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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 25 aprile 2024
di Ornella Favero*
Ristretti Orizzonti, 25 aprile 2024 Gentile dottor Russo, il ministro della Giustizia il 27 marzo al Question Time alla Camera ha comunicato che è stato istituito un Gruppo di lavoro multidisciplinare per studiare le modalità di attuazione dei colloqui intimi delle persone detenute con la persona convivente non detenuta, che la sentenza 10/2024 della Corte Costituzionale ha reso possibili, anzi necessari. Quando, come Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, l’abbiamo incontrata online il 16 febbraio, abbiamo sostenuto con forza che il primo tema che ci sta a cuore è la tutela degli affetti, che decliniamo in particolare con gli obiettivi della liberalizzazione delle telefonate e della messa a regime dei colloqui intimi, sottolineando l’urgenza di garantire questo diritto e chiedendo di essere chiamati a far parte del Gruppo di lavoro che dovrà occuparsi di questa questione.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 25 aprile 2024 Contro il sovraffollamento, dice D’Ettore, serve “una risposta sistemica ampia” E ricorda: su 61.351 reclusi, 23.583 sono potenziali fruitori di misure alternative. Una “misura tampone” che, da sola, “non risolve” i problemi che affliggono il sistema carcerario italiano perché ha “un effetto deflattivo immediato, ma non rappresenta una risposta sistemica ampia”. Con queste parole il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, Felice Maurizio D’Ettore, ha definito la proposta di legge all’esame della Camera sulla liberazione anticipata speciale, presentata dal deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, per affrontare il problema del sovraffollamento che - dati aggiornati a due giorni fa e resi noti dal Garante - vede 61.351 detenuti presenti nelle carceri del Paese ...
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 25 aprile 2024 Proposta Giachetti sulla liberazione anticipata, il M5S si schiera con la maggioranza. Il “no” del ministro Nordio alla proposta Giachetti sulla liberazione anticipata speciale trova un supporter molto speciale: il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà, Felice Maurizio D’Ettore. Che ieri alla Camera, in Commissione Giustizia, ha definito la pdl presentata dal deputato di Iv per contrastare il sovraffollamento carcerario - con 60 giorni di sconto di pena anziché 45, per i detenuti con buona condotta - una “misura tampone” che da sola “non risolve” i problemi perché ha “un effetto deflattivo immediato, ma non rappresenta una risposta sistemica ampia”. Come, spiega, “già sperimentato nel 2013, dopo la sentenza Torreggiani”.
di Paolo Frosina
Il Fatto Quotidiano, 25 aprile 2024 Fino a 5.080 detenuti - uno ogni 12 - uscirebbero dal carcere dalla sera alla mattina. E tra loro fino a 777 condannati per i reati più gravi: mafia, terrorismo, tratta di esseri umani, schiavitù, violenza sessuale di gruppo. Ecco l’effetto dell’indulto mascherato previsto dal disegno di legge presentato dal renziano Roberto Giachetti e in discussione in Commissione Giustizia alla Camera. A illustrare i numeri è stato Felice Maurizio D’Ettore, il nuovo Garante nazionale dei detenuti: dalla relazione emerge come siano, appunto, oltre cinquemila le persone con pena residua pari o inferiore a otto mesi, cioè i potenziali interessati.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 25 aprile 2024 Il caso Cospito ha riportato alla luce il tema del 41 bis, un regime detentivo speciale caratterizzato da misure restrittive volte a recidere i collegamenti dei detenuti con la criminalità organizzata. Nonostante l’acceso dibattito, il 41 bis sembra essere tornato nell’ombra, con la situazione dei detenuti sottoposti a tale regime che rimane poco conosciuta e dibattuta. Parliamo di un’analisi dettagliata a cura dell’associazione Antigone e che la ritroviamo nel ventesimo rapporto sulle condizioni di detenzione Antigone ricorda che il 41 bis si applica a detenuti condannati o imputati per reati gravi, come terrorismo o associazione mafiosa, per i quali vi sia concreto pericolo di collegamenti con la criminalità organizzata.
di Chiara Daina
Corriere della Sera, 25 aprile 2024 Più difficili la messa in prova e la comunità. E cresce del 30% la spesa per antipsicotici. Il carcere per un adolescente è sempre stata l’extrema ratio, non la soluzione a carenze educative e di assistenza sociale. In questo l’Italia era un esempio internazionale. Qualcosa sta cambiando? “Prima - spiega Michele Miravalle, coordinatore nazionale dell’Osservatorio sulle carceri dell’associazione Antigone - solo negli istituti penali per adulti riscontravamo condizioni di sovraffollamento e un diffuso malessere psicofisico: oggi anche in quelli minorili. I giudici, anche quando disposti a concedere percorsi alternativi sul territorio, si scontrano sempre più spesso con l’oggettiva difficoltà di collocare i ragazzi con misure penali nelle comunità, perché sono più problematici da gestire.
difesapopolo.it, 25 aprile 2024 Il Coordinamento esprime “profonda preoccupazione per i fatti emersi dall’inchiesta. Il carcere che non educa produce violenza e malessere”. “La carcerazione deve essere una misura del tutto residuale per i minorenni”: lo ricorda il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca), esprimendo “profonda preoccupazione per i fatti emersi con l’inchiesta che ha coinvolto numerosi agenti dell’Istituto penale minorile Beccaria di Milano”. In base al Dpr 448/88, che regolamenta la giustizia minorile nel nostro paese, infatti, “l’ordinamento prevede altre possibilità che vanno intese come prioritarie, a cominciare dall’istituto della messa alla prova - ricorda ancora Cnca - Un approccio che ha subito un netto passo indietro con l’approvazione del cosiddetto Ddl Caivano ...
di Claudio Burgio*
Avvenire, 25 aprile 2024 “Un certo numero di detenuti, anche se si comportavano da duri durante la giornata, spesso si addormentavano piangendo, la sera. C’erano anche altri pianti e diversi da quelli indotti dalla paura e dalla solitudine. Erano più bassi e soffocati: la voce dell’angoscia. Pianti che possono cambiare il corso di una vita. Pianti che una volta sentiti non li cancelli più dalla memoria”: sono le parole tratte dal film “Sleepers”, uscito nelle sale cinematografiche nel 1996. Purtroppo, sono espressioni che non appartengono più solo ad un capolavoro del cinema americano, ma diventano tremendamente attuali dopo i fatti sconvolgenti emersi lunedì scorso al carcere minorile Beccaria di Milano.
di Youssef Hassan Holgado
Il Domani, 25 aprile 2024 Il Cpt del Consiglio d’Europa, nel suo rapporto sull’Italia, parla dei maltrattamenti in carcere e del sovraffollamento. Cita anche il pestaggio di Santa Maria dove gli agenti sono accusati di tortura. Reato che FdI vuole eliminare. Alcuni deputati di Fratelli d’Italia hanno presentato una proposta di legge per abrogare il reato di tortura. Una decisione che arriva a poche ore di distanza dalla sospensione di 23 agenti della polizia penitenziaria, accusati di tortura di stato nei confronti di tre detenuti a Biella, e nel giorno in cui l’organo anti tortura del Consiglio d’Europa segnala evidenti problematicità legate al sistema carcerario italiano. La proposta intende abrogare gli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale, rimarrebbe in vigore soltanto una sorta di aggravante nell’articolo 61.
di Simona Musco
Il Dubbio, 25 aprile 2024 Pene fino a otto anni per le notizie frutto di un reato. Mantovano: “Il governo rifletterà”. Il carcere per i giornalisti esce dalla porta e rientra dalla finestra. Sono stati presentati due emendamenti - uno a firma Enrico Costa (Azione), sottoscritto anche da Maria Elena Boschi (Iv), e uno a firma Tommaso Calderone (Forza Italia), i partiti più garantisti del Parlamento - che, partendo dal presunto scandalo dossieraggi (sebbene il termine sia utilizzato impropriamente) puntano a spezzare il passaggio di informazioni tra fonti e giornalisti, per punire chiunque pubblichi notizie raccolte illecitamente.
di Davide Varì
Il Dubbio, 25 aprile 2024 La galera non è la soluzione. Chi oggi vuole quella legge rischia di tradire i valori per i quali ha combattuto e ancora combatte. Gli onorevoli Maria Elena Boschi, Enrico Costa e Tommaso Calderone sono amici di questo giornale. Meglio: sulla giustizia condividono una chiara e limpida posizione garantista. Da sempre e senza sbavature. Esattamente come noi. Per questo siamo sorpresi, forse addirittura dispiaciuti, della loro posizione sul decreto Cybersicurezza che prevede la galera fino a 8 anni di carcere per i giornalisti che consapevolmente divulgano notizie frutto di reato. Certo, sappiamo bene che qualcuno di loro ha vissuto sulla propria pelle la ferocia del processo mediatico giudiziario.
di Francesco Machina Grifeo
Il Sole 24 Ore, 25 aprile 2024 Il Consiglio dei ministri di ieri ha approvato un disegno di legge in materia di IA. L’investimento è di 1miliardo di euro. Limitato l’utilizzo della IA nella giurisdizione a funzioni organizzative e di ricerca. Obbligo dei professionisti di informare il cliente sul relativo utilizzo. Nasce un nuovo reato: l’illecita diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di intelligenza artificiale punito con la pena da uno a cinque anni di reclusione, se dal fatto deriva un danno ingiusto. Inoltre, si cerca di delimitare (articolo 14, in tutto sono 26) l’utilizzo della IA nella giurisdizione prevedendone l’utilizzo unicamente per “l’organizzazione e la semplificazione del lavoro giudiziario” e per “la ricerca giurisprudenziale e dottrinale”.
di Francesco De Felice
Il Dubbio, 25 aprile 2024 L’avvocato Rossi Albertini: “Confermata la linea difensiva, non c’erano le basi per il fine pena mai”. Sono definitive le condanne a 23 anni e a 17 anni e 9 mesi di carcere per gli anarchici Alfredo Cospito e Anna Beniamino. Lo hanno deciso i giudici della sesta sezione penale della Corte di Cassazione che hanno respinto, dichiarandoli inammissibili, i ricorsi del pg della corte di Appello di Torino e delle difese, presentati dagli avvocati Flavio Rossi Albertini e Caterina Calia, di fatto confermando le condanne per i due imputati nel processo per l’attentato alla scuola allievi carabinieri di Fossano, nel Cuneese, avvenuto nel 2006.
di Francesco Machina Grifeo
Il Sole 24 Ore, 25 aprile 2024 Lo ha chiarito la Quinta Sezione penale, con la sentenza n. 17152 depositata ieri, dichiarando inammissibile il ricorso di un uomo condannato per furto. Se la Riforma Cartabia è sopravvenuta alla proposizione dell’appello, la richiesta di applicazione di una pena sostitutiva può (in forza della norma transitoria) essere avanzata anche in sede di discussione, e dunque anche se non presente tra i motivi di impugnazione. Tuttavia, non è sufficiente addurre che né il reato né la pena (entro i quattro anni) sono ostativi al riconoscimento per ottenere un pronunciamento, perché si tratta di elementi che da soli non esauriscono i presupposti per decidere sull’applicazione della pena sostitutiva.
di Luigi Ferrarella
Corriere della Sera, 25 aprile 2024 “Zero giorni di prognosi” al detenuto ridotto in semi incoscienza dagli agenti. Agenti in malattia per protestare contro il nuovo corso della comandante di Polizia penitenziaria. Vigeva un concetto molto elastico di malattia o non malattia nel carcere minorile Beccaria di Milano. “Malattia” era quella da cui facevano finta di essere tutti di colpo contagiati gli agenti (lunedì scorso arrestati in 13, sospesi in 8 e indagati in altri 4) come forma di polemica protesta nei confronti del nuovo corso della comandante di polizia penitenziaria, indisponibile a far finta di niente: “Oggi tutti i colleghi hanno mandato “malattia” nel pomeriggio e vogliono mandarla ad oltranza... perché il collega l’hanno mandato in Procura (denunciato, ndr), quindi è una protesta verso il comandante nuovo e il direttore” ...
di Monica Serra
La Stampa, 25 aprile 2024 Le due dirigenti sono accusate di omissione. Si allarga l’inchiesta: undici perquisizioni, sequestrato l’archivio sanitario dell’Ipm. Nell’inchiesta sulle torture al carcere Beccaria, due ex direttrici dell’istituto sono finite sotto inchiesta. Oltre a Maria Vittoria Menenti, oggi a capo dell’Ipm Casal del Marmo di Roma, un avviso di garanzia ha raggiunto anche Cosima Buccoliero, candidata del Pd alle ultime Regionali, insignita dell’Ambrogino d’oro per il suo lavoro al carcere di Bollate, ex direttrice del Lorusso e Cutugno di Torino, oggi al carcere di Monza. Entrambe sono state perquisite per sequestrare il contenuto di pc e cellulari.
di Rosario Di Raimondo
La Repubblica, 25 aprile 2024 Il capo del Dipartimento per la giustizia minorile: “Il governo hanno fatto tutto ciò che doveva”. La Cisl: “Sistema allo sfascio, serve un piano straordinario”. Una squadra di 14 nuovi agenti della Polizia penitenziaria sono entrati in servizio al carcere minorile Beccaria, subito dopo gli arresti scattati nei confronti di 13 divise, mentre altre otto sono state sospese per un’inchiesta della procura di Milano in cui si ipotizzano maltrattamenti e torture contro una dozzina di ospiti minorenni. Lo spiega Antonio Sangermano, capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, che annuncia anche nuovi agenti della polizia penitenziaria “che abbiamo chiesto al Dap (Dipartimento dell’amministrazione giudiziaria, ndr) che sono sicuro vorrà corrispondere a questa richiesta”.
di Giuseppe Guastella
Corriere della Sera, 25 aprile 2024 La presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, Maria Carla Gatto: “Nel carcere non c’era un direttore stabile e il comandante era assente nei momenti cruciali. Occorre una formazione specifica per gli agenti”. Subito dopo l’arresto dei 13 agenti di custodia e la sospensione di altri 8, la presidente del Tribunale per i minorenni di Milano Maria Carla Gatto si è recata al Beccaria.
di Gad Lerner
Il Fatto Quotidiano, 25 aprile 2024 Nella città di Cesare Beccaria, padre dell’illuminismo lombardo e antesignano della civiltà giuridica, 160 anni dopo la pubblicazione di “Dei delitti e delle pene”, ancora dei ragazzi sono stati torturati in una sede preposta alla loro custodia e rieducazione. Anzi, a ben vedere sono due a Milano le istituzioni per giovani reclusi trasformate in luoghi di tortura: il carcere minorile che porta con disonore il nome dello stesso Beccaria; e il Centro di Permanenza per i Rimpatri di via Corelli, commissariato dal dicembre scorso. Due buchi neri, in cui precipitano dei giovanissimi, che Milano preferisce ignorare. Due luoghi della vergogna ai bordi di una città che intanto festeggia gli afflussi record del Salone del mobile e del turismo ricco.
di Cristina Giudici
Il Foglio, 25 aprile 2024 L’arcivescovo Delpini riflette su violenza e alternative al carcere minorile. “Ci troviamo di fronte a un tema complesso, quello della carcerazione, a cui dovremmo trovare alternative”, dice al Foglio l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, riflettendo sulle violenze nel carcere Beccaria: “E poi ci sono le persone, i ragazzi minorenni che commettono un reato, vanno contenuti ma anche aiutati a distinguere il bene dal male. Soprattutto se sono stranieri e soli”. “Non li possiamo trattare come numeri ma dobbiamo trattarli come persone da accogliere, da seguire con attenzione. Ci vorrebbe un maggior investimento nell’educazione, nella possibilità di trovare più soluzioni alternative alla detenzione, nelle comunità”, chiosa monsignor Delpini.
di Alessia Candito
La Repubblica, 25 aprile 2024 Mancano mezzi e uomini per garantire che la pena abbia funzione rieducativa. “Politica e istituzioni mute”, denuncia il Garante cittadino. “Gli istituti di pena sono usati come discariche sociali”, tuona il presidente siciliano di Antigone. Di carcere si muore. Troppo, se è vero che dall’inizio dell’anno sono già tre i detenuti che si sono tolti la vita nelle carceri dell’isola. Ecco perché in tanti hanno risposto all’appello del Garante delle persone private della libertà personale, di Palermo Pino Apprendi, che oggi ha chiamato tutti ad un sit-in di fronte al nuovo tribunale.
di Irene Carmina
La Repubblica, 25 aprile 2024 “Gli fu diagnosticata una schizofrenia, quando invece il problema era la droga”. Le appare spesso in sogno, di notte. “Mamma, sei la vita mia, mi dice. E tu sei la mia, gli rispondo io”. Quel figlio impiccato con i lacci delle scarpe, in una cella del Pagliarelli, Lucia Agnello lo vede sempre. Samuele Bua aveva 29 anni quando si uccise. E ora che non c’è più, è rimasto per sempre bambino nelle foto incorniciate a casa. Non ha buttato via niente, Lucia. Il pigiama, i maglioni, gli orologi, i dischi di Samuele: ogni cosa è al suo posto. Come in un museo dei ricordi, tutto è fermo a quel 4 novembre di sei anni fa. Anche il dolore: “Non si supera mai, ci si convive”. Trema la voce di Lucia Agnello, si spezza nel pianto.
di Maurizio Cirillo
Il Centro, 25 aprile 2024 “A Pescara e Chieti abbiamo un tasso di sovraffollamento delle carceri che è superiore alla media nazionale: siamo nell’ordine del 170% a fronte del 125% nazionale”. Lo afferma Sergio D’Elia, segretario dell’associazione Nessuno tocchi Caino. Ieri, con i rappresentanti delle camere penali delle due città, ha visitato i due istituti di pena. “In carceri così affollate”, prosegue D’Elia, “non si riesce neppure ad assicurare quei beni fondamentali: qui non si parla solo di luoghi di privazione della libertà, ma di tutto, della salute, della vita”.
di Micaela Cappellini
Il Sole 24 Ore, 25 aprile 2024 La Cooperativa Giotto dal 1991 ha dato un impiego a oltre 2mila detenuti. La testimonianza: “Lavorare non mi pesa, anche dietro le sbarre si ha bisogno di soldi”. Per il New York Times il panettone della Pasticceria Giotto è il più buono d’Italia. Non il più giusto. Proprio il più buono. Dove viene preparato, però, i coltelli non hanno lame d’acciaio, ma solo di plastica. Perché i pasticcieri sono i detenuti del carcere Due Palazzi di Padova. Dietro le sue sbarre nascono molti altri dolci, come le colombe di Pasqua per esempio, che per la rivista Forbes stanno di diritto tra le dieci migliori artigianali presenti sul mercato, accanto a quelle dimostri sacri come Cracco e Cannavacciuolo.
laguida.it, 25 aprile 2024 Le pagnotte prodotte nei laboratori nelle carceri di Cuneo e Fossano che non corrisponderanno alle forme richieste per il commercio, verranno donate nei ristoranti dei soci della cooperativa. Non tutte le ciambelle vengono col buco, ma comunque sono buone. Con questo proverbio un po’ rivisitato si potrebbe riassumere la nuova iniziativa che la società cooperativa sociale Panatè lancerà in anteprima nel mese di maggio con un duplice appuntamento: sabato 4 alle 10.30 presso l’Open Baladin di Cuneo, in piazza Foro Boario, e sabato 11 maggio, sempre alle 10.30, nel ristorante di Mondovì “Mondofood”, sito in piazza della Repubblica 5.
di Marco Erba*
Avvenire, 25 aprile 2024 “Ho letto gli articoli sul carcere Beccaria con tanto dolore”. Così mi ha scritto Donata Posante, Direttore della Casa Circondariale di Piazza Armerina, nel cuore della Sicilia. Donata è una persona piena di luce, che ho avuto modo di incontrare pochissimi giorni fa, quando, come scrittore, sono stato invitato in quel carcere da una educatrice, che con un gruppo di detenuti aveva letto uno dei miei romanzi. La prima volta che ero stato a Piazza Armerina ci ero andato per visitare la celebre Villa romana del Casale, con i suoi strepitosi mosaici, tra i più belli al mondo. Allora non immaginavo nemmeno lontanamente che sarei tornato lì non per visitare le bellezze della Sicilia, ma per entrare in un luogo dove le persone sono recluse.
di Sofia Coletti
La Nazione, 25 aprile 2024 Lo spettacolo di Vittoria Corallo al carcere di Capanne e al Morlacchi. Coinvolti gli studenti. Riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza. Si gioca in queste parole chiave il senso e il valore più profondo del progetto “Per Aspera ad Astra” promosso da Acri (Associazione nazionale delle fondazioni di origine bancaria), realizzato con il sostegno di Fondazione Perugia e prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria. Il risultato, frutto di un appassionato laboratorio con i detenuti di Capanne, è lo spettacolo “La popola del futuro ama” diretto da Vittoria Corallo, in scena giovedì 9 maggio alle 18 nella Casa Circondariale di Capanne e lunedì 13 maggio alle 19 al Morlacchi.
AFFARI SOCIALI
di Piero Sansonetti
L’Unità, 25 aprile 2024 È fascista la xenofobia, è fascista la moltiplicazione dei reati e delle pene, sono fascisti il 41bis e l’ergastolo: perché ogni volta che vengono compiuti atti fascisti in Italia la stampa, i partiti e gli intellettuali non si alzano in piedi per denunciare? Per me l’antifascismo è il contrario del fascismo. Cioè è lotta contro la xenofobia, il giustizialismo, il securitarismo.
di Pasquale Pugliese*
Il Fatto Quotidiano, 25 aprile 2024 La foto vincitrice del World Press Photo Contest del 2024, scattata nella striscia di Gaza dal fotografo dell’agenzia Reuters Mohammed Salem, mostra una donna palestinese che abbraccia una bambina morta - sua nipote, uccisa insieme alla mamma e alla sorella dai bombardamenti israeliani - avvolta in un sudario. Si tratta di una foto che si inserisce nella storia delle immagini di guerra, sulle quali è necessario farsi ancora le domande fondamentali che si è posta Susan Sontag davanti al dolore degli altri: “Si sarebbe potuto evitare? Abbiamo finora accettato uno stato delle cose che andrebbe invece messo in discussione?
di Paolo Lambruschi
Avvenire, 25 aprile 2024 Precedente pericoloso. Entro tre mesi il governo conservatore britannico di Rishi Sunak inizierà le deportazioni in Ruanda dei richiedenti asilo arrivati illegalmente nel Regno Unito dopo il 2022. I cargo sono pronti a lavorare tutta l’estate per “trasferire” 2.220 persone nel cuore dell’Africa. La notizia, arrivata dopo l’ennesimo naufragio nella Manica sulle coste francesi costata la vita a cinque persone, svela la versione 2024 del famoso piano Ruanda, più volte presentato in Parlamento e bocciato lo scorso novembre dalla Suprema corte per gli sfregi al diritto internazionale. Perché i profughi verranno espulsi nei Grandi Laghi in pratica prima che vengano esaminate le richieste d’asilo. Infatti, avranno solo una settimana di preavviso sulla deportazione e cinque giorni per presentare eventuale ricorso, tempi troppo stretti.
di Umberto De Giovannangeli
L’Unità, 25 aprile 2024 “Difendersi dall’aggressione di Hamas è un dovere. Difendersi dall’esistenza stessa del popolo palestinese è un crimine contro l’umanità. L’assumere criteri avvocateschi e corporativi a protezione acritica da ogni critica è il maggior contributo che gli ebrei possano dare all’antisemitismo”. Intervista a Stefano Levi Della Torre, saggista, critico d’arte, che è tra le figure più autorevoli, sul piano culturale e per il coraggio delle sue posizioni, dell’ebraismo italiano.
DOCUMENTI
Articolo: "Voci di Dentro in piazza per il 25 aprile", di Francesco Lo Piccolo
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