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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione venerdì 6 dicembre 2024
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 6 dicembre 2024 Ieri l’ultimo caso nel carcere genovese di Marassi. Ormai sono 85 i reclusi che si sono tolti la vita nel 2024, 79 per il Garante nazionale. Il tragico record del 2022 era di 84 suicidi. La questione dei suicidi nelle carceri italiane è un dramma che, anno dopo anno, si ripresenta con una gravità sempre crescente. Un dramma che non riguarda solo i numeri, ma soprattutto le vite spezzate e le storie dimenticate dietro le fredde statistiche. Eppure, proprio sui numeri, ci si perde. Sono 79, 83 o 85 i detenuti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno? E questa discrepanza, apparentemente piccola, riflette una più profonda crisi di trasparenza e responsabilità.
di Sofia Antonelli
L’Unità, 6 dicembre 2024 Un ragazzo giovanissimo, di appena 21 anni, di origine magrebina. È l’ennesima persona morta suicida in carcere, l’85esima da inizio anno. Sembrerebbe essersi tolto la vita all’interno del reparto sanitario del carcere di Genova Marassi, dove si trovava a causa di precedenti atti autolesionisti e tentativi di suicidio. Con la sua morte, il 2024 supera il tragico primato del 2022 che, con 84 casi, era stato fino ad ora l’anno con più suicidi in carcere di sempre. Oltre ai suicidi, il 2024 è in generale l’anno con il maggior numero di decessi. Se ne contano 231 da inizio gennaio. Quest’ultimo suicidio ha in sé elementi tristemente comuni a molti altri casi. Come il ragazzo morto a Genova, molti sono i suicidi commessi da persone giovanissime. Nel 2024 se ne contano almeno venti di età compresa tra i 19 e i 29.
di Franco Corleone
L’Espresso, 6 dicembre 2024 In 300 sono sottoposti, dopo la pena, a una misura di sicurezza che può durare anni se non all’infinito. Si è perso il conto dei suicidi e dei morti in carcere per cause da accertare; i detenuti che si sono tolti la vita quest’anno sono al momento 83 (e sette gli agenti di polizia penitenziaria) e gli ospiti delle patrie galere superano le 62.000 persone: corpi ammassati senza dignità. Il sottosegretario Delmastro che vorrebbe stuprare l’articolo 27 della Costituzione sul senso della pena, di fronte a questa catastrofe umanitaria proclama che un provvedimento di amnistia (dopo 25 anni) e di indulto costituirebbe una resa dello Stato.
di Errico Novi
Il Dubbio, 6 dicembre 2024 Con il premierato in crisi e l’Autonomia dimezzata ora è la giustizia l’obiettivo chiave della maggioranza. Cioè al termine del Consiglio dei ministri che aveva varato la riforma del guardasigilli. L’idea aveva resistito per un po’. Fino allo scorso 29 ottobre, quando Nordio, senza troppi giri di parole, ha convocato le prime linee del centrodestra sulla giustizia e ha detto: sulle carriere separate cerchiamo di evitare emendamenti di parte e di partito, se proprio si pensa di modificare il testo lo si faccia solo in modo unitario. Non aveva posto un veto esplicito su variazioni in corso d’opera, ma di fatto con quel discorso ha dissuaso gli interlocutori - i capigruppo di tutte le forze di maggioranza insieme ai capidelegazione nelle commissioni parlamentari - dal compiere mosse che potessero rallentare il cammino del ddl.
di Gian Carlo Caselli
Il Fatto Quotidiano, 6 dicembre 2024 Vari magistrati hanno preso decisioni in tema di immigrati irregolari motivandole con riferimento a norme del diritto europeo, considerate - come sempre accade - gerarchicamente sovraordinate a quelle italiane. Contro di loro si è scatenata una volgare canea di insulti e minacce, compresa l’ormai classica insinuazione di essere nemici della patria e del governo impegnato a difendere le frontiere contro l’invasione di orde di pericolosi migranti. Vi è poi chi, sfoggiando reminiscenze di liceo, riesuma vecchie formule tipo: il giudice è solo bocca della legge, i magistrati non devono interpretare la legge ma soltanto applicarla, impreziosendo la declamazione di queste formule con vivide pennellate di un acceso colore rosso, richiamandosi alla “vulgata” di un bel tempo antico ...
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 6 dicembre 2024 Diritto di difesa sotto attacco. Dopo la condanna all’ergastolo di Filippo Turetta, il suo difensore, Giovanni Caruso, è stato minacciato ricevendo una busta contenente alcuni proiettili. Un gesto che dimostra ancora una volta un’idea ben precisa che qualcuno vorrebbe imporre: l’autore di reati molto gravi è indifendibile e il ruolo del difensore deve essere relegato all’insignificanza. A seguito delle minacce ricevute da Caruso, il Cnf ha espresso, attraverso il presidente Francesco Greco, “la più ferma condanna per gli atti intimidatori indirizzati al collega, oltre alla piena solidarietà e vicinanza personale di tutto il Consiglio nazionale forense.
di Vittorio Feltri
Il Giornale, 6 dicembre 2024 L’ergastolo contraddice la finalità rieducativa, fissata dalla nostra Costituzione, della pena detentiva. Rieducare, del resto, è a sua volta funzionale ad un reinserimento sociale, ossia al ritorno in società della persona che, non senza causa, ha subito la privazione della libertà personale. Reinserimento che non si attua nel caso in cui la condanna preveda appunto che dalla casa circondariale mai si venga fuori, se non da morti. Quindi, a mio avviso, l’ergastolo andrebbe eliminato e la sua attenuazione non dovrebbe dipendere dall’applicazione di quelle misure cui tu ti riferisci, alle quali il condannato può accedere scontato un tot di anni.
di Michela Nicolussi Moro*
Corriere del Veneto, 6 dicembre 2024 Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari: “Di fronte al ripetersi di crimini di una violenza efferata è inappropriato proporre un abbassamento delle pene”.
di Marco Mintillo
gaeta.it, 6 dicembre 2024 La Procura di Genova ha avviato un’inchiesta sulla morte di Amir Dhouiou, un giovane detenuto di 21 anni di origine tunisina. Il ragazzo si è suicidato nel carcere di Marassi, sollevando interrogativi sulla sorveglianza che gli era stata riservata. Gli inquirenti stanno analizzando le immagini delle telecamere di sicurezza per fare chiarezza sull’accaduto e la Procura ha disposto una perizia autoptica sulla salma.
di Andrea Sini
La Nuova Sardegna, 6 dicembre 2024 L’avvocata Decina: “È stato portato via dalla colonia penale di Isili con la testa fracassata”. Un detenuto che viene portato via d’urgenza dalla colonia penale nella quale si trova, con la testa fracassata; ipotesi della prima ora sulle cause che non trovano riscontri, un lungo ricovero in ospedale e il successivo trasferimento in carcere; danni e conseguenze gravissime riportate che non vengono prese in considerazione per trasferire l’uomo in una struttura idonea. È ancora tutto da chiarire l’episodio avvenuto ai primi del mese di luglio nella casa di reclusione di Isili, per il quale la sorella dell’interessato ha sporto a suo tempo denuncia e sul quale l’avvocata Armida Decina prova ora ad accendere i riflettori.
di Francesco Dondi
La Nuova Ferrara, 6 dicembre 2024 Delegazione in visita alla Casa circondariale di via Arginone per scoprire attività e volontariato. La notizia più bella la dà Domenico Bedin quando racconta che pochi giorni fa un ergastolano è stato assunto con contratto a tempo indeterminato nell’ambito della ristorazione. Storie di vita, storie di risocializzazione, storie belle che spingono alla redenzione. Il carcere Costantino Satta ha aperto le porte ad una visita speciale con al centro le tante associazioni ferraresi che lì dentro portano messaggi di speranza e sopravvivenza fisica e psicologica. L’ha voluta organizzare l’ufficio regionale del Garante dei detenuti, guidato da Roberto Cavalieri, con la collaborazione della garante locale, Manuela Macario e la massima disponibilità della direzione dell’Arginone ...
adnkronos.com, 6 dicembre 2024 È partito ufficialmente, presso il Carcere di Velletri, il progetto Ripartenze: Riprendiamoci il Futuro. Promosso da Fondazione Lottomatica e realizzato dal centro di formazione dell’ente non profit Elis, il progetto riguarda detenuti e persone sottoposte ad altre misure di giustizia in percorsi di inserimento professionale. Al termine di una selezione che ha visto coinvolte 600 persone, è iniziata ora per i primi 20 partecipanti la formazione che li porterà a lavorare come manutentori di aree verdi a Roma e addetti alla selezione dei rifiuti nella piattaforma di Guidonia M. del Gruppo AVR e come operatori elettrici per la società Siram Veolia a Milano.
di Manuela Sicuro
mitomorrow.it, 6 dicembre 2024 Rellini (Regusto): “La raccolta delle donazioni proseguirà nel 2025”. Se il recupero è, o dovrebbe essere, la parola chiave per il lavoro delle strutture detentive in Italia, il progetto di Regusto, va in questa direzione. L’iniziativa permette infatti di ridistribuire arredi a rischio spreco donati da aziende del territorio, a favore di alcune carceri milanesi. Tramite Regusto - prima piattaforma ESG blockchain per la lotta allo spreco, anche alimentare - le aziende possono donare prodotti che altrimenti andrebbero smaltiti. Non solo un esempio di antispreco ma anche un beneficio in termini di emissioni di CO2 evitate. Con il progetto sono stati recuperati più di 27mila chili di prodotti destinati allo smaltimento.
di Federica Veroni
lasettimanalivorno.it, 6 dicembre 2024 Carcere e lavoro, un’opportunità per tutti: detenuti, imprese e società civile, questi gli argomenti trattati durante l’incontro organizzato da Fondazione Caritas Livorno con gli altri partner del progetto Next nella struttura “Sorgenti di Carità” di via Donnini e alla quale hanno partecipato Serena Spinelli (Assessora Regionale per il Sociale), Andrea Raspanti (Assessore Comunale per il Sociale), Marcella Gori (Coordinatrice area trattamentale Casa Circondariale Livorno - Gorgona), Stefano Fabbri (Vicepresidente nazionale e referente per la Toscana dell’Associazione Seconda Chance), Enrico Vincenzini (Avvocato penalista e membro di Antigone Toscana), Guido De Nicolais (Direttore generale Fondazione Caritas Livorno) e Don Luciano Cantini (Presidente Fondazione Caritas Livorno).
piacenzasera.it, 6 dicembre 2024 “Ero timido, la musica mi ha dato speranze” Il rap scritto dai giovani detenuti del carcere di Piacenza. Ultima tappa per il progetto finanziato grazie alla Youth Bank (la banca dei giovani promossa dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano) “Da dentro a fuori - Musica per includere”: all’interno delle Novate è stato allestito un palco sul quale due ragazzi si sono esibiti presentando tra gli applausi brani musicali da loro elaborati con la supervisione del giovane rapper piacentino Michele Rossi, in arte True Skill, e l’aiuto dell’educatrice Roberta Cavaterra. Ospite speciale dell’evento il rapper Alessio Mariani, in arte Murubutu, musicista e professore di storia e filosofia a Reggio Emilia, conosciuto per il famoso talk show intitolato “letteraturarap”, un intreccio tra il mondo letterario e la scena rap ...
di Roberta Barbi
vaticannews.va, 6 dicembre 2024 L’invito a non dimenticare i detenuti almeno per tutto l’anno del Giubileo arriva da padre Lucio Boldrini, cappellano del carcere romano dove il Pontefice aprirà una Porta Santa il 26 dicembre prossimo: “I ristretti attendono Francesco con gioia, sentono la sua vicinanza mentre percepiscono il distacco della società”. Sovraffollamento, suicidi, solitudine problemi presenti, ma, dice il sacerdote, attraverso fede e lavoro garantiamo la cura e combattiamo l’indifferenza.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 6 dicembre 2024 Rappresenta anche un modo per sostenere il lavoro prezioso di “Ristretti Orizzonti”. Un calendario non è mai stato così potente: il “Dado Galeotto” di Ristretti Orizzonti non è solo un semplice oggetto da scrivania, ma un progetto educativo che rompe i muri del pregiudizio, portando la voce del carcere nelle case degli italiani. Oltre a essere uno strumento di sensibilizzazione, il calendario rappresenta anche una forma di autofinanziamento per sostenere il lavoro di Ristretti Orizzonti. Con un costo di 10 euro a copia, è possibile contribuire a un’iniziativa che da oltre 25 anni promuove il dialogo tra il “dentro” e il “fuori” del carcere.
AFFARI SOCIALI
di Gilberto Corbellini
Il Dubbio, 6 dicembre 2024 Negli ultimi giorni si è parlato ancora, e sempre più accadrà, di fine vita. Il mondo occidentale è via via più abitato da persone anziane e che muoiono di morti degenerative, non più acute come erano le infezioni. La morte degenerativa era rara in passato e riguarda persone che sono oggetto di trattamenti che prolungano la durata delle fasi terminali della vita. Anche per il fatto che erano rare queste morti, le persone faticano a gestirle psicologicamente: molti fraintendimenti nelle discussioni pubbliche e laiche, al di là delle posizioni religiose, derivano da una resistenza a scomporre analiticamente i problemi.
di Gianni Cuperlo
Il Domani, 6 dicembre 2024 Due anni di governo e otto decreti in materia di migranti, l’ultimo votato dal Senato mercoledì 4 dicembre. Se sommiamo una ventina di altri provvedimenti la destra, per difendere patria e confini, ha partorito una nuova misura al mese. Significa almeno due cose. La prima è che vivono nell’ossessione di un fenomeno epocale piegato a un allarme repressivo nella speranza di cavalcare le paure e aumentare i voti nelle urne. La seconda è che navigano a vista inseguendo l’umore del tempo e umiliando la Costituzione.
di Roberta Polese
Corriere di Verona, 6 dicembre 2024 L’allarme del presidente della Corte d’appello di Venezia Carlo Citterio: “Se la mole di lavoro è destinata ad aumentare con le nuove norme del decreto flussi, non potremo rispettare gli obiettivi del Pnrr”. Lenta ma inesorabile. Questo si diceva una volta della giustizia. Ma ora ci sono tutti i presupposti affinché si realizzi solo la prima parte del proverbio. Il nuovo decreto Flussi infatti avrà un impatto non indifferente sulle Corti d’appello, che saranno chiamate a giudicare sulle sospensive richieste per persone che arrivano da Paesi non sicuri e sui trattenimenti dei migranti che, giunti in Italia con le navi o via rotta balcanica, appartengono ai Paesi cosiddetti “sicuri” e che quindi dovrebbero essere mandati nel centro per il rimpatrio in Albania.
di Alessandro Fioroni
Il Dubbio, 6 dicembre 2024 Narges Mohammadi è stata scarcerata, la cinquantaduenne iraniana, premio Nobel per la pace nel 2023, imprigionata da oltre un decennio, e uscita infatti dal famigerato carcere di Evin, a Teheran, per motivi di salute. Purtroppo non si tratta di una liberazione definitiva ma solo di una sospensione temporanea della pena di appena ventuno giorni. Pensare che il regime degli ayatollah abbia voluto compiere un gesto di clemenza rimane una pia illusione come dimostrano le cifre, mostruose, della repressione politica in corso in Iran. A dare notizia della libertà provvisoria è stata la stessa Narges Foundation che ha messo in rilievo come la scarcerazione arrivi troppo tardi rispetto a quando sarebbe dovuta avvenire.
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Progetto "A scuola di libertà". Anno scolastico 2024-2025: prossimo incontro online il 12 dicembre
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"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
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