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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione mercoledì 11 dicembre 2024
di Francesco Petrelli*
Il Riformista, 11 dicembre 2024 Non sappiamo più con quali parole denunciare quel dramma che dovrebbe investire la coscienza civile di tutti i vertici politici, amministrativi e giurisdizionali dello Stato. Il superamento di quel numero spaventoso di 84 suicidi che aveva tragicamente segnato l’anno 2022 (superato con l’ultimo suicidio di un ventunenne consumatosi nel carcere di Marassi, dove a fronte di una capienza di 335 detenuti ce ne sono ammassati 696), sta a dimostrare nei fatti l’inarrestabile catastrofe delle strutture carcerarie e al tempo stesso a rimarcare l’indecente silenzio di chi, potendo e dovendo intervenire, rivendica invece di aver pianificato un grande progetto edilizio e di avere incrementato investimenti di uomini e mezzi.
di Luigi Patronaggio*
La Repubblica, 11 dicembre 2024 Mantenere l’equilibrio fra esigenze di sicurezza e rispetto dei diritti non sempre è facile e spesso viene travolto da indicazioni politiche. A margine della presentazione del calendario della Polizia penitenziaria 2025, dove sono ben visibili ed esaltate immagini di agenti in armi, con bella vista di scudi, fucili e manganelli, mi trovo a riflettere su un concetto che deve essere ben presente nella vita di uno Stato autenticamente democratico: le forze dell’ordine non sono né buone né cattive sono semplicemente e solamente necessarie. Così come purtroppo è necessario l’uso della forza da parte dei militari e della polizia, ogni qual volta occorre fronteggiare persone che infrangono con violenza la legge e mettono in pericolo il convivere civile.
di Sandy Fiabane
agenda17.it, 11 dicembre 2024 Cresce l’uso dell’isolamento (e le violenze al suo interno), usato come strumento di controllo dei detenuti. Un girone di violenza che cresce per il diminuire di spazio vitale, delle alternative alla detenzione e delle possibilità di reinserimento. “Dove non arriva il volontariato c’è il vuoto”. Al 2 dicembre sono ottantasette i suicidi nel 2024 nelle carceri italiane, su un totale di 233 morti: in tutto il 2023 erano 191, con sessantuno suicidi. Sono i dati di Ristretti Orizzonti, che certifica il numero più alto di decessi e di suicidi dal 1992, con i detenuti che si tolgono la vita con una frequenza diciannove volte maggiore rispetto alle persone libere. E a ciò si aggiungono i suicidi di sette agenti di polizia penitenziaria, ulteriore segnale del disagio e della disperazione che si respirano all’interno delle strutture.
di Simone Marchetti
Vanity Fair, 11 dicembre 2024 Il 2024 è l’anno che ha contato più morti nella storia recente delle carceri italiane. Per l’esattezza: negli istituti di detenzione si sono contati, a oggi, 86 suicidi e 231 morti. A questi dati ne va aggiunto un altro: secondo l’onlus Antigone, in Italia si registrano 62 mila carcerati, mentre l’effettiva disponibilità di posti per loro si ferma a 47 mila. Morti, sovraffollamento, disumanità: è il quadro desolante che appare da dietro le sbarre, una questione che abbiamo voluto affrontare con un’inchiesta e con un progetto speciale in questo numero di Vanity Fair. È Natale, penserete. Perché, quindi, raccontare queste storie invece di dedicarsi ad altro? Ho due risposte a riguardo.
di Valeria Vantaggi
Vanity Fair, 11 dicembre 2024 Storie di riscatto, progetti formativi per ripartire una volta scontata la condanna: dal teatro alla pasticceria, le cooperative cercano di creare un ponte tra gli istituti penitenziari e il mondo fuori. Ma c’è ancora tanto da fare. “Non si mettono lì le persone da buttare, il carcere non è una discarica. Il diritto di un percorso rieducativo assicurato dall’articolo 27 della Costituzione (“Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”, ndr) è un dovere. La detenzione non può essere concepita esclusivamente come una punizione: in qualche modo, all’individuo recluso deve essere data un’altra occasione di vita” ...
di Silvia Bombino
Vanity Fair, 11 dicembre 2024 Sovraffollamento, edifici fatiscenti, psicofarmaci, suicidi. La senatrice Ilaria Cucchi ci accompagna in uno spaventoso viaggio nelle carceri italiane. Delle soluzioni ci sarebbero. Ma chi le vuole? Il primo agosto Ilaria Cucchi ha letto in Senato i nomi di tutti i 67 carcerati e agenti carcerari che si erano tolti la vita dall’inizio dell’anno. Un elenco durato tre minuti, con la voce rotta, che ha fatto il giro dei social. È servito a smuovere qualcosa? Chiedo. “Nulla”, risponde sicura. Cucchi conduce da 15 anni una battaglia fuori e dentro i tribunali per la verità sul fratello Stefano, morto mentre era detenuto nell’ottobre del 2009, ed è entrata in Parlamento nell’ottobre 2022 dopo essere stata candidata come indipendente nelle liste di Alleanza Verdi e Sinistra: da subito ha iniziato a ispezionare le prigioni dello Stato.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 11 dicembre 2024 Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (IA) si è insinuata con sempre maggiore forza nelle pieghe del sistema penitenziario europeo. Una realtà che l’Associazione Antigone, da sempre in prima linea nella difesa dei diritti umani, osserva con attenzione, evidenziandone le luci e le ombre. Le tecnologie digitali promettono di rivoluzionare la gestione delle carceri, ma dietro l’apparente efficienza si celano interrogativi profondi: quale prezzo pagheranno i detenuti? E soprattutto, si può affidare il futuro della giustizia a un algoritmo?
di Giuliano Santoro
Il Manifesto, 11 dicembre 2024 I 1.500 emendamenti e i tentativi della destra di accelerare. La piazza di sabato a Roma potrebbe sparigliare le carte. Intanto Maurizio Gasparri se la prende con Elio Germano: “È un cattivo maestro”. In attesa della grande manifestazione nazionale di sabato 14 dicembre a Roma contro il Ddl sicurezza, il testo continua a essere all’esame delle commissioni congiunte Giustizia e Affari costituzionali del Senato.
di Angela Stella
L’Unità, 11 dicembre 2024 Si allarga di fronte della protesta contro la legge di Piantedosi in discussione al Senato. E Antigone presenta l’ebook: “Il più grande attacco alla libertà di protesta della storia repubblicana italiana”. Mentre nelle Commissioni giustizia e Affari costituzionali del Senato prosegue la discussione e il voto sugli emendamenti al ddl sicurezza, già approvato alla Camera, aumentano le adesioni alla manifestazione nazionale di sabato 14 dicembre che si terrà a Roma contro la norma presentata dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi insieme ai colleghi della Giustizia, Carlo Nordio, e della Difesa, Guido Crosetto. Centinaia le sigle presenti: da Arci a Cgil, da Libera all’Anpi, Antigone, Amnesty International, Social forum per l’abitare, tutti aderenti alla Rete “No-Ddl sicurezza - A pieno Regime”.
di Vittorio Manes*
Il Foglio, 11 dicembre 2024 Il futuro è segnato, ma la disumanizzazione è un rischio da combattere. Le promesse mirabolanti dell’intelligenza artificiale si stanno prepotentemente affacciando sullo scenario della giustizia e nelle aule dei tribunali. Anzi, vi hanno già preso posto, lasciando profilare all’orizzonte un’autentica rivoluzione, se non persino una imminente “apocalissi giuridica”. Nel febbraio 2023 un giudice colombiano - il giudice Padilla di Cartagena - ha confessato di aver pronunciato la prima decisione elaborata, di fatto, da un noto programma di AI, il chatbot GPT: lo ha interrogato su una questione in materia di detrazioni fiscali per le cure mediche sostenute da un portatore di handicap, ricevendo una risposta giudicata convincente, poi tradotta in sentenza.
di Davide Vari
Il Dubbio, 11 dicembre 2024 Il decreto anti-gogna è stato accolto dai travaglisti come l’ennesima censura alla stampa libera. Ma la verità è che si tratta solo un pannicello caldo. Ma quale bavaglio, al massimo è un bavaglino. Un ditino alzato pronto a sgridare il solito discolo di turno per la modica cifra di 51 euro, che poi è la multa per chi viola il divieto di pubblicare gli atti del gip. Insomma, il decreto del governo, quello che prova a mettere un argine alla “Repubblica di Sputtanopoli”, è stato accolto dai travaglisti come l’ennesima censura alla stampa libera (sic!). Ma la verità è che si tratta solo un pannicello caldo sul corpo moribondo di un Paese dove, al primo titolo di giornale, un indagato diventa automaticamente colpevole e una misura cautelare si trasforma magicamente in una sentenza definitiva.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 11 dicembre 2024 Parla Oliviero Mazza, avvocato e ordinario di Diritto processuale penale alla Bicocca: “Senza sanzioni il decreto che vieta la pubblicazione testuale degli atti del gip è inutile”. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo allo “Schema di decreto legislativo riguardante la presunzione di innocenza e il diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali”. Detto altrimenti dai detrattori, la famosa “legge bavaglio”. Ne parliamo con l’avvocato Oliviero Mazza, ordinario di diritto processuale penale all’Università degli studi Milano-Bicocca.
di Mauro Bazzucchi
Il Dubbio, 11 dicembre 2024 Ennesimo scrutinio senza esito a Montecitorio, ma dalla prossima votazione il quorum sarà di tre quinti per tutti. Nuovo appello di Barbera per un accordo. Salvo ulteriori complicazioni, dopo l’ennesima votazione senza esito che si è tenuta oggi, per l’elezione di quattro giudici della Corte costituzionale si entra nella fase decisiva dei negoziati tra le forze politiche. Oggi, infatti, c’è stata ancora una fumata nera da parte del Parlamento in seduta comune, ma si tratta di un risultato ampiamente previsto e in un certo senso necessario, perché il regolamento prevede ora che il quorum necessario per l’elezione sia eguale per tutti i giudici da rimpiazzare.
di Serena Sileoni
La Stampa, 11 dicembre 2024 Per la prima volta da decenni, la composizione della Corte costituzionale è ridotta al minimo legale. Tra dieci giorni concluderanno il loro mandato il presidente Augusto Barbera e i vice presidenti Franco Modugno e Giulio Prosperetti. Poiché le decisioni devono essere prese dai giudici presenti a tutte le udienze in cui si è svolto il giudizio, i tre giudici uscenti già ora non partecipano più alle sedute la cui trattazione finirà dopo il 21 dicembre, data di cessazione del loro incarico. Alla loro assenza, va sommata quella della presidente emerita Silvana Sciarra, che ha terminato il mandato più di un anno fa.
GIURISPRUDENZA
di Valentina Stella
Il Dubbio, 11 dicembre 2024 La circostanza per cui non è previsto il giudizio abbreviato per i reati punibili con l’ergastolo è tornata ieri all’attenzione della Corte Costituzionale, che ne ha discusso in Camera di Consiglio (Relatore: Petitti). Ancora da stabilire la data della decisione. Il dubbio di legittimità costituzionale è stato sollevato dal Tribunale di Cassino il 12 aprile scorso rispetto agli articoli 3, 27 e 111 della Costituzione. Il caso riguarda un 27enne di Cassino, presunto assassino di una prostituta, una 34enne uccisa con quattro coltellate in un appartamento del centro cittadino. L’uomo, accusato di omicidio con l’aggravante dei futili motivi, è assistito dagli avvocati Sandro Salera e Alfredo Germani. Già nel dicembre 2020 la Consulta aveva deciso che l’esclusione del rito abbreviato per i delitti punibili con l’ergastolo ...
ilpescara.it, 11 dicembre 2024 Il nuovo Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, l’avvocato Monia Scalera, è stata ricevuta ieri mattina (martedì 10 dicembre) dal presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, per la tradizionale foto di rito che simbolicamente certifica l’avvio del mandato. Tra gli impegni già assunti da Scalera, la riapertura del carcere minorile all’Aquila. “Come tutti sanno il principale compito del Garante dei detenuti è sorvegliare i luoghi di privazione della libertà, ma con ciò non si deve intendere soltanto il carcere, ma anche i luoghi dove la polizia trattiene le persone in arresto o in custodia, i Cpr, dove i migranti vengono messi in attesa di essere espulsi dal paese, i reparti dei trattamenti sanitari obbligatori (Tso) ...
di Jennifer Riboli
bresciatoday.it, 11 dicembre 2024 Nella relazione della Garante dei diritti dei detenuti la drammatica fotografia dei due istituti penitenziari bresciani. “Quattro brande, un tavolo, un bagno e quattro persone sventurate”. I detenuti di Canton Mombello lo ripetono ancora e ancora, in un coro scomposto che diventa un angosciante mantra. Il mondo, in carcere, si riduce a questo: tre metri quadri di cella, da vivere in quattro, quando non in sei. Nel giorno del rilascio della relazione 2024 della Garante delle persone private della libertà personale, alcuni dei reclusi nel carcere Nerio Fischione hanno usato il teatro per raccontare alla Commissione Servizi alla Persona del Comune, riunita in Spalto San Marco per l’occasione, come si vive in un luogo che vede un tasso di sovraffollamento del 207%.
di Daniele Oppo
La Nuova Ferrara, 11 dicembre 2024 Udienza preliminare per il suicidio di Lorenzo Lodi: la famiglia chiede la citazione del Guardasigilli come responsabile civile. Anche il ministero della Giustizia verrà coinvolto nel processo a carico di un agente della Polizia penitenziaria, accusato di omicidio colposo per il suicidio in cella di Lorenzo Lodi, il 29enne che si era tolto la vita nel primo pomeriggio del 1º settembre 2021 dopo essere stato arrestato dai carabinieri per possesso di sostanze stupefacenti e di una pistola. La famiglia, assistita dall’avvocato Antonio De Rensis, che si è costituita parte civile, ha chiesto ieri mattina al giudice dell’udienza preliminare Andrea Migliorleli la citazione del ministero della Giustizia, in persona del suo rappresentante pro tempore, ovvero il ministro Carlo Nordio, in veste di responsabile civile.
ansa.it, 11 dicembre 2024 La testimonianza nell’ambito del processo con 105 imputati tra agenti del penitenziario di Santa Maria Capua Vetere, funzionari del Dap e medici. Ha ammesso di aver apposto la firma ad un verbale in cui sapeva erano scritte “cose non vere” la psicologa del carcere di Santa Maria Capua Vetere Maria Affinito, sentita al processo per le violenze ai danni dei detenuti avvenute nel penitenziario casertano il 6 aprile 2020, in cui sono imputati 105 tra agenti penitenziari, funzionari del Dap e medici dell’Asl di Caserta.
di Rino Giacalone
La Stampa, 11 dicembre 2024 Ma non riprendono servizio: hanno l’interdizione dai pubblici uffici. Il Tribunale del Riesame ha cancellato l’accusa per il reato di tortura, e così sono tornati liberi gli undici agenti della polizia penitenziaria in servizio presso il carcere “Pietro Cerulli”: hanno lasciato i domiciliari, ma non tornano in servizio, i giudici hanno applicato una diversa misura cautelare, l’interdizione dai pubblici uffici, rispetto agli altri reati contestati, abuso di potere, maltrattamenti. I giudici del riesame hanno accolto i ricorsi delle difese, quando depositeranno le motivazioni si potrà comprendere meglio e di più sulle ragioni della decisione, ma il caso che ha fatto allungare ombre sinistre sul carcere di Trapani appare tutt’altro che chiuso.
Corriere di Verona, 11 dicembre 2024 “Un trattamento disumano, di kafkiana memoria”: sono le parole usate dall’avvocato Francesco Sanpò nel sollecito urgente inviato al ministro della Giustizia e al Dap per il caso relativo al suo assistito, il 51enne romeno Ion Nicolae che dal carcere di Montorio, a Verona, dove era detenuto, è stato trasferito nei giorni scorsi al penitenziario di Rebibbia a Roma “senza conoscerne il motivo - dice il legale - e senza aver visto ad oggi il provvedimento su cui si basa la decisione”. La cosa, sostiene Spanò, sarebbe avvenuta inoltre “senza nessun avviso alla difesa e preavviso allo stesso recluso”.
di Antonio Averaimo
Avvenire, 11 dicembre 2024 Questo progetto di rieducazione attraverso lo sport si fonda sull’idea che il carcere non deve essere solo un luogo di detenzione, ma anche uno spazio di crescita personale”. Questo è per Flavia Filippi, giornalista di La7 e fondatrice dell’associazione Seconda Chance, “Rigiocare il futuro’,’ l’iniziativa che partirà questo mese nel penitenziario di Secondigliano. Tra le mura del carcere napoletano inizieranno i lavori per la realizzazione del più importante polo sportivo carcerario d’Italia, dotato di un campo di calcio di ultima generazione in erba sintetica (che sostituirà quello attuale) e due campi di padel nuovi di zecca, utilizzabili anche per altri sport.
prpchannel.com, 11 dicembre 2024 “Oltre il cielo” dal 13 dicembre in esclusiva su RaiPlay. L’intensa docuserie, in otto episodi, racconta le fasi di recupero di alcuni giovani detenuti nelle carceri minorili Beccaria di Milano, Fornelli di Bari e nella comunità Kayros. La docuserie “Oltre il Cielo”, prodotta da Rai Contenuti Digitali e Transmediali in collaborazione con Pepito Produzioni, offre uno sguardo intimo e realistico sul complesso mondo delle carceri minorili italiane e dei percorsi di recupero dei giovani detenuti. Attraverso otto episodi, disponibili a partire dal 13 dicembre in esclusiva su RaiPlay, la produzione si addentra nelle storie personali di ragazzi che si trovano reclusi nelle strutture penitenziarie minorili Beccaria di Milano e Fornelli di Bari, oltre che nella comunità Kayros di Vimodrone.
di Guido Caldiron
Il Manifesto, 11 dicembre 2024 “Per questi motivi” di Giancarlo De Cataldo, pubblicato da Sem. L’autobiografia criminale del Paese dal Caso Montesi all’uccisione di Pier Paolo Pasolini. “La penso come Gadda - scrive l’autore - dietro ogni omicidio c’è una pluralità di cause, uno gnommero, un groviglio, una matassa che non sempre si riesce a districare. Ma è un tentativo che bisogna fare nell’interesse collettivo”. Non è il libro a cui pensa da un po’ per dire la sua su come va la Giustizia nel nostro Paese, anche se qualche eco delle proprie vicende personali, della sua vita di magistrato che è venuta prima e ha poi accompagnato quella di scrittore, drammaturgo, sceneggiatore emerge anche qui - il resto lo aveva raccontato già nel 2012 con In giustizia (Bur).
traduzione di Stefano Viviani
Vanity Fair, 11 dicembre 2024 “Il carcere si è preso mia madre, mio padre e tutti i miei amici”: lo scrittore francese Mokhtar Amoudi, che si è aggiudicato il Premio Goncourt des détenus, parla della sua carambolica vita nel libro “Le condizioni ideali”. Un numero speciale quello di Vanity Fair, in edicola fino al 18 dicembre 2024. Un numero che accende i riflettori sulle carceri: “Il 2024”, scrive il direttore Simone Marchetti nel suo editoriale, “è l’anno che ha contato più morti nella storia recente delle carceri italiane”. Dietro le sbarre il quadro è desolante, con situazioni di sovraffollamento e disumanità.
AFFARI SOCIALI
di Vincenzo Scalia
Il Manifesto, 11 dicembre 2024 La morte del giovane Ramy El Gaml, avvenuta a Milano tra il 24 e il 25 novembre mentre era inseguito da un’auto dei carabinieri nel quartiere del Corvetto, squarcia il velo di malintesi e di ipocrisie che nell’ultimo lustro hanno ammantato la questione giovanile. A partire dalla pandemia, la rappresentazione dei giovani come categoria sociale problematica, principale responsabile della criminalità di strada nel nostro Paese, dai rave ai furti, dalle risse nelle zone della movida al consumo di sostanze, ha subito un’insolita accelerazione. Cronache e palinsesti televisivi si sono riempite di baby gangs e nuovi teddy boys, sospingendo il varo di provvedimenti liberticidi come i decreti anti-rave e Caivano.
di Enrica Muraglie
Il Manifesto, 11 dicembre 2024 L’alleanza per la chiusura dei Cpr: Tai, parlamentari e consiglieri regionali contro “l’istituzione totale” che ha ucciso Ousmane Sylla. Il suo corpo è arrivato a Conakry lo scorso aprile, come aveva chiesto, ma delle ore durante le quali Ousmane Sylla si è tolto la vita e delle successive rivolte dei compagni di cella non devono risultare tracce. Ors Italia srl, ente gestore del Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Ponte Galeria, a Roma, si è rifiutato di fornire il “registro degli eventi critici relativo al periodo del suicidio di Sylla e ai giorni successivi alla rivolta, adducendo informazioni contraddittorie circa la sua esistenza e il presunto smarrimento”, come si legge nel rapporto redatto dal Tavolo nazionale immigrazione e asilo (Tai).
di Francesca Spasiano
Il Dubbio, 11 dicembre 2024 Rinviato l’esame della questione sollevata dal Tribunale di Lucca per il riconoscimento dei bimbi nati da due donne. E intanto la questione resta in mano a sindaci e giudici. Nel puzzle frammentato che tiene in bilico i diritti dei figli nati da due mamme la svolta attesa per mano della Consulta resta ancora un miraggio. Almeno per un po’. Oggi, infatti, la Corte avrebbe dovuto avviare l’esame della questione di legittimità costituzionale sollevata dal tribunale di Lucca rispetto al doppio riconoscimento della madre biologica e della madre “intenzionale” (ovvero colei che non ha partorito il figlio) negli atti di nascita dei bambini nati in Italia e concepiti all’estero da due donne tramite procreazione medicalmente assistita.
di Mario Giro
Il Domani, 11 dicembre 2024 In Europa scatta la solita corsa della paura, quasi tutti chiudono le porte in faccia a chi scappa da Damasco. Ma il diritto d’asilo è individuale e ci sono minoranze che con i jihadisti rischiano la vita: cristiani, alwiti, drusi, curdi. L’egoismo europeo non ha mai portato bene. Ogni volta che la Siria (e il Medio Oriente in genere) ha uno scossone, all’Europa vengono i brividi. In termini sismici potremmo dire: ad ogni replica ci si spaventa a morte. Ormai gli europei vivono solo di paure e sono quindi riluttanti a pensare in maniera politica o prospettica. La caduta di Bashar al Assad ha fatto scattare, iniziando da nord, un riflesso europeo di chiusura: sospendere l’asilo.
di Maurizio Ambrosini
Avvenire, 11 dicembre 2024 I governanti europei e i nostri sembrano avere in mente un solo problema: fermare i flussi di profughi. Così si chiudono di nuovo le frontiere ai richiedenti asilo, stavolta quelli da Damasco. Mentre il ministro degli Esteri Tajani, dando voce a preoccupazioni diffuse, chiede ai nuovi governanti siriani garanzie di rispetto dei diritti delle minoranze, tra cui quelle cristiane, il governo italiano chiude le porte ai richiedenti asilo provenienti da quel Paese. È il primo atto politico nei confronti del nuovo corso di Damasco, emanato beninteso in buona compagnia europea. Come se interessasse soltanto che da quel Paese non giungano più fastidiose richieste di protezione umanitaria.
di Mara Gergolet
Corriere della Sera, 11 dicembre 2024 Da 10 anni Hadi al Khatib raccoglie tracce dei crimini del regime. Nelle ultime ore sono decine di migliaia le prove video salvate che sarebbero sparite dai social. In un appartamento sulla Karl-Marx-Strasse, a 3 mila chilometri da Damasco, c’è il più importante archivio dei crimini di Assad. Si aggiorna in tempo reale, mentre le carceri si svuotano e le ombre, riprese dai telefonini, abbracciano i genitori. Nessun indirizzo sul campanello. Solo un celebre cognome fittizio, come d’un angelo protettore. I vicini, in questa strada di Neukölln dove Berlino sembra Medio Oriente, non hanno idea di cosa succeda al piano di sopra. “È per motivi di sicurezza”, dice Hadi al Khatib quando scende ad aprire.
DOCUMENTI
Rai Radio 3 - Fahrenheit. "Carceri: quando la vita è insopportabile"
Articolo: "Abolizionismo e giustizia penale minorile", di Franco Prina
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
Progetto "A scuola di libertà". Anno scolastico 2024-2025: prossimo incontro online il 12 dicembre
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 15 dicembre 2024
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
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