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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 24 aprile 2024
di Ornella Favero*
Ristretti Orizzonti, 24 aprile 2024 Gentile dottor Russo, il ministro della Giustizia il 27 marzo al Question Time alla Camera ha comunicato che è stato istituito un Gruppo di lavoro multidisciplinare per studiare le modalità di attuazione dei colloqui intimi delle persone detenute con la persona convivente non detenuta, che la sentenza 10/2024 della Corte Costituzionale ha reso possibili, anzi necessari. Quando, come Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, l’abbiamo incontrata online il 16 febbraio, abbiamo sostenuto con forza che il primo tema che ci sta a cuore è la tutela degli affetti, che decliniamo in particolare con gli obiettivi della liberalizzazione delle telefonate e della messa a regime dei colloqui intimi, sottolineando l’urgenza di garantire questo diritto e chiedendo di essere chiamati a far parte del Gruppo di lavoro che dovrà occuparsi di questa questione.
di Liliana Milella
La Repubblica, 24 aprile 2024 Acqua gelata dal Guardasigilli sul ddl Giachetti: 60 anziché 45 giorni di sconto di pena se c’è la buona condotta del detenuto. Contro Lega e FdI. A favore Fi. Ma prevale il rinvio per non affondare definitivamente la proposta. Nordio affonda politicamente la “liberazione anticipata speciale”. E cioè la proposta Giachetti, 60 anziché 45 giorni di sconto di pena ogni sei mesi passati in cella. “Può suonare come una resa da parte dello Stato” dice durante un dibattito organizzato da Radio carcere e Radio radicale dal titolo “Senza dignità” che, per un caso, cade proprio dopo lo scandalo degli agenti picchiatori del Beccaria di Milano. In sala c’è il presidente delle Camere penali Francesco Petrelli che dopo un minuto replica “invece i 33 suicidi nei primi mesi di quest’anno come potrebbero essere qualificati?”.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 24 aprile 2024 Il Guardasigilli al convegno “Senza dignità”. “Dobbiamo superare il sistema carcerocentrico e il sovraffollamento, che è fonte di suicidi. Le soluzioni? Non di certo una amnistia, che rappresenta un fallimento dello Stato e verrebbe negativamente compresa dai cittadini. Quello che occorrerà fare è limitare la carcerazione preventiva ed intervenire nei confronti di quelle persone condannate per reati minori e vicine al fine pena e per i tossicodipendenti. Come? Rimodulando e affievolendo la detenzione, facendole ospitare dalle comunità, molte delle quali si sono rese già disponibili”: questo quanto annunciato ieri dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio al convegno “Senza dignità” organizzato all’Università Roma Tre da Radio Radicale e Radio Carcere.
di Simona Musco
Il Dubbio, 24 aprile 2024 Ecco gli emendamenti: i deputati di Conte vogliono riservare i benefici a un’esigua minoranza di reclusi. “Muti” Lega e FdI. Nessun emendamento a firma Fratelli d’Italia e Lega, nonostante i due partiti esprimano i due sottosegretari con delega sulle carceri, Andrea Delmastro e Andrea Ostellari. E solo due richieste di modifica da parte di Forza Italia, a firma Tommaso Calderone e Pietro Pittalis, lievi limature che non cambiano la sostanza. Il ddl sulla liberazione anticipata di Roberto Giachetti e Rita Bernardini è ormai in dirittura d’arrivo. Dopo l’audizione di oggi del Garante nazionale dei detenuti, il provvedimento potrà essere esaminato e licenziato dalla commissione Giustizia di Montecitorio.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 24 aprile 2024 Il ministro della Giustizia annuncia la proposta del Governo: “Scontare parte della carcerazione in comunità già individuate”. “Costruire nuove carceri è difficile”, dice il Guardasigilli in un convegno a Roma Tre. Come intervenire per superare il problema del sovraffollamento delle carceri, che contano ad oggi 13700 detenuti in più della capienza effettiva con un trend di 4400 detenuti in più all’anno? Semplice: facendo scontare la pena nelle comunità, almeno quando si tratta di tossicodipendenti o di detenuti condannati a reati minori o che hanno ancora un piccolo residuo di carcerazione. In sostanza, una sorta di privatizzazione della pena. Anche perché “costruire nuove carceri è difficile”.
di Alessio Scandurra*
L’Unità, 24 aprile 2024 Dalla politica neanche più promesse. Una storia spesso complicata e drammatica, dalla difficile stagione che portò all’indulto del 2006, alla condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo del 2013, alla lunga e tragica parentesi della pandemia, solo per citare alcuni momenti che tutti ricordiamo. Eppure il momento attuale è per molti aspetti senza precedenti. Anzitutto per ragioni oggettive. È ad esempio senza precedenti il numero di suicidi registrato negli ultimi anni, e negli ultimi mesi. Dall’inizio dell’anno, si sono tolte la vita in carcere 32 persone, più di una ogni 4 giorni, e sono morte in carcere per altre cause 44 persone, più di una ogni 3 giorni. Sono numeri enormi, destinati a fare del 2024 un anno senza precedenti nella storia della Repubblica, numeri ovviamente indicativi di un disagio ...
di Domenico Forgione
Il Dubbio, 24 aprile 2024 Novanta morti all’anno. Uno ogni quattro giorni. Una strage di malati che si consuma tra le sbarre delle carceri italiane nel silenzio quasi assoluto. Già fanno fatica a guadagnare qualche titolo di giornale i casi, più eclatanti, dei suicidi: già 32 in questo infausto primo quadrimestre del 2024. Figurarsi lo spazio che possono ricevere i detenuti morti nei penitenziari italiani per “cause naturali”: il conteggio di Ristretti Orizzonti è al momento fermo a quota 44. Uomini e donne senza volto e senza nome, per i quali non è concesso il sentimento dell’umana pietà.
di Grazia Zuffa
Il Manifesto, 24 aprile 2024 Alla fine di gennaio, è uscita la sentenza 10/2024 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato incostituzionali i controlli visivi durante i colloqui in carcere. Prima di affrontare il percorso di applicazione della sentenza, è opportuno approfondire il carattere rivoluzionario generale della sentenza, come volano di cambiamento della cultura del carcere. In primo luogo, come ha scritto Sarah Grieco (Fuoriluogo, 31 gennaio) la pena riacquista il suo giusto posto: è costituzionalmente legittima solo se inflitta “nella misura minima necessaria”. Si svela allora la sofferenza “non necessaria” della mortificazione del corpo sessuato, alla base del dispositivo della sorveglianza a vista continuata. La quale, ben oltre le dichiarate finalità di sicurezza, aveva lo scopo di ribadire la “soggezione” quale corollario della reclusione ...
di Michele Serra
La Repubblica, 24 aprile 2024 Nella brutalità delle vicende del Beccaria si legge un doppio abbandono, quello dei ragazzi detenuti e quello dei loro carcerieri. Lo spiega bene don Gino Rigoldi, che in quel carcere è una presenza abituale. E lamenta gli anni di sgoverno e di trascuratezza. Una galera può essere un buco nero dove ficcare i dannosi e gli inutili; oppure può essere un luogo di soccorso e di rieducazione, o almeno cercare di esserlo: e se si tratta di minori, solo un sadico o un imbecille può avere dubbi tra la prima e la seconda soluzione. L’agente penitenziario è un lavoro duro e importante. Dovrebbe essere supportato da cultura specifica, corsi di aggiornamento, dignità salariale, rispetto sociale.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 24 aprile 2024 Il sovraffollamento è arrivato anche negli istituti minorili, e il decreto Caivano ha complicato le cose. La presa in carico dei ragazzi è sempre più disciplinare, con un utilizzo smodato di psicofarmaci. È la prima volta che emergono casi di abusi e torture in un carcere minorile. Mentre siamo abituati, ed è terribile, che violenze da parte di taluni agenti penitenziari avvengano nei penitenziari per adulti, sconvolge che le vittime questa volta siano dei minorenni. In realtà i fatti avvenuti al Beccaria rappresentano lo sfacelo di ciò che per trent’anni è stato un fiore all’occhiello. Un decadimento che mette in crisi ciò che era considerato un modello educativo e socializzante all’avanguardia. Come ha denunciato Antigone, il colpo finale è stato messo in atto dagli ultimi provvedimenti governativi come il decreto Caivano.
di Elena Cimmino*
Il Dubbio, 24 aprile 2024 Al Beccaria i detenuti sono poco più che ragazzini a cui lo Stato deve garantire percorsi di risocializzazione e reinserimento ancor più efficaci. Periodicamente la cronaca riporta l’esistenza di indagini o l’esecuzione di arresti nei confronti di appartenenti alla polizia penitenziaria accusati di maltrattamenti, lesioni e finanche torture nei confronti dei detenuti. Anche ieri ci siamo svegliati con questa notizia che non desta più neanche tanto stupore, è diventato il segreto di Pulcinella che nelle carceri italiane la situazione è diventata insostenibile. La notizia di ieri però riguarda un istituto minorile, il Beccaria di Milano, e indubbiamente desta maggior allarme ...
di Fulvio Fulvi
Avvenire, 24 aprile 2024 La Garante Garlatti: “Purtroppo i ragazzi vengono indicati spesso come violenti e rissosi e questo favorisce le tensioni nelle strutture detentive, ma non sono dei mostri” Mancano educatori e personale di sorveglianza, non si applicano, come necessario, le misure alternative alla detenzione e scarseggiano i progetti di formazione e reinserimento nella società. Così si brucia la vita dei ragazzi che sono finiti “dentro” perché hanno sbagliato. E rischiano di essere perduti per sempre. Ora, dopo l’arresto dei 13 agenti accusati di torture, abusi e violenze nei confronti di giovanissimi detenuti del “Cesare Beccaria”, è allarme anche negli istituti penali minorili, che sembrano afflitti dagli stessi mali delle carceri dove sono rinchiusi gli adulti ...
di Susanna Marietti
Il Fatto Quotidiano, 24 aprile 2024 I racconti che si leggono nell’ordinanza che ha disposto 13 custodie cautelari in carcere e 8 sospensioni dall’esercizio del pubblico ufficio per presunti abusi e violenze nel carcere minorile Beccaria di Milano sono agghiaccianti, ancor più se si pensa che si riferiscono a ragazzini adolescenti o poco più. Il procedimento penale riguarda ben 25 agenti di polizia penitenziaria, più o meno la metà di quelli presenti nell’istituto. Non un episodio isolato. L’atto parla infatti di un “sistema” Beccaria che andava avanti da anni.
di Alessia Candito
La Repubblica, 24 aprile 2024 Il rapper, che con i suoi laboratori musicali dà ai giovani strumenti e occasioni di esplorare altre strade, lancia l’allarme: “Nell’ultimo anno la situazione è peggiorata. Lavoro da quindici anni nei minorili, adesso i ragazzi hanno paura, rabbia come mai prima d’ora”. Rapper noto, scrittore, “Kento”, al secolo Francesco Carlo, ormai da tempo usa il rap per parlare con i ragazzi degli Istituti penali minorili di tutta Italia. Originario di Reggio Calabria, ne ha visti tanti di amici e conoscenti inciampare, deragliare, perdersi, ma anche trovare la via per ricostruire la propria vita. “Basta un foglio di carta e una penna bic per far parlare questi ragazzi che spesso non hanno alcun tipo di interlocutore”.
di Maria Carla Sicilia
Il Foglio, 24 aprile 2024 La premier twitta la sua solidarietà agli agenti coinvolti negli scontri di Torino e non dice una parola sui detenuti del carcere minorile di Milano, Nordio conferma che il governo non ha parlato dei fatti su cui indaga la procura. Il deputato di Italia Viva: “Il ministro riferisca in Parlamento”. Abusi sessuali, torture, violenze fisiche e psicologiche ai danni di minori. Le testimonianze e i video che la procura di Milano sta analizzando per capire cos’è successo negli ultimi anni nel carcere minorile Cesare Beccaria restituiscono un’immagine degradante di un istituto dello stato. Nonostante questo, a due giorni dall’arresto di 13 agenti della polizia penitenziaria e dalla sospensione dal servizio di altri otto, Giorgia Meloni e i suoi ministri non hanno speso una sola parola per esprimere attenzione nei confronti della vicenda.
di Michele Brambilla
huffingtonpost.it, 24 aprile 2024 Le torture ai ragazzi del carcere minorile non sono un’eccezione: sono lo sbocco di un sistema sbagliato che è più comodo non guardare, per non vedere anzitutto sé stessi. I “casi isolati”? Sono quelli di chi aiuta i detenuti. Sarebbe un grave errore liquidare come un caso di mele marce quello che è successo al Beccaria di Milano, dove tredici agenti della Polizia penitenziaria sono stati arrestati per violenze e torture ai danni dei minorenni detenuti, mentre altri otto sono stati sospesi. Partiamo proprio da questi ultimi otto. Sospesi e non arrestati. Perché? Sono accusati “solo” di aver coperto le violenze con relazioni false. Ma è proprio questo il centro della questione. L’omertà. O, peggio ancora, l’adeguamento al sistema.
di Fabrizio Capecelatro
fanpage.it, 24 aprile 2024 Un ragazzo che, sbagliando, decide di prendere con la forza quelle possibilità che il mondo gli mostra ma che non gli concede, una volta finito in carcere, come pensate che ne uscirà se all’interno viene umiliato da chi ha una posizione privilegiata rispetto alla sua? Il 25 dicembre del 2022 sette minori detenuti nel carcere di Beccaria sono evasi. Era chiaro a tutti, a loro per primi, che non fosse un’evasione destinata a durare nel tempo. Quasi tutti loro, infatti, erano tornati a casa, probabilmente per trascorrere il Natale in un contesto più confortevole rispetto a quello di un carcere, seppur minorile. Già questo avrebbe dovuto (ma, ovviamente non l’ha fatto) aprire una riflessione sull’opportunità di recupero che lo Stato offre ai minori colpevoli di un qualche reato ...
di Gigliola Alfaro
difesapopolo.it, 24 aprile 2024 L’iniziativa, promossa dall’Ispettorato generale dei cappellani, si terrà dal 24 al 27 aprile e vedrà coinvolti cappellani, diaconi, consacrate, volontari e operatori tutti nel mondo carcerario. Interverranno, tra gli altri, il card. Zuppi, don Pagniello, il procuratore Cantone. È tutto pronto per il quinto convegno nazionale dei cappellani e degli operatori della pastorale penitenziaria che si svolgerà ad Assisi dal 24 al 27 aprile. Il tema prescelto per l’evento promosso dall’Ispettorato generale dei cappellani nelle carceri italiane, che ha una cadenza biennale, è “‘Lo vide e ne ebbe compassione. (Lc 10,33). Dall’indifferenza alla cura” e vedrà coinvolti cappellani, diaconi, consacrate, volontari e operatori tutti nel mondo carcerario. Don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani nelle carceri italiane ...
vita.it, 24 aprile 2024 Il bando promosso dall’impresa sociale “Con i Bambini” ha l’obiettivo di contrastare i fattori di marginalità sociale che derivano dalla reclusione di uno o entrambi i genitori. Sono 18 i progetti selezionati con il bando “Liberi di crescere”, promosso dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile con un contributo complessivo di dieci milioni di euro, volti a sostenere l’integrazione sociale di bambini e ragazzi figli di persone detenute, favorendone la continuità affettiva nei confronti del genitore ristretto.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 24 aprile 2024 I disegni di legge sulla separazione delle carriere dei magistrati e sulla riforma del Csm sono ancora in fase di elaborazione. Ma Meloni vuole dare un segnale di svolta sulla giustizia prima delle elezioni. C’è da aspettare ancora alcuni giorni per la messa a punto da parte del ministero della Giustizia dei disegni di legge sulla separazione delle carriere dei magistrati e sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura (oppure dei Consigli superiori, visto che la separazione delle carriere potrebbe portare alla creazione di due Csm separati). Il pacchetto di riforme non è stato inserito all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di ieri, in quanto i provvedimenti sono ancora in fase di elaborazione.
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 24 aprile 2024 I nuovi strumenti verranno usati anche nei Tribunali, ma mai per prendere decisioni. Il governo italiano è stato il primo esecutivo europeo a legiferare in materia di Intelligenza artificiale, dopo l’approvazione da parte del Parlamento europeo dell’AI Act. L’apprendimento profondo e l’elaborazione del linguaggio naturale da parte del computer sono destinati nel giro di poco tempo ad entrare anche nel lavoro dei professionisti. Questo tema è stato affrontato dal Consiglio nazionale forense nel corso del G7 delle avvocature, svoltosi una settimana fa.
di Giampaolo Chavan
Corriere del Veneto, 24 aprile 2024 La Corte Costituzionale riconosce a un migrante il diritto a restare in Italia: lavora, ha famiglia e nessun altro guaio con la legge. Si può ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro anche se si è stati condannati per spaccio, ma solo nella forma della più lieve entità. Sta tutto in questo principio il lieto fine della storia di un magrebino di 37 anni, ora regolare in Italia. I giudici amministrativi di secondo grado hanno ordinato alla questura di Padova di rilasciare il lasciapassare dopo averglielo negato nel 2020 in quanto il migrante era stato condannato ad un anno di carcere con pena sospesa due anni prima.
TERRITORIO
di Alessia Candito
La Repubblica, 24 aprile 2024 La Conferenza nazionale dei Garanti sottolinea il fabbisogno di psicologi, psichiatri e pedagogisti. L’ispezione al Malaspina del senatore dem Nicita: “Assistenti sociali disponibili solo tre ore al giorno”. Tre morti da gennaio a oggi. Otto in tutto il 2023, fra cui due persone che si sono uccise digiunando per mesi senza che nessuno intervenisse, più tre che da malate si sono spente in cella. La Sicilia non sfugge all’ecatombe registrata dall’associazione Antigone nelle carceri italiane. “Se questo trend dovesse proseguire - lancia l’allarme il Garante cittadino per le persone private della libertà personale, Pino Apprendi - c’è il rischio non solo che si raggiungano i numeri dell’anno scorso, ma che si superino anche quelli del 2022”.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 24 aprile 2024 Interrogati sei agenti, gli altri saranno ascoltati nel weekend. L’inchiesta dei pm di Milano continua. Torturavano i detenuti perché si sentivano “abbandonati a loro stessi”, “senza controlli gerarchici, senza aiuto da parte della struttura, incapaci di gestire le situazioni”. Questa è la spiegazione che hanno dato cinque dei sei agenti (uno si è avvalso della facoltà di non rispondere) interrogati ieri dal gip di Milano Stefania Donadeo, dopo l’operazione che ha portato alla scoperta del “sistema Beccaria”, un grande insieme di violenze e vessazioni portate avanti per molto tempo dai poliziotti penitenziari ai danni dei reclusi del carcere minorile milanese.
di Monica Serra
La Stampa, 24 aprile 2024 “Oggi tutti i colleghi hanno mandato malattia nel pomeriggio, vogliono mandarla a oltranza. È una protesta verso il comandante nuovo e il direttore”. Una protesta a suon di certificati medici che, da quel che emerge, non era stata concordata col sindacato. A raccontarlo al segretario nazionale del Sappe Francesco Pennisi (non indagato) al telefono è uno degli agenti della Penitenziaria. Intercettato, gli spiega che “in passato quando accadevano episodi “spiacevoli” col comandante Ferone si lavorava bene”, “lui giustamente ci salvava” mentre “la nuova comandante non guarda in faccia nessuno”. È Pennisi a rispondere: “Ma questa è assegnata provvisoriamente? Adesso chiamo, faccio chiamare, gli dico di cacciarla via subito perché se no qua succede l’inferno”.
di Rosario Di Raimondo
La Repubblica, 24 aprile 2024 Un anno fa ha dato avvio con la sua denuncia all’inchiesta della procura che ha portato all’arresto di 13 agenti e alla sospensione di altri 8: “Provo dolore per quanto accaduto”. “Un’isola di illegalità”, all’interno della quale si respirava “un clima di terrore”, mentre alcuni agenti pensavano di essere “padroni del carcere”. Francesco Maisto, 78 anni, garante dei detenuti del Comune di Milano, con la sua segnalazione di un anno fa è stato determinante nel far scattare l’inchiesta sul Beccaria.
di Federica Venni
La Repubblica, 24 aprile 2024 La denuncia di una madre sui pestaggi in carcere al Beccaria: “Mio figlio ha preso “solo” qualche schiaffo e qualche pugno, ma non è mai stato preso davvero di mira come invece accadeva agli stranieri”. Elisabetta (il nome è di fantasia), 42 anni, è la mamma di un ragazzo che dal 2021 entra ed esce dal Beccaria per rapina. Da lei è partita una delle segnalazioni che ha poi fatto scattare l’inchiesta della procura. “Lui ancora è fortunato, perché ha una famiglia con cui parlare”.
di Marianna Vazzana
Il Giorno, 24 aprile 2024 Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale per i minorenni: aggiornarsi è fondamentale. “Dietro le sbarre ci son o adolescenti difficili, non tutti sono idonei a gestirli”. “Questi fatti di una gravità inimmaginabile dovrebbero anche indurci a riflettere: chi lavora a contatto con i minori dovrebbe avere una formazione specialistica, che per quanto riguarda gli agenti di polizia penitenziaria nel carcere minorile è venuta meno dal 2018”.
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 24 aprile 2024 La giornalista lo scorso gennaio andò a fare visita all’Istituto penale per minorenni di Milano, oggi al centro di un’inchiesta per per maltrattamenti e violenze con 13 agenti della Polizia penitenziaria e altri otto sospesi. “Non ci fecero vedere i ragazzi, uscii con una poco piacevole sensazione. È un episodio senza precedenti, nei numeri, in un carcere minorile”. Gaia Tortora, giornalista e vice direttrice del Tg La7, ha scritto un tweet con una foto che la ritrae insieme ad Irene Testa, garante dei detenuti per la Sardegna, che risale allo scorso gennaio. Erano appena state a visitare l’Istituto penale per minorenni “Cesare Beccaria” di Milano, ma non fecero vedere loro i ragazzi.
di Irene Carmina
La Repubblica, 24 aprile 2024 L’accusa del Garante dei detenuti, Pino Apprendi. Mancano oncologi e diabetologi: “Anche un mal di pancia diventa un problema”. Da mesi nel carcere Ucciardone di Palermo non vengono effettuate le visite specialistiche ai detenuti ammalati. Almeno, non tutte. Ci sono un radiologo, un dentista, un infettivologo, un cardiologo, un ortopedico, un otorino, un oculista e un fisiatra. Neanche l’ombra, invece, di diabetologi, pneumologi, oncologi, dermatologi, gastroenterologi, per dirne alcuni. In questi casi, per curarsi, i detenuti devono uscire dal carcere e andare in ospedale, con tutte le complicazioni che ne derivano.
parmatoday.it, 24 aprile 2024 Un protocollo d’intesa per la promozione del reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute, ex detenute e persone in esecuzione penale esterna: è quello che viene presentato e firmato oggi, nella casa circondariale di Parma, tra Comune di Parma, Istituti Penitenziari di Parma, l’Ufficio Distrettuale Esecuzione Penale Esterna Reggio Emilia Parma Piacenza Ministero della Giustizia (Udepe) e l’Unione Parmense degli Industriali. A firmare il Protocollo questa mattina negli Istituti Penitenziari di via Burla, a simboleggiare l’incontro tra cittadinanza attiva, mondo produttivo, istituzioni e persone in esecuzione penale in uno spazio che non deve essere solo di reclusione, ma di ripartenza e rieducazione ...
di Marina Verdenelli
Il Resto del Carlino, 24 aprile 2024 L’idea del procuratore generale Roberto Rossi per due classi di una scuola “Devono capire che se si commettono dei reati non si rimane impuniti”. Il carcere apre le porte agli studenti per toccare con mano cosa sia la privazione della libertà se si commettono reati e per vedere come i detenuti possono essere avviati in percorsi di recupero in grado di dare loro un’altra chance nella vita. Due classi dell’istituto tecnico Enrico Mattei di Urbino andranno a visitare il carcere di massima sicurezza di Fossombrone, quello dove sono reclusi detenuti con pene alte da scontare, anche fino all’ergastolo, e per reati molto gravi che vanno dagli omicidi alle rapine fino alle associazioni a delinquere.
di Gabriella Cantafio
iodonna.it, 24 aprile 2024 Il progetto di arte relazionale, ideato dall’artista Laura Mega e realizzato all’interno della sezione di Alta Sicurezza della casa circondariale femminile di Rebibbia, in collaborazione con l’associazione Seconda Chance, tra emozioni appuntate e motti ricamati. Favorire l’emancipazione delle donne detenute attraverso il potere della scrittura catartica: è questo l’obiettivo de “La parola libera”, un progetto di arte relazionale, ideato dall’artista Laura Mega e realizzato all’interno della casa circondariale femminile di Rebibbia, a Roma, in collaborazione con l’associazione Seconda Chance.
di Paolo Mastrolilli
La Repubblica, 24 aprile 2024 Il Country Reports on Human Rights Practices relativo al 2023 denuncia le violenze contro i giornalisti cosi come gli abusi contro le minoranze. “Tra le questioni significative relative ai diritti umani figurano segnalazioni credibili di: gravi restrizioni alla libertà di espressione, comprese leggi penali sulla diffamazione, e violenza o minacce di violenza contro i giornalisti”. Comincia così il capitolo dedicato all’Italia del 2023 Country Reports on Human Rights Practices, il rapporto annuale del dipartimento di Stato sulle violazioni dei diritti umani nel mondo. Il nostro Paese non è considerato una pecora nera, ma Washington su questo tema non fa sconti a nessuno e se individua problemi li denuncia.
di Vitalba Azzollini*
Il Domani, 24 aprile 2024 Il ministro dell’Interno accumula una sconfitta dietro l’altra. È stata confermata la sospensione del fermo amministrativo di due navi ong, accusate di aver violato il suo decreto sull’immigrazione. La Libia non è un porto sicuro e quelle della guardia costiera libica non possono essere considerate operazioni di salvataggio, affermano i giudici. Eppure, l’Italia continua a rinnovare il memorandum e a fornire motovedette a chi non rispetta le convenzioni internazionali. Le pronunce dei tribunali continuano a confermare le forzature dell’autorità nell’applicazione del decreto Piantedosi, o decreto ong (dln 1/2023). Nel giro di 24 ore, due giudici, a Crotone e a Brindisi, hanno confermato la sospensione del provvedimento di fermo amministrativo per le navi Humanity 1 e Ocean Viking, disposta qualche settimana fa.
di Roberta De Monticelli
Il Manifesto, 24 aprile 2024 L’Ue va alla guerra con gli Eurobond, finanzia con i fondi del Pnrr l’industria bellica, e lascia che ogni Stato si armi quanto gli pare. Il contrario di quanto auspicava Altiero Spinelli. “Non è realpolitik, è follia. C’è nelle teste un divorzio dalla realtà che ha il carattere di una psicosi”. Lo afferma Dominique Eddé, scrittrice franco-libanese, già autrice di un’accorata lettera a Macron da “un luogo di macerie, un luogo abusato e manipolato da ogni parte. Anche questa volta, nell’intervista concessa a Mediapart il 13 aprile, si riferisce a un Medio Oriente che è metafora del mondo, perché con identiche parole potrebbe stigmatizzare il linguaggio impazzito dei responsabili del destino di tutti, e la compiaciuta impassibilità con cui viene riverberato dalla stragrande maggioranza dei media ...
di Federico Zuolo
Il Domani, 24 aprile 2024 Il dibattito sulle due guerre più vicine a noi si è ormai polarizzato per ragioni strategiche e indicibili. Ma è difficile discuterne anche con chi usa argomenti morali perché assolutizza un valore senza riconoscere gli altri. Perché è così difficile parlare di guerra? Perché ormai ci si polarizza a prescindere. Perché, pur essendo una questione così seria, le guerre vengono strumentalizzate per i soliti conflitti politici e culturali. Ma è quasi impossibile anche discuterne tra persone in buona fede. Al di là della miseria di chi usa la guerra per affermarsi nel chiacchiericcio politico quotidiano, è diventato impossibile discuterne perché molti di coloro che lo fanno da una posizione valoriale non sanno misurare i valori di fronte alla tragicità della guerra.
di Leonardo Clausi
Il Manifesto, 24 aprile 2024 Naufragio durante la traversata verso il Regno Unito, annegano in cinque poco dopo il voto finale sul contestato “bill” salva-Sunak. Londra ignora tutti i rilievi sul fronte dei diritti umani e tira dritto. Appalto neo-coloniale. A una manciata di ore dal compimento dell’iter, sofferto e insoffribile, del disegno di legge sulla deportazione dei migranti “clandestini” in Ruanda da parte della Camera dei Comuni di lunedì, cinque di loro, tre uomini una donna e una bimba di sette anni, annegavano all’alba di ieri nella Manica dopo aver tentato la traversata all’altezza di Wimereux, a sud di Calais. La scena avveniva pressoché in diretta grazie allo sciacallaggio mediatico degli obbiettivi della Bbc, schierati sul bagnasciuga.
di Michele Giorgio
Il Manifesto, 24 aprile 2024 “Hanno portato qui centinaia di prigionieri, di abitanti di Gaza, uomini e donne, spesso con ferite gravi, anziani ammalati, persone con patologie oncologiche, tenendoli ammanettati e bendati per ore, per giorni”. Irit legge la denuncia a voce alta, a poche decine di metri dall’ingresso della base militare di Sde Teiman, adiacente alla pista di decollo del minuscolo aeroporto di Beersheva. Di fronte a lei una cinquantina di attivisti con cartelli eloquenti: “Almeno 40 detenuti sono stati torturati”, “Sde Teiman è un campo di tortura”, “Cosa accade a Sde Teiman?” e altri ancora. Dietro le recinzioni, i capannoni dove - spiegano gli attivisti - sono tenuti i prigionieri palestinesi.
di Vittorio Da Rold
Il Domani, 24 aprile 2024 Rinvenuti cadaveri denudati e con le mani legate dietro la schiena. Dopo il ritrovamento di centinaia di cadaveri a Khan Younis le Nazioni Unite vogliono un’inchiesta. Biden chiede ancora una volta a Netanyahu di non entrare con i carri armati nel sud della Striscia. Dopo sette mesi di guerra nella Striscia di Gaza, gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso, lo scambio di bombardamenti con Hezbollah nel Libano, i missili sul consolato iraniano di Damasco che hanno eliminato l’intera dirigenza dei pasdaran in Siria e lo scambio senza precedenti di raid missilistici sul rispettivo territorio tra Iran e Israele, l’attenzione degli osservatori mediorientali torna su Gaza e sulla mancanza di una credibile exit strategy di Tel Aviv.
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