Direttore: Ornella Favero

Redazione: Padova, Via Citolo da Perugia 35

Telefax 049.654233. Mail: redazione@ristretti.it 

Sito internet: www.ristretti.org  

 

Notiziario quotidiano dal carcere

--> Rassegne Tematiche <--

Edizione di venerdì 2 febbraio 2024

di Ornella Favero*

La Repubblica, 2 febbraio 2024 Il contributo della direttrice di Ristretti Orizzonti e presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia dopo la sentenza della Consulta sul diritto all’affettività dei detenuti. Vogliamo iniziare una riflessione sulla situazione nelle carceri - scrive la direttrice di Ristretti Orizzonti e presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia - a partire dalla sentenza della Corte Costituzionale 10/2024, che apre orizzonti nuovi, dichiarando l’illegittimità costituzionale dell’art. 18 dell’Ordinamento penitenziario “nella parte in cui non prevede che la persona detenuta possa essere ammessa, nei termini di cui in motivazione, a svolgere i colloqui con il coniuge, la parte dell’unione civile o la persona con lei stabilmente convivente, senza il controllo a vista del personale di custodia”.

 

di Danilo Paolini

Avvenire, 2 febbraio 2024 Al di là delle inevitabili (ma davvero?) polemiche politiche di casa nostra, dove ormai la polarizzazione delle posizioni investe in maniera desolante ogni argomento, la vicenda giudiziaria e umana di Ilaria Salis ripropone il tema del rispetto dello stato di diritto all’interno dell’Unione Europea. Un tema centrale per il futuro della Ue. Non soltanto perché di questo si è nuovamente parlato ieri a Bruxelles, nel corso del Consiglio straordinario, come condizionalità per l’erogazione dei fondi comunitari, proprio in relazione all’Ungheria, dove la nostra connazionale è detenuta in attesa di giudizio. La riflessione, infatti, deve andare necessariamente oltre le sanzioni formali che possono essere comminate al Paese governato da Viktor Orbán e oltre il caso Salis, che immaginiamo non sia una rarità nell’ambito dell’amministrazione della giustizia magiara.

 

di Marco Birolini

Avvenire, 2 febbraio 2024 Già 13 morti nel 2024. Il ministro Nordio: “Un fardello di dolore. Troppi innocenti in cella, la nostra riforma limiterà la custodia cautelare”. “Un fardello di dolore”. Durante il question time in Senato, il ministro della Giustizia Cairo Nordio ha definito così l’emergenza suicidi in carcere. “Si tratta di eventi intollerabili ai quali bisogna in tutti i modi porre rimedio” ha poi aggiunto. A gennaio già 13 detenuti, secondo il tragico contatore di Ristretti Orizzonti; si sono tolti la vita in cella. Un trend drammatico, addirittura peggiore rispetto a quello segnato nel 2023, quando i suicidi furono 69.

 

di Tullio Padovani*

L’Unità, 2 febbraio 2024 Il carcere è un’istituzione totale, è un’istituzione marginale, è un’istituzione simbolica. È tutte queste tre cose insieme contestualmente. Toglietene una, non sarà più carcere. Ciò fa sì che quel che si può predicare del carcere - in termini di rinnovamento, emenda, rieducazione, - appartiene alla mitologia. Bisogna che si riporti il carcere a una condizione in cui quegli scopi edificanti, certo, resteranno dove sono: nel mito, ma sarà almeno salvaguardata la dignità umana. Un modo per recuperare un livello minimo di tollerabilità del carcere, che oggi è un illecito pietrificato, è l’introduzione del numero chiuso.

 

di Errico Novi

Il Dubbio, 2 febbraio 2024 Colloquio tra Mattarella e il capo del Dap sui suicidi in cella, ma il guardasiglli boccia le misure alternative: “Evocano impunità”. Tardo pomeriggio di ieri. Sergio Mattarella riceve per la prima volta Giovanni Russo, da pochi giorni a capo del Dap, cioè delle carceri italiane. Il presidente della Repubblica esprime la preoccupazione, più che legittima, per due questioni quasi sovrapponibili tra loro: il sovraffollamento delle carceri, ormai al 117%, con oltre 63 mila detenuti su 51mila posti “virtuali” (in realtà sono puree meno), e la spoon river, indegna di un Paese civile, dei reclusi che si tolgono la vita, e che nel primo mese dell’anno sono stati 13. Una cadenza che, proiettata sull’intero 2024, produrrebbe un record di morti in cella finora sconosciuto persino al nostro claudicante sistema giustizia.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 2 febbraio 2024 Il ministro Carlo Nordio, al question time in Senato, nel rispondere a varie interrogazioni (di Azione, Forza Italia e Movimento 5 Stelle) è tornato sul tema del carcere. “Il sovraffollamento dipende ovviamente da due fattori”, ha ricordato il guardasigilli, “la capienza carceraria e il numero di detenuti: o aumentiamo il primo o diminuiamo il secondo. Aumentare il primo è molto difficile perché la costruzione di un carcere nuovo postula un periodo di tempo incompatibile con le urgenze. Diminuire il numero dei detenuti spetta in parte alla magistratura e poi anche a un eventuale ricorso a misure alternative.

 

di Giacomo Puletti

Il Dubbio, 2 febbraio 2024 Intervista a Mariastella Gelmini, portavoce di Azione: “Necessarie misure alternative al carcere”. “Credo che ragionare su strade alternative per alleggerire il carico sia inevitabile, a partire dalla riduzione dell’abuso della custodia cautelare”. Parola della portavoce di Azione, Mariastella Gelmini, per la quale “la questione carceraria è un’emergenza che riguarda tutti”.

 

di Luigi Travaglia*

Il Manifesto, 2 febbraio 2024 In carcere ogni oggetto è uno strumento ed ogni strumento è un rifugio. Le cassette della frutta impilate diventano comodini, le scatolette del tonno coltelli, i cartoni delle banane scaffali per l’armadietto, gli elastici delle mutande lacci per tenere insieme i pezzi di uno sgabello rotto. La creatività dei detenuti, di chi non può avere ciò di cui ha bisogno, lavora per trasformare oggetti inutili in oggetti utili. La sfida quotidiana contro tutte le oppressioni che siamo costretti ad abitare ha i suoi strumenti proprio in quegli oggetti attraverso i quali si incarna un’idea di normalità. In cella ogni oggetto ha tante vite, ognuna delle quali esplica una funzione fondamentale per evadere il tempo. Tutto ciò che di materiale ci passa per le mani può contribuire a riscrivere l’ordine delle giornate.

 

di Piero Sansonetti

L’Unità, 2 febbraio 2024 Il ministro Nordio, commentando la mancata carcerazione del giovane Matteo Di Pietro (condannato per avere provocato un incidente nel quale morì un bambino di 5 anni), ha detto che lui è per la certezza della pena. Ha criticato così in modo implicito anzi, praticamente esplicito - i magistrati che hanno patteggiato col ragazzo una pena di 4 anni e mezzo e una soluzione per evitargli la prigione. Si è schierato sulle stesse posizioni espresse da giornali come “Libero” e “Il Fatto Quotidiano” (quest’ultimo a firma del solito Piercamillo Davigo), cioè i capifila del giornalismo giustizialista.

 

di Fabio Ledda

L’Unione Sarda, 2 febbraio 2024 “In Italia molto spesso è stato facile entrare in prigione prima del processo da presunti innocenti e magari uscirne dopo la condanna definitiva da colpevoli conclamati”. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio torna a parlare dei corto circuiti del sistema giudiziario, stavolta alla luce di due recenti vicende che si sono concluse in senso opposto: da una parte il caso di Beniamino Zuncheddu, l’ex pastore sardo accusato di strage che è riuscito a dimostrare la sua innocenza solo dopo quasi 33 anni di detenzione; dall’altra quello di Matteo Di Pietro, lo youtuber che è riuscito ad evitare il carcere dopo il patteggiamento a una pena di 4 anni e 4 mesi (quando il massimo per il reato di omicidio stradale è 18 anni) per la morte a Casal Palocco di un bimbo di 5 anni, travolto lo scorso giugno con un suv.

di Lorenzo Zilletti*

Il Dubbio, 2 febbraio 2024 Nelle aule di giustizia, faticano a passare il vaglio di ammissibilità domande intese a scandagliare le modalità di conduzione delle indagini. Che ci azzecca il contraddittorio? Il quesito, volutamente dipietrista, sorge spontaneo dopo la lettura di alcune diagnosi (prof Giostra) relative al caso Zuncheddu (anzi, allo scempio Zuncheddu, perché non esiste altro termine per qualificare il sequestro di un’intera vita, come quello sofferto dal pastore di Burcei). Alla base di quelle diagnosi stanno proposizioni integralmente condivisibili: inevitabile, la fallibilità dell’umana giustizia; impossibile, la certezza di aver conseguito la verità; doverosa, la predisposizione dell’itinerario cognitivo più affidabile per approssimarsi alla verità; ferma, la pretesa che un giudice terzo vi si attenga scrupolosamente ...

 

di Tiziana Maiolo

Il Dubbio, 2 febbraio 2024 “Neanche un giorno di galera”: polemiche e proteste per la pena inflitta a Matteo Di Pietro, condannato per l’omicidio di un bimbo di cinque anni travolto da un suv a Casal Palocco. Sono gli stessi, quelli che lamentano il sovraffollamento delle carceri ma poi vorrebbero sbatterne in galera uno in più, quel tal Matteo Di Pietro, youtuber ventenne che, nel lanciare come un bolide impazzito a 120 chilometri l’ora un Suv Lamborghini per una ripresa video adrenalinica, aveva travolto una Smart, ucciso un bambino di cinque anni e mandato in ospedale la mamma e la sorellina. “Neanche un giorno di galera”, protestano giornali di destra e di sinistra.

 

di Andreina Baccaro

Corriere della Sera, 2 febbraio 2024 Le motivazioni della condanna a Franco Cioni di 6 anni e 2 mesi che uccise con un cuscino la moglie malata terminale. Concesse le attenuanti generiche e l’attenuante dei motivi morali e sociali. Uccise la moglie ma il suo fu il gesto disperato di un marito che non poteva più veder soffrire la donna con cui aveva trascorso tutta la vita e per i giudici non può essere tralasciato “il contesto”, né “l’altruismo” che Franco Cioni, 74 anni, aveva dimostrato nell’accudire la moglie dal principio dell’insorgere della sua malattia degenerativa.

 

di Luigi Ferrarella

Corriere della Sera, 2 febbraio 2024 In carcere ingiustamente per quattro mesi un 35enne del Bangladesh. “Solo” quattro giorni di reclusione per un cinese scambiato per un suo omonimo. Dovrebbe essere la massima garanzia teorica contro errori di identificazione e false generalità: il “Cui-Codice univoco identificativo”, stringa alfanumerica assegnata dai reparti scientifici delle forze dell’ordine al fotosegnalamento e alle impronte digitali di uno straniero, e da lì in poi “vangelo” per gli uffici giudiziari che vi si basano per i vari provvedimenti.

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 2 febbraio 2024 Il 30enne che si è suicidato nel carcere di Montorio a dicembre soffriva di disturbi psichici e che aveva già tentato di togliersi la vita più di una volta. Si è impiccato nella cella di isolamento del carcere di Montorio, nonostante gli mancassero tre mesi alla libertà. Parliamo del suicidio di Oussama Sadek avvenuto l’8 dicembre scorso, che forse poteva essere evitato e solleva interrogativi sulla responsabilità. Tramite l’avvocato Vito Daniele Cimiotta, i familiari del ragazzo trentenne di origini marocchine hanno presentato un esposto presso la procura di Verona. Nel frattempo, se ne è aggiunto un altro, presentato da Sandra Berardi, presidente dell’associazione Yairaiha. Il quadro che emerge è disarmante.

 

di Filippo Fiorini

La Stampa, 2 febbraio 2024 Parla la mamma del ragazzo 25enne che si è suicidato in carcere ad Ancona. Contro il direttore della Casa circondariale di Monteacuto, Ancona. Poi, contro gli agenti penitenziari di un istituto a cui manca il 30% del personale. Ma anche contro il tutore legale di un ragazzo giudicato non autosufficiente per problemi psichiatrici. Inoltre, contro il cappellano di questo stesso penitenziario, il più sovraffollato d’Italia, così come contro i due medici che hanno firmato l’uno le dimissioni dall’ospedale di Matteo Concetti, dove era arrivato per un tentato suicidio e, l’altro, l’autorizzazione a metterlo in cella d’isolamento al suo ritorno dietro le sbarre (la sua pena finiva ad agosto).

 

di Massimo Massenzio

Corriere di Torino, 2 febbraio 2024 Associazioni e avvocati in visita alle Vallette, oggi un convegno: “Rispettare i diritti umani”. “La soluzione non è più la repressione, il controllo sociale o il castigo, ma riportare la legittimità in questo “non-luogo”. Lo scrivono le detenute della casa circondariale Lorusso Cutugno in una lettera aperta in cui chiedono il rispetto dei diritti di tutti reclusi.

 

di Giuseppe Fin

ildolomiti.it, 2 febbraio 2024 Al carcere di Trento è allarme sovraffollamento e manca personale. All’interno di alcune celle sarebbero stati tolti, dall’antibagno, alcuni piani di acciaio ancorato al pavimento ad uso cucinino per recuperare spazio. “Semplicemente, un’operazione indecente”, ha affermato in capogruppo Pd in Consiglio provinciale, Andrea de Bertolini. La prossima settimana in Consiglio provinciale ci sarà la nomina del nuovo Garante dei detenuti.

 

di Pietro Mecarozzi

La Nazione, 2 febbraio 2024 Cimici, infiltrazioni, celle inabitabili: le condizioni del penitenziario sono al centro delle polemiche. La direttrice Tuoni: “La struttura è a un punto di non ritorno, non possiamo più andare avanti così”. Quadri colorati, arte che ritrae (scolpiti) momenti di gioia, e legno dalle sfumature calde che ricorre nella mobilia. L’ufficio di Antonella Tuoni, direttore del carcere di Sollicciano, è una bolla estranea all’ammasso di cemento e ferro che ci si trova di fronte una volta arrivati a metà di via Girolamo Minervini. Tutt’intorno le bellezze di Firenze hanno lasciato spazio ad architettura di periferia, che sembra cresciuta a immagine e somiglianza dell’istituto penitenziario. Sollicciano è luogo di confine, per due città (Scandicci e Firenze), ma anche per chi ci è recluso.

 

di Andrea Cittadini

giornaledibrescia.it, 2 febbraio 2024 Sedici di Verziano e due di Canton Mombello, meno del 4% della popolazione carceraria bresciana. La presidente del tribunale di Sorveglianza: “Ci vuole un cambio culturale”. Oggi è un lusso per pochi. Diciotto per l’esattezza. Sono infatti 16 i detenuti di Verziano e due di Canton Mombello che oggi possono usufruire del lavoro esterno, su una popolazione carceraria di quasi 500 persone. Parliamo di una percentuale troppo bassa, che non arriva al 4%. “L’articolo 21 è uno dei primi passaggi verso il reintegro in società. È una misura che va incentivata” commenta la presidente del tribunale di Sorveglianza di Brescia Monica Cali. Che ammette: “Ci vuole un cambio culturale sull’esecuzione penale in Italia”.

redattoresociale.it, 2 febbraio 2024 Recuperare i giovani detenuti grazie a un percorso di socializzazione in grado di offrire concrete opportunità occupazionali. È l’obiettivo del progetto “Nisida in Rete”, l’iniziativa socio-formativa realizzata nell’istituto penitenziario minorile dall’associazione “Salvatore Nigrelli”, in collaborazione con l’azienda Pama. Un gruppo di ragazzi ristretti ha così potuto partecipare a un corso di specializzazione per tecnici delle telecomunicazioni, tra le figure attualmente più ricercate sul mercato del lavoro. L’iniziativa è stata presentata all’interno dell’Istituto penale minorile di Nisida, con la cerimonia di consegna dei diplomi ai partecipanti e il saluto del direttore Gianluca Guida.

 

gnewsonline.it, 2 febbraio 2024 Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e la presidente Rai, Marinella Soldi, hanno presentato nella Casa circondariale di Civitavecchia l’iniziativa “Scuola esercizio di libertà”. Il progetto, che ha preso spunto da una frase rivolta ai giovani dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “La scuola costituisce un esercizio di libertà”, é nato nell’ambito del progetto quadro “La Cultura rompe le sbarre” di Rai per la sostenibilità-ESG, e prevede la donazione della Rai all’Amministrazione penitenziaria di 400 pc sui quali è stato caricato un apposito software che consente di ‘navigare offlinè nel sito ‘RaiScuola’. Oltre 1.800 ore le video-lezioni previste, suddivise per materia e livello scolastico, e destinate ai 20mila studenti detenuti di ogni livello, presenti nei 190 istituti penitenziari del Paese.

 

di Claudia Radente

Il Sole 24 Ore, 2 febbraio 2024 Quando si entra nel corridoio che nel carcere di Opera ti porta alla sala teatro, si sente freddo. Un freddo non solo fisico, perché è fine gennaio e riscaldare ambienti così grandi è sempre complesso. Ma è anche un freddo di stranezza, timore e circospezione. Si superano i controlli per entrare nel luogo che ha visto passare Totò Riina e Bernardo Provenzano. Si vedono le sbarre e si cammina silenziosamente scortati dalle guardie. L’aria si fa meno fredda e meno pesante quando si legge il nome del corridoio: galleria delle opportunità.

 

di Giovanni Bianconi

Corriere della Sera, 2 febbraio 2024 La maestra italiana detenuta a Budapest: “Ho firmato una lettera in ungherese e ho paura”. Ieri mattina Ilaria Salis ha chiamato dal carcere l’ambasciata italiana a Budapest. Doveva parlare di una questione personale che non ha nulla a che vedere con le condizioni di detenzione né con il processo a suo carico, e dopo aver dialogato con il funzionario che ha già incontrato molte volte nel penitenziario dov’è rinchiusa da quasi un anno, s’è fatta passare l’ambasciatore Manuel Jacoangeli. L’ha ringraziato per la vicinanza e il supporto ricevuti e manifestati, e si sono dati appuntamento a mercoledì prossimo, quando il capo della missione diplomatica tornerà a farle visita dopo il colloquio del 24 gennaio.

 

di Gianluca Mercuri

Corriere della Sera, 2 febbraio 2024 Nel 2005 dopo il rapimento di Giuliana Sgrena, ci fu un’intensa collaborazione tra il più stretto collaboratore di Berlusconi e il quotidiano di sinistra più fieramente contrario alla guerra in Iraq: una inaspettata sintonia per salvare la vita a un’italiana. Questa frase di Valentino Parlato è una lezione universalmente valida, ma nei giorni del caso Salis si fa ancora più pertinente. Successe che alcuni gentiluomini di destra e di sinistra - dei veri patrioti - trovarono un’inaspettata sintonia per salvare la vita di un’italiana. Vi individuarono un paio di interessi supremi e comuni, quello umanitario e quello nazionale, e lavorarono insieme per un mese fino a raggiungere il risultato.

 

di Gianluca De Rosa

Il Foglio, 2 febbraio 2024 “Nessuno può punire come meglio vuole perché ci sono norme e standard europei che vanno rispettati, a Budapest come a Roma”, dice il sociologo e presidente di “A buon diritto”. “L’Italia non può dare lezioni, è vero, ma deve darle all’Ungheria e a sé stessa: io penso che si ‘possano dare lezioni’ nel nome della condivisione della carta europea dei diritti e della adesione ai principi dello stato di diritto, basta non essere ipocriti”. Luigi Manconi, già docente di sociologia dei fenomeni politici e presidente della onlus ‘A buon diritto’, non nega una cosa evidente, e cioè che “quanto è stato detto a proposito della detenzione in cella in Ungheria di Ilaria Salis lo si può dire anche a proposito di una parte dei detenuti italiani”.

 

di Giansandro Merli

Il Manifesto, 2 febbraio 2024 Carcere di Porta Alba. Il miglioramento delle condizioni detentive effetto dell’eco mediatica sul caso. La madre: “Chiediamo i domiciliari e un giusto processo”. L’eco mediatica che il caso ha avuto ieri in Italia e di riflesso sui media rumeni ha prodotto un primo effetto positivo nell’incubo che Filippo Mosca sta vivendo nel carcere di Porta Alba a Costanza, città affacciata sul mar Nero. “È stato trasferito in una cella più piccola e sicura, da sei persone. Insieme all’amico arrestato con lui e ad altri italiani che si trovano nello stesso penitenziario. La cella ha bagno e doccia, in modo da separarli da altri detenuti violenti.

 

di Niccolò Zancan

La Stampa, 2 febbraio 2024 Porta Alba di Costanza, Romania. Una delle carceri più terrificanti d’Europa. “Ventiquattro persone rinchiuse in una cella. Un solo bagno intasato. Una cella gelida d’inverno, bollente d’estate. Ratti, immondizia. La parola disumanità non è esagerata, dovete credermi. Attraverso le sbarre, danno da mangiare una brodaglia orrenda. Mio figlio è depresso, pensa al suicidio. È stato aggredito da un ragazzo con problemi psichiatrici. Pochi giorni fa una donna si è tolta la vita nell’area femminile. Tutti, lì dentro, soffrono. Soffrono perché sono trattati come animali. Sono voci annullate, persone cancellate. Quel carcere è lontanissimo dai parametri di civiltà che ci aspetteremmo da un Paese dell’Unione europea”.

 

di Alfredo Roma

Il Domani, 2 febbraio 2024 L’esecuzione di Kenneth Eugene Smith con l’azoto puro è stata definita tortura. La pena di morte in otto stati, la possibilità di detenere armi, l’assenza del welfare. Gli Stati Uniti sono davvero un paese democratico? Malgrado le esecuzioni capitali siano sempre abbastanza frequenti negli Stati Uniti (nel 2023 ne sono state eseguite 24), quella avvenuta qualche giorno fa in Alabama ha suscitato un sentimento di orrore in tutto il mondo. Lo stesso presidente Biden è apparso turbato e imbarazzato. L’Unione Europea ha espresso “profondo rammarico per l’esecuzione di Kenneth Eugene Smith avvenuta nello stato dell’Alabama, costretto a respirare azoto puro”. Una dolorosissima agonia durata 22 minuti.

 

di Luca Miele

Avvenire, 2 febbraio 2024 Per Human Rights Watch ci “sono prove credibili” che i produttori di alluminio nello Xinjiang si stiano avvantaggiando di trasferimenti di manodopera “forzata” per rifornire le case automobilistiche. Nel boom delle auto elettriche - con la Cina pronta ad assaltare i mercati globali - potrebbe nascondersi un “cuore” oscuro: il ricorso al lavoro forzato nello Xinjiang. L’accusa viene da Human Rights Watch che, in un rapporto di 99 pagine intitolato “Asleep at the Wheel: Car Companies’ Complicity in Forced Labour in China”, ha individuato possibili collegamenti tra diverse case automobilistiche - tra le quali il rapporto nomina General Motors, Tesla, BYD, Toyota e Volkswagen - e l’alluminio prodotto utilizzando gli internati uighuri nei campi di lavoro.

 

DOCUMENTI

Dossier. "Diritto all'affettività per le persone detenute: se ne discute da almeno 20 anni. Sarà la volta buona?", a cura di Ristretti Orizzonti

Articolo. "Diritto all’affettività delle persone detenute: la Corte costituzionale apre ai colloqui intimi in carcere", di Ilaria Giugni

Articolo. "Carcere in Italia, un immenso Panopticon'", di Lucrezia Caminiti

Radio Carcere, di Riccardo Arena. Puntata dell'1 febbraio 2024: "Inchiesta sui Fondi per l’Edilizia Penitenziaria. Poggioreale: Oltre 20 milioni per la ristrutturazione di quattro padiglioni. Ha senso spendere tutti quei soldi per un carcere che ha più di 100 anni, oppure no?"

APPUNTAMENTI

Seminario: "La giustizia riparativa. Un efficace strumento di riparazione dei conflitti fa il suo ingresso nel processo penale" (Monza, in presenza e online, 2 febbraio 2024)

"Io sono Cassandra", spettacolo del Teatro dei Venti con le detenute della Casa Circondariale di Modena (Modena, dal 2 all'8 febbraio 2024)

La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 4 febbraio 2024

Teatro Puntozero Beccaria: "Alice nel Paese delle Meraviglie", regia di Giuseppe Scutellà (Milano, dall'8 al 18 febbraio 2024)

Seminario: "Fare scuola in carcere per attivare processi trasformativi" (Casa di Reclusione di Milano Bollate, 20 febbraio 2024)

Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli" - Dipartimento di Giurisprudenza. Seminario: "Costituzione e carcere" (S.M. Capua Vetere, 1 marzo 2024)

"5° Convegno Nazionale dei Cappellani e degli Operatori della Pastorale penitenziaria" (Assisi-PG, dal 24 al 27 aprile 2024)

CORSI FORMAZIONE

Percorso formativo di Verso Itaca APS: "La scrittura che ripara" (7 incontri online e incontro finale in presenza a Milano, dal 15 febbraio al 20 aprile 2024)

"La vita si cerca dentro di sé. Lessico autobiografico", laboratorio con lectio magistrale di Duccio Demetrio (Milano, 20 aprile 2024)

BANDI E CONCORSI

Bando Servizio Civile Universale. Centro Servizi per il Volontariato di Padova e Rovigo: i progetti del territorio (Scadenza 15 febbraio 2024)

Bando Servizio Civile Universale. Progetti con gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna del Ministero della Giustizia (Scadenza 15 febbraio 2024)

Premio Nazionale di Poesia "Terra di Virgilio". Sezione "Ozio degli attivi", riservata a persone ospitate in strutture protette (Scadenza 10 febbraio 2024)

Concorso letterario "Adotta l’orso. Per uscire dall’Isolamento o dall'Auto-reclusione" (Scadenza 15 marzo 2024)

 

 

Questo notiziario è registrato al Registro Stampa del Tribunale di Padova (n° 1964 del 22 agosto 2005)
e al Registro Nazionale degli Operatori della Comunicazione (n° 12772 del 10 dicembre 2005).
Ha ottenuto il Marchio di Certificazione dell'Osservatorio A.B.C.O. dei Beni Culturali