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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 20 febbraio 2024
di Maria Lucia Panucci
ilmondo-rivista.it, 20 febbraio 2024 Per rispondere alle annose criticità del sistema penitenziario italiano “è necessario investire sul territorio e sul personale sanitario”. Ne abbiamo parlato con uno dei fondatori dell’Associazione Antigone, Stefano Anastasìa. Strutture fatiscenti e sovraffollate, carenze di personale sanitario e suicidi in carcere: queste sono solo alcune delle criticità in cui versano gli istituti penitenziari italiani. 190 in tutto. Sembra un numero consistente ma di fatto non lo è considerando l’aumento costante nelle celle.
di Andrea Carli
Il Sole 24 Ore, 20 febbraio 2024 Nel 2023, per il secondo anno di fila crescono le presenze medie giornaliere. Minori in carcere: più di un reato su due è contro il patrimonio. E i casi di violazione della legge sugli stupefacenti sono in cima alla lista. Sono due degli elementi che emergono dal settimo rapporto sulla giustizia minorile in Italia di Antigone, presentato oggi a Roma.
di Giulia D’Aleo
La Repubblica, 20 febbraio 2024 Le carceri minorili prendono il cattivo esempio da quelle per adulti e, per la prima volta dopo tempo, registrano sempre più casi di sovraffollamento. All’inizio del 2024, i minorenni detenuti nei 17 Istituti penali minorili del territorio nazionale erano 496, una cifra che non veniva raggiunta da oltre dieci anni. Non è l’unico record: i ragazzi transitati dagli istituti nel 2023 sono stati 1.143, il numero più alto degli ultimi quindici anni. Basti pensare che due anni prima, nel 2021, erano 835, quasi trecento unità in meno. Secondo Antigone, che ha raccolto questi dati nel Settimo Rapporto sulla giustizia minorile, non sarebbe un caso. Ma si tratterebbe piuttosto dell’effetto di uno dei tanti decreti-legge del governo Meloni, il decreto Caivano, ribattezzato anche “Baby gang”.
di Federica Olivo
huffingtonpost.it, 20 febbraio 2024 I reati non crescono, i minorenni in galera sì. Impennata dei giovanissimi reclusi: sono il 16% in più rispetto al 2015. Il governo inverte la tendenza sul recupero dei giovani autori di reato e inizia a distruggere un sistema che funzionava. Erano molti anni che non c’erano così tanti minorenni in carcere. Era dal 2009 che non si superava quota 500 giovanissimi dietro le sbarre. Questa soglia psicologica è stata sfondata proprio nelle ultime settimane: al 31 gennaio 2024 le tabelle del ministero della Giustizia segnalano 516 ragazzi chiusi nei cosiddetti Ipm, gli istituti di pena minorile. E non sono aumentati i reati: nel 2015, annus horribilis del crimine minorile, erano stati compiuti gli stessi reati del 2022, ma i giovanissimi in carcere erano 436. Ottanta in meno di quest’anno.
di Maria Rosa Tomasello
La Stampa, 20 febbraio 2024 Dacia Maraini sa cosa significa essere privati della libertà. Vivere una vita a parte, separati dal mondo, rinchiusi dietro mura sorvegliate. A partire dal 1943, per due anni, quella che sarebbe diventata una delle voci più importanti della cultura italiana, venne internata con i genitori, Fosco Maraini e Topazia Alliata, e le sorelle Yuki e Toni, in un campo di prigionia in Giappone. Aveva appena sette anni, Dacia, e quegli anni di infanzia perduti sarebbero diventati una cicatrice indelebile, una incisione nell’anima. Da quella storia, anche, viene la sua idea di ciò che il carcere non dovrebbe essere: “Il luogo della vendetta sociale, perché il concetto di vendetta è arcaico e fuori tempo”.
di Filippo Giordano
unibocconi.it, 20 febbraio 2024 Coinvolgere i detenuti in attività di formazione e opportunità lavorative, oltre a rientrare negli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030, abbatte il rischio che tornino a delinquere. Ma le imprese non rispondono all’appello tradendo i valori di diversity e inclusion. La mancanza di un impiego è riconosciuta come uno dei fondamentali fattori di rischio per la delinquenza, e per la recidiva, una volta usciti del carcere. In questo senso, le attività lavorative e di formazione al lavoro possono avere un impatto significativo sulla recidiva, principalmente attraverso due canali. In primo luogo, il fatto che un detenuto partecipi ad un’attività di questo tipo ne segnala la propensione positiva a potenziali futuri datori di lavoro, arricchendone il curriculum e facilitando quindi l’eventuale assunzione.
di Silvio Masin*
Corriere della Sera, 20 febbraio 2024 Giustizia riparativa: un termine sconosciuto a molte persone, un tema fuori da qualsivoglia dibattito politico-sociale. Eppure, all’interno della riforma penale - la cosiddetta Riforma Cartabia - sono presenti ben 25 articoli che disciplinano organicamente la Giustizia riparativa in Italia. L’applicazione della Giustizia riparativa nei diversi sistemi di giustizia è presente in tutti i Paesi occidentali da molti anni. L’Unione Europea ne indica la strada e i contenuti dal 1998.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 20 febbraio 2024 “A nome di Forza Italia ho chiesto che in commissione Giustizia venga calendarizzato con urgenza il ddl di riforma della prescrizione già licenziato dalla Camera. Si tratta di un intervento che riteniamo di fondamentale importanza e che sarà sicuramente esaminato già dalla prossima settimana”. Lo ha dichiarato il senatore e capogruppo Giustizia azzurro a Palazzo Madama, Pierantonio Zanettin, venerdì scorso. Il provvedimento era stato approvato a Montecitorio il16 gennaio: cancella di fatto l’improcedibilità voluta come compromesso dall’ex ministra Marta Cartabia. Il testo introduce un meccanismo affine a quello della legge Orlando, con una sospensione della prescrizione di 24 mesi dopo la sentenza di condanna di primo grado e di 12 mesi dopo la conferma della condanna in appello.
di Errico Novi
Il Dubbio, 20 febbraio 2024 La confusione sugli obblighi dei dirigenti è tra i fattori che hanno accresciuto il potere dei giudici: un’altra riforma nella scia dello stop ad abuso d’ufficio e abusi dei pm. È un’iniziativa settoriale. Molto tecnica. E in apparenza sganciata dal cuore del dibattito sulla politica giudiziaria. Eppure il progetto di revisione del decreto legislativo 231 sulla responsabilità amministrativa di enti e imprese nasconde risvolti dal significato più generale, che forse solo gli addetti ai lavori possono comprendere. Questioni che non riguardano solo ambiti delicatissimi come le morti nei cantieri, o in generale la tutela a cui chiunque ha diritto in qualsiasi contesto produttivo.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 20 febbraio 2024 Il pm antimafia in servizio a Napoli si dice d’accordo con la proposta del ministro Nordio: “Nel cellulare oggi conserviamo tutto ciò che riguarda la nostra vita, non si può pensare che il magistrato vada a sequestrare l’intero contenuto indiscriminatamente”. “Ritengo assolutamente necessario un intervento legislativo che vada a regolamentare il sequestro degli smartphone, introducendo forme di controllo e guarentigie più ampie per i soggetti coinvolti”.
di Luigi Ferrarella
Corriere della Sera, 20 febbraio 2024 Non può essere richiesto loro un “maggior livello di sobrietà nel manifestare il proprio pensiero”. Nel rapporto fra responsabilità disciplinare e libertà di manifestazione del pensiero, i magistrati “non possono avere nessuna limitazione ulteriore rispetto a quelle valide per tutti gli altri consociati”: e nemmeno può essere loro “richiesto un maggior livello di sobrietà nella manifestazione del pensiero” che li ponga “in una posizione deteriore rispetto agli altri cittadini”, anche “per evitare che si possa passare da un controllo del comportamento del magistrato a un controllo del provvedimento giurisdizionale”.
di Francesco Grignetti e Francesco Olivo
La Stampa, 20 febbraio 2024 La presidente della Commissione: “Impresentabili i familiari fino al quarto grado”. Una battaglia di principio che diventa politica. La proposta di includere tra gli “impresentabili” anche i parenti dei mafiosi divide la maggioranza. La presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo non intende tornare indietro sulla sua idea, nonostante le tante perplessità suscitate tra gli alleati. Forza Italia non nasconde i tanti dubbi, anche se in maggioranza si sta lavorando per evitare spaccature pubbliche. Il dato di partenza di Colosimo è questo: “Il vincolo familistico è centrale nella lotta alla criminalità organizzata quindi per me deve valere anche per i candidati”. Il punto, però, è che la misura potrebbe coinvolgere i parenti fino al quarto grado, troppo secondo i berlusconiani.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 20 febbraio 2024 Dai file desecretati dalla Commissione Antimafia emerge il forte interesse del giudice sulla gestione mafiosa degli appalti. L’ultimo suo atto, il giorno prima della strage, riguarda l’imprenditore citato dal dossier dei Ros e dal pentito Messina. Dopo 32 anni, grazie al lavoro appena iniziato della presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo, finalmente possiamo partire dai documenti tenuti nei cassetti e mai riversati nei processi, quindi sconosciuti a tutti, anche ai familiari di Paolo Borsellino. Ora sappiamo con certezza che in quei 57 giorni, tra la strage di Capaci e quella di Via D’Amelio, il giudice stava lavorando a 360 gradi sulla questione relativa alla gestione mafiosa degli appalti.
GIURISPRUDENZA
di Umberto Maiorca
perugiatoday.it, 20 febbraio 2024 Tribunale di Sorveglianza e Cassazione concordi nel rigettare la richiesta di misura alternative di un detenuto. La detenzione domiciliare no, meglio l’affidamento in prova. È quanto ha richiesto un 34enne straniero arrestato per droga e violazione delle norme sull’immigrazione, ma sia il Tribunale di Sorveglianza di Perugia sia la Corte di Cassazione hanno detto di no, viste le condizioni dell’associazione in cui avrebbe dovuto svolgere l’affidamento e per le condotte criminali dell’uomo.
di Marco Birolini
Avvenire, 20 febbraio 2024 Gli avvocati veronesi hanno proclamato uno sciopero della fame per protestare contro la sequela di suicidi nel carcere Montorio e, in generale, per le pessime condizioni degli istituti di pena italiani. “Questa drastica iniziativa si pone da un lato come grido di denuncia rispetto al dramma che sta investendo Montorio - spiegano i penalisti. Una Casa circondariale sovraffollata e carente di personale specializzato a fronte del crescente numero di detenuti con problemi di dipendenza o psichiatrici, all’interno della quale il numero dei sucidi è in rapido aumento e ogni giorno si susseguono in silenzio decine e decine di eventi critici di auto o etero lesionismo. Queste vite spezzate non hanno avuto alcun senso”.
La Nazione, 20 febbraio 2024 La nomina del sindaco, dopo la selezione pubblica e l’ok dai gruppi consiliari. È l’avvocato Valentina Abu Awwad la nuova Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Pisa, dopo la selezione per bando pubblico e la consultazione in sede di Conferenza dei Capigruppo consiliari, rimarrà in carica fino a fine mandato del sindaco. Nata a Pisa, è iscritta all’albo degli avvocati di Pisa ed è avvocato patrocinante in Cassazione, eletta nel 2023 come segretario del Consiglio dell’ordine, dov’è referente per la Commissione “Osservatorio Penale”. Svolge la propria attività professionale prevalentemente nel campo del diritto penale e del diritto dell’immigrazione.
di Enzo Spiezia
ottopagine.it, 20 febbraio 2024 Assolti perché il fatto non sussiste. E’ la sentenza del giudice Daniela Fallarino - il pm Angela Sorvillo (vpo) aveva chiesto la loro condanna ad 1 anno - per i dottori Maria Gallo (avvocato Angelo Leone) e Mario Feleppa (avvocati Vincenzo Regardi e Fabio Russo), due medici che, operando presso la casa circondariale di contrada Capodimonte in base a una convenzione con l’Asl, erano stati chiamati in causa nell’indagine sulla morte di un detenuto, Agostino Taddeo, 59 anni, già noto alle forze dell’ordine, avvenuta il 13 ottobre del 2016 al Rummo.
Ristretti Orizzonti, 20 febbraio 2024 Lunedì 19 febbraio è stata consegnata presso il Carcere Femminile della Giudecca una macchina da cucire con la presa in consegna della direttrice Mariagrazia Bregoli. Sarà utilizzata dalle detenute per confezionare, assieme al supporto delle famiglie degli alunni, i costumi di Marco Polo indossati da 500 bambini che stanno partecipando al progetto culturale internazionale “Alfabeto Marco Polo, Venezia Istanbul”.
garantedetenutilazio.it, 20 febbraio 2024 Al centro dell’incontro le criticità attuali delle carceri. Mercoledì 14 febbraio, il presidente del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), Giovanni Russo, accompagnato da Giancarlo Cirielli, direttore generale dei detenuti e del trattamento, e da Antonio Bianco, direttore generale beni e servizi, ha ricevuto il Portavoce della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale, Samuele Ciambriello, e gli altri membri del Coordinamento nazionale Bruno Mellano, Luca Muglia, Valentina Farina, Valentina Calderone e Veronica Valenti.
di Maria Cristina Germani*
Ristretti Orizzonti, 20 febbraio 2024 Sabato 24 febbraio, dalle ore 16, l’associazione di promozione sociale Do Re Miao presenterà i risultati di uno studio di Educazione Assistita con gli Animali svolto presso la sezione distaccata di Gorgona Isola, pubblicati da Erikson con il titolo: “Gorgona, l’isola Fenice”. Con il contributo di esperti nel campo della Pet Therapy e grazie alla partecipazione di figure di riferimento nell’ambito della rieducazione delle persone private della libertà si cercherà di fare il punto sull’importanza della relazione con gli altri animali per coloro che si trovano a vivere un periodo di detenzione.
di Roberta Barbi
vaticannews.va, 20 febbraio 2024 Si intitola “Ristretti nell’indifferenza - testimonianze dentro e fuori il carcere” il nuovo libro della religiosa delle Adoratrici del Sangue di Cristo e volontaria da anni nell’istituto romano di Rebibbia, dove i detenuti partecipano a un laboratorio di scrittura. Edito da Iacobelli, ha la prefazione del cardinale Zuppi. Virus, chiusura, odio, vuoto, ferita, depressione, arma malvagia, non-azione: sono queste le definizioni di indifferenza che rimbalzano tra le pagine della nuova fatica letteraria, dal titolo “Ristretti nell’indifferenza - testimonianze dentro e fuori il carcere”, che ha dato alle stampe suor Emma Zordan, religiosa delle Adoratrici del Sangue di Cristo e volontaria da anni nell’istituto romano di Rebibbia.
di Francesca Mambro*
L’Unità, 20 febbraio 2024 Ad altri, più competenti di me, una precisa biografia politica e intellettuale di Gianni Borgna. Ma io l’ho conosciuto, abbastanza bene, e di questo mi sento di parlare, con un tanto di nostalgia per epoche più “dialogiche”. Il mio ricordo che potrà apparire alieno, è per una persona straordinaria che ho conosciuto inizialmente in carcere e poi molti anni dopo quando sono uscita perché presentò due libri. Il primo, “Nel cerchio della prigione”, scritto a quattro mani con Laura Braghetti, ex appartenente alla colonna romana delle Brigate rosse. L’altro, “Il bacio sul muro”, sulle storie delle donne detenute conosciute in carcere e che presentammo insieme a Clara Sereni e Furio Colombo nel 2000.
AFFARI SOCIALI
di Sara Gandolfi
Corriere della Sera, 20 febbraio 2024 Nessuno dovrebbe essere lasciato indietro, mentre si allarga la forbice tra ricchezza e povertà. L’esempio di Katalin Karikó, Premio Nobel per la medicina 2023. Oggi, martedì 20 febbraio si celebra la Giornata mondiale della Giustizia sociale. Le Nazioni Unite ne danno una definizione vaga: “Svolge un ruolo importante nel raggiungimento di percorsi di sviluppo socio-economico più inclusivi e sostenibili”. In parole povere, nessuno dovrebbe essere lasciato indietro. Ognuno dovrebbe avere le stesse opportunità di crescita, la possibilità di raggiungere standard di vita dignitosi.
di Edmondo Bruti Liberati
La Stampa, 20 febbraio 2024 L’emozione per la tragedia di Firenze rischia di produrre risposte inutili o addirittura controproducenti. Se tra le vittime vi erano immigrati irregolari, avremmo la conferma che l’edilizia si regge sulla manodopera dei clandestini: quelli che si cerca di respingere in tutti i modi, con le buone o con le cattive, quando arrivano sui barconi. Secondo lo spirito dei tempi la demagogica risposta sarebbe in nuovi reati.
di Fulvio Vassallo Paleologo
Il Manifesto, 20 febbraio 2024 La decisione della Corte di Cassazione (sentenza n. 4557 del 1 febbraio 2024) sul caso Asso 28 conferma la condanna, in relazione al delitto di abbandono in stato di pericolo di persone minori e incapaci (articolo 591 del codice penale). E per abbandono arbitrario di persone (art. 1155 del Codice della navigazione), stabilita in precedenza dal Tribunale e dalla Corte di Appello di Napoli, a carico del comandante di un rimorchiatore di proprietà della società “Augusta offshore”, a servizio alla piattaforma petrolifera di Sabratha, gestita dall’ente libico Noc e dall’Eni che nel 2018, a seguito di un soccorso di naufraghi in acque internazionali, li aveva consegnati ad una motovedetta libica, dopo averli ricondotti nelle acque antistanti il porto di Tripoli.
di Alessandro Braga
Il Manifesto, 20 febbraio 2024 Il ministro dell’Interno nega la realtà dei Centri. E difende la Libia come “porto sicuro”. Le identificazioni durante il ricordo di Navalny “non comprimono la libertà”. Non sono tanto le parole che ha detto (di per sé già aberranti), quanto il modo in cui le ha dette. Con freddezza, cinismo e distacco. Come se non stesse parlando di persone umane, ma di oggetti. Sguardo fisso, nessun tentennamento né pause dubitative. Non che sia una novità per uno che, un anno fa, con i corpi dei migranti morti nel naufragio di Cutro ancora ammassati nel paesino calabro, diceva che “la disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli”.
di Matteo Macor
La Repubblica, 20 febbraio 2024 A decidere l’adeguamento francese alle sentenze di Consiglio di Stato e Corte di Giustizia europea, dopo otto anni di violazione sistematica delle norme comunitarie. Le ong: “Avevamo ragione noi”. Qualcosa è cambiato, lungo la frontiera che da nove anni fa da imbuto d’Europa. Lo dicono numeri inaspettati e per certi versi inediti, almeno dal 2015 a questa parte: dall’anno della grande crisi dei rifugiati nel mondo, quando tra Ventimiglia, il suo mare e il muro del confine francese si iniziarono a fermare i sogni di migliaia di migranti, a oggi.
di Nadia Urbinati*
Il Domani, 20 febbraio 2024 Aleksej Navalny è soltanto l’ultima vittima politica del regime di Vladimir Putin. Se ci spostiamo dagli Urali verso ovest, troviamo diversi piccoli e grandi indizi di quanto sia sensato parlare di libertà come di un bene scarso. La libertà civile è un bene pericolosamente scarso in quest’epoca di confusione ideologica e di tolleranza, quando non di attrazione, per governi forti e leader plebiscitari. Con le ovvie proporzioni, la scarsità accomuna regimi diversi e persino opposti. Il caso estremo è quello del dispotismo che l’Europa ospita come est, il regime che è solito eliminare fisicamente i suoi oppositori, in esilio o in prigione.
di Filippo La Porta
L’Unità, 20 febbraio 2024 Ipernazionalista, anti-immigrati, sembrava fatto apposta per non piacerci. Eppure nella sua battaglia per i diritti e la democrazia, è stato, come i Kennedy, un paladino di retroguardia. Per capire la qualità contradditoria della grandezza di Aleksej Navalny - una grandezza peraltro assoluta - ci occorre Pasolini, e in parte anche Lermontov: un “eroe della retroguardia” (come Kennedy a suo tempo) e un “eroe del nostro tempo” (dove la confusione è prima di tutto nelle cose, negli eventi). Diciamolo: Navalny aveva tutto per non piacerci! Ipernazionalista benché non propriamente xenofobo, oscillante in merito all’invasione della Georgia, ferocemente avverso all’immigrazione.
di Pasquale Pugliese*
Il Fatto Quotidiano, 20 febbraio 2024 Negli stessi giorni in cui in Italia impazzavano le censure e la guerra alle parole, dell’ambasciata israeliana prima e della Rai dopo, perché dal palco sanremese il giovane Ghali osava evocare nella sua canzone i bombardamenti sugli ospedali e perfino chiedere lo “stop al genocidio” a Gaza, Edgar Morin ospite al Festival del libro africano di Marrakech, dall’alto dei suoi 102 anni, scandiva parole limpide e nette: “Sono indignato per il fatto che coloro che rappresentano i discendenti di un popolo che è stato perseguitato nei secoli per motivi religiosi o razziali, oggi decisori dello Stato d’Israele ...
DOCUMENTI
Progetto "Storie Liberate" Parole che riflettono. Incontri sulle scritture dal carcere
Articolo. "Le visite intime ai carcerati in 5 sentenze della CEDU", di Francesco Buffa
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