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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di sabato 20 aprile 2024
CARCERI
di Silvia Fabbri
consumatori.coop.it, 20 aprile 2024 C’è speranza oltre le sbarre? Sì, deve esserci, o almeno dovrebbe. Lo dice la Costituzione. Eppure sono in molti a credere che negando questa speranza, rendendo più dura e lunga la detenzione, il nostro Paese diventi più sicuro. Solo nel corso del 2023 sono state introdotte 15 nuove fattispecie di reati o per molti di quelli già esistenti sono state accresciute le pene. Una vera e propria frenesia punitiva e disciplinare, dice Antigone, associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale. Un populismo che chiede di chiudere le celle e buttare la chiave.
di Emilio Albertario
Libero, 20 aprile 2024 Diecimila detenuti in più rispetto alla capienza nei 189 penitenziari di tutta Italia; altri 120mila che scontano la pena all’esterno e 90mila almeno che stanno per andare dietro le sbarre. All’amministrazione dello Stato costano più di tre miliardi di euro l’anno. Numeri allarmanti che descrivono una situazione sempre più in difficoltà nel rispondere al dettato dell’articolo 27 della Costituzione, secondo il quale “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Tutto bello e auspicabile se il tasso di criminalità nel nostro Paese non rimanesse ancora alto, tra reati commessi da italiani e stranieri, ma soprattutto segnato da un forte tasso di recidiva.
di Manuela Perrone
Il Sole 24 Ore, 20 aprile 2024 In carcere lavora un detenuto su tre. La stragrande maggioranza è alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria, soltanto una minima parte ha un datore di lavoro esterno. Di “margini di miglioramento” parla esplicitamente la prima delle due relazioni al Parlamento appena presentate dal Dap del ministero della Giustizia, che fotografano lo stato di attuazione delle norme che promuovono il lavoro nelle carceri (l’articolo 20 della legge 354/1975 e la legge Smuraglia 193/2000).
di Rosalba Reggio
Il Sole 24 Ore, 20 aprile 2024 Non una bella storia di lavoro e riscatto, ma un sistema organizzato di creazione del valore che dal carcere di Bollate dà vita alla più grande realtà italiana di riabilitazione dei detenuti. I numeri lo confermano: più di ottocento lavoratori, di cui 350 al servizio dell’amministrazione penitenziaria e circa 500 impiegati direttamente o attraverso cooperative in imprese private. Una vera e propria comunità che rappresenta una forza lavoro di qualità all’interno e all’esterno del carcere.
di Giorgio Marchetti*
L’Unità, 20 aprile 2024 Una storica sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma. Nel carcere di Ancona-Montacuto a un detenuto disabile al 100% era stato assegnato un altro detenuto quale assistente alla persona per coricarsi e alzarsi dal letto, lavarsi, cucinare e consumare i pasti e, più in generale, per fornirgli aiuto fisico, attività svolta per 16 mesi tra il 2021 e il 2022 e retribuita pari mediamente a 3 ore di lavoro al giorno ancorché il servizio si protraesse oltre tale orario, sovente anche la notte. Nonostante le rimostranze per l’ingiusto trattamento retributivo, l’Amministrazione penitenziaria faceva orecchie da mercante. Spazientito, il detenuto-lavoratore in prossimità del fine pena si era rivolto al proprio legale, chi vi scrive, al fine di agire giudizialmente per ottenere la giusta retribuzione per le ore effettivamente lavorate.
di Maria Brucale*
Il Domani, 20 aprile 2024 Il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo, audito alla Camera dei deputati sulla proposta di legge sulla liberazione anticipata speciale tesa ad alleggerire la insopportabile situazione delle nostre carceri, nata con la collaborazione di Nessuno Tocchi Caino e depositata dall’esponente di Italia Viva Roberto Giachetti, dice: al 41 bis non fanno trattamento penitenziario per cui che senso ha concedere loro la liberazione anticipata? Grazie, dottor Melillo. Da molti anni ormai noi difensori di persone ristrette in quel regime privativo ne affermiamo con forza la assoluta e urlata incostituzionalità e la vistosa incoerenza con la convenzione Edu proprio perché si sottrae all’ imperativo costituzionale e convenzionale di ogni pena, quello di tendere alla riabilitazione della persona condannata.
di Davide Varì
Il Dubbio, 20 aprile 2024 Nelle motivazioni si legge che il processo di revisione “non ha condotto alla dimostrazione della certa ed indiscutibile estraneità”, ma “ha semplicemente fatto emergere un ragionevole dubbio sulla sua colpevolezza”. E intanto il suo accusatore è indagato per calunnia. Faranno sicuramente discutere le motivazioni della sentenza di assoluzione del processo di revisione a Beniamino Zuncheddu, accusato e condannato strage di Sinnai (Cagliari) dell’8 gennaio del 1991 in cui furono uccisi tre pastori. Zuncheddu, proclamatosi sempre innocente, è tornato in libertà dopo 33 anni di carcere dopo la decisione dello scorso 26 gennaio.
di Claudio Cerasa
Il Foglio, 20 aprile 2024 La giustizia entra nella campagna per le europee. La premier chiede a Nordio di portare in Consiglio dei ministri martedì prossimo le due “riforme radicali”. È tempo di superare lo status quo? Certo che sì. La questione in fondo è sempre la stessa: sulla giustizia, il governo avrà o no il coraggio di passare finalmente dalla stagione delle chiacchiere a quella delle riforme? E sulla giustizia, Giorgia Meloni avrà il coraggio o no di sfidare il fronte unico della conservazione, che da mesi le suggerisce di non esagerare per non turbare lo status quo giudiziario? La giustizia, improvvisamente, lo avete visto, è diventata un elemento interessante della campagna elettorale per le europee.
di Alessandro Parrotta*
Il Dubbio, 20 aprile 2024 Anche se la black-list della Commissione Antimafia non implica una decadenza ex officio del candidato, la scelta compromette in modo diretto ed irreparabile l’immagine dell’attenzionato e a lede la presunzione di non colpevolezza- Nel settembre 2014, la Commissione Parlamentare Antimafia ha approvato una relazione (cd. codice) in materia di formazione delle liste delle candidature per le elezioni europee, politiche, regionali, comunali e circoscrizionali, proponendo alle forze parlamentari l’adozione di un’autoregolamentazione sulla valutazione dei candidati politici. Nell’alveo delle sue funzioni, la Commissione assolve compiti legislativamente indicati nell’art. 1 della L. 87/2013, con la quale la stessa venne istituita.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 20 aprile 2024 Il caso Basilicata non è nuovo. Nel 2015 il presidente della Campania fu estromesso a due giorni dalle elezioni. E c’è anche chi ha querelato la Commissione Antimafia. Una settimana fa la Commissione bicamerale antimafia, presieduta da Chiara Colosimo, dopo i setti candidati alle Regionali sarde del febbraio scorso dichiarati “impresentabili” nonostante nessuno di loro fosse stato condannato in via definitiva, ha reso pubblica la lista dei cinque “impresentabili” candidati aspiranti consiglieri regionali della Basilicata che va alle urne questo fine settimana. Nessuno di loro vanta una condanna.
di Federica Pacella
Il Giorno, 20 aprile 2024 Invisibili tra gli invisibili, ma con esigenze specifiche che rischiano di essere soffocate nelle criticità degli istituti penitenziari. Sono le 441 detenute degli istituti penitenziari lombardi (dato del Ministero della Giustizia, aggiornato al 31 marzo), una minoranza rispetto ai 6.714 detenuti totali, che eccedono ampiamente i 5.414 posti della capienza regolamentare. Secondo l’analisi dedicata alle detenute dall’associazione Antigone, proprio i numeri sono una specificità delle donne in carcere. “Le donne in carcere sono percentualmente poche e ciò ha delle oggettive conseguenze sulle condizioni materiali di detenzione - spiega nell’editoriale Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone e dell’Osservatorio sulle carceri minorili - che sono state evidenziate più e più volte da chiunque si sia occupato del tema”.
di Luca Goffi
Corriere della Sera, 20 aprile 2024 Oltre l’emergenza. Il sovraffollamento carcerario è una costante del sistema detentivo italiano ed è uno dei fattori che incide sull’alto tasso di suicidio in prigione. Nel 2024 a livello nazionale i detenuti che si sono tolti la vita sono 32, questa la denuncia della garante delle persone private della libertà di Brescia, Luisa Ravagnani, e dell’Unione delle Camere Penali Italiane. Il trend in netta crescita è allarmante perché “la media di 4 suicidi a settimana è cresciuta a causa di un pericolosissimo effetto emulativo” dichiara Andrea Cavaliere di UCPI. Stando allo studio dell’associazione Antigone, il carcere Nerio Fischione di Brescia è la maglia nera italiana per il sovraffollamento con il 209,3% rispetto alla capienza consentita.
di Federica Pacella
Il Giorno, 20 aprile 2024 Chi conosce il carcere da tempo, come Emanuele Masetti Zannini, vicepresidente di Associazione Carcere e Territorio di Brescia, non ha dubbi: “Il tempo è finito, bisogna sensibilizzare chi può decidere”. Per chi il carcere lo conosce da poco tempo come Fabio Patucelli, referente marketing e comunicazione di Fraternità Sistemi che si occupa di tenere dei corsi di word ed excel per i detenuti nell’ambito del progetto ‘Oltre la pena’, la percezione è esattamente quella che poi si ritrova nelle tristi statistiche di questi giorni, relative ai suicidi.
di Marco Benvenuti
La Stampa, 20 aprile 2024 A Palazzo di giustizia letto l’elenco dei 54 nomi di detenuti e agenti penitenziari morti da inizio anno. Morti in carcere o di carcere. Un elenco lungo quello che ieri, nei corridoi del tribunale dove un mese fa è stato posizionato un totem “conta suicidi”, viene letto dal garante cittadino dei detenuti, Nathalie Pisano, da quello regionale Bruno Mellano, dal magistrato di Sorveglianza Marta Criscuolo, dal presidente della Camera penale Alessandro Brustia e da don Dino Campiotti, primo storico garante novarese: 54 nomi di detenuti morti da inizio anno, da Patrick, 20 anni, a Teramo, all’anonimo di 77 a Rebibbia. Di questi 31 sono suicidi: 32 da ieri pomeriggio. A cui si aggiungono 4 suicidi di agenti della polizia penitenziaria.
di Sandro Mortari
Gazzetta di Mantova, 20 aprile 2024 Al sit-in molte associazioni di volontariato: letti i nomi delle persone decedute tra le sbarre negli ultimi anni- Troppi morti nelle carceri. Tra malattie, suicidi, omicidi e overdose si calcola che in 32 anni siano decedute 4.686 persone tra le sbarre. E non solo detenuti ma anche agenti di polizia penitenziaria. “Bisogna dire basta” è stato l’appello del capo dello Stato Mattarella un mese fa, subito rilanciato dalla conferenza nazionale dei garanti dei detenuti che ha mobilitato le sue articolazioni sui vari territori.
ansa.it, 20 aprile 2024 Presentato nuovo progetto pilota voluto dall’Onu. Nuovi percorsi di sviluppo sociale e sostenibile per la legalità nell’area industriale della provincia di Caserta, che coinvolgano attraverso progetti di formazione e inclusione lavorativa soprattutto i detenuti con l’obiettivo di porre un argine al fenomeno criminale riducendo la recidiva, in cui spesso, per mancanza di opportunità e alternative, ricade chi delinque.
focusicilia.it, 20 aprile 2024 Il progetto “Fuori le Mura” promuove il primo inserimento o il reinserimento lavorativo e sociale delle persone sottoposte a misure e sanzioni di comunità, o in regime di detenzione in carcere e finanziato da Fondazione con il Sud. I risultati sono stati presentati giorno 15 aprile a Gela. Presentate le due “Opere di Riparazione” realizzate dai detenuti della Casa circondariale di Gela. Oltre 200 partecipanti, 52 destinatari di tirocini, 20 avviamenti al lavoro. Ma anche due laboratori di arte terapia e due opere realizzate con materiale di scarto che oggi abbelliscono una parte importante della città di Gela.
di Laura Tedesco
Corriere del Veneto, 20 aprile 2024 Il Riesame restituisce la divisa a un indagato: “Inattendibile il tunisino”. Un colpo all’inchiesta. Il tribunale del Riesame ha restituito la divisa e annullato la sospensione del servizio a un poliziotto del gruppo finito sotto accusa per maltrattamenti e umiliazioni agli arrestati. La motivazione del giudice mina anche le basi dell’inchiesta stessa. “Le percosse e l’urina per svegliare un nordafricano fermato” nel tunnel della questura? “Gli elementi raccolti nel corso dell’indagine e in particolare gli approfondimenti investigativi disposti dalla Procura non consentono, allo stato, di ritenere superata la soglia di gravità indiziaria richiesta per l’applicazione di misure cautelari”. È la conclusione tratta dal Tribunale del Riesame di Venezia nelle 9 pagine di ordinanza con cui ha ridato la divisa all’agente Andrea Provolo.
genovatoday.it, 20 aprile 2024 Per la prima volta la “Biblioteca vivente” è arrivata nel carcere di Marassi: a diventare “libri umani” 12 detenuti che hanno raccontato le loro storie: “In carcere impari a fare i conti con te stesso e capisci che l’unica cosa veramente importante sono i propri cari”. Il libro di Franco (nome di fantasia) si chiama “La frenata”, come quella brusca che gli ha imposto il carcere costringendolo a fermarsi, trovando davanti a sé lunghe giornate per pensare e ripensare alla sua vita. Ma non è un libro che si sfoglia: la trama la racconta vis à vis direttamente lui, ex consulente finanziario di 60 anni che non vedeva estranei - a parte gli altri detenuti e la polizia - da quando nel 2019 è stato arrestato.
di Michela Nicolussi Moro
Corriere del Veneto, 20 aprile 2024 Inaugurato ieri il padiglione della Santa Sede “Con i miei occhi”, allestito nelle carceri della Giudecca in occasione della Biennale. C’erano due ministri. Ha ribadito l’importanza della finalità rieducativa della pena il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, all’inaugurazione del Padiglione della Santa Sede “Con i miei occhi”, allestito nel carcere femminile di Venezia Giudecca in occasione della Biennale.
AFFARI SOCIALI
di Giovanni D’Alessandro
Il Riformista, 20 aprile 2024 Nel gergo dei giuristi e, più ampiamente, degli studiosi delle istituzioni pubbliche la terzietà si colloca all’interno di un nucleo di concetti collegati da numerose somiglianze di famiglia - si direbbe à la Wittgenstein, rifuggendo ogni sorta di essenzialismo metafisico - ma nessuno di questi ben definito, tra cui l’imparzialità, la neutralità (politica), l’indipendenza. Tutti concetti che, in fondo, si fanno reciproca luce e trovano un uso consolidato per differentiam tra di loro. Il testo della Costituzione repubblicana, scritta da eminenti esperti del diritto (e non solo) e votata dall’Assemblea costituente il 22 dicembre 1947, fu - com’è noto - depurato sotto il profilo linguistico e della coerenza sintattica e stilistica da costituenti come Concetto Marchesi.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 20 aprile 2024 Il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa ha emesso un severo giudizio sulle azioni intraprese dall’Italia per dare attuazione alla sentenza Darboe e Camara contro l’Italia (ricorso n. 5797/ 17, Case of Darboe an Camara v. Italy), datata 21 luglio 2022. La sentenza della Corte Europa di Strasburgo ha rilevato la violazione dell’articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare), dell’articolo 3 (proibizione dei trattamenti inumani o degradanti) e dell’articolo 13 (diritto alla tutela giurisdizionale effettiva) della Convenzione europea a causa del trattamento riservato ai minori stranieri non accompagnati.
di Marco Birolini
Avvenire, 20 aprile 2024 Il Tribunale di Trapani conclude la fase dell’udienza preliminare senza rinvii a giudizio: “Nessun reato, il fatto non sussiste”. La Ong Jugend Rettet: “Un’odissea che ha provocato danni irreparabili”. “Il fatto non sussiste”. Tradotto, i famigerati “taxi del mare” non c’erano. La sentenza del gup di Trapani Samuele Corso ha chiuso così, senza nemmeno aprire la fase dibattimentale, il processo per il caso Iuventa. I membri dell’equipaggio della nave della ong Jugend Rettet erano accusati insieme ad altre persone di Msf e Save the Children di aver favorito l’immigrazione clandestina. Ma la lunghissima e travagliata fase dedicata all’udienza preliminare (costata allo Stato circa 3 milioni di euro) non ha partorito nessun rinvio a giudizio per i 10 imputati.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 20 aprile 2024 Fermo Humanity 1, confermata la sospensione. Il provvedimento del tribunale di Crotone sconfessa il governo su tutta la linea. “Non può ritenersi che l’attività perpetrata dalla guardia costiera libica sia qualificabile come attività di soccorso per le modalità stesse con cui è stata esplicata”, perché c’erano uomini armati, che hanno esploso colpi di arma da fuoco, e perché Tripoli non può garantire in alcun modo un porto sicuro. È una sconfessione del governo su tutta la linea quella che si ritrova nel provvedimento con cui il giudice del tribunale civile di Crotone Antonio Albenzio ha confermato la sospensione del fermo della nave Humanity 1, detenuta nel porto calabrese il 2 marzo scorso dopo il soccorso di 77 naufraghi nel Mediterraneo.
di Diego Motta
Avvenire, 20 aprile 2024 Una sentenza non può cambiare il corso della storia, ma può aiutare a riscriverla. Un fatto di sette anni fa, l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con relativo sequestro di una nave impegnata nei soccorsi, si è trasformato ieri, dopo la decisione dei giudici di Trapani, in un clamoroso proscioglimento di massa: tutti assolti, il fatto non sussiste. Perché salvare vite non è un reato. Non è vero, però, che nel frattempo non sia successo nulla. Il caso della Iuventa, dal nome dell’imbarcazione della Ong tedesca rimasta ferma dal 2017 a oggi nel porto di Napoli, svela molto in realtà di quello che siamo diventati in questi anni: eravamo un popolo di santi, navigatori e poeti, ora di quell’anima profonda cosa è rimasto?
di Filippo Miraglia*
L’Unità, 20 aprile 2024 Il Festival delle culture mediterranee nato dopo il naufragio del 3 ottobre 2013 a Lampedusa compie dieci anni e raddoppia: fino al 20 aprile a Prato, a ottobre a Roma. Di fronte a un attacco senza precedenti al mondo dell’immigrazione, l’obiettivo è costruire dal basso una comunità per l’alternativa. Il 3 ottobre del 2013, 368 cadaveri affiorarono dal mare nei pressi della spiaggia più bella dell’isola di Lampedusa, quella dell’isola dei Conigli. Una strage che risvegliò, per qualche giorno, la coscienza di chi aveva responsabilità istituzionali e politiche, portando alla realizzazione del primo e unico programma pubblico di ricerca e salvataggio “Mare Nostrum” che consentì di salvare più di 150 mila persone.
di Daniele Mastrogiacomo
L’Espresso, 20 aprile 2024 Come una multinazionale, la holding delle sostanze stupefacenti cambia passo. Conquista tutto il Sud America e chiude la filiera. Con il fentanyl diversifica e compensa il crollo del prezzo della cocaina. L’ultimo carico è stato scoperto sulla spiaggia vicino a Sydney, il 31 marzo scorso. Cinque pacchetti stretti dal nastro adesivo erano stati trascinati dalle onde sulle rive di Freshwater e Curl Curl. Li hanno aperti: erano mattoncini di cocaina. Tre giorni prima di Natale scorso ne erano stati rinvenuti altri 250. Sembravano le molliche di Pollicino: altre decine di pacchi da un chilo, qualcuno di 39, giacevano sulla battigia per 500 chilometri.
di Sergio D’Elia*
L’Unità, 20 aprile 2024 In Arabia Saudita la giustizia è fuor di metafora esattamente quella raffigurata nel mito. La dea bendata ha la bilancia in una mano e la spada nell’altra. La bilancia è in perfetto equilibrio: il castigo è pari al delitto, occhio per occhio, una vita per una vita. È la dura legge del qisas, la retribuzione in natura. La sua formula è arcaica e perfetta, elementare e aritmetica, come quella di un baratto. La spada che Dike brandisce in una mano non è solo un monito, non incute solo timore, essa si abbatte realmente e inesorabilmente sulla testa dell’assassino, e la mozza.
di Francesca Mannocchi
La Stampa, 20 aprile 2024 Gli sfollati sono più di 90 mila hanno perso la casa e il lavoro e vivono in estrema povertà. Ma il loro esodo è stato oscurato dalla tragedia di Gaza. A Boustan non rimane più nessuno, l’ultima famiglia è venuta via ieri mattina a piedi, lasciando lì il bestiame. Anche Salwa Alomous ha fatto lo stesso, sei mesi fa. Viveva nella città di Boustan, Libano meridionale al confine con Israele. Quando, l’8 ottobre, Hezbollah ha cominciato a lanciare razzi in solidarietà all’attacco di Hamas contro Israele e Israele ha risposto bombardando il Libano, la preoccupazione e l’abitudine pesavano più o meno allo stesso modo. Per una settimana ha dormito sotto al letto con i suoi figli, mentre i genitori dormivano con le capre, nella stalla. Ogni volta che sentiva aerei da guerra o droni alzava il volume della radio per distrarre i bambini.
di Riccardo Noury*
Il Domani, 20 aprile 2024 Trascorsi più di cinque anni dalla sconfitta territoriale dello Stato islamico, 11.500 uomini, 14.500 donne e 30.000 minorenni sono trattenuti in almeno 27 Centri di detenzione e nei due Campi di Al Hol e Roj, nel nord est della Siria. In totale, secondo un rapporto pubblicato in questi giorni da Amnesty International, 56.000 persone prive di diritti, tenute in condizioni subumane, spesso non accusate di alcun reato, talora vittime di reati commessi proprio dallo Stato islamico. Oltre a siriani e iracheni, ci sono cittadini di altri 74 Stati. Meno di un quinto è stato processato, peraltro in modo del tutto sommario, sulla base di prove estorte con la tortura, senza neanche la presenza di un avvocato.
DOCUMENTI
Articolo. "Il grado di maturità del reo minorenne", di Andrea Baiguera Altieri
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
Presentazione del libro: "Processo al carcere", a cura di Aristide Donadio (Milano, 20 aprile 2024)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 22 al 28 aprile 2024
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