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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione giovedì 12 dicembre 2024
CARCERI
Ristretti Orizzonti, 12 dicembre 2024 Natale è una festa da passare CON, con i figli, con i genitori, con fratelli e sorelle. Per le persone detenute invece il Natale è SENZA, senza i figli, senza i genitori, senza fratelli e sorelle. Quei figli, quei genitori, quei fratelli e quelle sorelle preparano ogni Natale un posto a tavola, destinato a rimanere vuoto. I testi che seguono sono pezzi di vita poco natalizi, storie di Natale tristi: noi li dedichiamo prima di tutto a chi potrebbe fare qualcosa per cambiare le condizioni di vita delle persone detenute, e in particolare i loro rapporti con la famiglia.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 12 dicembre 2024 “Siamo ormai a 87 suicidi dall’inizio dell’anno e c’è confusione e incertezza anche sui numeri perché non si sa più quanti sono i morti ‘di carcere’ e i morti ‘in carcere’“, esordisce martedì scorso il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, sollevando in Parlamento un allarme drammatico sullo stato delle carceri italiane, chiedendo un’informativa urgente al Ministro della Giustizia Carlo Nordio. L’intervento, carico di preoccupazione e indignazione, ha messo in luce una situazione che definire critica sarebbe riduttivo. Il deputato di Italia Viva ha evidenziato il crescente numero di suicidi in carcere, che quest’anno ha toccato un record storico con 87 decessi, un dato riportato da Ristretti Orizzonti e che si scontra con i numeri ufficiali del Dap e del Garante nazionale stesso, mai registrato negli ultimi trent’anni.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 12 dicembre 2024 Discrepanze nei dati del 2023, 36 i decessi “scomparsi”. Nel labirinto burocratico del sistema penitenziario italiano, si palesa nuovamente una discordanza nei numeri: decine di vite che sembrano dissolversi tra le pieghe delle statistiche ufficiali. Un confronto tra i rapporti del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) e del Garante Nazionale dei Diritti dei Detenuti rivela discrepanze che sollevano interrogativi. Non si tratta solo della questione dei suicidi, già evidenziata negli articoli precedenti. Nell’anno 2023, i numeri parlano da soli. Mentre il Ministero della Giustizia dichiara ufficialmente 122 decessi per cause naturali entro il 31 dicembre, il Garante Nazionale ne conta ben 138, con ulteriori 20 casi in attesa di accertamento. Sommando questi dati, emergono 36 persone che, letteralmente, scompaiono dalle statistiche ministeriali.
di Patrizia Maciocchi
Il Sole 24 Ore, 12 dicembre 2024 La Società italiana di medicina e sanità penitenziaria lancia l’allarme e presenta il progetto per un servizio unico al ministero della Salute. Aumentano nelle carceri italiane i casi di tubercolosi, di epatite e di tumori, cresce il disagio psichico. Problemi dovuti anche a un servizio di assistenza medica a macchia di leopardo, che non assicura interventi tempestivi. Per questo la Società italiana di medicina e sanità penitenziaria (SimsPe) ha presentato al ministero della Salute un progetto nazionale di sanità penitenziaria, con un approccio multidisciplinare per la presa in carico delle persone detenute da parte di un servizio unico e non più delegato a varie Asl. E l’esigenza di rendere più efficiente la cura dei detenuti nasce dai dati raccolti nel 2024, un annus horribilis per le carceri italiane.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 12 dicembre 2024 Sul canale YouTube del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria è apparso un video promozionale del calendario del Corpo di Polizia penitenziaria per l’anno 2025 che ha suscitato molte polemiche per in quanto, come sottolineato in una interrogazione del Partito Democratico al Guardasigilli, “ritrae scatti e momenti finalizzati a trasmettere una narrazione sul lavoro degli agenti della polizia penitenziaria tutta orientata alla repressione e all’aspetto punitivo; si vedono agenti in tenuta anti- sommossa, armati con pistole e altre armi da fuoco, intenti in esercitazioni per immobilizzare i detenuti”. Ne parliamo con la deputata dem e membro della Commissione giustizia, Michela Di Biase.
di Angela Stella
L’Unità, 12 dicembre 2024 “La giustizia è rappresentata dalla bilancia e dalla spada. La bilancia senza spada sarebbe impotente, occorre coniugare entrambe le cose. Nell’Inno di Mameli l’elmo di Scipio è l’elmo di Scipione non dei vigili del fuoco, la coorte era la compagnia dell’esercito romano. La spada è la custode della legge. La nostra polizia penitenziaria, che lavora in situazioni difficili, ed a cui va il mio omaggio e reverente ossequio, vista la violenza esercitata nei suoi confronti, ha il diritto di difendersi. Se questo viene rappresentato, nel modo in cui la tecnologia consente, con scudi e l’arma da fuoco, è soltanto una garanzia del rispetto della legge e della nostra sicurezza”.
di Marco Leardi
Il Giornale, 12 dicembre 2024 “L’arma da fuoco è una garanzia di rispetto della legge”, sottolinea il Guardasigilli, che alla Camera ha anche evidenziato l’impegno del Governo contro i suicidi in carcere e nella lotta alle mafie. La polizia “ha diritto di difendersi”. Lo ha ricordato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, rispondendo alla Camera all’interrogazione del Pd sul calendario della Penitenziaria. I dem, infatti, erano riusciti a polemizzare persino sull’almanacco dei tutori dell’ordine, definito “violento e machista” per alcune immagini che ritraevano alcuni poliziotti armati o impegnati in movimentati addestramenti. La giustizia - ha spiegato il Guardasigilli intervenendo sull’argomento - “è rappresentata dalla bilancia e dalla spada. La nostra polizia penitenziaria, che lavora in condizioni difficili, vista la documentata violenza nei suoi confronti ...
di Mario Lombardo e Ugo Magri
La Stampa, 12 dicembre 2024 L’ultima “toppa” un provvedimento bandiera per il Governo: l’ammorbidimento delle norme sulle madri detenute e sulle sim per i migranti. Se così, all’improvviso, il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani fa sapere che ci sarà una terza lettura sul disegno di legge Sicurezza, un provvedimento che sta facendo discutere da mesi, su cui la destra ha investito tanto e che ormai sembrava chiuso e intoccabile, diventa immediatamente intuibile un intervento del Quirinale. E infatti: c’è stata una riunione, ieri, tra il governo e i rappresentanti parlamentari di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, che ha analizzato i rilievi, ammesso le criticità, aperto a un confronto e impostato il lavoro di modifica.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 12 dicembre 2024 Dopo un vertice di maggioranza al Senato, il ministro Ciriani preannuncia correzioni. I dubbi del Colle. Mentre il sottosegretario Ostellari ne approfitta per chiedere più pene per i furti in casa. Alta tensione nella maggioranza di governo: pomo della discordia è il Ddl Sicurezza che disvela ogni giorno di più la propria inapplicabilità e pericolosità perfino a chi ne ha fatto un vessillo populista e illiberale. Motivo per il quale ieri, dopo un vertice di maggioranza a Palazzo Madama ad hoc, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha annunciato un possibile rinvio alla Camera in terza lettura del testo attualmente ancora all’esame al Senato nelle commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia.
di Errico Novi
Il Dubbio, 12 dicembre 2024 La scelta del Governo: stop alle norme contro i “giudici schierati” e sul caso Scarpinato. Pur di vincere il referendum. Il convitato di pietra ha un nome e un cognome: Silvio Berlusconi, È la figura che fa ombra alla giustizia di Giorgia Meloni. Certo, se fosse ancora in vita, il Cav sarebbe il più appassionato sostenitore del ddl Nordio. Regalerebbe arringhe arroventate sulla separazione delle carriere. Ma il suo paradigma è anche il paradosso che imprigiona dal 1994 ogni ipotesi di riassetto dell’ordinamento giudiziario. Ogni volta che la politica si azzarda a mettere mano alla giustizia come sistema, compare l’ombra del Cavaliere. Del vecchio centrodestra che, secondo gli avversari, voleva “spuntare le armi ai pm”.
di Paolo Ferrua*
Il Dubbio, 12 dicembre 2024 La magistratura si è sempre mostrata contraria alla separazione delle carriere. Scelta pienamente legittima, sia perché i magistrati hanno diritto, come tutti i cittadini, alla libera manifestazione del loro pensiero, sia perché si tratta di una riforma che coinvolge direttamente l’esercizio delle loro funzioni. Nel rifiuto di questa riforma vanno, tuttavia, distinte due componenti. La prima sta nel timore di una perdita di indipendenza del pubblico ministero che, in regime di separazione delle carriere, potrebbe trovarsi assoggettato a vincoli più o meno intensi con il potere esecutivo. Timore più che comprensibile per diverse ragioni. Anzitutto perché in molti paesi dove le carriere sono separate l’accusatore è elettivo o soggiace in varie forme a collegamenti con il potere politico.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 12 dicembre 2024 I giornali della gogna protestano contro il “bavaglio” (inesistente). Ora torneranno a fare ciò che facevano prima del 2017, pubblicando parti delle misure cautelari che servono solo a sputtanare le persone coinvolte. Breve antologia, dal caso Guidi a Morisi. I quotidiani abituati da sempre a copiare e incollare sulle loro pagine parti di ordinanze di custodia cautelare (soprattutto le intercettazioni), senza mai considerare se si tratta di contenuto penalmente rilevante o soltanto sputtanante nei confronti delle persone coinvolte, sono in fibrillazione dopo l’approvazione definitiva del decreto legislativo che vieta la pubblicazione testuale delle ordinanze di arresto. I giornali della gogna protestano contro la “legge bavaglio”, che in realtà non fa che ripristinare le norme esistenti prima del 2017 ...
di Tiziana Maiolo
Il Riformista, 12 dicembre 2024 Mentre gli amici del giornalismo manettaro e del sindacato delle toghe strillano isterici contro il decreto Nordio, una rivoluzione investe il palazzo di giustizia di Milano: ora i redattori accreditati potranno avere direttamente dalle cancellerie le ordinanze di custodia cautelare e i decreti di sequestro preventivo senza omissis. Mentre a Roma strillano gli amici di Travaglio e del sindacato delle toghe contro il decreto Nordio che tutela la reputazione di ogni cittadino sottoposto a indagini, parte da Milano l’iniziativa più sensata e rivoluzionaria. Un protocollo firmato a palazzo di giustizia tra i vertici della magistratura e gli ordini di avvocati e giornalisti perché si ponga fine al commercio clandestino di atti giudiziari come quelli che transitavano dalla procura nazionale antimafia a certe redazioni.
di Simona Musco
Il Dubbio, 12 dicembre 2024 Rimandata la scelta dei nuovi sostituti della Direzione nazionale antimafia a causa di divergenze sulle candidature e delle critiche sugli esclusi. Due proposte contrapposte e possibili ricorsi al Tar complicano il processo decisionale. Si preannuncia una strada in salita quella per la nomina dei sette nuovi sostituti in Dna. La scelta sarebbe dovuto arrivare nel plenum di oggi, dove all’attenzione dei consiglieri ci sono due proposte contrapposte. Ma ad anticipare la decisione sono state le prime lamentele degli esclusi, che hanno depositato delle osservazioni che hanno richiesto un surplus di approfondimento e, dunque, il rinvio alla seduta del 18 dicembre.
TERRITORIO
di Miriam Giangiacomo
Il Messaggero, 12 dicembre 2024 Ieri mattina, presso il tribunale di Vasto, si è svolta un’udienza relativa al suicidio in carcere di Sabatino Trotta, psichiatra e dirigente Asl di Pescara, avvenuto il 7 aprile 2021, a poche ore dal suo arresto nell’ambito di un’inchiesta su una gara da più di 11 milioni di euro indetta dalla Asl pescarese per l’affidamento della gestione di residenze psichiatriche extra-ospedaliere. L’udienza ha riguardato A.C., agente di Polizia penitenziaria, accusato di omicidio colposo, violazione dell’articolo 40 del codice penale, e negligenza nella sorveglianza e prevenzione dei suicidi nella sezione detentiva di Trotta. Davanti al giudice monocratico Stefania Izzi, i consulenti delle parti civili, Adriano Tagliabracci e Vittorio Fineschi, hanno evidenziato gravi carenze nel monitoraggio del detenuto.
Corriere di Viterbo, 12 dicembre 2024 Sarà processato con rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica, il detenuto 23enne Iliyanov Krasimir Tsvetkov, che il 19 dicembre 2023 assassinò il compagno di cella, il 49enne Alessandro Salvaggio, nel penitenziario di Mammagialla. Erano circa le 22 quando al culmine di una lite per futili motivi, il 23enne bulgaro strangolò a mani nude il 49enne siciliano, residente a Barrafranca, in provincia di Enna. Al momento della morte, il detenuto, con precedenti per spaccio, stava scontando una condanna a poco più di due anni per evasione. Il movente del delitto sarebbe da ricondurre a un presunto debito di denaro.
di Antonio Esposito
internapoli.it, 12 dicembre 2024 È stato assolto per non aver commesso il fatto A.S., giovane di Giugliano, finito sotto processo con l’accusa di omicidio del detenuto Fabio De Luca. Il Gup di Isernia, Dott. Sicuranza, ha emanato poco fa la sentenza a carico di S. (difeso dall’avvocato Salvatore Cacciapuoti). Anche l’accusa, vista l’assenza degli elementi probatori a carico dell’imputato, aveva chiesto l’assoluzione. Ed in effetti all’esito del processo S. è stato assolto da ogni accusa riguardo l’omicidio avvenuto nel 2014. De Luca fu ritrovato gravemente ferito nelle celle del penitenziario, in circostanze poco chiare. Aveva 45 anni quando, nel novembre del 2015, fu portato d’urgenza in ospedale in gravi condizioni.
di Paola Bari
brindisireport.it, 12 dicembre 2024 Non solo un percorso formativo finalizzato all’acquisizione di competenze e attestati ma anche e soprattutto un percorso umano, di riflessione, di cambiamento e speranza. Nella mattinata di oggi, mercoledì 11 dicembre, presso la casa circondariale di Brindisi, si è svolta la conferenza stampa di chiusura del progetto “Dike, dentroltre le sbarre”, realizzato dalla Cooperativa Il Sogno con sede a San Pietro Vernotico nell’ambito dell’avviso pubblico promosso dal provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria della Puglia e Basilicata. Con il patrocinio gratuito del Garante dei Diritti delle Persone Private della Libertà Personale della provincia di Brindisi nella persona della dottoressa Valentina Farina ...
La Nazione, 12 dicembre 2024 Il convegno delle Camere Penali di Massa e Spezia al Pungiglione ha aperto una riflessione sulla situazione. “Dall’esecuzione intramuraria alle misure alternative” è stato il tema del convegno organizzato dalle Camere Penali di Massa Carrara e della Spezia al Villaggio Il Pungiglione con il patrocinio dei Comuni di Pontremoli e Mulazzo, il sostegno della Diocesi e il contributo del Rotary Lunigiana. L’evento ha concluso la settimana che in Lunigiana ha visto esporre la mostra “Dall’Amore nessuno fugge” nel Tribunale di Pontremoli e poi trasferita a Mulazzo. Il convegno ha sottolineato l’importanza dell’attivazione di percorsi educativi individuali per l’esecuzione pena, portando come esempio l’esperienza concreta che la Comunità Papa Giovanni XXIII vive all’interno delle Comunità Educanti.
di Nicolò Delvecchio
Corriere del Mezzogiorno, 12 dicembre 2024 Da domani in onda sul Rai 2 “Oltre il cielo” girato al Fornelli. Saranno anche educatori, agenti e giovani detenuti dell’istituto penitenziario minorile “Fornelli” di Bari i protagonisti di “Oltre il cielo”, la docuserie Rai di otto puntate diretta da Alberto D’Onofrio in onda da domani su RaiPlay. La serie, che sarà poi trasmessa su Rai2, è infatti stata girata nel carcere barese e al “Beccaria” di Milano, e racconta la quotidianità sia di chi finisce dietro le sbarre da giovanissimo, sia di chi si occupa di rieducare i ragazzi. Con una doverosa premessa, come spiega il direttore del “Fornelli” Nicola Petruzzelli, in carica da 29 anni: “La realtà, qui dentro, non è per niente simile a quella di “Mare Fuori”.
agensir.it, 12 dicembre 2024 Il Capo del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap), Giovanni Russo, parteciperà al seminario “Nuovi approcci per la complessità detentiva - L’Italia protagonista del sistema penitenziario europeo: la sinergia tra normativa, formazione e professioni”, in programma oggi, giovedì 12 dicembre, alle 12.30, nell’Aula 1 della sede della Lumsa Human Academy - Fondazione Luigia Tincani, in via G. G. Belli 86 a Roma.
sardegnareporter.it, 12 dicembre 2024 Prosegue il progetto “Liberi dentro per crescere fuori” e celebra i 10 anni della carta dei diritti dei figli dei genitori detenuti. A 10 anni dalla firma della Carta dei diritti dei figli dei genitori detenuti lunedì 16 dicembre a Uta musica e giochi per la Festa di Natale in carcere. Con il progetto Liberi dentro per crescere fuori, e grazie all’adesione della Casa circondariale al progetto La partita con mamma e papà ideata da Bambinisenzasbarre, le famiglie si ritroveranno per trascorrere qualche ora di svago. L’obiettivo è di garantire ai figli dei detenuti il diritto alla relazione con i propri genitori in un ambiente più umano e inclusivo.
di Frank Cimini
L’Unità, 12 dicembre 2024 Il libro a cura dell’associazione “Yairaiha” racconta gli effetti fisici e psicologici devastanti del carcere duro: “una tortura silenziosa”. Pagina nera del nostro diritto penale. Luna Casarotti, l’autrice, scrive di tortura di Stato e spiega: “Il regime del 41bis caratterizzato da severe misure di isolamento si traduce in un costante preoccupante esempio di abuso di potere all’interno del sistema penitenziario, disumanizzando i detenuti e riducendoli a meri strumenti da controllare. Questa modalità di detenzione concepita per raccogliere informazioni e mantenere il predominio sui prigionieri considerati pericolosi, infligge una tortura silenziosa con effetti devastanti sia sul piano psicologico che fisico”.
di Massimo Calvi
Avvenire, 12 dicembre 2024 Le parole più ricorrenti nei pensieri che tante persone in queste ore stanno esprimendo nel ricordare Riccardo Bonacina, giornalista, morto all’età di 70 anni questo mercoledì 11 dicembre 2024, sono due: passione e impegno. Chiunque lo abbia conosciuto, anche per poco, anche da lontano, può facilmente ritrovarsi in questi termini, che curiosamente paiono l’eco di un tempo diverso, appartenere a un contesto che nell’estremo saluto può persino delineare un’eredità. Bonacina è stato tante cose, il suo curriculum di giornalista dice che all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso è stato tra i protagonisti del primo telegiornale delle reti Fininvest, “Studio Aperto”, poi ideatore della testata giornalistica su Rai2 “Il coraggio di vivere”, soprattutto fondatore di un periodico che ha fatto la storia ...
di Elisabetta Soglio
Corriere della Sera, 12 dicembre 2024 Riccardo Bonacina è morto a 70 anni, a poche settimane dalla Festa per il trentesimo anniversario di “Vita”: la sua creatura editoriale nata per “raccontare il mondo in modo non disperante né pettegolo, ma generativo”. Con la sua voce gentile, ma qui affaticata, Riccardo Bonacina aveva registrato il messaggio destinato alla Festa per i 30 anni di Vita, la sua creatura editoriale venuta al mondo proprio nell’autunno del 1994.
di Antonello Ciervo
Il Domani, 12 dicembre 2024 Due pesi e due misure: immunità e privilegi per gli amici, criminalizzazione e carcere per gli altri. L’idea di società della destra al governo è tutta qui, in questa riproposizione della logica amico/nemico che crea le condizioni per i fenomeni politici più morbosi e che rischia di mettere in pericolo la nostra democrazia. La svolta autoritaria che sta investendo il nostro Paese assomiglia a un puzzle che, giorno dopo giorno, si va componendo un pezzo alla volta: mentre il dibattito pubblico si concentra sui tasselli più pericolosi - il premierato, l’autonomia differenziata, la separazione delle carriere - in questi giorni al Senato si approva un disegno di legge che, senza modificare la Costituzione, rischia di trasformare la nostra democrazia in uno Stato di polizia.
di Martina Ucci
L’Unità, 12 dicembre 2024 Nella giornata mondiale dei Diritti umani la presentazione del report sui Centri per il rimpatrio: “Un sistema di violenza istituzionale”. Si è tenuto ieri mattina a Roma il Tavolo asilo e immigrazione (Tai), in occasione della giornata mondiale dei Diritti umani. Durante l’incontro, coordinato da Filippo Miraglia, vicepresidente di Arci, è stato presentato il rapporto “Cpr d’Italia: porre fine all’aberrazione”, frutto di un monitoraggio condotto tra aprile e agosto 2024 su otto centri di permanenza per il rimpatrio attivi in Italia: Bari, Gradisca d’Isonzo, Nuoro-Macomer, Milano, Palazzo San Gervasio, Pian del Lago, Brindisi-Restinco e Roma.
di Angela Nocioni
L’Unità, 12 dicembre 2024 Ci sono volute 17 udienze all’Italia che ha lasciato per ore un pescatore da solo sulla riva di Steccato di Cutro a tirar fuori con le mani i corpi, perché nessuno c’era nemmeno a terra all’alba, per stabilire che la colpa è di tre naufraghi. Tre sopravvissuti alla strage di Cutro condannati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Uno a 16 anni, uno a 11 anni e un mese e un altro a 11 anni. Per la strage di Cutro l’Italia non condanna chi ha lasciato senza soccorso un caicco stracolmo fotografato dall’aereo di Frontex molte ore prima e di cui gli ufficiali italiani di stanza quella notte nella Sala Comando Frontex a Varsavia tutto sapevano e tutto riferivano “in costante contatto con Roma” (fonte: relazione di Frontex, agenzia di polizia europea) ma tre dei migranti a bordo.
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