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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 21 febbraio 2024
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 21 febbraio 2024 Al 31 gennaio 2024, 502 ragazzi e 14 ragazze. “Mai così tanti dal 2012”. Presentato il VII Rapporto di Antigone sugli Ipm. “Il 51% sono stranieri. La crescita delle presenze negli ultimi 12 mesi è dovuta quasi interamente alle misure cautelari. I reati di droga sono aumentati del 37,4% in un solo anno”. “Punire per educare è una politica perdente”. Illusoria e socialmente dannosa. Lo dimostra e lo sottolinea “Prospettive minori”, il VII Rapporto di Antigone sulla giustizia minorile e gli Istituti penali per minorenni. Basta un dato: al 31 gennaio 2024 nei 17 Ipm italiani risultavano rinchiusi 502 ragazzi e 14 ragazze. Una cifra mai raggiunta negli ultimi dieci anni.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 21 febbraio 2024 Negli anni precedenti si era registrato un calo costante negli Ipm, ma dal 15 settembre fino al 31 dicembre, ci sono stati 576 ingressi, con una media di 5,25 al giorno. Abbiamo un sistema di giustizia minorile invidiato in tutta Europa e forse nel mondo, ma rischia di diventare un lontano ricordo a causa del panpenalistmo del governo, in particolare il decreto Caivano. Questo decreto ha introdotto una serie di misure che stanno avendo e continueranno ad avere effetti distruttivi sul sistema della giustizia minorile, sia in termini di aumento del ricorso alla detenzione che di qualità dei percorsi di recupero per i giovani autori di reato. Questo emerge chiaramente dal settimo Rapporto dell’associazione Antigone intitolato “Prospettive minori”, sulla giustizia minorile e gli Istituti penali per minori.
di Alessio Scandurra
L’Unità, 21 febbraio 2024 Schizzano gli ingressi negli Ipm, per la prima volta aumentano i minorenni. Il decreto Caivano dispiega i suoi effetti. Eppure il sistema penale minorile italiano era un esempio in Europa, proprio per il ruolo marginale del carcere. Ieri abbiamo presentato “Prospettive minori”, il VII Rapporto di Antigone sulla Giustizia minorile e gli Istituti penali per minorenni. Ed il quadro che dagli ultimi due anni di osservazione emerge è decisamente preoccupante. Il modello italiano della giustizia minorile, che per anni è stato considerato in Europa un esempio da seguire per la centralità che attribuisce ai bisogni educativi del minore e per la residualità del ricorso al carcere, sembra non andare giù al nuovo governo.
di Susanna Marietti*
Il Fatto Quotidiano, 21 febbraio 2024 Nelle scorse ore abbiamo presentato - scegliendo il luogo simbolico del Roma Scout Center e alla presenza del Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, Antonio Sangermano - il nostro nuovo rapporto sulla giustizia minorile in Italia. Nei mesi scorsi abbiamo girato per il paese, visitando le carceri minorili italiane, le comunità, parlando con gli operatori, osservando i ragazzi. Abbiamo intitolato questo rapporto “Prospettive minori”, per sottolineare la nostra preoccupazione per un sistema che sta rinunciando a quei principi ispiratori che lo hanno reso un modello per l’intera Europa e sempre più sta offrendo ai giovani delle prospettive di futuro e di vita inadeguate e insufficienti.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 21 febbraio 2024 Il rapporto di Antigone sugli under 18 dietro le sbarre. Intervista a Paolo Tartaglione, referente area penale minorile del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza. “Avevamo un’ottima legge, è stata spazzata via senza dibattito politico e a colpi di fiducia”. Paolo Tartaglione è un pedagogista e ha 49 anni. Presidente della cooperativa Arimo, che in Lombardia si occupa di giovani autori di reati, svolge un ruolo di consulenza per il Garante regionale dell’infanzia ed è referente dell’area penale minorile del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza. Al Cnca aderiscono 240 organizzazioni presenti in quasi tutta Italia. Con Tartaglione parliamo del settimo rapporto di Antigone, “Prospettive minori”.
di Fulvio Fulvi
Avvenire, 21 febbraio 2024 Don Grimaldi: trasformare gli istituti in veri luoghi di convivenza e redenzione. Cambiare le nostre carceri affinché siano dei veri luoghi di convivenza, redenzione, riabilitazione e non “polveriere di rabbia” e, a volte, “tombe di umanità”. È l’appello che, in occasione della Quaresima, l’ispettore generale dei cappellani degli istituti di pena italiani, don Raffaele Grimaldi, rivolge ai colleghi e agli operatori spirituali che assistono i detenuti. Un motivo di riflessione per tutti.
di Gigliola Alfaro
agensir.it, 21 febbraio 2024 Gli ultimi anni sono stati contrassegnati per un elevato numero di suicidi nelle carceri. Già 20 detenuti si sono tolti la vita fino al 16 febbraio. Sovraffollamento, solitudine, mancanza di prospettive dopo la fine della pena: tante le cause che si possono individuare alla base di un disperato gesto estremo. Siamo al primo mese del 2024 e già si contano, al 16 febbraio, 20 suicidi in carcere, un’emergenza che sembra non finire mai. Nel 2022 si è raggiunto addirittura il numero di 84 detenuti che si sono tolti la vita, ma è stato alto anche nel 2023: 69 persone.
di Antonello Piraneo
La Sicilia, 21 febbraio 2024 L’ultimo ad essere stato tenuto così a stretta osservazione è stato Matteo Messina Denaro. Il servizio è mirato ad intercettare i messaggi che i reclusi mandano fuori dal carcere. Dopo l’arresto di un capo mafia cominciano le loro indagini tra le celle del carcere duro. Negli istituti penitenziari si svolge da venticinque anni la raccolta di dettagli impercettibili che servono a decifrare i messaggi in codice dei boss dietro le sbarre: dalla movenza delle mani agli sguardi, fino al modo di indossare una maglietta. E il Gruppo operativo mobile, reparto specializzato della polizia penitenziaria destinato alla custodia e allo spostamento dei detenuti sottoposti al regime speciale del 41 bis, in questo momento è alle prese con 724 detenuti eccellenti.
di Errico Novi
Il Dubbio, 21 febbraio 2024 Dietro la proposta di Colosimo, presidente meloniana della commissione Antimafia, di considerare “impresentabile” chi ha un lontano cugino condannato per 416 bis, ci sono le revisioni garantiste che a breve la stessa Bicamerale dovrà introdurre nei criteri per la formulazione di queste black list: Meloni e i suoi vogliono “espiare” così la colpa di tutte le riforme liberali. Un dato c’è: la commissione Antimafia, di “black list”, ne ha già indicata una. Riguarda, com’è noto, le elezioni in Sardegna di domenica prossima. Meno noto è che, tra i 7 candidati “segnalati” dalla Bicamerale, solo uno ha già subito almeno una condanna in primo grado.
di Giacomo Puletti
Il Dubbio, 21 febbraio 2024 Parla il vicepresidente della Camera: l’azzurro è contrario alla “blacklist antimafia” proposta da Colosimo. “Basterebbe sfogliare non gli archivi della Cassazione ma affidarsi alla collezione del Dubbio per avere chiaro come il sequestro preventivo dei beni abbia assunto nel tempo proporzioni che l’hanno trasformato in un mostro giuridico”. Non usa mezzi termini il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, commentando le frasi della presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo. E sulla “black list” degli impresentabili spiega: “Non vorrei che un approccio sicuramente encomiabile da parte della presidente Colosimo venga travisato e finisca per diventare una formidabile arma nelle mani dei giustizialisti un tanto al chilo che pretendono di giudicare le persone sulla base di un cognome o di una parentela”.
di Simona Musco
Il Dubbio, 21 febbraio 2024 Al Senato si attende la calendarizzazione della prescrizione. Ma il Governo non sarebbe intenzionato ad accontentare le toghe. Il governo prende ancora tempo sulla riforma del Csm, rinviando a data da destinarsi i pareri tanto attesi. Pareri non vincolanti, che sarebbero dovuti arrivare nelle Commissioni Giustizia di Camera e Senato entro il 28 gennaio, ma dei quali ancora non vi è traccia. Un sintomo, ormai evidente, delle profonde spaccature interne alla maggioranza, divisa tra chi vorrebbe evitare ulteriori strappi con la magistratura - già su tutte le furie per l’approvazione del ddl Nordio e sulle norme che riguardano il sequestro degli smartphone - e chi, invece, vorrebbe tirare dritto per arginare la presenza delle toghe negli uffici legislativi dei ministeri.
La Repubblica, 21 febbraio 2024 Protesta in carcere, inchiesta su assistenza medica e soccorsi. L’uomo, 67 anni, era cardiopatico e diabetico. Alla sua scomparsa è seguita una contestazione da parte degli altri reclusi. Un detenuto di 67 anni, cardiopatico e diabetico, è morto nell’istituto penitenziario di Rebibbia a Roma “dopo una notte di sofferenze odontoiatriche. L’inchiesta della procura dirà della tempestività dei soccorsi e dell’assistenza prestata”. Lo dichiara il Garante delle persone private della libertà del Lazio, Stefano Anastasia che riferisce anche come alla morte del detenuto sia seguita “una civile protesta dei detenuti della casa di reclusione, di quelle che qualcuno vorrebbe rendere punibili con altri anni di carcere”.
L’Unione Sarda, 21 febbraio 2024 Incarico a un collegio di 5 super esperti. Emergono anche le carenze dell’istituto oristanese: quasi tutte le telecamere non funzionano, anche quella da cui si intravede la cella in cui è morto il 42enne. E dal 2017 non si fanno manutenzioni. Sarà eseguita una nuova perizia medico legale sulla salma di Stefano Dal Corso, il romano di 42 anni morto nella sua cella del carcere di Massama a Oristano il 12 ottobre 2022. Lo rendono noto i deputati Pd Debora Serracchiani e Silvio Lai, riferendo la risposta del ministro della Giustizia Carlo Nordio all’interrogazione presentata in merito dal gruppo dem, prima firmataria proprio la Serracchiani.
di Massimo Massenzio
Corriere di Torino, 21 febbraio 2024 La garante Monica Gallo: “Istituti minorili a numero chiuso”. Nonostante il decreto Caivano - o forse proprio per l’inasprimento delle pene - il carcere minorile di Torino è sempre più affollato. Secondo l’analisi dei dati contenuta nel rapporto diffuso da Antigone, l’associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”, il provvedimento ha avuto “effetti distruttivi sui percorsi di recupero”. E così, per la prima volta dopo molto tempo si sono registrate situazioni di sovraffollamento. Nel 2023, infatti, per 5 mesi la presenza media dei giovani detenuti ha superato la capienza massima di 46 posti e “la direzione è stata costretta per qualche giorno a predisporre dei materassi a terra”.
di Caterina Stamin
La Stampa, 21 febbraio 2024 Inaugurato l’anno accademico del Polo per studenti detenuti di Torino. “Avrei due richieste da fare all’Università per il futuro”. Manlio nasconde la timidezza dietro un sorriso mentre tiene stretto il microfono ed esprime i desideri suoi e dei colleghi: “Vorremmo degli Open day e più momenti di scambio culturale”. Indossa la maglietta bianca con lo stemma rosso di UniTo, una t-shirt che per lui ha un significato ben preciso. “Ho chiesto il trasferimento dalla Sicilia a Torino due mesi fa perché lì non potevo studiare - racconta il 27enne -. Essere qui per me significa avere l’opportunità di completarmi come persona”. Manlio è uno degli studenti della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” per cui cultura significa riscatto.
di Mimmo Cicolella
L’Edicola del Sud, 21 febbraio 2024 Fatti e studi dicono che attualmente le condizioni delle carceri italiane sono a dir poco difficili. Sovrappopolamento, strutture spesso fatiscenti o inadeguate, poco personale e rischio sicurezza. In questo momento critico, che si trascina da tempo, fortunatamente esistono associazioni strutturate, che da sempre si occupano dei minori, “costretti” all’attesa che prelude l’incontro coi genitori detenuti. Oggi, infatti, alla Casa Circondariale di Foggia, s’inaugura la nuova struttura adibita a Spazio Giallo, nuovo modulo che permetterà di accogliere, in un ambiente più ampio e adeguato, i bambini che entrano in Istituto.
di Caterina Franci
lecconotizie.com, 21 febbraio 2024 I detenuti sono per la maggior parte stranieri, tra cui tanti giovani per reati legati ad aggressioni e spaccio. 69 detenuti (il dato è di fine dicembre 2023), il 60% dei quali di nazionalità straniera. Il Garante dei diritti delle persone private della libertà individuale Lucio Farina ha presentato nei giorni scorsi in Comune la relazione relativa all’attività svolta nel 2023 presso la Casa Circondariale di Lecco. Il quadro tracciato è complessivamente positivo: “Rispetto ai problemi che come noto affliggono carceri e case circondariali nel nostro paese a Lecco la situazione è buona - ha fatto sapere Farina - i diritti essenziali dei detenuti vengono ampiamente rispettati, la struttura, pur piccola, è in buone condizioni.
riminitoday.it, 21 febbraio 2024 La mostra “Domani faccio la brava. Donne, madri nelle carceri italiane”, progetto del fotoreporter Giampiero Corelli, ospitata nell’ala moderna del Museo della città di Rimini (ingresso gratuito) è stata inaugurata mercoledì 14 febbraio e sarà visitabile fino a domenica 10 marzo. Nella giornata di giovedì 22 febbraio (ore 17:00), sempre nell’ala moderna del Museo della città di Rimini, è in programma il convegno dal titolo “Donne e carcere. Il lavoro come riscatto”. Sarà un momento importante di confronto sulle possibilità di riscatto attraverso il lavoro e la formazione offerte dal sistema penitenziario alle donne recluse.
exibart.com, 21 febbraio 2024 Aprirà in occasione del Festival del Giornalismo, con un focus sul tema delle carceri, la seconda tappa del progetto del collettivo plurale dedicato alla cultura giovanile e alla musica trap. Un argomento tanto complesso quanto delicato, quello della detenzione, che coinvolge ambiti diversi, dall’architettura delle carceri alla filosofia della pena, dalla burocrazia alla politica.
CULTURA
di Luigi Manconi e Chiara Tamburello
La Repubblica, 21 febbraio 2024 Uno dei giochi più diffusi dell’età dell’infanzia è Guardie e ladri. Come ognuno ben sa lo schema è questo: un gruppo di bambini rappresenta le guardie e un altro i ladri. I primi inseguono i secondi, che una volta catturati vengono portati in una zona definita prigione. Il ladro prigioniero rimane confinato in attesa che un altro ladro libero lo tocchi per farlo evadere. Il fuggi fuggi ricomincia e, solitamente, finisce solo quando le guardie abbiano preso tutti i ladri. Guardie e ladri si rivela utile per lo sviluppo motorio e per l’apprendimento delle regole e dei ruoli. Ma cosa accade se a un simile esperimento vengono sottoposti gli adulti?
di Donatella Stasio
La Stampa, 21 febbraio 2024 Il libro di Edmondo Bruti Liberati racconta una professione incompresa e bistrattata alla luce della separazione delle carriere e della proposta di riforma sul premierato. “Dispensatori di sofferenza, ecco cosa siamo”, mi diceva anni fa un sostituto procuratore romano, ragionando sul Pubblico ministero. Quelle tre parole, prive di cinismo e di rassegnazione, sintetizzavano il sentimento e il destino di chi sceglie di fare il pm, pubblica accusa ma sotto accusa egli stesso, a torto o a ragione, e non solo per le sofferenze dispensate a chi finisce sotto le sue grinfie. L’attuale stagione politica potrebbe essere decisiva per il suo futuro nell’assetto istituzionale del paese e la sua “riforma” sarebbe un ulteriore segnale della lenta e progressiva erosione dei nostri spazi di democrazia costituzionale.
di Giovanni Tizian
Il Domani, 21 febbraio 2024 “È capitato pure a me nella vita di essere identificato, non è un dato che comprime una qualche libertà personale”, dice il ministro Piantedosi rispondendo alle critiche sull’identificazione dei manifestanti per Navalny a Milano. Ma identificare senza reali motivi di ordine pubblico rischia di diventare una schedatura arbitraria in base alle manifestazioni che si frequentano. Sarà capitato anche a voi, come sostiene il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, subire un’identificazione dalla digos, cioè il reparto della polizia che si occupa di manifestazioni, movimenti politici di estrema destra e sinistra e dell’ordine pubblico negli stadi. A chi non è capitato, in fondo, esibire patente e carta d’identità e consegnarlo nelle mani dell’agente, che chiede: “Documenti, prego”.
di Jennifer Guerra
Corriere della Sera, 21 febbraio 2024 Dialogo tra una femminista storica e una giovane filosofa su corpi e libertà. “Difficile proporre questa prospettiva alle donne emancipate, che vogliono allontanare da sé certi fantasmi”, dice la saggista. Quando ci parliamo, Lea Melandri è appena tornata da Londra, dove è stata accolta “come un rockstar”, a sentire chi l’ha accompagnata e ascoltata all’Istituto di cultura italiana. Tra le più importanti esponenti del femminismo storico italiano, archivio di “memoria vivente”, come si definisce, Melandri è stata invitata oltremanica per parlare della sua esperienza dei corsi delle 150 ore nei quartieri popolari di Milano negli Anni 70, che da formazione per ottenere la licenza media pensata per gli operai, si trasformarono in laboratori femministi per casalinghe.
di Gianfranco Schiavone
L’Unità, 21 febbraio 2024 La Suprema Corte ha chiarito che è vietato sbarcarli in quel paese perché non sicuro. È vietato anche rivolgersi alla cosiddetta guardia costiera. Quindi le Ong che non lo fanno rispettano il diritto e i diritti. Il 30 luglio 2018 la Asso 28, rimorchiatore della società armatrice “Augusta Offshore” che operava a supporto della piattaforma Sabratha della società petrolifera “Mellitah Oil & Gas”, società a sua volta partecipata di ENI Nord Africa e della società libica NOC, veniva allertata da personale della piattaforma della presenza di un gommone con 101 persone migranti in acque internazionali, tra cui donne e bambini.
di Leonardo Fiorentini
Il Manifesto, 21 febbraio 2024 Ha preso il via ieri da Roma il tour in Italia di Peter Cohen, uno fra i più originali studiosi a livello internazionale sul tema delle droghe. Promosso da Arci, la Società della Ragione e Forum Droghe toccherà nove città italiane. Al centro il libro “Dalla parte della Ragione” (Menabò, 2023), frutto della collaborazione ventennale del sociologo olandese con “Fuoriluogo”. Peter Cohen, che ha insegnato all’Università di Amsterdam ed è stato fondatore del Cedro (Centro per le ricerche sulla droga), ha avuto il pregio di aprire la strada ad una lettura alternativa dell’uso di sostanze.
ESTERI
di Laura Cappon
Il Domani, 21 febbraio 2024 “Sono otto anni che aspettavamo questo momento”, dicono i genitori arrivati a Piazzale Clodio insieme alla figlia Irene e all’avvocato Alessandra Ballerini. Fuori dalla cittadella giudiziaria, gli striscioni gialli e i sostenitori della campagna “Verità per Giulio”. Con la famiglia in aula, anche la scorta mediatica: tra di loro, Pif, l’esponente del Partito democratico Gianni Cuperlo, quello dei Verdi Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, di Sinistra Italiana. Dal 2016, la vicenda è stata scandita dalla scarsa collaborazione giudiziaria dell’Egitto che poi si è trasformata in ostruzionismo dopo che nel 2021 la procura di Roma ha chiesto il processo per i quattro agenti della National security egiziana.
di Viola Giannoli
La Repubblica, 21 febbraio 2024 Ilaria Salis è in carcere da più di un anno a Budapest. In una vecchia prigione nel cuore della capitale ungherese, l’attivista brianzola divide la cella con 7 detenute. Grazie a un lavoro diplomatico portato avanti “nella dovuta discrezione”, il deputato Paolo Ciani ha potuto varcare la porta del carcere di massima sicurezza di Gyorskocsi Ucta, per incontrare Ilaria nella stanza dei colloqui. Sono da poco passate le 14. Ciani aspetta pochi minuti, poi vede arrivare Ilaria: è scortata, ma stavolta non ha le catene. “Le ho spiegato che sono andato a trovarla in quanto parlamentare che rappresenta la Nazione - racconta Ciani - Lei mi ha detto: ‘Mi raccomando onorevole, continui ad occuparsi di me’.
di Marta Serafini
Corriere della Sera, 21 febbraio 2024 Il caso all’Alta corte britannica. La moglie: è come Navalny. Una cosa è certa. Si tratta di uno dei passaggi più importanti di uno dei casi più intricati iniziato 13 anni fa. Protagonista, Julian Assange. Nelle prossime ore, l’Alta corte di Londra dovrà decidere se respingere l’appello rivolto dal team legale del fondatore di WikiLeaks alla richiesta di estradizione negli Stati Uniti che nel 2019 hanno incriminato Assange sulla base dell’Espionage Act del 1917. Diciotto capi di imputazione che costerebbero all’imputato 175 anni di carcere Oltreoceano secondo una stima dei suoi legali (gli avvocati di Stato americani parlano di 5-6).
di Alessandro Fioroni
Il Dubbio, 21 febbraio 2024 Dopo due giorni di udienze oggi un tribunale di Londra dovrà decidere il destino del fondatore di Wikileaks che negli Stati Uniti rischia fino a 170 anni di prigione. L’udienza che si terrà oggi e che vede alls sbarra Julian Assange potrebbe essere l sua ultima, disperata occasione per evitare di essere estradato dalla Gran Bretagna in direzione Stati Uniti dove lo attende una pena di prigione di oltre 170 anni.
di Leonardo Clausi
Il Manifesto, 21 febbraio 2024 Alan Rusbridger, direttore del Guardian per vent’anni - e un po’ lo scopritore di Wikileaks: “Il punto di queste leggi è che non c’è difesa, non si può dire “ecco il motivo per cui l’ho fatto”, come nella maggior parte degli altri crimini. E non è un caso”. Alan Rusbridger è il direttore di Prospect Magazine, il principale mensile politico del Regno unito. Ha diretto il Guardian per vent’anni, dal 1995 al 2015. Negli ultimi cinque anni della sua direzione, il giornale ha pubblicato svariati scoop seguiti a livello globale, in particolare le rivelazioni dei cablogrammi diplomatici di Wikileaks, la divulgazione di torture ed estradizioni illegali e, nel 2013, le rivelazioni di Edward Snowden sulla sorveglianza di massa da parte della Nsa.
DOCUMENTI
Articolo. "Carceri: anno zero? Più carceri o meno carcerati?"; di Padre Giovanni Fabiano
Articolo. "Sorvegliare e curare", di Gemma Brandi
Progetto "Storie Liberate". Parole che riflettono. Incontri sulle scritture dal carcere
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