Direttore: Ornella Favero

Redazione: Padova, Via Citolo da Perugia 35

Telefax 049.654233. Mail: redazione@ristretti.it 

Sito internet: www.ristretti.org  

 

Notiziario quotidiano dal carcere

--> Rassegne Tematiche <--

Edizione lunedì 16 dicembre 2024

di Patrizio Gonnella

treccani.it, 16 dicembre 2024 Il dover essere della pena e il suo essere non sono necessariamente sovrapposti. Il dover essere appartiene al campo teorico e normativo. L’essere ci riporta dentro le funzioni che sono devolute al carcere nella concretezza sociale e istituzionale. Il dover essere è delineato all’articolo 27 della Costituzione secondo cui le pene - e dunque anche la sanzione carceraria, di gran lunga la più comminata nei tribunali - non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. I costituenti, da un lato hanno individuato nella dignità umana il limite insuperabile da parte del potere punitivo, dall’altro hanno scolpito in forma chiara quale dovesse essere lo scopo della pena, ossia la rieducazione del condannato.

 

di Rosa Chicone

treccani.it, 16 dicembre 2024 Il ruolo dell’educatore penitenziario nell’evoluzione dell’esecuzione della pena. È crescente l’attenzione prestata dalla società al ruolo dell’educatore penitenziario. I quesiti proposti più frequentemente (“In che consiste il lavoro con i detenuti?”, “I condannati riescono veramente a cambiare attraverso le attività organizzate per loro?”) indicano però come le informazioni sull’argomento raggiungano ancora troppe poche persone, lasciando alle altre la curiosità, la diffidenza e, talvolta, un radicato giustizialismo che possono esasperarsi anche nella morbosità.

 

di Patrizia Chianese

treccani.it, 16 dicembre 2024 Nella “calda estate del 2017”, è stato attivato un laboratorio di poesia all’interno della Casa Circondariale “Regina Coeli”, il “carcere” di Roma. Un luogo atipico per quanto riguarda la creazione poetica, ma solo in apparenza, vista la grande diffusione della poesia fra i detenuti. Una particolarità dell’espressione artistica evidentemente liberatoria e libertaria ed espressione di quella resilienza fondamentale per chi è recluso e vive una condizione di disagio fisico e morale. L’attività del laboratorio, da me curato, nasceva all’interno del progetto Break Point Poetry, promosso dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, in occasione delle manifestazioni dell’Estate Romana e svoltosi in tre anni, dal 2017 al 2019.

 

di Marcello Aprile

treccani.it, 16 dicembre 2024 Per indicare i luoghi di restrizione in cui sono rinchiuse le persone private della libertà personale l’italiano ha diverse parole e una sinonimia molto sviluppata. Una, già medievale, è galera, che è uno sviluppo del greco bizantino γαλέα ‘nave da guerra’ (la trama semantica a cui vanno incontro galea e galera è un po’ tortuosa ma molto interessante e varrà la pena di tornarci). Anche la seconda parola, prigione, in italiano non è autoctona ma un antichissimo prestito del francese prison che ricorre già nel Ritmo lucchese del XIII secolo, nella forma prescione. Poi ci sono le parole locali, tra le quali la più famosa ci sembra (er ‘il’) gabbio, che è il modo in cui questo luogo di restrizione è chiamato a Roma e nel Lazio. Infine, e su questo si concentrerà d’ora in poi la nostra attenzione, c’è carcere ...

 

di Vincenzo Di Paolo

L’Unità, 16 dicembre 2024 L’utopia repressiva e la visione punitiva ci allontanano da quello che dovrebbe essere il fine della pena, il reinserimento sociale e la rieducazione del condannato. Durante una data del suo tour al Forum di Assago a Milano, Laura Pausini ha lanciato dal palco un messaggio contro la violenza sulle donne. “Dare l’ergastolo a un uomo che ha ucciso una donna è un gesto importante” ha detto la cantante, aggiungendo: “non si può lasciare a casa un essere umano che essere umano non è”. Pochi giorni prima, a far discutere erano state le parole del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, che aveva espresso la sua “intima gioia” nel sapere che le auto blindate della Polizia penitenziaria per il trasporto di detenuti al 41bis non lasciano respirare chi sta dietro il vetro oscurato.

 

di Mario Iannucci*

quotidianosanita.it, 16 dicembre 2024 Ci fa piacere che qualcuno si interessi, anche da un punto di vista teorico, al valore non soltanto etico, ma soprattutto preventivo ed “economico”, del riconoscimento della incidenza dei disturbi psichici sulla imputabilità e, quindi, sulla colpevolezza. Lo ha fatto pochi giorni or sono Luciano Eusebi, con mente sufficientemente sgombra da rilevanti pregiudizi, anche da pregiudizi derivanti dall’adesione a credenze religiose o ideologiche. Luciano Eusebi ha messo in evidenza la circostanza che, uno sbrigativo e cieco atteggiamento giustizialista e vendicativo, produce effetti disastrosi sul fronte del trattamento degli autori di reato, ma anche e soprattutto sul fronte della prevenzione dei reati stessi. Ci sono alcuni dati su cui riflettere se si vuole affrontare ragionevolmente e in maniera logica il problema del trattamento e della prevenzione.

 

di Giulia Merlo

Il Domani, 16 dicembre 2024 Santalucia: “La riforma è uno strappo”. L’associazione ha dato il via alla mobilitazione che permette una o più giornate di sciopero per manifestare la contrarietà alla riforma voluta dalla maggioranza e soprattutto da Forza Italia. L’ultimo punto della mozione approvata domenica dall’assemblea generale straordinaria dell’Associazione nazionale magistrati proclama “l’indizione, in relazione all’iter parlamentare di discussione del ddl di riforma costituzionale, di una o più giornate di sciopero per sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli della riforma”.Nel documento approvato durante l’assemblea generale straordinaria, l’Anm “esprime un giudizio fortemente negativo sulla riforma costituzionale dell’ordinamento giudiziario che non è una riforma della giustizia, che non sarà né più veloce né più giusta ...

 

di Errico Novi

Il Dubbio, 16 dicembre 2024 L’inevitabile ritorno di fiamma per la riforma. Il Governo vuole affrancare la separazione delle carriere dall’idea di rivalsa sui magistrati. Virata possibile solo se si riscopre il ruolo sistemico ed equilibratore della professione forense. Colpisce che la politica abbia riaperto il discorso sull’avvocato in Costituzione. Colpisce, certo, che sia avvenuto, in modo assolutamente bipartisan, all’evento organizzato venerdì 6 dicembre dal Cnf sui 150 anni degli Ordini forensi. Se ne potrebbe ricavare l’impressione di un omaggio tardivo, di un riconoscimento ideale ma privo, in prospettiva, di reali conseguenze. Può darsi sia così. Eppure ci sono segni che lasciano intuire un’intenzione più autentica, e dunque capace di dare frutti.

 

di Simona Musco

Il Dubbio, 16 dicembre 2024 “Ho fatto questa scelta, prima della mia famiglia, perché per me l’avvocato è colui che non volta la testa di fronte ad una ingiustizia ma tiene la testa ben dritta e la usa, magari per difendere i più deboli di fronte anche al potere. Vivo l’impegno politico in continuità con quell’ideale: eliminare le ingiustizie e accendere una speranza”. A dirlo è Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia viva alla Camera e avvocata. Che dice: “L’avvocato in Costituzione è un passo verso una giustizia giusta”.

 

di Federico Berni

Corriere della Sera, 16 dicembre 2024 “Il trapper si suicidò perché vittima di abusi sessuali”. Il giovane di Bernareggio morto a 26 anni il 12 marzo 2024. A processo il compagno di cella: la Procura chiedeva l’archiviazione. Il farmaco per stordirlo, e poi l’abuso sessuale nello stesso carcere in cui, un anno dopo, è stato trovato impiccato alle sbarre di una finestra. L’esistenza tormentata di Jordan Tinti, il giovane di Bernareggio che sognava di sfondare come trapper, morto a 26 anni il 12 marzo 2024, torna alla ribalta in una vicenda giudiziaria che sembrava chiusa, ma che il gip del tribunale di Pavia, Luigi Riganti, ha riaperto, ordinando l’imputazione coatta per il compagno di cella di Tinti, denunciato da quest’ultimo per un episodio di violenza sessuale risalente al 26 gennaio 2023, proprio all’interno della casa circondariale pavese.

di Andrea Aversa

L’Unità, 16 dicembre 2024 Detenuto a Verona, aveva iniziato un percorso di inserimento sociale lavorando in una società sportiva. Gli mancava poco tempo per la fine della pena, poi l’arrivo a Roma senza che i suoi avvocati e familiari sapessero nulla. Le iniziative politiche di Ilaria Cucchi e Flavio Tosi in attesa della decisione del Tribunale: il recluso, al quale stanno togliendo la speranza, potrebbe tornare in Romania. Gli resta poco da scontare, ha già usufruito delle pene alternative ed ha iniziato un percorso di reinserimento sociale lavorando in una società sportiva. Allora perché il 51enne rumeno Ion Nicolae ha detto ai suoi avvocati e alla sua compagna, scrivendolo sopra un biglietto, che avrebbe voluto farla finita e togliersi la vita?

 

di Simona Lorenzetti

Corriere di Torino, 16 dicembre 2024 “Non ha nascosto le violenze”. Mancano riscontri ai racconti delle vittime, ritenute poco credibili. “Le semplici voci di pestaggi o violenze nel Padiglione C, oppure la conoscenza di criticità - anche serie - in questo blocco, non costituivano notitiae criminis di cui informare la Procura”. Per questo motivo non si può rimproverare all’ex direttore del carcere Lorusso e Cutugno, Domenico Minervini, di non essersi rivolto alla magistratura quando gli giunsero le segnalazioni sugli “schiaffi allegri” che un gruppo di agenti riservava ai detenuti del blocco C, quello dedicato ai sex offender.

 

ansa.it, 16 dicembre 2024 Via libera della Giunta. M5S rivendica la sua istituzione richiesta nel 2023 con una Mozione da Lorella Schiavoni. La proposta di deliberazione consiliare per la sua istituzione presentata dall’assessore ai Servizi Sociali Manuela Caucci, è stata infatti approvata dalla giunta nella seduta del 12 dicembre. Un successo per chi, come il Movimento 5 stelle si è battuto perché la figura del Garante divenisse definitiva. Ne è testimonianza la mozione presentata da Lorella Schiavoni, prima firmataria, e approvata all’unanimità dal Consiglio comunale già il 24 gennaio 2023.

 

sardiniapost.it, 16 dicembre 2024 “Le gravi patologie psichiatriche del detenuto, (aggravate dai più recenti episodi), sono del tutto incompatibili con la permanenza all’interno di una struttura carceraria”. Lo sostiene Gianni Loy, Garante delle persone detenute della Città metropolitana di Cagliari in merito alla situazione di Alessandro Atzeni, attualmente detenuto nel carcere di Uta, nonostante i medici abbiano dichiarato che le sue condizioni sono incompatibili con la detenzione in carcere. La sorella Arianna nei giorni scorsi anche attraverso l’avvocata, Armida Decina che sta seguendo il caso, aveva lanciato l’appello affinché il fratello venisse trasferito.

 

di Giuseppe Crimaldi

Il Mattino, 16 dicembre 2024 Direttore del carcere per cinque anni: “Il mio lavoro per la dignità dei detenuti”. Lascia dopo cinque anni intensissimi la direzione di un carcere che in pochi avrebbero accettato di buon grado di dirigere, quello di Poggioreale. “Invece - spiega al “Mattino” Carlo Berdini - fui proprio io a propormi, a chiedere al Dipartimento di poter assumere quell’incarico, forse perché mi sono sempre piaciute le sfide, ma forse lo feci anche con una discreta dose d’incoscienza”. Nel suo futuro c’è un incarico prestigioso: assumerà a giorni la carica di direttore del Provveditorato di Puglia e Basilicata per l’amministrazione penitenziaria.

 

di Barbara Fenotti

Giornale di Brescia, 16 dicembre 2024 La donna, Premio Ordine degli Avvocati, guida l’associazione Vol.Ca. composta da 50 volontari attivi nei penitenziari. Il suo è un impegno costante fatto di comprensione, dialogo e profonda umanità, che non conosce sosta nemmeno nei fine settimana. Quando non è occupata con il suo lavoro di tutti i giorni al Centro Paolo VI di Concesio, Caterina Vianelli è a disposizione di chi sta scontando la pena in carcere o, avendo finito di scontarla, ha intrapreso il cammino verso una nuova vita.

 

ladiretta1993.com È partito a settembre, finanziato coi fondi dell’8xmille della Chiesa cattolica, il “Progetto Aurora”, un impegnativo ed interessante percorso formativo che vede come capofila la Caritas diocesana e cittadina a favore di una parte della società fragile e spesso poco attenzionata: i detenuti e le loro famiglie. Dei detenuti si parla solo quando qualcuno decide di porre fine alla sua vita mentre è in stato di detenzione in carcere: solo allora viene evidenziata la situazione di sovraffollamento negli istituti di pena, di scarsa igiene, ma mai si parla della difficoltà dei detenuti ad avere accesso al lavoro, sia durante la detenzione ma soprattutto una volta scontata la giusta pena, dell’aiuto negato ad un reinserimento efficace nella società, delle difficoltà delle famiglie, (spesso mogli, madri e figli) durante e dopo il periodo di detenzione.

 

di Sara Sonnessa

torinocronaca.it, 16 dicembre 2024 Il numero delle persone che si trovano recluse alle Vallette oscilla tra i 1380 e i 1480: i posti regolamentari sono 980. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha riconosciuto la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno come l’istituto più complesso d’Italia. Questa definizione deriva dal fatto che al suo interno coesistono tutti i circuiti penitenziari. “Una varietà che crea enormi difficoltà: un recluso in alta sicurezza necessita un percorso diverso da un collaboratore di giustizia, come un tossicodipendente da chi si è macchiato del reato di sex offender” spiegava la dottoressa Monica Gallo, garante dei diritti di delle persone private della libera personale per il Comune di Torino. Il numero delle persone che si trovano recluse alle Vallette oscilla tra i 1380 e i 1480: i posti regolamentari sono 980.

 

Il Giorno, 16 dicembre 2024 Le parole della ragazzina inserite in una performance teatrale realizzata nel carcere per raccontare la dura vita dei reclusi. “Ciao papà, come stai? Che fai?”. Domande semplici, che non tutti possono rivolgere a un genitore, non quando a separare ci sono le sbarre di una prigione. Durante il Covid, con la sospensione delle visite, c’era la possibilità di una telefonata al giorno. Finita la pandemia è stato tagliato anche quel filo. Resta la chiamata quotidiana solo per minorenni. L’espiazione di una pena è sofferenza anche per chi aspetta fuori. Lo racconta bene la lettera di una figlia, minorenne, di un uomo in carcere al “Nerio Fischione” di Brescia, ai vertici per sovraffollamento.

 

quicosenza.it, 16 dicembre 2024 Nel corso della presentazione, verranno illustrate le condizioni delle carceri nel nostro Paese, le condizioni di vita dei detenuti ma anche di lavoro degli operatori penitenziari. Lunedì 16 dicembre, a partire dalle ore 17:00, presso la Fondazione Giacomo Mancini, in via Liceo 27, ci sarà la presentazione del libro di Nessuno tocchi Caino “La fine della pena”. Il libro del 2024, racconta storie di pena di morte, di morte per pena, di pena fino alla morte, successe in Italia e nel mondo nella seconda metà del 2023 e nei primi sette mesi del 2024. Oggi, lo sguardo di Nessuno tocchi Caino va oltre i sistemi capitali, si sofferma anche su regimi giudiziari, penali e penitenziari altrettanto mortiferi e anche sul regime italiano della prevenzione detta “antimafia” e i suoi usi e costumi che, talvolta, sono più distruttivi di quelli punitivi.

di Emanuele Gessi

estense.com, 16 dicembre 2024 “Strange fruit”, il brano di Billie Holiday, è una canzone simbolo delle battaglie per i diritti civili, in cui la realtà dei linciaggi dei neri nel sud degli Stati Uniti viene descritta in maniera brutale, spietata e onesta. Il suo impatto, quando venne incisa negli anni 30 del Novecento, fu innanzitutto di ordine politico: accese una luce, stimolò il dibattito, favorì un cambiamento. A Ferrara, “Strange fruits” (al plurale) è andato in scena alla Casa circondariale C. Satta il 5, 6, 7 e 12 dicembre. Non più una canzone ma uno spettacolo teatrale, che è stato sviluppato da una ventina di detenuti partecipanti del laboratorio che il Teatro Nucleo porta avanti nel carcere di via Arginone dal 2005.

 

di Federica Augusta Rossi

Giornale di Vicenza, 16 dicembre 2024 Abbiamo passato alcune ore nel carcere Del Papa di Vicenza assistendo ai progetti dei detenuti tra prosa e il laboratorio di panificazione. “La verità” è andata in scena tra le mura del carcere San Pio X. Uno spettacolo-parodia per raccontare la vita dietro le sbarre. Quattro detenuti-attori, un regista, una pedana come palco, una sedia come unica scenografia, niente trucco né costumi, niente luci né sipario, panche di legno al posto di poltroncine in velluto per il pubblico non pagante. È bastato “poco” per trasformare in teatro una sala della casa circondariale di Vicenza Filippo Del Papa e per fare sì che mezz’ora di spettacolo tenesse fuori la prigione, che a sua volta tiene fuori il resto della vita.

 

di Valeria Vantaggi

vanityfair.it, 16 dicembre 2024 “Il pianto degli eroi” è il titolo del film di Bruno Bigoni e Francesca Lolli: racconta della guerra, riprendendo i testi classici e coinvolgendo i detenuti del Carcere di Bollate. Qui ne parla la regista. “Il Pianto degli eroi (prodotto da IULMovie Lab e sostenuto e reso possibile dalla direzione del carcere di Bollate, dalla Coop. Sociale Articolo3, dal Ministero di Grazia e Giustizia e dall’organizzazione esecutiva di Altamarea Film, ndr) è un film che nasce principalmente da un’esigenza artistica, ma con molteplici intenti intrecciati. La nostra intenzione era quella di portare in scena la tragedia dell’Iliade; non solo per raccontare un conflitto universale ma per provare a parlare di guerra, lotta, sofferenza e resistenza.

 

di Chiara Saraceno

La Stampa, 16 dicembre 2024 In questi giorni il mondo del terzo settore è stato colpito da due importanti perdite. La prima riguarda la morte, pochi giorni fa, di Riccardo Bonacina. Un giornalista capace di raccontare l’Italia dei soggetti sociali, del welfare più o meno efficiente, dei diritti da conquistare e difendere, delle molte esperienze di innovazione sociale che vengono realizzate in modo diffuso e spesso poco conosciuto. Il tutto non solo con grande competenza professionale e utilizzando tutti i mezzi di comunicazione disponibili, ma con una lucida e generosa passione che, mentre era sempre accompagnata da un lucido spirito critico, gli permetteva di costruire ponti e creare legami tra soggetti diversi.

 

di Filomena Gallo*

La Stampa, 16 dicembre 2024 Il 10 dicembre si è tenuta l’udienza in Corte costituzionale per discutere il divieto per le persone con disabilità di utilizzare la firma digitale anche per la presentazione di liste elettorali. Il caso è stato sollevato da Carlo Gentili, completamente paralizzato a causa della sclerosi laterale amiotrofica che, con il sostegno dell’Associazione Luca Coscioni, in primavera aveva fatto ricorso quando non gli era stato consentito di firmare con firma digitale per sostenere una lista per le regionali del Lazio. Non potendo apporre una firma autografa, Gentili si è trovato escluso dalla possibilità di partecipare politicamente alla vita del Paese.

 

di Elvira Serra

Corriere della Sera, 16 dicembre 2024 La scritta “Credi nel bene a prescindere dal credo religioso” sullo storico negozio Candido 1859 di Maglie (Lecce) ha scatenato l’inferno. Nella piazza protagonista di ben altre polemiche, vedi la statua di Aldo Moro con l’Unità sotto il braccio, a scandalizzare gli abitanti di Maglie ci si è messa una scritta sulla facciata dello storico negozio di abbigliamento “Candido 1859”. “Believe in Good over God”, recita a caratteri cubitali lo slogan natalizio, che nelle intenzioni della 26enne Claretta Candido, che ha avuto l’idea, e della sorella maggiore Cristiana, copywriter, che l’ha messa in pratica, voleva dire: “Credi nel bene a prescindere dal credo religioso”.

 

di Micaela Romagnoli

Corriere della Sera, 16 dicembre 2024 Il progetto della Fondazione Unipolis, dedicato a 50 ragazzi e ragazze della Campania e della Calabria, iscritti al terzo anno delle superiori. “Migliorare le condizioni di vita”. “Mi ha educato alla bellezza della conoscenza e all’importanza di avere una mente critica”. L’effetto di “Bella Storia” è questo per Clemente, tra pochi giorni diciottenne, studente al quinto anno dell’istituto tecnico indirizzo turistico di Ercolano. Ad Elizabeth, 17 anni di Reggio Calabria, studentessa del liceo delle scienze umane, “questa esperienza ha fatto superare tante paure e su alcune sto ancora lavorando con l’aiuto degli altri compagni di viaggio, ormai siamo come una famiglia”, confida. Sono due storie di “Bella Storia”, progetto della Fondazione Unipolis, avviato nel 2022, dedicato a 50 ragazzi e ragazze ...

 

di Michela Ponzani

Il Domani, 16 dicembre 2024 Combattere contro ogni forma di impunità per i crimini di guerra, che non si estinguono col passare del tempo e vanno perseguiti anche a distanza di molti anni, non è solo un dovere legale: è un obbligo morale. Mi è capitato di leggere un editoriale di Ernesto Galli della Loggia a proposito del diritto internazionale e della sua capacità di sanzionare i crimini di guerra. Una riflessione nata a seguito del mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale per Benjamin Netanyahu per gli attacchi militari su Gaza, ma che riguarda non poco pagine oscure del secondo conflitto mondiale. E, devo dire, fa un certo effetto leggere che “con le sue prescrizioni il diritto internazionale umanitario non sanziona i crimini di guerra”, ma “rende la guerra moderna, la guerra in quanto tale, un crimine”.

 

di Rosario Aitala*

Avvenire, 16 dicembre 2024 Ai giudici internazionali sono somministrati insulti, mandati di cattura, sanzioni finanziarie e minacce di morte. Ci si scandalizza per le loro decisioni, ma non per le atrocità che accertano. Scrive Carl von Clausewitz che “la guerra è un atto di forza all’impiego della quale non esistono limiti: i belligeranti si impongono legge mutualmente; ne risulta un’azione reciproca che logicamente deve condurre all’estremo”. Il generale prussiano scopre la formula dell’apocalisse nella “tendenza all’estremo” della violenza bellica che la politica è incapace di contenere. Intuisce la spaventosa irrazionalità delle guerre, scontri parossistici reciprocamente incrementali che segnano il corso della storia. Colto d’improvviso dalla morte, non completa il suo trattato "Sulla guerra", pubblicato postumo dal 1832 al 1837.