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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione venerdì 27 dicembre 2024
di Aldo Torchiaro
Il Riformista, 27 dicembre 2024 Storica iniziativa del Papa: apre la Porta Santa a Rebibbia Nelle carceri si guarda a un nuovo orizzonte di speranza? Papa Francesco va nel carcere romano di Rebibbia e non delude. Quando parla di politica internazionale zoppica, a volte vacilla. Quando parla di giustizia no, la forza del suo magistero si vede e si sente tutta. Tira fuori la rabbia dell’ingiustizia sociale - suo motore da sempre - e la unisce a quel dovere della speranza che è insito nella sua natura di prete di strada, di sacerdote di frontiera. E proprio da quelle sue radici di pastorale tra gli ultimi, di testimone del Vangelo tra i poveri, Francesco trae l’energia per lottare contro i mulini a vento del sistema giudiziario italiano.
di Giovanni Maria Jacobazzi
Il Dubbio, 27 dicembre 2024 Il Papa apre la porta santa del Giubileo anche a Rebibbia. “I cuori chiusi non aiutano a vivere. Grazia è spalancare”. “Ricordatevi: aggrappatevi sempre alla corda della speranza, mai lasciarla. E poi spalancate la porta del vostro cuore”, ha sottolineato più volte Papa Francesco ai circa 600, fra detenuti e personale penitenziario, presenti nella chiesa del Padre Nostro all’interno del carcere romano di Rebibbia. Con un gesto che passerà alla storia, nel giorno di Santo Stefano, il Papa ha voluto aprire per la prima volta una Porta Santa del Giubileo all’interno del più grande istituto di pena della Capitale, da lui definito una cattedrale di “dolore”.
di Roberto Montoya
ansa.it, 27 dicembre 2024 Papa Francesco propone ai Governi iniziative di speranza, forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in se stesse e nella società. È la prima volta che Papa Francesco apre una Porta Santa in un penitenziario, un momento storico che segna la storia dei Giubilei ordinari e da il via ai festeggiamenti dell’Anno Santo 2025. Per i detenuti è un gesto altamente simbolico di speranza. L’apertura della quinta Porta Santa avverrà nel carcere romano di Rebibbia, luogo già visitato nove anni fa in occasione del Giovedì Santo, una delle realtà più grandi d’Italia che ospita 1.585 detenuti a fronte di una capienza di 1.170 unità.
di Sergio D’Elia*
L’Unità, 27 dicembre 2024 Al potere pubblico ha indicato la riforma necessaria. Dissotterrare gli esseri viventi dalle celle, perdono, amnistia e indulto. Ha affermato che nella sua dottrina spirituale subito dopo Dio vengono i carcerati. Ha spiegato che la giustizia non è la pena. Non si ripara il male con altro male. Atto straordinario quello di Papa Francesco, non solo simbolico, ma anche teologico e politico. Ha aperto la porta santa in un luogo chiuso, dimenticato, di privazione non solo della libertà ma di tutto, financo della vita.
di Francesco Petrelli*
Il Dubbio, 27 dicembre 2024 Rappresenta un unicum nella storia della cristianità anche perché mette simbolicamente in contatto la comunità dei reclusi con quella dei liberi. L’Apertura voluta da Papa Francesco della Porta Santa nel carcere di romano di Rebibbia ha uno straordinario significato simbolico. L’invito a “spalancare le porte del cuore alla speranza” suona come un rimprovero netto e chiaro a chi di fronte alla tragedia delle carceri dichiara la propria indifferenza. Mentre, infatti, il governo continua a rimarcare la propria volontà di negare ogni possibile soluzione clemenziale e a voler imporre al Paese una visione securitaria e carcerocentrica, questo gesto esemplare apre all’idea della speranza come chiave di ogni possibile politica. Se all’origine del numero spaventoso di ottantanove suicidi, che segna il drammatico ...
di Matteo Maria Zuppi
La Stampa, 27 dicembre 2024 Pubblichiamo la prefazione del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, al libro “I volti della povertà in carcere”, di Matteo Pernaselci e Rossana Ruggiero (Edb). Solamente le pene alternative possono aiutare a cambiare il sistema. A ciascun detenuto va data la possibilità di progettare un futuro di bene. “Ero in carcere e non mi avete visitato”, ma noi siamo chiamati a non lasciare soli questi uomini e queste donne. Non andiamo in carcere per giudicare, per fare pesare il reato o la condanna, ma iniziando con l’ascolto per incontrare e per portare un aiuto e affrontare i problemi concreti, a volte drammatici, ed anche per cercare modalità che li possano risolvere, a cominciare dal lavoro.
di Stefano Anastasia*
L’Unità, 27 dicembre 2024 Non ci sono chiavi da buttare nella Chiesa del Pontefice che ha cancellato l’ammissibilità della pena di morte dalla dottrina ecclesiastica e che ha detto che “l’ergastolo non è la soluzione dei problemi, ma un problema da risolvere”. Non ci sono chiavi da buttare nell’insegnamento di Bergoglio perché la persona non è il suo reato. L’apertura della Porta Santa a Rebibbia ha un significato particolare, di vicinanza alla sofferenza dietro quelle mura. Di fonte a questa sofferenza, Francesco si rivolge ai detenuti: “La speranza non delude”.
di Samuele Ciambriello*
Il Riformista, 27 dicembre 2024 Suicidi, morti, sovraffollamento, raddoppiato il numero dei detenuti in attesa di giudizio, 19mila detenuti stranieri, 17mila tossicodipendenti, più di 4mila malati di mente dietro le sbarre. Il carcere è diventato una discarica sociale, un ospizio per i poveri, dove regna la parola “punizione”, un termine drammatico che ogni epoca tenta di riscrivere. E il valore dell’accudimento, dell’inclusione sociale? La certezza della pena passa attraverso la qualità della pena che si coniuga con il diritto al lavoro, alla salute, allo studio, all’affettività, alla territorialità. Mi colpiscono i 24 detenuti morti per cause ancora da accertare. La prima Regione per suicidi è la Campania con 11 vittime; segue il Veneto con 9. I primi tre istituti penitenziari per numeri di suicidi sono stati Poggioreale, Verona e Prato con 4 morti.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 27 dicembre 2024 Il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze: “Lo Stato si arrende se continua a custodire i suoi condannati in condizioni di estremo degrado”.
Marcello Bortolato, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze, alla cerimonia religiosa di ieri a Rebibbia hanno partecipato molti di coloro che hanno il potere di adeguare le carceri al dettato costituzionale, oltre che alla legge di Dio. Che peso ha questo evento simbolico?
di Angelo Picariello
Avvenire, 27 dicembre 2024 Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura: “Drammatico il numero dei suicidi dei detenuti e degli agenti penitenziari. Il carcere deve essere luogo di speranza, non di morte”. “Auspico che le forze politiche, tutte insieme, possano dare dimostrazione di un momento di dialogo e dare speranza specialmente alle persone che si sono macchiate di delitti non gravi perché come ci ha ricordato papa Francesco - la speranza non delude mai”.
di Ruggiero Montenegro
Il Foglio, 27 dicembre 2024 Il pontefice inaugura la Porta santa nell’istituto romano e lancia un messaggio di speranza ai reclusi. I buoni propositi del Guardasigilli (in attesa dei fatti): “Sport, lavoro e cultura nelle carceri, Stiamo affinando un protocollo con attori e artisti”. Intanto nel 2024 record di suicidi, mentre le condizioni dei detenuti continuano a peggiorare. “Questa solenne e commossa cerimonia si inserisce nel progetto del santo padre ed evita quella che lui stesso definisce la ‘cultura dello scarto”, dice Carlo Nordio. Il ministro della Giustizia ha appena partecipato alla messa pronunciata dal Papa a Rebibbia dove ieri, per la prima volta nella storia, il Giubileo ha varcato le soglie di un istituto di pena.
di Niccolò Nisivoccia
Il Manifesto, 27 dicembre 2024 Dopo le polemiche per il calendario della Penitenziaria il ministro ci tiene a diffondere un’idea di punizioni inflessibili e di severità. Tutto questo mentre in celle invivibili si tocca il numero record di suicidi. Sessantaduemila persone detenute a fronte di una capienza regolamentare di cinquantunomila; un tasso di crescita della popolazione carceraria in continuo aumento, così come il tasso di affollamento medio; in diminuzione invece, in rapporto alle presenze, il personale di polizia penitenziaria; celle prive di spazio vitale; ottantanove suicidi, il numero più alto di sempre. Sono alcuni dei dati contenuti nel Report di fine anno sulle carceri pubblicato in questi giorni da Antigone, e sono dati perfettamente allineati alla concezione del diritto e della giustizia che attraversa i nostri tempi: un diritto fondato sulla forza e sul controllo, una giustizia inflessibile e votata alle punizioni più severe.
di Valentina Errante
Il Messaggero, 27 dicembre 2024 L’annus horribilis per le carceri italiane e la richiesta di clemenza da parte di Papa Francesco. A fronte delle cifre diffuse dall’associazione Antigone, che raccontano come quelli trascorsi siano stati i mesi più difficili per i detenuti, nel giorno dell’apertura della Porta Santa a Rebibbia si riapre il dibattito politico. Il report è all’esame di via Arenula. Dall’inizio del 2024, secondo Ristretti Orizzonti, in Italia si sono tolte la vita 88 persone detenute. Mai si era registrato un numero così alto, che ha superato addirittura il tragico primato del 2022 che, con 84 casi, era stato fino ad ora l’anno con più suicidi in carcere di sempre. Oltre ai suicidi, evidenzia il rapporto, il 2024 è stato in generale l’anno con il maggior numero di decessi. Se ne contano 243 da inizio gennaio.
di Adriana Logroscino
Corriere della Sera, 27 dicembre 2024 Serracchiani (Pd): Tajani faccia seguire alle parole i fatti. Magi: “Il governo inventa nuovi reati e aggrava la situazione. Serve amnistia”. I radicali: urgente un ampio dibattito in parlamento. L’appello del Papa, la richiesta di un “atto di clemenza” contenuto nella bolla di indizione del Giubileo e le parole rivolte ai detenuti di Rebibbia sollecitano la politica a schierarsi - e a polemizzare - sulle condizioni nelle carceri e sulle misure da introdurre per porvi rimedio. In prima fila alla messa, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, con il quale Francesco si intrattiene anche per un breve colloquio. “Ma non abbiamo parlato di un atto di clemenza per il Giubileo”, riferisce dopo lo stesso papa ai cronisti.
di Giovanni Innamorat
ansa.it, 27 dicembre 2024 L’apertura della porta santa del Giubileo nel carcere romano di Rebibbia da parte di Papa Francesco ha riacceso il dibattito politico sul problema delle carceri. Tra i primi a commentare l’evento è stato il vicepremier e leader di Fi, Antonio Tajani, che ha invitato ad affrontare il tema, proponendo anche alcune soluzioni. Un intervento che ha favorito l’apertura al dialogo da parte del Pd e una indiretta chiusura da parte dell’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci.
umbriajournal.com, 27 dicembre 2024 L’Associazione Luca Coscioni ha formalmente richiesto alle 102 Aziende Sanitarie Locali (Asl) di fornire le relazioni relative alle ispezioni sanitarie effettuate nelle 189 carceri italiane. Questa richiesta segue le difficoltà riscontrate dalle Asl nell’adempiere al loro ruolo di monitoraggio delle condizioni di salute dei detenuti, previste dalla legge. La denuncia è diventata ancora più urgente dopo che i dati sul sovraffollamento delle carceri italiane hanno raggiunto numeri allarmanti. Al 9 dicembre 2024, le carceri italiane ospitano 62.283 detenuti, a fronte di una capienza di 51.165 posti. Tuttavia, 4.478 posti non sono disponibili, portando il tasso di affollamento a un 133,4%. Questo tasso, che durante l’estate era sceso sotto il 130%, evidenzia una situazione di grande difficoltà.
di Vincenzo Donvito Maxia
aduc.it, 27 dicembre 2024 Anche oggi si è consumato il rito (ormai diventato mito) delle carceri buone, che dovrebbero rieducare i coscritti e indirizzarli ad una vita di civile convivenza. C’è il solito papa… non ce ne voglia, ma la sua eucaristica solitudine va di pari passo coi ministri in passerella: oggi a Rebibbia/Roma, con lui c’è quello della Giustizia e un ex-ministro oggi presidente Cnel, e poi quell’altro e quell’altro ancora. Poi ci sono i soliti (bontà loro) radicali ex-pannelliani, che non contano nulla ma accumulano segnalazioni e denunce che, quando qualcuno di potere prende in considerazione (tipo i leader del partito di governo Forza Italia), anche lì è la solita passerella. Infine ci sono alcuni rappresentanti delle istituzioni di secondo livello (consiglieri regionali e comunali e qualche sindaco) che, in ordine sparso, dopo le denunce ...
di Patrizio Gonnella*
Il Manifesto, 27 dicembre 2024 Era il 2014 quando Papa Francesco, in un discorso sulle carceri rivolto all’associazione degli avvocati penalisti, rompeva con la tradizione cristiana e cambiava il lessico rispetto alla dottrina della Chiesa. In quel discorso non erano presenti parole come correzione morale, redenzione, pietà, perdono ma c’erano parola ben più pregnanti come populismo penale, capri espiatori, razzismo, disumanità. Un discorso politico più che religioso, sociologico più che teologico. Il Papa ruppe allora con la tradizione che affidava alla pena carceraria il compito di essere la medicina capace di costruire una società sana. Sono trascorsi dieci anni da allora e Papa Francesco torna ad accendere le luci sulle carceri in occasione del Giubileo appena iniziato. La sua decisione di aprire la porta del carcere romano di Rebibbia ha un forte sapore simbolico in un’epoca contrassegnata da ondate repressive, chiusure, machismo, violenze, morti e suicidi a ripetizione.
di Massimo Donini
L’Unità, 27 dicembre 2024 Se si crede che infliggere pene sia giustizia, anziché necessità sociale nei limiti dell’utilità collettiva e del senso di umanità, ci si può innamorare di questi riti. Ma senza una forma di riparazione nessuna pena ha mai restituito un bene che sia stato leso. Proporre un movimento contro ogni innamoramento punitivo è nello spirito del tempo? Parrebbe di no, perché come osservatori registriamo costanti flussi di opinione orientati al punire. Il modo di sentire, di reagire e di vivere i conflitti sociali e le delusioni subìte dai comportamenti illeciti o criminosi riguarda la famiglia, la scuola, l’ambiente di lavoro, i rapporti fra le persone, la società civile e politica, lo Stato e il diritto nazionale e internazionale. Riguarda tutti e tutto. Ridefinire la percezione e la reazione a misfatti e delitti ha valore educativo, filosofico, politico, giuridico.
di Alberto Cisterna
Il Dubbio, 27 dicembre 2024 “Memorie dal sottosuolo” sarebbe da titolare la storia della magistratura italiana degli ultimi due decenni. Senza la cupa visione di Fëdor Dostoevskij sulla fragilità umana, ma comunque nella consapevolezza che la stragrande maggioranza delle toghe italiane si trova a vivere le conseguenze di una “spedizione punitiva” che la politica ha intrapreso, e che intende portare a termine, pur non avendo colpe particolari da scontare o peccati originali da emendare. Un sottosuolo fatto di cunicoli stretti e polverosi, di strettoie impraticabili e senza luce. Con migliaia di fascicoli da gestire, personale esiguo su cui contare, sistemi informatici obsoleti e precari da adoperare, con un’avvocatura in bilico tra rassegnazione e rivolta che assiste sfiduciata a un declino che inevitabilmente la coinvolge e la risucchia.
GIURISPRUDENZA
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 27 dicembre 2024 L’obbligo che. se violato fa scattare il reato, discende non solo dall’esito positivo degli esami fatti con apparecchi portatili, ma anche se il comportamento del guidatore denota l’assunzione di sostanze psicotrope. Il conducente che fermato dalla Polizia si rifiuta di recarsi in ospedale per accertare se si sia posto alla guida dopo l’assunzione di sostanze psicotrope, commette il reato previsto dall’articolo 187 del Codice della strada. E non può invocare come scriminante del proprio rifiuto la circostanza che gli agenti su strada non avessero la dotazione di apparecchi portatili per la rilevazione sul posto dell’avvenuto consumo di droghe.
di Pasquale Quaranta
La Stampa, 27 dicembre 2024 Una delegazione del Partito Radicale ha visitato la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino nell’ambito dell’iniziativa “Anche Natale in carcere” promossa nei penitenziari di tutta Italia. L’iniziativa mira a portare attenzione e solidarietà ai detenuti durante il periodo natalizio. La visita ha messo in luce le difficoltà e le criticità del sistema penitenziario italiano, sottolineando la necessità di interventi urgenti per migliorare le condizioni di vita dei detenuti e del personale. Il giorno di Natale, per lo storico leader Marco Pannella, non era mai come gli altri. Era una tradizione, un appuntamento che si ripeteva ogni anno: passare la giornata di festa a Regina Coeli.
di Rosalba Emiliozzi
Il Messaggero, 27 dicembre 2024 Tre suicidi, un malore fatale in cinque mesi e tante storie difficili e di malattia. Dietro le sbarre di Castrogno prima di Natale sono arrivati cento detenuti in più, per un totale di 440 reclusi rispetto ai 255 di capienza. E un altro primato: “L’indice di sovraffollamento è del 172,5 per cento”, dice Grifoni, consigliere del partito Radicale. I numeri da anni parlano del carcere di Teramo, un caso nazionale che a volte offusca le storie che lo popolano. “I cento detenuti di Regina Coeli sono stati trasferiti senza essere avvertiti, tra loro ci sono solo 12 italiani - dice Adele Di Rocco del Coordinamento Codice Rosso che con Grifoni ha visitato i detenuti la vigilia di Natale - tutti stavano facendo un percorso che accedere a strutture alternative, che ore devono ricominciare da capo.
AFFARI SOCIALI
di Umberto De Giovannangeli
L’Unità, 27 dicembre 2024 Intervista a Chiara Braga, Presidente del gruppo Pd alla Camera dei Deputati. “Il Pd, con la segreteria di Schlein, sta raccogliendo sempre più consensi: i cittadini si rendono conto delle leggi assurde di questo Governo e della sua assenza in ambito sociale. C’è spazio per l’opposizione per costruire un’alternativa”.
Il Dubbio, 27 dicembre 2024 La Corte d’Appello di Roma “arruola” i magistrati privati della competenza in materia con l’emendamento al decreto Flussi sui trattenimenti in Albania. A decidere sul destino dei migranti intercettati nel Mediterraneo e trasportati in Albania saranno ancora loro, i giudici “estromessi” con il decreto Flussi e quindi “riammessi” per colmare i vuoti di organico. È la beffa servita nei confronti del Governo Meloni, che dopo il braccio di ferro con la magistratura aveva deciso di trasferire alcune competenze in materia di trattenimento dei migranti richiedenti asilo dai giudici delle Sezioni specializzate dei tribunali alle Corti di appello.
di Lorenzo Rossi
Famiglia Cristiana, 27 dicembre 2024 Gérald Darmanin rilancia l’idea delle “petites prisons”, le “carceri a misura d’uomo” per risolvere il sovraffollamento penitenziario in Francia. Tuttavia, tra scetticismi e ritardi nei piani di costruzione, la proposta rischia di rimanere un’utopia. In Francia, Gérald Darmanin, tornato al governo come ministro della Giustizia, ha rapidamente occupato il centro della scena con una proposta ambiziosa: creare carceri “a misura d’uomo”, distribuite su tutto il territorio. Un progetto che, almeno sulla carta, suona come una soluzione al cronico sovraffollamento delle prigioni francesi. Mercoledì 25 dicembre, durante una visita al centro penitenziario di Liancourt, nel dipartimento dell’Oise, Darmanin ha delineato la sua visione: piccole strutture dedicate alle “piccole pene”, meno rigide nei criteri di sicurezza ...
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