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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di lunedì 5 agosto 2024
di Edoardo Patriarca
vita.it, 5 agosto 2024 Affidamento in prova ai servizi sociali, detenzione domiciliare per chi ha più di 70 anni ed è affetto da gravi patologie, mille agenti di Polizia penitenziaria in più. Ma non basta: c’è bisogno di interventi strutturali e l’ascolto degli operatori sociali impegnati nel settore, si tengano a distanza quelli del “lasciarli dentro e buttare la chiave”. Salvo cambi dell’ultima ora, questa è l’ultima settimana di lavoro del Parlamento. Nelle assemblee di Camera e Senato si voterà la conversione in legge del ddl 1206 recante disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico, per il processo penale e in materia di sport, già approvato dalla Camera dei deputati; e il ddl C. 2002 DL 92/2024 recante misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della giustizia.
di Antonio Nastasio*
bergamonews.it, 5 agosto 2024 È imprescindibile che il sistema penitenziario adotti un approccio equilibrato e inclusivo, affrontando le sfide del sovraffollamento con soluzioni che vadano oltre l’espansione delle strutture carcerarie e che comprendano misure alternative, supporto sociale e un risarcimento adeguato alle vittime. Il recente pacchetto-carceri, approvato dal Senato della Repubblica, rappresenta un primo passo verso la soluzione dei gravi problemi di sovraffollamento, disagi e suicidi tra detenuti e personale di custodia, incluso l’ultimo caso di un agente sul muro di sentinella all’Ucciadone. Tuttavia, è evidente che questo nuovo approccio ha ignorato alcune sfide fondamentali, come la mancanza di una vera attenzione alle soluzioni delle pene non detentive, che comprendono benefici legali come le misure previste dalla legge 354/75 aggiornate e contesti di accoglienza alternativi.
di Irene Famà
La Stampa, 5 agosto 2024 Spesso sono i più fragili, persone senza lavoro o stranieri senza casa. “Servono più fondi per progetti e comunità invece si continua ad aumentare i reati”. I dannati delle carceri le loro colpe potrebbero espiarle fuori dai penitenziari. Ai domiciliari, per fare un esempio. Ma sono fragili. Una casa non ce l’hanno. E non hanno nemmeno un lavoro. Non hanno nulla di nulla. Molti sono stranieri e non conoscono nemmeno la lingua. Ecco le contraddizioni del sistema: da un lato si denuncia il sovraffollamento, dall’altro le porte delle celle si aprono sempre più facilmente. Uscirne? Pare non bastino nemmeno le preghiere. I dati, presentati in Senato dal Garante nazionale dei detenuti Felice Maurizio D’Ettore, tutte queste discordanze le sottolineano bene. In Italia i reclusi sono 61.140 per 46.982 posti disponibili.
di Giuseppe Legato
La Stampa, 5 agosto 2024 Il dossier carceri è già sulla sua scrivania anche se si insedierà ufficialmente tra poche settimane. Non a caso dice: “Ho seguito a lungo la situazione carceraria dell’Emilia Romagna quale procuratore generale facente funzioni e fin da adesso, all’atto della mia nomina, sto seguendo con attenzione e preoccupazione i fatti che stanno accadendo nelle carceri del Piemonte nelle quali mi sembra che insista un livello di allarme e/o di pericolo superiore rispetto ad altri distretti d’Italia. Dico questo a prescindere dai casi di suicidi o tentati suicidi di alcuni detenuti di fronte ai quali c’è attenzione e anche pietas umana. Esiste però un secondo profilo che riguarda uno scenario di rivolta - a quanto sembra - permanente caratterizzata da aspetti inquietanti che vanno da un fatto gravissimo come la pubblicità su un social di proteste violente fino all’ingresso di sostanze stupefacenti all’interno degli istituti.
di Massimo Massenzio
Corriere di Torino, 5 agosto 2024 Il sociologo Prina: “Più educatori e psicologi”. La prima volta in cui Franco Prina ha varcato l’ingresso del Ferrante Aporti aveva solo 20 anni. Era il 1972 e aveva partecipato a una visita con il gruppo Abele. Qualche anno dopo è diventato docente di Sociologia giuridica e della devianza all’università di Torino e ha continuato a occuparsi di delinquenza minorile per tutta la vita. Anche come giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Torino.
di Elisa Chiari
Famiglia Cristiana, 5 agosto 2024 Dal Beccaria di Milano, al Ferrante Aporti di Torino, le carceri minorili, che il provvedimento noto come Decreto Caivano ha contribuito ad affollare, stanno diventando una polveriera. E intanto la criminalità minorile fa sempre più notizia sui media. Abbiamo chiesto a Mauro Grimoldi, che nella vita fa lo psicologo giuridico, autore di Dieci lezioni sul male: i crimini degli adolescenti (Raffaello Cortina Editore), di aiutarci a capire chi sono i ragazzi che finiscono oggi in carcere e qual è la strada per rendere più efficace, nel rispetto dei diritti, l’azione dello Stato nei loro confronti.
GIUSTIZIA
di Liana Milella
La Repubblica, 5 agosto 2024 Il Guardasigilli ha sempre garantito, anche in Europa, che il reato cancellato poteva essere sostituito da altri. Ciò è impossibile per la consigliera meloniana del Csm. Nordio non ha detto la verità sull’abuso d’ufficio. Perché non è vero, come lui ha ripetuto di continuo, anche in Europa, che ci sono altri 17 reati di corruzione per sostituirlo. La sua tesi si scontra ora con il caso di Rosanna Natoli, la consigliera del Csm in quota meloniana indagata proprio per questo reato. Per una coincidenza, da un lato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sul tavolo il ddl sul reato da cancellare già votato dal Parlamento, deve valutarlo ed eventualmente licenziarlo. Dall’altro, da presidente del Csm, ha spiegato al suo vice Fabio Pinelli quanto la permanenza di Natoli a palazzo Bachelet sia inaccettabile.
di Caterina Soffici
La Stampa, 5 agosto 2024 Tre casi in 7 giorni. Non sono eroi, li muove la disperazione. Anche loro sono vittime da proteggere. “Portate via papà, picchia sempre la mamma”. Ancora una volta è un bambino di dodici anni a salvare la madre dalla botte del marito ubriaco. È la terza volta in una settimana che leggiamo brutte storie così e sembrano storie fotocopia, orribili copioni di film horror, dove l’esito non è un femminicidio solo grazie all’intervento del figlio. E questo la dice lunga di un’Italia dove le donne non riescono a salvarsi da sole, non sono in grado di denunciare il proprio partner, di proteggere se stesse e neppure i figli. Stanno zitte, subiscono, per paura di perdere la famiglia, la casa, i bambini. In un’Italia dove un quarto delle donne non ha neppure un conto in banca. E quindi sono i bambini costretti a squarciare il velo di realtà domestiche dove domina la violenza.
di Francesco Morelli*
L’Unità, 5 agosto 2024 Possiamo preliminarmente accettare che “innocente = non-innocente”, “appartenenza = non-appartenenza”, “reato = non-reato” rappresentano inaccettabili contraddizioni? È arrivato il momento di assumere posizioni radicali. Il dibattito sulle misure di prevenzione patrimoniali sembra avviluppatosi in una spirale di complessità tecnica sorprendente. Alte Corti interne ed europee se ne occupano e se ne occuperanno presto, ma ad ogni livello, anche scientifico, la ricostruzione di quel sistema sembra aver abbandonato lo stadio della fondazione primaria per dirigersi verso la spiegazione dei più complessi dettagli tecnici. Si scontrano quindi vivacemente posizioni opposte, espresse con argomenti contorti e assai specifici, ma giace oramai sullo sfondo la premessa fondamentale del discorso. Una premessa, va detto, non facile finanche da rintracciare.
di Flippo Boni
Il Giorno, 5 agosto 2024 Il papà di Giulia, uccisa dal fidanzato, evita di commentare le parole intercettate in carcere: quel dialogo non andava divulgato. “Io e Nicola ci sentiamo, mi ha scritto durante le feste”. “Non sta a me giudicare l’operato e le parole di un padre, con lui mi sento, mi ha scritto durante le feste, ma quelle intercettazioni del papà di Turetta in carcere non dovevano essere divulgate perché sono notizie vecchie e fanno solo male”. Ogni volta che Gino Cecchettin parla ci ricorda sempre di essere il Muhammad Alì di un’umanità smarrita: sa volare come una farfalla e pungere come un’ape.
di Amelia Esposito
Corriere della Sera, 5 agosto 2024 Il papà di Giulia sui dialoghi intercettati in carcere: “Mi metto nei suoi panni, sta vivendo una cosa indicibile. Noi tutti dovremmo pensare a questa famiglia, a come aiutarla. Ci sentiamo e ci scriviamo”. “Quello che come società tutti noi, nessuno escluso, dovremmo fare è aiutare la famiglia Turetta. Questo dovrebbe essere il nostro dovere: aiutare un uomo che sta vivendo un momento di grande difficoltà, non accanirci contro di lui”. Mai abbiamo sentito Gino Cecchettin - padre che ha subito la più atroce delle perdite, eppure sempre così composto - pronunciare parole di vendetta o rancore. Non lo sentiremo neppure questa volta. Il suo orizzonte è, ancora, quello del “costruire valore”.
TERRITORIO
pugliapress.org, 5 agosto 2024 Le carceri pugliesi stanno affrontando una crisi senza precedenti, con livelli di sovraffollamento insostenibili e un aumento allarmante dei suicidi tra i detenuti. Le carceri della Puglia sono al centro di una crisi profonda che coinvolge non solo la regione, ma l’intero sistema penitenziario italiano. Con un sovraffollamento che ha raggiunto livelli insostenibili, le strutture carcerarie sono ormai al collasso. Il numero di detenuti ha superato il 130% della capienza regolamentare, creando condizioni di vita estremamente difficili per chi vi è rinchiuso e per il personale che vi lavora. Uno dei problemi più gravi e urgenti è l’aumento dei suicidi tra i detenuti. Dal 2014 a oggi, sono stati registrati oltre 600 suicidi nelle carceri italiane, e il 2024 rischia di segnare un record negativo.
di Giuliana Biagi
Cremona Oggi, 5 agosto 2024 Probabilmente l’uomo voleva solo inscenare un gesto dimostrativo, ma l’esito è stato fatale. A Cremona sono oltre 500 i detenuti; lo scorso anno quasi 300 i casi di autolesionismo. La presidente della Camera Penale Micol Parati: “Ce l’aspettavamo. La situazione è esplosiva, e non solo a Cremona. Dal Governo misure inadeguate”. Un uomo di 31 anni, originario del Marocco, in carcere a Cremona per presunte rapina e violenza sessuale, si è impiccato ieri pomeriggio verso le 19.15 in una cella della Casa Circondariale. Lo denuncia uno dei sindacati di Polizia penitenziaria, la Uilpa, attraverso il segretario generale Gennarino De Fazio. Salgono così a 62 i gesti estremi compiuti da detenuti in Italia dall’inizio dell’anno: soltanto una settimana fa, un altro suicidio a Prato, compiuto da un 27enne italiano.
cremonaoggi.it, 5 agosto 2024 Il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Cremona interviene sulla notizia diffusa oggi della morte di un detenuto nel carcere di Cà del Ferro, probabilmente un gesto di protesta che voleva essere dimostrativo e che invece si è concluso drammaticamente. “La tragica notizia che ha raggiunto tutti noi questo pomeriggio ci rattrista profondamente”, afferma Romanelli. “Di fronte al dramma umano di una persona detenuta che decide di togliersi la vita si rimane sgomenti, ma come avvocati e come cittadini sentiamo il dovere di ricordare che questo dramma è ormai divenuto una costante inaccettabile nelle carceri italiane.
di Marco Procopio
rainews.it, 5 agosto 2024 Rischiano fino a 15 anni di carcere i detenuti che hanno messo a ferro e fuoco il Ferrante Aporti di Torino. La procura dei minori ipotizza il reato più grave, cioè quello di devastazione. Nelle immagini circolate sui social si vedono infatti porte distrutte, uffici vandalizzati, materassi dati alle fiamme. Ma chi nelle scorse ore è entrato nella struttura parla di danni ancora più pesanti. Centinaia di migliaia di euro, secondo le stime del ministero. I ragazzi che hanno guidato la sommossa sono già stati trasferiti in altre Regioni. È ancora a Torino invece il 16enne condannato per il lancio della bici dai Murazzi. “L’idea è stata dei marocchini”, ha detto in una videochiamata alla madre il giorno dopo, come conferma il suo avvocato Domenico Peila.
di Massimo Massenzio
Corriere di Torino, 5 agosto 2024 “Dobbiamo spostare l’obiettivo dei ragazzi, da banda a squadra”. Lo ha ripetuto spesso negli ultimi mesi Giuseppe Carro, il nuovo, attesissimo, direttore del Ferrante Aporti. Con questo obiettivo ha impostato un lavoro che, dopo la rivolta di giovedì sera, rischia di essere sepolto sotto le macerie lasciate dalla rabbia dei giovani detenuti. Domenica mattina ci sono stati altri due trasferimenti e non saranno gli ultimi. In attesa che le indagini facciano piena luce su tutte le responsabilità della sommossa.
ilpost.it, 5 agosto 2024 Nella notte tra giovedì e venerdì decine di detenuti hanno devastato la struttura: la procura dei minori ha aperto un’indagine per devastazione e resistenza a pubblico ufficiale. La procura dei minori ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di devastazione e resistenza a pubblico ufficiale per la grossa rivolta che c’è stata nella notte tra giovedì e venerdì nel carcere minorile “Ferrante Aporti” di Torino. Il ministero della Giustizia ha inoltre fatto sapere che durante il fine settimana alcuni detenuti ritenuti responsabili (non è chiaro quanti) sono stati trasferiti in altre strutture.
quibrescia.it, 5 agosto 2024 La “battitura” con pentole ed utensili è stata fissata per il mezzogiorno di giovedì prossimo e per quello di Ferragosto. Nuova protesta, questa volta “rumorosa”, dei detenuti del carcere di Canton Mombello a Brescia. La “battitura” con pentole ed utensili è stata fissata per il mezzogiorno di giovedì prossimo e per quello di Ferragosto. Tornano quindi alla classica forma di protesta i carcerati della casa circondariale più affollata d’Italia, dopo le lettere e gli appelli alle istituzioni. Una situazione definita da più parti “invivibile” ed “indegna” quella dei detenuti a Brescia.
di Stefano Brogioni
La Nazione, 5 agosto 2024 L’aggiornamento del 3 agosto, a un mese di distanza dalla morte del tunisino di vent’anni: crescono gesti di autolesionismo e aggressioni. E cento detenuti vivono in non più di tre metri quadri. Anche l’ultimo report del garante nazionale dei detenuti, Maurizio D’Ettore, è un bollettino di guerra. Nel carcere di Sollicciano si conferma il solito drammatico trend di tentativi di suicidio e gesti autolesionistici tra i detenuti. Dal primo gennaio a sabato 3 agosto, sono stati registrati 38 tentativi di togliersi la vita dietro alle sbarre, uno ogni sei giorni; un numero che si va ad aggiungere al suicidio di Fedi, il 20enne di origini tunisine il cui gesto ha catalizzato l’attenzione collettiva sulle condizioni del penitenziario fiorentino e, più in generale, sulle carenze del mondo carcerario in Italia.
di Serena Quercioli
La Nazione, 5 agosto 2024 La Commissione carcere della Camera Penale di Prato bacchetta l’onorevole Erica Mazzetti che l’altro giorno ha visitato il carcere di Prato definendo la situazione “non affatto emergenziale”. Parole che hanno fatto trasalire la Commissione carcere dalla Camera Penale: “Noi visitiamo periodicamente il nostro Istituto di Pena e denunciamo la prolungata inerzia della politica, nel suo insieme, a far fronte alle criticità del sistema penitenziario, ad iniziare dalla nostra casa circondariale. Ci auguriamo che le dichiarazioni dell’onorevole siano dovute a una visita nelle sole sezioni che notoriamente riscontrano pochi problemi, dove sono ristretti i detenuti di Alta Sicurezza ed i Collaboratori di Giustizia”.
di Alessandro Mondo
La Stampa, 5 agosto 2024 Presidio dei radicali durato tutta la notte scorsa: “Più informazione e interventi immediati della politica”. Quindici ore di presidio. È cominciato ieri sera - a poche ore di distanza dalle rivolte scoppiate anche al minorile Ferrante Aporti - un presidio di Europa Radicale al carcere Lorusso e Cutugno di Torino per chiedere al governo interventi immediati e alla stampa più attenzione: esposti su un’auto i nomi dei 62 detenuti e dei 7 agenti di polizia penitenziaria che si sono suicidati dal primo gennaio a oggi.
di Claudio Cerasa
Il Foglio, 5 agosto 2024 Più libertà, meno catene. Più mercato, meno corporativismo. Più concorrenza, meno rendite. Ma in Italia si può? La famosa espressione “esiste, dunque, un giudice a Berlino” è un’espressione mutuata da una grande opera di Bertolt Brecht all’interno della quale si narra la storia di un eroico mugnaio che lotta tenacemente contro l’imperatore per vedere riparato un abuso. Con grande tenacia, il mugnaio, alla fine, riesce a trovare un giudice onesto che lo aiuta a vincere la causa. In Italia, la frase di Brecht viene spesso utilizzata a sproposito, su casi piccoli, non importanti, marginali, ma c’è forse un ambito in cui la frase di Brecht, c’è un giudice a Berlino, potrebbe non risultare fuori luogo.
di Serena Sileoni
La Stampa, 5 agosto 2024 Si potrebbe chiamare l’estate dei referendum. E non solo per la fruttuosa raccolta firme per quelli sull’autonomia differenziata e sul Jobs Act, o per i preparativi all’orizzonte del referendum costituzionale sul premierato (e magari anche sulla separazione delle carriere dei magistrati). Da una decina di giorni, è attiva un’importante innovazione: una piattaforma online per le firme necessarie a presentare la richiesta dei referendum abrogativi e le proposte di legge di iniziativa popolare, già avviata dal governo Draghi e ora resa finalmente operativa dal ministro Nordio. Una innovazione modesta, se paragonata ai tentativi di introduzione del voto elettronico che sono stati sperimentati all’estero, ma comunque un piccolo, grande passo avanti per i principali strumenti di partecipazione popolare alle decisioni politiche.
di Marco Cremonesi
Corriere della Sera, 5 agosto 2024 Riccardo Magi (+Europa): “Ci stiamo lavorando proprio in queste ore e credo possa essere una svolta. Il referendum è uno strumento vivo, dimostriamolo”. Lo ius soli torna sulla scena. E potrebbe farlo con tutta la forza di un referendum. Il diritto di cittadinanza sarà infatti al centro di un quesito che +Europa intende presentare nei prossimi giorni, coinvolgendo altre forze politiche e associative, sulla piattaforma nazionale per i referendum e le iniziative popolari entrata in funzione la scorsa settimana. Un sito acceso presso il ministero della Giustizia che potrebbe cambiare, almeno in parte, la fisionomia alla politica italiana.
di Davide Varì
Il Dubbio, 5 agosto 2024 Bombardate le tende nel cortile dell’ospedale di Al-Aqsa a Deir el-Balah: almeno tre morti e 18 feriti. L’attacco è avvenuto poche ore dopo quello a una scuola trasformata in rifugio, ha ucciso 17 persone. Hezbollah ha annunciato di aver lanciato “dozzine” di razzi contro Israele. Mentre nell’intero Medio Oriente si guarda con preoccupazione alla minacciata risposta di Teheran all’azione che ha portato all’uccisione a Teheran del capo dell’ufficio politico di Hamas Ismaii Haniyeh, anche in Iraq è tornata a salire la tensione. Proprio nelle stesse ore in cui Israele colpiva l’alto esponente del movimento palestinese e a Beirut uccideva anche Fuad Shukr, uno dei più importanti comandanti militari di Hezbollah, le truppe americane in Iraq hanno compiuto un raid a Babil ...
di Antonella Napoli
L’Espresso, 5 agosto 2024 Non si procederà contro i responsabili della missione Onu congolesein cui il diplomatico fu ucciso. Ma l’indagine prosegue e cerca moventi in affari loschi a cui la vittima si oppose. Le verità nascoste del delitto di Luca Attanasio s’impregnano di veleni e accuse irricevibili gettati sull’ambasciatore italiano, ucciso in un agguato nella Repubblica democratica del Congo il 22 febbraio 2021 assieme al carabiniere che gli faceva da scorta, Vittorio Iacovacci, e all’autista del World Food Programme, Mustapha Milambo. Mentre in Italia si chiude definitivamente la possibilità di un processo per le responsabilità dei due dipendenti del Wfp, Rocco Leone e Mansour Rwagaza, che avevano organizzato la missione terminata tragicamente nella regione congolese del Nord Kivu, emergono documenti ...
di Riccardo Ricci
La Repubblica, 5 agosto 2024 Un pacifista russo è morto in cella il 27 luglio, pochi giorni prima dello storico scambio di detenuti tra i paesi occidentali e la Russia. Pavel Kushnir, 39 anni, di professione pianista, era meno noto ai media degli attivisti liberati il primo agosto. Numerosi detenuti per reati politici si trovano ancora nelle prigioni e rischiano di morirci, come successo a Kushnir e prima di lui ad Aleksej Navalny. Il musicista e attivista si trovava in un centro di custodia cautelare di Birobidzhan, nell’Estremo Oriente russo. Secondo fonti locali, era accusato di tentativi di rovesciamento violento dell’ordine costituzionale.
DOCUMENTI
Articolo. "Quando il fine pena è mai. Ripensare l’ergastolo", di Ciro Cardinale
Articolo. "Suicidi in carcere: i decreti del governo sembrano inefficaci", di Stefano Ferrarese
Articolo. "La vita sospesa: quel 'buco nero' chiamato carcere", di Forensics Group
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Convention del Movimento No Prison: "Le carceri incostituzionali" (Assisi-PG, 17 e 18 ottobre 2024)
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