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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 3 dicembre 2024
di Luigi Manconi
La Repubblica, 3 dicembre 2024 Secondo la nostra Carta costituzionale era un presunto innocente, in quanto parte di quel 25,5 % di detenuti in attesa di una sentenza definitiva. Aveva 44 anni, era nato a La Spezia, e si è impiccato all’interno di una cella della locale Casa Circondariale il 12 novembre scorso. Ricoverato in ospedale, è deceduto due giorni fa. Si trovava in attesa di giudizio per reati non particolarmente rilevanti, propri di uno stile di vita marginale.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 3 dicembre 2024 Le cifre oscillano tra i 77 e gli 85: non tornano i conti sulla strage silenziosa che si consuma quotidianamente negli istituti penitenziari. Se confermati i numeri di Ristretti Orizzonti, superato il record degli ultimi 30 anni. Sono settantasette o ottantacinque i detenuti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno? Non è una differenza trascurabile: i numeri esatti contano. Non per una sterile precisione statistica, ma per un imprescindibile rigore morale. Otto vite in più non sono un dettaglio: sono otto universi spezzati che chiedono attenzione, che rifiutano l’oblio dell’approssimazione.
di Federico Festa
ottopagine.it, 3 dicembre 2024 Il lavoro in carcere non è un lusso, ma un investimento sociale ed economico. Ogni euro speso per garantire opportunità di lavoro ai detenuti contribuisce a ridurre i costi della recidiva. Il lavoro per i detenuti nelle carceri italiane non è solo un’opportunità di reintegrazione sociale e di emancipazione economica, ma anche un pilastro della stessa idea di giustizia rieducativa sancita dalla Costituzione. Eppure, la recente decisione di ridurre il personale detenuto lavoratore in alcune regioni, a causa di fondi insufficienti, rappresenta un tradimento di questi principi fondamentali. Non solo questa scelta rischia di compromettere il delicato equilibrio all’interno delle strutture penitenziarie, ma sottolinea anche una cronica mancanza di visione politica e di investimento nel sistema carcerario.
di Sara Gatti
gaeta.it, 3 dicembre 2024 Un recente tentativo di suicidio in carcere evidenzia le gravi carenze nel supporto psicologico per i detenuti, sottolineando l’urgenza di interventi statali per garantire la salute mentale e la rieducazione. Un episodio recente ha scosso il mondo penitenziario italiano: una giovane donna con problemi psichiatrici ha tentato il suicidio all’interno di un carcere. Questo tragico evento non è isolato, ma rappresenta una delle molteplici situazioni critiche in cui si trovano i detenuti, soprattutto coloro che necessitano di assistenza sanitaria specifica. Gia trasferita dal carcere di Rebibbia a quello di Teramo per motivi di sicurezza, la donna ha mostrato segni di violenza e autolesionismo, ma le richieste per un trasferimento in una struttura idonea sono rimaste senza risposta.
di Alessandro Barbano
Il Dubbio, 3 dicembre 2024 In pochi decenni i “fine pena mai” sono aumentati di ben venticinque volte. È il frutto avvelenato del populismo. L’ha detto Laura Pausini, arringando i suoi fan a concerto, alla vigilia della sentenza su Filippo Turetta: “Dare l’ergastolo a un uomo che uccide una donna è un segno importante”. E chi oserebbe contraddirla? L’ha detto Paolo Di Paolo, censurando l’invito a “Più libri, più liberi” di Leonardo Caffo, accusato dalla sua ex compagna di molestie e violenza: “Era inopportuno e non c’entra il garantismo”. E molti suoi colleghi, scrittori e intellettuali, lo hanno seguito a ruota.
di Errico Novi
Il Dubbio, 3 dicembre 2024 Da FdI, Lega e FI rinunce pur di dare forza alle riforme del guardasigilli, il quale conferma che la separazione delle carriere è l’unica certezza assoluta della maggioranza. Era il tecnico fuori da tutto. Il pm anomalo, garantista, coltissimo ma anche alieno alla politica. Mentre si avvicina il giro di boa del quinquennio meloniano, Carlo Nordio si distingue invece sempre più come figura chiave dell’Esecutivo. Doveva essere il vezzo, il piccolo sfizio che Giorgia Meloni si era voluta concedere prima con la candidatura alla Camera (troppo spesso si dimentica che l’attuale guardasigilli è stato ed è innanzitutto un cittadino candidato da Fratelli d’Italia ed eletto a Montecitorio) e poi con la nomina a via Arenula.
di Paolo Comi
L’Unità, 3 dicembre 2024 Ma il Ministero della giustizia si trova sempre a via Arenula o si è trasferito a piazza del Viminale? Leggendo i provvedimenti in materia di giustizia approvati in questi primi due anni dal governo Meloni, il sospetto è quanto mai fondato. Sulla decisione, ad esempio, di spostare il mese scorso la competenza dei ricorsi dei migranti che chiedono asilo alle Corti d’appello, esautorando così le sezioni protezione internazionale presso i tribunali, lo zampino del Ministero dell’interno è evidentissimo. Il trasferimento ha poi il sapore della beffa in quanto tali sezioni erano state recentemente potenziate negli organici proprio da Carlo Nordio.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 3 dicembre 2024 Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ribadisce la priorità della riforma della separazione delle carriere e punta l’indice contro lo strapotere dei pm. Ne parliamo con Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 3 dicembre 2024 Il segretario di Md commenta l’intervista rilasciata dal Guardasigilli al Foglio: “Prima ha detto che il pubblico ministero resterà indipendente, poi ha detto che deve rispondere a qualcuno. Da governo attacco subdolo alla magistratura”. “Il ministro Nordio si è tradito”. In che senso? “Nell’intervista rilasciata al Foglio si è lasciato scappare una cosa”, spiega Stefano Musolino, segretario generale di Magistratura democratica: “Prima ha detto che con la separazione delle carriere il pubblico ministero continuerà a essere indipendente, poi però ha lamentato che ‘il pm è un super poliziotto che può agire senza rispondere a nessuno’. Bisognerebbe chiedere a Nordio a chi dovrà rispondere il pm dopo questa riforma. Sembra proprio lasciar intendere al potere politico”, dice Musolino.
di Vladimiro Zagrebelsky
giustiziainsieme.it, 3 dicembre 2024 La tentazione di liberarsi dei giudici che dispiacciono è irresistibile, anche se in linea di principio i governi non osano rifiutare la regola democratica della separazione dei poteri e magari sono pronti a rendere omaggio al principio fondamentale che, dalla fine del ‘700 in poi, in Europa dice che “Ogni società in cui la garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri stabilita, non ha una costituzione”. Naturalmente il valore della separazione del potere giudiziario dall’Esecutivo e dal Legislativo è annullato se si pretende che i giudici si mettano in riga, deferenti verso il governo e le sue preferenze.
di Edmondo Bruti Liberati*
Il Foglio, 3 dicembre 2024 Il ministro della Giustizia dedica poche parole all’impianto di riforme che porterà a una radicale riscrittura dell’equilibrio fra i tre poteri dello stato, ma i dubbi di fondo persistono. E “nonostante tutte le rassicurazioni, si apre di fatto una autostrada al passo successivo della “responsabilizzazione” del Pm rispetto all’esecutivo”. L’intervista di ieri al direttore Cerasa merita attenzione per ciò che il ministro Nordio dice e per ciò che non dice. “La separazione delle carriere è un punto centrale del programma del governo... di fatto in buona parte già esiste con l’ordinamento della Cartabia, è accompagnata da due riforme che sono ancora più importanti: il sorteggio di parte del Csm e l’istituzione dell’Alta Corte disciplinare”.
Italia Oggi, 3 dicembre 2024 Il decreto legge giustizia approvato dal Consiglio dei ministri, potenzia gli strumenti a disposizione dell’autorità giudiziaria a tutela delle vittime. A prevedere il rafforzamento degli strumenti a disposizione dell’autorità giudiziaria a tutela delle vittime protette tramite il divieto di avvicinamento da parte del soggetto violento è un decreto legge, approvato dal Consiglio dei ministri del 29 novembre 2024, che introduce che introduce misure urgenti in materia di giustizia. Con il dl si integrano le norme relative alle “particolari modalità di controllo”, cioè al cosiddetto “braccialetto elettronico”, per precisare che tra gli accertamenti già previsti da parte della polizia giudiziaria in relazione alla “fattibilità tecnica” dell’utilizzo di tale strumento è inclusa anche la fattibilità operativa ...
di Romina Marceca
La Repubblica, 3 dicembre 2024 Carabinieri e polizia contro le nuove disposizioni del dl Giustizia: “È una beffa. Noi siamo professionisti della sicurezza, non tecnici”. Polemiche anche le associazioni: “Chi pensa alle donne?”. L’appello ai ministri. Per contrastare i malfunzionamenti del braccialetto elettronico, nel decreto Giustizia, approvato dopo giornate convulse il 29 novembre, è stato inserito un nuovo articolo. I controlli sul funzionamento degli strumenti, che servono a mantenere sempre più distanti gli uomini violenti dalle donne, sono a carico delle forze dell’ordine. E scoppia la polemica dei sindacati, dei centri antiviolenza e dell’associazionismo.
di Patrizia Maciocchi
Il Sole 24 Ore, 3 dicembre 2024 Bonus rieducazione fuori dal calcolo per sospendere la carcerazione. Il limite dei 4 anni per lo stop al titolo esecutivo non può essere calcolato, al netto dello sconto. La pena da considerare nell’ordine di esecuzione non può essere calcolata, ai fini della sospensione della carcerazione, al netto delle detrazioni che il condannato potrebbe ottenere partecipando all’opera di rieducazione. La Cassazione (sentenza 44020) ha così respinto il ricorso, contro l’ordinanza con la quale il giudice dell’esecuzione aveva negato la temporanea inefficacia dell’ordine di carcerazione, relativo a una condanna definitiva a quattro anni e sei mesi di reclusione. E dunque sopra il tetto dei quattro anni fissato dal “Decreto carceri” 92/2024, per sospendere il titolo esecutivo.
TERRITORIO
di Barbara Morra
La Stampa, 3 dicembre 2024 Sono 35 gli indagati, a vario titolo, nell’inchiesta della Procura di Cuneo su torture, violenze e minacce nel carcere Cerialdo. Fra questi c’è la comandante della Polizia penitenziaria, che, in prima battuta, quando gli inquirenti notificarono, oltre un anno fa, gli avvisi di garanzia, non era iscritta nel registro. Le sue responsabilità, secondo l’accusa sostenuta dal pubblico ministero Mario Pesucci, sarebbero emerse successivamente e sono sfociate nell’ipotesi del reato di omessa denuncia. L’altro giorno la Procura ha notificato agli indagati, fra cui c’è anche un medico del carcere, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Ora ognuno avrà la possibilità di accedere agli atti di indagine e, eventualmente, offrire proprie prove a discolpa.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 3 dicembre 2024 L’ex imprenditore Salvatore Buzzi e gli altri soci della Coop 29 giugno coinvolta nell’inchiesta citano in giudizio gli amministratori giudiziari. A dieci anni dalla (fu) inchiesta Mafia Capitale, l’ex imprenditore Salvatore Buzzi annuncia una causa civile contro gli amministratori giudiziari delle cooperative coinvolte, tra cui una gestita da lui, la Coop 29 Giugno, nata oltre trent’anni fa per il reinserimento sociale dei detenuti. Un film già visto troppo spesso, come raccontato sulle pagine di questo giornale: imprese e aziende rovinate dopo essere finite in mano a degli amministratori designati dai Tribunali.
forlitoday.it, 3 dicembre 2024 È di giovedì l’annuncio del sottosegretario alla Giustizia in merito alla prossima entrata in organico nel carcere di Forlì di sette nuovi agenti di Polizia Penitenziaria. Ma l’associazione Amici di don Dario, da tempo coinvolta in progetti sociali e riabilitativi proprio all’interno della struttura carceraria della città, chiede “un’azione politica risolutiva” in merito alla realizzazione della casa circondariale al Quattro. “Don Dario - affermano i responsabili dell’associazione - ci ha lasciato in eredità una fortissima sensibilità sulle problematiche e le dinamiche umane che prendono vita in carcere, frutto della sua lunghissima esperienza come Cappellano della Casa Circondariale di Forlì.
venetonews.it, 3 dicembre 2024 Lunedì 2 dicembre, presso Palazzo Grandi Stazioni della Regione del Veneto a Venezia, si è tenuta la presentazione del volume “Liberiamo le produzioni - Lavoro penitenziario nel Veneto: opportunità per le imprese”, nato dalla collaborazione tra il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per il Triveneto, la Regione del Veneto - Assessorato all’Economia e Sviluppo, Ricerca e Innovazione, e Unioncamere del Veneto, grazie alle risorse messe a disposizione dalla Regione tramite la Convenzione PMI 2024.
novaradio.info, 3 dicembre 2024 Per anni gli Ipm - Istituti penali minorili, hanno rappresentato, tra molte virgolette, una “isola felice” nel desolante panorama del sistema carcerario italiano: numeri limitati, strutture “a misura” di detenuto, attenzione ai percorsi di educazione e reinserimento. Oggi non è più così, e la ragione sta nel crescente sovraffollamento delle carceri: a maggio 2023 i detenuti minori in Italia erano 395, oggi sono 565: un aumento del +43% in soli 18 mesi, che ha portato 15 dei 17 IPM italiani a superare i limiti di capienza.
Il Centro, 3 dicembre 2024 In Abruzzo ci si appresta a varare il patronato gratuito in favore dei detenuti per iniziativa del sindacato Uil. “In attesa dell’avvento del garante dei detenuti”, si legge in una nota dei promotori dell’iniziativa, “la cui elezione, da parte della Regione Abruzzo, sembra essere in dirittura di arrivo, la Uil Abruzzo, attraverso il prezioso contributo dell’Ital-Uil, si metterà a disposizione dei detenuti fornendo loro servizi di patronato del tutto gratuiti”. “Tale importante realtà, coordinata dal responsabile dell’Ital-Uil Abruzzo Lucio Giancola, avrà il merito”, afferma il vicesegretario regionale del sindacato Uil Penitenziari Abruzzo Mauro Nardella, “di fornire assistenza in campo previdenziale, assistenziale, fiscale e sindacale nei confronti di chi sino ad oggi ha vissuto marginalmente il rapporto con il diritto del lavoro e non solo”.
ilgrandesalento.it, 3 dicembre 2024 È ufficialmente iniziato “Libera le tue idee”, il nuovo progetto promosso dall’Università del Salento, che si propone di offrire un’opportunità concreta di riflessione e reinserimento sociale ai detenuti e alle detenute della Casa Circondariale di Lecce. Presentato la scorsa settimana durante un incontro con i partecipanti, il progetto mira a trasformare idee imprenditoriali in strumenti di riscatto personale e professionale. Rivolto a chi sta scontando una pena detentiva, il progetto invita i partecipanti a immaginare e descrivere una propria idea imprenditoriale, da sviluppare una volta usciti dal carcere. Fino a Natale, i detenuti e le detenute potranno lavorare sulle loro proposte, che saranno esaminate da un team di esperti nominato dall’Università del Salento.
di Gilda Sciortino
vita.it, 3 dicembre 2024 Possono dodici docenti di diversi dipartimenti universitari, uno studente e undici studentesse palermitane confrontarsi con nove studenti “ristretti”, cioè ospiti nello specifico del carcere palermitano dell’Ucciardone, e dare vita a un’esperienza capace di rendere concreto il dirtto allo studio? Il libro “Identità in movimento” racconta il successo di un percorso, guidato dalla professoressa associata di Filosofia del diritto dell’Università di Palermo, Alessandra Sciurba.
di Gabriele Beccari
umbria24.it, 3 dicembre 2024 Il libro “La società dell’insicurezza”, tesi di laurea triennale di Ilaria Bertinelli, racconta la pesante situazione delle carceri italiane. “Quasi nessun istituto rispetta i diritti di base”. La drammatica situazione degli istituti penitenziari italiani è stata al centro dell’evento di presentazione del libro ‘La società dell’insicurezza’, edito dalla casa editrice perugina Cronache ribelli, organizzato nello spazio comune ‘Cult’ di via Goldoni. L’incontro ha permesso la discussione sulle criticità del sistema carcerario e del crescente potere repressivo esercitato sulle classi sociali più vulnerabili. La serata, arricchita da una mostra di lavori realizzati dai detenuti del carcere di Capanne, ha visto interventi sui diritti negati ai carcerati e sull’urgenza di una riforma.
agensir.it, 3 dicembre 2024 Martedì 3 dicembre, alle ore 16.30, presso la basilica Madonna dei Martiri a Molfetta, la Caritas diocesana di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, in collaborazione con il Consiglio regionale della Puglia e l’Ordine degli assistenti sociali, promuove un incontro dal titolo: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità” (art. 27 della Costituzione Italiana). Un momento di riflessione sul ruolo centrale della dignità umana nel contesto penitenziario e sulle sfide legate alla reintegrazione sociale dei detenuti.
di Giovanni Bianconi
Corriere della Sera, 3 dicembre 2024 La Procura generale propone di attendere il verdetto della Corte di giustizia Ue. Meglio aspettare un giudizio “superiore” anziché decidere con il rischio di essere successivamente smentiti. A questa conclusione è giunta la Procura generale della Corte di cassazione in vista dell’udienza di domani al “palazzaccio” di piazza Cavour, davanti ai giudici della prima Sezione civile, sulla questione dei cosiddetti “Paesi sicuri” dove rispedire i migranti sbarcati irregolarmente in Italia. Della quale altri magistrati hanno già investito la Cgue, vale a dire la Corte di Giustizia dell’Unione europea con sede a Lussemburgo.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 3 dicembre 2024 Domani l’udienza sui ricorsi del Viminale contro le non convalide dei primi trasferimenti. “Bisogna attendere la decisione della Corte Ue”. In Lussemburgo si dibatte dei rinvii pregiudiziali il 25 febbraio. Sentenza attesa per la primavera. Sospendere il giudizio in attesa della decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea. È questa la richiesta avanzata dalla procura generale della Cassazione rispetto ai ricorsi di Viminale e questura di Roma contro le non convalide dei trattenimenti in Albania decise dal tribunale capitolino a metà ottobre. L’udienza si terrà domani alle 10 davanti alla prima sezione civile, dove finiscono le cause che riguardano l’immigrazione. Difficilmente la decisione arriverà lo stesso giorno.
di Elisa Brunelli
Il Manifesto, 3 dicembre 2024 Due giorni di manifestazioni Italiani con gruppi locali contro l’esternalizzazione delle frontiere: “Rama ci svende”. L’accordo è illegale, la resistenza è globale”. Questo il coro che ha accompagnato le mobilitazioni di domenica e ieri in Albania, promosse dal Network against migrant detention. La rete transnazionale, nata i mesi scorsi durante un’assemblea al centro sociale Labàs di Bologna, coinvolge attivisti e collettivi da diverse parti d’Europa, con un ruolo di primo piano giocato dai gruppi albanesi, che accusano l’accordo tra i due paesi di alimentare la stessa criminalizzazione che i migranti albanesi hanno subito (e continuano a subire) in tutta Europa.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
Progetto "A scuola di libertà". Anno scolastico 2024-2025: prossimo incontro online il 12 dicembre
APPUNTAMENTI
CARITAS-Migrantes: "Presentazione del XXXII Rapporto Immigrazione" (Padova, 3 dicembre 2024)
Incontro-dibattito: "Essere donne in carcere" (Brescia, 3 dicembre 2024)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino all'8 dicembre 2024
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