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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione sabato 14 dicembre 2024
CARCERI
Ristretti Orizzonti, 14 dicembre 2024 Natale è una festa da passare CON, con i figli, con i genitori, con fratelli e sorelle. Per le persone detenute invece il Natale è SENZA, senza i figli, senza i genitori, senza fratelli e sorelle. Quei figli, quei genitori, quei fratelli e quelle sorelle preparano ogni Natale un posto a tavola, destinato a rimanere vuoto. I testi che seguono sono pezzi di vita poco natalizi, storie di Natale tristi: noi li dedichiamo prima di tutto a chi potrebbe fare qualcosa per cambiare le condizioni di vita delle persone detenute, e in particolare i loro rapporti con la famiglia.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 14 dicembre 2024 Anche la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà aderisce alla manifestazione di oggi organizzata a Roma dalla Rete nazionale “A Pieno Regime” contro il ddl Sicurezza. Un grido di allarme che emerge da un contesto carcerario già drammaticamente compromesso, dove sovraffollamento, disperazione e un numero allarmante di suicidi tra detenuti e agenti di polizia penitenziaria descrivono una situazione esplosiva. I rappresentanti dei Garanti territoriali, guidati dal portavoce Samuele Ciambriello e dal coordinamento nazionale, denunciano una serie di norme che rischiano di violare principi costituzionali fondamentali.
di Susanna Marietti*
Il Fatto Quotidiano, 14 dicembre 2024 Oggi, sabato 14 dicembre, Roma sarà la piazza di una grande manifestazione nazionale contro il cosiddetto disegno di legge sicurezza, un testo illiberale e pericoloso presentato dal governo e attualmente alle ultime battute dell’esame parlamentare. Sono settimane che moltissime organizzazioni da ogni parte d’Italia si stanno organizzando per dire di no a un pacchetto di norme che svela tutta la faccia antidemocratica dell’attuale governo. A partire dalla grande assemblea che ha visto l’aula magna della Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza gremita di persone lo scorso 16 novembre, iniziative locali, incontri per aumentare la consapevolezza, affitti di pullman collettivi diretti verso la capitale si sono susseguiti in tutte le città italiane.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 14 dicembre 2024 Giovedì scorso, nella prestigiosa sede dell’Università Lumsa, si è tenuto un seminario destinato a imprimere un segno significativo nel panorama penitenziario italiano. L’evento “Nuovi approcci per la complessità detentiva - L’Italia protagonista del sistema penitenziario europeo” ha rappresentato molto più di un semplice confronto accademico: è stato un momento di riflessione profonda sul concetto di detenzione. L’iniziativa, organizzata dalla Lumsa Human Academy - Fondazione Luigia Tincani in collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, nasce dalla consapevolezza che il carcere non può essere un luogo dimenticato, un’appendice marginale della società, ma deve tornare a essere uno spazio di dignità, recupero e trasformazione umana.
di Eleonora Martini
Alias - Il Manifesto, 14 dicembre 2024 A Napoli, dall’isola-carcere per minori e giovani adulti: specchio delle mutazioni sociali in atto. “E pistolette so’ giocattule, e cu’ ‘e giocattule se joca”. Lo dice con l’aria sbarazzina, un po’ contrita e un po’ sbruffona, e non sa se con i suoi sedici anni è il caso di preoccuparsi per quell’accusa di detenzione d’armi che lo ha portato da un mese “al gabbio”, o sperare in un giudice clemente che gli faccia riconquistare presto l’agognata libertà. Per fare cosa non è del tutto chiaro, perché di ipotetici progetti futuri ce ne sono al contempo un’infinità e nessuno per ciascuno dei 70 ragazzi che in questo periodo (il trend è abbastanza stabile negli ultimi mesi) sono detenuti, con gradi diversi di restrizione della libertà, nell’Istituto penale per minorenni (Ipm) di Nisida: 35 maggiorenni e 35 minorenni, una decina gli over 21.
ansa.it, 14 dicembre 2024 “Dati meno allarmanti di questa estate ma numero resta alto”. “Il picco che era sta raggiunto in estate, di oltre 60 suicidi e che lasciava presumere una proiezione di oltre i cento alla fine dell’anno, per fortuna non si è realizzato ma il numero resta sempre molto alto, inaccettabile e non è correlato al sovraffollamento carcerario, perché le statistiche mostrano che questa correlazione non se. È la solitudine che ispira molto spesso questo gesto estremo”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio a margine del Consiglio Affari Giustizia a Bruxelles.
di Guido Tallone
unachiesaapiuvoci.it, 14 dicembre 2024 “Déjà vu”, dicono i francesi. E l’espressione (che letteralmente significa “già visto”) viene utilizzata per indicare il ripetersi - pigro e colpevole - di eventi che avrebbero dovuto essere evitati. A volte si tratta di una erronea sensazione: la convinzione di aver già vissuto un’emozione o un momento più o meno piacevole. Altre volte, però, è un vero e proprio reiterarsi di fenomeni che andavano “fermati” e che - per sciatteria, per negligenza, per colpevoli omissioni, per mancata prevenzione e assenza di controlli - si ripropongono con tutto il carico di dolore e di negatività che accompagna questi eventi.
GIUSTIZIA
di Alessandro Barbano
Il Dubbio, 14 dicembre 2024 L’errore è chiamarlo errore giudiziario, perché errore non è. E qui di seguito cercheremo di spiegarne la ragione. L’errore è qualcosa che deflette dalla norma, ha una dimensione quantitativa residua rispetto alla totalità dei casi. Anche a volerlo confinare entro il perimetro dell’ingiusta detenzione - e cioè trentamila casi negli ultimi trent’anni, mille all’anno, per una spesa complessiva di un miliardo di euro in risarcimenti pagati dallo Stato - un fenomeno di questa entità non si può definire eccezionale e residuale. Senonché i mille errori giudiziari certificati all’anno sono solo la punta dell’iceberg, in un Paese dove il 40 per cento degli imputati viene assolto dal giudice di primo grado dopo un calvario giudiziario mediamente superiore ai quattro anni, fatto di indagini, intercettazioni, interrogatori, interdizioni e arresti.
di Maurizio Crippa
Il Foglio, 14 dicembre 2024 I casi di Filippo Turetta e Leonardo Caffo, letti dal filosofo Michel Foucault. Come ai tempi evocati da Foucault, non si esige solo la condanna, ma anche “lo spettacolo del supplizio”. L’ostensione del dolore del condannato, possibilmente corredato dalla sua piena confessione pubblica. La “lugubre festa punitiva”, che nell’epoca moderna era “entrata nell’ombra” (persino in America le esecuzioni si guardano dallo spioncino come in un peep-show), sta tornando attuale. Senza lo strazio dei corpi, certo, ma è il meccanismo che va osservato. Un paio di casi di cronaca (più uno che useremo a controprova) illuminano questo ritorno. Ce ne sarebbero molti, in realtà: ogni volta che un organo di stampa, i social o anche semplicemente i parenti della vittima pretendono un surplus di pena, una esemplarità di castigo che vada oltre la sentenza.
di Vladimiro Zagrebelsky
La Stampa, 14 dicembre 2024 Le offese e le minacce che ha subìto l’avvocato difensore di Filippo Turetta, come le minacce e l’ambiente ostile che deve sopportare l’avvocato che difende Dominique Pelicot ad Avignone in Francia, indicano, in gravissimi processi, quanto diffuse siano nell’opinione pubblica l’incultura e la violenza. Queste vicende, emblematiche di un fenomeno che va ben oltre i due casi ed è favorito (non creato) dalla disponibilità dei social per gli “odiatori da tastiera”, possono essere commentate dal punto di vista della logica, delle regole, del valore del processo; del processo penale in particolare.
di Elvira Serra
Corriere della Sera, 14 dicembre 2024 “Non avrò mai un figlio. Delle persone dell’ingiustizia non ho più sentito nessuno”. L’uomo assolto a gennaio dopo 33 anni in carcere da innocente: “Ho ripreso dieci chili e finalmente mi sono curato occhi e denti. La fede mi ha aiutato”. Il risarcimento: “Con quei soldi pagherò anzitutto l’avvocato. Poi vorrei aprire un caseificio”. Il sorriso timido e gli occhi curiosi. Sono le prime cose che colpiscono di Beniamino Zuncheddu, 60 anni, vittima del più grave errore giudiziario italiano. Quasi trentatré anni in carcere: fu arrestato che ne aveva ancora ventisei. Il 25 novembre di un anno fa gli sospendono la pena. Per l’assoluzione, che chiuderà il processo di revisione, bisogna aspettare il 26 gennaio 2024.
di Alberto Zorzi
Corriere del Veneto, 14 dicembre 2024 Mestre (Venezia), l’operatrice sociosanitaria 62enne condannata a 25 anni per l’omicidio della vicina Lida Taffi Pamio. Rea confessa e autrice di un altro omicidio simile è Susanna Lazzarini, che poi ha cambiato versione. Il ruolo della collanina e gli esami del Dna. L’ultima tappa di una lunga storia iniziata quasi 12 anni fa, il 20 dicembre 2012, è stata un paio di settimane fa, con una sola parola in una scarna mail arrivata mercoledì pomeriggio nella casella di posta elettronica dell’avvocato Stefano Busetto, difensore insieme al collega Alessandro Doglioni: “Rigettato”. In attesa delle motivazioni della Corte di Cassazione, il primo tentativo di Monica Busetto - l’operatrice sociosanitaria di 62 anni condannata a 25 anni per l’omicidio della dirimpettaia Lida Taffi Pamio ...
di Valentina Stella
Il Dubbio, 14 dicembre 2024 Il referendum annunciato dal ministro Nordio ha messo in moto la macchina delle toghe. La strada dovrebbe essere ormai segnata: sulla separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante ci sarà un referendum, molto probabilmente nella primavera del 2026. L’auspicio è dello stesso ministro della Giustizia Carlo Nordio che ha più volte ribadito che su una riforma così costituzionalmente rilevante debbano essere gli italiani a pronunciarsi, anche per evitare che l’eventuale approvazione parlamentare venga percepita dai cittadini come il solito accordo sottobanco fatto dai partiti.
di Francesco Bechis
Il Messaggero, 14 dicembre 2024 Il ministero valuta il giro di vite sui premi alle toghe in ritardo sull’arretrato. E lancia la piattaforma per controllare i dati sulla performance dei tribunali. La pila di pratiche arretrate cresce e diventa una piramide sulla scrivania, i processi chiusi in tempo e le sentenze emesse si contano sulle dita di una mano? Allora niente bonus, premi, addio prebende extra. Funziona così per i dirigenti della Pubblica amministrazione. Per i magistrati no. Ci sono le sanzioni disciplinari, che raramente toccano lo stipendio. Ora però le regole potrebbero cambiare. È questa la direzione di una proposta di legge che potrebbe depositare il centrodestra in Parlamento a inizio anno.
TERRITORIO
padovaoggi.it, 14 dicembre 2024 Il Coordinamento delle Associazioni Radicali del Veneto promuove una conferenza pubblica il 20 dicembre 2024, dalle 15:00 alle 18:00, presso la Sala Caduti di Nassiriya a Padova con ospiti che vanno dalla politica all’associazionismo. Nel 2024 le associazioni radicali venete di Padova, Venezia e Verona, in collaborazione con Nessuno Tocchi Caino, il Movimento Forense e l’Associazione Luca Coscioni, hanno effettuato dodici visite negli istituti penitenziari del Veneto, coinvolgendo amministratori locali, consiglieri comunali e regionali. “Un anno di incessante attività ha messo in luce le gravi criticità del sistema penitenziario, con particolare attenzione alla sanità, al sovraffollamento e alla mancanza di risorse e personale” ...
corrieredellacalabria.it, 14 dicembre 2024 Gli esiti saranno resi noti entro sessanta giorni. È stato eseguito nella serata di ieri l’esame autoptico sul corpo del detenuto 35enne, trovato morto nella sua branda nel carcere Siano di Catanzaro. Sul caso, in seguito alla denuncia dei familiari del detenuto, è stata aperta un’inchiesta contro ignoti da parte della Procura di Catanzaro.
di Maurizio Cirillo
Il Centro, 14 dicembre 2024 Lettera del provveditore: “Ci sono criticità mai risolte”. Al sovraffollamento, alle gravi criticità e alle numerose problematiche che affliggono da troppo tempo il carcere San Donato di Pescara, si aggiunge ora anche un episodio sconcertante a danno dei detenuti, dei loro diritti. Uno di loro è stato costretto a dormire nella sala dei colloqui per una notte, senza poter mangiare e senza poter usufruire dei servizi indispensabili. Un episodio che si è consumato qualche giorno fa dopo l’arresto di un giovane per droga. Prima viene portato e “poggiato” in una cella piuttosto affollata, poi smistato nella sala colloqui, dove ci sono solo tavolini e sedie e quindi è immaginabile che per dormire il detenuto si sia dovuto arrangiare sul tavolo.
Il Resto del Carlino, 14 dicembre 2024 Incontro a Fermo con studenti e Caritas per raccontare le iniziative editoriali nelle carceri delle Marche. La persona al centro di tutto, per costruire una vita migliore anche dopo una caduta. È il senso dell’incontro organizzato dall’Ambito sociale XIX di Fermo con la Caritas, ‘La parola ai detenuti’, per raccontare le iniziative editoriali organizzate all’interno delle case di reclusione delle Marche, con il supporto dell’Ordine dei giornalisti e della Regione. All’auditorium San Filippo sono arrivati gli studenti dell’istituto Montani e del liceo delle scienze umane, con i docenti Giacomo Maroni e Marina D’Aprile, per l’istituto Tarantelli di Sant’Elpidio a Mare la docente Domitilla Nucci, legati al carcere di Fermo da progetti di legalità e di conoscenza, proprio per combattere lo stigma e il pregiudizio ...
di Luca Liverani
Avvenire, 14 dicembre 2024 Il progetto prevede laboratori di pittura per le detenute nella Casa circondariale e un murales all’esterno che ricorda l’omicidio al Tiburtino III nel 1944 di una madre che cercava pane per i figli. Dentro al carcere un laboratorio di pittura per le detenute, tenuto una psicoterapeuta e da due artiste che dipingeranno due murales all’interno della sezione femminile di Rebibbia. Fuori dal carcere un grande murales che impreziosisce quella che era un’anonima parete grigio-cemento di un condominio di periferia. E ricorda un evento tragico del quartiere, nelle ultime settimane dell’occupazione nazifascista della Capitale. È il progetto “L’arte non ha sbarre”, curato da Oriana Rizzuto e sostenuto dalla Regione Lazio, vincitore del Bando Vitamina G.
di Fulvio Fulvi
Avvenire, 14 dicembre 2024 Tra rassegnazione e voglia di rinascita la vita quotidiana nel penitenziario milanese descritta in un libro con la prefazione del cardinale Zuppi. Anche chi non è mai entrato in un istituto di pena può constatare - abbandonando pregiudizi e indifferenza - il dolore, la rabbia, la solitudine, le attese di un condannato dietro le sbarre. E capire così, o magari solo intuire, che i detenuti sono persone umane con tutta la loro dignità e non semplici numeri di matricola o reietti da chiudere buttando la chiave della cella nella latrina nell’illusione di una sicurezza che può prescindere dall’emenda. E i reclusi, in quanto persone, non possono nemmeno essere identificati con il reato che hanno commesso, qualunque esso sia: assassini, ladri, malversatori.
di Eleonora Martini
Alias - Il Manifesto, 14 dicembre 2024 Sostenere una rivista e un’organizzazione come Ristretti Orizzonti, progetto “di inclusione, rieducazione e giustizia sociale” nato nel 1998 nella Casa di reclusione di Padova, è un regalo alla democrazia di questo Paese. In tempi come questi è necessario, sempre più imprescindibile. Lo si può fare comperando per il 2025 il calendario “Dado Galeotto”, lanciato per il terzo anno consecutivo da Ristretti orizzonti, trasformatasi negli anni in centro di produzione multimediale attorno alla rivista bimestrale diretta da Ornella Favero, edita dall’associazione di volontariato “Granello di Senape Padova” e realizzata tutta dentro il carcere di Padova e l’Istituto di pena femminile della Giudecca.
di Antonella Barone
gnewsonline.it, 14 dicembre 2024 “Grazie per avermi dato la possibilità di avvicinare un problema così tragicamente umano da Lei trattato in modo tanto vivo ed efficace” scriveva il 26 marzo 1956 Giorgio La Pira, al tempo sindaco di Firenze, a Eugenio Perucatti, direttore del carcere di Santo Stefano di Ventotene, nella lettera che accompagnava l’invio di denaro per l’acquisto di alcune copie del libro “Perché la pena dell’ergastolo deve essere attenuata”. Nel suo saggio, Perucatti anticipa riflessioni e persino riforme legislative realizzate vent’anni dopo, frutto della sua esperienza concreta di innovatore che era riuscito a trasformare uno dei simboli più cupi di un carcere afflittivo in un luogo di riscatto e speranza.
di Goffredo Fofi
Il Manifesto, 14 dicembre 2024 Ho appena visto un libro, “Lontano dalla vita degli altri”, scritto da Giovanna Canzi e illustrato dalla bravissima e sensibile Gabriella Giandelli che ha realizzato anche in passato tanti bei lavori. Un libro che racconta un’esperienza di lavoro di insegnamento in un carcere. Chi sono “i buoni” nel mondo adulto italiano? Ci sono? Che cosa fanno? Di recente, un convegno ha riunito le Comunità di accoglienza italiane (Cnca) e ci ha ricordato che sono tanti coloro che dedicano la loro attività quotidiana, alcuni in parte, a coprire i bisogni dei meno fortunati e a risolvere almeno in parte i loro problemi, secondo il vecchio motto dei primi assistenti sociali del dopoguerra: “aiutare gli altri perché si aiutino da soli”.
di Roberto Borghi
primaonline.it, 14 dicembre 2024 Dietro ogni ragazzo detenuto nelle carceri minorili si celano storie di disagi profondi, abbandoni e comportamenti devianti. Furti, spaccio, rapine, aggressioni, risse e tentati omicidi segnano il passato di molti di loro. La docuserie “Oltre il Cielo”, composta da otto episodi e prodotta da Rai Contenuti Digitali e Transmediali, debutta il 13 dicembre in esclusiva su RaiPlay. La serie racconta il percorso di recupero di giovani detenuti presso le carceri minorili Beccaria di Milano, Fornelli di Bari e la comunità Kayros di Vimodrone.
AFFARI SOCIALI
di Mario Capanna
L’Unità, 14 dicembre 2024 Nuovi reati e aumenti di pene: con la legge 1660 il governo vuole reprimere il dissenso. Se si guarda bene, questo è il comune denominatore di tutte le forze di destra in Europa. Proprio nel giorno in cui si danno appuntamento a Roma migliaia di persone, per protestare contro il disegno di legge 1660 che mira a reprimere gravemente le forme di manifestazione del pensiero dei cittadini, è bene cercare di capire in profondità la “logica” che ispira e sorregge i provvedimenti restrittivi che si vuole introdurre nel codice penale. Il testo, ora in discussione al Senato (dopo essere stato approvato dalla Camera, a cui probabilmente è destinato a tornare), introduce una ventina di nuovi reati, estende aggravanti e sanzioni, e amplia le pene previste per alcuni reati già esistenti.
di Lorenzo D’Avack
Il Dubbio, 14 dicembre 2024 La politica giudiziaria riflette i criteri sviluppati consapevolmente dal giudice per la soluzione dei casi difficili o privi di normative. E quando parliamo di politica giudiziaria dobbiamo tenere questa distinta chiaramente dalla politica del diritto. La prima è quella sulla quale il giudice sceglie delle alternative possibili nei casi difficili. Oggi lo strumento più efficace per renderla operativa è certamente l’intelligenza artificiale. La seconda invece si riferisce alla finalità delle norme giuridiche. Una finalità fatta propria dal legislatore, dal governo, caratterizzata da obiettivi sociali. Difatti la politica giudiziaria, seguita dal giudice, si realizza nell’ambito di vuoti lasciati aperti dalla politica del diritto nei casi difficili.
di Andrea Valdambrini
Il Manifesto, 14 dicembre 2024 Parziali e incomplete le informazioni ottenute dal Consiglio d’Europa, non risulta nessun trattamento sanitario improprio. I Centri di permanenza e rimpatrio (Cpr) italiani così non vanno. Sono “non idonei” per le loro “pessime condizioni materiali, l’assenza di un regime di attività, l’approccio sproporzionato alla sicurezza, la qualità variabile dell’assistenza sanitaria e la mancanza di trasparenza da parte degli appaltatori privati”. La sfilza di violazioni e inadempienze delle strutture esistenti, così come il richiamo all’Italia a cambiare linea, arrivano dal Consiglio d’Europa, organizzazione internazionale con sede a Strasburgo di cui fanno parte 46 Stati, il cui scopo è quello di promuovere diritti umani e democrazia.
di Youssef Hassan Holgado e Marika Ikonomu
Il Domani, 14 dicembre 2024 Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura accusa le autorità di cattiva gestione dei centri, tra maltrattamenti fisici e abuso di medicinali nei confronti dei migranti. I Centri di permanenza per il rimpatrio italiani sono un buco nero. Maltrattamenti fisici e uso eccessivo della forza da parte del personale di polizia nei confronti delle persone trattenute. Diffusa somministrazione di psicofarmaci non prescritti per sedare chi si trova rinchiuso nelle strutture di detenzione amministrativa perché privo di un permesso di soggiorno. Centri che non dovrebbero avere un aspetto carcerario, e invece le loro “sbarre”, gli “schermi metallici alle finestre”, le “armature rinforzate”, i “cortili di passaggio simili a gabbie” li rendono assimilabili a “delle unità di detenzione che ospitano i detenuti in regime speciale”.
di Angiola Petronio
Corriere di Verona, 14 dicembre 2024 Gli esami tossicologici sull’immigrato ucciso in stazione a Verona. E spunta un testimone. I risultati degli esami tossicologici. Quelli arrivati ieri mattina e che hanno sancito come Moussa Diarra il giorno in cui è stato ucciso da un colpo di pistola sparato da un agente della Polfer davanti alla stazione di Porta Nuova, non fosse né sotto l’effetto di alcol né sotto quello di sostanze stupefacenti. E un testimone il cui racconto non combacia con la ricostruzione dei fatti finora fatta dalla procura. Sono le due novità nel caso del 26enne maliano.
di Vincenzo Brunelli
Corriere Fiorentino, 14 dicembre 2024 Respinta la richiesta avanzata dai giudici di Firenze di una decisione “accelerata” sulla lista. Prima risposta negativa da parte della Corte di Giustizia Europea al Tribunale di Firenze sulla lista governativa dei “Paesi sicuri”. Non ci sarà nessun procedimento d’urgenza come era stato richiesto dai giudici fiorentini ma si dovrà attendere il normale iter della corte lussemburghese. Questa la prima decisione della Corte di Giustizia sul caso sollevato nei mesi scorsi dal Tribunale di Firenze che riguardava alcuni cittadini ivoriani a cui la commissione territoriale aveva negato asilo e protezione. I cittadini della Costa d’Avorio avevano impugnato il diniego ministeriale in Tribunale e i giudici fiorentini avevano chiesto lumi alla Corte di Giustizia ...
di Alessandra Arachi
Corriere della Sera, 14 dicembre 2024 La segretaria del Pd Elly Schlein è arrivata nel pomeriggio al centro migranti di Gjader, in Albania, “una cattedrale nel deserto” non ha esitato a definirla la segretaria del Pd che le immagini di quel centro le ha poi postate su Instagram, a confermare la sua avvilente metafora. Lo ricordiamo: quel centro è frutto di un accordo tra il nostro governo e il governo albanese, un protocollo siglato nel novembre 2023 per ospitare i migranti che arrivano sul nostro territorio. “Per adesso le navi hanno trasportato avanti e indietro prima 16 persone e poi 8. E ogni viaggio è costato 250 mila euro”, ricorda anche Schlein che ieri ha visitato pure il centro di Shengjin.
DOCUMENTI
Osservatorio Carcere dell'UCPI: "Al calendario della paura preferiamo il calendario Dado Galeotto"
Articolo: "La società della solitudine", di Marcello Pesarini
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