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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di lunedì 12 febbraio 2024
di Luca Rondi
Altreconomia, 12 febbraio 2024 Sovraffollamento medio al 118%, strutture inadeguate e mancanza di personale: sono i fattori che incidono sui tragici numeri dei 17 suicidi dall’inizio dell’anno. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria parla però di una “tendenza inspiegabile”. Intanto una ricerca fa luce sul tema della salute mentale nelle celle. Un suicidio ogni due giorni. Nelle carceri italiane dall’inizio del 2024 si sono tolte la vita 17 persone: un numero record se si considera che erano state 67 in tutto il 2023. Si aggrava inoltre il sovraffollamento, con 60mila presenze sui 51mila posti a fine dicembre. “Una tendenza inspiegabile”, ha dichiarato a La Stampa Giovanni Russo, capo del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria (Dap) in seno al ministero della Giustizia.
di Maria Sorbi
Il Giornale, 12 febbraio 2024 Un detenuto si impicca in cella a Latina, è il 17esimo caso dall’inizio dell’anno. I penalisti: “Servono amnistia e indulto”. Nordio: “Interventi contro disagi psichici”. Si è impiccato nel bagno della sua cella, a 36 anni. Un detenuto indiano, in attesa di primo giudizio per reati a sfondo sessuale, si è suicidato nella Casa Circondariale di Latina. È il 17esimo caso dall’inizio dell’anno. È già capitato a Poggioreale (Napoli), a Cuneo, ad Ancona, a Verona, a Caserta. Sempre nello stesso modo. E non si tratta di detenuti condannati all’ergastolo, senza la minima speranza di uscire dal carcere. Anzi, ad alcuni mancavano pochi mesi a scontare la pena.
di Vittorio Macioce
Il Giornale, 12 febbraio 2024 Non c’è in carcere un modo rapido per darsi la morte. Non è così semplice ammazzarsi. Non lo è mai, figurati quando sei circondato da muri spogli e dovrebbero controllarti senza sosta. Allora spesso scegli di farla finita con un cappio al collo, appeso a una doccia, a una sbarra, a quello che trovi. In Italia accade a un ritmo costante, con i conti che si aggiornano di anno in anno. Il diciassettesimo di questi primi mesi del 2024 si è impiccato a Latina. Aveva 36 anni, di origine indiana, in attesa di giudizio per reati di natura sessuale. È carcere preventivo. Qualcuno non avrà pietà, ma quando si sta tra i dannati, i peccati di Caino passano in secondo piano. La pietas non guarda alla colpa.
di Valter Vecellio
huffingtonpost.it, 12 febbraio 2024 Lo sdegno e l’indignazione di Nordio e Piantedosi sono davvero bizzarre: il problema è che parole e valori come Costituzione, diritto, legge, entrano con grande difficoltà in carcere e in altre istituzioni del nostro Stato. Lo si dice con la stima e la fiducia che si nutriva da quando era magistrato, in nome di quelle speranze finora non corrisposte da quando è Guardasigilli: caro ministro Carlo Nordio, provare “sdegno e dolore”, di fronte alle immagini che documentano le torture patite da un detenuto nel carcere di Reggio Emilia, è quello che si suol definire “minimo sindacale”. Ma certo che sono immagini indegne per uno stato democratico. E quindi? Cosa, dopo il manifestato sdegno?
di Cristina D’Amicis
today.it, 12 febbraio 2024 Il ministro Nordio ha dichiarato che il sovraffollamento si risolve solo con l’espulsione degli stranieri. Poi ha annunciato la conversione di vecchie caserme dismesse. Misure che non avrebbero nulla a che vedere con la necessità di un reale cambiamento dello stato di detenzione, della cosiddetta umanizzazione dei detenuti. Secondo Nordio i suicidi in carcere sono una “malattia ineliminabile” e allora perché investire troppe forze e risorse per combattere una battaglia già persa in partenza?
di Enzo Bianchi*
La Repubblica, 12 febbraio 2024 Se i siamo molto indignati e abbiamo fatto sentire la nostra voce per il trattamento riservato alla concittadina italiana Ilaria Salis, detenuta nelle carceri dell’Ungheria. Era un dovere assoluto e perciò giustamente si è levata la protesta. Ma non è avvenuto altrettanto per i maltrattamenti, vere e proprie torture, subite nel carcere di Reggio Emilia da un migrante marocchino accusato di spaccio di droga. Abbiamo visto le immagini: un povero uomo incappucciato, oggetto di violenza gratuita, che è solo lo scatenarsi di istinti bestiali da parte di chi ha il potere di usare la forza.
di Paolo Pandolfini
Il Riformista, 12 febbraio 2024 Il Consiglio d’Europa (Pc-Cp), l’organismo con sede a Strasburgo che redige le “raccomandazioni” per tutti i 47 Stati membri in materia di esecuzione delle pene in carcere e del sistema di probation. I testi adottati dal Pc-Cp, dopo la loro approvazione da parte del Comitato dei ministri, costituiscono le linee guida per le varie normative nazionali in materia di ordinamento penitenziario. “Il faro è sempre l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo, secondo cui nessuno può essere sottoposto a tortura o a pene o trattenenti inumani o degradanti”, aggiunge la giudice Ferrari, ora consigliere della Corte d’Appello di Milano ed in passato magistrato di sorveglianza con l’incarico di coordinatore dell’Ufficio di Varese.
di Simona Musco
Il Dubbio, 12 febbraio 2024 La vittimizzazione secondaria è un fenomeno che pervade in modo subdolo la nostra società da decenni. per questo i giudici di Strasburgo, nel 2021, hanno condannato il nostro Paese. Far rivivere le condizioni di sofferenza a cui è stata sottoposta la vittima di un reato. Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione definiscono così la vittimizzazione secondaria, un fenomeno diffuso non solo nella società civile, ma anche nelle aule dei Tribunali. Dove a rendere la donna vittima una seconda volta sono le stesse procedure istituzionali, i pregiudizi culturali e gli stereotipi.
di Francesca Spasiano
Il Dubbio, 12 febbraio 2024 Lo stupro appare come un reato diverso dagli altri, e diverso è il giustizialismo che gli si applica ma il rischio è lo stesso: calpestare diritti e garanzie. Spagna, novembre 2017. Migliaia di donne si ritrovano in piazza a Madrid davanti al ministero della Giustizia per protestare contro le modalità con cui si sta svolgendo il processo a “La Manada”. Il nome sta per “Branco”, dal titolo che cinque ragazzi accusati di stupro hanno dato al proprio gruppo Whatsapp. In quella chat si vantano e si scambiano filmati della violenza sessuale di gruppo nei confronti di una 18enne aggredita all’ingresso di un condominio il 7 luglio del 2016, durante il festival di San Firmino a Pamplona.
di Aurora Matteucci
Il Dubbio, 12 febbraio 2024 La lotta alla violenza di genere non concede alcun tipo di mediazioni: l’imputato deve essere spogliato di ogni diritto e si mette in piedi una campagna di mostrificazione. Giorni addietro un’amica mi invia su whatsApp il link di una petizione. E, in calce al messaggio, un laconico “ma tu che ne pensi?”. Ne riceviamo spesso di inviti a sottoscrivere petizioni, le più varie. Ancora non ho capito se davvero siano mai state valutate dalla politica come termometro del “paese reale”, se siano state mai in grado di cambiare alcune carte in tavola o se siano semplicemente derubricate come forme ibride di democrazia partecipativa di bassa lega.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 12 febbraio 2024 Parla Livia Rossi, già Tesoriera della Camera Penale di Roma. “I reati sessuali sono in balia delle emozioni della piazza, dove il rispetto delle regole processuali e le garanzie del diritto di difesa non vengono comprese né tollerate”. Sei avvocato, sei donna, difendi un presunto stupratore: la gogna pubblica è assicurata. Ne parliamo con la nota penalista romana Livia Rossi, già tesoriere della Camera Penale di Roma.
TERRITORIO
di Luigi Bussu
italiachecambia.org, 12 febbraio 2024 L’esistenza di reparti detentivi all’interno degli ospedali migliorerebbe l’accesso dei detenuti alle prestazioni sanitarie, da cui oggi sono quasi del tutto tagliati fuori, e le condizioni di lavoro degli agenti di custodia. La cosa assurda è che da oltre dieci anni ne esiste uno presso il nosocomio cagliaritano del Santissima Trinità, ma viene utilizzato come magazzino.
di Michele Marangon
Corriere della Sera, 12 febbraio 2024 Una pesante accusa di violenza sessuale, la lunga detenzione prima di arrivare al processo, incomunicabilità, abbandono. Sono tanti gli elementi che hanno portato al suicidio un cittadino indiano nel carcere di Latina, trovato impiccato la notte tra sabato e domenica nel bagno di di una cella nella struttura di via Aspromonte- la più sovraffollata d’Italia - a due passi dal centro del capoluogo pontino. A nulla è valso l’intervento degli agenti della polizia penitenziaria che hanno rinvenuto il corpo nella stanza in cui, probabilmente, era da solo come spesso capita ai detenuti per reati a forte riprovazione sociale.
lapiazzaweb.it, 12 febbraio 2024 Si torna a parlare dell’emergenza carceri a Verona. Le rappresentanti della Commissione quinta, infatti, ieri mattina si sono riunite in conferenza stampa a Palazzo Barbieri per esprimere sgomento e preoccupazione di fronte al quinto suicidio avvenuto in pochi mesi nella Casa Circondariale di Montorio.
di Beatrice Branca
Corriere del Trentino, 12 febbraio 2024 La denuncia del capogruppo Pd in Consiglio regionale: “Si recuperano così dei centimetri ma si gioca con i diritti inviolabili delle persone”. “L’Italia è già stata condannata due volte per non aver garantito in diverse strutture i 3 metri quadri di spazio vitale ai detenuti. Per risolvere il problema nelle celle della Casa Circondariale di Trento si stanno rimuovendo dall’antibagno dei piani d’acciaio che, quando è stato costruito l’edificio, erano stati inseriti per preservare migliori condizioni igieniche, oltre a tenere il fornellino in uno spazio sicuro lontano da altri oggetti nella cella.
di Cristian Casali
notizieinunclick.com, 12 febbraio 2024 Il Garante dei detenuti dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri, interviene sugli episodi di violenza nei confronti di un detenuto tunisino, che risalgono al 3 aprile scorso, da parte di una decina di agenti della Polizia penitenziaria reggiana e documentate da un video diffuso dai media. Il Garante, contattato dal legale del detenuto dopo la denuncia agli agenti della Polizia penitenziaria, aveva già incontrato il tunisino (nel frattempo trasferito a Parma), per accertarsi delle sue condizioni.
Il Fatto Quotidiano, 12 febbraio 2024 Si sono spogliati seminudi e, nonostante la pioggia battente e il freddo invernale, si sono sdraiati sull’asfalto in segno di protesta, tra le urla e degli altri e senza nessun intervento di aiuto da parte del personale. Così alcuni migranti trattenuti nel Centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli a Milano hanno deciso di protestare contro le pessime condizioni di detenzione (la struttura è stata commissariata lo scorso dicembre a seguito di un’inchiesta della Procura di Milano proprio sulla gestione disumana). È accaduto nella notte tra il 10 e l’11 febbraio e le immagini sono state diffuse dal gruppo No Cpr ...
idearadionelmondo.it, 12 febbraio 2024 Prende oggi l’avvio “Orizzonti Verdi”, un importante progetto di formazione fortemente voluto dal Rettore dell’Università del Salento, professor Fabio Pollice e dalla direttrice della Casa Circondariale di Lecce, dottoressa Maria Teresa Susca. Il progetto vede coinvolti i detenuti della Casa Circondariale di Lecce e i docenti dell’Università del Salento, in particolare il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali. Quattro detenuti avranno la possibilità di frequentare un corso di formazione professionale e di svolgere attività per la cura del verde pubblico, di parchi e giardini a partire dal verde di Ateneo.
di Donato Mola
trmtv.it, 12 febbraio 2024 Presentazione del primo numero a Matera con la partecipazione di detenuti e volontari. Matera ospiterà la presentazione di “S-catenati, oltre l’errore”, il primo giornale realizzato con la collaborazione di detenuti della Casa Circondariale e volontari dell’associazione Disma, domenica 18 febbraio. L’Auditorium di Cristo Re a Matera sarà teatro, domenica 18 febbraio alle ore 18, della presentazione del primo numero di “S-catenati, oltre l’errore”. Questa pubblicazione segna un importante passo avanti nel campo dell’inclusione sociale dei detenuti, grazie al contributo dell’associazione di volontariato penitenziario Disma.
di Jéróme Hourdeaux*
Il Fatto Quotidiano, 12 febbraio 2024 La decisione. L’appello finale del fondatore di WikiLeaks secondo la legge inglese si terrà a fine mese. Per Alice Jill Edwards la sua salute mentale a rischio peggiorerebbe per la detenzione e l’isolamento in una prigione americana. In un comunicato del 6 febbraio, la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, Alice Jill Edwards, ha esortato il Regno Unito a fermare l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti, dove il fondatore di WikiLeaks è atteso per essere processato per aver rivelato migliaia di documenti segreti dell’esercito Usa, in cui sono descritti gli abusi commessi dai soldati in Iraq e Afghanistan.
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