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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 4 dicembre 2024
di Roberto Giachetti*
Ristretti Orizzonti, 4 dicembre 2024 Al Ministro della Giustizia, per sapere, premesso che Secondo i dati pubblicati dal Garante nazionale delle persone private della libertà (GNPL), al 27/11/2024, sono state 77 le persone detenute che si sono suicidate nelle carceri italiane, mentre i decessi per cause naturali sono stati 125 e 19 quelli per cause ancora da accertare per un totale tra suicidi e morti per altre cause di 221; secondo il monitoraggio effettuato da “Ristretti Orizzonti”, alla stessa data, le persone che si sono suicidate in carcere sono state 83, mentre i morti per altre cause compresivi di quelli da accertare sono stati 145 per un totale di 228 morti.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 4 dicembre 2024 Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito democratico, con un’interrogazione parlamentare, ha chiesto al Ministro della Giustizia spiegazioni sull’inadempienza riguardo alla sentenza della Corte Costituzionale n. 10 del 2024. Questa sentenza ha dichiarato illegittimo l’articolo 18, comma 3, della legge sull’ordinamento penitenziario nella parte in cui non consente colloqui intimi tra i detenuti e i loro partner senza il controllo visivo del personale di custodia, salvo motivi di sicurezza, disciplina o ragioni giudiziarie ostative.
di Fabrizio Pomes
Ristretti Orizzonti, 4 dicembre 2024 Un lavoro condiviso che ha portato alla stesura di un documento che pone l’accento sul dramma dei suicidi in carcere e che si propone come traccia di un lavoro che deve vedere la politica impegnata oltre le visite alle carceri e al lavoro istituzionale. Questo l’obiettivo dell’assessorato al welfare del comune di Bologna che con il personale coinvolgimento dell’assessore Nizzo Nervo e delle consigliere comunali Di Pietro e Monticelli ha lanciato una sfida ai cittadini per una mobilitazione che punti a far diventare Bologna la città promotrice di una rete di città nelle quali ci sono gli istituti penitenziari. Strutturare quindi la protesta verso un governo i cui segnali di carcerocentrismo e di panpenalismo sono evidenti.
di Luca Sofri
ilpost.it, 4 dicembre 2024 Tramite una piattaforma che si chiama Freedomleaks, pensata per chi lavora in carcere e vuole denunciare senza subire ripercussioni. Da questa settimana è attiva Freedomleaks, una piattaforma per segnalare in maniera anonima e sicura le violazioni del “diritto alla salute” nelle carceri italiane. È rivolta soprattutto a poliziotti penitenziari e altri operatori e operatrici che frequentano le carceri, per permettere loro di segnalare eventuali violenze e soprusi senza esporsi in prima persona, ed evitare così conseguenze sul posto di lavoro. La piattaforma è gestita dall’associazione Soccorso Civile, fondata nel 2015 per coordinare azioni di disobbedienza civile. Era già attiva dal 2022 per segnalazioni sul diritto all’interruzione di gravidanza: ora è stata estesa anche al diritto alla salute in carcere.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 4 dicembre 2024 “A mente libera” è il progetto con cui l’associazione StraLi vuole difendere e promuovere la tutela dei detenuti con problemi psichiatrici. La presidente Benedetta Perego: “Lo facciamo con gli strumenti del diritto e del contenzioso strategico, anche davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo”. Il contenzioso strategico è “da sempre marchio di fabbrica di StraLi, ci aiuta a stare dalla parte del singolo nelle aule del tribunale e, nello stesso tempo, cercare di assicurare una tutela maggiore alla società intera”, dice Benedetta Perego, avvocata e presidente di StraLi, associazione non profit che promuove la tutela dei diritti attraverso il sistema giudiziario. “Questo è ciò che vogliamo fare, anche in tema di salute mentale nei luoghi di detenzione”.
di Liborio La Mattina
giornalelavoce.it, 4 dicembre 2024 Chef stellati, volontari e volti noti uniscono il Paese in 44 istituti penitenziari per offrire un Natale di solidarietà, condivisione e rinascita. C’è un momento, anche dietro le sbarre, in cui il Natale si trasforma in una possibilità di rinascita. Giovedì 19 dicembre, l’XI edizione dei Pranzi di Natale “L’ALTrA Cucina… per un Pranzo d’Amore” porterà 1.500 volontari, 46 chef stellati e numerosi volti noti del panorama italiano in 44 istituti penitenziari, per condividere un pasto con circa 8.000 detenuti. L’iniziativa, promossa da Prison Fellowship Italia Onlus, Rinnovamento nello Spirito Santo e Fondazione Alleanza del RnS, con il patrocinio del Ministero della Giustizia, è un gesto di solidarietà che unisce il mondo esterno con quello interno alle carceri.
di Aldo Torchiaro
Il Riformista, 4 dicembre 2024 Calderone: “Vanno ristabiliti i ruoli dei poteri. Intercettazioni? Servono regole chiare”. Ieri la Commissione Affari Costituzionali ha approvato la norma sulla separazione delle carriere. Quando sarà legge, la magistratura giudicante e la magistratura requirente non saranno più interscambiabili: si porrà fine all’esercizio di un ruolo abnorme, fonte di squilibri istituzionali. Ne abbiamo parlato con uno dei propugnatori di questa riforma, l’onorevole Tommaso Calderone, penalista, deputato di Forza Italia.
di Simona Musco
Il Dubbio, 4 dicembre 2024 Clima teso e recriminazioni in un Consiglio spaccato e “inedito”: Fratelli d’Italia vota con i “nemici” di Md. Tutti d’accordo: il correntismo ha fatto diventare la discrezionalità mero arbitrio. Eppure, il Csm rimane ancorato al passato, con qualche piccolo correttivo apportato con la proposta a firma Area-Magistratura indipendente, uscita vincente dal lunghissimo plenum straordinario tenutosi ieri. Sedici i voti per la proposta A (che salva la discrezionalità), contro i 14 accordati dalla proposta B (che prevedeva i punteggi). Astenuto il vicepresidente Fabio Pinelli, che nella scorsa seduta aveva criticato entrambe le proposte, espressione “di un difetto di autorevolezza del Csm”.
d Claudio Cerasa
Il Foglio, 4 dicembre 2024 Il padre di Giulia Cecchettin dopo la sentenza che ha condannato Filippo Turetta all’ergastolo mostra equilibrio e sobrietà. L’opposto dei toni forcaioli di Salvini e Co. “Abbiamo perso tutti come società. Nessuno mi darà dietro Giulia, quindi non sono sollevato né più triste rispetto a ieri. È stata fatta giustizia, la rispetto, ma credo che la violenza di genere non si combatte con le pene ma con la prevenzione”. Le parole pronunciate da Gino Cecchettin, padre di Giulia, dopo la sentenza di condanna all’ergastolo in primo grado per Filippo Turetta, colpiscono per sobrietà ed equilibrio, ancor di più se si considerano gli aspetti ancora da chiarire della sentenza (saranno le motivazioni a farlo), come l’esclusione dell’aggravante della crudeltà a fronte di un omicidio compiuto con 75 coltellate.
di Giusi Fasano
Corriere della Sera, 4 dicembre 2024 L’uccisione di Giulia. Si è capito subito che i Cecchettin non avrebbero seguito le parole e i modi d’ordinanza. Eravamo anestetizzati. Uomini e donne a sensibilità ridotta. Prima di Giulia era toccato a Etleva, prima di Etleva era stata Annalisa, prima di Annalisa Giuseppa, prima ancora Concetta, Eleonora, Anna... E tutti quei nomi, quelle facce, quelle storie, erano scampoli di vite di cui presto avremmo ricordato poco o nulla. Perché è così che funziona, chi più chi meno si fa l’abitudine a tutto, femminicidio compreso. Ma poi nelle nostre case e nelle nostre coscienze è arrivata la storia nera di lei, Giulia. E si è capito subito che i Cecchettin non avrebbero seguito le parole e i modi d’ordinanza. È questo che ha segnato la differenza.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 4 dicembre 2024 Il processo a Filippo Turetta riapre il dibattito sul ruolo dei difensori: ne parliamo con Aurora Matteucci, già presidente della Camera Penale di Livorno. Il processo a carico di Filippo Turetta, reso confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin, ha riaperto ormai da tempo il dibattito del ruolo dell’avvocato. Per alcuni, gli imputati come Turetta non meriterebbero la difesa ma, invece, come ci dice l’avvocato Aurora Matteucci, già presidente della Camera Penale di Livorno, “si tratta di un diritto inviolabile”.
di Michela Nicolussi Moro
Corriere del Veneto, 4 dicembre 2024 Intervista all’avvocato Maurizio Paniz, ex parlamentare di Forza Italia: “Ci vogliono misure correttive, in grado di reinserire in società chi ha espiato il dovuto. L’impatto emotivo legato alla gravità di certi reati incide sulla valutazione dei cittadini”.
di Frank Cimini
L’Unità, 4 dicembre 2024 In questa democratura si può finire in carcere con l’accusa di terrorismo per aver lanciato un fumogeno contro la sede del Leonardo a Palermo, rimanerci da marzo a dicembre ed essere liberati solo perché in Cassazione ci sono dei giudici che rispettano il minimo dello Stato di diritto, spiegando che il reato non stava in piedi e costringendo i giudici ad aprire le porte della prigione. Questa è la storia del vigile del fuoco Luigi Spera. Il 26 novembre di due anni fa un gruppo di attivisti avevano lanciato dei fumogeni e una presunta molotov a sostegno dell’interruzione della fornitura di armi alla Turchia che in quel periodo - come spesso accade - bombardava gli accampamenti dei curdi. A giugno del 2023 c’erano state alcune perquisizioni. A carico del solo Luigi Spera l’accusa era di finalità di terrorismo.
di Adriano Arati
Corriere di Bologna, 4 dicembre 2024 Il giovane non ha provocato né danni né ferite, a lui o altre persone. Per via del cambio di residenza era inconsapevole del decreto di condanna e non è riuscito a chiedere pene alternative. In prigione ha anche perso il lavoro. Sei mesi in carcere dopo essere stato fermato ubriaco in bicicletta. La storia riguarda un 29enne originario dell’Emilia-Romagna, da oltre un anno trasferitosi a La Spezia, in Liguria. Non ha ricevuto la notifica a causa del cambio di residenza e la pena è diventata così inesorabilmente esecutiva. A sollevare la questione è stato il garante regionale per i diritti dei detenuti della Liguria Doriano Saracino, che ha deciso di rendere pubblico l’accaduto - nascondendo le generalità del protagonista - per sensibilizzare su questo cortocircuito della giustizia.
di Elisa Sola
La Stampa, 4 dicembre 2024 Fra gli indagati c’è anche un medico. C’erano cinque agenti “liberi dal servizio”. Più altri sei poliziotti “liberi dal servizio e in abiti civili”, a commettere la “spedizione punitiva”, la notte tra il 20 e il 21 giugno 2023, nella cella 417 del carcere di Cuneo. La ricordano tutti come “la notte della mattanza”. O “dei pachistani”. Almeno 5 detenuti vennero massacrati con calci e pugni. Lasciati nudi. Non curati. E mandati in isolamento. Senza acqua, senza cibo. Senza coperte. Per terra, scalzi e piangenti. Una “perquisizione illegittima, non programmata né prevista e in assenza dei presupposti per essere qualificata come straordinaria”, c’è scritto nell’atto di chiusura indagini che la Procura ha notificato ai 35 indagati.
genovatoday.it, 4 dicembre 2024 Il tema dei suicidi nelle carceri è stato affrontato oggi in consiglio comunale a Genova, dove si è discussa la dichiarazione a inizio seduta della consigliera comunale di Avs Francesca Ghio, che ha ricordato l’ultimo caso che ha riguardato un detenuto del carcere di Marassi morto lo scorso 15 novembre all’ospedale San Martino. “Aveva tentato il suicidio pochi giorni prima, nella sua cella. - ha detto Ghio - È l’81esimo caso di suicidio in un carcere Italiano dall’inizio dell’anno”.
Il Giorno, 4 dicembre 2024 Il progetto di Bicocca, Statale e Bocconi: gli esami restano in presenza ma in 105 potranno iscriversi o seguire video-lezioni da computer. Un’aula multimediale nel carcere di Bollate, una finestra per 105 studenti-detenuti che ora possono collegarsi in diretta alla loro università, iscriversi agli esami (che resteranno in presenza), vedere i risultati in autonomia, consultare i materiali in biblioteca o le video-lezioni e restare al passo con la tecnologia. Undici le postazioni che danno accesso alle piattaforme dei tre atenei coinvolti nel progetto con i loro poli universitari penitenziari: Bicocca, capofila e “motore” dell’iniziativa, Statale e Bocconi. Attraverso un collegamento filtrato potranno usufruire dei servizi didattici e di segreteria in sicurezza, senza dover passare necessariamente da un intermediario.
tarantobuonasera.it, 4 dicembre 2024 È ufficialmente iniziato “Libera le tue idee”, il nuovo progetto promosso dall’Università del Salento, che si propone di offrire un’opportunità concreta di riflessione e reinserimento sociale ai detenuti e alle detenute della Casa Circondariale di Lecce. Presentato la scorsa settimana durante un incontro con i partecipanti, il progetto mira a trasformare idee imprenditoriali in strumenti di riscatto personale e professionale. Rivolto a chi sta scontando una pena detentiva, il progetto invita i partecipanti a immaginare e descrivere una propria idea imprenditoriale, da sviluppare una volta usciti dal carcere. Fino a Natale, i detenuti e le detenute potranno lavorare sulle loro proposte, che saranno esaminate da un team di esperti nominato dall’Università del Salento.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 4 dicembre 2024 Le storie, raccolte da Rossana Ruggiero, di uomini e donne che vivono l’esperienza del carcere di San Vittore, come condannati o come operatori, si riflettono nelle fotografie in bianco e nero di Matteo Pernaselci, nel libro “I volti della povertà in carcere”. Nella prefazione, il cardinale Matteo Maria Zuppi scrive: “La condanna peggiore è il non senso. Il carcere non è l’altro mondo in terra, il luogo dove vogliamo mandare la parte cattiva del nostro mondo, non può essere l’inferno ma, semmai, sempre il purgatorio”
AFFARI SOCIALI
di Gaetano Azzariti
Il Manifesto, 4 dicembre 2024 Commenti Per creare una prospettiva di progresso non serve la difesa retorica della costituzione. Solo la pretesa dell’attuazione dei suoi principi può indicare la strada del cambiamento. È giunto il tempo di guardare in fondo alla crisi e porci la domanda più radicale: stiamo assistendo a un’evoluzione o a una rottura del sistema? Le trasformazioni che stiamo vivendo sono da ricondurre entro un ordinario sviluppo storico? Oppure siamo giunti ad una fase di superamento della nostra tradizione democratica occidentale?
di Katia Poneti
Il Manifesto, 4 dicembre 2024 La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per violazione dell’art. 3 della Convenzione (divieto di trattamenti inumani e degradanti) in un caso di utilizzo della contenzione meccanica e farmacologica in un reparto psichiatrico (SPDC di Melzo). La Corte EDU è stata supportata dalle associazioni L’Altro diritto ODV, La Società della Ragione e Fondazione Franca e Franco Basaglia, che hanno inviato un intervento congiunto di terza parte.
di Youssef Taby
Il Fatto Quotidiano, 4 dicembre 2024 “Dipendenza dei giovani da alcol, droghe e social network”. Il governo per affrontare il disagio di minori e giovani in periferia vuole “estendere il metodo Caivano”. A un anno dal decreto che ha preso il nome del comune di Napoli e che ha rafforzato le misure di repressione nei confronti di ragazzi e ragazze (con la possibilità dei minorenni di finire in carcere e l’introduzione del daspo urbano per i 14enni), a rilanciare il tema è stata la commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza con la diffusione della “indagine conoscitiva sul degrado materiale, morale e culturale nella condizione dei minori in Italia”.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 4 dicembre 2024 Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha una scadenza cruciale: entro il 14 dicembre dovrà intervenire presso il ministero dell’Interno per decidere le sorti del Cpr di Ponte Galeria, situato alla periferia di Roma. L’appello, sostenuto da una lettera firmata da quaranta accademici italiani, tra cui esperti di diritto e medicina, pone l’attenzione sull’urgenza di chiudere questa struttura, definita “incompatibile con l’identità di Roma” e in aperto contrasto con i principi costituzionali su cui si fonda la città. Nel contempo, è stato da poco reso pubblico dal Garante nazionale delle persone private della libertà il rapporto di Mauro D’Ettore, il quale ha documentato le condizioni di trattenimento degradanti.
di Sandro Marotta
Il Manifesto, 4 dicembre 2024 La struttura di detenzione amministrativa piemontese è chiusa dal 2023, quando due suicidi portarono a una rivolta dei reclusi e all’incendio di alcune sezioni. È sempre più vicina la riapertura del Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Torino: la cooperativa Sanitalia service si è aggiudicata il bando per la gestione della struttura. Il centro situato tra corso Brunelleschi e via Santa Maria Mazzarello è uno dei 10 in Italia dove vengono rinchiusi “gli stranieri giunti in modo irregolare in Italia che non fanno richiesta di protezione internazionale o non ne hanno i requisiti”, come indica il Ministero.
di Franz Baraggino
Il Fatto Quotidiano, 4 dicembre 2024 “Pochi per colpa dei giudici”. Ecco i dati, che dicono altro. Per colpa dei giudici, e della querelle sui Paesi sicuri, non si possono espellere gli irregolari, in Albania come in Italia. Lo sostiene il governo e tuttavia, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi non perde occasione per vantare rimpatri. “Altri 25 cittadini stranieri sono stati espulsi e ricondotti con volo charter nel loro Paese di origine”, ha scritto anche il 22 novembre su Facebook, accanto all’immancabile foto di un aereo pronto a decollare e, a caratteri cubitali, le parole “espulsi e rimpatriati”.
di Luciana Cimino
Il Manifesto, 4 dicembre 2024 Il 25 gennaio 2016 un ragazzo egiziano (nome in codice Delta nel processo Regeni) viene arrestato per aver postato su Youtube una canzone contro al Sisi. Al commissariato di Dokki c’è anche un giovane straniero che, come lui, viene subito trasferito, bendato, in ufficio di sicurezza legato agli apparati egiziani e conosciuto come il Cimitero dei Vivi. Quel ragazzo è il ricercatore friulano Giulio Regeni. “Ho visto un ragazzo italiano di altezza media, con jeans, maglietta e felpa, forse azzurra. Aveva circa 30 anni. Portava la barba molto corta”.
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"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
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