Carlo Vinco - è il Garante per le persone detenute, sta accadendo. Cinque suicidi da novembre all’altro giorno, quando a togliersi la vita - impiccandosi in cella è stato un detenuto ucraino di 38 anni.
di Mario Consani
La Repubblica, 6 febbraio 2024 Cinque persone in celle dove dovrebbero vivere in due. Sovraffollamento alle stelle, capienza limitata da lavori in corso da decenni in due raggi, presenza record di casi psichiatrici. E popolazione di detenuti sempre più giovane e straniera, con gli arresti giornalieri in città che aumentano e vanno a riempire ancora di più le celle strapiene. Al di là della polemica esplosa ieri per il diniego del ministero alla presentazione dell’ultimo libro di Giuliano Amato in programma per questa mattina proprio lì dentro, il vecchio carcere di San Vittore scoppia ormai da tempo per tanti motivi.
di Luigi Ferrarella
Corriere della Sera, 6 febbraio 2024 Per molte ore nessuno dal Ministero della Giustizia si assume la responsabilità di vestire d’un qualche motivo la cancellazione ieri all’ultimo momento dell’incontro previsto stamattina. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non ha autorizzato la presentazione, nel carcere di San Vittore a Milano, del libro scritto dall’ex presidente del consiglio e presidente emerito della Corte costituzionale, Giuliano Amato, e dalla giornalista Donatella Stasio, dal titolo “Storie di diritti e di democrazia. La Corte costituzionale nella società” (edito da Feltrinelli).
di Liana Milella
La Repubblica, 6 febbraio 2024 All’improvviso, dal carcere di San Vittore, ieri hanno annullato la presentazione del libro di Amato e Stasio sulla Costituzione che si sarebbe dovuta tenere stamattina. L’ex presidente della Consulta: “Il divieto di dialogare sulla Carta è in palese contrasto con la gravità e drammaticità del problema carcere”.
vitatrentina.it, 6 febbraio 2024 “Da oltre un mese un mese gli incontri settimanali si sono bloccati senza che ci sia stata data alcuna spiegazione. Regolarmente, ogni settimana, nel giorno designato, ci prepariamo per recarci all’incontro, ma puntualmente il personale di polizia penitenziaria ci costringe ad interminabili attese senza essere in grado di fornire una spiegazione di qualsiasi tipo. Rimarcando il nostro impegno e la nostra determinazione nel collaborare attivamente al progetto (del giornale Non solo dentro ndr) ci ritroviamo delusi e amareggiati davanti all’impossibilità di ricevere qualsiasi sorta di chiarimento circa questa interruzione […]. Saremmo dispiaciuti di dover interrompere così brutalmente l’unica attività che ci permette di avere una voce”.
letteraemme.it, 6 febbraio 2024 L’incontro promosso dal Comitato “Donnevitalibertà”, con gli interventi di Salvo Presti, Giusi Furnari e Grazia Zuffa. Modera Lucia Tarro. Si svolgerà dalle 17 di martedì 7 febbraio, alla Feltrinelli, l’incontro “Le carceri interrogano chi sta dentro e chi sta fuori”, promosso dal Comitato “Donnevitalibertà” di Messina. Fra gli ospiti Salvo Presti, docente e regista, che presenterà alcune immagini tratte da un docufilm da lui prodotto sul tema “Attraversare la caduta”; Giusi Furnari, già docente universitaria, parlerà su “Donne a Teheran come al Madia: dignità, diritti, libertà”; Grazia Zuffa, psicologa e coautrice del libro: “Recluse. Lo sguardo della differenza femminile sul carcere”. Modera Lucia Tarro, presidente del comitato.
di Massimo Calandri
La Repubblica, 6 febbraio 2024 “Per me è un onore, indossare questa maglia”: Andy è il capitano della Giallo Dozza, squadra di rugby composta da alcuni detenuti del carcere di Bologna. In questi giorni, un video che vede Andy protagonista in casacca gialloblù insieme al tallonatore della Nazionale, il triestino Giacomo Nicotera, ha avuto un grande successo sul web. La Giallo Dozza partecipa al campionato regionale di serie C: nel girone d’andata le hanno perse tutte, ma domenica giocano a Noceto e - grazie anche al supporto morale degli azzurri, contemporaneamente impegnati a Dublino con l’Irlanda - sperano nel primo successo della stagione.
di Francesco Da Riva Grechi
L’Identità, 6 febbraio 2024 I principi costituzionali in materia di giustizia sono l’oggetto di discussione immancabile di questa rubrica. Non a caso intitolata semplicemente Ingiustizia, nel senso di un prefisso che nega, non la norma, ma la sua applicazione o dis-applicazione, che ogni volta genera il corto-circuito privato e spesso anche mediatico che conosce solo chi ha avuto l’esperienza del carcere, spesso subita ingiustamente e prima della condanna definitiva o, addirittura, della definitiva sentenza di proscioglimento.
di Mauro Palma
La Stampa, 6 febbraio 2024 Il viaggio della Corte costituzionale al suo esterno, nelle scuole e poi anche nelle carceri, è stato l’emblematico messaggio del valore di una Carta non solo aperta a tutti, come è ovvio che sia, ma che deve essere percepita come vicina, dialogante. La Corte ha così indicato che il proprio controllo sulle leggi non è materia riservata ai giuristi, ma è parte di un percorso di crescita culturale che riguarda tutti; anche coloro che possono percepirsi - a volte comprensibilmente - ai margini.
di Carlo Bonini
La Repubblica, 6 febbraio 2024 A Giuliano Amato è stato vietato l’ingresso a san Vittore per presentare il suo libro. C’è qualcosa di profondamente disturbante nel burocratico tratto di penna con cui il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha cancellato ieri mattina l’incontro annunciato da tempo che martedì 6 febbraio, nel carcere milanese di san Vittore, avrebbe avuto come protagonisti il presidente emerito della Consulta Giuliano Amato e la giornalista Donatella Stasio per discutere del loro libro “Storie di diritti e di democrazia”.
di don Antonio Mazzi
Corriere della Sera - Buone Notizie, 6 febbraio 2024 La Giornata mondiale dell’educazione e cosa si può offrire ai nostri ragazzi. Quello che uccide l’uomo è la monotonia: a salvarlo è la creatività, il trasformare in avventura ciò che accade. Qualche settimana fa abbiamo ricordato la “Giornata mondiale dell’educazione”. Io ne riparlo dopo perché se volessimo essere onesti dovremmo ricordarla 365 (366) giorni all’anno perché questo nostro mondo è orfano di tale patrocinio. Inoltre tenterei un binomio per rendere più innervata l’esperienza. Dobbiamo solo educare oppure dobbiamo attaccarci dietro anche il verbo testimoniare?
AFFARI SOCIALI
di Eraldo Affinati
Avvenire, 6 febbraio 2024 Come vogliamo chiamarli? Italiani non riconosciuti? Italiani nascosti? Italiani segreti? Per me sono tutte persone in carne e ossa, giovanissime, cariche d’energia propositiva, mediatrici culturali ideali: Claudia, figlia di senegalesi, la prima volta venne alla Penny Wirton, dove insegniamo gratuitamente la nostra lingua agli immigrati, accompagnata dal padre il quale, fino a pochi anni prima, era stato uno di loro. Ne aveva fatta di strada! Da analfabeta a interprete del mondo. Da vagabondo a impiegato. Da sradicato a marito con prole. Li vidi scendere le scale ed arrivare alla porta d’entrata dove già s’affollavano gli scolari: adolescenti bengalesi, famiglie sudamericane, donne ucraine con bambini piccoli, somale coperte dal velo, filippini, cinesi, magrebini…
di Vitalba Azzollini*
Il Domani, 6 febbraio 2024 Un passaggio del protocollo tra Italia e Albania sui centri per i migranti solleva dubbi circa la concreta possibilità di accedere a tali centri per verificarne le condizioni. Da anni c’è opacità su molti profili riguardanti le politiche in materia di immigrazione, motivata per lo più dalla necessità di tutelare relazioni internazionali, sicurezza e altro. Ci si può aspettare maggiore trasparenza sull’attuazione del Piano Mattei? Il protocollo tra Italia e Albania è in linea con la Costituzione albanese, ha sentenziato l’Alta corte di Tirana. Tuttavia, oltre ai problemi giuridici che abbiamo già rilevato, esso presenta criticità ulteriori, connesse a modalità opache di gestione dell’immigrazione.
di Valeria Parrella
Il Manifesto, 6 febbraio 2024 Le parole e il gesto. L’impiccagione non è un suicidio qualunque: è un’accusa - Antigone si impicca con i veli che l’avrebbero dovuta vedere sposa - spesso l’unica accusa a cui possono ricorrere i ristretti. Sotto una piccola Sindone, il suo autoritratto, c’è quella scritta sul muro: “Ousmane Sylla. Se morissi vorrei che il mio corpo fosse portato in Africa, mia madre ne sarebbe lieta. I militari italiani non capiscono nulla a parte il denaro. L’Africa mi manca molto e anche mia madre, non deve piangere per me. Pace alla mia anima, che io possa riposare in pace”. E quando c’è una scritta così non c’è più niente da aggiungere, l’esercizio stesso della scrittura resta esercizio.
di Stefano Anastasìa*
huffingtonpost.it, 6 febbraio 2024 Nel Cpr romano Ousmane non ce la faceva a essere rinchiuso senza scopo, voleva lavorare e aiutare la sua famiglia in Africa. E si è impiccato. Altri si inventano agghiaccianti stratagemmi per uscire. Un ragazzo di neanche ventidue anni, Ousmane, si è tolto la vita questa mattina, prima dell’alba, nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Roma, a Ponte Galeria. Era lì da cinque giorni, proveniente da Trapani, dove era stato rinchiuso sin dal mese di ottobre, in attesa - come si dice - di identificazione e di espulsione.
di Marina Della Croce
Il Manifesto, 6 febbraio 2024 Due inchieste sono state aperte dalla procura di Roma su quanto accaduto domenica mattina nel Centro per i rimpatri (Cpr) di Ponte Galeria. La più importante riguarda la morte di Ousmane Sylla, il giovane di 21 anni originario della Guinea che si è tolto la vita nella struttura: ieri a piazzale Clodio è arrivata la prima informativa che ha consentito ai al pm Attilio Pisani di avviare un procedimento per istigazione al suicidio, passaggio indispensabile anche per poter effettuare una serie di accertamenti a cominciare dall’autopsia sul corpo del ragazzo. La seconda inchiesta riguarda invece la rivolta scoppiata nel Cpr in seguito alla morte di Ousmane, e per la quale sono stati arrestati 14 migranti.
di Daniela De Robert*
Il Manifesto, 6 febbraio 2024 Il trattenimento dei migranti irregolari - ha affermato la Corte costituzionale nel 2001 - trova giustificazione esclusivamente nella finalità del rimpatrio. Finalità non raggiunta in oltre la metà dei casi. I Cpr nel nostro paese sono dieci, da Gradisca d’Isonzo a Caltanissetta passando per Macomer: uno chiuso per lavori, due sotto inchiesta della magistratura, uno dei quali commissariato. Un totale di oltre seicento posti disponibili e un numero complessivo di 6.383 persone transitate nel 2022, secondo gli ultimi dati disponibili.
di Oiza Q. Obasuyi
Il Manifesto, 6 febbraio 2024 Le multinazionali arrivano a gestire anche 100 Centri in diversi paesi europei. Per guadagnare si taglia: 4,88 euro a persona al dì per pranzo, cena e costi del personale. Il suicidio di Ousmane Sylla nel Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria, a Roma, è solo l’ultimo di una serie di episodi violenti che avvengono all’interno dei Cpr italiani, dove le persone migranti vengono detenute poiché prive di un permesso di soggiorno. Nonostante le condizioni inumane e degradanti all’interno dei Centri siano ormai note, ciò che è meno noto è il funzionamento dell’apparato gestionale. Parlarne è fondamentale per avere un quadro chiaro della spirale di violenza a cui sono sottoposte le persone migranti.
di Dacia Maraini
Corriere della Sera, 6 febbraio 2024 La giustizia è in crisi. Si torna alla vendetta. Ma la vendetta degli Stati si trasforma facilmente in guerra. Cosa possiamo fare per tornare alla giustizia, ovvero al giudizio, alla responsabilità e alla pace? La vendetta provoca piacere e soddisfazione. Le religioni hanno per millenni dettato regole basate sulla vendetta di divinità rabbiose e intolleranti. E se il cielo si vendica “perché non posso farlo io che sono uomo e subisco molti più torti di una creatura che si gode la vita in paradiso?”. Ma col passare del tempo e con il raffinarsi delle abitudini umane, qualcuno ha cominciato a pensare che la vendetta è ingiusta perché troppo personale e arbitraria.
di Giacomo Puletti
Il Dubbio, 6 febbraio 2024 Delusione e amarezza dopo gli incontri con il guardasigilli e Tajani: no ai domiciliari presso l’ambasciata. Schlein attacca: “Il “dolore” di Nordio? Inutile”. “Credo che mia figlia starà molto tempo in galera”. Roberto Salis, il padre di Ilaria, esprime tutta la sua delusione dopo i faccia a faccia con i ministri Tajani e Nordio. “È andata molto peggio di come ci aspettavamo - dice dopo il colloquio con il Guardasigilli - Non vediamo nessuna azione che possa migliorare la situazione e siamo stati completamente lasciati da soli: abbiamo chiesto due cose, ci sono state negate”. In mattinata Tajani aveva parlato di incontro “privato e cordiale”, promettendo che il governo continuerà a impegnarsi “perché possa essere rispettata la normativa comunitaria per i diritti dei detenuti”.
di Luca Celada
Il Manifesto, 6 febbraio 2024 La Camera a maggioranza Gop, “manovrata” da Trump, non approverà mai la legge. Il disegno stanzia anche dei “fondi umanitari” per Israele e per lo sforzo bellico di Kiev. Dopo settimane di negoziazione è uscita dal Senato Usa la proposta di riforma dell’immigrazione per far fronte all’emergenza sul confine. Il disegno, negoziato da senatori repubblicani e democratici, prevede il blocco automatico delle accoglienze qualora le entrate quotidiane raggiungessero le 5.000, in una media settimanale (le domande di asilo tornerebbero ad essere accolte dopo un numero di giorni sotto questa soglia). La legge renderebbe inoltre più spedita la valutazione delle richieste.
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