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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 18 aprile 2024
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 18 aprile 2024 Le critiche del magistrato, in commissione Giustizia, alla proposta di legge sulla liberazione anticipata sono sconfessate dagli effetti del decreto Cancellieri per decongestionare le carceri dopo la sentenza Torreggiani. Sentito in audizione presso la commissione Giustizia, per volere del Movimento Cinquestelle il magistrato Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto di Catania, ha affermato sostanzialmente due questioni in merito alla proposta di legge sulla liberazione anticipata: si tratta di un provvedimento finalizzato a lanciare dei messaggi ai detenuti potenti (poi - grazie alla domanda posta da Roberto Giachetti, il promotore della legge - ha dovuto precisare che non si riferiva a messaggi verso i mafiosi) e che soprattutto è una norma che di fatto regala la libertà a chi si è macchiato di reati con pena elevata.
di Giovanni M. Jacobazzi
Il Dubbio, 18 aprile 2024 “Il numero delle denunce non è il solo indicatore affidabile”, dichiara Andrea Ostellari, Sottosegretario leghista alla Giustizia, commentando le statistiche del ministero dell’Interno, confluite in un recente rapporto dell’Eurispes, che descrivono un loro calo pari a circa il 24 percento nell’ultimo decennio. “Abbiamo 61.000 detenuti e 120.000 soggetti in misura alternativa. Una cifra spropositata che dimostra anzitutto e al di là del numero delle denunce, che le condanne, e quindi i reati effettivi, sono esponenzialmente aumentati”.
di Angela Stella
L’Unità, 18 aprile 2024 Primo in classifica il distretto di Reggio Calabria con oltre 8 milioni sborsati. Sette in totale le azioni disciplinari verso le toghe, tutte ancora in corso. I dati della relazione al Parlamento su misure cautelari e ingiusta detenzione. Pubblicata con due mesi e mezzo di ritardo rispetto al 31 gennaio la Relazione al Parlamento relativa alla “Misure Cautelari Personali e Riparazione per Ingiusta Detenzione” riferita all’anno 2023. Nel 2015 fu un emendamento dell’onorevole di Azione Enrico Costa ad introdurre il monitoraggio parlamentare anche sul ricorso alla custodia cautelare. Va sottolineato che come sempre non tutti gli uffici giudiziari hanno inviato i dati richiesti: “La percentuale di risposta dei Tribunali (sezioni GIP e sezioni dibattimentali) interessati al monitoraggio è stata dell’89%”.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 18 aprile 2024 Con una media di circa mille casi l’anno, la relazione del ministro Nordio conferma il trend degli errori giudiziari in Italia. Ma nessuna toga viene punita. La sintesi politica non poteva non farla il responsabile giustizia di Azione, Enrico Costa: “A tutti quegli esponenti della maggioranza che si lamentano che il magistrato che sbaglia non paga mai, consiglierei di leggere la relazione del Ministero della Giustizia sulle misure cautelari e sull’ingiusta detenzione da cui emerge la totale l’inerzia in via Arenula”.
di Gian Domenico Caiazza
Il Riformista, 18 aprile 2024 Non è difficile delineare - per sommi capi, s’intende - quali idee di giustizia penale debbano entrare necessariamente nel bagaglio di una “lobby riformista” quale ambisce ad essere Il Riformista. Diritto penale liberale e giusto processo, ecco la traccia sicura della risposta a quella domanda. Qualche anno fa, l’Unione delle Camere Penali ha raccolto studiosi insigni del diritto penale sostanziale e del diritto processuale, per definire con rigore scientifico il perimetro ed i contenuti di quei due principi.
di Tiziana Maiolo
Il Riformista, 18 aprile 2024 L’abbiamo visto anche ieri, in un’inchiesta che riguardava la Sicilia. E prima ancora in Puglia e poi in Piemonte. Le immagini che ci rimandano le tv hanno una volta il timbro dei carabinieri, un’altra quello della guardia di finanza. Sono sempre le stesse, auto che corrono a sirene spiegate, “malviventi” che escono dai “covi” con i polsi in manette. Il blitz è servito per il voyeurismo collettivo. Poi la voce del cronista dice che dalle carte dell’inchiesta “spunta” il nome del politico. Non importa che sia indagato, ma quando lo è, provvede il procuratore nella conferenza stampa a spiegare, attorniato dalle alte uniformi dei diversi corpi dello Stato, che esiste una “zona grigia” che mette in contatto le mafie e le varie organizzazioni criminali con il mondo della società civile.
di Andrea Pugiotto
L’Unità, 18 aprile 2024 Dopo 5 mesi, ancora manca il giudice che deve subentrare all’ex presidente Sciarra. Dietro questo ritardo del Parlamento la logica dello spoils system e la tentazione della maggioranza di fare “en plein” eleggendo tra qualche mese non uno ma ben quattro giudici. Una frode alla Carta che va denunciata e respinta.
di Ferruccio Pinotti
Corriere della Sera, 18 aprile 2024 Gli avvocati: ha bisogno di lasciare il carcere. Ventidue evasioni alle spalle, in contatto con l’editore Giangiacomo Feltrinelli che voleva convincerlo a fare della Sardegna una nuova Cuba, aveva ricevuto la grazia dal presidente Ciampi. Una delle sue legali: “Ricoverato a Opera, ma ha varie patologi e bisogno di misure alternative”. Il Tribunale di sorveglianza di Milano ha disposto una perizia psichiatrica sulle condizioni di salute di Graziano Mesina, 82 anni dopo una nuova richiesta di scarcerazione sollecitata dalle due avvocate dell’ex primula rossa, Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier, secondo le quali l’anziano detenuto nel carcere di Opera presenterebbe “un decadimento neuro cognitivo e neuropsichiatrico, che potrebbe essere il principio di un problema di demenza senile”.
TERRITORIO
Il Giorno, 18 aprile 2024 Nazim Mordjane, 32 anni, ha inalato il gas di una bomboletta da campeggio. È morto in carcere a Como, inalando il gas di una bomboletta da campeggio il detenuto che, il 21 settembre dello scorso anno era evaso dall’ospedale San Paolo lanciandosi da una finestra e provocando il grave ferimento di un agente di polizia che tentava di bloccarlo. A darne notizia è il sindacato penitenziario Uilpa, che precisa che “con ogni probabilità” si è suicidato.
Ristretti Orizzonti, 18 aprile 2024 Mobilitazione della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali in tutta Italia. Anastasìa: “Servono risposte urgenti, ha detto il mese scorso il presidente della Repubblica, e noi oggi con lui. “Oggi, a Roma, anticipando l’appuntamento di domani della Conferenza dei garanti territoriali e una analoga iniziativa della Camera penale di Roma, abbiamo letto i nomi dei morti in carcere e di carcere del 2024, compresi quelli di quattro poliziotti che si sono tolti la vita. Servono risposte urgenti, ha detto il mese scorso il presidente della Repubblica, e noi oggi con lui”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Stefano Anastasìa, al termine della manifestazione che si è svolta oggi a Roma davanti al carcere di regina Coeli.
di Luigi Alfonso
vita.it, 18 aprile 2024 Al flash-mob anche la Garante. Concordi i pareri di Irene Testa e dei responsabili di alcune delle principali realtà dell’Isola: occorrono nuove comunità per le misure alternative al carcere. Così le persone possono essere recuperate e lo Stato risparmia. Giovedì 18 aprile alle 11, di fronte al tribunale di Cagliari, si è tenuto un flash-mob per richiamare l’attenzione dei cittadini e soprattutto della classe politica sul sistema carcerario sardo. Vi prenderanno parte la Garante regionale delle persone private della libertà della Sardegna, Irene Testa, i rappresentanti della Camera penale, dell’associazione “Socialismo diritti e riforme” e di altre realtà del Terzo settore che si occupano di questa tematica.
di Roberto Le Pera*
Il Dubbio, 18 aprile 2024 Il sistema penitenziario è divenuto oramai una sorta di circo, non di circuito, in cui, però, non esistono trampolieri e pagliacci, ma soltanto gabbie che trattengono esseri umani che, con cadenza settimanale, si arrendono alla vita; si suicidano nelle gabbie. Un ordinamento penitenziario che consente o soltanto tollera, ritenendolo legale e legittimo, un sistema penitenziario, quello delle carceri italiane, che, negli ultimi venti anni, ha generato, mediamente, un suicidio ogni settimana può ritenersi distante dalla pena di morte? Il pensiero della pena di morte è solo apparentemente distante dal nostro stato di diritto; riflettiamo: oramai siamo indifferenti rispetto alle continue morti nelle carceri italiane.
di Ivan Grozny Compasso
padovaoggi.it, 18 aprile 2024 Antonio Bincoletto: “Le persone che si suicidano, col loro gesto mostrano di non aver trovato nel carcere speranza, opportunità di recupero e cura, ma anche di non sopportare la fatica del ritorno nel mondo fuori. Tante erano persone giovani e vicine alla fine della pena”. Per denunciare questa situazione e richiedere un’energica iniziativa che affronti l’emergenza e, più in generale, il problema delle carceri in Italia, la Conferenza Nazionale dei Garanti Territoriali indice una giornata di sensibilizzazione per il 18 aprile, invitando tutti i garanti ad intraprendere iniziative nel proprio ambito e a leggere alle ore 12 i nomi delle persone che hanno posto fine alla loro vita in carcere.
di Marina Lomunno
La Voce e il Tempo, 18 aprile 2024 Nel 2024 sono già 31 i suicidi registrati nelle carceri della Penisola, tra cui 3 agenti penitenziari: un dato preoccupante se teniamo conto che nel 2023 i detenuti che si sono tolti la vita sono stati 57, ma siano solo ad aprile. Tra gli ultimi suicidi, poche settimane fa, un malato psichiatrico ristretto nella Casa circondariale di Torino “Lorusso e Cutugno” che non doveva stare in carcere ma in una Rems, le residenze per detenuti psichiatrici (dove le liste d’attesa sono chilometriche). Una situazione, punta dell’iceberg dell’allarmante disagio nelle nostre carceri sovraffollate, che non è più ammissibile come ha più volte sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ancora recentemente ricevendo la Polizia Penitenziaria il 18 marzo definendo i suicidi uno “stillicidio intollerabile”.
di Elena Giovinazzo
aostaoggi.it, 18 aprile 2024 La Garante valdostana: a Brissogne 10 tentativi sventati, serve rafforzare prevenzione e rieducazione. La Conferenza nazionale dei Garanti dei detenuti lancia un appello sulla necessità di intervenire “con la massima urgenza” per prevenire i suicidi in carcere, sia dei ristretti che degli agenti di polizia penitenziaria. Solo quest’anno, i Garanti segnalano già trentuno casi di suicidio in tutta Italia. In Valle d’Aosta, la Garante Adele Squillaci spiega che non ci sono stati casi, però si registrano dieci tentativi. A questi vanno aggiunti 976 “eventi critici” tra aggressioni, minacce, danneggiamenti, violazioni di norme penali.
Corriere della Sera, 18 aprile 2024 La vittima era bresciana, ma in carcere ad Ascoli Piceno: aveva più volte scritto alla Procura lamentando le sue precarie condizioni di salute. Gli avvocati: il direttore pro tempore della prigione non era nemmeno iscritto nel registro degli indagati. Ieri mattina, mercoledì 17 aprile, al tribunale di Ascoli Piceno si è celebrata l’udienza a seguito delle opposizioni alla richiesta di archiviazione del procedimento relativo al suicidio di Roberto Franzè, detenuto impiccatosi nel carcere di Ascoli l’8 dicembre 2021. Franzè 45 anni era residente a Brescia ed era in carcere, all’epoca, su ordinanza di custodia cautelare firmata dal GIP bresciano nell’ambito di un’inchiesta su usura ed estorsione.
di Zaira Mureddu
La Stampa, 18 aprile 2024 Ha ucciso il padre e un amico, era incapace di intendere. A inizio marzo, a sette mesi dal duplice omicidio commesso da Sacha Chang a Montaldo Mondovì, il giudice Daniela Rita Tornesi del tribunale di Cuneo ha giudicato il ragazzo incapace di intendere al momento del fatto, accogliendo la richiesta formulata dal difensore del giovane, l’avvocato monregalese Luca Borsarelli, sulla scorta della perizia formulata dallo psichiatra Franco Freilone. Il 16 agosto scorso Sacha Chang, 22 anni, ospite a Montaldo Mondovì di Lambertus Ter Horst ha ferito a morte quest’ultimo dopo aver ucciso con la stessa arma, un coltello da cucina, suo padre, Chain Fa Chang.
di Chiara Currò Dossi
Corriere dell’Alto Adige, 18 aprile 2024 Il piano dell’Asl: un trattamento farmacologico ai detenuti per interrompere la catena del contagio. “La misura più idonea è il trattamento farmacologico. Cercheremo di fare un intervento massivo, su tutto il gruppo dei detenuti, per interrompere la catena dei contagi. Non in termini di una vaccinazione: il farmaco uccide l’acaro sulla pelle e ne impedisce la replicazione, una sorta di sterilizzazione che però ha una durata di pochi giorni. Se dopo si torna in contatto con l’acaro, si ricomincia daccapo. Per questo la prima linea da presidiare è quella dell’igiene”. È Pierpaolo Bertoli, referente per le attività sanitarie in carcere, a descrivere il protocollo elaborato per fronteggiare i contagi di scabbia in via Dante.
casertanews.it, 18 aprile 2024 È stato dato il via ufficiale alle attività agricole della Casa di reclusione attraverso il trapianto delle colture estive. Si sono aperte questa mattina, mercoledì 17 aprile, le attività del progetto Crea - coltivare responsabilità ed alternative in agricoltura. Si tratta di un importante lavoro destinato al reinserimento sociale dei detenuti, coordinato dalla cooperativa sociale Terra Felix, con il supporto di Coldiretti Caserta insieme al Provveditorato regionale della Campania.
rovigo.news, 18 aprile 2024 Sono la presidente di “Granello di Senape Padova Odv”, Ornella Favero, l’associazione “Il Tarassaco” Odv di Rovigo, la campagna di comunicazione “Molte lingue per dire no alla violenza sulle donne” del Centro Veneto Progetti Donna - associazione Padova Donne (ex aequo) e l’azienda Cardinal di Padova quattro dei sei candidati vincitori al premio Gattamelata di quest’anno, nato 18 anni fa per valorizzare la promozione della cultura e della pratica del volontariato e della solidarietà.
di Marta Randon
vocedeiberici.it, 18 aprile 2024 “Mi vergogno di stare di fronte alla signora Agnese Moro”, ha detto con coraggio un giovane detenuto in terza fila. “Spero anch’io di essere perdonato”, ha aggiunto timidamente un altro ragazzo nella Casa circondariale di Vicenza. “Perdono è una parola scivolosa, non mi piace, preferisco il termine “ritrovarsi”, è più bello - ha risposto la terzogenita del presidente della Dc ucciso nel 1978 dalle Brigate Rosse -. Io e Grazia ci siamo ritrovate”. “Il perdono presuppone che ci sia qualcuno che concede qualcosa. Non c’è equità”, ha aggiunto Grazia Grena, militante nelle Brigate Rosse per una decina di anni. “Io voglio bene a Grazia. Incontrarla mi ha fatto stare meglio. I fantasmi sono spariti”. “Il segreto è accettare la parte peggiore di te e ripartire, io l’ho fatto” ha aggiunto ancora Grena.
Il Resto del Carlino, 18 aprile 2024 La testimonianza da parte di un detenuto è stata organizzata dalla collaborazione tra l’Istituto di Sogliano e l’Agenzia Technè. Nel corso dell’anno scolastico 2023/2024, il nostro Istituto ha attivato il Progetto ‘Legalità’, con l’obiettivo di valorizzare i comportamenti di cittadinanza attiva. Tra le diverse attività proposte, è stata molto significativo l’incontro-testimonianza ‘Il carcere da dentro’, organizzato in collaborazione con l’Agenzia Technè di Cesena. Insieme ai nostri professori e ad altre classi siamo partiti da Sogliano e ci siamo recati alla Rocca di Roncofreddo, luogo dove si sarebbe svolto l’incontro.
di Francesco Mannoni
Il Mattino, 18 aprile 2024 La giornalista firma un reportage sulle galere italiane, avendole visitate a lungo: il problema non sono le mele marce. È l’intero sistema che è guasto, anche gli agenti di custodia sono vittime di un meccanismo trascurato e disperato. Il nuovo libro di Daria Bignardi, “Ogni prigione è un’isola” è un’opera con più anime. È un reportage sui problemi delle carceri italiane e dei carcerati; è un labirinto di storie amare attinte dalle voci dei detenuti; è il racconto di un’umanità dolente fatta di ladri, rapinatori, povericristi, immigrati e tossicodipendenti (che costituiscono i due terzi della popolazione detenuta), mafiosi e camorristi, ma anche idealisti e rivoluzionari, terroristi rossi e neri; un coro di voci tragiche, dissenzienti ...
AFFARI SOCIALI
di Alessandra Algostino
Il Manifesto, 18 aprile 2024 Le manganellate agli studenti e le querele per diffamazione contro la critica politica, per restare alle ultime di cronaca, mostrano un potere sempre più intollerante ai suoi limiti e alle contestazioni, che chiude gli spazi politici, quando non esercita, come nei casi citati, una vera e propria “violenza istituzionale”. Ogni scelta politica, che sia la delibera del Senato accademico della Sapienza, un provvedimento del governo o del parlamento, per quanto valida in quanto assunta secondo le procedure democratiche previste, non è per questo sottratta alla discussione e alla contestazione. Sembra ovvio, ma a quanto pare non lo è.
di Luca Liverani
Avvenire, 18 aprile 2024 Dossier del Tavolo Asilo sugli 8 Centri di permanenza per il rimpatrio: sono lager, peggio delle carceri. I parlamentari d’opposizione d’accordo: si tratta di buchi neri. Fino a un anno e mezzo di detenzione senza avere commesso nessun reato, ma solo un’irregolarità amministrativa. Somministrazione massiccia e sistematica di psicofarmaci. Impossibilità di fatto per i “trattenuti” di far valere i propri diritti, dalla difesa alla salute. Sono solo le principali criticità dei Cpr, i Centri di permanenza per il rimpatrio per immigrati. Assimilabili a carceri, ma che paradossalmente garantiscono meno diritti delle carceri vere e proprie. “Non sono riformabili, vanno chiusi”, dicono concordi il Tavolo Asilo e i parlamentari dei partiti d’opposizione che li hanno visitati.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 18 aprile 2024 Visita nelle otto strutture per la detenzione amministrativa attive in Italia del Tavolo immigrazione e asilo e degli esponenti politici di opposizione. Tra i dannati dei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr) c’è un uomo che mangia le sue feci e beve le sue urine. Ha un disturbo psichiatrico pesante. Nonostante ciò, un medico in Lombardia lo ha giudicato idoneo al trattenimento. Così dal carcere in cui aveva scontato una condanna per furto è finito nel Cpr di Macomer, dove lo hanno visitato la deputata Avs Francesca Ghirra e le associazioni Naga e Mai più Cpr. Quando il 24 marzo una rivolta dei detenuti ha dato alle fiamme una parte del centro, è stato trasferito nel Cpr di Ponte Galeria.
di Roberto Maggioni
Il Manifesto, 18 aprile 2024 Il presidente dell’associazione Naga, Riccardo Tromba, annuncia un nuovo esposto ai pm milanesi contro la struttura detentiva per migranti. “Chiediamo alla procura il sequestro del Centro di permanenza per i rimpatri di Milano, i fatti di questi mesi dicono che neanche un Cpr sotto indagine e commissariato può diventare umano”. Riccardo Tromba è il presidente dell’associazione Naga, associazione che da anni si occupa di immigrazione e delle condizioni di detenzione della struttura di via Corelli. È proprio a seguito delle denunce fatte dal Naga che a dicembre 2023 i pm hanno aperto un’inchiesta sul centro milanese che ha portato al commissariamento della struttura. La situazione, però, non è migliorata, per questo martedì il Naga ha depositato un esposto in procura.
di Alessia Candito
La Repubblica, 18 aprile 2024 Siamo entrati nel centro per i rimpatri di Caltanissetta e abbiamo incontrato i 73 trattenuti, fra loro anche un iraniano, con un grave disagio psichico e che agli ayatollah non potrà essere consegnato mai. “Lo sai che qui ci trattano come animali? Neanche un nome abbiamo più. Siamo un numero”. Mehdi è mani che si aggrappano a una griglia, occhi neri che superano le grate, un urlo che vuole essere di rabbia, ma sa solo di disperazione. Ed è un ragazzino. Ha 23 anni, ma sembra più piccolo, il suo italiano - quasi perfetto - sa di Nord Italia. Arrivato da minorenne è inciampato, ha commesso un reato, è finito in comunità. A Caltanissetta ci era arrivato per un progetto, parte del suo programma di riabilitazione.
di Maurizio Ambrosini
Avvenire, 18 aprile 2024 Nel dibattito si confondono e si sovrappongono immigrati, richiedenti asilo e persone sbarcate dal mare. E l’etichetta di “ingressi irregolari” getta una coltre di sospetto su chiunque arrivi. Tra le ragioni addotte per celebrare il Patto su immigrazione e asilo appena approvato dal Parlamento europeo, giusto in tempo per poter esibire un risultato in vista delle elezioni di giugno, campeggia la duplice idea di un’Unione Europea assediata dai migranti e di un’Europa meridionale sottoposta a una pressione migratoria eccessiva e sperequata rispetto ai partner centro-settentrionali. Come avviene spesso, nel dibattito pubblico si confondono e si sovrappongono immigrati, richiedenti asilo e persone sbarcate dal mare.
di Vitalba Azzolini*
Il Domani, 18 aprile 2024 Cosa cambia per l’Italia con il Patto per la migrazione e l’asilo, approvato lo scorso 10 aprile dal Parlamento europeo, e in procinto di essere approvato anche dal Consiglio? Per l’Italia cambia poco o niente. Il Patto non scardina il principio base del regolamento di Dublino: sul Paese di primo ingresso continua a gravare l’accoglienza dei migranti e la valutazione delle loro domande d’asilo. Le deroghe a tale principio - ricongiungimenti familiari, conoscenza della lingua o ottenimento di un titolo di studio in uno Stato membro consentiranno di chiedere l’asilo a un Paese diverso da quello di arrivo - non sposteranno numeri rilevanti di migranti.
di Pierfrancesco Curzi
Il Fatto Quotidiano, 18 aprile 2024 “Tremila migranti? Qui al massimo ne entra un migliaio”. “Questa è un’area militare, non si può entrare”. Una strada stretta e tortuosa percorre il perimetro dell’ex base utilizzata fino ai primi anni Novanta in tempo di Guerra Fredda, quando anche il sistema dittatoriale albanese è collassato seguendo l’esempio di quanto accaduto in Russia e Jugoslavia. È lì dentro, oltre un cancello sigillato e controllato a vista da zelanti guardiani, che sorgerà una copia del Centro di permanenza per i rimpatri di Ponte Galeria. Non siamo alla periferia ovest di Roma, ma nell’Albania settentrionale, a una manciata di chilometri dal confine col Montenegro, in una zona distante da tutto e tutti. Occhio non vede, cuore non duole.
di Matteo Garavoglia
Il Manifesto, 18 aprile 2024 Accordo su tre progetti per 100 milioni di euro, ma con il presidente non si parla di flussi. La visita lampo di ieri in Tunisia della prima ministra Giorgia Meloni ha rilevato due aspetti. Il primo è che i rapporti tra Roma e Tunisi continuano a essere solidi, nonostante in passato il presidente della Repubblica Kais Saied abbia sollevato a più riprese diverse criticità sull’operato della sponda nord del Mediterraneo. Il secondo è che la retorica scelta da Palazzo Chigi tende a scontrarsi con la realtà che sta vivendo il piccolo Stato nordafricano.
di Leonardo Di Paco
La Stampa, 18 aprile 2024 Il materiale (spesso pericoloso) viene stipato nei container e spedito in Tunisia, Ghana, Senegal e Mauritania. Un giro d’affari illecito che nel mondo vale 20 miliardi di euro. Solo negli ultimi mesi sono scattati sequestri in Toscana, Campania ed Emilia-Romagna. Non serve essere dei giramondo, neppure degli esperti di geo-economia; basta aprire YouTube e scrivere “rifiuti Africa” per rendersi conto della portata del fenomeno. I video di adulti e bambini intenti a camminare in nauseanti poltiglie nere, scalare montagne di rifiuti o a bruciare ogni tipo di spazzatura, tessile o elettronica non fa differenza, sono centinaia.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
La Statale nel progetto TYPUS: Shakespeare e il teatro in carcere (Milano, 18 aprile 2024)
Presentazione del libro: "Processo al carcere", a cura di Aristide Donadio (Milano, 20 aprile 2024)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 21 aprile 2024
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