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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 30 aprile 2024
di Francesco De Felice
Il Dubbio, 30 aprile 2024 Nell’agenda delle visite Papa Francesco c’è sempre un appuntamento con i detenuti. È successo domenica scorsa a Venezia e si ripeterà sabato 18 maggio a Verona, quando sarà a pranzo con i reclusi della Casa Circondariale di Montorio. Nell’incontro di domenica con le detenute della Giudecca il Papa ha detto chiaramente: “Il carcere è una realtà dura, e problemi come il sovraffollamento, la carenza di strutture e di risorse, gli episodi di violenza, vi generano tanta sofferenza. Però può anche diventare un luogo di rinascita, morale e materiale, in cui la dignità di donne e uomini non è “messa in isolamento”, ma promossa attraverso il rispetto reciproco e la cura di talenti e capacità, magari rimaste sopite o imprigionate dalle vicende della vita, ma che possono riemergere per il bene di tutti e che meritano attenzione e fiducia.
di Fabrizio Peloni
L’Osservatore Romano, 30 aprile 2024 In alcune missive consegnate al Pontefice storie di dolore e di speranza. “Vi ricorderò! E avanti e coraggio, non mollare, coraggio e avanti!”. È un congedo che nasce dal cuore quello di Papa Francesco dalle detenute del carcere femminile di Venezia, situato sull’Isola della Giudecca. Un momento molto confidenziale, di vicinanza fraterna, che ha concluso il primo appuntamento della visita pastorale compiuta dal Pontefice domenica mattina nella città lagunare.
di Enrico Sbriglia*
L’Opinione, 30 aprile 2024 Le violenze e i maltrattamenti che sarebbero avvenuti presso l’istituto penale per minorenni “Cesare Beccaria” di Milano non rappresentano il modo d’essere del personale penitenziario e, se per davvero accaduti, non vi sarebbe alcuna solidarietà. Al riguardo, non giustifica che si vesta l’uniforme del corpo della Polizia penitenziaria, oppure quella, ancora militare, del corpo degli Agenti di custodia. Né condiziona che si indossino gli abiti “civili” dei direttori penitenziari, né quelli degli altri operatori penitenziari, atteso che il mondo del lavoro penitenziario è plurale e multi-professionale.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 30 aprile 2024 Il magistrato snocciola numeri e dati di una presunta invasione di mini apparecchi nelle mani dei boss. Costa (Azione): “Se non sono a casaccio, il Dap che fa?”. “O il ministero della Giustizia smentisce Nicola Gratteri o il ministero prenda provvedimenti”: non ha usato mezzi termini il responsabile Giustizia di Azione, Enrico Costa, nel commentare l’intervista rilasciata dal Procuratore di Napoli in cui, tra l’altro, ha dichiarato: “cominciamo col dire che mediamente in ognuna delle nostre strutture (carcerarie, ndr) ci sono 100 telefonini attivi in questo momento” e ancora: “detenuti di mafia organizzino chiamate collettive anche da carcere a carcere”.
di Francesco Grignetti
La Stampa, 30 aprile 2024 L’ex capo del Dap Renoldi dopo la denuncia di Gratteri: “Più possibilità di comunicare per i meno pericolosi”. Bando agli slogan, dice Carlo Renoldi, che era stato scelto dalla ministra Marta Cartabia come capo del Dipartimento penitenziario. La sua avventura è durata 9 mesi, fino al gennaio 2023. Poi è arrivato il destra-centro e Renoldi è stato rimandato in Cassazione.
di Ilario Lombardo
La Stampa, 30 aprile 2024 Si accelera sulla riforma “bandiera”: l’ipotesi di portarla in Cdm. È l’ultimo tassello del patto elettorale a tre prima delle Europee. Restava da accontentare Forza Italia. Se non sarà oggi, come inizialmente era stato preannunciato ai leader dei partiti di maggioranza, sarà il prossimo Cdm a licenziare il disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere. Uno dei grandi progetti di Silvio Berlusconi, una sfida del secolo per gli azzurri, presente nel programma anche di Giorgia Meloni. Era il tassello mancante di un accordo elettorale a tre, che prevede per ogni partito della coalizione una riforma di bandiera pronta da spendere prima del voto delle Europee, l’8 e il 9 giugno.
di Frank Cimini
L’Unità, 30 aprile 2024 Respingendo il ricorso dei difensori sul 41bis la Cassazione si appella alle parole della Procura nazionale antimafia ma poi boccia il parere della stessa Dna che riconosceva una ridotta pericolosità dell’anarchico. Sul 41bis di Alfredo Cospito confermato dalla Cassazione che ha respinto il ricorso del difensore la giustizia riesce ad andare in corto circuito con una motivazione che risulta il massimo della contraddittorietà. I supremi giudici da un lato citano le parole della procura nazionale antimafia e antiterrorismo secondo cui Cospito pur da detenuto “continuava a compiere condotte apologetiche della violenza anarchica”.
di Giuseppe Guastella
Corriere della Sera, 30 aprile 2024 Nelle immagini il pestaggio di un detenuto di 15 anni. L’episodio è avvenuto l’8 marzo scorso. Il ragazzo si era procurato dei tagli. Viene trascinato per le scale, spinto contro il muro e colpito ripetutamente finché cade a terra, dove un agente lo prende a calci. La “scena cruenta” di un pestaggio ai danni di un detenuto di 15 anni, con tanto di fotogrammi delle violenze riprese dalle telecamere interne, è contenuta in un’annotazione del 15 marzo scorso, redatta dal Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria, agli atti dell’inchiesta della Procura di Milano su presunte torture e maltrattamenti nel carcere minorile Beccaria, che una settimana fa ha portato in carcere 13 agenti e alla sospensione di altri otto colleghi.
di Andrea Siravo
La Stampa, 30 aprile 2024 Le botte a un quindicenne riprese dalle telecamere nell’indagine che ha portato all’arresto di 8 agenti. Circondato e spinto al muro, strattonato per un braccio e poi a terra viene scalciato almeno una volta. La sequenza è immortalata, fotogramma dopo fotogramma, da una telecamera di sorveglianza dell’Ipm Beccaria di Milano. Da un lato alcuni degli agenti della polizia penitenziaria, finiti in carcere il 22 aprile con le accuse di torture e minorenni, dall’altra un detenuto quindicenne.
garantedetenutilazio.it, 30 aprile 2024 “L’uso sistematico della violenza: questo è preoccupante, il fatto che fosse un regime”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive delle libertà personale della Regione del Lazio, Stefano Anastasìa, a proposito del caso Beccaria durante la trasmissione “Periferie-il sabato di RaiNews24” del 27 aprile. Un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 agenti della Polizia penitenziaria, 12 dei quali in servizio presso l’istituto penale minorile “Cesare Beccaria” di Milano, nonché la misura della sospensione dall’esercizio di pubblici uffici nei confronti di ulteriori otto, anch’essi tutti in servizio all’epoca dei fatti, sono state eseguite lo scorso 22 aprile.
di Jacopo Storni
Corriere Fiorentino, 30 aprile 2024 Viaggio nel penitenziario toscano dove l’80 per cento dei detenuti è occupato e retribuito. “Abbiamo all’interno veri e propri stabilimenti industriali: così garantiamo dignità e armonia”. La possibilità di guadagnare denaro per le famiglie e cli imparare un mestiere per il futuro. Non succede praticamente da nessuna parte. Per questo fa notizia il carcere di Massa, dove sono circa 180 (su 220 presenti) i detenuti impegnati quotidianamente con un lavoro. La media dei reclusi che hanno una occupazione, in Italia, è di circa il 29 per cento.
di Stefano Anastasìa*
garantedetenutilazio.it, 30 aprile 2024 Qualche settimana fa, una civile protesta dei detenuti della Casa di reclusione di Rebibbia, una di quelle legittime proteste che incomprensibilmente un disegno di legge del Governo vorrebbe rendere sanzionabili penalmente, ha richiamato la nostra attenzione sulla morte di un loro compagno, avanti negli anni, diabetico e cardiopatico, che lamentava dolori e sofferenze, apparentemente di natura odontoiatriche.
di Gennaro Scala
Corriere della Sera, 30 aprile 2024 Al prete anticamorra hanno prima danneggiato e poi rubato l’auto. Rafforzata la vigilanza sia diurna che notturna. “Lo Stato non ci abbandoni”.
di Antonio Averaimo
La Repubblica, 30 aprile 2024 “Revocare l’ormeggio alla nostra barca a vela significa affondarla dopo 15 anni di vita. E questo, per noi, non è pensabile”. Silvia Ricciardi, responsabile dell’associazione “Jonathan”, che lavora a Napoli nel recupero di minori e giovani autori di reati, difende il progetto “Jonathan Vela” e ribadisce quanto già detto di persona al presidente dell’Autorità portuale Andrea Annunziata in un incontro chiesto in seguito alla revoca dell’ormeggio nella darsena Acton alla barca a vela Blue Marlin II appartenente all’associazione.
di Paolo Bustaffa
difesapopolo.it, 30 aprile 2024 Una decina di studenti bocconiani si sono incontrati nelle scorse settimane in un’aula studio del carcere San Vittore di Milano con una trentina di carcerati. Il progetto è dell’ex ministro della giustizia Marta Cartabia: una decina di studenti bocconiani tra i 19 e i 20 anni si sono incontrati nelle scorse settimane in un’aula studio del carcere San Vittore di Milano con una trentina di carcerati tra i 28 e i 60 anni. È stato un inconsueto percorso fatto di ascolto, di confronto, di contatto con la realtà: il carcere si è fatto scuola.
di Marco Magi
La Nazione, 30 aprile 2024 La sesta edizione di “Per Aspera ad Astra” a La Spezia si conclude con lo spettacolo ‘Dirimpetto. La rete nell’abisso’ al Teatro Civico, frutto dell’incontro tra detenuti e studenti delle scuole superiori. Un progetto promosso da Acri e sostenuto da Fondazioni bancarie, incluso il patrocinio del Comune. Un’opportunità di crescita e riflessione attraverso la cultura e la bellezza.
AFFARI SOCIALI
di Francesco Ramella
Il Domani, 30 aprile 2024 L’idea che le università italiane siano in mano a studenti estremisti e rettori-don Abbondio è distorta. Tutti i dati sulla fiducia nelle istituzioni lo testimoniano. L’accampamento pro Palestina alla Columbia University ha finalmente messo nella giusta prospettiva, internazionale e generazionale, anche le analoghe proteste degli studenti italiani. Forse i fatti di New York consentiranno di sprovincializzare un po’ il dibattito di casa nostra, che fatica a cogliere gli elementi di novità di questa ondata di manifestazioni contro la guerra a Gaza.
di Angela Nocioni
L’Unità, 30 aprile 2024 Traduttori che capiscono fischi per fiaschi, testimoni che incolpano qualcuno di essere dell’equipaggio dei trafficanti e spariscono puntualmente senza che nessuno si preoccupi di averli per l’incidente probatorio. Ma come le fanno le inchieste a Locri? Deve esserci una ragione nell’ostinazione con cui i giudici si accaniscono su Marjan Jamali, una donna di 29 anni, di Teheran, in attesa di giudizio in carcere dalla fine di ottobre perché indicata come scafista durante gli interrogatori in banchina, subito dopo lo sbarco, da tre uomini irakeni che durante la traversata verso la Calabria hanno tentato di stuprarla. Dopo che questo giornale ha riportato la denuncia sporta da Marjan nei confronti dei suoi violentatori presi per oracolo dagli inquirenti nonostante si siano dileguati e resi irreperibili appena firmata la dichiarazione d’accusa, alla ragazza è successo di tutto.
di Angela Nocioni
L’Unità, 30 aprile 2024 I due iraniani che accusano Maysoon Majidi sono in Germania, se li è dovuti andare a cercare il difensore perché la procura di Crotone ha preso per buona la traduzione e l’ha sbattuta in carcere. S’è dovuta occupare dell’Italia l’altro giorno la Hana Human Rights organization, di solito impegnata a denunciare le violazioni dei diritti delle persone compite dal regime degli ayatollah di Teheran. Increduli di fronte all’incubo giudiziario in cui è rinchiusa una nota regista e attivista curda per i diritti umani, Maysoon Majidi, 27 anni, arrestata a Capodanno a Crotone con l’accusa di essere una scafista e da allora in cella a Castrovillari senza possibilità di spiegare il (chiamiamolo) equivoco, hanno dovuto metter da parte per qualche ora gli ayatollah e occuparsi della repubblica italiana, la nostra.
di Filippo Fiorini
La Stampa, 30 aprile 2024 Piombino, da un ex resort diventato centro migranti i caporali reclutavano ogni giorno i braccianti per turni di dieci ore senza contributi né sicurezza. Il villaggio turistico La Caravella era un luogo di relax, poi è diventato un bacino per attingervi gli schiavi. “Due passi dal mare”, “una delle zone più belle della Costa Est”, “80 appartamenti”, “due piscine”, “solarium”, “un campo da tennis e un campo di calcetto”, si legge nell’annuncio dell’asta giudiziaria seguita alla messa in liquidazione, nel 2016, di questa struttura sull’Aurelia Sud, fuori Piombino, in provincia di Livorno. Una gara che andò più volte deserta, finché il resort fu acquisito da una coop e trasformato in un Cas, ovvero un centro di accoglienza straordinaria per migranti.
di Daniele Zaccaria
Il Dubbio, 30 aprile 2024 Una legge sui pentiti che prende spunto “dal modello italiano della lotta alla mafia”. Il ministro della Giustizia francese Eric Dupond-Moretti lancia la sfida alle grandi reti criminali organizzate (grandi trafficanti di droga e di armi), annunciando la creazione di una procura nazionale ad hoc (Pnaco), sulla falsariga delle già attive procure antiterrorismo (Pnat) e contro i crimini finanziari (Pnf). “Questo nuovo strumento rafforzerà il nostro arsenale giudiziario per lottare al meglio contro la delinquenza di alto livello ma anche per imprimere un nuovo slancio alla nostra organizzazione giudiziaria”, spiega il ministro in un’intervista alla Tribune du Dimanche.
di Enrico Franceschini
La Repubblica, 30 aprile 2024 Secondo indiscrezioni circolate in questi giorni a Gerusalemme e Washington, la Corte Penale Internazionale starebbe valutando se incriminare il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, per crimini di guerra e contro l’umanità commessi dallo Stato ebraico nella guerra nella Striscia di Gaza. Ecco una scheda per capire di cosa si tratta e cosa rischierebbe Netanyahu in caso di incriminazione.
di Guido Rampoldi
Il Domani, 30 aprile 2024 Quando l’esercito israeliano pareva ormai prossimo a lanciare l’attacco finale su Rafah, ecco riapparire all’orizzonte il fantasma che rovina i sonni e i piani del governo Netanyahu: la giustizia internazionale. Tre mesi fa il tribunale dell’Onu, sigla Icj, aveva intimato a Israele di porre fine agli “acts of genocide” inflitti ai palestinesi. Adesso, seguito prevedibile di quella pronuncia, è un altro prodotto dell’universalismo liberale, la Corte penale internazionale, a incupire governo e stato maggiore. Stando ai media israeliani, premier, ministri e generali potrebbero essere presto colpiti da ordini di cattura internazionale per crimini gravissimi.
di Chiara Cruciati e Giovanna Branca
Il Manifesto, 30 aprile 2024 Parla Triestino Mariniello, associato di diritto penale internazionale alla Liverpool John Moores University e parte del team legale che rappresenta le vittime palestinesi di fronte alla Corte penale internazionale.
di Riccardo Noury*
Il Fatto Quotidiano, 30 aprile 2024 Il 28 aprile 2004 il programma “60 Minutes” della rete televisiva statunitense CBS rivelò scioccanti immagini di prigionieri iracheni sottoposti a maltrattamenti e torture da soldati americani nel carcere di Abu Ghraib.
DOCUMENTI
Articolo. "Carcere: il tempo dell'agire è ormai scaduto", di Giunta e Osservatorio Carcere UCPI
Articolo. "Nodo alla gola: vita e morte in carcere", di Denise Armerini
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Convegno: "Contro l'isolamento", organizzato dall'Associazione Antigone (Roma, 13 maggio 2024)
Spettacolo teatrale di e con Mauro Pescio: "Io ero Il Milanese" (Mestre-VE, 13 maggio 2024)
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