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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 11 aprile 2024
CARCERI
di Gabriele Romagnoli
La Repubblica, 11 aprile 2024 "La prigione dev’essere un luogo di privazione della libertà, ma anche di preparazione al reinserimento. Il condannato resta un cittadino, non deve perdere la dignità. Purtroppo nessuno vuole riformare il carcere. La verità è che c’è una resistenza sociale alla umanizzazione delle prigioni. Il punto è che il livello di vita dei detenuti deve essere inferiore a quello del gradino più basso nella scala sociale di chi detenuto non è. Un poveraccio onesto non può sopportare che un carcerato viva meglio di lui, è una cosa che creerebbe rivolte. Ma una società democratica deve cercare di migliorare le condizioni di entrambi”.
di Gaetano Scalise*
Il Dubbio, 11 aprile 2024 La proposta di legge elaborata da Roberto Giachetti e Rita Bernardini, che determinerebbe un sicuro effetto deflattivo nelle carceri, è criticata dalla giudice Vittoria Stefanelli: le condanne, dice la magistrata del Tribunale di Sorveglianza di Roma, verrebbero, in virtù dello sconto di pena, “neutralizzate”.
di Riccardo C. Gatti
Il Riformista, 11 aprile 2024 La carenza di risposta terapeutica multidisciplinare e la mancanza di terapeuti e di supporto, può trasformarsi in un dramma. In un articolo di ieri, a firma Giovanni M. Jacobazzi, intitolato “Trenta suicidi in cella: insufficienti i fondi per gli psicologi” si precisa che “Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha firmato l’altro giorno un decreto con cui vengono stanziati 5 milioni di euro per il potenziamento dei servizi trattamentali”. Questo può migliorare in qualche modo la situazione, tenendo, però, presente che questi servizi dipendono dalla Amministrazione Penitenziaria e il “trattamento” a cui ci si riferisce, consiste, come esplicitato nel sito del Ministero della Giustizia, “nell’insieme degli interventi rieducativi che gli operatori penitenziari propongono di attuare nei confronti del condannato o internato ...
di Giovanni M. Jacobazzi
Il Riformista, 11 aprile 2024 “Sulla giustizia chiediamo un’accelerazione dei tanti dossier annunciati e mai portati a termine”, ha affermato ieri l’avvocato Francesco Petrelli, presidente delle Camere penali, rispondendo alle domande del Riformista. Riguardo la separazione delle carriere in magistratura, in particolare, Petrelli ha dichiarato che l’occasione è “irripetibile”. Purtroppo per Petrelli, e per la maggioranza dei cittadini che aspirano ad un sistema giustizia effettivamente liberale e garantista, la possibilità che le riforme in cantiere vadano in porto è ogni giorno che passa sempre più difficile, con il concreto rischio che ci si limiti ad un semplice maquillage.
di Francesco Bechis
Il Messaggero, 11 aprile 2024 Intervento del Csm per trasferire 60 toghe nei tribunali dove i ritardi sono più gravi. Un “bonus Pnrr” per i magistrati italiani. Il governo corre ai ripari per far fronte alle gravi carenze di organico della giustizia. E soprattutto accelerare sullo smaltimento dell’arretrato del processo civile, un obiettivo chiave del Recovery Ue da cui dipende l’erogazione di ingenti fondi all’Italia. Fra gli emendamenti della maggioranza al decreto Pnrr al vaglio della Camera ce n’è uno dedicato alla “giustizia-lumaca”. La norma prevede “applicazioni straordinarie di magistrati per il raggiungimento degli obiettivi Pnrr”.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 11 aprile 2024 Dal Senato ok al ddl Smartphone: il Pd si astiene, mentre il M5s vota contro e attacca. Pd e Movimento Cinque Stelle si dividono sul ddl Smartphone che toglie ai pm la possibilità di sequestrare i telefonini e li obbliga a farsi autorizzare da un gip. Al Senato i voti favorevoli sono stati 89 (la maggioranza più Italia Viva), 18 i contrari (il M5s) e 34 gli astenuti (il Pd). Una frattura evidente su un tema delicatissimo come la giustizia, anche se manca un passaggio alla Camera e la questione si è consumata tutta nel giro di poche ore, senza grandi sussulti nell’opinione pubblica e con un dettaglio non irrilevante: tutti, persino il M5s che un anno fa aveva presentato una proposta di legge sul tema, sono di per sé favorevoli al fatto che il pm non possa più da solo sequestrare uno smartphone.
di Giuseppe Di Federico
L’Unità, 11 aprile 2024 È stata un’iniziativa senza precedenti, quella del procuratore di Perugia di riferire su indagini in corso. Da ora varrà per tutti? Anche per i giudici? Su un caso di notevole rilievo istituzionale è sceso il silenzio. Mi riferisco all’episodio di cui è stato protagonista il procuratore della Repubblica di Perugia, Raffaele Cantone, che ha chiesto ed ottenuto di essere udito dalla Commissione antimafia del Parlamento su un caso giudiziario di cui è titolare e su cui sta ancora svolgendo indagini, cioè quello degli accessi abusivi alla banca dati della Direzione nazionale antimafia. Il procuratore generale di Perugia, Sergio Sottani, definito “inusuale” l’iniziativa di Cantone. Si tratta in effetti di un evento “senza precedenti, non previsto né regolato dal nostro ordinamento giudiziario”.
di Giulia Merlo
Il Domani, 11 aprile 2024 La Commissione è diventata il palcoscenico per inchieste mediatiche, da Bari a Palermo. Parlano le procure, ma per prassi gli indagati no. Laudati, coinvolto a Perugia, non sarà ascoltato. La vocazione garantista del centrodestra si ferma - o almeno rallenta bruscamente - davanti alla porta della commissione Antimafia. Guidata da Chiara Colosimo, che è deputata vicinissima ad Arianna e Giorgia Meloni, la commissione è tornata alla ribalta grazie all’interessamento in tutti i casi giudiziari che in questi mesi hanno avuto più attenzione mediatica, con l’effetto di amplificarli con inevitabili riverberi anche di natura elettorale.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 11 aprile 2024 Per settimane non si è parlato d’altro. Ora il silenzio. Ciò che è certo, per ora, è che non è emersa l’esistenza di alcun dossier. Insomma, il “caso dossieraggio” non esiste. Al massimo si può parlare di accessi abusivi alle banche dati, vicenda meno attraente per il lettore medio. Per settimane è stato rappresentato come lo scandalo del decennio: migliaia di accessi abusivi alle banche dati della procura nazionale antimafia, fughe di notizie, creazione di dossier su politici, imprenditori e personaggi famosi, rapporti distorti fra inquirenti e giornalisti, l’ombra del coinvolgimento di servizi segreti stranieri. Poi il “caso dossieraggio” è sparito completamente dai radar del dibattito pubblico e politico.
di Gennaro Grimolizzi
Il Dubbio, 11 aprile 2024 La Corte di Cassazione (Sezioni Unite civili, presidente D’Ascola, estensore Patti) ha rigettato i ricorsi dei magistrati Alessandro Donato Pesce e Michele Ruggiero contro la sentenza del Csm, con la quale la sezione disciplinare dell’organo di autogoverno della magistratura aveva dichiarato Ruggiero e Pesce responsabili di alcuni illeciti disciplinari. Ai due ex sostituti procuratori, in servizio negli anni scorsi a Trani, sono state contestate condotte gravemente scorrette ai danni di alcune persone coinvolte in procedimenti penali pendenti presso la procura tranese.
di Luigi Manconi e Chiara Tamburello
La Repubblica, 11 aprile 2024 Giuseppe Uva è morto il 14 giugno del 2008 nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Circolo, a Varese, dopo aver passato la notte in una caserma dei carabinieri. Aveva 43 anni e, solo qualche ora prima che incontrasse la morte, stava trascorrendo una serata con gli amici in un bar, a bere e a guardare l’Italia giocare contro la Romania (in occasione dei Campionati europei di calcio). Dopodiché, Uva e l’amico Alberto Biggiogero, tornano verso casa a piedi ed è a quel punto che si accorgono di alcune transenne accatastate all’angolo di una strada.
TERRITORIO
di Antonio Pio Guerra
Corriere Adriatico, 11 aprile 2024 Troppi tentativi di suicidi nelle carceri marchigiane, con picchi impressionanti (un gesto autolesionistico ogni due giorni) nel penitenziario anconetano di Montacuto. E troppi delitti commessi da pazienti psichiatrici, che anziché del carcere avrebbero bisogno di strutture dove scontare misure di sicurezza sostitutive della pena, nei casi di incapacità di intendere e volere. Un tema rilanciato ieri dal garante regionale dei diritti (anche) dei detenuti, avvocato Giancarlo Giulianelli “C’è interesse della Regione per creare un nuovo modulo Rems.
di Nicolò Fagone
Corriere di Torino, 11 aprile 2024 La relazione annuale sul Lorusso e Cutugno: 1.429 detenuti (la capienza è di 1.029) e cinque suicidi nel 2023. La relazione annuale, che analizza la situazione delle persone private della loro libertà personale al Lorusso e Cutugno e all’istituto penale per minorenni Ferrante Aporti, certifica condizioni degradanti: a Torino nel 2023 si sono registrati 5 suicidi (69 in tutta Italia) e quasi 60 carcerati hanno compiuto gesti “anticonservativi”. L’ultimo caso appena 5 giorni fa, quando una ragazza ha cercato di suicidarsi nella sua cella, all’interno della casa circondariale Lorusso e Cutugno. E non si è trattato della prima volta.
latinaoggi.eu, 11 aprile 2024 I familiari del giovane detenuto sono pronti ad impugnare la richiesta di archiviazione. Il fascicolo aperto contro ignoti. È morto per un arresto cardiocircolatorio dovuto ad un’intossicazione acuta a causa di una sostanza contenuta in un farmaco. È questa la causa. Cosmin Tebuie, romeno di 26 anni, detenuto nel carcere Mammagialla di Viterbo dove è stato trovato senza vita un anno fa, non era sottoposto a cure farmacologiche e probabilmente non è escluso che qualcuno che le indagini non hanno individuato, gli avrebbe ceduto il farmaco. È questa la conclusione a cui è arrivata la Procura di Viterbo nel chiedere l’archiviazione contro ignoti in merito alla morte del detenuto romeno, residente a Latina, deceduto un anno fa in circostanze che sono tutte da chiarire. Il mistero resta.
di Federico Malavasi
Il Resto del Carlino, 11 aprile 2024 Sette anni e mezzo per i poliziotti penitenziari, un anno per l’operatrice sanitaria. Disposto un risarcimento da cinquantamila euro: anche il ministero pagherà. La vittima era stata denudata, ammanettata e pestata. Le difese: “Faremo appello”. Quelle subite Antonio Colopi, all’epoca detenuto all’Arginone per omicidio, furono torture. O almeno questa è la convinzione a cui, dopo un lungo e articolato processo, è arrivato il collegio giudicante che ieri mattina ha condannato i due agenti di Polizia penitenziaria che si sarebbero resi responsabili del pestaggio e l’infermiera del carcere che li avrebbe ‘coperti’. La corte, dopo un paio d’ore di camera di consiglio, ha letto una sentenza con pene severe. Sette anni e mezzo di reclusione per gli agenti ...
di Antonio Mattone
Il Mattino, 11 aprile 2024 Alla fine l’accorato appello alla clemenza lanciato da don Mimmo Battaglia per Simone Isaia ha trovato ascolto. Il clochard, che nel luglio scorso incendiò la Venere degli stracci, dopo la riduzione della condanna, scesa da 4 anni a 2 anni e 6 mesi nel processo di appello, potrà scontare la pena in detenzione domiciliare presso il Centro pastorale carcerario della diocesi di Napoli. Don Mimmo, prima delle festività pasquali, aveva scritto una lettera al giudice chiamato a decidere su Isaia. Non si trattava di “un’intromissione indebita volta a influenzare il giudizio”, precisò, ma piuttosto l’assunzione di responsabilità verso “una persona in difficoltà, fortemente fragile, vissuta per diverso tempo in condizioni di marginalità sociale”.
di Claudio Bellumori
L’Opinione, 11 aprile 2024 Fuori c’è quell’aria tipica che entra nella pelle dopo ore di pioggia. Dentro, invece, brilla la luce emanata dagli occhi di un detenuto romano, 36 anni, che da qualche mese è impiegato come elettricista in Vaticano. Il suo datore di lavoro è Fabbrica di San Pietro, ente preposto per le opere di manutenzione, appunto, della Basilica di San Pietro. Il racconto di questa esperienza, che si protrarrà ancora (il contratto è rinnovato fino al fine pena, ovvero sino agli inizi del prossimo anno), avviene all’interno della III casa circondariale di Rebibbia, nella Capitale.
di Alessandro Pirina
La Nuova Sardegna, 11 aprile 2024 Daria Bignardi: “Un’utopia abolire il carcere? Forse, ma così com’è non serve”. Le serie televisive hanno aperto le porte delle carceri italiane, ma si tratta di fiction, di sceneggiature e non storie vere. Al contrario Daria Bignardi nel suo nuovo libro, “Ogni prigione è un’isola”, edito da Mondadori, racconta quello che accade realmente all’interno delle patrie galere. Una testimonianza diretta, la sua, perché lei le carceri le vive dal di dentro da diversi lustri.
AFFARI SOCIALI
di Stefano Allievi
Il Riformista, 11 aprile 2024 Più rimpatri e sanzioni ai Paesi che non accettano la redistribuzione, ma mancano canali d’ingresso in un’Europa che richiede 2 milioni di lavoratori stranieri all’anno. Il Patto Europeo sulle Migrazioni e l’Asilo non è un compromesso: che sarebbe comprensibile, essendoci in Europa posizioni diverse. È una non scelta, che serve essenzialmente agli uni e agli altri per potersi presentare alle elezioni europee dicendo che si è fatto qualcosa. Solo che non è questa la cura di cui abbiamo bisogno: è un po’ come somministrare a un malato un po’ di farmaci per curare un blando raffreddore, e un po’ contro un invasivo tumore ai polmoni, quando in realtà la malattia in questione è un disturbo al fegato.
di Marco Bresolin
La Stampa, 11 aprile 2024 Ppe e Pse votano sì. Caos nei partiti italiani. Contrari, per ragioni opposte, dem, M5S e leghisti. Dopo otto anni di trattative, il Parlamento europeo ha dato il via libera decisivo al nuovo Patto migrazione e asilo concordato con i governi. Lo ha fatto nell’aula di Bruxelles tra le proteste delle associazioni che sugli spalti hanno denunciato “la fine del diritto d’asilo”. Si tratta di una riforma che rivede profondamente le regole per la gestione interna dei flussi migratori, introduce controlli più rigidi alle frontiere e corregge, ma non supera, le regole di Dublino: la responsabilità resta in capo ai Paesi di primo ingresso, anche se addolcita dall’introduzione del concetto di “solidarietà obbligatoria, ma flessibile”.
di Leo Lancari
Il Manifesto, 11 aprile 2024 Via libera dell’europarlamento al Patto migrazione. Von der Leyen: “Giornata storica”. Prima del voto Johansson richiama gli eurodeputati: “Un fallimento del pacchetto è un fallimento di tutti”. Centri dove richiudere i migranti ai confini europei, rimpatri ed esame delle richieste di asilo più veloci. Il Pd vota contro in dissenso con il suo gruppo. “Oggi è davvero una giornata storica. Dopo anni di intenso lavoro il Patto di migrazione e asilo diventa finalmente realtà”. Ursula von der Leyen può tirare un sospiro di sollievo. Anche se con alcune divisioni nei gruppi che la compongono, la coalizione che cinque anni fa la elesse a capo della Commissione europea è riuscita ieri a far approvare, a maggioranza relativa e tra mille tormenti, nove regolamenti che detteranno le nuove politiche dell’Ue sull’immigrazione.
di Fulvio Vassallo Paleologo
Il Manifesto, 11 aprile 2024 Il Parlamento europeo ha approvato dieci “atti legislativi” tra Regolamenti e Direttive, che dovrebbero attuare il Patto sulla migrazione e l’asilo, in discussione dal 2020. Il voto in aula è stato caratterizzato da una gestione lampo della presidenza, ma occorre ricordare che saranno necessari due anni perché la nuova legislazione sia pienamente operativa. E le prossime presidenze di turno toccheranno all’Ungheria di Orban, da luglio, e poi da gennaio del 2025 alla Polonia.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 11 aprile 2024 Meno 20% degli arrivi con i corridoi umanitari. Calano anche i rimpatri, nonostante gli annunci di Meloni e Piantedosi. Per tutto il 2023 il governo Meloni ha raccontato di essere impegnato, rispetto all’immigrazione, su due fronti: tolleranza zero verso gli ingressi irregolari, gestione dei canali legali. “Saremo noi a decidere chi arriva nell’Ue e non i trafficanti”, ha ripetuto spesso la premier in compagnia di Ursula von der Leyen, inedita partner politica. I numeri pubblicati ieri nel numero di aprile di Polizia Moderna, che esce nell’anniversario della fondazione del corpo e riporta un affresco quantitativo delle sue attività, descrivono però una situazione diversa dagli annunci dell’esecutivo.
di Andrea Valdambrini
Il Manifesto, 11 aprile 2024 L’eurodeputato Pd: “Non è possibile che un bambino di 6 anni sia sottoposto al fotosegnalamento, che gli vengano presi i dati biometrici. Si trattano così i delinquenti, non i bambini”. Patto Migrazione, Bartolo: “Forniamo veste giuridica a quello che oggi è illegale”. “Adesso mi tortura un pensiero: quando sarà tutto finito, quando verrà scritto nei libri di storia, e magari ci sarà anche il mio nome, quello del medico di Lampedusa, mi piacerebbe sapere come si risponderà a chi chiede cosa ho fatto per evitare tutto questo. Sono diventato europarlamentare con l’intenzione di prendermi cura delle persone che attraversano il Mediterraneo. Ma dopo quattro anni di lavoro mi sento di dire che ho fallito”.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 11 aprile 2024 Nell’accordo tra Italia e Albania per quanto riguarda la gestione dell’immigrazione, è previsto anche un carcere in territorio albanese destinato a ricevere i migranti che dovessero rendersi responsabili di reati durante la permanenza nelle strutture gestite dallo Stato italiano in quel territorio. Per questo motivo il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria vuole reperire 45 persone della Polizia penitenziaria da inviare nella futura struttura. Il Dap ha, infatti, emanato una nota nella quale comunica la necessità di individuare personale idoneo per una missione internazionale in Albania.
di Giuliano Foschini
La Repubblica, 11 aprile 2024 Il sindacato: “Meglio che da noi”. L’investimento da 36 milioni oltre Adriatico, avrà venti posti. Uilpa: “Siamo basiti, qui manca personale e le strutture con meno di cento detenuti si chiudono”. Consiglio per gli arresti: nel caso, meglio andare in Albania. L’Italia, sull’altra sponda dell’Adriatico, tra qualche mese gestirà un carcere tutto suo, con agenti penitenziari italiani, e con standard molto migliori rispetto a quelli del nostro Paese: celle nuove e spaziose e addirittura due agenti per ogni detenuto, rispetto all’attuale rapporto medio italiano che vuole una guardia carceraria ogni tre, “di giorno. Perché di notte ci sono strutture con otto poliziotti che devono sorvegliare 400-500 detenuti” spiega Gennarino de Fazio, segretario della Uilpa che in queste ore ha denunciato questa incredibile storia albanese.
di Nello Trocchia
Il Domani, 11 aprile 2024 Un documento del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, la direzione del personale del ministero della Giustizia, apre al reclutamento di dirigenti, funzionari, agenti e ispettori della polizia penitenziaria “inviati a prestare servizio di missione internazionale presso la idonea struttura penitenziaria da realizzarsi in territorio albanese”. Dopo anni di proteste e promesse elettorali tradite finalmente gli agenti della polizia penitenziaria avranno uno stipendio degno della delicatezza e importanza del lavoro svolto. Per accaparrarsi l’aumento da sogno, però, dovranno trasferirsi in Albania, il luogo prescelto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per continuare la propaganda sui flussi migratori con l’apertura di due Cpr, centri per i rimpatri, e una struttura di transito.
di Costanza Oliva
Avvenire, 11 aprile 2024 Quasi tutti gli edifici scolastici e gli ospedali sono stati distrutti. Il sistema sanitario è al collasso e mancano anche le cure più basilari. Negli ultimi sei mesi, a Gaza, ogni 15 minuti circa un bambino ha perso la vita. Significa che in soli 180 giorni, cioè sei mesi da quando la guerra è iniziata, il 2% della popolazione infantile è stato ucciso. I bambini e le famiglie vivono sotto le bombe, costretti spesso a trovare rifugi di fortuna dato che più della metà delle abitazioni non esiste più. La situazione è drammatica. Quasi tutte le scuole sono ormai distrutte e per la maggior parte della popolazione è impossibile ricevere anche le cure più basilari. Il sistema sanitario è al collasso: sono stati bombardati 30 dei 36 ospedali.
di Antonello Guerrera
La Repubblica, 11 aprile 2024 Il presidente americano accenna all’ipotesi di far cadere il procedimento giudiziario negli Stati Uniti contro il fondatore di Wikileaks. Non una grazia ma una sorta di proscioglimento presidenziale, che farebbe dell’australiano un uomo libero. “Stiamo considerando questa possibilità”. Per la prima volta il presidente americano Joe Biden ha ammesso che la sua amministrazione sta valutando l’opzione di far cadere il pesantissimo procedimento giudiziario negli Stati Uniti contro Julian Assange. Ossia l’attivista australiano fondatore del sito Wikileaks, attualmente in carcere a Londra e su cui pendono ben 19 capi di accusa, tra cui “spionaggio”, “furto di informazioni riservate” e “aver messo a rischio la vita” di molti statunitensi per un massimo di 175 potenziali anni di carcere ...
di Carlo Forte
L’Unità, 11 aprile 2024 Era un ragazzo di 26 anni. Nero. Abitava a Chicago. Si chiamava Dexter Reed. È morto ridotto a brandelli da 96 colpi di rivoltella sparati uno dopo l’altro da cinque poliziotti nel corso di 42 secondi. Meno di un minuto per il massacro. Non era ricercato, non era della mala, non era accusato di delitti. Cioè, di un delitto sì, ma uno di quelli che spesso ciascuno di noi commette: guidava senza cintura. Una pattuglia di polizia in borghese, a bordo di un’auto privata, gli ha tagliato la strada, i poliziotti sono scesi, hanno circondato la macchina di Dexter e gli hanno gridato che doveva scendere.
DOCUMENTI
Articolo. "Il carcere albanese Made in Italy", di Claudio Bottan
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
Camera Penale di Lanusei: "Corso breve dii Esecuzione Penale" (Lanusei-NU, 12 aprile 2024)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 14 aprile 2024
Presentazione del libro: "Processo al carcere", a cura di Aristide Donadio (Milano, 20 aprile 2024)
CORSI FORMAZIONE
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